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LA CASA IN COLLINA

La casa in collina viene pubblicato nel 1949 nel volume Prima che il
gallo canti. La casa editrice che si occupò della pubblicazione fu
Einaudi. La casa in collina è un romanzo di sintesi di Cesare Pavese
celebre scrittore che nasce e studia a Torino . Sin dagli anni Venti
legge i maggiori autori americani e inizia a tradurre le loro opere.
Inizierà a collaborare con la casa editrice Einaudi nel 1934 per la
realizzazione della rivista «La Cultura», che dirige a partire dal terzo
numero. Nel 1945-46 dirige la sede romana della medesima casa
editrice.
Ha svolto un ruolo fondamentale nel passaggio tra la cultura degli
anni Trenta e la nuova cultura democratica del dopoguerra.

TRAMA:
Il protagonista e narratore del romanzo è Corrado, un docente
torinese che si trasferisce in collina da una donna di nome Elvira e
sua madre per sfuggire ai bombardamenti in città. Anche se Corrado
prediliga la solitudine e l’isolamento, si unisce ai frequentatori di
un’osteria, le Fontane,che scopre essere gestita da un suo amore del
passato, Cate, che ha un figlio, Corrado che, per motivi anagrafici,
potrebbe essere addirittura suo figlio. Corrado pur non venendo mai
a sapere mai la verità ì sulla paternità di Dino, inizia a trascorrere
molto tempo con lui . Nel frattempo il protagonista rimugina anche
sul suo amore per Cate, che forse non è del tutto svanito, e sul suo
impegno in un drammatico frangente storico. La situazione cambia
completamente quando una retata di nazisti, all’osteria arrestano
Cate e gli altri amici di Corrado, che, di ritorno da Torino, riesce
fortunosamente a salvarsi assieme a Dino. Rifugiatosi prima da Elvira,
innamorata di lui, e poi in un collegio a Chieri, Corrado affida Dino
alle cure delle due donne. Il ragazzo in seguito raggiungerà il
protagonista al collegio ma presto sceglie di arruolarsi nelle fila
partigiane. Corrado, insicuro e incapace di affrontare l’impegno di
una scelta, decide di tornare al paese natale e alla sua “casa in
collina”. Durante il viaggio di ritorno, incappa in un’imboscata
partigiana e la vista dei cadaveri dei fascisti gli suggerisce amare e
disilluse riflessioni sul senso della guerra, dell’esistenza umana e
della sua crisi esistenziale che, nella conclusione del romanzo, non è
destinata a risolversi.

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