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UMBERTO ECO

Umberto Eco è nato ad Alessandria, in Piemonte, il 5 gennaio del 1932. Frequenta le scuole superiori (il
liceo classico) e l’Università a Torino, dove si laureerà nel 1954 in filosofia medievale con una tesi
sull’Estetica di Tommaso d’Aquino. A Torino, entra a far parte di un circolo culturale tra i più importanti in
Italia e nel mondo: insieme ad altri grandissimi intellettuali dà vita, infatti, al circolo dei “Ragazzi di Via Po”.
Nel 1954 entra a far parte anche della RAI. Sull’onda del successo ottenuto da “Il Nome della Rosa “, Eco si
lancia nella pubblicazione di numerosi romanzi.

Nei suoi romanzi, Eco racconta storie realmente accadute o leggende che hanno come protagonisti
personaggi storici o inventati. Inserisce nelle sue opere accesi dibattiti filosofici sull'esistenza del vuoto, di
Dio o sulla natura dell'universo.

Tutte le sue opere, sia i saggi sia i romanzi, hanno però una caratteristica che li contraddistingue: ironia. Eco
riesce a esprimere concetti molto importanti e impegnativi rendendoli semplici e comprensibili dalla
maggior parte delle persone.

Nonostante la grandissima e importantissima mole del suo corpus saggistico, sono però i romanzi che
hanno consacrato Eco e l’hanno reso famoso in tutto il mondo. Il primo e più importante è senz’altro Il
Nome Della Rosa (1980): l’intento con cui è stato scritto era quello di pubblicare un romanzo giallo fuori dal
comune, ambientato nel Medioevo, in cui un monaco di nome Guglielmo risolve intricati casi utilizzando un
metodo deduttivo tipico dei grandi filosofi.

PRIMO LEVI

Primo Levi nacque a Torino il 1919 da una benestante famiglia italiana di origine ebraiche. passione per la
scienza e per lo studio in generale.

Diplomatosi al liceo classico, Primo decise di diventare un chimico e s'iscrisse dunque all'Università.

Nel 1938 però Mussolini aveva introdotto in Italia le leggi razziali. Fortunatamente per Primo, la
legge permetteva agli ebrei che avessero già intrapreso la carriera universitari di terminare gli studi e così,
nonostante qualche difficoltà in più rispetto agli amici non ebrei, nel 1941 il ragazzo si laureò con lode.

Quelli però erano anni difficili: la guerra ormai impazzava in tutta Europa e le persecuzioni nei confronti
degli ebrei si facevano sempre più aspre. Perciò dopo essere entrato in contatto con circoli intellettuali e
militanti antifascisti, il giovane Primo abbandonò tutto e si unì ai partigiani tra le montagne della Val
d'Aosta. Nel 1943 il governo fascista cadde, ma questo portò alla nascita di un nuovo Stato italiano nel
Nord-Cebìntro Italia, la cosiddetta Repubblica di Salò, dove erano i tedeschi a comandare realmente.

La lotta ai ribelli si fece ancora più serrata e il 13 dicembre 1943 Primo levi venne arrestato dai fascisti.
Riconosciuto come ebreo e oppositore politico, fu inviato al campo di concentramento italiano di Fossoli,
vicino a Modena e poi destinato a Est, dove i nazisti stavano attuando la Soluzione Finale, ossia lo sterminio
sistematico di tutti gli ebrei d'Europa.

Primo Levi varcò i cancelli di Auschwitz nel febbraio del 1944.

Qui cominciò una vita d'inferno, fatta di freddo, fame e continue umiliazioni.
Come raccontato nel suo libro più celebre Se questo è un uomo, i prigionieri del campo erano spogliati di
qualsiasi riconoscimento individuale: via i vestiti, via i capelli, via ogni effetto personale. Via perfino il nome,
sostituito da un numero tatuato sul braccio. I prigionieri erano ridotti a fantasmi, nemmeno più umani. I
nazisti volevano uccidere l'anima ancora prima del corpo. Primo Levi divenne così uno di quei fantasmi. I
turni di lavoro erano massacranti, ma Primo riuscì a sopravvivere fino all'arrivo dei russi, che il
1945 arrivarono ad Auschwitz e liberarono tutti i prigionieri

Quasi subito decise che quello che lui ed il suo popolo aveva subito doveva riecheggiare in eterno e così
iniziò la stesura del sto romanzo - "Se questo è un uomo" appunto - che venne poi pubblicato nel 1947.

Fu un successo grandioso, che smosse le coscienze del mondo intero.

Dopo il suo primo libro, Primo riprese la propria attività di chimico, ma continuò a scrivere libri che negli
anni ottennero fama e riconoscimenti.

Fu ritrovato morto l'11 aprile 1987 all'inizio delle scale della sua abitazione. Alcuni parlarono di suicidio e
tutt'oggi non esiste una versione confermata.

Negli ultimi anni di vita Primo Levi aveva constatato con orrore che qualcuno aveva cominciato a
negare che la Shoah fosse realmente esistita.

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