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AUTORE: Paolo Giordano

TITOLO: La solitudine dei numeri primi.

GENERE: romanzo.

CASA EDITRICE: Mondadori.

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2008, prima edizione.

NARRATORE: interno, Mattia Balossino e Alice della Rocca

STILE: è una lettura a mio parere molto piacevole e scorrevole. Paolo Giordano fa

ampio uso del discorso indiretto libero

SPAZIO: le vicende si svolgono a Torino dal 1983 al 2007 e in Norvegia dal 1998 al

2007.

Riassunto
Il libro narra le vicende di due bambini, Alice della Rocca e Mattia Balossino, che

rimangono segnati da vicende gravi, accadute durante la loro infanzia. La

prima, Alice, una bambina di soli sette anni che è costretta dal padre a frequentare un

corso di scuola di sci. Una mattina, Alice, separandosi dal resto del gruppo perché

non voleva frequentare la lezione, nel tentativo di tornare a valle, ha un brutto

incidente. Cade sfortunatamente in un dirupo rimanendo gravemente ferita. Dopo

quel terribile incidente, Alice rimane zoppa.

Anche la vita dell’altro protagonista, Mattia, è legata ad un fatto tragico. Lui è

davvero un bambino intelligente, al contrario della sua gemella che si

chiama Michela che invece presenta una grave forma di autismo. Mattia quindi passa

la sua infanzia in solitudine a causa anche delle condizioni in cui versa la sorella.

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Infine, commette un’ingenuità. Per partecipare ad una festa di compleanno di un suo

amico, per non portarsi dietro la scomoda sorella, decide di abbandonarla in un parco

e di andare poi a riprenderla solo dopo la festa. Ma al suo ritorno, della sorella

Michela non vi è più nessuna traccia, forse annegata nel vicino fiumiciattolo, anche

se le numerose ricerche effettuate in seguito non portano a nessun risultato. La vita

dei due bambini è quindi segnata da questi gravissimi fatti.

In seguito, nel romanzo viene messo in evidenza il periodo della loro adolescenza e si

scopre che la ragazza Alice soffre di anoressia nervosa ed è evitata da tutti i ragazzi

per la sua condizione claudicante. La ragazza si sente sola ma grazie all’aiuto di una

compagna di classe, che si chiama Viola Bai, inizia a vivere una vera e propria vita

sociale. Alice, grazie all’amica, conosce anche Mattia, ragazzo problematico che non

ha alcun interesse nei riguardi del mondo e della sua vita sociale e che presenta anche

una brutta attitudine all’autolesionismo. Alice e Mattia, iniziano a frequentarsi.

Questa frequentazione continua anche dopo il Liceo.

In seguito, Alice viene particolarmente turbata dalla malattia della madre, Fernanda,

che si aggrava e viene ricoverata successivamente in ospedale. Proprio in ospedale, la

ragazza conosce un giovane medico, Fabio Rovelli, con cui avrà in seguito una

relazione che li porterà al matrimonio. Mattia intanto, dopo aver conseguito la laurea

in matematica, ha l’opportunità di lavorare presso un’università del nord Europa in

Norvegia. Prima di partire per il nord Europa, in confidenza racconta ad Alice la

storia della sorella Michela scomparsa, per condividere questo peso che da sempre lo

accompagna. Dopo questo incontro, Mattia parte per la Norvegia. Nel frattempo in

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Italia, la madre di Alice muore e la ragazza per paura di vivere in solitudine, accetta

di convolare a nozze con Fabio Rovelli. Ma il matrimonio tra i due non funziona ed

Alice cade in un profondo stato di depressione. Nel frattempo Mattia continua la sua

professione di insegnante di topografia algebrica in Norvegia e stringe amicizia

con Alberto, un collega italiano. Le loro esistenze ancora una volta si incroceranno.

Gli anni trascorrono ed Alice, durante una visita in ospedale, si imbatte in una

ragazza che assomiglia molto a Mattia, e lei pensa d’aver visto Michela, scomparsa

anni addietro. Alice quindi, prendendo come scusa l’incontro, decide di contattare

Mattia chiedendogli se può venire in Italia per rivedersi. Lui, pur non capendone il

motivo, accetta di incontrare Alice in Italia.

Durante il loro incontro, Alice però omette di svelare quanto crede d’aver visto e si

limita a trascorrere un bel pomeriggio con lui. Durante l’incontro, la ragazza cerca di

riavvicinarsi sentimentalmente a Mattia ma quest’ultimo decide di non accettare le

sue avances e riparte alla volta della Norvegia. Senza desiderare e riuscire a superare

quel muro di solitudine che li separa. I due protagonisti risulteranno così uniti ed al

tempo stesso inevitabilmente divisi. Infatti verranno paragonati a due numeri primi

gemelli.

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CONSIDERAZIONI PERSONALI

Il libro mi è piaciuto molto,


nonostante l’aria di
malinconica solitudine che
alleggia
su tutto il romanzo. I
personaggi sono complessi e
ben sviluppati, anche perché
possiamo seguirne la
crescita grazie alla scelta
dell’autore di inserire
frequenti ellissi.

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Non vi è un lieto fine, ma in
fondo credo che sia giusto
così, perché un “happy
ending” avrebbe reso il tutto
troppo banale e scontato
Il libro mi è piaciuto molto,
nonostante l’aria di
malinconica solitudine che
alleggia
su tutto il romanzo. I
personaggi sono complessi e
ben sviluppati, anche perché
possiamo seguirne la
crescita grazie alla scelta
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dell’autore di inserire
frequenti ellissi.
Non vi è un lieto fine, ma in
fondo credo che sia giusto
così, perché un “happy
ending” avrebbe reso il tutto
troppo banale e scontato
Il libro mi è piaciuto molto, nonostante l’aria di malinconica solitudine che alleggia

su tutto il romanzo. I personaggi sono complessi e ben sviluppati, anche perché

possiamo seguirne la crescita grazie alla scelta dell’autore di inserire frequenti ellissi.

Non vi è un lieto fine, ma in fondo credo che sia giusto così, perché un “happy

ending” avrebbe reso il tutto troppo banale e scontato

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