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Relazione: Bilancio di energia e spettroscopia UV-Vis

Jacopo Calzia, s4979890


Laboratorio sperimentale di ingegneria chimica, A.A.2022/23, Ingegneria Chimica e di
Processo, Università degli Studi di Genova

Introduzione
Questo esperimento si è concentrato sul bilancio entalpico relativo al processo di estrazione solido/liquido
dalle foglie polverizzate di Hibiscus Sabdariffa in acqua e in seguito si è spostato sull’analisi
spettrofotometrica nello spettro dell’UV-Visibile per determinare la concentrazione finale di antociani, un
sottogruppo dei flavonoidi, estratti dalle foglie nell’acqua e dopo un processo termico di degradazione.
Il bilancio è definito come:
𝐼𝑁 − 𝑂𝑈𝑇 + 𝐺𝐸𝑁 = 𝐴𝐶𝐶
approssimando in questo esperimento 𝐺𝐸𝑁 = 0 (termine di generazione nullo), non avendo nessuna
reazione chimica endotermica o esotermica nel sistema che si è trattato, assume la seguente forma:
𝐼𝑁 − 𝑂𝑈𝑇 = 𝐴𝐶𝐶
Inizialmente si è ipotizzata la temperatura ideale dell’acqua per il processo di estrazione uguale a 100°C,
punto di partenza per il bilancio entalpico del sistema di estrazione, costituito dalla beuta, dall’acqua,
ipotizzando trascurabile il contributo entalpico della polvere di Hibiscus. Sono state calcolate la potenza
termica utilizzata teorica e la potenza termica dissipata teorica durante la fase di riscaldamento. Durante
l’esperimento si sono individuate le temperature del sistema in funzione del tempo e quindi si sono potute
calcolare le potenze termiche effettive e il tempo effettivo di raffreddamento.
Una volta ottenuto l’estratto lo si è riscaldato nuovamente e mantenuto a temperatura costante a 90°C
ipotizzando una degradazione termica degli antociani che si è valutata con una analisi spettrofotometrica
UV-Vis. La tecnica spettroscopica UV-Vis si basa su fenomeni di assorbimento delle radiazioni luminose
monocromatiche appartenenti agli spettri elettromagnetici del campo del visibile (350–700 nm) e del vicino
ultravioletto (200–350 nm). I fenomeni di assorbimento diminuiscono l’intensità della radiazione uscente
dal campione, variazione definita assorbanza come di seguito:
𝐼
𝐴𝑏𝑠 = 𝑙𝑜𝑔
𝐼
in cui 𝐼 e 𝐼 rappresentano l’intensità della radiazione in ingresso e della radiazione in uscita dal campione.
Per questo esperimento si è tarato lo spettrofotometro con una sostanza di riferimento usata per gli
antociani, la malvidina, la quale assorbe nel campo del visibile a 540nm.

Materiali e metodi
Materiali:
-Piastra riscaldante ed agitatore magnetico
-Supporto ad asta
-Termocoppia
-Ancoretta magnetica
-2 beute 250mL
-Cilindro graduato 100mL
-Bilancia analitica [10-2mg]
-Spatolina
-Navetta
-Cronometro
-Guanto ignifugo
-Imbuto in vetro
-Carta da filtro
-Micropipetta 200-1000 µl
-Puntali 1mL
-Provette con tappo 1,5mL
-Provette con tappo 15mL
-Portaprovette
-Cuvette 1,5mL
-Spettrofotometro UV-Vis monoraggio
-Hibiscus Sabdariffa polverizzato
-Etanolo cloridrico
-Acqua deionizzata
-Acqua MilliQ®

Metodo:
Bilancio di energia ed estrazione
Per valutare con i bilanci entalpici i 3 fenomeni termici che avvengono nel sistema beuta-acqua
durante la fase di estrazione, riscaldamento, dissipazione, raffreddamento, si sono considerate le
seguenti approssimazioni.
-Il 𝑐 dell’acqua si è considerato pari al valore medio 𝑐̅ , calcolato tra la temperatura ambiente,
20°C, e la temperatura dell’acqua all’estrazione, 100°C.[1]
-Per l’ipotesi di sistema chiuso si è approssimato 𝑂𝑈𝑇 = 0 (uscite nulle), cioè in fase di
riscaldamento il calore è completamente trasferito dalla piastra al sistema.
-Il fenomeno di dissipazione si è approssimato ad un bilancio all’interfaccia (termine di accumulo
nullo) sulla superficie della beuta, definendo la potenza dissipata:
𝑄̇ [𝐾𝐽/𝑚𝑖𝑛] = ℎ ⋅ 𝐴 ⋅ 𝛥𝑇
in cui ℎ è il coefficiente di scambio termico, 𝐴 è l’area di scambio, 𝛥𝑇 è la differenza delle
temperature dell’acqua del sistema e aria dell’ambiente.
-Per l’ipotesi di raffreddamento puro si è approssimato 𝐼𝑁 = 0 e 𝐴𝐶𝐶 = 0 , definendo la
potenza trasferita dal sistema all’ambiente:
𝑑𝑇
−𝑄̇ [𝐾𝐽/𝑚𝑖𝑛] = 𝑚 ⋅ 𝑐̅ ⋅
𝑑𝑡
Si è potuto definire il tempo finale o tempo teorico di raffreddamento:
𝑚 ⋅ 𝑐̅ 𝑇 −𝑇
𝑡 [𝑚𝑖𝑛] = 𝑡 − ln
ℎ⋅𝐴 𝑇 −𝑇
in cui 𝑡 = 0.
-Per iniziare il processo di estrazione si è misurato con il cilindro un volume di 150mL di acqua
deionizzata e lo si è trasferito nella beuta, insieme all’ancoretta magnetica, che è stata
posizionata sulla piastra.
-La termocoppia sostenuta da un’asta e collegata direttamente alla piastra è immersa nel
contenuto della beuta.
-Si è acceso l’agitatore magnetico a 850rpm, per non avere una turbolenza troppo accentuata
della superficie del liquido così da non interrompere il contatto tra termocoppia e liquido.
-Si è posizionato l’imbuto nel collo della beuta per limitare l’evaporazione del liquido.
-Si è accesa la piastra impostandola a 100°C e si è annotata la temperatura iniziale e quella ogni 2
minuti, fino al raggiungimento della temperatura preimpostata alla quale si annota il tempo
totale di riscaldamento [Figura 1].
-Si è pesata la tara della navetta nella quale in seguito si sono pesati 1,5g di polvere con la
spatolina.
-Alla temperatura di 100°C si è introdotta la polvere nella beuta pesando in seguito il residuo
rimasto sulla navetta e si è mantenuto il sistema termostatato a 100°C per 5 minuti, il tempo di
estrazione.
-In seguito si è lasciato raffreddare il sistema con l’agitatore magnetico acceso a 850rpm
annotando la temperatura ogni 2 minuti fino al raggiungimento di 60°C e si è segnato il tempo
sperimentale di raffreddamento.

Filtrazione
-Proteggendo la mano dell’operatore con un guanto ignifugo il contenuto della beuta è stato
filtrato con imbuto e filtro in carta [Figura 2].
-Il filtro in carta è stato costruito piegando a metà il pezzo di carta filtro per due volte e infine
aprendolo a cono.
-Si è posto il filtro nell’imbuto e lo si è bagnato con acqua deionizzata per farlo aderire.
-Si è filtrato il contenuto della beuta versandolo nell’imbuto a più riprese per non riempire oltre
al bordo del filtro, errore che porta alla mancata filtrazione del liquido debordato [Figura 3].
-Al termine della filtrazione il filtro con il filtrato è stato buttato.

Figura 2. Rimozione della beuta di Figura 3. Filtrazione. Si noti


estrazione dalla piastra con guanto ignifugo. il liquido al di sotto del
bordo del filtro in carta.
Figura 1. Sistema acqua-
beuta su piastra in fase di
riscaldamento a 100°C.

Analisi spettrofotometrica
-Si è voluto valutare se una parte degli antociani fosse stata degradata attraverso il riscaldamento
del filtrato a 90°C.
-La beuta contenente il filtrato e un’ancoretta magnetica è stata posizionata sulla piastra.
-La termocoppia sostenuta da un’asta e collegata direttamente alla piastra è stata immersa nel
filtrato.
-Si è acceso l’agitatore magnetico a 850rpm, per non avere una turbolenza troppo accentuata
della superficie del liquido così da non interromperne il contatto con la termocoppia.
-Si è posizionato l’imbuto nel collo della beuta per limitare l’evaporazione del contenuto.
-Si è accesa la piastra impostandola a 90°C.
-Con la micropipetta sono stati prelevati, spegnendo temporaneamente l’agitatore magnetico,
campioni da 1mL al raggiungimento dei 90°C (t0) e in seguito ogni 15 minuti per 2 ore,
raccogliendoli in provette da 1,5mL.
-I campioni sono stati preparati in provette da 15mL con tappo diluendoli con etanolo cloridrico,
con una diluizione pari a 4 calcolata con la seguente formula:
𝑉 +𝑉
𝐷=
𝑉
-Il campione diluito è stato trasferito nella cuvetta, che deve essere maneggiata toccando solo le
pareti zigrinate, e si è passato subito alla spettroscopia.
-Ogni campione è stato analizzato 3 volte allo spettrofotometro impostato a 540nm e tarato con
malvidina per valori di assorbanza compresi tra 0,100 e 1,000, per tale motivo le concentrazioni
𝑚𝑔 .
ottenute sono espresse in L. Lo spettrofotometro deve essere tarato poiché per
campioni con alta concentrazione quest’ultima non ha più dipendenza lineare dal valore di
assorbanza.
⋅Si è fatto il bianco dello spettrofotometro analizzando una cuvetta contenente solo acqua
MilliQ®, posizionandola nello scomparto per la cuvetta con la freccia raffigurata su
quest’ultima rivolta verso la fonte della radiazione, e premendo il tasto “CAL” dello
strumento. Il procedimento permette di sottrarre il valore proprio di Abs della cuvetta.
⋅La cuvetta con il campione è stata inserita nello strumento con la freccia raffigurata su
quest’ultima rivolta verso la fonte della radiazione, e si è riportato il valore letto sul display
dopo che questo si è stabilizzato.
⋅Al termine della spettroscopia il contenuto della cuvetta è stato buttato.
⋅Si è calcolata la concentrazione del campione grazie alla seguente relazione:
𝐶[𝑚𝑔 . /𝐿] = 𝐴𝑏𝑠 ⋅ 16,17 ⋅ 𝐷
in cui 16,17 rappresenta un valore costante per il calcolo della concentrazione se si è tarato
lo strumento con la malvidina.

Risultati e discussione
Bilancio di energia
Tenuto conto di ℎ 𝐴 = 0,007755044 i valori dei tempi parziali e del tempo totale di raffreddamento che si
sono ottenuti sperimentalmente non sono coerenti con i valori del modello ottenuti con la formula del
tempo teorico di raffreddamento. I tempi sperimentali sono costantemente inferiori ai tempi teorici che
aumentano con andamento esponenziale rispetto ai valori sperimentali [Figura 4].

tsperimentale[min] T [°C] tteorico [min]


0 92 0
2 86 6,960910159
4 80 14,58572454
6 76 20,10515426
8 72 26,03379203
10 69 30,78766567
12 65 37,60029034
14 62 43,11972006
15,25 60 47,02293319
Figura 4. Tabella dei valori di tempo di raffreddamento
sperimentali e teorici.

Tale incoerenza fra il risultato sperimentale e quello teorico potrebbe essere stata causata da una
valutazione troppo elevata della temperatura ambiente. Potrebbe aver influenzato fortemente i calcoli dei
valori di potenza l’approssimazione del calore specifico ad un valore medio. Si può ulteriormente ipotizzare
che, per via del metodo di riscaldamento della piastra utilizzata che modula la potenza fornita in funzione
della temperatura rilevata dalla termocoppia, e che quindi diminuisce la propria temperatura per contenere
l’incremento di riscaldamento una volta che la temperatura del sistema è prossima a quella prefissata
[Figura 5], il valore di ℎ ∙ 𝐴 calcolato secondo la potenza fornita nella sola fase finale di riscaldamento (da
99°C a 100°C), al netto della dissipazione, non sia coerente con il valore di ℎ ∙ 𝐴 per la complessiva fase di
riscaldamento.
6
5
4
Qi [KJ/min]

3
2
1
0
0 5 10 15 20 25
Tempo [min]
Figura 5. Grafico della potenza fornita al sistema al netto della
dissipazione in funzione del tempo.
Antociani
𝑚𝑔 .
Si è ottenuta una concentrazione finale di antociani pari a 37,9025 ± 3.6411 L a fronte di
𝑚𝑔 .
una concentrazione iniziale pari a 49,5664 ± 1,4264 L ,e tenuto conto dell’andamento
complessivamente decrescente della curva dei valori di concentrazione [Figura 6], dev’essere avvenuta la
degradazione termica. Valori di deviazione standard corrispondenti in media a circa il 4% del dato
potrebbero essere stati frutto di errori aleatori, durante il prelievo e la diluizione di ogni campione e
preparazione della cuvetta, e di errori sistematici dello spettrofotometro, il quale necessitava di numerose
calibrazioni (il bianco) poiché si è notato come tendesse a non corrispondere più con la calibrazione
precedente dopo 3 analisi sui campioni.

50
48

46
44

42
40

38

36
0 20 40 60 80 100 120
Figura 6. Grafico dell’andamento della concentrazione di AN, sulle
ordinate, in funzione del tempo, sulle ordinate. In rosso la linea di
tendenza dei valori.

Conclusioni
Il valore misurato del tempo totale di raffreddamento è completamente incompatibile con quello ottenuto
mediante il modello formulato attraverso le ipotesi iniziali sul bilancio di energia dei fenomeni termici del
processo di estrazione.
L’andamento decrescente dei valori di concentrazione degli antociani, nei campioni sottoposti a
riscaldamento, rispecchia pienamente l’ipotesi secondo la quale questo sottogruppo di flavonoidi sia
termolabile.

Riferimenti bibliografici
[1] Green D., Perry, R., Maloney J., 1997. Perry's Chemical Engineers' Handbook (7th Edition),
USA: McGraw-Hill Professional Publishing.

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