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13 novembre 2022 - 23:37 > Versione online

Spunta la testa di Atena e nella Valle dei


Templi si riscrive la Storia- Corriere.it

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Agrigento, la scultura in terracotta è stata scoperta nel Parco archeologico dei Templi. E
a Selinunte (Tp) via al recupero delle colonne dell’edificio G che risale al V secolo a.C.
In Sicilia continuano a vivere, in maniera visibile, la storia e lo spirito del mondo greco
classico. Le iniziative innovative abbinate agli scavi archeologici sono un modello di
sinergia tra dimensione culturale e sfera tecnologica. E questo metodo consente la
valorizzazione della memoria non solo come dato già acquisito ma in divenire, poiché vi
sono scoperte di rilievo che incidono sulla stessa rilettura del passato. Ora nella Valle
dei Templi di Agrigento una testina di terracotta della dea Atena elmata è emersa dallo
scavo vicino al tempio D.
Attribuzione
Il ritrovamento è merito di una équipe di ricerca della Scuola Normale Superiore di Pisa
(si tratta della terza campagna di scavo con il Laboratorio Saet dell’ateneo). Secondo gli
esperti il reperto consentirebbe di attribuire il culto del tempio ad Atena e non a Hera
come avvenuto finora. Gli archeologi spiegano: «Il saggio di scavo aperto nell’angolo
sudorientale del tempio D nella Valle dei Templi, finora attribuito alla dea greca Hera
(Giunone per i romani), restituendo la prima testa fittile di Atena elmata, databile tra la
fine del VI e gli inizi del V secolo a.C., e un braccio con l’egida e il pugno stretto in
atteggiamento di attacco (un esemplare unico nel panorama delle rappresentazioni della
dea ad Akragas) fa intravedere un nuovo tassello nello scenario religioso della città in
età arcaica e classica».
Struttura
Spostandosi dall’Agrigentino al territorio Trapanese, nel più grande Parco Archeologico
del Mediterraneo è in fieri un nuovo progetto di livello internazionale. Si tratta della
rinascita delle colonne del Tempio G di Selinunte. Verrà restaurato nella sua grandiosità.
Era enorme e maestoso, come imponenti erano le sue architetture. Il Tempio G è un
condensato della storia antica della Sicilia greca e del suo splendore nel cuore del
Mediterraneo. Il Tempio che ha la sua genesi nel V secolo a.C. è lungo 109 metri e largo
50; ciascuna colonna era alta oltre 16 metri e l’intero edificio raggiungeva circa i 30
metri. La costruzione durò alcuni decenni e i suoi elementi non vennero mai rifiniti. Era
comunque completo nella sua struttura architettonica. Crollò probabilmente per eventi
naturali (forse un sisma in età medievale). L’investimento per lo storico restauro è di 5
milioni di euro. Unirà innovazione culturale e hi-tech.
Il progetto vede la collaborazione di archeologi del calibro di Valerio Massimo Manfredi,

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di Oscar Mei (docente di Archeologia classica presso l’Università di Urbino, presidente


del Centro studi vitruviani), Claudio Parisi Presicce (attuale soprintendente dei Beni
culturali di Roma Capitale e membro di numerose missioni archeologiche italiane e
internazionali). Sono inoltre previste collaborazioni anche con le università siciliane. E si
tratta di un progetto che potremmo definire in «evoluzione dinamica. Sono infatti già in
corso le indagini preliminari e anche le scansioni tridimensionali del Tempio G che
permettono di ricostruire virtualmente l’identikit del monumento.
Filmato
Sono previste indagini archivistiche, bibliografiche, iconografiche, il rilievo
fotogrammetrico e laser scanner 3D, la mappatura dei materiali con cui fu costruito. Il
concretarsi del progetto sarà visibile a tutti, studiosi e visitatori, perché si tratterà di un
cantiere parlante che permetterà di seguirne le fasi. Vi sarà un corner multimediale e
sarà proiettata, con un filmato, la ricostruzione virtuale del Tempio, spiegata anche
attraverso un fumetto sulle tecniche di costruzione dei monumenti classici. L’archeologia
raccontata e vissuta in maniera multidisciplinare e multimediale.
14 novembre 2022 (modifica il 14 novembre 2022 | 00:23)
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