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Rosario Patalano
University of Naples Federico II
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Rosario Patalano
Università degli Studi di Napoli “ Federico II”
1
Cfr. “Journal des savants”, 1713, p. 446.
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2
La stessa Accademia delle Scienze fondata nel 1766 è « incaricata di favorire il progresso
delle scienze con lo scambio delle informazioni [ed] è soprattutto invitata [...] ad interessarsi
particolarmente delle scienze utili e ad incoraggiare ogni iniziativa in settori come l’astronomia,
la geografia, la chimica e la botanica» (Mandrou 1998, p. 186).
Il Dictionnaire universel de commerce 63
3
Marc-René de Voy er de Paulmy , marquis d’Argenson, fu lieutenant de police e avversario
del Law, passato poi all’incarico di ministro delle finanze. I suoi figli sono ancora più famosi:
René-Louis de Voy er de Paulmy , marquis d’Argenson (Parigi 1694-1757). Ministro degli esteri
nel 1744-47, espresse nei suoi scritti (Considérations sur le gouvernement de la France,
postumo, 1764) una critica radicale al regime feudale propugnando riforme sociali. Fu anche
autore di un progetto di federazione degli Stati italiani in funzione antiasburgica. Marc-Pierre de
Voy er de Paulmy comte d’Argenson (Parigi 1696-1764). Ministro della guerra nel 1743,
contribuì alle vittorie francesi nella guerra di successione austriaca. Diderot e d’Alembert gli
dedicarono l’Encyclopédie.
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4
Henry -François d’Aguesseau (Limoges 1668-Parigi 1751). Discendente di una famiglia di alti
funzionari, fu avvocato generale e poi procuratore generale del Parlamento di Parigi. Dal 1717
al 1750 fu cancelliere, pur con lunghe interruzioni dovute a urti con il reggente Filippo
d’Orléans. Gallicano, influenzato dai giansenisti, sostenne il Parlamento in lotta con Luigi XIV e
si oppose alla pubblicazione della bolla Unigenitus contro il giansenismo che tuttavia registrò poi
senza riserve nel 1720 in qualità di cancelliere. Lavorò all’unificazione dei codici e alla
soppressione delle giurisdizioni straordinarie, redigendo molte ordinanze importanti.
Il Dictionnaire universel de commerce 65
5
Michel-Jean Amelot marquis de Gournay (? 1655-Parigi 1724). Ambasciatore in Portogallo e
in Svizzera, fu dal 1699 presidente del Consiglio del commercio. In Spagna (1705-1709) svolse
Il Dictionnaire universel de commerce 67
7
Tutto questo è analogo alla vicenda dei rapporti tra borghesia e proletariato, si pensi al ruolo
della stampa socialista.
8
Cfr. il lavoro di Lo Piparo (1979) che ha avviato in Italia questo tipo di studi. Il punto di riferi-
mento per questo approccio sono le importanti note gramsciane dei Quaderni, in cui si sostiene
che « i linguisti precisamente studiano le lingue in quanto non sono arte, ma materiale, dell’arte,
in quanto prodotto sociale, in quanto espressione culturale di un dato popolo […] La storia delle
lingue è storia delle innovazioni linguistiche, ma queste innovazioni non sono individuali (come
avviene nell’arte), ma sono di un’intera comunità sociale che ha innovato la sua cultura, che ha
progredito storicamente» (Gramsci 1950b, pp. 209-210).
9
Locke osserva: « Oltre all’imperfezione che si trova naturalmente nel linguaggio e all’oscurità
e confusione che è così difficile evitare nell’uso delle parole, ci sono parecchi errori e
negligenze deliberate di cui gli uomini sono colpevoli in questo mezzo di comunicazione, e che
rendono questi segni meno chiari e distinti nel loro significato di quanto è naturalmente
necessario che siano» (ibidem).
Il Dictionnaire universel de commerce 69
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Locke chiamava queste distorsioni abusi del linguaggio; un tipo di « abuso del linguaggio con-
siste nell’affettazione dell’oscurità [che si ottiene] o applicando parole vecchie a significati
nuovi e insoliti o introducendo termini nuovi e ambigui senza definirli o ancora mettendoli
assieme in modo da confondere il loro significato» (ibid., p. 572).
11
« Quest’ignoranza artificiale e questo dotto gergo hanno prevalso di gran lunga in questi ultimi
tempi. per mezzo degli interessi e dell’artificio di chi non trovava via più facile verso il culmine
di autorità e dominio, che hanno raggiunto, fuor quella di divertire ignoranti uomini d’affari con
parole difficili e di impegnare gli ingegnosi e gli oziosi in dispute intricate intorno a termini in-
comprensibili, mantenendoli così sempre aggrovigliati in un labirinto senza fine. Inoltre, non c’è
via migliore per far riconoscere e difendere dottrine strane e assurde, quanto il circondarle di
un baluardo di innumerevoli parole oscure, dubbie e indefinite. Ciò, tuttavia, rende queste difese
più simili a covi di briganti o a tane di volpi che non a fortezze di veri guerrieri; infatti, se è
difficile farne uscire qualcuno, non è per la loro robustezza, ma per i rovi e le spine e l’oscurità
della sterpaglia che lo circonda. Poiché la non verità è inaccettabile allo spirito dell’uomo, non
c’è altra difesa per l’assurdità che l’oscurità» (ibid., pp. 573-574). Il rimedio era affidato al
recupero del « significato delle parole nel senso in cui sono usate» (ibid., p. 595).
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« Di solito – osservava Gramsci – quando una nuova concezione del mondo succede a una
precedente, il linguaggio precedente continua ad essere usato, ma appunto viene usato
metaforicamente. Tutto il linguaggio è un continuo processo di metafore. e la storia della
semantica è un aspetto della storia della cultura: il linguaggio è insieme una cosa vivente e un
museo di fossili della vita e della civiltà» (Gramsci 1950a, p. 146). « Il linguaggio si trasforma
col trasformarsi di tutta la civiltà, per l’affiorare di nuove classi alla coltura, per l’egemonia
esercitata da una lingua nazionale sulle altre, ecc. e precisamente assume metaforicamente le
parole delle civiltà e culture precedenti» (ibid., p. 148).
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Non dimentichiamo che questa matrice empirica è presente anche nell’opera di Diderot e
d’Alembert che appunto si chiama Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonne des sciences, des
arts et des métiers par une société de gens de lettres. Tutti gli illuministi dedicarono particolare
attenzione ai problemi della lingua e con particolare attenzione quelli che tra loro si occuparono
soprattutto di questioni sociali.
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(Savary J. – Savary P.L. 1723, vol. I, col. 648-649): dalla tenuta dei
libri contabili, alla conoscenza dei cambi e delle monete, alla
legislazione e ai regolamenti che regolano l’attività commerciale nei
vari paesi, alle lingue straniere più usate nei commerci (l’italiano, lo
spagnolo, il tedesco), e «enfin quoiqu’il ne soit pas nécessaires qu’un
marchand soit bien savant, il est cependant à propos qu’il sache en
peu d’histoire, la géographie, l’hydrographie, la science de
navigation» (ibid., col. 649).
Questo suo carattere sarà, come vedremo, prima il volano e poi
il freno del suo sviluppo.
Se questi sono i fondamenti intellettuali dell’opera dei Savary, si
tratta ora di comprendere quale “ struttura di mentalità” è sottintesa
a quelle “ parole” poste col carattere della neutralità, ma
intrinsecamente cariche di politicità.
Cominciamo dal termine-chiave di “ Commerce”:
Se dit – così recita il Dictionnaire – de tout échange, vente, achat, trafic, ou
négoce de marchandise; même de celui qui se fait seulement ou en argent, ou en
papier. La nécessité le fit naître, le désir de la commodité l’ augmenta, et lui
donna des forces; enfin la vanité, le luxe, l’ avarice, l’ ont poussé jusqu’ à sa
perfection, peut-être même beaucoup au delà des justes bornes qu’ il devrait
avoir (ibid., col. 830).
14
Riprendiamo il termine caro a P. Hazard che nel processo di revisione e di critica della
mentalità tradizionale condotta da nuove impostazioni filosofiche dalla fine del XVII secolo,
individua il sorgere di una nuova morale, « d’une nouvelle morale […] qui n’avait rien d’inné,
pas même l’idée du bien, pas même l’idée du mal; mais qui était légitime et nécessaire,
puisqu’elle avait la charge de maintenir notre existence collective […] Car il y a un amour-
propre légitime, qui maintient la vie du groupe; l’égoïsme ne devient vicieux que quand il
menace le groupe et donc l’individu lui-même, en tant qu’unité inséparable du tout. Le bien
moral n’est pas une matière d’opinion, comme la renommée, les richesses, les plaisirs, mais
une nécessité vitale: il consiste à maintenir l’humanité» (Hazard 1935, vol. II, p. 78).
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Tuttavia la voce “Manufacture” è impostata in termini corretti: « Lieu où l’on assemble
plusieurs ouvriers ou artisans pour travailleur à un même espèce d’ouvrage, où à fabriquer de
la marchandise d’une même sorte. Depuis plusieurs années il s’est établi en France un nombre
de manufactures ou inventées ou imitées des Etrangers» (Savary J. – Savary P.L. 1723, vol. II,
col. 628).
Il Dictionnaire universel de commerce 73
La virtù del mercante sta nel rischio (risque) che egli affronta
per avviare le sue imprese (entreprises); l’entreprendre è proprio il
caricarsi «de la réussite d’une affaire, d’un négoce, d’une
manufacture, d’un bâtiment» (ibid., col. 1827), rischio che può
essere assunto individualmente o in condivisione con altri (sociétés e
compagnies), con esso il mercante espone «ses bien, sa marchandise
et sans crainte de la perdre, dans l’espérance d’un grand profit»
(ibid., col. 1405). Ma la sua virtù non sta solo in questo “ esporre” le
ricchezze, altrimenti non vi sarebbe alcuna differenza tra il mercante
e il libertino che le gioca sul tavolo verde, sta nel “ giudizio del
rischio”, nel “ calcolo” oculato:
si l’ on ne peut faire de grosses fortunes sans un peu risquer, il faut au moins
que ce soit avec quelque espèce de jugement que l’ on s’ expose à la perte dans
l’ espérance du gain; car il y a de l’ imprudence de risquer lorsque le péril
paroît trop évident (ibidem).
17
Anche Boisguillebert considera l’emulazione il volano dello sviluppo economico
(« l’émulation devenant générale par le désespoir de s’enrichir autrement, tous les arts se
perfectionnent, et l’opulence est portée au plus haut point où elle puisse être» [Boisguillebert Le
Pesante 1843 [1707], p. 404]).
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dans les lieux où elles ont été fabriqué et où l’ autorité souveraine leur donne
cours, elles soient exposées dans le commerce sur un pied bien plus fort (ibid.,
col. 1839).
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Ciò è ribadito anche dal ruolo della moneta immaginaria, nata proprio per neutralizzare
questi continui mutamenti (« en les dressant [les comptes] toûjours sur une pieds fixe, et qui ne
change pas comme les monnoy es qui ont cours, que l’autorité du Souverain peut augmenter ou
diminuer à sa volonté, suivant les besoins de l’Etat» [Savary J. – Savary P.L. 1723, vol. II,
col. 766]).
Il Dictionnaire universel de commerce 77
mais que la vente en soit proportionnée aux armements, et frais, aux avances et
intérêt d’ avance, aux prix des achats sur les lieux, aux risques de la mer, et au
gain qui se peut légitimement faire, toutes considérations balancées. 4° Que
les privilégiés secourent l’ Etat dans ses besoins sur les gains considérables
qu’ ils font, et cela à la décharge des autres contribuables qui sont privés par
l’ exclusion de part qu’ ils auraient pû avoir à ce gain. 5° De remettre au
publique la liberté de ce commerce aussi-tôt que le temps est expiré sans le
prolonger, à moins qu’ il n’ y ait des nécessités pressants et intéressants pour
l’ Etat, afin que tous les citoyens puissent partager à une gain légitime, et
qu’ un petit nombre n’ accumule pas des richesses immenses, qui quelquefois
portent à la désobéissance et à la révolte (ibidem).
è «celui qui se fait dans une commerce juste et qu’on exerce avec
probité» (Savary J. – Savary P.L. 1723, vol. II, col. 1223), il
secondo è «celui qui se fait de mauvaises voies et dans une négoce
défendu par les loix, comme sont les prêts sur gages et les prêts à
usure» (ibidem).
Anche la concezione dell’interesse (intérêt) cerca di muoversi su
un terreno autonomo, abbandonando le giustificazioni sui cosiddetti
titoli estrinseci19 ; esso è definito come
l’ accroissement du sort principal, qui se fait par la somme que paye le débiteur
pour l’ usage d’ une plus grande somme prêtée, ou bien la somme que paye
chaque année un emprunter à celui de qu’ il a emprunté de l’ argent. Les intérêts
ne sont licites que quand on les paye au taux du Roy, c’ est à dire, sur le pied
fixé par les Ordonnance, qui augmente ou qui diminue suivant les besoins de
l’ État et les circonstances des affaires, mais jamais autrement que pour
l’ autorité du P rince (ibid., col. 430).
19
E che sostanzialmente si identificavano nella poena conventionalis (nel caso degli interessi
per mora), il damnum emergens e lucrum cessans e la carentia pecuniae. Cfr. De Roover
(1971, pp. 88-90).
20
Per questo fine essa è paragonata alla Banca di Amsterdam; cfr. ibidem.
Il Dictionnaire universel de commerce 79
21
Nel 1750 fu pubblicata una seconda edizione ginevrina che sostanzialmente ricalcava quella
del 1741 con l’aggiunta di un quarto volume che conteneva un’edizione del Parfait négociant di
J. Savary padre.
22
Jean-Claude-Marie Vincent de Gournay (1712-1759) fu mercante in Spagna e viaggiò in In-
ghilterra, Olanda e Germania. Nel 1751 fu nominato Intendente per il Commercio e s’impegnò
nell’attuazione di importanti riforme improntate alla lotta ai monopoli (si deve, secondo alcuni,
proprio a lui la diffusione dello slogan laissez faire, laissez passer). Raccolse intorno a lui un
gruppo di studiosi impegnati ad analizzare comparativamente le economie dei paesi europei,
con particolare riguardo alla Gran Bretagna. Su Gournay cfr. Schelle (1897); Diaz (1962,
pp. 29-41); Borghero (1974, pp. XXX- XXXII); Hutchison (1988, pp. 224-225).
23
François Louis Véron de Forbonnais (1722-1800), fu uno dei membri più influenti del gruppo
riunito intorno a Gournay ; erede di una ricca famiglia di industriali, era stato ispettore generale
della Zecca; tra i collaboratori dell’Enciclopedia aveva scritto gli articoli: “Change”,
“Concurrence”, “Culture des terres” ed “Espèce”; lavori che formano capitoli della sua opera
più importante Eléments du commerce (Forbonnais 1754).
24
Claudes-Jacques Herbert (1700-1758), direttore delle carrozze pubbliche di Bordeaux si legò
al gruppo di de Gournay e sostenne la proposta di liberalizzazione del commercio dei grani.
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25
George-Marie Butel-Dumont (1725-1788), avvocato, censore reale e segretario
d’ambasciata Pietroburgo.
26
Louis-Joseph Plumard de Dangeul (1722-1777), che visitò Genovesi a Napoli.
27
Jean-Baptiste de Machault d’Arnouville fu controllore generale delle finanze tra il 1745 e il
1754. A lui si deve il progetto di risanamento delle finanze francesi dissestate dalle enormi
spese sostenute durante la guerra di successione austriaca. Subito dopo la pace di Aquisgrana,
approfittando del periodo di pace, Machault propose l’istituzione di una nuova imposta, il
vingtième, che doveva essere pagata da tutti i ceti, compreso il clero e la nobiltà. I parliaments
e il clero si opposero all’applicazione di questa imposta e la politica di compromesso di Luigi XV
finì per abbandonare ogni serio progetto di riforma fiscale.
28
King (1753); la traduzione è condotta sulla terza edizione inglese (King 1748).
29
Utzàriz (1753). Geronimo de Uztariz (1670-1732), pubblicò Theórica y pràctica de comercio
y de marina (Utzàriz 1724).
30
Ulloa (1753). Bernardo de Ulloa (? -1740), Restablecimiento de las fabricas y comercio
español… (Ulloa 1740). Attraverso la mediazione francese non passava quindi solo la
produzione inglese, ma anche quella spagnola.
31
Cary (1755). John Cary (? -1720), An Essay on the State of England… (Cary 1695). La tradu-
zione fu condotta in collaborazione con Vincent de Gournay .
32
Child (1754). Josiah Child (1630-99) aveva pubblicato A Discours about Trade (Child 1690).
Il Dictionnaire universel de commerce 83
33
Gee (1749). Joshua Gee, The Trade and Navigation of Great-Britain (Gee 1738).
34
L’articolo “Économie politique” era stato redatto da J.J. Rousseau e poi pubblicato a parte
come Discours sur l’œconomie politique nel 1758. Tuttavia, osserva J.-C. Perrot, il significato
attribuito da Rousseau al termine è ancora legato all’« économie domestique des Grecs» e
tratta « de l’économie familiale aux aspects constitutionnels de la société en négligeant tout
macro-économie» (Perrot 1992, p. 67).
35
Cfr. su questi calcoli Perrot (1992, p. 102).
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36
Ediz. Copenhague, Avis non paginato. Il mensile “Journal œconomique” era stato fondato nel
1751.
37
I primi sette volumi dell’Encyclopédie furono pubblicati tra il 1751 al 1757, gli altri dieci fu-
rono pubblicati dal 1766 al 1772.
38
Cfr. Diaz (1962, pp. 380-395). Gli articoli “Fermiers” e “Grains”, furono pubblicati
rispettivamente nel VI (1756) e VII (1757) volume dell’Encyclopédie.
39
L’accusa di plagio, lo ricordiamo, fu una delle cause che portarono al sequestro dei primi vo-
lumi dell’Encyclopédie e all’arrêt del gennaio 1752.
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Inoltre
l’ Encyclopédie, d’ où l’ on a tiré ces additions, n’ étant pas achevé, les articles
que les éditeurs de Copenhague en ont empruntés ne forment pas à beaucoup
près un corps complet de doctrine et de principes (ibidem).
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Gli editori si difendevano da queste accuse ricordando che avevano sempre citato le fonti e
che avevano tenuto sempre conto, fin dall’edizioni ginevrine, dei progressi della scienza del
commercio.
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Vi è certo legame tra fatto e principio, «mais ces même, malgré leur
liaison et leurs rapports, sont assez distincts pour qu’on puisse les
séparer» (ibidem).
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41
Non a caso Morellet indica la sua futura opera come “Dictionnaire d’art et de science”
(1769, p. 343).
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Per questi dati cfr. Perrot (1992, pp. 111-112).
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Accade nel campo del discorso economico quel “rovesciamento” che nel campo della
filosofia sarà compiuto da Kant (“rivoluzione copernicana” nella sua terminologia) e che
favorirà lo sbocco dell’Illuminismo nell’idealismo tedesco.
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