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efficace intermediar
tatto diretto con tutte le altre.
In secondo luogo bisogna constatare che, essendo molto scarse
nelle Universith spagnuole le cattedre di Filologia Romanza, si 6 vista
questa nazione privata di quei seminarii di studiosi di lingue e lettera-
ture neolatine che tanto han favorito, in Italia per esempio, la for-
mazione di vere generazioni di "ispanisti." (E mi sia permesso qui
ricordare almeno il mio maestro Ezio Levi, morto nella ospitale terra
di America, a cui debbo l'indirizzo dei miei studi.)
Sara dunque evidente che nel corso di questa esposizione useremo
la parola "italianista" per indicare quegli studiosi spagnuoli che, pur
dedicando prevalentemente la loro attenzione ad altre attivith, si
occupano di conoscere e studiare la letteratura italiana.
"Revista critica de
critica de Historia y
americanas."' La man
italiani nella produzi
parte alla enorme im
molti dei quali rima
alla scrupolosith di p
opere, che doveva di
in diretta relazione c
bero certo richiesto
gran parte non com
in Italia.
Per6 6 sicuro che dalla cattedra che egli resse nell' UniversitA di
Madrid non tralasci6 di infondere nei suoi discepoli il suo stesso
amore per la cultura italiana, se nella schiera di questi ritroviamo i
nomi di Eloy Bull6n, gi& nominato prima, di Antonio Bonilla y San-
martin, di Ram6n Menendez Pidal, di Miguel Asin Palacios, di
Emilio e Armando Cotarelo, di Juan Luis Estelrich, di Victor Said
Armesto, che dimostrarono tutti nella loro produzione una notevole
conoscenza della cultura italiana, come per molti di essi si vedrA in
seguito.
fondamentale agli s
tista pub ignorarlo
sua tesi, Don Migue
sioni. Ma 6 certo ch
un vero e profondo a
ed 6 giusto riconos
scomparso.'8
Venendo ora ai letterati spagnoli viventi, nessuno si meraviglierh
se cominciamo col nome illustre di Don Ram6n Men6ndez Pidal.
Sarebbe vana fatica voler ricercare nell'opera di questo gran filol
e storico e letterato, i punti in cui egli tratta della letteratura o d
lingua o della cultura italiana. Pii facile 6 dire che Don Ram
conosce a fondo, mirabilmente, le cose italiane come le spagnuo
Benche non ci sia bisogno di documentarlo, ben presto lo sapran
coloro che leggeranno la monumentale "Historia de la lengua
pafiola" che prepara da anni con indefesso lavoro. Naturalmente
questa opera, Menendez Pidal provera le strette relazioni esisten
fra la lingua italiana e la spagnuola, specialmente nei secoli XVI
XVII. Un buon saggio di quello che si tratterL in essa su quelle r
lazioni lo abbiamo gid avuto nello studio sulla lingua di Cristofo
Colombo, e in quello sul "Lenguaje del Siglo XVI," dove ci so
anche curiose e nuove osservazioni filologiche su alcune paro
italiane.1' Come contributo ancora pii' diretto, ci conviene ricord
un articolo di Men6ndez Pidal su Virgilio, pubblicato in "Stu
Medievali" (1932), i dotti richiami ai metri dei Laudarii francesc
e di Fra Jacopone da Todi, contenuti negli studi sulla poesia araba
l'analisi di una novella del Sacchetti (La Sessantaquattresima) che
indicata come una delle fonti probabili del Quijote.20
Un vero filologo non pub non essere allo stesso tempo un italia-
nista;e se poi contemporaneamente il filologo 6 uno studioso di lette
ratura spagnola, le sue conoscenze italiane saranno anche piX ampie
sicure. t quel che 6 accaduto ad Am6rico Castro, i cui studi filologic
rivelano una ampia conoscenza della lingua italiana. Ma, se quest
non bastasse, ecco le sue opere su Cervantes, il suo studio su Juan d
Mal Lara, per rivelarci il suo italianismo.25 t sono sicuro che nuov
prove di esso conosceranno i lettori americani, nell'ultima produzion
dell'insigne studioso che si 6 pubblicata in America, dove attua
mente risiede.