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GEOGRAFIA URBANA E ANALISI DELLA CITTA’

prof. ing. Stefano Aragona, corso UE, canale B


di Valerio Andrea Saccone

Area numero 1: “Analisi urbanistiche, territoriali e ambientali”

TESTO DI RIFERIMENTO: “Le analisi per il piano ambientale”, di Moraci, Ziparo

Progettazione ambientale: l’importanza della scelta del suolo in relazione alle sue caratteristiche
geo-morfologiche, antropiche e urbane.

La conoscenza relativa all’Ambiente viene affrontata attraverso un’ analisi concernente


l’evoluzione del concetto stesso e delle sue componenti.
Il termine “ambiente” è diffuso ed utilizzato per indicare una “complessità territoriale”
caratterizzata da un processo di generazione, di crescita e di maturazione.
Tale termine non è di facile definizione ed interpretazione, infatti esso racchiude diversi significati e
viene interpretato in vari modi, indicando spesso sistemi diversi.

la conservazione delle condizioni naturali in tutte


la razionale gestione le sue componenti (aria, acqua,
il miglioramento suolo e territorio)

Il concetto di dei patrimoni genetici terrestri e


l’esistenza e la
Ambiente marini di tutte le specie animali
preservazione
e vegetali che in esso vivono allo
comprende stato naturale
la tutela della persona umana in
tutte le sue estrinsecazioni

Di sostanziale e notevole interesse risulta la componente ambientale nella pianificazione.


Infatti, come già rilevato più volte, il territorio da utilizzare, e il come utilizzarlo, assume ormai
all’interno della pianificazione un aspetto cruciale, poiché oggi si cerca di costruire ogni nuova
opera in direzione della sua salvaguardia, tanto da orientare le politiche urbane e i processi di
pianificazione verso aspetti di sostenibilità e qualità ambientale.
Ad un “pianificatore territoriale”, che si occupa del corretto uso e gestione del suolo, serve
conoscere l’ambiente in tutte le sue componenti naturali e antropiche, chimiche e fisiche, urbane e
territoriali fondamentalmente perchè si troverà ad intervenire su tutto il territorio costruito e non;
quindi dovrà saperne leggere i segni che appartengono ai suoi luoghi, in tutte le forme.
Nella pianificazione ambientale l’analisi è fondata sulla comprensione di due ambiti distinti ma
convergenti : uno settoriale o specialistico (geologico, botanico, chimico) relativo all’analisi degli
aspetti “naturali” del suolo, ed uno di “pianificazione” che dovrà predisporre, verificare e valutare le
varie fasi di metodica e studio del territorio.
Così la geologia, l’ecologia, l’apprendimento della composizione vegetativa (botanica),
l’idrologia, e la biologia, costituiscono le materie basilari per la lettura fisica del territorio. Le
caratteristiche congenite di un area ed i processi che vi hanno luogo, “reggono” sia l’habitat proprio
della natura umana, che le condizioni di sviluppo economico, antropico e sociale dell’area stessa.
La relazione tra pianificazione delle risorse disponibili e la salvaguardia ambientale, come
protezione dell’equilibrio naturale ed il suo controllo, si addossa così un importanza specifica nella
pianificazione territoriale.
I Pianificatori Territoriali devono, per potere guidare le trasformazioni del territorio, comprendere
la composizione, in tutte le sue forme, del territorio che andranno a pianificare.
Questi quindi dovranno dapprima “leggere”, ossia studiare, la realtà urbana e insediativa di un
determinato spazio, per poi avvalersi delle conoscenze specialistiche ( geologiche, botaniche, ecc..)
di questo stesso per così tracciarne una relazione dettagliata che sarà di supporto alla vera e propria
pianificazione. Ma in primo luogo deve sapere riconoscere i vari indicatori del sistema territoriale
che ci forniscono un potenziale rapporto sullo stato dell’ambiente.

La conoscenza di questi indicatori serve soprattutto ai pianificatori che dovranno occuparsi del
rapporto tra l’uso del suolo ai fini urbanistici e l’uso del suolo ai fini ambientali, poiché le due cose
sono in stretta relazione tra loro; per cui la lettura del territorio andrà sempre osservata in due
prospettive: “urbana” e “naturale”. In entrambi i casi si dovrà “fare i conti” con la geo-morfologia
dell’ambiente.
Negli ultimi decenni i numerosi disastri terrestri hanno dimostrato concretamente che per potere
progettare su uno spazio bisogna studiare in precedenza ogni punto che si dovrà sollecitare, per poi
stendere il piano di progetto. Individuare quindi le aree particolarmente sensibili a determinati rischi
è compito della pianificazione ( e quindi del pianificatore territoriale): questi dovrà riuscire ad
avviare un corretto utilizzo del territorio inteso in tutti i suoi aspetti.
Infatti attraverso la pianificazione territoriale siamo in grado di prevenire i maggiori danni alle città
ed al territorio naturale destinando agli usi opportuni il suolo ed intervenendo correttamente nel suo
utilizzo attraverso degli strumenti pianificatori corretti. Il pianificatore sarà quindi in grado di
intervenire sulla giusta organizzazione dell’ambiente (cittadino, aree verdi etc.), conoscendo tutti i
caratteri di destinazione d’uso della zona: nel caso di particolari aree a sensibilità elevata per
specifiche condizioni di rischio ne terrà dunque conto e ne indirizzerà le soluzioni.
Per cui leggere il territorio fisicamente serve a sapere in quale verso orientare le scelte di
pianificazione del territorio per favorirne un corretto utilizzo ed evitare notevoli forme di dissesto e
degrado.
E’ quindi evidente la necessità di conoscere a fondo ed in tutti i suoi aspetti i luoghi naturali e
antropizzati, per poterli pianificare ed eventualmente modificare destinandoli ad altri usi.

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