Progettazione ambientale: l’importanza della scelta del suolo in relazione alle sue caratteristiche
geo-morfologiche, antropiche e urbane.
La conoscenza di questi indicatori serve soprattutto ai pianificatori che dovranno occuparsi del
rapporto tra l’uso del suolo ai fini urbanistici e l’uso del suolo ai fini ambientali, poiché le due cose
sono in stretta relazione tra loro; per cui la lettura del territorio andrà sempre osservata in due
prospettive: “urbana” e “naturale”. In entrambi i casi si dovrà “fare i conti” con la geo-morfologia
dell’ambiente.
Negli ultimi decenni i numerosi disastri terrestri hanno dimostrato concretamente che per potere
progettare su uno spazio bisogna studiare in precedenza ogni punto che si dovrà sollecitare, per poi
stendere il piano di progetto. Individuare quindi le aree particolarmente sensibili a determinati rischi
è compito della pianificazione ( e quindi del pianificatore territoriale): questi dovrà riuscire ad
avviare un corretto utilizzo del territorio inteso in tutti i suoi aspetti.
Infatti attraverso la pianificazione territoriale siamo in grado di prevenire i maggiori danni alle città
ed al territorio naturale destinando agli usi opportuni il suolo ed intervenendo correttamente nel suo
utilizzo attraverso degli strumenti pianificatori corretti. Il pianificatore sarà quindi in grado di
intervenire sulla giusta organizzazione dell’ambiente (cittadino, aree verdi etc.), conoscendo tutti i
caratteri di destinazione d’uso della zona: nel caso di particolari aree a sensibilità elevata per
specifiche condizioni di rischio ne terrà dunque conto e ne indirizzerà le soluzioni.
Per cui leggere il territorio fisicamente serve a sapere in quale verso orientare le scelte di
pianificazione del territorio per favorirne un corretto utilizzo ed evitare notevoli forme di dissesto e
degrado.
E’ quindi evidente la necessità di conoscere a fondo ed in tutti i suoi aspetti i luoghi naturali e
antropizzati, per poterli pianificare ed eventualmente modificare destinandoli ad altri usi.