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Lara Vendrame 2B Cat 11/11/2020

A.Palladio

Scienze e tecnologie Applicate

Il Legno
Il legno è il materiale che si ricava dal tronco e dai rami degli alberi ed è costituito principalmente
da lignina e cellulosa.

A seconda dell’uso a cui è destinato, viene denominato legna se è utilizzato direttamente come
combustibile (legna da ardere) o legname se è destinato alla lavorazione artigianale o industriale
(per produrre oggetti).

Struttura del tronco

Dall'esterno all'interno si possono evidenziare parti con funzioni differenti:

Corteccia: serve come protezione alla pianta e consente gli scambi gassosi necessari alla vita della
pianta;

Libro: contiene i vasi che conducono il nutrimento sintetizzato dalle foglie ad ogni parte
dell’albero;

Cambio: strato sottile di tessuto responsabile della produzione di nuovo legno, sia verso l’esterno
sia verso l’interno;

Alburno: è formata da cellule vive che costituiscono l’apparato circolatorio della pianta
consentendo la conduzione dei sali minerali dalle radici alle foglie;

Durame: la parte più interna del tronco è formata da cellule morte a livello commerciale è quella
più pregiata, perché essendo la parte più vecchia della pianta è quella più stabile e meno soggetta
agli attacchi dei parassiti. A mano a mano che l’albero cresce, l’alburno diventa durame;

Midollo: parte centrale del tronco, generalmente poco differenziabile dal durame che lo contiene.
Proprietà del legno

1. Resistenza a trazione e compressione:

varia a seconda della direzione della sollecitazione:

- nel senso delle fibre la resistenza è maggiore;

- trasversalmente alle fibre la resistenza è minore;

- all’aumentare del tenore di umidità aumenta la resistenza.

2. Durata: dipende dalla specie, dalla presenza o assenza di alburno, dal contenuto di umidità.

3. Resistenza al fuoco: essendo costituito da cellulosa il legno è un materiale infiammabile, ma la


sua resistenza al fuoco è paragonabile a quella dell’acciaio e dell’alluminio; la resistenza può
essere migliorata con trattamenti detti di “ignifugazione”, attraverso l’applicazione sulle superfici
di vernici che, in presenza di forte calore, sviluppano gas inerti incombustibili che creano intorno al
legno una barriera protettiva.

4. Conducibilità termica ed elettrica: il legno è un buon isolante termico ed elettrico, la sua bassa
densità riduce la conducibilità.
5. Resistenza chimica: il legno è caratterizzato da una elevata resistenza chimica, viene infatti
utilizzato nelle industrie chimiche ed edifici posti in ambienti inquinanti od in atmosfera salina
(costruzioni al mare).

6. Proprietà tecniche:

- caratteri organolettici, cioè le proprietà di ordine estetico-figurativo come colore, disegno etc.

- caratteri fisico-meccanici, cioè le proprietà di ordine fisico come densità, porosità etc.

La venatura deriva dal contrasto tra le zone tardive e quelle primaverili degli anelli annuali e può
essere marcata, evidente e a festoni.

Il colore, pur essendo, in linea di massime, peculiare per ogni essenza legnosa, ha tonalità
notevolmente diverse tanto nelle stesse specie quanto in un medesimo tronco.

La porosità è un fenomeno importante ai fini della tinteggiatura del legno: si imbevono i legni più
teneri più di quelli duri, i legni con raggi midollari piccoli più di quelli con grossi raggi, i legni senza
resina più di quelli resinosi, le testate più delle superfici longitudinali, la zona primaverile degli
anelli più di quella tardiva.
Difetti del legno

1. Attaccabilità da microrganismi, vegetali o animali: sono necessarie delle operazioni di


protezione prima della messa in opera come carbonizzazione superficiale, spalmatura o iniezione
di sostanze antisettiche.

2. Sviluppo anormale del tronco:il tronco può essere curvo a causa dell’azione del vento, il midollo
può essere spostato o doppio.

3. Fibre torte: le fibre non sono parallele all’asse del tronco ma seguono un andamento ad elica, la
resistenza è compromessa.
4. Nodi: rami giovani inglobati nel legno, rami morti o spezzati, possono rappresentare un
indebolimento del legno.

5. Cipollature: distacco totale o parziale di due anelli annuali consecutivi.

6. Doppio alburno o lunatura: interposizione tra anelli sani di un anello morto.

7. Deformazioni (imbarcamento e ritiro): il ritiro dimensionale del legno è un fenomeno inevitabile


dovuto alla perdita d’acqua contenuta nell’albero in vita: esso inizia quando l’umidità del legno
scende al di sotto del 30% circa del suo peso secco, cioè quando comincia a perdersi “l’acqua di
saturazione” assorbita nelle pareti cellulari. In linea generale le essenze dure o pesanti si ritirano
maggiormente di quelle tenere o leggere; il ritiro si ripercuote sulla forma dei pezzi essiccati e
l’intensità delle contrazioni varia a seconda delle specie legnose e a seconda delle direzioni
anatomiche del legno;

buona parte degli inconvenienti che si lamentano nell’impiego del legno, dipendono
dall’imbarcamento: esso è connesso al ritiro ed è in stretta dipendenza della posizione delle tavole
nel tronco; è dovuto alla notevole diversità di valori che esiste tra il ritiro tangenziale e quello
radiale (il ritiro maggiore si verifica in senso tangenziale, con valore doppio del ritiro radiale,
mentre il ritiro longitudinale è pressoché nullo).

Il mercato attuale del legname comprende da un lato il mercato delle foreste e dei boschi "in
piedi"e dall'altro il comparto legnamistico vero e proprio che tratta i materiali grezzi e
semilavorati.

Entrambi i mercati sono ormai da intendersi globalizzati.

Lavorazioni del legno

Le lavorazioni principali del legno che normalmente si seguono per un buon lavoro sono quattro:

produzione del semilavorato: si procede per ricavare il pezzo di legno grezzo. Si effettua il taglio
del tronco, lo si fa essiccare e lo si prepara per la lavorazione imminente;

secondo trattamento: in questa fase rientrano tutte le lavorazioni che trattano direttamente il
pezzo di legno e sono i procedimenti che vedremo tra poco nello specifico;

finitura delle superfici lignee: questa è la fase in cui si effettua la verniciatura, la laccatura ecc.

assemblaggio: se sono state realizzate parti diverse di un mobile per esempio, questo è il
momento in cui si procede a incastrare le parti e realizzarlo integralmente.
le tecniche e le macchine principali per lavorare il legno

La scelta del metodo e degli attrezzi di lavoro è la fase più cruciale perché dipende dal tipo di legno
utilizzato e dall’oggetto finale che si vuole realizzare. Una volta che avete ben chiare queste due
cose, siete già a buon punto e potete mettervi al lavoro.

Il taglio

Il taglio è sempre la prima fase perché bisogna tagliare il legno per ottenere le misure richieste per
il progetto finale. Se si ha a che fare con pezzi grossi, il consiglio è di lavorare con una sega a nastro
perché è un attrezzo che non richiede precisione ma è perfetto per dimensionare i pezzi grossi.

Dopo aver fatto il primo taglio procedete usando una squadratrice o una sega circolare per
definire un po’ di più il pezzo in questione. La sega circolare infatti esegue un taglio molto preciso
e permette di avvicinarsi ancora di più alla forma e alle dimensioni che si vogliono raggiungere.

Ci sono diversi tipi di taglio:

Il taglio a cuore vivo conserva maggiormente gli equilibri tensionali, ma possono diventare molto
rilevanti le fessure radiali nella fase di essiccatura, che normalmente avviene in opera per il legno
massiccio.

Il taglio a cuore spaccato determina meno sprigionamento di tensioni del precedente, ma resta
comunque a rischio di instabilità e di fessurazione radiale con possibilità di imbarcamento.

Il taglio fuori cuore offre maggiori garanzie contro le fessurazioni da ritiro, ma in compenso è
possibile un fenomeno di imbarcamento più marcato. Risulta particolarmente adatto per impieghi
che richiedano bassissime tolleranze costruttive come ad esempio nel caso delle travi con giunti a
dita.

Queste sono indicazioni generali che possono subire differenti declinazioni perché ogni tronco ha
una sua storia e pertanto è impossibile prevederne a pieno i comportamenti che maturano a
partire dalla fase di accrescimento fino ad arrivare alla fase di taglio e alla successiva stagionatura.
La piallatura

È necessaria per rendere liscia e di un certo spessore la superficie di un pannello di legno. Per la
piallatura si usano all’inizio le pialle a filo che permettono di ottenere un pannello di legno
perfettamente dritto. Poi si dovrebbe passare alla pialla a spessore che agirà sul secondo lato per
renderlo liscio e spesso come il primo.

La fresatura

Questa è una fase che interessa soprattutto la lavorazione di porte, finestre o infissi di legno.

Nella fresatura il taglio è rotatorio e avviene attraverso la fresatrice, un utensile con un pezzo che
avanza in moto rettilineo (la fresa). Sul mercato ci sono diversi tipi di fresatrici e chiaramente
dovete scegliere quella che si adatta di più al tipo di lavoro che siete abituati a fare.

fresatrici ad asse orizzontale: in questo modello l’asse di rotazione è posizionata in orizzontale


rispetto al piano di lavoro su cui appoggerete il pezzo di legno;

fresatrici ad asse verticale: è la stessa cosa del modello ad asse orizzontale. L’uncia differenza è,
banalmente, che qui l’asse di rotazione è posizionato in verticale;

fresatrici universali: sono le fresatrici più comode quando avete a che fare con pezzo di legno
difficili da spostare o che volete modellare seguendo forme particolari. In questo caso l’asse di
rotazione ha una piastra che può orientarsi in modo obliquo rispetto al piano di lavoro.
Infine c’è la piallatrice, uno strumento che si usa quando il pezzo di legno è talmente pesante e
grande che è difficile spostarlo e orientarlo continuamente rispetto alla macchina.

La foratura

Questa è una fase molto importante perché consiste nel realizzare soprattutto fori e asole che
sono indispensabili per tanti oggetti e mobili in legno.

Ecco le macchine necessarie per la foratura:

-cavatrice: è il macchinario più utilizzato per la foratura perché in grado di tagliare fori quadrati e
rettangolari di un pezzo di legno;

-cavatrice a punta: con una punta si fanno dei semplici fori rotondi e asole trasversali e
longitudinali

-cavatrice a catena: catena tagliente per realizzare scassi per le serrature;

-cavatrice per persiane: ha due frese che lavorano insieme e realizzano le cave in diagonale per
montare le stecche delle persiane.
La levigatura

Questa è un’operazione di rifinitura mirata a rendere la superficie del legno pronta per la finitura.
Può essere fatta a mano con nastri abrasivi con della grana metallica o con l’ausilio di una
levigatrice. Anche in questo caso, esistono diversi modelli disponibili tra cui potete scegliere:

levigatrice a nastro da banco per bordi: indicata per le levigature poco impegnative e semplici. Si
tratta di una macchina poco ingombrante e abbastanza ergonomica. Il nastro scorre sul piano di
lavoro grazie a un motore. La levigatura viene fatta appoggiando il legno sul nastro.

levigatrice a nastro oscillante: se prevedete di fare un uso continuo della levigatrice per bordi,
allora vi conviene optare per una macchina oscillante perché il nastro dura di più. Il nastro,
oscillando a destra e a sinistra, mantiene più a lungo la sua capacità abrasiva;

levigatrice a nastro lungo: questa levigatrice può essere abbassata e alzata elettricamente. Ma la
cosa fondamentale è che ha un ampio piano d’appoggio e per questo motivo è indicata se volete
levigare ampie superfici lignee.

Ora sapete quasi tutto su quello che vi serve per affrontare con criterio ed entusiasmo ogni
passaggio della lavorazione del legno. Come sempre fate attenzione anche alla sicurezza e dotatevi
di tutte le precauzioni e protezioni necessarie.
Ci sono diverse tipologie di travi:

Travi uso fiume

La peculiarità del prodotto riguarda la lavorazione del legname. Il tronco, scortecciato, viene
lavorato con squadratura continua su quattro lati a sezione parallela, mantenendo i bordi smussati
per tutta la lunghezza e garantendo, quindi, la continuità della fibratura in corrispondenza degli
smussi.

Grazie a questo tipo di lavorazione, la maggior parte della fibra rimane intatta, conferendo alle
travi uso fiume ottime caratteristiche di resistenza meccanica e di elasticità.

Travi uso Trieste

Il tronco, scortecciato, viene lavorato con squadratura continua sulle quattro facce con macchine
fresatrici e pialle. Questa lavorazione con smussi su tutta la lunghezza segue la conicità del fusto e
intacca solo superficialmente la fibra del legno, garantendo la sua integrità. Per questo, le travi uso
trieste presentano una resistenza meccanica più elevata rispetto a quella delle travi segate. A
livello estetico, sono le travi in commercio che più si avvicinano alla forma naturale del tronco.
Strutture in legno:

Capriate

Strutture in legno
Struttura verticale

Tipologie di Legno
 Abete bianco
 Abete rosso
 Afzelia
 Acero
 Balsa
 Bambù
 Betulla
 Castagno
 Cedro
 Ciliegio Selvatico
 Faggio
 Frassino
 Iroko
 Larice
 Limba
 Meranti
 Mogano Americano
 Mogano Africano
 Noce
 Olmo
 Pino
 Pioppo
 Quercia
 Sapele
 Teak
 Tiglio
 Wenge

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