Vi sono alcune caratteristiche che occorre tenere presenti nella scelta del legno. Il peso specifico, che
varia nello stesso legno, fra le assi appena tagliate, quelle stagionate e quelle sottoposte al processo di
essiccamento. Il peso specifico dato dal rapporto del peso di un corpo col corrispondente volume di
acqua. Il legname in commercio in genere ha raggiunto un peso specifico stabile. Secondo l'uso che
intendete farne, sceglierete un legno pi o meno pesante.
Molto importante anche la durezza. Questa si stabilisce determinando le dimensioni dell'impronta che
lascia sulla superficie del legno un corpo duro sottoposto a una determinata pressione per centimetro
quadrato.
Per scegliere un tipo di legno adatto alla lavorazione che intendiamo fare, occorre tener presente anche la
sua fendibilit, la possibilit cio di essere tagliato o tornito senza scheggiarsi.
Altra caratteristica che varia da legno a legno la tendenza a imbarcarsi, cio a curvarsi secondo le
variazioni di temperatura o di umidit. Fra le varie qualit di legni, quelli pi pesanti si imbarcano pi di
quelli leggeri. Sempre per effetto dell'umidit e delle variazioni di temperatura il legno tende anche a
ritirarsi, dilatarsi o contrarsi.
Per ovviare a questi due ultimi inconvenienti (imbarco e ritiro), le assi molto lunghe in genere non
vengono lasciate intere, ma segate nel senso della lunghezza in liste pi sottili che vengono poi voltate
alternativamente, in modo che le linee di forza si bilancino. Per questo motivo le parti devono essere
sempre in numero dispari. Le giunte vengono tenute insieme con un sistema di incastro (ma in questo
caso si perde una eccessiva quantit di legno), oppure con un giunto di legno inserito in una fresatura
praticata per tutta la lunghezza delle due assi.
I nodi sono di vario tipo e prodotti da cause diverse. Possono dipendere da rami che avevano appena
iniziato a crescere all'interno del tronco al momento del taglio; oppure da rami morti per una ragione
qualsiasi e incorporati poi nella crescita del tronco. Possono presentarsi di forma pi o meno rotonda, se
tagliati trasversalmente, o a baffo se tagliati longitudinalmente. I nodi fanno parte delle caratteristiche
derivate dalle vicissitudini dell'albero. Nel caso non fossero marci o cadenti, i bravi artigiani all'antica ne
sfruttavano talvolta la presenza per effetti decorativi.
In genere per vengono considerati un difetto e il legname viene qualificato di prima, seconda, terza
scelta o di scarto anche secondo la loro presenza.
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Una volta che la pianta stata abbattuta (a meno che non si intenda usarla per costruzioni rustiche che
utilizzino la originaria forma cilindrica del tronco, e solo nel caso di rami o tronchi di formato ridotto)
occorre tagliare il tronco a fette per ricavarne delle assi. Queste saranno pi o meno pregiate a seconda
che siano ricavate da parte del tronco vicine o distanti dal midollo. Secondo questa distanza infatti varia la
tendenza del legno a imbarcarsi e a ritirarsi, la sua compattezza, la possibilit di marcire, il peso, la
elasticit, l'asciuttezza.
Un tronco fornirebbe quindi poche parti di prima scelta e abbondanti parti di scarsa qualit o di scarto
(oltre naturalmente a quelle parti di scarto obbligate derivanti dalla forma cilindrica o conica del tronco:
testate, punte, scioveri, refili).
Per ovviare a questo inconveniente si sono escogitati diversi tipi o schemi di taglio, che permettono di
distribuire pregi e difetti in parti uguali in tutto lo spessore del tronco e di sfruttarlo integralmente senza
sprechi.
Il legno che si ottiene in questo modo quindi tutto di qualit media, abbastanza buono per per
costruzioni di normali esigenze.
I metodi di taglio pi funzionali per questo scopo sono quelli a quartieri e a raggera. In questo modo
infatti si eliminano completamente le parti di scarto, si dispongono le linee di forza delle fibre, che
deformerebbero le assi, nel loro senso minore, e le si distribuiscono in modo eguale in tutto il legname
ricavato dallo stesso tronco.
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I legni teneri
Il grado di durezza una caratteristica importante delle varie essenze di legno, tanto che sta alla base di
uno dei pi comuni sistemi di classificazione.
I legni teneri (o dolci) si lavorano facilmente ma altrettanto facilmente si scalfiscono, hanno scarsa
resistenza e raramente vengono utilizzati per strutture da lasciare in vista perch non si prestano a essere
perfettamente rifiniti.
A questa categoria appartengono labete, la balsa e il pino per citare le essenze pi usate.
Descriviamo ora, uno per uno, gli usi pi adatti e le diverse variet di queste essenze.
Le pi importanti variet dabete sono due: labete bianco e labete rosso.
Il primo si riconosce dal colore grigio cenere della corteccia ed considerato quello di minor pregio.
Infatti il suo gi poco compatto legno cosparso di nodosit che contrastano con il suo bianco a venature
rossastre.
Viene usato per costruire strutture portanti di mobili e serramenti. Labete rosso, di colore giallognolo, ha
invece essenza molto pi consistente ed adoperato per lavori che esigono una buona resistenza: mobili,
listelli per rifiniture, alcuni strumenti musicali.
Il legno di balsa, originario del versante occidentale dellAmerica meridionale, fra i pi teneri e leggeri
che esistano. La sua fibra spugnosa, permette addirittura di lavorarlo con particolari stampi di metallo.
Grazie alla sua leggerezza, viene impiegato nel modellismo o per costruire galleggianti.
Il pino comprende almeno 90 specie, ognuna delle quali ha una sua caratteristica peculiare. Fornisce un
legno tenero, di colore chiaro, e profumato.
La sua essenza risulta essere pi dura e resistente di quella dellabete e viene usato per i lavori pi
comuni: costruzioni in genere, impalcature, infissi e perlinature sia per interni che per esterni.
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I legni semiduri
I legni duri
Alla categoria delle essenze dure (o forti) appartengono tutti i legni pi nobili, tradizionalmente usati
per i lavori di ebanisteria, insieme ad altri di minor pregio ma pur sempre caratterizzati da elevata
compattezza e ottima resistenza alle sollecitazioni. Ricorrere a legni di questo tipo indispensabile
quando si vogliono realizzare pezzi torniti o sagomati.
I pi usati sono lacacia, lolivo, il frassino (legni europei), il palissandro, il teck, lebano e il mogano
(legni esotici).
Il legno di acacia molto ben lavorabile, essendo molto pieghevole e compatto. Proprio in virt della
compattezza che possiede la sua essenza resiste ottimamente allumidit. In falegnameria viene utilizzato
per la costruzione di strutture esterne, pali di sostegno, travi, scale e elementi per imbarcazioni. Il suo
colore aranciato, risalta particolarmente con la lucidatura della superficie, che si presta, peraltro molto
bene, a tale operazione.
Lolivo fornisce legname a essenza dura estremamente compatta. Possiede un colore giallognolo, venato
di righe pi scure ed gradevolmente profumato. Molto pregiato in ebanisteria, il legno di olivo, fornisce
splendide prestazioni nellintarsio, nella costruzione di mobili ed oggetti torniti.
Il frassino produce un legno che si presta particolarmente ad essere lavorato. E di colore madreperlaceo
venato e la sua principale caratteristica la tenacia della fibra.
E molto usato nella costruzione di mobili, rivestimenti e arredamenti rustici.
Il palissandro si pu lavorare molto bene al tornio e in ebanisteria, giacch la sua fibra si fende
difficilmente. Il suo maggior difetto di essere poco durevole; a volte si imbarca. Il colore rossastro
violaceo di ottimo effetto per lavori ricercati ed intarsi.
Il teck, proviente dallIndocina di facile lavorazione. Richiede stagionatura, ma avvenuta questa pu
essere adoperato anche per la pavimentazione di locali e per costruzioni navali. I mobili costruiti in teck
sono considerati di un certo pregio, per il bel colore marrone scuro e per la loro solidit.
Lebano certamente uno dei legni pi pregiati che esistono sul nostro pianeta. Si distingue in diverse
specie, per colore e durezza. Fra esse la pi pregiata la variet con legno nero, con la quale le trib
dellAmerica tropicale costruivano e modellavano i loro amuleti.
La principale particolarit di questo legno che non galleggia, essendo pi pesante dellacqua. La sua
fibra, eccezionalmente dura, viene lavorata al tornio, intarsiata, impiegata nella rifinitura di mobili di
lusso e applicata a parti di strumenti musicali.
Il legno di mogano, proveniente dallAmerica tropicale, praticamente indeformabile; la sua grana molto
fine permette di impiegarlo in varie lavorazioni. Possiede un bellissimo colore rossastro a venatura
regolare e, anche se presenta alcune difficolt nella lucidatura, trova notevole applicazione nella
costruzione di mobili.
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I legni artificiali
Presentano caratteristiche notevoli dal punto di vista strutturale e in molti casi sostituiscono
egregiamente il legno naturale
I fogli di compensato, che di solito hanno dimensioni standard, come 155X300 cm, sono composti da un
numero dispari di impiallacciature, solitamente di pioppo, di betulla o di mogano.
Pi che di impiallacciatura tagliata a fette dal tronco di un albero si tratta di strati composti dal cosiddetto
derullato, ossia di tornitura di tronchi.
La tornitura avviene lungo tutta la lunghezza. Il tronco viene cos sottoposto ad una specie di
srotolamento, un po come se si trattasse di un rotolo di carta igienica.
Gli strati sono sempre dispari.
O 3 o 5 o qualcuno di pi quando si tratta di compensati a forte spessore che, in tal caso vengono
denominati multistrati.
Un paniforte invece costituito da una serie di listelli della sezione di 20x20 mm; molto pesante,
estremamente rigido, di una robustezza eccezionale, non si inarca e non si svergola.
Con i paniforti si fanno oggetti che possono sopportare sollecitazioni eccezionali.
Di solito non si trovano gi impiallacciati o verniciati, perch dato il loro costo ed il pregio si sottintende
che la superficie sia destinata ad un ulteriore rivestimento.
I truciolari o truciolati sono pannelli il cui spessore commerciale va in genere dai 10 ai 20 mm; hanno la
caratteristica di essere poco costosi e molto omogenei.
Sono formati da un impasto di collante a base di resine e segatura un po grossolana, prodotta
espressamente e non ricavata dal riciclaggio di altre lavorazioni. I migliori truciolari usano segatura pi
fine lungo la superficie e pi grossolana nella parte centrale.
Si tratta di un materiale che si presta molto allincollatura, ma molto meno allinchiodatura ed
allavvitatura, specie se queste sono eseguite di testa, ossia non attraverso il pannello, ma attraverso il
bordo.
Molto utile e valido il truciolare nobilitato. Per nobilitarlo si intende un truciolare rivestito di laminato
plastico o impiallacciato con vero legno, come il mogano o il noce. In questo caso il truciolare perde la
sua forte igroscopicit, offre superfici molto lisce e che non richiedono ulteriori rifiniture.
IL LAMELLARE
Il processo di produzione del legno lamellare incollato viene compiuto in appositi stabilimenti e consiste
essenzialmente nella riduzione del tronco in assi e nella loro ricomposizione, tramite incollaggio, fino a
dare origine a elementi di forma e dimensione prestabilite.
A tale proposito molto interessante la possibilit di ottenere pezzi curvati anche di grande spessore.
Le caratteristiche tecniche del prodotto finito dipendono dal materiale di base e dai trattamenti che esso
subisce; la conoscenza di tali caratteristiche da parte del progettista dovrebbe iniziare allorigine,
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dallalbero, cio dal luogo in cui esso cresciuto, dal suo taglio, dalle modalit di divisione del tronco per
ricavarne assi, per spostarsi poi allessiccazione, operazione questa molto importante, perch lumidit
residua del legno determina le future possibilit dimpiego del prodotto finito.
Le lamelle, superati i test dellumidit e del controllo visivo, vengono unite di testa con giunzioni o
innesti multipli a becchi.
La colla spalmata a pioggia, sulle lamelle appena piallate, che vengono quindi sovrapposte a coltello, e
poi pressate fra contrasti disposti in modo che il pezzo finito abbia la configurazione desiderata. La
pressione di incollagio di circa 8 kg su centimetro quadrato.
Dopo 12 ore si pu disarmare la morsa (in realt si tratta di uno stampo) e lelemento lamellare pu
passare al reparto finitura (perfetta profilatura, piallatura, impregnatura o verniciatura).
LMDF
Il pannello di Fibra a Media Densit (MDF) composto da fibre di legno, legate da collanti a base di
resine sintetiche, opportunamente pressate.
I pannelli sono compresi in un campo di spessori tra 1,8 e 50 mm ed in formati di varie dimensioni; si
presentano in diverse versioni: pannelli normali, idrofughi, ignifughi. La distribuzione delle fibre e la
compattezza uniforme in tutto lo spessore del pannello permettono perfette lavorazioni delle superfici e
dei bordi.
Stabile, omogeneo e pi duro degli altri legni artificiali, il pannello MDF si pu fresare, tornire, incidere,
pressare, con le prerogative di presentare sempre superfici levigate; quindi, facili da rifinire con
impiallacciature, nobilitazioni, rivestimenti con P.V.C., verniciatura trasparenti o laccature.
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I trattamenti di finitura
Un adeguato trattamento valorizza la naturale bellezza del legno e lo preserva dalle aggressioni
dellambiente esterno e dei parassiti
Una volta terminato il montaggio di un mobile, siamo a poco pi della met del lavoro. Il legno, ancora
grezzo, manca di tutta la fase di rifinitura. Rifinitura che deve essere di abbellimento, ma soprattutto di
protezione per evitare il rapido deterioramento del legno.
I mezzi che abbiamo a disposizione sono: la mordenzatura, la verniciatura, la smaltatura e la laccatura, a
seconda del tipo di legno e delle nostre particolari esigenze costruttive.
Quando abbiamo da trattare un legno rustico, in stile o anche per scurirne uno troppo chiaro, dobbiamo
mordenzare. Il mordente un colorante, che pu essere reperito in qualunque colorificio ed in polvere o
in grani, che vengono diluiti in acqua o in alcool o in olio.
Usare un mordente ad acqua o di altro tipo, dipende dalla nostra esperienza, da quali sono i risultati che
vogliamo ottenere e da che tipo di legno dobbiamo trattare. Infatti ogni mordente presenta dei pro e dei
contro, che vanno tenuti in attenta considerazione.
Ad esempio, se usiamo un mordente ad acqua, indispensabile passarlo sulla superficie pi di una volta.
Ma noi sappiamo che il legno tende ad assorbire acqua, quindi si gonfia. Allora, molto spesso, capita che
ad asciugatura ultimata, il piano trattato presenti dei rigonfiamenti che devono essere carteggiati. Per,
cos facendo, togliamo il colore appena assorbito dalle parti pi rialzate e la mordenzatura va ripetuta.
Perci non consigliabile stendere mordenti ad acqua sopra legni molto porosi; conviene trattarli con
quelli ad alcool. Questi sono molto rapidi ad asciugare, e come unico inconveniente hanno il fatto che, se
passiamo con il pennello, su una parte appena trattata, vi rimane una striscia pi scura. Inoltre, essendo
lalcool un liquido estremamente volatile impregna poco il legno e il colore appare meno forte, anche se
conferisce alla tinta elevata brillantezza. Al contrario, per i mordenti ad olio, il vantaggio costituito dalla
profonda penetrazione che hanno nella fibra legnosa. Naturalmente sono molto lenti ad essere assorbiti, e
prima di passare dalla completa finitura, dobbiamo attendere anche due o tre giorni, ovvero il tempo
necessario alla loro essiccazione.
Il mordente pu essere steso in due modi: a pennello o a tampone. Il tampone possiamo anche farcelo da
soli, con un panno di lino imbottito di ovatta.
La superficie da trattare va prima sgrassata e per farlo possiamo usare una soluzione di acqua e
ammoniaca, utile anche a favorire lapertura dei pori del legno.
Poi, ammesso di avere a disposizione un mordente in polvere, lo sciogliamo nel liquido richiesto fino ad
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I trattamenti di finitura
Il legno pu avere diverse finiture protettive inclusi il colore, la vernice, la cera, la lucidatura e lolio
per evitare i danni derivanti dallumidit, dal calore, i graffi e le intrusioni degli insetti. In ogni caso il
legno deve essere preparato accuratamente: sverniciato da vecchie pitture o lacche, riempito con stucco
per il legno o con un agente stabilizzante, sigillato e levigato per la finitura.
Applicare la finitura a un mobile un momento particolarmente gratificante della riparazione e del
restauro. Per la prima volta apparir il legno in tutta la sua bellezza.
Il tipo di finitura da utilizzare dipender dallo stile del mobile, dal legno di cui composto e dalluso che
se ne far.
Vernici e lacche
Oggi possibile acquistare finiture estremamente durevoli, resistenti allalcool, allacqua, persino al
calore diretto, ideali per sedie e tavoli che subiscono un uso frequente.
In ogni caso consigliabile, se possibile, sostiotuire una finitura con quella tradizionalmente pi
appropriata.
Poliuretani
E possibile acquistare finiture in poliuretano gi colorate, ma il tipo chiaro quello pi ampiamente
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utilizzato per finiture. E disponibile in versione opaca, semi-opaca o lucida. Applicare la vernice al
poliuretano come uno strato di pittura. Utilizzare un pennello di buona qualit ed evitare di passare due
volte sullo stesso punto quando la vernice ha gi iniziato a fare presa. Sul legno nudo saranno necessarie
almeno due passate. Qualora si decidesse di trattare un vecchio mobile con poliuretano, si potr utilizzare
sia una vernice opaca e poi ravvivarla con uno strato di cera lucidante, sia applicare una vernice lucida e
poi con una paglietta, precedentemente immersa nella cera lucidante, stendere la cera sulla superficie
nella direzione della venatura.
Lacca bicomponente a freddo
Questa lacca bicomponente produce una tenace finitura lucida, ma non semplice da applicare e pu dare
al legno un aspetto artificiale. Al contrario del poliuretano, essa non scurisce con il tempo. Durante
lapplicazione proteggersi dalle esalazioni con una maschera.
Mescolare insieme i due componenti, poi stendere la lacca sul legno. Lasciare indurire per due ore,
levigare le imperfezioni con un foglio di carburo di silicio, poi applicare un secondo strato. Lasciare
asciugare per una notte.
Una volta pronto, lucidare o dare una finitura satinata levigando con una paglietta e applicando poi la
cera.
Finiture tradizionali
Molti esperti e collezionisti preferiscono il tipo di finitura tradizionale. Sebbene non garantisca la stessa
durata delle vernici moderne, importante utilizzarla per mobili antichi e di valore. Una finitura a olio
pu essere utilizzata su ogni tipo di legno, ma sar particolarmente adatta per legnami come il teak o per
quelli a venatura aperta come la quercia. Il pino sverniciato ha un aspetto molto caldo quando oliato. La
cosa migliore utilizzare lolio per teak in commercio. Lolio di semi di lino sembra altrattanto buono,
ma assorbito cos lentamente che diventa appiccicoso e attira la polvere. Applicare sul legno uno strato
generoso di olio con un panno morbido, stendendolo dentro le venature, poi togliere la parte in eccesso.
Potrebbe essere necessario applicare due o tre strati. Lasciare asciugare ogni strato per 24 ore, poi passare
un panno pulito sulla superficie e successivamente applicare un altro strato.
Le cere lucidanti per mobili sono ampiamente disponibili, ma non devono essere applicate direttamente
sul legno. Sebbene sia una finitura molto bella, la cera pu raccogliere polvere che penetra poi nel
mobile: il metodo pi sicuro sigillare il legno con gommalacca o vernice e successivamente applicare la
lucidatura. La vernice allalcool era molto diffusa nel diciannovesimo secolo, ma il suo successo dovuto
alla sua pparenza, non alla praticit. Infatti molto morbida e pu essere facilmente danneggiata da
acqua, alcool e calore, perci andrebbe riservata ai mobili di uso pi delicato.
Applicare la vernice ad alcool
Poich piccole macchie di polvere possono rovinare questa finitura, si consiglia di lavorare in un
ambiente pulito, lontano da correnti daria e alla luce naturale. Evitare lumidit, perch rende la vernice
non uniforme.
Versare la vernice su un pezzo di ovatta prima di arrotolare il tampone. Premere leggermente il tampone
contro un pezzo di legno per rimuovere la vernice in eccesso e per evitare che si formino delle gocce. Con
i polpastrelli delle dita applicare sul tampone alcune gocce di olio di semi di lino per mantenerlo
lubrificato.
La cosa pi importante distribuire la vernice uniformemente, assicurandosi di non tralasciare nessuna
zona e non fermando mai il tampone sulla superficie. Passare il tampone sulla superficie con movimenti
circolari sovrapposti. Una volta coperta una zona, ripetere loperazione con movimenti a forma di otto.
Terminare con movimenti decisi perpendicolari alla venatura, passando sulla superficie dallalto in basso,
da unestremit allaltra. Come il tampone comincia ad asciugare, aumentare leggermente la pressione. Se
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si inceppa, aggiungere una piccola quantit di olio. Lasciare asciugare il primo strato per almeno 20
minuti, prima di applicare il secondo. Dopo quattro o cinque strati, lasciare asciugare tutta una notte.
Strofinare leggermente con carta autolubrificante al carburo di silicio e togliere la polvere con uno
straccio inumidito in alcool denaturato. Proseguire poi con gli strati.
Una volta applicata una buona quantit di vernice, bisogna togliere lolio di semi di lino: aggiungere
alcool denaturato sul tampone e applicare con movimenti decisi sul legno lucidato. Lasciare evaporare per
alcuni minuti, quindi ripetere. Se la superficie diventa pi chiara e poi scurisce di nuovo, significa che lo
straccio troppo sporco per asportare lolio e va cambiato. Usare uno straccio pulito e morbido per la
passata finale, poi lasciare il mobile in ambiente privo di polveri per alcuni giorni, in modo da farlo
asciugare perfettamente.
Puoi farlo tu - DK
Come ogni essere vivente, l'albero si adatta all'ambiente in cui cresce e il legno porta le tracce di queste
vicissitudini. Deformazioni del tronco (curvature, torsioni) possono essere provocate da un vento che
soffia costantemente in una direzione; da nevi o acque di disgelo che scendono periodicamente lungo un
pendio.
Vecchie ferite cicatrizzate possono provocare protuberanze sul tronco. Tumori di origine traumatica sui
tronchi di olmi, frassini, noci, olivi, betulle causano protuberanze spugnose impropriamente chiamate
radiche (la vera radica in realt la radice e il ceppo dell'erica arborea).
Anche l'albero colpito dal fulmine pu riprendersi e continuare a crescere, ma la ferita rimarginata lascer
la sua traccia nel legno all'interno del tronco. Sempre a traumi possono risalire distorsioni delle fibre,
eccentricit del midollo e conseguenti irregolarit degli anelli (lunature), irregolarit di spessore fra i
diversi tessuti.
Oltre agli agenti atmosferici, anche gli animali contribuiscono alla modificazione del legno. Uccelli e
insetti che ne forano lo spessore per ricercare larve o altro cibo; vermi e bachi che, nutrendosi di lignina,
scavano nei tronchi lunghe gallerie per raggiungere i vasi linfatici pi interni; roditori che usano l'albero
come tana o deposito di provviste; erbivori che ne strappano le fronde per mangiarle, mammiferi di vario
tipo che sottopongono gli alberi a traumi e urti pi o meno volontari.
Ma l'animale che danneggia maggiormente gli alberi l'uomo. Fra l'altro non utilizza che una minima
parte del legno che ricava abbattendo e distruggendo le piante.
I falegnami provetti ancora poco tempo fa sapevano utilizzare anche il legno che presentava le tracce
della vita dell'albero, sfruttandole proprio come caratteristiche estetiche o funzionali in base alle quali
impostare il lavoro. Oggi, per la lavorazione industriale del legno e per i lavori casalinghi di un falegname
della domenica consigliabile usare un legno perfetto, senza nodi, irregolarit, curvature.
Il legname che ne presenti per non viene scartato. Tutte le assi che rivelino imperfezioni, i ritagli, i rami
troppo sottili, o ricurvi, le radici, vengono utilizzati nell'industria per la preparazione di particolari
semilavorati di cui parleremo molto pi ampiamente nel capitolo successivo.
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Le numerosissime qualit di alberi che crescono sulla terra sono state classificate in vari modi.
Un raggruppamento quello che distingue le pinate resinose dalle latifoglie; un altro quello che
raggruppa i legni di essenza tenera, forte e resinosa; un altro ancora distingue gli alberi europei da quelli
esotici.
Non staremo a darvi tutte le classificazioni complete, ma faremo un elenco, in ordine alfabetico, degli
alberi il cui legname pi usato per la costruzione, con le principali notizie sulle loro caratteristiche.
Abete rosso
Abete
L'abete un legno tenero, della famiglia delle
resinose. Cresce nell'emisfero boreale, in zone
fredde e temperate. Il suo tronco pu raggiungere
persino i quaranta metri d'altezza. Se ne
conoscono due variet principali, dette, dal
colore della corteccia, abete bianco e abete rosso.
L'abete bianco la qualit meno pregiata. Il suo
tronco pi alto, ma la fibra pi grossolana; si
tarma e deteriora facilmente. Ha peso specifico
elevato ed ricco di nodi. Il colore del legno
bianco, con vene rossicce. Si usa per
imballaggio, impalcature, travi, pavimenti e
intelaiature all'interno, in ambienti asciutti.
L'abete rosso tipico dell'Europa settentrionale.
Il suo legno da fresco bianco. Stagionando
diventa giallo pallido. Ha un peso specifico
basso, si lavora facilmente, solido, elastico e si
pu rifinire bene. E' pi resistente del legno
dell'abete bianco sia all'umidit sia dal punto di
vista meccanico. Il suo fusto molto dritto ne
raccomanda l'uso per pali, antenne, alberi di
barche o navi e costruzioni in genere. Pu essere
lavorato al tornio e utilizzato per mobili, cornici e
strumenti musicali. C' poi l'abete chiamato
americano o douglas, molto pregiato perch non
ha nodi. E' di colore bruno rossastro chiaro.
Acacia
L'acacia un legno di essenza forte, della
famiglia delle latifoglie. Il suo tronco pu
raggiungere il diametro di un metro. Il legno
giallo rossastro, la fibra sottile e compatta,
resistente all'umidit e pieghevole. Si pu
lavorare, rifinire e lucidare bene. Viene usato in
carrozzeria, per costruire ruote, raggi, pali; poi
scalini e strutture esterne.
Acero
Acero
L'acero un legno di essenza forte, famiglia delle
latifoglie. Il legno di colore chiaro, giallo
rosato, con venature. E' duro, a fibra molto
compatta. La superficie lucida e setosa. Si usa
per falegnameria interna ed esterna, per lavori di
ebanisteria, per impiallacciatura, per la
fabbricazione di strumenti musicali.
Balsa
Il balsa un albero dell'America tropicale dal
legno bianco leggerissimo, molto poroso. Ha una
fibra spugnosa, omogenea, fragilissima e
morbida, che gli permette per di essere lavorato
e plasmato con molta facilit, modellato con
stampi di metallo. Si sega male perch si
scheggia, ma pu essere intagliato con strumenti
affilati. Oltre a essere il pi leggero dei legni
anche il pi stabile e il meno soggetto a
deformazioni. Si usa soprattutto in
aeromodellismo e in arredamenti teatrali (le sedie
che gli attori si rompono in testa nelle risse sono
di balsa).
Betulla
Betulla
La betulla un legno tenero, della famiglia delle
latifoglie. Colore bianco giallastro venato,
qualche volta tendente al rosa. Poco resistente
all'umidit, si usa solo per costruzioni interne. Se
ne ricavano compensati, interni di mobili. E' il
pi resistente fra i legni teneri e si pu lavorare al
tornio.
Bosso
Il bosso un legno a essenza forte, famiglia delle
latifoglie. Durissimo, ha colore chiaro, dal bianco
al giallo limone. Viene usato per lavori di
ebanisteria, strumenti musicali. Molto adatto alla
lavorazione al tornio.
Carpino
Il carpino un legno di essenza forte, della
famiglia delle latifoglie. Ne esistono diverse
variet. Molto duro e compatto, ha colore giallo
sporco e alto peso specifico. Ottima resistenza
meccanica per si torce facilmente e non adatto
alla pialla e al tornio perch tende a scheggiarsi.
Se ne fanno manici di utensili, ruote idrauliche e
ingranaggi, viti di pressione e attrezzi agricoli.
Castagno
Castagno
Il castagno un albero di essenza forte,
semiduro, della famiglia delle latifoglie. Di
colore bianco giallastro o bruno, leggermente
venato e con molti nodi, il legno elastico e
resistente, poco compatto e con basso peso
specifico. Gli alberi di castagno devono essere
tagliati a tempo opportuno, fra i duecento e i
trecento anni. I castagni troppo vecchi sono
soggetti a malattie che ne deteriorano il legno. Si
usa per falegnameria interna ed esterna,
ebanisteria e, per la sua ottima resistenza
all'umidit (se non soggetto a cambiamenti
d'ambiente e di temperatura), per serramenti,
palafitte, botti, tini e mastelli.
Cedro
Il cedro appartiene alla famiglia delle resinose.
Originario del Libano, ha tronco molto alto. Il
legno rossiccio, facilmente fendibile. Viene
usato per la costruzione di imbarcazioni sportive,
ma soprattutto matite.
Cembro
Il cembro (cirmolo) un albero di essenza tenera,
che appartiene alla famiglia delle resinose. Ha il
legno molto compatto, senza venature. E' usato
soprattutto per lavori di tornio e di intaglio.
Cembro o cirmolo
Ciliegio
Il cieligio un legno di essenza forte, famiglia
delle latifoglie. Il legno arancione o rosso bruno
con venature, molto duro e compatto, con fibre
regolari. Tende per a deformarsi e a fendersi.
Ciliegio
Cipresso
Cipresso
Il cipresso un albero di essenza forte, famiglia
delle resinose. Il legno bianco gialliccio, duro,
compatto e profumato. Resiste bene ai tarli e
all'umidit. E' usato per mobili, infissi interni ed
esterni, costruzioni marittime e lavori subacquei.
Corniolo
Il corniolo un legno di essenza forte, famiglia
latifoglie. Il legno bianco rossastro, durissimo e
resistente. La superficie si pu levigare molto
bene. E' adatto per lavori di tornio, intaglio e
intarsio. La sua durezza e la sua resistenza
all'attrito lo consigliano per parti di ingranaggi e
attrezzi di molto uso.
Ebano
Faggio
Frassino
Ebano
L'ebano proviene dalle Indie, dalle Antille o
dall'Africa. Ce ne sono diverse variet, la pi
pregiata quella col legno nero. Il legno
profumato, durissimo, pi pesante dell'acqua
(quindi non galleggia). La superficie pu essere
rifinita e lucidata molto bene. Si usa per lavori di
tornio, di intaglio, intarsio, parti di strumenti
musicali, mobili di lusso.
Faggio
Il faggio un legno di essenza forte, della
famiglia delle latifoglie. Il legno biancastro o
giallo rossastro. E' pesante, tende a fendersi e
deformarsi, poco elastico. Si pu curvare col
vapore, in questo caso diventa pi duro e
flessibile. Si usa per pavimentazioni, mobili,
carpenteria, serramenti e anche, una volta
incatramato, per traversine di rotaie ed edilizia
idraulica.
Frassino
Il frassino un legno molto duro, di essenza
forte, della famiglia delle latifoglie. Il colore
bianco rosato madreperlaceo. Pu avere
sfumature sul verde. Si pu pulire e lucidare
molto bene. Anche il frassino si pu curvare col
vapore. Si presta a lavori di ebanisteria,
intelaiature, mobili, sci, veicoli, bastoni,
ombrelli.
Hickory
L'hickory originario dell'America
settentrionale, fornisce un legno pregiato, molto
duro ed elastico, curvabile a vapore. Viene usato
per la costruzione di sci.
Larice
Larice
Il larice un legno di essenza resinosa. Il colore
rossastro con venature scure o giallo chiaro. E'
molto compatto e robusto, resistente all'umidit.
Si usa per costruire mobili, infissi interni ed
esterni. La variet detta "americana" impiegata
anche per la costruzione di navi.
Leccio
Il leccio un legno di essenza forte, famiglia
delle latifoglie. Il colore rossastro chiro. E' un
legno molto duro, compato e resistente, non
viene attaccato dai tarli. Si pu pulire molto
bene. Se ne costriscono mobili, leve, assi di carri,
attrezzi da falegname.
Mogano
Noce
Mogano
Il mogano proviene dall'America tropicale e dalle
Antille. Il legno duro, compatto, facile da
lavorare, di colore rosso scuro. Ha grana
finissima, pu venire lucidato e non si deforma.
E' usato soprattutto per i mobili.
Noce
Il noce un legno di essenza forte, semiduro,
della famiglia delle latifoglie. Il colore
marrone. Pu esere chiaro se l'albero giovane,
scuro se vecchio. Ha delle belle venature pi
scure. Il legno ha fibra compatta, duro, elastico,
pesante. Resiste poco agli insetti e agli agenti
atmosferici. E' adatto a essere intagliato. Si usa
soprattutto per mobili, cornici e oggetti da
ornamento.
Obece
L'obece un legno di essenza tenera, famiglia
delle latifoglie. E' un legno puzzolente, di colore
bianco grigiastro. Usato per lavori di
falegnameria.
Obece
Olivo
Olmo
Olivo
L'olivo un legno di essenza forte, della famiglia
delle latifoglie. Il legno giallo con venature
scure, profumato a struttura compatta e
omogenea. Si pu lavorare e rifinire molto bene.
Si utilizza per costruire pavimenti, mobili,
contenitori, lavori di tornio e d'intarsio.
Olmo
L'olmo un albero di essenza forte della famiglia
delle latifoglie. Il colore del legno marrone
bruno o giallo rossiccio. E' molto duro, compatto,
rigido e resistente. Non si fende con facilit. Si
pu tornire e intagliare. Si utilizza per costruire
parti di utensili, banchi da falegname, veicoli
gradini e pavimenti. Ha la particolarit di non
venire rovinato dall'urina degli animali.
Ontano
L'ontano un legno di essenza tenera, della
famiglia delle latifoglie. Il colore beige
rossastro. E' un legno che resiste bene all'acqua,
molto compatto, adatto per lavori al tornio.
Palissandro
Pero
Pino
Pioppo
Pitch-pine
Palissandro
Il palissandro un legno duro, della famiglia
delle latifoglie, proveniente dal Brasile e
dall'India. E' molto compatto, di colore rosso
violaceo venato e profumato. Si pu rifinire e
lucidare molto bene. E' adatto a lavori di tornio e
d'intarsio. Si usa per mobili, pianoforti, lavori di
ebanisteria.
Pero
Il pero un legno di essenza forte, famiglia delle
latifoglie. Il legno compatto, molto pesante,
resistente ai tarli. Non si deforma. Si lavora
facilmente e non si scheggia. Il colore
rossiccio. Si utilizza per strumenti di precisione,
strumenti musicali, lavori di tornio e di intaglio e
per la costruzione di mobili intagliati.
Pino
Il pino un legno tenero, della famiglia delle
resinose. E' profumato, molto resinoso, resistente
alle intemperie, di colore bianco rossiccio. E' pi
duro dell'abete. Ce ne sono diverse qualit. Il
pino marittimo si usa per intelaiature e
falegnameria interna, per traversine ferroviarie,
impalcature, pali telegrafici. Il pino selvatico
serve per costruire navi, ponti, serramenti e
infissi esterni, pali telegrafici, mobili. Altre
qualit servono per alberi da navi, costruzioni
rurali, lavori di intaglio, modelli di fonderia.
Pioppo
Il pioppo un legno di essenza tenera, della
famiglia delle latifoglie. Di colore biancastro, a
grana fine, uniforme, omogenea, fragile, facile da
lavorarsi. E' poco resistente al tempo e alle
intemperie.
Si utilizza per costruire fiammiferi, casse da
imballaggio, interni di mobili, pasta di legno,
falegnameria minuta, scaffalature.
Pitch-pine
Il pitch-pine un legno di essenza resinosa.
Proviene dall'America centrale. E' compatto, a
fibre sottili, molto resinoso. Il colore giallo
rossiccio. Resiste bene all'umidit, anche
sott'acqua. Si usa per costruire imbarcazioni,
ponti, traversine ferroviarie e per la costruzione
di mobili e infissi.
Platano
Platano
Il platano un legno di essenza forte, della
famiglia delle latifoglie. Anche le radici, che
sono di color rosso venato, sono utilizzate per
impiallacciature. Il legno bianco rossastro con
zone scure. Si deforma facilmente, non resiste
all'umidit e, seccando, si riduce di volume.
Anche se un legno duro, si lavora facilmente. E'
particolarmente adatto a lavori di tornio e
d'intaglio.
Quercia
La quercia un albero di essenza dura, della
famiglia delle latifoglie. Il legno giallo pallido
o bruno rossastro chiaro. Stagionando scurisce. E'
un legno compatto, pesante, robusto. Si usa per
costruire mobili, veicoli, palafitte, traversine
ferroviarie. Ci sono diverse qualit di quercia.
Una la quercia da sughero che d un legname
poco pregiato, ma la cui corteccia molto spessa
costituisce appunto il sughero. Il sughero
leggerissimo, elastico, impermeabile, buon
isolante dei rumori. Si usa per tappi, galleggianti,
suole di scarpe, rivestimenti di mobili e di pareti,
per costruire pannelli termici e isolanti.
Rovere
Tek
Tiglio
Rovere
Il rovere una qualit di quercia molto dura di
colore bruno giallastro, che lasciata stagionare
utilizzata per la costruzione di botti, tini e
mastelli, nonch di piccole imbarcazioni. Il succo
contenuto nel legname, chiamato tannino, oltre
che resistere alla fermentazione del vino, gli
conferisce aroma.
Tek
Il tek un albero dal legno duro, che proviene
dalla Birmania e dall'Indocina. Il colore bruno
verdastro venato, giallo o rosso cannella. Molto
solido, resistente agli sbalzi atmosferici e
all'umidit. E' pesante, a fibra compatta; si lavora
facilmente. E' adatto per lavori di ebanisteria, per
serramenti esterni, per pavimenti esterni, per
mobili, costruzioni navali e idrauliche.
Tiglio
Il tiglio un albero di essenza tenera, della
famiglia delle latifoglie. Il legno di color bianco
sfumato di rosa, tenero, a fibra omogenea e
sottile, di molto facile incisione. E' delicato, non
resiste al tempo e ai tarli. Viene usato per
costruire mobili, rocchetti, oggetti di cancelleria,
tasti per pianoforti.
La levigatura
Unoperazione indispensabile per preparare il legno alla fase finale della verniciatura
Uno degli ultimi interventi, prima di considerare finito il lavoro, quello della lisciatura.
Una buona lisciatura pu essere fatta a mano o con una levigatrice elettrica. Se lavoriamo manualmente,
occorre della carta vetrata, che sistemeremo su un blocchetto di legno, per poter meglio manovrare sul
piano. Alloccorrenza, se dobbiamo levigare cornici o parti sagomate, possiamo adoperare una spugna,
sulla quale avvolgeremo la carta.
Dapprima, visto che la superficie ancora ruvida, si carteggia con carta a grana grossa, per pareggiare le
asperit pi evidenti, mentre in seguito si d il tocco finale ripassando con carta e grana pi fine. Non
bisogna mai avere fretta.
Una carteggiatura fatta male corrisponde ad un basso livello di rifinitura e al momento di verniciare si ha
un mediocre risultato.
Anche la carta vetrata deve essere passata lungo la direzione delle fibre, senza premere, ma dandole un
movimento quasi rotatorio, delicato e regolare.
Particolarmente utili si rivelano le lime-raspe Surform che si usano come un piallino: sulla syola sono
riportate delle lame taglienti, distribuite con varie intensit.
La medesima operazione pu essere svolta mediante lazione di una levigatrice orbitale, con tutti i
vantaggi che si possono avere dallapporto di una macchina elettrica. La levigatrice dotata di un motore
e di una base dappoggio sulla quale viene messa la carta abrasiva. Il suo motore agisce ad un regime di
circa 3000 giri al minuto, facendo compiere alla suola dei movimenti orbitali in quanto sono guidato da
una gola di forma ovoidale.
La levigatrice orbitale rivela la sua maggiore utilit quando dobbiamo lavorare entro spazi ristretti o
circoscritti da risalti. Essendo appunto orbitale, tende a frantumare la vena del legno, spostandosi di 90
rispetto ad essa.
La levigatrice orbitale non deve essere confusa con una specie di piallatrice o raspa meccanica.
Essa leviga, cio liscia, senza erodere la superficie, se non di pochi decimi di millimetri. Dunque non in
grado di alterare spessori o profili di modanature. La si usa proprio per rifinire, per eliminare graffi, errori
di tracciatura, abrasioni e quindi dare al piano una certa omogeneit nellaspetto.
Naturalmente la consistenza dellabrasione, determinata esclusivamente dalla grossezza della grana
della carta abrasiva, che viene inserita fra le pinze della macchina. Nellacquisto, molto importante
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tenere presenti le dimensioni della suola. Le sue pinze devono contenere esattamente una frazione di
foglio di carta abrasiva in formato standard. Una levigatrice con platirello troppo grande o troppo piccolo,
ci porta ad un consumo eccessivo di carta vetrata, proprio in dipendenza dei tagli a misura, peraltro poco
pratici. Quando si usa una levigatrice non bisogna mai pressare. I movimenti vanno distribuiti con calma,
avanti e indietro, fino a quando la superficie del piano presenta la medesima lisciatura.
Molto utili risultano poi le levigatrici a nastro che permettono, grazie ai rulli rotanti su cui scorrono i
nastri abrasivi, di effettuare rimozioni veloci di vernici, stucchi, incrostazioni, resine da grandi superfici e
di materiale diverso, come metallo, legno, intonaco, ecc. Inoltre grazie alla gamma di nastri disponibili
possibile eseguire complessi lavori di sagomatura, levigatura e smussatura.
Prima di procedere alla verniciatura, tutte le parti vanno accuratamente pulite per eliminare ogni traccia di
polvere e segatura.
Il Legno - Edifai 1991