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Dalla radice ai rami

Gli alberi in legno

Il legno è un materiale immortale. Non un pezzo di legno in sé, che, sappiamo, ha una
vita limitata; ma il legno in senso lato, come materiale da costruzione, è nato con
l’uomo ed è ancora vivo. Le barche sono state costruite in legno sin da quando un Cro-
Magnon (o un Neanderthal, o quello che vi pare) ha deciso di attraversare un corso
d’acqua a cavallo di un tronco d’albero, e ancora oggi la realizzazione di una barca in
legno è uno spettacolo a cui nessuno è capace di restare insensibile.
Conosco numerosi armatori che, contrariamente ad ogni logica di “manutenzione zero”,
continuano ad acquistare, amare, curare una barca in legno; i motivi sono tanti, non
ultimo il semplice fato di possedere un oggetto di rara bellezza. E per raggiungere
questo piacere si dedicano costantemente alla cura e manutenzione del loro oggetto del
desiderio.
Gli alberi delle barche a vela in legno molto spesso sono in legno anch’essi, e qualche
volta troviamo alberi in legno anche su scafi in altro materiale, ad esempio su scafi in
acciaio di tipo classico, o in vetroresina. In questa digressione guarderemo insieme i
punti salienti – e i punti deboli - di un albero in legno.

1.
Costruzione
In origine, e fino a poco più di un secolo fa, gli alberi venivano realizzati dal pieno di un
tronco d’albero abbattuto e modellato alla bisogna; le grandi navi a vele quadre
avevano l’albero composto di più sezioni: fuso maggiore, albero e alberetto, perché non
era possibile realizzare in un solo pezzo alberi così lunghi. Dal legno poi si è passati
all’acciaio, ed il legno è rimasto confinato alle imbarcazioni più piccole, ritrovando una
nuova giovinezza e godendo della tecnologia. Oggigiorno gli alberi vengono realizzati
componendo numerose tavole per ottenere la forma, il peso e le caratteristiche
meccaniche desiderate. Partiamo dal materiale: i legni preferiti per realizzare un albero
sono quelli delle conifere, innanzitutto perché sono alberi che tendono a crescere alti e
dritti, e a sviluppare l’elasticità necessaria ad affrontare le intemperie – elasticità che fa
molto comodo nell'attrezzatura di una barca a vela – e poi perché sono mediamente più
leggeri di legni più duri. Le essenze preferite sono lo Spruce (o peccio) di Sitka, il Pitch-
pine o il Douglas (o pino dell’Oregon).
Partendo da tavole di adeguato lunghezza, si ottiene un albero mediante composizione
di forme – solitamente cave – di diverso aspetto. È preferibile che l’albero sia cavo,

Massimiliano Panessa – Yacht & Small Craft Surveyor


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soprattutto per motivi di leggerezza e flessibilità, ma esistono anche alberi pieni. Nelle
immagini che seguono troviamo alcune diverse alternative per realizzare un albero:

Realizzazione di un albero tondo partendo da uno scatolato


quadrato con angolari di rinforzo (boatdesign.net)

Giunti a becco d’uccello Struttura più complessa per un albero a facce piatte e
raccordate (Wooden Boat Magazine)

Fasi della realizzazione di un albero “a


becco d’uccello”

Altro esempio
Costruzione a scatola, semplice e doppia

Inoltre normalmente una tavola non è sufficiente a coprire l’intera lunghezza dell’albero,
quindi diverse tavole vengono unite tra di loro mediante giunti a palella, che devono
rispettare alcuni canoni: rapporto lunghezza/spessore 8:1, i giunti devono puntare verso
il basso all’esterno dell’albero, e devono essere sfalsati lungo l’albero in modo da non

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creare un punto debole. Se l’albero è a scatola semplice è necessario inserire blocchi di
rinforzo, rastremati, almeno in corrispondenza delle crocette.

Giunto a palella

Struttura di un albero con blocchi di


rinforzo e giunti sfalsati

2.
Finitura
Il legno non può restare esposto alle intemperie senza protezione; è
necessario un ciclo di protezione che lo preservi sia dall’azione dei raggi
UV, sia dall’umidità. Fondamentalmente abbiamo tre scelte: vernice,
smalto, o impregnante.
Per vernice si intende un rivestimento trasparente o traslucido, con
formazione di film protettivo sul substrato di applicazione. La finitura a
vernice è senz’altro quella che garantisce la miglior resa estetica, ma
presenta alcuni lati negativi, tra cui la bassa resistenza ai raggi
ultravioletti e la mole di lavoro necessaria per l'applicazione e la
manutenzione; le vernici idonee per questo utilizzo hanno un filtro UV,
però non sufficiente a proteggere il legno a lungo: soprattutto in climi
caldi difficilmente una vernice resiste più di due anni, e ai tropici anche
Schema di un giunto uno. La parte superiore delle crocette è la più esposta, e sovente
a palella
richiede più interventi di manutenzione nel corso dell’anno.
Un vantaggio della vernice è quello che ogni ingresso di acqua sotto il trattamento viene
visualizzato immediatamente perché il legno appare subito nero, e quindi mi permette
di intervenire in maniera rapida e mirata.
Per smalto intendiamo un tipo di rivestimento pigmentato, in grado da fornire la
massima resistenza alla penetrazione dei raggi ultravioletti. Un albero smaltato è
senz’altro meno bello di uno verniciato, ma la durata è nettamente superiore, arrivando
anche a cinque anni tra un’applicazione e l’altra. Molti alberi verniciati, o trattati con

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impregnante, hanno almeno la testa d’albero e la parte superiore delle crocette
smaltata, per garantire una protezione più a lungo termine.
Un discorso a parte merita l’impregnante. Ad evitare
fraintendimenti, diciamo che tutte le finiture sono in qualche
misura impregnanti, perciò qui va inteso come impregnante un
trattamento che non crea film sul legno; il trattamento è molto
semplice e rapido, e anche se non garantisce una lunga durata
compensa questo difetto con la rapidità di intervento: anche se si
rendono necessari più trattamenti nel corso dell'anno, questi si
possono eseguire senza rimuovere il trattamento precedente.
L'interno degli alberi deve essere trattato con fungicida; mentre
siamo sempre in grado di individuare le marcescenze, non
Albero trattato con abbiamo alcuna possibilità di ispezionare l’interno dell’albero, e le
impregnante marcescenze diventano una bomba ad orologeria pronta ad
esplodere in qualunque momento. È raccomandabile un trattamento saltuario, ad
intervalli di circa dieci anni: quando l’albero viene sbarcato si versa al suo interno un
liquido fungicida e lo si fa scorrere muovendo l’albero in modo da impregnare tutta la
superficie.

3.
Punti deboli
Avendo un albero in legno si deve porre attenzione ad alcuni punti che risultano
facilmente danneggiabili:

3.1.
Viterie
Ogni vite o bullone, anche se correttamente montate (ma più spesso se montate in
maniera non corretta), è una potenziale via di ingresso d’acqua. Lo sforzo che
impongono le attrezzature moderne sovente causano il danneggiamento del legno in cui
è alloggiata una vite: il fissaggio si allenta, il sigillante si muove, e l’acqua penetra e
causa marcescenza. L’installazione deve essere accurata, ed un suggerimento dato dai
fratelli Gougeon – che si rivela estremamente efficace – è quello di non avvitare la vite
direttamente nel legno, ma di creare un foro leggermente più grande (nel loro libro
“Gougeon Brothers on Boat Construction” raccomandano di maggiorare il foro di 6mm
rispetto al diametro della vite), riempirlo di resina epossidica caricata – la si può caricare
con microsfere, silice colloidale o semplice talco – pulire la vite con acetone ed
immediatamente avvitarla nel composto, aspettando che curi. Maggiori dettagli tecnici li
potete trovare nel libro, che si può scaricare gratuitamente dal sito
www.westsystem.com.

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3.2.
Fori d’uscita e d’entrata
Negli alberi moderni drizze e cavi elettrici passano all'interno degli alberi, e tutte le
aperture attraverso le quali questi accessori passano sono possibili vie d’acqua. Sono
molto pericolosi soprattutto i punti in cui i cavi elettrici entrano nell’albero: questi fori
dovrebbero essere sempre praticati dal basso verso l’alto (dall’esterno), ed i fili devono
avere sempre un’ansa di sgocciolamento per evitare che l’acqua si addensi conto il foro.

3.3.
Crocette
Oltre alla parte superiore
delle crocette, molto
soggetta ai raggi UV, un
punto nevralgico è l’attacco
delle crocette alla
ferramenta che le collega
all’albero. A causa della
naturale inclinazione delle
crocette l’acqua tende a
scorrere verso l’albero,
aumentando la probabilità
di penetrare nelle viti; i
perni di fissaggio devono
essere abbastanza numerosi
Punto debole all'attacco delle crocette: queste sono fissate consolo due bulloni, ed in
da distribuire bene il carico corrispondenza di uno di questi la crocetta si è già fessurata
ed impedire il movimento
orizzontale; è una buona soluzione quella di fare in modo che a contatto con i perni veri
e propri ci siano solo le ganasce che assicurano la crocetta (naturalmente queste sono
fissate con delle viti).

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3.4.
Mastra e scassa
Sempre per il motivo che l’acqua corre
verso il basso, questi punti sono da
monitorare attentamente: non è raro
trovare marcescenza del legno a piede
d’albero o in corrispondenza dei cunei
della mastra. Nell’immagine a lato la cuffia
che copre la mastra è fortemente
macchiata, e forse varrebbe la pena
smontarla per vedere cosa succede.

3.5.
Testa d’albero
La testa d’albero non dovrebbe mai essere scoperta, perché il legno qui presenta le fibre
di testa, ed assorbe acqua molto rapidamente: è la ragione dell'esistenza della
formaggetta. Molti alberi di concezione recente hanno una ferramenta che incapsula
completamente la testa d’albero, e oltre a proteggere la parte superiore delle fibre
funge da supporto per le pulegge, che altrimenti eserciterebbero uno stress importante
sul legno.

3.6.
Bompressi
I bompressi sono molto soggetti a marcire in tre zone distinte:
1.
Alla varea, in corrispondenza
dell’attacco di strallo, briglia e venti
2.
Al collare di ancoraggio sulla prua
3.
Alla loro base
Sono tutte zone dove si trova della
ferramenta che copre il legno, e che
andrebbe rimossa periodicamente per
verificare lo stato del bompresso e procedere
alle riparazioni.
Fessurazioni in un bompresso

4.
Riparazioni
Se ancora siete innamorati degli alberi in legno, posso rivelarvi il principale vantaggio di
questo materiale: può essere riparato con risultati ottimi, e dopo una riparazione ritorna
in condizioni pari al nuovo. L’importante è intervenire rapidamente: salvo interventi di

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grossa entità si può ripristinare immediatamente ogni area di deterioramento della
vernice, anche in maniera provvisoria, e sostituire piccole zone ammalorate tagliando
degli inserti e sostituendoli con legno nuovo, preferibilmente della stessa essenza e con
le fibre orientate nella stessa direzione. Ma anche interventi maggiori possono essere
eseguiti con relativa semplicità, con l’albero a terra posato su banchi adatti e con un
numero di morsetti sufficienti a serrare i pezzi in lavorazione almeno ogni 30cm.
E per concludere qualche altra fotografia raccolta in giro per perizie:

Misurazione dell’umidità: il
Rina ammette umidità del
legno fino al 15% (il Lloyd’s
Register max 13%)

Macchie di umidità, sempre


in corrispondenza delle viti

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