1. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Fino al 2005:
• Leggi quadro: L1086/71 e L64/74
• Decreti attuativi: DM 16/01/96, (OPCM3274/03 e OPCM3431/05), NTC05
- Nessuna indicazione (e nessun obbligo) sul calcolo
- Poche prescrizioni, in taluni casi erronee
Per le strutture di particolare rilevanza (es. zona sismica, edifici strategici) veniva
richiesta una relazione di calcolo anche per le strutture in legno, alle tensioni
ammissibili, secondo le DIN 1052:88 e 96
Nel 2008:
• DM 14/01/08 e CIRC. 617/09 (Capp.4.4 , 7.7, 11.7)
• Nota: nel Cap. 12 del DM08 sono riportati ulteriori riferimenti tecnici
1. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Nel 2018:
• DM 17/01/18 :
- Cap. 4 «Costruzioni civili e industriali», § 4.4 «Costruzioni in legno»,
- Cap. 7 «Progettazione per azioni sismiche», §7.7 «Costruzioni in legno»,
- Cap. 11 «Materiali e prodotti ad uso strutturale», § 11.7 «Materiali e prodotti
a base di legno»)
- Cap. 12: ulteriori riferimenti tecnici (Eurocodice, Norme UNI, Istruzioni CNR...)
• UNI EN 1998-1:2005, Regole generali, azioni sismiche e regole per gli edifici
(Piazza et al., “Strutture in legno”, Hoepli) (Bernasconi et al., “Il materiale legno”, promolegno)
2. COSTRUZIONI DI LEGNO – STRUTTURA DEL MATERIALE
• La stabilità dimensionale assume un ruolo rilevante e può essere garantita se, in fase
di lavorazione, il legno possiede un’umidità che manterrà anche nel successivo
impiego.
3. COSTRUZIONI DI LEGNO – CARATTERISTICHE DEL MATERIALE
• L’ umidità percentuale del legno u è il rapporto tra la massa dell’acqua contenuta nel
campione di legno di cui si vuole determinare l’umidità (mu - m0) e quella dello stesso
campione allo stato anidro m0:
• Per determinare l’umidità del legno, esistono, a seconda del tipo di applicazione, un gran
numero di metodi diversi; tra cui:
- metodi diretti, secondo i quali il quantitativo di acqua contenuto nel campione di legno viene
completamente evacuato e misurato;
- metodi indiretti, che sfruttano come grandezza misurabile una proprietà del legno
dipendente dalla sua umidità utili soprattutto per il legno in opera
Nel legno fresco, ricavato dalla pianta appena abbattuta, il lume cellulare è pieno d’acqua
(dominio capillare di acqua libera), mentre nel periodo successivo all’abbattimento i lumi
cellulari del legno tagliato cominciano a svuotarsi per evaporazione: tale processo, in
ambienti a bassa umidità relativa, può progredire fino al completo svuotamento delle cellule,
ma anche oltre, come indicato dal proseguire della perdita di peso; in questo caso, il
processo di essiccazione coinvolge l’acqua che satura le pareti cellulari (dominio
igroscopico di acqua legata).
Rappresentazione
schematica dei
capillari e dei tessuti
legnosi in varie
condizioni di umidità
Umidità al di sopra del punto di saturazione (u > uS) Umidità sotto il punto di saturazione (u < uS)
acqua allo stato liquido nel lume delle cellule acqua adsorbita o desorbita solo dalle
(“acqua libera”). Variazioni di umidità in questo pareti cellulari (“acqua legata”). In questo
intervallo influenzano pochissimo le caratteristiche intervallo, l’acqua immagazzinata ha
fisico-meccaniche del legno un’influenza decisiva sulle caratteristiche
fisico-meccaniche del legno
• Per un impiego corretto del legno strutturale è fondamentale che esso sia soggetto ad un
processo di stagionatura atto a portarlo all’umidità media di equilibrio con l’ambiente in cui
saranno utilizzati i manufatti finiti.
NATURALE INDUSTRIALE
• u prossimo a umean previsto in esercizio • u pari a umean previsto in esercizio
Camere di essiccazione
Deposito in luogo areato, al riparo da pioggia e sole
Programmi ottimizzati e sorvegliati, quantitativi
Necessari tempi lunghi (settimane, mesi, stagioni…)
medio-grandi di elementi identici
Qualità finale dipendente dal tempo
Necessari tempi accettabili (giorni, settimane…)
4. COSTRUZIONI DI LEGNO – CARATTERISTICHE MECCANICHE
1. LEGNO NETTO:
L’organizzazione cellulare del legno è all’origine di una
marcata anisotropia delle sue proprietà meccaniche,
che si traduce in una marcata differenza dei valori di
resistenza e di rigidezza in funzione della direzione della
fibratura.
Caratteristiche meccaniche:
dettate dalla fibratura
Differenza tra prove sul materiale (provini di legno di dimensioni ridotte) e prove
sugli elementi strutturali (provini in dimensione strutturale)
La resistenza a trazione per le singole fibre di cellulosa è pari a circa 8000 N/mm²,
per il legno “privo di difetti” (detto anche legno “netto”) è di circa 100 N/mm²
mentre per il legno in dimensione strutturale è di un ordine di grandezza più piccolo.
Pertanto, in riferimento alle caratteristiche meccaniche delle fibre di cellulosa, solo una
parte del potenziale di questo materiale può essere sfruttata.
Nota: Le sezioni dei provini di legno di dimensione ridotte hanno dimensioni fino a 20 mm
x 20 mm. Nelle norme per le prove su campioni in dimensione strutturale, non sono
stabilite dimensioni fisse degli stessi; i valori caratteristici si riferiscono, tuttavia, a
larghezze o altezze di riferimento.
4. COSTRUZIONI DI LEGNO – CARATTERISTICHE MECCANICHE
Caratteristiche meccaniche:
- dettate dalla fibratura
Legno massiccio per costruzione: - struttura effettiva (“difetti”)
- dimensioni grandi
- “difetti” della struttura
• I valori nominali del legno privo di difetti non possono rappresentare, con sicurezza ed
affidabilità, il comportamento meccanico dei prodotti di legno per le costruzioni.
• Le cause delle differenze che si presentano nei provini in dimensione strutturale, caratterizzati
da forte dispersione delle proprietà, risiedono nei cosiddetti difetti della costituzione anatomica
dei tronchi (caratteristiche della crescita, es. i nodi) nonché nella lavorazione (es. la segagione
del legno tondo).
Le grandezze caratteristiche del legno come materiale da costruzione devono quindi essere
determinate su provini in dimensione strutturale
4. COSTRUZIONI DI LEGNO – CARATTERISTICHE MECCANICHE
(dalla presentazione del Prof. Bernasconi, “Progettazione delle strutture in legno, materiale e prodotti”, 2009)
2. Il tipo di sollecitazione
(trazione – compressione – flessione – taglio)
3. La specie legnosa
4. COSTRUZIONI DI LEGNO – CARATTERISTICHE MECCANICHE
Moduli
Tipo di sollecitazione Resistenza
elastici
flessione fm
parallela alla
(indice 0)
fibratura
compressione fc,0 E0
trazione ft,0
taglio fv G
perpendicolare
compressione fc,90
alla fibratura
(indice 90)
E90
trazione ft,90
1. Presenza di nodi
(deviazione della fibratura)
4. Deformazioni
(modifica della fibratura)
5. Tipo di taglio
(zona del midollo)
4. COSTRUZIONI DI LEGNO – CARATTERISTICHE MECCANICHE
1. Presenza di nodi
(www.sfera-group.it)
(www.sfera-group.it)
Inclinazione della fibratura
Un parametro direttamente correlato alla massa volumica del legno è la larghezza degli
anelli di accrescimento:
- nelle conifere, ad un aumento di ampiezza corrisponde una diminuzione della massa
volumica e della resistenza;
- nelle latifoglie, invece ad anelli ampi corrisponde una maggior percentuale di legno
tardivo, e quindi un materiale più pesante e più resistente.
Va comunque ricordato che, più importante della larghezza degli anelli è la loro regolarità:
tanto più essi sono regolari, più è pregiato il legno.
Anelli di crescita
(legnolegno.it)
Alcune anomalie nei segati sono inoltre imputabili alla presenza, nella pianta in piedi, di
tensioni interne, ovvero stati di coazione: nel piano radiale sono infatti presenti stati di
sollecitazione longitudinali, mentre nel piano trasversale sono presenti stati di
sollecitazione tangenziali e stati di trazione in direzione radiale.
La presenza di tali stati di sollecitazione interna causa spesso degli effetti indesiderati,
dal punto di vista tecnologico strutturale. Queste tensioni si liberano all’atto del taglio e
determinano inconvenienti nei segati, provocando deformazioni diverse da quelle dovute
all’anisotropia dei ritiri quali falcatura, arcuatura e cretti radiali.
Si può inoltre incorrere nella presenza di cipollature, ovvero separazioni parziali o totali tra
due anelli di accrescimento consecutivi che danneggiano in maniera grave, il materiale
affetto da questo difetto.
5. Tipo di taglio
(DM 17/01/2018)
Classificazione visiva
Per la classificazione visiva si applicano criteri visibili e riconoscibili senza l’uso di
apparecchi particolari:
- nodi;
- inclinazione delle fibre;
- ampiezza degli anelli di accrescimento;
- smussi;
-eventualmente posizione nel tronco o nella sezione.
Il principio della classificazione visiva si basa sul fatto che esiste una correlazione, più o
meno buona, tra i singoli criteri riconoscibili visivamente (per esempio la grandezza dei
nodi) e le caratteristiche meccaniche del materiale.
Classificazione visiva
I vantaggi della classificazione visiva sono:
- le prescrizioni e le regole di classificazione sono semplici e facili da mettere in pratica;
- l’applicazione senza l’ausilio di apparecchiature specifiche è possibile;
- in caso di esecuzione precisa e coscienziosa, la classificazione offre sufficienti garanzie di
affidabilità ed efficienza;
- una verifica ulteriore della classificazione di elementi già messi in opera è, in linea di
principio, possibile.
Classificazione meccanica
La classificazione meccanica permette di considerare anche criteri non analizzabili in
modo visivo, quali, ad esempio, la densità del materiale o il valore del modulo di elasticità.
Classificazione meccanica
Gli svantaggi della classificazione meccanica sono:
- l'impegno finanziario per l'acquisto, la messa in esercizio e l'omologazione di un impianto
di classificazione meccanica è molto importante. Gli impianti per la classificazione
meccanica, e il risultato della classificazione da essi ottenuta, devono essere sottoposti
regolarmente a controlli e verifiche sia interni allo stabilimento di produzione, sia esterni,
cioè ad opera di istituti appositamente accreditati;
- il risultato della classificazione, e in particolar modo dopo che gli elementi in questione
siano stati messi in opera, può essere ricostruito o controllato soltanto per mezzo di
impegnativi sistemi di controllo della qualità e protocollo delle procedure;
- il personale addetto alla gestione e all'esercizio della classificazione meccanica deve
essere istruito e qualificato secondo criteri ben definiti.
5. CLASSIFICAZIONE DEL LEGNO STRUTTURALE (DM08)
• Le norme EN prevedono una serie di profili prestazionali che prendono il nome di classi di resistenza tali classi
“svincolano” il progettista dalla scelta di una determinata specie legnosa (per quanto riguarda la resistenza)
UNI EN 14080:2013.
Strutture di legno –
Legno lamellare incollato
- Classi di resistenza e
(Piazza et al., “Strutture in legno”, Hoepli) determinazione dei valori
caratteristici
fibre di
legno
piallacci
MA: più aumenta il grado di scomposizione, più la fibra è soggetta a danni, con una
conseguente perdita di resistenza del materiale ottenuto e quindi dell’elemento costruttivo
con esso realizzato.
5. CLASSIFICAZIONE DEL LEGNO STRUTTURALE
Prodotti di tipo piano
Orientamento (Schickhofer et al., “Il prodotti del
legno per la costruzione”,
Si possono distinguere due tipi di elementi, stratificati e compensati promolegno)
• Negli elementi stratificati piani, i singoli elementi che costituiscono l’elemento piano sono
disposti con la direzione della fibratura parallela l’uno all’altro.
Gli elementi stratificati presentano un’elevata resistenza in direzione della fibratura, mentre la
resistenza e la rigidezza trasversalmente alla fibratura sono ridotte.
• Negli elementi piani di tipo compensati, una parte degli strati (di norma circa la metà
degli strati) è orientata in direzione perpendicolare alla fibra degli strati esterni. È però
possibile anche l’orientamento casuale della direzione della fibratura dei componenti dei
singoli strati.
In questo caso si subisce una perdita di resistenza e rigidezza nella direzione principale (che
in genere corrisponde all’orientamento degli strati esterni e/o alla direzione principale di
sollecitazione), ma d’altro canto si ottiene un elemento piano di forma notevolmente più
stabile.
La prima condizione è inderogabile e può essere definita come essenziale, garantendo una
resistenza sufficiente della struttura.
E d ≤ Rd
S = sollecitazione
R = resistenza
gR = coefficiente di sicurezza per la resistenza del materiale
gS = coefficiente di sicurezza per le azioni
Per quanto riguarda il materiale legno o i materiali a base di legno, occorre tener conto
essenzialmente dell'effetto sul comportamento:
• della durata dell'azione del carico
• dell'umidità del legno.
(tratto dalla lezione dell’ing. Andreolli, “Il calcolo delle strutture di legno”)
Classe di servizio 1
clima 20° / 65%
u≅12%
(tutti gli interni di abitazione)
Classe di servizio 2
clima 20° / 85%
u≅18%
(elementi protetti dall’azione diretta delle intemperie)
Classe di servizio 3
clima più umido che la classe 2
u>20%
(elementi “bagnati”, possibile degrado biologico)
Riferita alla situazione “normale” della costruzione: possibili avvenimenti eccezionali e limitati nel tempo non
influenzano l'assegnazione della classe di servizio
CIRC 21/01/2019
6. IL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN LEGNO
STATI LIMITE ULTIMI – Classi di durata del carico
Anche la durata dell'azione del carico influenza la resistenza del materiale.
nel caso di sollecitazioni molto elevate, si riscontra una diminuzione della resistenza del
materiale in caso di carichi di lunga durata.
(Bernasconi et al., “Il calcolo degli elementi delle strutture di legno”, promolegno)
Nelle NTC 2018:
vento medio: azione di breve durata
vento di picco: azione istantanea
In caso di combinazioni di carichi di durata differente ci si riferirà al carico con la durata più
breve per la determinazione della classe di durata della combinazione.
Sono infatti le sollecitazioni più elevate a causare il danneggiamento e quindi la rottura del
materiale: queste sollecitazioni estreme sono presenti soltanto durante l'azione contemporanea
di tutti i carichi previsti dalla combinazione considerata, che si verifica soltanto durante un lasso
di tempo pari alla durata dell'azione di più breve durata fra quelle contenute nella combinazione
considerata.
6. IL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN LEGNO
STATI LIMITE ULTIMI – Classi di durata del carico (DM18+circ. 2019)
UNI EN 14080:2013
Legno lamellare incollato omogeneo e composito - Classi di resistenza
6. IL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN LEGNO
STATI LIMITE ULTIMI – RESISTENZA DI CALCOLO
Esempio di calcolo del valore di resistenza a flessione:
- materiale: lamellare incollato, classe GL24h
- carichi: peso proprio e neve classe del carico neve “determinante” (breve durata)
- condizioni: elemento protetto dalle intemperie classe di servizio 2
k mod f m, k
f m, d
gM
0.9 24
f m,d 14.9 MPa
1.45
(Bernasconi et al., “Il calcolo degli elementi delle strutture di legno”, promolegno)
Tensioni di trazione perpendicolare alla fibratura nella zona d’apice di una trave rastremata
e in una trave curva soggetta a momento positivo.
(tratto dalla lezione dell’ing. Andreolli, “Il calcolo delle strutture di legno”)
6. IL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN LEGNO
STATI LIMITE ULTIMI – VERIFICHE DI RESISTENZA
2. Trazione perpendicolare alla fibratura
0.2
V
t ,90,d f t ,90,d 0
V
(Bernasconi et al., “Il calcolo degli elementi delle strutture di legno”, promolegno)
6. IL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN LEGNO
STATI LIMITE ULTIMI – VERIFICHE DI RESISTENZA
3. Compressione parallela alla fibratura
(Bernasconi et al., “Il calcolo degli elementi delle strutture di legno”, promolegno)
Nota: In questo caso non si tiene conto delle riduzioni della sezione, in quanto la
trasmissione della compressione è normalmente possibile per semplice contatto verso i
connettori o altri elementi: gli intagli e i fori hanno quindi un effetto molto meno sfavorevole
che nel caso della trazione.
Inoltre il comportamento decisamente meno fragile del materiale permette una migliore
ridistribuzione degli sforzi all'interno della sezione in prossimità delle eventuali riduzioni
della sezione.
La verifica avviene quindi sulla base dell'area cosiddetta lorda della sezione.
Nd
c , 0 ,d
A LORDA
(Bernasconi et al., “Il calcolo degli elementi delle strutture di legno”, promolegno)
6. IL CALCOLO DELLE STRUTTURE IN LEGNO
STATI LIMITE ULTIMI – VERIFICHE DI RESISTENZA
4. Compressione perpendicolare alla fibratura
(Bernasconi et al., “Il calcolo degli elementi delle strutture di legno”, promolegno)
Campione confinato
(solo una parte è caricata; le
fibre adiacenti collaborano al
meccanismo resistente)
≤ fm,d
(Bernasconi et al., “Il calcolo degli elementi delle strutture di legno”, promolegno)
Nel caso di una trave semplice la sollecitazione alla flessione maggiore sarà nella sezione
centrale, mentre lo sforzo di taglio maggiore sarà in prossimità degli appoggi.
Nel caso invece di una trave su più appoggi, spesso le sezioni trasversali in prossimità
degli appoggi intermedi sono sollecitate dal momento flettente massimo e dallo sforzo di
taglio massimo.
Le verifiche a flessione e a taglio avvengono però sempre in modo indipendente, anche se
la sezione determinate è la medesima in entrambi i casi
(Bernasconi et al., “Il calcolo degli elementi delle strutture di legno”, promolegno)
8. Pressoflessione
per sezioni
rettangolari
(Bernasconi et al., “Il calcolo degli elementi delle strutture di legno”, promolegno)
110
112
113
BIBLIOGRAFIA