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progettazione di edifici con strutture portanti in legno

21 ottobre 2011

durabilità
2

arch. m.sc. andrea zanchetta


progettazione di edifici con strutture portanti in legno
21 ottobre 2011

UNI EN 335: Definizione delle classi di utilizzo

La durabilità naturale di una specie legnosa non può essere


dissociata dal suo impiego, infatti una specie legnosa può essere
resistente in una data situazione ma subire gravi danni quando le
situazioni della messa in opera sono più severe.

UNI EN 335: Durabilità del legno e dei prodotti a base di legno.


Definizione delle classi di utilizzo.
Parte 1: Generalità
Definizione delle classi di rischio di attacco biologico.
Parte 2: Applicazione al legno massiccio
Parte 3: Applicazione ai pannelli a base di legno

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classe di utilizzo 1

clima 20° / 65%


ugl = ~ 12 %

tutti gli interni di abitazione

Rischio non presente:


nessuno sviluppo di funghi,
legno "secco"

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classe di utilizzo 2

clima 20° / 85%


ugl = ~ 20 %

elementi completamente
protetti dal contatto diretto
con l'acqua
(ugl > 20% occasionalmente possibile)

Rischio potenziale possibile:


salvo incidenti, nessun rischio
legno ancora sufficientemente
"secco"
di regola nessuna misura
particolare necessaria

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classe di utilizzo 3

clima più umido che la classe 2


ugl > 20 %

elementi a contatto con l'acqua


degrado biologico "possibile“

Rischio esistente e accettato:


durata di vita limitata
misure di protezione necessarie

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classe di utilizzo 4

contatto con acqua e terreno


ugl > 20 %

elementi "bagnati"
degrado biologico "assicurato"

Rischio particolare:
durata di vita limitata
concezione speciale necessaria
situazione non normale
nell'edilizia

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classe di utilizzo 5

contatto con l'acqua marina


ugl >> 20 %

elementi "bagnati“

Rischio particolare:
durata di vita limitata
concezione speciale necessaria
situazione non normale
nell'edilizia

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classi di utilizzo

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Normativa Europea sulla Durabilità del legno e dei


prodotti a base di legno.

UNI EN 350‐1:1996 Guida ai principi di prova e classificazione della


durabilità naturale del legno.
UNI EN 350‐2:1996 - Guida alla durabilità naturale e traspirabilità di
specie legnose scelte di importanza in Europa.
UNI CEN/TS 15083‐1:2005 Durabilità del legno e dei prodotti a base
di legno ‐ Determinazione della durabilità naturale del legno massiccio
contro i funghi xilofagi, metodi di prova ‐ Parte 1: Basidiomiceti
UNI CEN/TS 15083‐2:2005 Durabilità del legno e dei prodotti a base
di legno ‐ Determinazione della durabilità naturale del legno massiccio
contro i funghi xilofagi, metodi di prova ‐ Parte 2: Microrganismi della
carie soffice

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durabilità naturale e trattabilità di alcune specie legnose


più comunemente usate (UNI EN 350/2)

legenda

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classi di durabilità

abete rosso 4 frassino 5

abete bianco 4 larice 3-4

acero 5 noce 3

betulla 5 olmo 4

castagno 1-2 pino 4

cerro 4 pioppo 5

ciliegio 3 quercia 2

abete di douglas 3-4 robinia 1-2

faggio 5 rovere 2

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Pannelli a base legno

• Pannello di legno compensato costituita da un insieme di strati di


sfogliata e con direzione della fibratura ad angolo retto.
Impieghi: rinforzi e irrigidimento per pareti, solai e coperture,
distribuzione dei carichi perpendicolari al piano di pannello
utilizzati nella classe di servizio 1, 2 e 3

• Pannello di scaglie di legno orientate (OSB) o non orientate


(waferboard) incollate per pressatura a caldo ed utilizzo di
adesivi. Impieghi: tamponature d‘irrigidimento per pareti, solai e
coperture, solai scatolari prefabbricati (“multibox“)
utilizzati nella classe di servizio 1 e 2

• Pannelli di particelle (truciolare): prodotti da trucioli di legno


compattati in presse continue, i trucioli sono prevalentemente
paralleli al piano del pannello. Impieghi: lastre d‘irrigidimento
per pareti, solai e coperture, distribuzione dei carichi
perpendicolari al piano del pannello
prevalentemente utilizzati nella classe di servizio 1 e 2

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Pannelli a base legno

• Pannelli di fibre ottenuti da scaglie di legno sfibrate ottenute con


procedimento a secco o per via umida (MDF).
processo “a secco“ con colla: MDF (medio-denso)
processo “umido“ con acqua e ad alta temperatura
utilizzati nella classe di servizio 1 e 2

• Pannelli in legno cemento prodotti da lana di legno con leganti


minerali e pressati - 65% fibre di abete e 35% leganti minerali
(cemento portland o magnesite).
Impieghi: isolamento termico e acustico, protezione antincendio,
rivestimenti interni ed esterni
utilizzati nella classe di servizio 1, 2 e 3

• Pannelli (LVL, Kerto®) prodotti da strati di piallaccio incollati con


le fibre parallele (Kerto, LVL). Omogeneizzazione del materiale
con 9 e più strati con spessore di ca. 3 mm. Spessore totale: da
27 a 75 mm (Kerto®) e da 44 a 89 mm (Microllam®)
Impieghi: rinforzi e irrigidimento per pareti, solai e coperture,
utilizzati nella classe di servizio 1, 2 e 3

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Pannelli a base legno

Generalmente l’impiego dei pannelli è previsto nella classi di utilizzo 1‐2‐3.


Attualmente non sono fabbricati pannelli di particelle di legno e pannelli OSB
per classi di utilizzo 4 e 5 (EN 335‐3: 1998).

I pannelli di compensato e quelli di fibre di legno se adeguatamente progettati


(aggiunta preservanti, specie legnose durabili) possono essere utilizzati per la
classe 4.

I pannelli a base di legno cemento non presentano rischi di attacco da parte


degli organismi che degradano il legno per la presenza di cemento.

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UNI CEN /TS 1099 - Pannelli di legno compensato:


durabilità biologica: guida per la valutazione per impiego
nelle diverse classi di rischio

La durabilità del pannello dipende dalla specie utilizzata e se sono


utilizzate più specie legnose la durabilità del pannello è determinata
dalla specie meno durabile

La durabilità biologica del legno usato nel pannello può essere


migliorata dalla colla che penetra maggiormente nell’alburno e quanto
più sottili sono i fogli del pannello.

Alcune colle hanno proprietà biocide e possono influenzare la


durabilità dei pannelli. Le colle possono inoltre fare da barriera per gli
insetti per il passaggio da uno strato all’altro.

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durabilità pannelli a base di legno

Durata in Durata in Laboratorio 16


servizio servizio sett. in accordo
Classe di durabilità
Condizioni Condizioni EN 113 (%
temperate (anni) tropicali (anni) perdita di massa)

1- molto durabile >25 >10 <1


2- durabile 15-25 5-10 1-5
3- moderatamente
10-15 - 5-10
durabile
4- poco durabile 5-10 2-5 10-30
5- non durabile <5 <2 >30

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TRATTAMENTI DEL LEGNO

I trattamenti preservanti per il legno possono essere distinti in:

Trattamenti preventivi
Sono applicati sul legno sano prima dalla sua utilizzazione per evitare
che esso sia attaccato da organismi xilofagi.

Trattamenti curativi
Sono applicati sul legno attaccato per distruggere gli organismi xilofagi
già presenti sul legno.

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DURABILITÀ CONFERITA

• Un trattamento preservante viene applicato al legno quando la sua


durabilità naturale nelle condizioni di impiego non è sufficiente a
proteggerlo dall’attacco da parte degli organismi degradatori del
legno.

• La scelta del tipo di preservante, la sua concentrazione, la


metodologia di applicazione, dipendono dalla classe di utilizzo (UNI
EN 335: 2006).

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UNI EN 599 requisiti prestazionali dei preservanti

Per ogni classe di rischio sono indicati i test biologici per valutare
l’efficacia, la ritenzione massima richiesta, la classe di penetrazione
richiesta.

Un trattamento preservante e definito da:


• Efficacia del prodotto preservante nei riguardi di singoli organismi
xilofagi.
• Ritenzione del prodotto preservante nel legno (espresse in g/m2 o
Kg/m3).
• Profondità di penetrazione del prodotto preservante nel legno.

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CLASSIFICAZIONE DELL’IMPREGNABILITÀ DEL LEGNO (UNI


EN 350/1)
Classe di
Descrizione Spiegazione
impregnabilità
Facile da impregnare; I segati possono venire penetrati
1 IMPREGNABILE completamente senza difficoltà mediante trattamento a
pressione.
Abbastanza facile da impregnare; normalmente non é
possibile una penetrazione completa, ma con un
MODERATAMENTE
2 trattamento a pressione di 2-3 ore si può
IMPREGNABILE raggiungere una penetrazione laterale di 6mm nelle
conifere e di una ampia proporzione dei vasi nelle latifoglie.
Difficile da impregnare, un trattamento a pressione da 3 a 4
3 POCO IMPREGNABILE ore permette al pin) una penetrazione laterale compresa
tra 3 mm e 6 mm.

Virtualmente impossibile da impregnare, scarsa quantità di


4 NON IMPREGNABILE preservante assorbita anche dopo 3-4 ore di impregnazione
a pressione; penetrazione laterale e longitudinale minima

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PENETRAZIONE DEL PRESERVANTE - UNI EN 351-1: 2007

Classe di Specie Classe di Requisito di penetrazione


utilizzo legnosa penetrazione
1 tutte NP1 nessuno

2 tutte NP1 nessuno


3 mm di alburno nelle facce
resistente NP2
laterali
3
6 mm di alburno nelle facce
permeabile NP3
laterali
3 mm di alburno nelle facce
resistente NP3
laterali
4 NP4 (legno tondo) 25 mm di alburno
permeabile
NP5 Tutto l’alburno
Tutto l’alburno e 6 mm di
5 permeabile NP6
durame

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classificazione ed etichettatura dei preservanti del legno


(UNI EN 599-2)

• Nome del prodotto


• Deve essere indicata la EN 599
• classe di rischio (1-5)
• procedura di applicazione (s = superficiale, p = impregnazione;
sp = entrambi i tipi)
• tipo di legno (conifera, latifoglia , entrambi)
• Se usato con finitura o no
• Efficacia biologica supplementare
• valore critico (g/m2 opp. kg/m3)
• Dosaggio indicato dal produttore

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Procedimento decisionale
Classe di utilizzo EN 335
legno in opera Classe durabilità EN 350
Classe di impregnabilità EN 350

Verifica adeguatezza
trattamento Classe di durabilità e
no
necessario Classe di impiego EN 460

Verifica requisiti ritenzione e


Utilizzo del
penetrazione EN 351 si legno
Verifica requisiti prestazionali EN 599

legno non
no utilizzabile

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situazione europea degli ultimi decenni

Utilizzo di specie legnose tropicali molto durabili nell’industria del


legno per la costruzione di infissi, elementi strutturali a contatto con
suolo e acqua
• Maggiore durabilità (pochi
nodi, fessurazioni, deviazioni
della fibratura, ecc) buona qualità
del legno
• Diradamento delle foreste
pluviali e tropicali

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situazione europea degli ultimi decenni

Incremento dell’ utilizzo delle risorse autoctone dell’emisfero


settentrionale come pini, abeti, larici.

• Incremento dell’utilizzo delle risorse locali


• moderata o bassa durabilità
• necessità di un trattamento
• preservante per utilizzo in ambiente molto umido ed a contatto con
il suolo
• uso di preservanti non ecocompatibili (CCA*, Creosoti, CCB, F, Zn)

*Chromated Copper Arsenate: arsenocromato di rame, noto anche con il nome commerciale di
Tanalith

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trattamenti chimici

i preservanti chimici possono essere classificati come

• prodotti oleosi (creosoto)

• prodotti in soluzione acquosa

• prodotti in solventi organici

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creosoto

L’uso del creosoto é limitato a legni trattati in impianti industriali


immessi sul marcato per la prima volta e ritrattati in situ da applicatori
professionali.

L’uso è consentito per:


paleria per linee elettriche o telefoniche, traversine ferroviarie, pali
della viabilità in mare, usi agricoli (palizzata o supporti per alberi).

L’uso é proibito per:


legno destinato ad arredo urbano, edifici, giochi per giardini,
imballaggi che possono andare in contatto con materia prima o
prodotti finiti destinati al consumo umano o animale.

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prodotti in soluzione acquosa

I prodotti in soluzione acquosa sono principalmente costituiti da sali


di metalli.
Vantaggi
Non hanno odori sgradevoli
le superfici del legno trattato sono pulite
II legno può essere verniciato
sono facilmente trasportabili essendo sotto forma di paste o polveri
da diluire al momento dell'uso.
Si possono combinare con ritardanti di fiamma
Svantaggi
Possono essere dilavati nel terreno
II legno deve essere essiccato dopo il trattamento

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applicazione di preservanti preventivi

le metodologie di applicazione dei preservanti del legno si dividono in:

metodi che richiedono l’utilizzo di pressione

metodi che non richiedono l’utilizzo di pressione

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applicazione di preservanti preventivi

le metodologie di applicazione dei preservanti del legno si dividono in:

metodi che richiedono l’utilizzo di pressione


• a cellule piene
• a cellule vuote
• a bassa pressione

metodi che non richiedono l’utilizzo di pressione


• a pennello o a spruzzo
• a pioggia o nebulizzazione
• trattamenti per immersione (sostituito dal metodo a bassa pressione)
• trattamenti per diffusione

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nuovi orientamenti della ricerca europea per preservanti


per legno

trattamenti termici del legno

trattamenti oleotermici con oli vegetali

(modificazione chimica del legno)

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trattamenti termici in Europa

Trattamento del legno effettuato ad elevate temperature (160-240 °C).


Durante questo processo il legno subisce una modificazione chimica
dei componenti la parete cellulare. I differenti processi termici
differiscono per la tecnologia utilizzata e per le temperature
raggiunte.

Plato Process , Olanda


Retification process, NOW, France
Thermo Wood Process, Finland
Stellac Treatment Finlandia

Produzione in Europa nel 2001: 165000 m3


Applicazioni: finestre, rivestimenti esterni, arredo per parchi gioco, sauna, parquet.

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THERMOWOOD

il legno viene riscaldato gradualmente


fino a temperatura prossima ai 220°C
gradi centigradi. Nella prima fase del
procedimento viene trattato col vapore
acqueo influenzando il corso dei
processi chimici del legno.

Fase 1 Essiccazione sotto calore e vapore acqueo


(100°C)
Fase 2 Trattamento termico (185- 215°C, 2 - 3 ore)
Fase 3 Raffreddamento a 80- 90 °C e
condizionamento fino ad un umidità del legno del
4- 7%

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modificazioni indotte dai processi termici


• Cambiamento del colore (non stabile
agli UV)
• Riduzione delle variazioni
dimensionali
• Incremento della durabilità naturale
del legno: specie non durabili possono
raggiungere classe di durabilità 1-3
• in accordo alla EN 113, ma il legno
non può essere usato a contatto con il
terreno, (classe di rischio di attacco
biologico 4, EN 335)
• Variazione delle caratteristiche
meccaniche: riduzione della resistenza a
flessione

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nuovi orientamenti della ricerca europea per preservanti


per legno

trattamenti oleotermici con oli vegetali: Questa tecnica consiste


nell’immergere l’elemento in legno in oli di origine vegetale (olio di
arachidi, oli di lino ecc.) scaldati a temperatura intorno ai 160° C;
questo permette di conferire al legno caratteristiche idrofobiche per
renderlo stabile dal punto di vista dimensionale limitando lo sviluppo
di fessurazioni da ritiro ed il dilavamento dei tannini necessari per
mantenere inalterata la sua durabilità naturale nel tempo.

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