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Recupero di edifici di inizio

Novecento: i migliori
materiali di finitura e
coibenti
Quali sono i materiali di finitura e gli strati coibenti più
utilizzati nelle architetture storiche di inizio Novecento?
Quali le loro caratteristiche utili da conoscere per
realizzare interventi di recupero edilizio?
Sono proprie dei primi decenni del Novecento la ricerca, la
sperimentazione, l’importazione e la produzione di nuovi
materiali per le opere di completamento e finitura. Vediamo
una panoramica dei materiali più utilizzati e le loro
caratteristiche.

Intonaci
Tra gli intonaci più impiegati nei manufatti dell’architettura
moderna vi sono il Terranova, il Pietranova e il Silinto.
L’intonaco Terranova ha gradatamente sostituito il paramento
lapideo. È un intonaco premiscelato in polvere e pigmentato
per ottenere una vasta gamma di colori, è costituito da
silicati pietrificanti e pigmenti naturali, con tre differenti
tipi di granulometria (fine, media e grossa, aggregata in modo
omogeneo o variabile), impastati con cementi di vario tipo.
Negli anni Trenta è importato dalla Germania. Ha
caratteristiche di durezza e di leggerezza. Ciò è
indispensabile per essere steso con un elevato spessore al
fine di rivestire le lastre sottili dei pannelli di supporto.
Il forte potere coesivo lo rende resistente alle intemperie e
al gelo, anche grazie alle fibre minerali che lo armano e che
rendono la massa meno geliva. L’intonaco, a granulometria
costante, può essere strollato, steso a spruzzo o lamato.

Leggi anche: Edifici storici e terremoti: come verificare il


comportamento sismico di una muratura?

Prodotti in fibra di amianto


Per le sue elevate prestazioni isolanti, la fibra di amianto a
trovato numerose applicazioni e una grande diffusione nei
primi decenni del Novecento: nelle lastre per pannelli di
rivestimento, nei manti di copertura, in tubazioni e
condutture, nelle miscele di malte di intonaci per l’alto
potere isolante e fonoassorbente o come sottofondo per
pavimentazioni, in pannelli per il supporto di opere
pittoriche…
L’intervento di bonifica di elementi in amianto, di cui oggi è
ormai nota la nocività, può essere attuato con incapsulamento
tramite verniciatura, per confinamento con l’inserimento di
una barriera a tenuta, o con la rimozione. Occorre valutare
caso per caso l’intervento più idoneo.

Approfondimenti

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I derivati del legno
Il legno e i prodotti derivati del legno hanno trovato un
largo impiego sia come elementi isolanti termici e acustici
nelle pareti o come sottofondi di pavimentazioni, sia come
elementi di finitura o decorazione, sia come casseforme a
perdere nelle nuove costruzioni in cemento armato.
Oltre al compensato, hanno avuto grande diffusione lastre e
pannelli realizzati con fibre di legno, ottenute tramite il
processo di sfibratura e ricomposte con colle o materiali
cementanti. Tra esse lastre in Cel-Bes, Celotex, faesite,
masonite, o ancora Eraclit, Populit, Durisol.
La durabilità e i fenomeni di degrado sono gli stessi del
legno naturale. Si consideri tuttavia una maggiore fragilità
del materiale dovuta anche allo spessore minore.

Linoleum
Il linoleum ha trovato la sua massima applicazione nelle
pavimentazioni, anche con imitazione dei commessi marmorei, e
nei rivestimenti parietali. È un materiale naturale, derivato
dal processo di ossidazione dell’olio di lino da cui si ricava
un materiale gommoso additivato con resine naturali, e
successivamente miscelato con farine di sughero e legno. La
calandratura su supporto di tela di iuta consente la
realizzazione di teli e formelle. Il prodotto viene poi
stagionato.
Perché il linoleum risulti duraturo nel tempo, occorre
effettuare pulizie periodiche. Eventuali teli o pezzi
deteriorati possono essere facilmente sostituiti, anche con
elementi reperibili sul mercato attuale.
Pannello isolante (Disegno da G. Carbonara, Restauro architettonico, vol. 10, UTET,
Torino, 2008)

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