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Modulo “Calcolo” delle strutture in legno

Coperture in zona sismica


Giorgio Bignotti

Introduzione.
Nei paesi caratterizzati da una elevata attività sismica come la California (ma anche in tutto il resto degli Stati
Uniti ed in Canada) è opinione comune che il legno sia un materiale particolarmente appropriato per
realizzare strutture in grado di resistere ai terremoti.

Il legno come materiale da costruzione e le strutture in legno in generale sono dotate di alcune
caratteristiche intrinseche che ne rendono non solo adatto, ma addirittura consigliabile l’impiego in zona
sismica.
Sarebbe però semplicistico ed inesatto affermare che tutte le costruzioni in legno hanno un buon
comportamento nei confronti dell’azione di un sisma. Occorre distinguere fra le varie tipologie, i differenti
sistemi di giunzione, le condizioni di carico.

Alcune caratteristiche fondamentali sono però in comune a tutte le costruzioni in legno.

Leggerezza
Le strutture in legno, specie se confrontate con le strutture tradizionali realizzate in cemento armato, sono di
gran lunga più leggere e pertanto le sollecitazioni indotte dall’azione sismica sono notevolmente inferiori.
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Ad esempio il legno lamellare di conifera ha un peso specifico intorno ai 500 kg/m . Questo significa che il
rapporto resistenza/peso specifico è simile a quello dell'acciaio. Quello del cemento armato è invece circa 5
volte inferiore.
La combinazione di ottime prestazioni meccaniche e di masse ridotte sono senza dubbio il vero
lasciapassare per il legno in zona sismica.

Deformabilità
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Il valore medio del modulo elastico del legno lamellare parallelamente alla fibratura è di circa 11000 N/mm .
Il valore piuttosto contenuto comporta bassi valori di rigidezza che si potrebbero tradurre in un aumento del
periodo proprio di oscillazione e, quindi, in una minore suscettibilità della struttura nei confronti dell’azione
sismica. Ciò è vero per strutture che si sviluppano in altezza. In realtà le strutture in legno sono quasi
sempre di altezza limitata ed il periodo proprio è solitamente inferiore a 0.4 s per cui, in genere, la flessibilità
delle strutture non si traduce in una riduzione delle azioni sismiche.

Resistenza
La resistenza del legno in dimensioni strutturali (in direzione parallela alle fibre) è paragonabile a quella del
calcestruzzo, ma in più è presente anche a trazione. Il comportamento a trazione è però caratterizzato da
rottura fragile, aspetto che potrebbe far sorgere qualche perplessità circa il buon comportamento delle
strutture lignee in zona sismica. In realtà ciò viene superato attraverso l’utilizzo di elementi meccanici di
collegamento, i quali, avendo un buon comportamento plastico, permettono un certo grado di duttilità a tutto
l’organismo strutturale. In particolare le nuova normativa sismica introduce il fattore di struttura “q” indice
della capacità della costruzione di dissipare energia. Maggiore è il fattore “q”, minori sono le azioni sismiche
convenzionali di progetto da adottare nelle verifiche.

La situazione normativa per le costruzioni di legno in Italia

L’attuale situazione normativa per le strutture lignee soffre, nel nostro paese, del lungo periodo di scarsa
considerazione di questo materiale da costruzione. Dal dopoguerra agli anni ’80 l’attenzione del mondo
accademico ha privilegiato altri materiali (cemento armato, acciaio, muratura). A questa lacuna si aggiunge,
negli ultimi tempi, una fase caotica di revisione piuttosto affrettata della “vecchia” normativa sismica
nazionale (tuttora in vigore fino ad aprile 2005).
La “vecchia” norma sismica nazionale (D. M. LL.PP. 16/01/1996 n.11951 “Norme tecniche per le costruzioni
in zone sismiche”) ammetteva tra i sistemi costruttivi gli edifici a “struttura di legno” (punto C.1), ma oltre a
questo “riconoscimento” non poteva dare reali indicazioni e prescrizioni mancando la norma nazionale per le
strutture lignee .

Tutto questo ha portato in passato i progettisti che hanno utilizzato il legno in zona sismica a trovare
difficoltà, se non addirittura in taluni casi vera e propria diffidenza, da parte dei tecnici di alcuni Uffici del
Genio Civile (o Uffici Regionali per la Tutela del Territorio) anche se il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
si è espresso in proposito più volte ribadendo l’opportunità di redarre i progetti esecutivi secondo normative
tecniche ufficiali europee di comprovata validità.

In effetti, con molto buonsenso e con l’approvazione del CSLLPP, si è operato negli ultimi decenni in Italia
facendo riferimento alla normativa nazionale per i carichi e sovraccarichi, utilizzando invece per le verifiche
strutturali la norma tedesca DIN 1052 per le costruzioni in legno (versione alle tensioni ammissibili).

Per i carichi dovuti al sisma si è ovviamente fatto riferimento a quelli indicati dalla (ormai vecchia) norma per
le zone sismiche D. M. LL.PP. 16/01/1996 n.11951. Ora con la nuova norma sismica di recente
pubblicazione (Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3274 del 20 Marzo 2003) la cui entrata
in vigore è stata prorogata a Pasqua 2005, l’impostazione diviene quella più moderna dell’Eurocodice 8, da
cui l’Ordinanza trae i criteri generali di progettazione.

Tuttavia nonostante che tra i sistemi costruttivi ammessi per le zone sismiche trovino posto anche gli edifici a
“struttura di legno”, e ancora più, nonostante che riguardo alle limitazioni in altezza nelle varie zona sismiche
nessuna limitazione sia prevista per le strutture in legno lamellare, mancano totalmente nell’Ordinanza
versione 2003 le indicazioni progettuali per le strutture di legno. La motivazione è stata che mancando la
normativa per le costruzioni in zona non sismica non si potevano evidentemente dare indicazioni per la zona
sismica!

Infatti al punto 9 relativo agli Edifici con struttura di legno, si dice che “Le norme relative agli edifici con
struttura in legno verranno prodotte successivamente alla emanazione delle corrispondenti norme relative
alle combinazioni di carico non sismiche”.

La Norma Italiana per le COstruzioni di LEgno (N.I.CO.LE), è attualmente in attesa di pubblicazione da parte
del Ministero dei Lavori Pubblici dopo la conclusione della fase di indagine pubblica. La N.I.CO.LE , come
altre norme nazionali europee di recente pubblicazione, si ispira all’ Eurocodice 5.
Nel frattempo, nel settembre 2004, il Dipartimento della Protezione Civile ha proposto delle modifiche all’
Ordinanza 3274 del 2003. Il testo modificato (scaricabile dal sito www.rete.toscana.it/sett/pta/sismica
insieme ad altri interessanti documenti sulla normativa) introduce, quasi per miracolo, anche il capitolo 9
contenente le prescrizioni relative alle strutture in legno in zona sismica. Purtroppo il normatore aggiunge
che le suddette prescrizioni sono da intendersi quali integrazioni, per le strutture in legno in zona sismica,
alle norme italiane quando disponibili. Quindi in teoria, le prescrizioni suddette sono ancora inapplicabili!

Per fortuna, un'altra versione del Capitolo 9, trasmessami dal prof. Maurizio Piazza (nonostante sia identica
alla versione sopra citata eccetto che per la seconda riga del sottoparagrafo 9.1.1.) affianca alle norme
italiane anche l’Eurocodice 5 (EN 1995).

La primavera 2005 potrebbe poi portarci, oltre alla bella stagione, anche il Testo Unico in materia di
normativa per le costruzioni. Nel frattempo dobbiamo riferirci all’Ordinanza e alle successive modifiche ed
integrazioni del 9-9-04. Occorre, specie in questa fase transitoria, usare i riferimenti normativi con una buona
dose di buon senso. Del resto i progettisti del legno hanno dovuto comportarsi così anche in passato, per
integrare opportunamente quanto non disponibile o lacunoso.

In pratica, per il tecnico che si trovi prossimamente ad affrontare la progettazione di un edificio a struttura di
legno in zona sismica, i riferimenti normativi oggi più completi sono:

Per le azioni sismiche L’Ordinanza 3274 del 2003 (con successive modifiche 2004) e l’Eurocodice 8 (ENV
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1998: "Eurocodice 8 – Indicazioni progettuali per la resistenza sismica delle strutture”) , nella parte 1.3 –
Paragrafo 4, riguardante le regole specifiche per gli edifici di legno.
Per le verifiche strutturali la nuova DIN 1052 (agli stati limite; molto vicina all’ EC5) e l’Eurocodice 5 (EN
1995:). Per quest’ ultima norma europea, ora in versione definitiva, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
sta mettendo appunto il “DAN” documento di applicazione nazionale.

Le azioni sismiche secondo l’Ordinanza 3274

L’Ordinanza 3274 raggruppa le nuove norme relative alle costruzioni in zona sismica definendo i criteri
generali per il calcolo dell’azione sismica e per la progettazione degli edifici realizzati nei 7 sistemi seguenti:
strutture in cemento armato, acciaio, miste acciaio-c.a., muratura, legno, edifici isolati, edifici esistenti. Come
già accennato per le strutture in legno le indicazioni progettuali specifiche per la zona sismica (Cap. 9) sono
presenti nella versione modificata del 2004. L’impostazione dell’Ordinanza, come pure quella del suddetto
capitolo 9, è comunque in sintonia con quella dell’Eurocodice 8.

La valutazione delle azioni sismiche ha approcci differenti secondo la vecchia e la nuova normativa. La
vecchia, per strutture con periodo proprio maggiore di 0.8 s, dava come spettro di progetto (denominato
coefficiente di risposta) il valore (S-2)/100 con S grado di sismicità variabile per le differenti zone sismiche da
6 a 12. Il coefficiente β (denominato coefficiente di struttura), amplificava l’azione sismica in funzione della
tipologia strutturale e aveva significato vagamente simile al valore di 1/q della nuova normativa. Le azioni
orizzontali equivalenti (a meno del coefficiente I) erano al più il 15% delle masse presenti.

Per le nuove normative (Ordinanza e Eurocodice) lo spettro di risposta ridotto Sd (detto spettro di progetto)
utile per verificare le strutture con l’analisi lineare, si ottiene dallo spettro di risposta elastico S e ridotto del
fattore q (legato alla duttilità della costruzione). Lo spettro elastico S e (nel suo valore massimo e per suoli di
tipo A) è pari a 2.5ag con ag accelerazione orizzontale massima variabile per le differenti zone sismiche da
0.05g a 0.35g. Questo approccio serve a far si che la struttura sia in grado di sopportare in regime elastico il
terremoto di progetto avente periodo di ritorno paragonabile alla vita nominale della struttura stessa e che
inoltre possegga sufficienti riserve di resistenza, oltre il limite elastico (comportamento duttile), per superare
senza crolli un terremoto avente periodo di ritorno di circa 500 anni (verifica allo SLU). L’entità delle azioni
orizzontali in gioco è notevole specialmente per le strutture poco dissipative: Ipotizzando un fattore q=1.5 si
ottiene un valore dell’azione orizzontale equivalente fino al 60% dei carichi verticali presenti.

Criteri generali di progettazione in zona sismica secondo l’Eurocodice 8 e secondo l’Ordinanza 3274
+ successive integrazioni

L’attitudine di una struttura a sviluppare deformazioni plastiche nei suoi elementi strutturali e di dissipare
energia senza arrivare alla rottura è una parte essenziale della sua capacità di resistere alle azioni sismiche.
Gli elementi strutturali in legno hanno in genere un comportamento lineare elastico sino alla rottura, che
specialmente per le zone tese è di tipo fragile. In questo caso non c’è alcuna dissipazione di energia, ad
eccezione di alcune porzioni con compressione ortogonale alla fibratura. I giunti incollati hanno anche loro
un comportamento elastico, e non contribuiscono né al comportamento plastico della struttura né alla
dissipazione di energia. Un comportamento duttile e la capacità di dissipare energia possono essere
raggiunti con le connessioni fra gli elementi strutturali se queste sono “semi-rigide” (come è il caso di molte
connessioni meccaniche) invece che “rigide” (come le connessioni incollate). Un progetto adeguato dei giunti
con connettori meccanici (chiodi, spinotti, bulloni) consente di ottenere un buon comportamento plastico.

La progettazione antisismica, come suggerito dall’Eurocodice 8, prevede che le strutture debbano essere
concepite secondo il “Criterio della gerarchia delle resistenze”, ossia occorre prevedere che gli elementi
strutturali a comportamento plastico raggiungano lo stato post-elastico quando gli elementi a comportamento
fragile sono ancora in fase elastica e ben lontani dal raggiungimento della rottura. Nel caso delle strutture in
legno tale criterio viene perseguito progettando adeguatamente i giunti con connettori meccanici, avendo
ovviamente cura nel rendere gli elementi di legno più resistenti dei giunti (esattamente l’opposto del criterio
seguito nella progettazione delle strutture in acciaio secondo il quale sono le aste a plasticizzarsi).

Della duttilità si tiene conto nella progettazione attraverso l’introduzione del fattore di struttura “q“ che, come
già detto, consente di ridurre lo spettro di risposta per ottenere lo spettro di progetto da utilizzare nell’ analisi
lineare. Il fattore di struttura è definibile come il rapporto fra l’accelerazione di picco del terremoto che porta
al crollo la struttura e l’accelerazione di picco del terremoto che porta la struttura al raggiungimento del limite
elastico.

q=Au / Ay
In pratica attraverso l’introduzione del fattore di struttura q, che tiene conto della capacità di dissipazione di
energia della struttura attraverso un comportamento duttile, si consente al progettista di progettare la
struttura in campo lineare tenendo conto dell’effettivo comportamento non lineare, semplicemente dividendo
le ordinate dello spettro di risposta per il valore di questo coefficiente. I valori del fattore di struttura sono
ovviamente diversi in funzione del tipo di materiale utilizzato, delle caratteristiche dei giunti e del tipo di
struttura. Ovviamente nel caso di strutture poco dissipative tale valore è vicino a 1.

L’Eurocodice 8 nella parte riferita alle strutture di legno indica i valori del fattore di struttura da adottare in
funzione del sistema costruttivo adottato e del tipo di giunti che lo compongono definendo le tipologie
strutturali ammesse. Ad esempio le strutture realizzate con pareti intelaiate, dove il rivestimento di pannelli a
base di legno è meccanicamente collegato alla struttura intelaiata (chiodato) costituendo elementi parete in
grado di sopportare azioni di tipo orizzontale (sistema Platform-frame largamente utilizzato negli Stati Uniti
ed in Canada) sono considerate Strutture con buon comportamento dissipativo: → q=3. Alle strutture con
media capacità dissipativa viene a-tribuito q=2, alle strutture con bassa capacità dissipativa q=1.5, mentre le
strutture non dissipative hanno il fattore q=1.

Il capitolo 9 dell’Ordinanza 3274 (presente nella versione modificata) distingue invece tra due famiglie di
comportamento strutturale: il tipo dissipativo ed il tipo scarsamente dissipativo per il quale il coefficiente di
struttura non può essere superiore a 1,5 . Per il tipo dissipativo vengono considerate due classi di duttilità: la
classe “A” (strutture ad alta capacità di dissipazione” con fattori q variabili da 3,0 a 5,0 e la classe “B”
(strutture a bassa capacità di dissipazione” con fattori q variabili da 2,0 a 2,5.

Conclusioni
In generale le strutture di legno possiedono un buon comportamento nei confronti delle a-zioni sismiche
grazie alle caratteristiche di duttilità delle unioni meccaniche in dipendenza del sistema costruttivo, ma
soprattutto per merito delle caratteristiche peculiari del materiale in sé, in particolar modo per la sua
leggerezza. Nonostante che il rapporto tra l’entità delle azioni sismiche di progetto ed i parametri
corrispondenti di resistenza sia stato incrementato dalla nuova normativa, la verifica in condizione di sisma è
in generale (fanno eccezione le situazioni con grandi carichi permanenti) una combinazione non
determinante per il dimensionamento delle strutture di legno, specie per le coperture. Ovviamente è
indispensabile che si ponga la dovuta attenzione alla progettazione ed alla realizzazione dei necessari
particolari costruttivi, al fine di garantire la trasmissione degli sforzi derivanti dall’azione sismica all’intero
organismo strutturale. Uno studio approfondito ed una esecuzione accurata dei collegamenti, aspetti in ogni
caso fondamentali per le strutture lignee, sono ancor più necessari in zona sismica. E’ inoltre
raccomandabile, quando possibile, che venga assicurata alla struttura una sufficiente riserva di resistenza
oltre il campo elastico (duttilità).

Bibliografia:  Castellani – Faccioli “Costruzioni in zona sismica” ed. HOEPLI Milano


 AA VV “Strutture di legno per una edilizia sostenibile” ed. IL SOLE 24 ORE – SAIE
2002
 Ceccotti – Follesa – Lauriola “Le strutture di legno in zona sismica” ed. CLUT Torino

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