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PROTEZIONE SISMICA
Riduzione degli effetti attraverso la riduzione
dell’entità delle azioni sismiche (causa)
c k
Dividendo per m e ponendo essendo = 2ξω0 = ω02
m m
Pseudo
accelerazione
(&x&g + &x&) + 2ξω0 x& + ω02 x = 0
(&x&g + &x&) + 2ξω0 x& + ω02 x = 0
Massimo valore della forza Oppure a meno della massa
di richiamo elastica
kxmax x = xmax → x& = 0 ω02 xmax =| &x&g + &x& |max
k
Se ( T ) = ω x
2 ω0 =
0 max m
Se(T) 2π
T=
ω0
T
T
PROTEZIONE
E’ possibile modificare la fisica del SISMICA
sistema per ridurre l’entità
delle azioni?
SI
F1=Se(T1) x m
Se(T1)
F2=Se(T2) x m
Se(T2)
T
T1 T2
(non isolato) (isolato)
AUMENTO DEL PERIODO DI VIBRAZIONE TRAMITE ISOLAMENTO SISMICO
AUMENTO DELLO SMORZAMENTO TRAMITE DISSIPATORI
S e ( T ) = ω02 xmax
η = 10 ( 5 + ξ ) Convenzionalmente
ξ=5%
η =1
Se2(T) Incrementando ξ
F1=Se1(T) x m
Esempio
Se2(T) ξ=15%
F2=Se2(T) x m η=0,7
T
T
AUMENTO DEL PERIODO DI VIBRAZIONE TRAMITE ISOLAMENTO SISMICO
Potenza
Senigallia Potenza
Protezione Sismica
F1
δ
δR= δU
F1
δ
δR= δY δU
DUTTILITA’ LOCALE
DUTTILITA’ DEL MATERIALE
σ σ
CLS ACCIAIO
ε ε
ε c0 ε cu εy εu
deformazione ultima
µm =
deformazione a snervamento
ε cu εu
µm = µm =
ε c0 εy
DUTTILITA’ LOCALE
DUTTILITA’ DELLA SEZIONE (IN CURVATURA)
εc εu
Mu
My
curvatura ultima
µϕ =
curvatura a snervamento
ϕu
ϕy
ε y snervamento collasso
M Mu
My
ϕu
µϕ =
ϕy
ϕ
ϕy ϕu
DUTTILITA’ GLOBALE (STRUTTURALE)
δy δu
Curva di capacità
Vb
δy δu
Vy Vu
spostamento ultimo δ u
µs = =
spostamento1°snerv. δ s
FATTORE DI STRUTTURA E DUTTILITA’
Forza
FATTORE DI STRUTTURA
FE
FE
q=
Fy
FyBD Sistema a bassa duttilità
Sistema Fragile
1
η=
q
Spettro di Progetto
Sd ( T * )
T
*
T
A parità di periodo si ottengono forze di progetto più basse ma chi fornisce il fattore
di struttura e chi garantisce l’adeguata duttilità ???
FATTORE DI STRUTTURA
Per edifici di nuova costruzione il fattore di struttura è fornito dalla norma in
funzione della tipologia strutturale e costruttiva
q = q0 K R
Es. (C.A.)
Il fattore di struttura è
proporzionato al livello di
duttilità che si vuole introdurre
CRISI NODI
M sx
Rt M sx M t
dx
M Rtdx
t
M ip
Equilibrio del nodo
M t
sx
+M t
dx
=M +M
s
p
i
p
α * M ip
Per garantire che la cerniera si formi sulle travi l’equilibrio va fatto
con i momenti resistenti con cui queste sono state progettate
M Rtsx + M Rtdx
M Rtsx + M Rtdx = α * ( M ps + M ip ) α = *
M ps + M ip
αM s
p
α * M ps
M ps
M sx
Rt M sx M t
dx
M Rtdx
t
COEFFICIENTE DI
M ip
SOVRARESISTENZA
α * M ip
1.30 CD" A"
γ Rd = αM ip
1.10 CD" B"
α = γ Rd α = γ Rd
* M Rtsx + M Rtdx
= γ Rd
∑ M Rt
Mp +Mp
s i
∑Mp
95.5
ESEMPIO IN CD «B»
([kN] e [m])
50
100 30 85 100
Calcolo α
65
100 + 100
α =
*
= 1.74
50 + 65
α = γ Rd α * = 1.10 × 1.74 = 1.91 124.15
Calcolo Momenti di progetto pilastri
NO
SI SI
M Rp
testa Momento resistente in testa
max base
M Dp Momento di calcolo alla base
GERARCHIA TAGLIO / FLESSIONE
-Travi-
DETERMINAZIONE DEL TAGLIO DI CALCOLO
Senza GDR
Con GDR
NTC §7.4.4.1
Al fine di escludere la formazione di meccanismi inelastici dovuti al taglio, le sollecitazioni di taglio di
calcolo VEd si ottengono sommando il contributo dovuto ai carichi gravitazionali agenti sulla trave,
considerata incernierata agli estremi, alle sollecitazioni di taglio corrispondenti alla formazione delle
cerniere plastiche nella trave e prodotte dai momenti resistenti
CV
M Rtsx M Rtsx
DETERMINAZIONE DEL TAGLIO DI CALCOLO
CV
M Rtsx M Rtsx
lt
Vsisma lt Vsisma
CV=G1+G2+ ψ2Q
CV=G1+G2 CV=G1+G2
VCV (4)
VCV
(3)
M Rtsx M Rtsx M Rtsx M Rtsx
VEd ,dx
ESEMPIO CD «B» 30 kN/m
(per uno degli schemi)
CV=G1+G2+ ψ2Q=30 kN/m 100
A B 100
lt = 4 m
M +M
sx dx
VEd = VCV + Vsisma = VCV + Rt Rt S.d.C
lt
30 kN/m
30 × 4 VCVBA = −60 kN
VCV AB = = 60 kN
A B VCVBC 2
VCVAB
100 + 100
Vs AB = = 50 kN Vs BA = 50 kN
VsBC 4
Vs AB γ Rd = 1.0 ( CDB )
VEd ,AB = 90 kN
NTC §7.4.4.1
Al fine di escludere la formazione di meccanismi inelastici
dovuti al taglio, le sollecitazioni di taglio da utilizzare per le
verifiche ed il dimensionamento delle armature si
ottengono dalla condizione di equilibrio del pilastro
soggetto all’azione dei momenti resistenti nelle sezioni di
estremità superiore
sup
M Rp
VEd VEd l p = M Rp
sup
+ M Rp
inf
lp
sup
M Rp + M Rp
inf
γ Rd γ 1.30 CD" A"
VEd = Rd =
lp 1.00 CD" B"
inf
M Rp
GDR TRAGLIO –FLESSIONE PILASTRI
Interazione con i tamponamenti Tamponamenti che non si estendono
per tutta la lunghezza del pilastro
l p ,libera
l p ,libera
sup
M Rp + M Rp
inf
γ Rd
VEd =
l p ,libera
GDR TRAGLIO –FLESSIONE PILASTRI
Assenza o riduzione dei tamponamenti in un piano
Piano soffice
VC
As 1 f yd V jbd
C2 = As 2 f yd
Pannello di nodo
C1 = As 2 f yd
As 2 f yd
VC
V jbd = As 1 f yd + As 2 f yd − VC
V jbd = γ Rd ( As 1 + As 2 ) f yd − VC
GERARCHIA NODI C.A.
Puntone diagonale
VC
As 1 f yd
C2 = As 2 f yd
C1 = As 2 f yd
As 2 f yd
In particolar modo queste sono le cerniere plastiche alle estremità delle travi e le
cerniere plastiche alle estremità dei pilastri che devono essere dotate di ampia
duttilità in curvatura
RELAZIONE MOMENTO – CURVATURA PER SEZIONI IN C.A.
M
Mu N = cos t .
N
M
ϕy ϕu ϕ
Curvatura allo snervamento Curvatura ultima
ϕu
Duttilità in Curvatura µϕ =
ϕy
PARAMETRI CHE INFLUENZANO LA CURVATURA ULTIMA
f cd ε cu
As ' σ ' s 0.8 xcu xcu
ε cu
h ϕu =
N Mu ϕu xcu
εs Aumento εcu
Asσ s Aumento
b curvatura ultima Diminuzione Xcu
Resistenza CLS fc
Armatura Compressa A’s
Armatura tesa As
Altezza h
Sforzo normale N
RELAZIONE MOMENTO – CURVATURA PER SEZIONI IN C.A.
FATTORI CHE INFLUENZANO Xcu
0.8 xcu bf cd + A' s σ ' s − Asσ s = N
ε cu
xcu
xcu ϕu
Aumento Resistenza CLS fc ϕu ϕu Aumenta
xcu Diminuisce
fc(1) fc(2)>fc(1)
ε cu
xcu
xcu ϕu
Aumento Armatura Compressa A’s ϕu ϕu Aumenta
xcu Diminuisce
A’s(1) A’s(2)>A’s (1)
ε cu ε cu
xcu xcu ϕu
Aumento Armatura Tesa A’s ϕu ϕu Diminuisce
xcu Aumenta
As(1) As(2)>As (1)
RELAZIONE MOMENTO – CURVATURA PER SEZIONI IN C.A.
FATTORI CHE INFLUENZANO Xcu
0.8 xcu bf cd + A' s f yd − As f yd = N
ε cu ε cu
xcu xcu ϕu
Aumento N ϕu ϕu Diminuisce
xcu Aumenta
N(1) N(2)>N(1)
ε cu ε cu
Aumento h
xcu xcu
xcu Aumenta h ϕu ϕu
h ϕu Diminuisce
h(1)
h(2)>h(1)
RELAZIONE MOMENTO – CURVATURA PER SEZIONI IN C.A.
M N M A' f / A f
ϕ
ϕ
RELAZIONE MOMENTO – CURVATURA PER SEZIONI IN C.A.
FATTORI CHE INFLUENZANO εcu (DEFORMAZIONE ULTIMA CLS)
Sezione Trasversale
CLS
f cc Confinato
fc
CLS non
Nucleo
Confinato
Confinato Sezione Longitudinale
ε cu ε ccu
La deformazione Ultima del CLS aumenta all’aumentare del volume del nucleo confinato
Riferimento Zone Critiche Pilastri e Travi
DUTTILITA’ IN CURVATURA SEZIONE IN C.A.
bmin ≥ 20 cm
b 1
≥
h 4
ARMATURA MINIMA TRAVI
As ,tesa As ,comp
ρ= ρ comp =
bh bh
Nelle zone critiche della trave, inoltre, deve essere ρcomp ≥1/2 r e comunque ≥ 0,25 r.
ARMATURA MINIMA TRAVI
As ,tesa As ,comp
ρ= ρ comp =
bh bh
- Almeno due barre di diametro non inferiore a 14 mm devono essere presenti superiormente e
inferiormente per tutta la lunghezza della trave.
- In ogni sezione della trave, salvo giustificazioni che dimostrino che le modalità di collasso della sezione
sono coerenti con la classe di duttilità adottata, il rapporto geometrico ρ relativo all’armatura tesa,
indipendentemente dal fatto che l’armatura tesa sia quella al lembo superiore della sezione As o quella al
lembo inferiore della sezione Ai , deve essere compreso entro i seguenti limiti:
In particolare con il limite inferiore si vuole evitare la rottura fragile che potrebbe
instaurarsi con la fessurazione della sezione a debolissima armatura; con il limite superiore
si vuole prevenire la rottura fragile tipica delle sezioni fortemente armate. In sostanza
l’espressione individua un intervallo nel quale il comportamento della sezione è
accettabile sotto l’aspetto della capacita rotazionale.
ANCORAGGIO NEI NODI
Le armature longitudinali delle travi, sia superiori che inferiori, devono attraversare, di regola, i nodi
senza ancorarsi o giuntarsi per sovrapposizione in essi. Quando ciò non risulti possibile, sono da
rispettare le seguenti prescrizioni:
- le barre vanno ancorate oltre la faccia opposta a quella di intersezione con il nodo, oppure rivoltate
verticalmente in corrispondenza di tale faccia, a contenimento del nodo;
La parte dell’armatura longitudinale della trave che si ancora oltre il nodo non può
terminare all’interno di una zona critica, ma deve ancorarsi oltre di essa.
Armature trasversali TRAVI
Zona centrale
Zona attacco pilastro-trave
Particolare A
a s
d L-2d d
La prima staffa di contenimento deve distare non più di 5 cm dalla sezione a filo pilastro; le successive devono
essere disposte ad un passo non superiore alla minore tra le grandezze seguenti:
- un quarto dell’altezza utile (d) della sezione trasversale;
- 175 mm e 225 mm, rispettivamente per CD”A” e CD “B”;
- 6 volte e 8 volte il diametro minimo delle barre longitudinali considerate ai fini delle verifiche, rispettivamente
per CD”A” e CD “B”
-24 volte il diametro delle armature trasversali.
Per staffa di contenimento si intende una staffa rettangolare, circolare o a spirale, di diametro minimo 6 mm, con
ganci a 135° prolungati per almeno 10 diametri alle due estremità. I ganci devono essere assicurati alle barre
longitudinali
ZONE CRITICHE PILASTRI E LIMITAZIONI GEOMETRICHE E SULLA COMPRESSIONE
b CD «A»
N
≤ 0.55
f cd bh
h
CD «B»
Zona critica
N
bmin ≥ 25cm ≤ 0.65
f cd bh
In assenza di analisi più accurate si può assumere che la lunghezza della zona critica sia la
maggiore tra:
• l’altezza della sezione
• 1/6 dell’altezza libera del pilastro
• 45cm
• l’altezza libera del pilastro se questa è inferiore a 3 volte l’altezza della sezione.
PILASTRI
Armature longitudinali
Per tutta la lunghezza del pilastro l’interasse tra le barre non deve essere
superiore a 25 cm.
Nella sezione corrente del pilastro, la percentuale geometrica ρ di armatura longitudinale, con ρ rapporto tra
l’area dell’armatura longitudinale e l’area della sezione del pilastro, deve essere compresa entro i seguenti
limiti:
As ,tot
ρ=
bh
Armature trasversali
Nelle zone critiche devono essere rispettate le condizioni seguenti:
- le barre disposte sugli angoli della sezione devono essere contenute dalle staffe;
- almeno una barra ogni due, di quelle disposte sui lati, deve essere trattenuta da staffe interne o da
legature;
- le barre non fissate devono trovarsi a meno di 15 cm e 20 cm da una barra fissata, rispettivamente per
CD”A” e CD”B”.
PILASTRI
Il diametro delle staffe di contenimento e legature deve essere non inferiore a 6 mm ed il loro passo deve
essere non superiore alla più piccola delle quantità seguenti:
- 1/3 e 1/2 del lato minore della sezione trasversale, rispettivamente per CD”A” e CD”B”;
- 6 e 8 volte il diametro delle barre longitudinali che collegano, rispettivamente per CD”A” e CD”B”.
in cui:
- Ast è l’area complessiva dei bracci delle staffe
- bst è la distanza tra i bracci più esterni delle staffe
- s è il passo delle staffe.
PILASTRI
Schema disposizione geometrica armatura
GDR e DUTTILITA’ STRUTTURALE
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
3. Questa tuttavia deve essere garantita attraverso il rispetto del criterio di gerarchia
delle resistenze e dei dettagli sismici nelle zone critiche