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FACOLTA' DI INGEGNERIA
Corso di Laurea Magistrale di Ingegneria Civile
Indirizzo Strutture
Tesi di laurea:
Laureanda:
Elena Girardi
Relatore:
Prof. Carlo Pellegrino
<PARTE I>
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE .............. 5
CAPITOLO 1
DEFINIZIONE DELL‟AZIONE SISMICA .................................................................................. 7
CAPITOLO 2
METODI DI ANALISI ................................................................................................................ 32
CAPITOLO 3
ANALISI E VALUTAZIONE DELLE STRUTTURE ESISTENTI........................................... 79
1. Introduzione ..................................................................................................................... 79
2. Criteri generali ................................................................................................................. 79
3. Valutazione della sicurezza .............................................................................................. 81
4. Classificazione degli interventi ........................................................................................ 82
5. Procedure per la valutazione della sicurezza e la redazione dei progetti ......................... 83
6. Valutazione e progettazione in presenza di azioni sismiche ............................................ 84
CAPITOLO 4 ............................................................................................................................... 90
DESCRIZIONE IMPALCATO E MODELLAZIONE NUMERICA ......................................... 90
CAPITOLO 5
ANALISI STATICA NON LINEARE ...................................................................................... 117
CAPITOLO 6
ANALISI DINAMICA LINEARE ............................................................................................. 148
CAPITOLO 7
CONCLUSIONI ......................................................................................................................... 176
<PARTE II>
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI
INNOVATIVI ................................................................................................. 179
CAPITOLO 1
INTRODUZIONE ...................................................................................................................... 181
CAPITOLO 2
INCAMICIATURA IN C.A. ...................................................................................................... 185
CAPITOLO 4
VALUTAZIONI ECONOMICHE DEGLI INTERVENTI........................................................ 209
1. Intervento di rinforzo mediante incamiciatura in c.a. .................................................... 209
2. Intervento di rinforzo mediante cerchiatura della pile con FRP .................................... 212
3. Considerazioni ............................................................................................................... 214
CAPITOLO 5
CONCLUSIONI......................................................................................................................... 216
<PARTE III>
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO
SISMICO ....................................................................................................... 219
CAPITOLO 1
INTRODUZIONE ...................................................................................................................... 221
CAPITOLO 2
APPROCCIO NORMATIVO ALL‟ISOLAMENTO SISMICO ............................................... 249
1. Costruzioni e ponti con isolamento e/o dissipazione secondo il DM. 14 gennaio 2008
(NTC 2008) ............................................................................................................................ 249
CAPITOLO 4
DIMENSIONAMENTO E ANALISI DEL SISTEMA DI ISOLAMENTOCON LRBs .......... 268
CAPITOLO 5
VERIFICA DEI DISPOSITIVI LRBs ........................................................................................ 310
CAPITOLO 6
VALUTAZIONI ECONOMICHE DELL‟INTERVENTO ....................................................... 318
CAPITOLO 7
CONCLUSIONI ......................................................................................................................... 322
CAPITOLO 1
DEFINIZIONE DELL‟AZIONE SISMICA
1. Il problema sismico
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
specializzati, della popolazione e delle classi dirigenti. Tenendo conto dei fattori di rischio, le
analisi si basano sulla previsione degli scenari e delle ramificazioni degli eventi.
La previsione degli scenari di danno ha lo scopo di fornire le informazioni occorrenti sia per
programmare gli interventi di prevenzione da attuare per una politica di riduzione del rischio, sia
per organizzare i servizi di pronto intervento da mobilitare subito dopo un evento. Gli scenari
riguardano l'insieme delle conseguenze materiali ed economiche (perdita o danneggiamento dei
beni e dei servizi, riduzione delle capacità produttive, ecc.) prevedibili in ogni regione. Di seguito
sono indicati i fattori più significativi che definiscono gli scenari di danno relativi ai terremoti.
Danni agli edifici, da differenziare in funzione delle caratteristiche strutturali, dalle destinazioni
d'uso (abitazioni, uffici, edifici per il culto, edifici industriali, musei, ecc.) e dallo stato di
conservazione dei fabbricati.
Danni ai servizi e agli impianti, comprendenti il "lifelines" (telefono, energia elettrica, condutture
idriche, ecc.) e gli impianti per il funzionamento dei servizi stessi (serbatoi, cabine di derivazione,
ecc.). Le conseguenze di questi danni possono coinvolgere altre categorie di rischio, come incendi,
allagamenti o altro.
Danni agli impianti industriali, capaci anch'essi di coinvolgere altre categorie di rischio in
relazione alla qualità delle lavorazioni che vi si svolgono ed ai sistemi di sicurezza adottati.
Danni alle infrastrutture (strade, ferrovie, ponti, porti ed aeroporti), la cui funzionalità svolge un
ruolo essenziale sia durante le fasi di emergenza, sia per la ripresa economica del territorio.
Danni ad altre opere costruite, come dighe, serbatoi artificiali, opere di contenimento delle terre,
ecc., con i conseguenti pericoli per le zone a valle.
Incendi, esplosioni e perdite di materiale tossico, dipendenti dalle proprietà fisiche e chimiche dei
materiali trattati o immagazzinati, dai sistemi di sicurezza degli impianti e dalle caratteristiche di
resistenza dei contenitori di materiale pericoloso.
Conseguenze geologico-tecniche, comprendenti le frane, gli allagamenti, i fenomeni li
liquefazione o di assestamenti dei terreni, i fiumi di fango, ecc.
Maremoti, dipendenti dalla distanza delle zone sismogenetiche, dalla vicinanza alla costa e dalla
conformazione dei fondali marini.
Perdite di vite umane, ferimenti ed invalidità, da mettere in relazione anche con il comportamento
delle persone durante i terremoti e con il grado di preparazione e di predisposizione ad affrontare
gli avvenimenti.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Aspetti socio-economici, le cui conseguenze dipendono dal livello e dalla struttura economica della
regione, dalla capacità di intervento dei settori pubblici e privati, nonché, anche questi, dalla
preparazione delle popolazioni.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
costruzioni recenti (edifici per abitazioni o per uffici, costruzioni per l'industria,
ponti, ecc.) realizzate, per qualsiasi motivo, senza l'applicazione di una vera
concezione antisismica o comunque prive dei livelli di sicurezza adeguati alla loro
funzione;
edifici artistici e monumentali, caratterizzati dall'unicità e dalla non riproducibilità
di valori specifici;
edifici e complessi storici, caratterizzati da valori prevalentemente storici ed
ambientali, da essi stessi definiti.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
L'esempio mette in evidenza la grande variabilità che caratterizza un movimento sismico e che
riguarda sia i contenuti di frequenza, sia le intensità istantanee, sia la distribuzione dei picchi delle
accelerazioni. Molto differenti sono anche le durate delle scosse. Per poter ottenere una
rappresentazione sintetica ed adeguata alle esigenze strutturali da una registrazione che si presenta
in questo modo sono necessarie alcune elaborazioni. Innanzitutto, gli accelerogrammi registrati
devono essere "corretti" per eliminare le distorsioni dovute all'influenza delle caratteristiche proprie
degli strumenti di rilevamento, e devono poi essere digitalizzati per essere usati come input in
un'analisi numerica.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
2.2.1. Definizione
La risposta di un sistema lineare ad 1 grado di libertà causata da uno scuotimento del terreno
caratterizzato da un'accelerazione ẍg, può essere ottenuta semplicemente sostituendo alla forzante
generica f(t) la forzante dinamica fittizia -mẍg.
Usualmente l'accelerogramma non può essere definito con una semplice espressione matematica.
Pertanto l'equazione [1.1] richiede un'integrazione numerica. La risposta di un sistema a 1 grado di
libertà dipende da tre fattori:
- le caratteristiche del moto sismico di base ẍg ;
- la frequenza propria dell'oscillatore ω, ossia il suo periodo proprio T = 2π / ω ;
- il fattore di smorzamento ξ .
Pertanto, fissati la storia temporale dell'accelerazione sismica e lo smorzamento, è possibile per
differenti valori di ω (o di T) ottenere l'andamento nel tempo dello spostamento del sistema x(t) e
valutarne il valore massimo, ovvero lo spettro di risposta elastico in termini di spostamento
relativo:
Utilizzando un grafico con in ascissa il periodo proprio T ed in ordinata la spettro SD, si possono
ottenere dei valori di SD al variare di T per ogni fissato valore di ξ : si ha, quindi, una descrizione
sintetica del massimo effetto (in termini di spostamento relativo) di un assegnato sisma per un
assegnato livello di smorzamento, in funzione del periodo proprio dell'oscillatore.
Lo spettro di risposta ha inoltre le seguenti proprietà:
- fornisce i valori massimi della risposta di ciascun modo di un sistema a molti gradi di libertà;
- indica la distribuzione in frequenza dell'energia sismica per un dato scuotimento del terreno, nel
senso che la risposta di un sistema ad 1 grado di libertà è amplificata quando "l'energia sismica" è
prossima alla sua frequenza propria.
In maniera del tutto analoga è usuale definire spettri di risposta in termini di velocità ed
accelerazione (relativa e assoluta):
[1.3]
[1.4]
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
[1.5]
In genere, tuttavia, la presenza di piccoli valori di smorzamento strutturale rende più diffuso, nel
campo dell'ingegneria civile,l'utilizzo dei cosiddetti spettri di pseudo-velocità relativa e pseudo-
accelerazione assoluta, a partire direttamente da SD(T,ξ).
Derivando l'equazione [1.1] si ottiene la velocità relativa:
[1.6]
Ipotizzando:
si ottiene:
[1.7]
i cui valori massimi sono simili ai massimi dell'integrale [1.1], a meno di 1/ωd. Ricordando la terza
ipotesi, è quindi possibile scrivere:
[1.8]
L'equazione del moto può essere riscritta nella forma:
[1.9]
dove l'ultimo termine a destra può essere trascurato per piccoli smorzamenti. Si ottiene quindi:
[1.10]
ossia:
[1.11]
Lo spettro di pseudo accelerazione è in genere usato ai fini normativi.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Lo spettro assume una particolare rilevanza quando si approssima il comportamento dinamico con
considerazioni di tipo statico. La forza di richiamo elastico di un sistema ad un grado di libertà
risulta essere pari a:
[1.12]
La forza massima verrà esercitata quando il sistema raggiunge il massimo spostamento relativo e,
quindi, quando la velocità relativa sarà nulla:
[1.13]
da cui si ricava:
[1.14]
Da cui, esprimendo la forza massima in funzione del peso della struttura (W = mg con g
accelerazione di gravità), si ottiene la seguente relazione:
[1.15]
dove Cel è il coefficiente sismico elastico. Pertanto, per determinare il massimo sforzo e la massima
deformazione di un sistema ad 1 grado di libertà elastico, si può applicare, staticamente, alla massa
concentrata m una forza orizzontale F = WCel , pari al peso della struttura moltiplicato per il
coefficiente sismico, il quale viene ricavato dallo spettro elastico, una volta noti il periodo e lo
smorzamento della struttura.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Nella progettazione di una struttura, si fa normalmente in modo che lo stato di esercizio sia
contenuto in tale campo, caratterizzato dalla proporzionalità tra forze e deformazioni e dall'assenza
di deformazioni irreversibili al cessare delle azioni agenti. Per azioni variabili cicliche ciò significa
che le oscillazioni avvengono senza isteresi e, cioè, senza alcuna dissipazione di energia per
deformazione plastica. Le forze statiche equivalenti calcolate dagli spettri di risposta elastici per
scuotimenti di grandi intensità hanno, però, dei valori molto elevati che richiederebbero una
progettazione antieconomica, trattandosi di eventi particolarmente rari.
E' economicamente più conveniente tollerare che per i terremoti più violenti la struttura esca dal
campo elastico e impegni le risorse plastiche di alcune sue parti scelte opportunamente in modo che
essa si mantenga sufficientemente lontana dal collasso. Ciò comporta che al termine dell'azione ci
siano degli spostamenti residui irreversibili e, pertanto, un danneggiamento permanente della
struttura, ma senza crolli o collassi strutturali improvvisi: in altre parole la struttura deve dimostrare
un certo livello di duttilità per sopravvivere durante un terremoto anche violento. La duttilità di un
sistema ad un grado di libertà non lineare è definita analiticamente come il rapporto tra lo
spostamento ultimo δu e quello al limite elastico δy:
[1.16]
Il fattore di duttilità, in tal modo è definito, è una misura della capacità di escursione in campo
plastico. Nella pratica tale definizione può essere riferita al comportamento globale di intere
strutture o di elementi strutturali (travi, pilastri, nodi, ecc.) ovvero al comportamento locale di
sezioni. In quest'ambito essendo la definizione [1.16] riferita ad un sistema ad un grado di libertà, è
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
da intendersi come una misura di duttilità globale. L'andamento del diagramma forza-spostamento
per due materiali aventi la stessa resistenza massima, ma con diverso comportamento oltre il limite
elastico è riportato in Figura (1.5). In essa è riportato anche il modello elasto-plastico costituito da
una bilatera.
Superato il limite di elasticità lineare e una zona di transizione più o meno estesa di snervamento,
nella fase plastica la risposta del sistema non è più proporzionale alle forze e, sotto azione ciclica,
si assiste a fenomeni di isteresi con cicli di diversa ampiezza all'aumentare dell'intensità delle forze
e dei livelli di deformazioni.
L'area racchiusa all'interno dei cicli di isteresi (Fig. 1.6) quantifica l'energia plastica dissipata dal
sistema sotto azioni cicliche. Considerando la curva di Figura (1.5), l'area triangolare sottesa dal
tratto elastico è l'energia elastica di deformazione, che viene restituita dal sistema al cessare della
causa generatrice, mentre l'area rettangolare sottesa al tratto plastico è l'energia dissipata per
deformazione plastica la quale non viene restituita al cessare dell'azione.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Un fenomeno legato alla duttilità, è la capacità di subire un certo numero di cicli di carico senza
che il danneggiamento prodotto provochi una pericolosa riduzione delle caratteristiche meccaniche
di rigidezza della struttura: i cicli di isteresi, se si chiudono gradualmente verso l'origine,
evidenziano un danneggiamento progressivo che si esprime attraverso il decadimento delle
caratteristiche meccaniche. E' ovvio, pertanto, che il fattore di duttilità non individua da solo la
capacità dissipativa, in quanto può accadere che due sistemi con lo stesso fattore di duttilità
possono dissipare energie differenti, se le curve di isteresi hanno area sottesa differente. Nel caso si
utilizzi il modello elasto-plastico ideale, l'isteresi è sempre stimata in eccesso essendo direttamente
proporzionale all'escursione in campo plastico.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
[1.19]
[1.20]
L'utilizzo di spettri di progetto anelastici consente di effettuare l'analisi strutturale in campo lineare.
Si noti che non è a rigore equivalente al fattore di riduzione qnorm (fattore di struttura) usato nelle
normative sismiche. Il fattore di struttura delle normative considera sia la dissipazione energetica,
sia la cosiddetta sovraresistenza qs. Si può definire qnorm = q qs (Fajfar P., 1999).
Per quanto riguarda gli spostamenti si ha:
[1.21]
L'interesse di questo metodo approssimato risiede nella possibilità di fornire regole semplici per
ottenere uno spettro anelastico, relativo a una qualsiasi duttilità, sulla base della sola definizione di
spettro elastico.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Ai fini della presente normativa le forme spettrali sono definite, per ciascuna delle probabilità di
superamento nel periodo di riferimento PVR , a partire dai valori dei seguenti parametri su sito di
riferimento rigido orizzontale:
ag accelerazione orizzontale massima al sito;
Fo valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale.
T*C periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Tabella 1.1 Probabilità di superamento PVR al variare dello stato limite considerato
Qualora la protezione nei confronti degli stati limite di esercizio sia di prioritaria importanza, i
valori di PVR forniti in tabella devono essere ridotti in funzione del grado di protezione che si vuole
raggiungere.
Fatta salva la necessità della caratterizzazione geotecnica dei terreni nel volume significativo1, ai
fini della identificazione della categoria di sottosuolo, la classificazione si effettua in base ai valori
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
della velocità equivalente Vs,30 di propagazione delle onde di taglio (definita successivamente)
entro i primi 30 m di profondità. Per le fondazioni superficiali, tale profondità è riferita al piano di
imposta delle stesse, mentre per le fondazioni su pali è riferita alla testa dei pali. Nel caso di opere
di sostegno di terreni naturali, la profondità è riferita alla testa dell‟opera. Per muri di sostegno di
terrapieni, la profondità è riferita al piano di imposta della fondazione. La misura diretta della
velocità di propagazione delle onde di taglio è fortemente raccomandata. Nei casi in cui tale
determinazione non sia disponibile, la classificazione può essere effettuata in base ai valori del
numero equivalente di colpi della prova penetrometrica dinamica (Standard Penetration Test)
NSPT,30 (definito successivamente) nei terreni prevalentemente a grana grossa e della resistenza
non drenata equivalente cu,30 (definita successivamente) nei terreni prevalentemente a grana fina.
Per queste cinque categorie di sottosuolo, le azioni sismiche sono definite al § 3.2.3 delle presenti
norme. Per sottosuoli appartenenti alle ulteriori categorie S1 ed S2 di seguito indicate (Tab. 1.3), è
necessario predisporre specifiche analisi per la definizione delle azioni sismiche, particolarmente
nei casi in cui la presenza di terreni suscettibili di liquefazione e/o di argille d‟elevata sensitività
possa comportare fenomeni di collasso del terreno.
Condizioni topografiche
Per condizioni topografiche complesse è necessario predisporre specifiche analisi di risposta
sismica locale. Per configurazioni superficiali semplici si può adottare la seguente classificazione
(Tab. 1.3):
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Ai fini delle presenti norme l'azione sismica è caratterizzata da 3 componenti traslazionali, due
orizzontali contrassegnate da X ed Y ed una verticale contrassegnata da Z, da considerare tra di
loro indipendenti. Salvo quanto specificato nel § 7.11 per le opere e i sistemi geotecnici la
componente verticale verrà considerata ove espressamente specificato (v. Cap. 7) e purché il sito
nel quale la costruzione sorge non sia in Zone 3 e 4. Le componenti possono essere descritte, in
funzione del tipo di analisi adottata, mediante una delle seguenti rappresentazioni:
- accelerazione massima attesa in superficie;
- accelerazione massima e relativo spettro di risposta attesi in superficie;
- accelerogramma.
Sulla base di apposite analisi di risposta sismica locale si può poi passare dai valori in superficie ai
valori sui piani di riferimento definiti nel § 3.2.2; in assenza di tali analisi l‟azione in superficie può
essere assunta come agente su tali piani. Le due componenti ortogonali indipendenti che descrivono
il moto orizzontale sono caratterizzate dallo stesso spettro di risposta o dalle due componenti
accelerometriche orizzontali del moto sismico. La componente che descrive il moto verticale è
caratterizzata dal suo spettro di risposta o dalla componente accelerometrica verticale. In mancanza
di documentata informazione specifica, in via semplificata l‟accelerazione massima e lo spettro di
risposta della componente verticale attesa in superficie possono essere determinati sulla base
dell‟accelerazione massima e dello spettro di risposta delle due componenti orizzontali. La
componente accelerometrica verticale può essere correlata alle componenti accelerometriche
orizzontali del moto sismico.
Spettro di risposta elastico in accelerazione
Lo spettro di risposta elastico in accelerazione è espresso da una forma spettrale (spettro
normalizzato) riferita ad uno smorzamento convenzionale del 5%, moltiplicata per il valore della
accelerazione orizzontale massima ag su sito di riferimento rigido orizzontale. Sia la forma spettrale
che il valore di ag variano al variare della probabilità di superamento nel periodo di riferimento PVR .
Gli spettri così definiti possono essere utilizzati per strutture con periodo fondamentale minore o
uguale a 4,0 s. Per strutture con periodi fondamentali superiori lo spettro deve essere definito da
apposite analisi ovvero l‟azione sismica deve essere descritta mediante accelerogrammi.
Analogamente si opera in presenza di sottosuoli di categoria S1 o S2.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Quale che sia la probabilità di superamento nel periodo di riferimento PVR considerata, lo spettro di
risposta elastico della componente orizzontale è definito dalle espressioni seguenti:
[1.23]
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Per categorie speciali di sottosuolo, per determinati sistemi geotecnici o se si intenda aumentare il
grado di accuratezza nella previsione dei fenomeni di amplificazione, le azioni sismiche da
considerare nella progettazione possono essere determinate mediante più rigorose analisi di risposta
sismica locale. Queste analisi presuppongono un‟adeguata conoscenza delle proprietà geotecniche
dei terreni e, in particolare, delle relazioni sforzi-deformazioni in campo ciclico, da determinare
mediante specifiche indagini e prove.
In mancanza di tali determinazioni, per le componenti orizzontali del moto e per le categorie di
sottosuolo di fondazione definite nel § 3.2.2, la forma spettrale su sottosuolo di categoria A è
modificata attraverso il coefficiente stratigrafico SS , il coefficiente topografico ST e il coefficiente
CC che modifica il valore del periodo TC .
Amplificazione stratigrafica
Per sottosuolo di categoria A i coefficienti SS e CC valgono 1. Per le categorie di sottosuolo B, C, D
ed E i coefficienti SS e CC possono essere calcolati, in funzione dei valori di FO e TC* relativi al
sottosuolo di categoria A, nelle quali g è l‟accelerazione di gravità ed il tempo è espresso in
secondi.
Amplificazione topografica
Per tener conto delle condizioni topografiche e in assenza di specifiche analisi di risposta sismica
locale, si utilizzano i valori del coefficiente topografico ST riportati nella Tab 1.5, in funzione delle
categorie topografiche prima definite in e dell‟ubicazione dell‟opera o dell‟intervento.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
[1.29]
nelle quali T e Sve sono, rispettivamente, periodo di vibrazione ed accelerazione spettrale verticale e
Fv è il fattore che quantifica l‟amplificazione spettrale massima, in termini di accelerazione
orizzontale massima del terreno ag su sito di riferimento rigido orizzontale, mediante la relazione:
[1.30]
I valori di ag, Fo, S, η sono definiti nel § 3.2.3.2.1 per le componenti orizzontali; i valori di SS,
TB, TC e TD, salvo più accurate determinazioni, sono quelli riportati nella Tab. 1.6.
Tabella 1.6 Valori dei parametri dello spettro di risposta elastico della componente verticale
28
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Per tener conto delle condizioni topografiche, in assenza di specifiche analisi si utilizzano i valori
del coefficiente topografico ST riportati in Tab. 1.5.
Impiego di accelerogrammi
Gli stati limite, ultimi e di esercizio, possono essere verificati mediante l‟uso di accelerogrammi, o
artificiali o simulati o naturali. Ciascun accelerogramma descrive una componente, orizzontale o
verticale, dell‟azione sismica; l‟insieme delle tre componenti (due orizzontali, tra loro ortogonali ed
una verticale) costituisce un gruppo di accelerogrammi. La durata degli accelerogrammi artificiali
29
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
deve essere stabilita sulla base della magnitudo e degli altri parametri fisici che determinano la
scelta del valore di ag e di SS. In assenza di studi specifici la durata della parte pseudo-stazionaria
degli accelerogrammi deve essere almeno pari a 10 s; la parte pseudo-stazionaria deve essere
preceduta e seguita da tratti di ampiezza crescente da zero e decrescente a zero, di modo che la
durata complessiva dell‟accelerogramma sia non inferiore a 25 s. Gli accelerogrammi artificiali
devono avere uno spettro di risposta elastico coerente con lo spettro di risposta adottato nella
progettazione. La coerenza con lo spettro elastico è da verificare in base alla media delle ordinate
spettrali ottenute con i diversi accelerogrammi, per un coefficiente di smorzamento viscoso
equivalente del 5%. L'ordinata spettrale media non deve presentare uno scarto in difetto superiore
al 10%, rispetto alla corrispondente componente dello spettro elastico, in alcun punto del maggiore
tra gli intervalli 0,15s ÷ 2,0s e 0,15s ÷ 2T, in cui T è il periodo fondamentale di vibrazione della
struttura in campo elastico, per le verifiche agli stati limite ultimi, e 0,15 s ÷ 1,5 T, per le verifiche
agli stati limite di esercizio. Nel caso di costruzioni con isolamento sismico, il limite superiore
dell‟intervallo di coerenza è assunto pari a 1,2 Tis, essendo Tis il periodo equivalente della struttura
isolata, valutato per gli spostamenti del sistema d‟isolamento prodotti
dallo stato limite in esame. L‟uso di accelerogrammi artificiali non è ammesso nelle analisi
dinamiche di opere e sistemi geotecnici. L‟uso di accelerogrammi generati mediante simulazione
del meccanismo di sorgente e della propagazione è ammesso a condizione che siano adeguatamente
giustificate le ipotesi relative alle caratteristiche sismogenetiche della sorgente e del mezzo di
propagazione. L‟uso di accelerogrammi registrati è ammesso, a condizione che la loro scelta sia
rappresentativa della sismicità del sito e sia adeguatamente giustificata in base alle caratteristiche
sismogenetiche della sorgente, alle condizioni del sito di registrazione, alla magnitudo, alla
distanza dalla sorgente e alla massima accelerazione orizzontale attesa al sito. Gli accelerogrammi
registrati devono essere selezionati e scalati in modo da approssimare gli spettri di risposta nel
campo di periodi di interesse per il problema in esame.
30
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Gli effetti dell'azione sismica saranno valutati tenendo conto delle masse associate ai seguenti
carichi gravitazionali:
[1.33]
Nel caso dei ponti, nelle espressioni [1.32] e [1.33] si assumerà per i carichi dovuti al transito dei
mezzi 2 j 0,2 , quando rilevante.
31
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
CAPITOLO 2
METODI DI ANALISI
1. Considerazioni introduttive
Le ragioni che hanno motivato un rinnovamento dei criteri per il progetto delle costruzioni
antisismiche vanno oltre le concezioni più tradizionali dell'ingegneria strutturale. Generalmente,
queste ultime si limitano a valutare, sezione per sezione, le resistenze meccaniche locali di ciascun
elemento strutturale per confrontarle, in modo indipendente le une dalle altre, con le sollecitazioni
prodotte da un assegnato sistema di forze equivalenti. Di norma, le forze sono definite in modo
univoco per qualsiasi sistema resistente.
Il criterio consisteva nell'assegnare ad ogni sezione una resistenza minima da stabilire in funzione
delle sollecitazioni prodotte da un terremoto di progetto definito in modo unificato per qualsiasi
tipo di terreno, di intensità convenzionale ridotta rispetto a quella degli eventi di maggiore violenza
attesi nel sito. Questo requisito è certamente utile, ma è parziale. L'obiettivo si sposta ora verso la
mitigazione dei danni che possono essere generati dai terremoti più violenti. Ciò richiede di
analizzare concezioni progettuali più ampie perché, per affrontare il problema sismico da questo
punto di vista, occorre tenere presente che le strutture sono impegnate in campo dinamico e che
l'intensità delle azioni può raggiungere livelli incompatibili con il normale comportamento elastico
dei materiali. Di conseguenza, negli ultimi anni si sono sviluppate le concezioni del "Capacity
Design", basate sulla valutazione gerarchica dei potenziali meccanismi di collasso. Sono stati così
stabiliti i principi per una classificazione dei sistemi strutturali, definita in funzione della capacità
di dissipare energia nell'eventualità di un impegno superiore a quei limiti di controllo che prima
costituivano il limite del progetto tradizionale. Proseguendo su questa via, si è poi iniziato a
valutare la sicurezza sismica in modo ancor più globale, attraverso i metodi del "Performance
Based Seismic Design" ed a riconoscere l'importanza di un "Conceptual Design" riguardante la
morfologia delle strutture resistenti, che a sua volta condiziona la configurazione del sistema
strutturale.
Ad un livello operativo pratico, l'applicazione dei criteri progettuali cui ora si è fatto cenno
conduce ad individuare le configurazioni più idonee dei sistemi strutturali, per far sì che su di essi
32
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
si possano svolgere utilmente le abituali analisi numeriche per la valutazione delle resistenze allo
stato limite ultimo, riducendo opportunamente quelle definite per un terremoto massimo atteso,
avendo però tarato in modo articolato e conseguente le intensità ridotte da assumere per il progetto.
Se poi si tengono presenti alcune regole specifiche, mirate ad ottenere un appropriato
bilanciamento delle resistenze da assegnare alle varie zone critiche del sistema strutturale, è anche
possibile definire una classe di duttilità privilegiata per la quale si può ridurre ulteriormente
l'intensità delle azioni di calcolo. L'obiettivo consiste nell'evitare che, per effetto di configurazioni
inadeguate, possano concentrarsi pericolosi accumuli di deformazione anelastiche in zone
improprie, in conseguenza dei quali possa ridursi la capacità dissipativa dell'intero sistema
resistente. In sostanza, occorre cercare di eliminare le possibilità che si manifestino collassi, locali
o globali, di natura fragile. Infine, nelle zone critiche, opportunamente distribuite, i dettagli
costruttivi devono assicurare la disponibilità locale della duttilità deformativa che potrebbe essere
richiesta dai meccanismi anelastici mobilitati dal sisma. Operando in questo modo si può
migliorare notevolmente la capacità che una costruzione intrinsecamente possiede per opporsi agli
attacchi sismici più violenti, potendo ragionevolmente prevedere che, anche nelle condizioni più
severe, gli eventuali danni potranno manifestarsi in modo contenuto, possibilmente senza rendere la
struttura inagibile, ma soprattutto evitando quei crolli rovinosi dai quali dipende l'incolumità delle
persone e la perdita dei valori intangibili, come quelli storici ed artistici.
La condizione è espressa in modo generico, perché il risultato, in una visione generale, non dipende
da un solo degli aspetti che possono essere controllati progettualmente; acquista però efficacia
quando siano precisati in modo appropriato i significati da attribuire ai due termini.
Abitualmente, nei problemi strutturali correnti la capacità è considerata come un fattore derivante
dalla "somma" delle resistenze meccaniche locali delle sezioni degli elementi strutturali ed è
valutata confrontando singolarmente queste resistenze con i valori delle corrispondenti componenti
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
di sollecitazione definiti dalla domanda. D'altra parte, la domanda è considerata, di norma, come
una caratteristica propria dei fattori esterni. Nella maggior parte dei casi, questi due aspetti non
sono considerati correlati tra loro, perché in genere non lo sono realmente, oppure lo sono in modo
poco significativo. Nel caso sismico invece, i due aspetti sono correlati ed ancor più lo sono quando
li si debba esaminare nei confronti degli attacchi di maggiore violenza che possono mobilitare i
comportamenti anelastici dei materiali.
Si può comprendere meglio il problema se, per esempio, lo si esamina alla luce degli aspetti
energetici. Trascurando la componente verticale del moto sismico, si consideri il movimento
orizzontale imposto alla base della costruzione. L'energia d'ingresso Ei, trasmessa dal terremoto
alla costruzione, corrisponde al lavoro compiuto dell'intera forza di taglio agente alla base che
impone il movimento al sistema fondale. Questa energia deve essere assorbita dalla struttura. Ciò
può avvenire secondo differenti modalità: una parte è assorbita come energia cinetica Ek delle
masse, quando queste sono poste in movimento; un'altra parte è assorbita come energia potenziale
elastica Ee delle strutture che si deformano elasticamente, mentre una certa aliquota Ed viene
progressivamente dissipata.
E' conveniente considerare separatamente la parte elastica Ee (restituibile) dell'energia di
deformazione, per valutare a parte gli effetti dell'energia dissipata Eh (non restituibile) associata
alle deformazioni plastiche. Ciò consente di definire un modello di comportamento con il quale si
trattano separatamente due forme di energia dissipata (Figura 1.7), distinguendo la parte Eξ di
natura viscosa, attribuibile alla fase elastica e che può essere ritenuta dipendente alla velocità di
deformazione, da quella Eh isteretica attribuibile alla fase plastica, che invece può essere ritenuta
indipendente dalla velocità di deformazione. Il criterio espresso dalla relazione Ed = Eξ + Eh
acquista un significato evidente che si riferisce, per semplificare, ad un comportamento elasto-
plastico con soglia plastica costante. Questo modello mette chiaramente in luce gli effetti
dissipativi della componente isteretica.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Seguendo lo schema descritto si può scrivere la seguente relazione che riassume i termini essenziali
di un bilancio energetico:
Ei = Ek + Eξ + Ee + Eh
Durante le oscillazioni sismiche, l'energia acquistata dalla struttura nella forma cinetica Ek, oppure
nella forma potenziale elastica Ee, può essere interamente restituita per essere trasformata da una
forma nell'altra. Nell'ipotesi teorica di assenza di effetti dissipativi, l'energia Ei immessa
complessivamente nella costruzione in entrambe le forme tende ad aumentare per tutta la durata
dell'attacco, tranne al più in qualche breve intervallo di tempo in cui l'oscillazione avviene in
controfase. Il continuo accumulo dovuto al proseguimento dell'attacco produrrebbe oscillazioni
sempre più ampie. Terminato l'attacco, mancando una capacità dissipativa, la struttura seguiterebbe
a continuare indefinitamente.
Nella realtà però, esistono i meccanismi dissipativi che svolgono un ruolo determinante.
Normalmente, quelli associati ad un comportamento riconducibile al modello viscoso sono poco
efficaci e sono sufficienti solo se l'intensità dell'attacco non è molto grande. In tal caso, la
costruzione può sopravvivere all'evento senza superare i limiti di comportamento elastico dei
materiali e senza subire danni permanenti. Se l'intensità sismica è superiore a questi livelli, si
mobilitano i comportamenti anelastici ed isteretici delle strutture, ai quali possono essere associate
35
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
36
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Quest'ultimo aspetto può essere sfruttato progettualmente. Se infatti, con opportuni accorgimenti, si
fa aumentare la deformabilità orizzontale dell'intera costruzione, fino ad ottenere valori
sufficientemente elevati del periodo naturale di oscillazione, è possibile giungere ad una condizione
di disaccoppiamento dinamico, grazie alla quale si riesce a ridurre in modo consistente l'energia
immessa nel sistema resistente. Si presentano quindi ulteriori possibilità di difesa con le quali,
anziché incrementare le capacità resistenti e dissipative, si tende ad attenuare la domanda,
modificando l'intensità dell'input sismico e riducendo l'energia di ingresso Ei . Si tratta delle
tecniche di Isolamento Sismico ("Seismic Isolation).
3. Metodi di analisi
3.1. Introduzione
La capacità che ha una struttura di resistere (anche se con danni ingenti) ad un evento sismico è
strettamente legata alla possibilità che essa ha di dissipare l‟energia. Quest‟ultima può avvenire
solamente se la struttura
entra in campo post-elastico, con la formazione di meccanismi in grado di dissipare, mediante
elevate deformazioni plastiche permanenti concentrate in zone critiche (cerniere plastiche),
l‟energia dovuta al
terremoto.
Le costruzioni soggette all‟azione sismica, non dotate di appositi dispositivi dissipativi, devono
essere progettate in accordo con i seguenti comportamenti strutturali:
1) comportamento strutturale non-dissipativo;
2) comportamento strutturale dissipativo.
Nel comportamento strutturale non dissipativo, cui ci si riferisce quando si progetta per gli stati
limite di esercizio, gli effetti combinati delle azioni sismiche e delle altre azioni sono calcolati,
indipendentemente dalla tipologia strutturale adottata, senza tener conto delle non linearità di
comportamento (del materiale e geometriche) se non rilevanti.
Nel comportamento strutturale dissipativo, cui ci si riferisce quando si progetta per gli stati limite
ultimi, gli effetti combinati delle azioni sismiche e delle altre azioni sono calcolati, in funzione
della tipologia strutturale adottata, tenendo conto delle non linearità di comportamento (del
materiale sempre, geometriche quando rilevanti e comunque sempre quando precisato). Gli
elementi strutturali delle fondazioni, che devono essere dimensionati sulla base delle sollecitazioni
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
ad essi trasmesse dalla struttura sovrastante, devono avere comportamento non dissipativo,
indipendentemente dal comportamento strutturale attribuito alla struttura su di esse gravante. Nel
caso la struttura abbia comportamento strutturale dissipativo, si distinguono due livelli di Capacità
Dissipativa o Classi di Duttilità (CD):
1) Classe di duttilità alta (CD”A”);
2) Classe di duttilità bassa (CD”B”).
La differenza tra le due classi risiede nella entità delle plasticizzazioni cui ci si riconduce in fase di
progettazione; per ambedue le classi, onde assicurare alla struttura un comportamento dissipativo e
duttile evitando rotture fragili e la formazione di meccanismi instabili imprevisti, si fa ricorso ai
procedimenti tipici della gerarchia delle resistenze. Questo criterio consiste nell‟assegnare, in fase
di progetto, una resistenza
differenziata ai diversi elementi strutturali, in modo che il collasso di alcuni preceda e quindi
prevenga quello di altri. Si localizzano, dunque, le dissipazioni di energia per isteresi in zone dette
“dissipative” o “critiche”, e l‟individuazione di tale zone deve essere congruente con lo schema
strutturale adottato.
Poiché il comportamento sismico della struttura è largamente dipendente dal comportamento delle
sue zone critiche, esse debbono formarsi ove previsto e mantenere, in presenza di azioni cicliche, la
capacità di trasmettere le necessarie sollecitazioni e di dissipare energia. Per rappresentare la
rigidezza degli elementi strutturali si possono adottare modelli lineari, che trascurano le non
linearità di materiale e geometriche, e modelli non lineari, che le considerano; in ambo i casi si
deve tener conto della fessurazione dei materiali fragili. Nel caso di comportamento non dissipativo
si adottano unicamente i modelli lineari. Nel caso di comportamento dissipativo si possono adottare
sia modelli lineari sia modelli non lineari.
Le norme ammettono quattro metodi di analisi caratterizzati da complessità e precisioni crescenti.
Essi sono:
a) analisi statica lineare
b) analisi dinamica modale
c) analisi statica non lineare
d) analisi dinamica non lineare
La scelta tra un metodo e l‟altro dipende dalle caratteristiche (regolarità, periodi propri
caratteristici) e dall‟importanza della struttura che si sta studiando. In particolare le norme
definiscono “metodo normale”, per la definizione delle sollecitazioni di progetto, l‟analisi modale
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
[1.34]
39
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Il modello costitutivo degli elementi sarà di tipo elastico lineare e quindi non sono considerati
eventuali comportamenti in campo plastico.
3.4.1. Introduzione
Per ottenere una previsione accurata e realistica della risposta sismica di una struttura è necessario
disporre di strumenti di analisi che permettano di coglierne il comportamento non lineare e la sua
evoluzione nel tempo.
L‟analisi dinamica non lineare al passo è indubbiamente lo strumento più completo ed efficace
(assumendo ovviamente che il modello strutturale riproduca con accuratezza il sistema reale): la
risposta della struttura viene determinata mediante integrazione al passo delle equazioni del moto
di un sistema a molti gradi di libertà (MDOF) non lineare.
Questa presenta però alcuni aspetti che ne impediscono un diffuso impiego nella pratica
professionale:
• la scelta dei parametri che intervengono è delicata ed influenza sensibilmente i risultati
dell‟analisi stessa;
• sono necessarie numerose analisi impiegando differenti accelerogrammi opportunamente
selezionati per ottenere un risultato rappresentativo della risposta attesa;
• l‟accuratezza dell‟analisi va a scapito della semplicità e della rapidità di esecuzione;
• l‟interpretazione dei risultati è complessa ed onerosa.
I codici sismici consentono infatti di utilizzare analisi elastiche lineari (statiche e dinamiche) che
conseguentemente, pur con i relativi limiti, risultano ancora procedure largamente diffuse.
Un‟alternativa attraente, recentemente introdotta anche in normativa, è l‟uso di procedure di analisi
statiche non lineari che, pur conservando la notevole semplicità d‟uso e di interpretazione dei
risultati tipica delle analisi statiche lineari, consentono stime più realistiche ed affidabili della
risposta strutturale anche in campo non lineare. In effetti, è sempre più frequente la loro
applicazione sia nella progettazione che nella verifica strutturale.
Questo tipo di analisi comprende essenzialmente due aspetti:
1. la determinazione di un legame forza-spostamento (curva di capacità o curva di pushover),
rappresentativo del reale comportamento monotono della struttura, per la cui definizione si richiede
un‟analisi di spinta o di pushover;
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Domanda Definizione di uno spettro di risposta compatibile con l‟azione sismica attesa nel sito
Capacità Definizione del modello matematico MDOF della struttura e delle relative non linearità
Esecuzione di un‟analisi di pushover
Risposta Definizione di un sistema SDOF equivalente
Definizione di un criterio per considerare gli effetti del comportamento ciclico della
struttura
Determinazione della risposta del sistema SDOF
Conversione della risposta del sistema SDOF equivalente in quella del sistema MDOF
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Un caso evidente di struttura riconducibile ad un sistema SDOF è quello delle pile da ponte che
possono considerarsi, con buona approssimazione, pendoli rovesci ossia oscillatori semplici in cui
la totalità della massa (impalcato, pulvino e fusto della pila) è concentrata in testa mentre la
rigidezza del sistema può attribuirsi ad un elemento di massa nulla (il fusto della pila stessa).
In questi semplici casi, l‟analisi di spinta consiste nell‟applicare alla massa del sistema uno
spostamento D o una forza F la cui intensità viene gradualmente incrementata nella direzione
dell‟unico grado di libertà disponibile. Il valore iniziale della forza o dello spostamento non ha
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
45
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
In un‟analisi di spinta basato su spostamenti e forze che si impongono alla struttura, in modo
incrementale, un profilo di spostamenti D=(D1,D2,….,Dj,….,Dn)T o di forze F=(F1,F2,….,Fj,….,Fn)T
a livello del piano che possono essere definite da un fattore di forma d o f moltiplicato per un
fattore di scala β.
Per descrivere il comportamento del sistema attraverso un legame forza-spostamento P-U (definito
curva di capacità) si scelgono opportunamente il taglio alla base ed lo spostamento D j del piano j-
esimo come ad esempio la sommità dell‟edificio.
Considerando che l‟obbiettivo è quello di simulare la risposta dinamica della struttura, sorge la
questione se l‟analisi di spinta debba essere condotta applicando un sistema di spostamenti o di
forze. Se la struttura avesse un comportamento elastico lineare i due approcci condurrebbero agli
stessi risultati ma la presenza di effetti anelastici comporta una sensibile differenza tra le due
alternative.
Concettualmente l‟analisi dinamica viene condotta con le forze inerziali per cui l‟analisi di spinta a
forze imposte sembrerebbe più appropriata ma, in un‟analisi dinamica, perfino quando un modo è
dominante, l‟andamento delle forze di piano non rimane inalterata (ossia non variano
proporzionalmente ad un fattore costante), per cui applicare una distribuzione di forze constante
46
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
non è comunque esatto; inoltre possono sorgere difficoltà nel condurre analisi anelastiche stabili
con controllo in forze, poiché queste non sono in grado di cogliere un eventuale comportamento
softening della struttura né di seguire accuratamente risposte associate a rigidezze molto piccole,
per cui può essere preferibile eseguire analisi a spostamenti controllati.
Di contro, lavorando a spostamenti imposti, si vincola la deformata della struttura, per cui si rischia
di conseguire campi di forze completamente errati rispetto a quelli attesi in una struttura “libera” di
deformarsi a fronte dell‟evento sismico e quindi a risultati seriamente fuorvianti.
Comunque, l‟approccio basato sulle forze è quello che ha attirato maggiormente l‟interesse tra
ricercatori ed ingegneri professionisti anche perché di facile implementazione su tutti i più comuni
programmi di calcolo.
Curva di capacità
Il risultato più immediato di un‟analisi pushover è la definizione della curva di capacità (o curva di
pushover) della struttura ossia della curva forza-spostamento espressa in termini di taglio alla base
(Vb) e spostamento in sommità (Dt) che rappresenta la capacità esibita dal sistema a fronteggiare
una certa azione esterna.
Considerando il sistema SDOF, l‟andamento della curva di capacità dipende dalla rigidezza k o
dalla flessibilità k-1 del sistema che a loro volta dipendono essenzialmente a dalle caratteristiche
geometriche e meccaniche del sistema e sono funzioni non lineari rispettivamente dello
spostamento e della forza applicata al sistema.
Nella figura sottostante vengono diagrammati i legami forza-spostamento, ossia le curve di
capacità rappresentative di tre comportamenti emblematici di una struttura. Esse sono caratterizzate
da un iniziale comportamento elastico lineare fino alla soglia dello snervamento (caratterizzato da
un ramo quasi lineare) seguito da un comportamento post-elastico non lineare che può essere di
tipo: incrudente (i), perfetto (p) o degradante (d).
47
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Nel caso più complesso, ma di maggiore interesse, di sistemi MDOF la curva di capacità mostra
andamenti analoghi caratterizzati ancora da un tratto inizialmente rettilineo, corrispondente al
comportamento lineare della struttura, che si incurva quando inizia la plasticizzazione e la risposta
progredisce in campo non lineare.
La capacità di una struttura dipende dalle capacità di resistenza e di deformazione dei suoi singoli
componenti e definisce la capacità della struttura indipendentemente da qualsiasi specifica richiesta
sismica (infatti non si fa riferimento alcuno all‟azione sismica): descrive quindi le caratteristiche
intrinseche del sistema resistente; in altre parole è una sorta di legame costitutivo semplificato della
struttura. Trattandosi di un legame scalare forza-spostamento il comportamento del sistema MDOF
viene così ricondotto sostanzialmente a quello di un sistema SDOF che può ragionevolmente
definirsi equivalente dato che la curva di capacità è stata costruita tenendo conto del
comportamento dell‟intero sistema MDOF.
Quando un terremoto induce uno spostamento laterale sulla struttura la sua risposta è rappresentata
da un punto su tale curva e, poiché la deformazione di tutti i suoi componenti è correlata allo
spostamento globale della struttura stessa, ogni punto di questa curva definisce anche uno specifico
stato di danno strutturale.
48
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Figura 1.11 Linearizzazione bilineare (a sinistra) e trilineare (a destra) della curva di capacità del sistema reale
Si può osservare che le linearizzazioni mostrate nella figura superiore presentano lo stesso tratto
lineare e lo stesso punto di snervamento. Questo è solo un modo scelto per rappresentare alcune
possibili linearizzazioni e non è una condizioni necessaria da rispettare. Infatti non esiste un unico
criterio per linea rizzare la curva di capacità.
Metodi differenti di analisi statica non lineare impiegano differenti criteri. L‟approssimazione è
tanto più accurata quanto più il tratto lineare sia molto vicino al reale andamento curvilineo
nell‟intorno del punto che rappresenta la risposta della struttura stessa.
Sotto vengono riportate alcune differenti approssimazioni lineari della curva di capacità.
Il comportamento del sistema può essere idealmente schematizzato con un ramo elastico lineare
fino al punto di snervamento e con un ramo post-elastico incrudente (i), perfetto (p) o degradante
49
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
(d). le curve diagrammate rappresentano i relativi legami forza-spostamento, ossia le relative curve
di capacità.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Tabella 1.8 Approcci per la conversione di sistemi MDOF in sistemi SDOF equivalenti
51
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Si osserva che si può scegliere una qualunque forma ragionevole per o m ma solitamente si
adottano le forme modali del sistema MDOF. In particolare nei metodi uni-modali = 1
rappresenta la prima forma modale.
Nei metodi adattivi è necessario ridefinire i vettori di forma quando si verifica un cambiamento
“significativo” delle caratteristiche del sistema resistente a seguito del progresso della
plasticizzazione del sistema stesso.
Il sistema di equazioni differenziali accoppiate che governa il moto di un sistema MDOF non
lineare si può scrivere in forma matriciale come segue:
Dove M è la matrice delle masse, C è la matrice di smorzamento F è il vettore delle forze resistenti
interne al sistema, I è il vettore di influenza del moto del terreno, è l‟accelerazione del terreno.
Si devono fare alcune precisazioni. In primo luogo si osserva che F dipende dagli spostamenti e
dalla storia degli spostamenti .
Inoltre:
che definisce le forze sismiche efficaci ossia il vettore delle forze indotte dal terremoto.
La distribuzione spaziale delle forze inerziali è descritta dal vettore di forma:
52
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
buona per strutture basse o medio-alte, in cui gli effetti dei modi alti sono probabilmente minimi e
la plasticizzazione ben distribuita in altezza. Comunque nessun profilo di carico fisso è in grado di
tenere conto della ridistribuzione delle forze inerziali dovuta alla plasticizzazione e di seguire le
variazioni delle proprietà vibrazionali della struttura.
Per superare tali limiti, numerosi ricercatori hanno proposto distribuzioni di carico adattive, che
cercano di seguire meglio le distribuzioni di forze inerziali che variano nel tempo.
Tenendo in considerazione che per strutture alte ed irregolari, la deformata della struttura e la
distribuzione di forze inerziali possono discostarsi dalla forma del primo modo, sono stati fatti
tentativi per considerare nell‟analisi di spinta anche i modi di vibrare superiori.
L‟uso di un profilo di carico fisso o invariante nel tempo implica l‟assunzione che la distribuzione
di forze inerziali rimanga sostanzialmente costante durante l‟evento sismico e che le deformazioni
massime ottenute con tale profilo siano confrontabili con quelle attese durante il terremoto. Queste
ipotesi sono ragionevoli se la risposta strutturale non è significativamente influenzata dagli effetti
dei modi superiori e se la struttura ha un unico meccanismo di snervamento. In questi casi, l‟uso di
profili di carico costanti conduce a stime adeguate delle richieste di deformazione.
Il generico profilo di carico fisso può descriversi come segue:
dove è un vettore di forma costante che definisce l‟andamento in altezza delle forze inerziali e
è un fattore moltiplicativo che definisce l‟ampiezza delle forze applicate in funzione del passo t
dell‟analisi.
Nel seguito si presentano alcune delle numerose proposte presenti in letteratura per la definizione
dei profili di carico fissi e quindi per la definizione del vettore di forma .
L‟impiego di profili di carico fissi determina comunque risultati approssimati e, in particolare per
strutture con periodi lunghi e con meccanismi di snervamento localizzati, può addirittura portare a
previsioni fuorvianti. E‟ consigliabile l‟uso di almeno due profili di carico che ci si aspetta possano
inviluppare la distribuzione di forze inerziali. Quindi, si applicano dapprima i carichi verticali e poi
almeno due profili di carico laterale.
Uno dovrebbe essere un profilo di carico uniforme, ossia con forze di piano proporzionali alle
masse di piano, che esalta le richieste nei piani più bassi rispetto a quelle nei piani più alti ed
accresce l‟importanza delle forze di taglio di piano rispetto ai momenti ribaltanti:
53
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
ossia
Questa distribuzione di forze è ovviamente uniforme solo se tutte le masse di piano sono uguali.
L‟altro dovrebbe essere un profilo di carico uni-modale o multi-modale (che considera gli effetti
dei modi superiori) come uno di quelli descritti nel seguito.
ossia
od una rappresentativa delle forze associate alla prima forma modale (distribuzione modale
fondamentale):
ossia
dove M è la matrice diagonale delle masse sismiche di piano (mi = massa sismica del piano i-
esimo), H è il vettore delle altezze hi di mi rispetto alla base, l è la prima forma modale (li =
componente di l al piano i-esimo). Questa distribuzione corrisponde alle forze inerziali che si
sviluppano nella struttura in campo elastico.
Per edifici alti, l‟influenza dei modi di vibrare superiori può non essere più trascurabile ed il modo
di vibrare fondamentale cade approssimativamente tra una linea retta ed una parabola con vertice
alla base; perciò, per strutture con periodo lungo, si deve adottare un profilo di carico laterale non
lineare.
In Figura 1.14 è mostrata l‟influenza del profilo di carico applicato sulla curva di capacità e sugli
stati limite di collasso per un dato edificio. Si osserva che la curva forza-spostamento descrive la
risposta globale dell‟edificio ed è funzione del punto di applicazione della risultante delle forze
applicate. Alla distribuzione uniforme corrisponde il punto di applicazione più basso e quindi la
massima resistenza ed i minori spostamenti allo snervamento ed allo stato limite di collasso. La
54
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
risultante della distribuzione triangolare è applicata al punto più alto e presenta la minore resistenza
ed i maggiori spostamenti allo snervamento e allo stato limite di collasso.
Figura 1.14 Differenze nelle curve di capacità dovute a differenti profili di carico (triangolare A, modale B,
uniforme )
55
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Dove Nm è il numero di modi tale da eccitare almeno il 90% della massa totale, è il taglio al
piano i-esimo nel modo m-esimo determinato dall‟analisi lineare con spettro di risposta, è la
massa del piano i-esimo, è la pseudo-accelerazione spettrale del modo m-esimo (
)e è il fattore di partecipazione del modo m-esimo e vale:
in cui I è il vettore unitario.
Nell‟approccio di VALLES il contributo dei modi alti viene incluso definendo un modo
fondamentale equivalente che risulta dalla combinazione dei modi di vibrazione, pesati con i
il vettore di forma che definisce questa distribuzione dei carichi laterali risulta essere:
ossia
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
struttura, la ridondanza del sistema strutturale ed il modo di collasso sia a livello di elemento che
globale. Il comportamento dinamico delle strutture reali è governato da una complessa interazione
di molti di questi fattori e può essere determinato accuratamente solo attraverso analisi dinamiche
non lineari. La necessità di una comprensione globale delle caratteristiche della risposta non lineare
di sistemi MDOF e di strumenti approssimati che agevolino la progettazione, rendono comunque
attraente l‟uso di analisi statiche non lineari che pur conservando la semplicità delle classiche
analisi statiche permettono di investigare la risposta di tali sistemi anche oltre la soglia elastica.
Figura 1.15 Influenza del periodo sulla riduzione della forza sismica (b) uguale spostamento (c) uguale energia
Questa conclusione viene solitamente indicata come principio di uguale spostamento (ED) sebbene
non goda di una base teorica o di un‟applicabilità generale che gli valga il titolo di principio.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Per strutture con periodo minore o uguale al periodo di picco dello spettro di risposta, la relazione
appena scritta non è conservativa, cioè la duttilità in spostamento richiesta è maggiore del fattore di
riduzione delle forze. In particolare, per numerosi sistemi di questo tipo, si ottiene una stima
ragionevole del valore di picco della duttilità in spostamento uguagliando l‟area sottesa dalla curva
forza-spostamento del sistema anelastico a quella sottesa dalla curva del sistema elastico di pari
rigidezza iniziale (Figura 1.15 (c)). Poiché queste aree rappresentano l‟energia totale assorbita dai
due sistemi sottoposti ad una spinta monotona fino allo spostamento massimo, questa osservazione
viene solitamente nominata principio di uguale energia (EE) (sebbene, anche in questo caso, lo
status di principio non sia giustificato).
Dalla Figura 1.15 (c) si evince la seguente relazione tra la duttilità in spostamento ed il fattore di
riduzione delle forze:
Per strutture con periodo molto basso (Te < 0.2 s) la formula sopra indicata non è più conservativa.
Questa inadeguatezza del principio di uguale energia deriva dalla tendenza del periodo proprio, Te,
di allungarsi verso regioni ad accelerazione spettrale maggiore, Tt, a seguito del degrado di
rigidezza della struttura in campo plastico. Per strutture con periodi medio-lunghi, invece,
l‟allungamento del periodo prodotto dalle azioni anelastiche comporta un allontanamento dalle
regioni di massima risposta.
Tendendo alla condizione limite T = 0, perfino a piccoli fattori di riduzione delle forze
corrispondono duttilità elevate, poiché le deformazioni strutturali diventano insignificanti rispetto
alle deformazioni del terreno per cui la struttura sperimenta le effettive accelerazioni del terreno
indipendentemente dagli spostamenti relativi e quindi dalla duttilità. Se la struttura non è in grado
di sopportare il picco di accelerazione del terreno, collassa; ne consegue che strutture con periodi
propri molto piccoli non dovrebbero essere progettate per azioni inferiori a quelle corrispondenti al
picco di accelerazione del terreno.
Questo comportamento viene indicato come principio di uguale accelerazione.
Si osserva infine che, nella realtà, gli elementi strutturali in c.a. presentano cicli isteretici molto
diversi da quello elasto-plastico ideale adottato per le analisi dinamiche non lineari. Per strutture
con periodo lungo, il livello di duttilità stimato con l‟approssimazione di uguale spostamento non
risente della forma del ciclo isteretico; per strutture con periodo corto (Te < Tg), per le quali
l‟approssimazione di uguale energia è più realistica, la riduzione di energia dissipata, legata a cicli
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
isteretici sottili, implica un aumento della richiesta di duttilità per cui gli spettri anelastici risultano
probabilmente non conservativi.
Per sistemi SDOF bilineari incrudenti il cui legame costitutivo è definito da tre parametri: il
periodo proprio Te, il rapporto y tra l‟accelerazione di snervamento e l‟accelerazione elastica
massima ed il rapporto tra la rigidezza postelastica e quella elastica iniziale p. Pertanto, può essere
utile esprimere le relazioni di cui sopra in funzione di queste grandezze. In particolare, osservando
che y è l‟inverso del fattore di riduzione R, il massimo spostamento del sistema non lineare D, si
ricava da quello di un sistema elastico De, avente la stessa rigidezza iniziale, mediante le seguenti
espressioni:
Principio EE ( ):
Principio ED ( ):
Metodo CSM
Generalità metodo CSM
Il Metodo dello Spettro di Capacità (Capacity Spectrum Method = CSM), originariamente proposto
da Freeman (1975, 1978), è una procedura di analisi statica non lineare per valutare lo spostamento
massimo atteso in una struttura per effetto di un evento sismico assegnato.
L‟azione sismica (detta richiesta sismica) viene definita mediante uno spettro di risposta elastico
mentre il comportamento della struttura viene rappresentato da una curva forza-spostamento (detta
curva di capacità) che definisce il comportamento del sistema SDOF equivalente alla struttura
stessa.
Lo spostamento atteso viene determinato individuando sulla curva di capacità lo spostamento
compatibile con la richiesta sismica. L‟individuazione di questo spostamento viene perseguita
operando nello spazio ADRS (Acceleration Displacement Response Spectrum) e quindi
59
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
60
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Figura 1.16 Definizione dell‟azione sismica con lo spettro di risposta elastico (sinistra) e costruzione della curva di
capacità tramite l‟analisi di spinta (destra)
Figura 1.17 Conversione nel formato spettrale e scelta di uno spostamento di tentativo dci (sinistra) e
rappresentazione bilineare dello spettro di capacità corrispondente a dci (destra)
Definizione della curva di capacità: si costruisce la curva forza - spostamento (Vb - Dt)
rappresentativa della capacità del sistema mediante un‟analisi di spinta (Figura 1.16);
Conversione della curva di capacità e della curva di domanda nel dominio spettrale: si trasformano
lo spettro di risposta elastico e la curva di capacità nel formato ADRS e si diagrammano sullo
61
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
stesso piano (Figura 1.17). le equazioni per ricavare lo spettro di domanda e lo spettro di capacità
sono le seguenti:
Dove:
Dove:
M = massa sismica dell‟intero sistema
1 = fattore di partecipazione al modo
1 = coefficiente di massa modale del primo modo
1 = forma del primo modo
1f = è l‟ampiezza del primo modo in sommità.
Selezione di uno spostamento di tentativo: si stabilisce uno spostamento d tentativo del PP, dci,
(inizialmente in accordo con l‟approssimazione di uguale spostamento, si può assumere dci = de)
(Figura 1.17) . Questo spostamento funge da valore di innesco per la procedura iterativa;
Rappresentazione bilineare dello spettro di capacità: costruzione dell‟approssimazione bilineare
della curva spettrale di capacità (Figura 1.17) secondo il criterio di uguale energia. Le grandezze
che definiscono completamene tale curva risultano:
La pulsazione elastica e o il periodo Te;
L‟accelerazione di snervamento ay;
Il fattore di incrudimento p pari al rapporto tra la rigidezza post-elastica e quella elastica mediante
la seguente relazione:
62
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Linearizzazione equivalente dello spettro di capacità bilineare: si assume che la risposta del sistema
bilineare (con spettro di capacità descritto nel passo precedente), in corrispondenza dello
spostamento generico dc, sia equivalente a quella di un sistema equivalente (Figura 1.18.)
caratterizzato da un periodo di vibrazione e da uno smorzamento viscoso definiti come segue:
Dove (dy, ay) è il punto di snervamento del CS bilineare e (dc, ac) è un punto su CS.
Figura 1.18 Sistema bilineare equivalente: smorzamento viscoso equivalente associato alla dissipazione isterica di
energia
Il fattore κ dipende dal comportamento isteretico del sistema, ossia dalla categoria di
comportamento a cui appartiene la struttura, che viene definita sia dalla qualità degli elementi che
costituiscono il sistema sismico resistente sia dalla durata del sisma. Nell‟ATC-40 si individuano
tre categorie di comportamento: type A indica un comportamento isteretico con cicli isteretici
stabili ed ampi simili a quelli ideali, type C rappresenta cicli isteretici fortemente pizzicati e/o
degradati e type B definisce un comportamento isteretico intermedio tra type A e C. Per questi tipi
di comportamento isteretico, si forniscono delle relazioni che esprimono il fattore κ in funzione
dello smorzamento equivalente νh i cui andamenti sono diagrammati in Figura 1.19
63
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Figura 1.19 Variazione del fattore di smorzamento K in funzione dello smorzamento viscoso equivalente vh e del
comportamento strutturale
Riduzione dello spettro di risposta: determinazione della corrispondente curva spettrale di domanda
ridotta in funzione dell‟energia isteretica dissipata dal sistema e rappresentata dallo smorzamento
veq (Figura 1.19). I valori descritti precedentemente sono usati per determinare i fattori di
riduzione spettrale che, moltiplicati per lo spettro elastico, definiscono lo spettro ridotto. In
particolare secondo l‟EC8 (Eurocodice 8, 2004) si assume:
64
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Figura 1.20 Determinazione del nuovo spostamento (sinistra) e controllo di convergenza (destra)
ma da essa differisce in modo sostanziale per la dipendenza della rigidezza dallo spostamento
incognito x.
65
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Per la soluzione del problema ci si avvale di algoritmi numerici d integrazione al passo che
forniscono la funzione spostamento x al variare del tempo. Nota tale funzione, è possibile ricavare
velocità e accelerazione nonché i loro valori massimi e minimi e, mediante il legame costitutivo
k(x), la sollecitazione massima dell'oscillatore. Il rapporto tra lo spostamento (relativo) massimo e
lo spostamento corrispondente al limite di proporzionalità elastico xy viene denominato richiesta di
duttilità:
Figura 1.21 Andamento dello spostamento al variare del tempo per un oscillatore elastico e per un oscillatore
elasto-plastico
Trascurando il contributo viscoso, nel caso elasto-plastico, risulta evidente che la massima
sollecitazione Smax non potrà mai essere superiore al valore della soglia definito nel legame
66
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
I dati richiesti in ingresso sono spesso riconducibili ad informazioni note al progettista e possono
quindi essere inseriti in modo oggettivo nel programma di calcolo. Ci si riferisce in particolare alla
geometria, ai vincoli interni ed esterni, alla distribuzione delle masse, alla caratterizzazione
67
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
meccanica dei materiali. Sono invece di più difficile ed incerta valutazione i parametri che
definiscono la legge di comportamento viscoso ed il segnale sismico.
Per la rappresentazione degli effetti viscosi si ricorre, spesso, a modelli approssimati distribuiti
quali quello di Rayleight: stabilito un intervallo di variazione dei parametri che definiscono il
modello viscoso, spetta al progettista valutare, con analisi di sensibilità, la loro incidenza sui
risultati significativi (spostamenti, tensioni, ecc.). A questo proposito si rileva che nella maggior
parte delle strutture sottoposte ad un sisma la quota di energia dissipata per effetti viscosi risulta
trascurabile rispetto a quella dissipata per fenomeni plastici. In questi casi, si è quindi giustificati a
non procedere ad una caratterizzazione rigorosa di tali parametri.
Più complessa è, invece, la definizione del segnale sismico. E' noto, infatti, che le azioni dinamiche
generate sulle strutture durante un terremoto dipendono fortemente dalle caratteristiche, dinamiche
e meccaniche, delle strutture stesse. In particolare, può accadere che terremoti accomunati da uno
stesso picco di accelerazione (PGA) ma con diversi contenuti in frequenza, inducano livelli di
danno diversi sulla medesima struttura. E' per questo motivo che nelle normative la
caratterizzazione del segnale sismico avviene mediante definizione contemporanea del picco di
accelerazione al suolo di uno spettro, essendo quest'ultimo necessario per stabilirne il contenuto in
frequenza.
Data l'aleatorietà del segnale, per garantire la sicurezza delle strutture, è quindi opportuno
analizzare le risposte strutturali per più terremoti di progetto generati a partire da un unico spettro
elastico (stabilito dalla Normativa). Solo in questo modo è possibile individuare, con sufficiente
grado di approssimazione, le sollecitazioni e gli spostamenti necessari per effettuare le verifiche
strutturali. Nel caso della normativa italiana e dell'Eurocodice 8 l'analisi deve essere ripetuta per
almeno 3 accelerogrammi diversi agenti contemporaneamente nelle 3 direzioni principali. La
verifica di compatibilità con lo spettro dovrà avvenire in base alla media delle ordinate spettrali,
ottenute con i diversi accelerogrammi, per un prefissato smorzamento viscoso.
68
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Indicato le forze interne con , la differenza tra le due equazioni precedenti è detta
equazione di equilibrio incrementale:
L'equazione ottenuta è formalmente simile a quella utilizzata per i sistemi lineari e le tecniche
numeriche possono essere utilizzate, con opportune variazioni, anche per ottenere la risposta del
sistema lineare. Per quanto detto, si procede per integrazione numerica e, generalmente, con
iterazioni all'interno di ciascun passo temporale.
69
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
La soluzione può, quindi, essere ottenuta con i metodi di integrazione già discussi.
Si rileva, tuttavia, che i risultati possono perdere significativamente di accuratezza per le seguenti
ragioni:
- l'utilizzo di un passo di integrazione temporale costante può causare approssimazioni, con
accumulazione degli errori, soprattutto nei casi - tipici nei problemi dinamici - di inversione di
segno della velocità;
- viene utilizzata la matrice tangente anziché la matrice secante.
Analisi lineare
L‟analisi lineare può essere utilizzata per calcolare gli effetti delle azioni sismiche sia nel caso di
sistemi dissipativi sia nel caso di sistemi non dissipativi. Quando si utilizza l‟analisi lineare per
sistemi non dissipativi, come avviene per gli stati limite di esercizio, gli effetti delle azioni
sismiche sono calcolati, quale che sia la modellazione per essere utilizzata, riferendosi allo spettro
di progetto ottenuto assumendo un fattore di struttura q unitario. La resistenza delle membrature e
dei collegamenti deve essere valutata in accordo con le regole presentate nei capitoli precedenti,
non essendo necessario soddisfare i requisiti di duttilità fissati nei paragrafi successivi.
Quando si utilizza l‟analisi lineare per sistemi dissipativi, come avviene per gli stati limite ultimi,
gli effetti delle azioni sismiche sono calcolati, quale che sia la modellazione per esse utilizzata,
70
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
riferendosi allo spettro di progetto ottenuto assumendo un fattore di struttura q maggiore dell‟unità.
La resistenza delle membrature e dei collegamenti deve essere valutata in accordo con le regole
presentate nei capitoli precedenti, essendo necessario soddisfare i requisiti di duttilità fissati nei
paragrafi successivi.
Il valore del fattore di struttura q da utilizzare per ciascuna direzione della azione sismica, dipende
dalla tipologia strutturale, dal suo grado di iperstaticità e dai criteri di progettazione adottati e
prende in conto le non linearità di materiale. Esso può essere calcolato tramite la seguente
espressione:
dove:
qo è il valore massimo del fattore di struttura che dipende dal livello di duttilità attesa, dalla
tipologia strutturale e dal rapporto u/1 tra il valore dell‟azione sismica per il quale si verifica la
formazione di un numero di cerniere plastiche tali da rendere la struttura labile e quello per il quale
il primo elemento strutturale raggiunge la plasticizzazione a flessione;
KR è un fattore riduttivo che dipende dalle caratteristiche di regolarità in altezza della costruzione,
con valore pari ad 1 per costruzioni regolari in altezza e pari a 0,8 per costruzioni non regolari in
altezza.
Per le costruzioni regolari in pianta, qualora non si proceda ad un‟analisi non lineare finalizzata alla
valutazione del rapporto u/1, per esso possono essere adottati i valori indicati nei paragrafi
successivi per le diverse tipologie costruttive. Per le costruzioni non regolari in pianta, si possono
adottare valori di u/1 pari alla media tra 1,0 ed i valori di volta in volta forniti per le diverse
tipologie costruttive. La scelta del fattore di struttura deve essere adeguatamente giustificata. Il
valore adottato deve dar luogo ad azioni di progetto agli stati limite ultimi coerenti con le azioni di
progetto assunte per gli stati limite di esercizio.
Per la componente verticale dell‟azione sismica il valore di q utilizzato, a meno di adeguate analisi
giustificative, è q = 1,5 per qualunque tipologia strutturale e di materiale, tranne che per i ponti per
i
quali è q = 1.
Le non linearità geometriche sono prese in conto, quando necessario, attraverso il fattore θ
appresso definito. In particolare, per le costruzioni civili ed industriali esse possono essere
trascurate nel caso in cui ad ogni orizzontamento risulti:
dove:
71
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
72
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Infine, per determinare gli effetti dell‟azione sismica su sistemi dissipativi, si possono effettuare
analisi non lineari. In esse l‟equilibrio è trattato staticamente (“analisi non lineare statica”)
modellando l‟azione sismica direttamente mediante forze statiche fatte crescere monotonamente o
dinamicamente (“analisi non lineare dinamica”) modellando l‟azione sismica indirettamente
mediante accelerogrammi.
con:
Ej valore dell‟effetto relativo al modo j;
ij coefficiente di correlazione tra il modo i e il modo j, calcolato con formule di comprovata
validità quale:
73
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
per l‟eccentricità accidentale del baricentro delle masse rispetto alla sua posizione di calcolo,
determinata come in § 7.2.6.
In alternativa, nel caso in cui la struttura sia non dissipativa, si può effettuare un‟analisi con
integrazione al passo, modellando l‟azione sismica attraverso accelerogrammi, tenendo conto
dell‟eccentricità accidentale nel modo indicato al § 7.2.6.
Analisi lineare statica
L‟analisi statica lineare consiste nell‟applicazione di forze statiche equivalenti alle forze di inerzia
indotte dall‟azione sismica e può essere effettuata per costruzioni che rispettino i requisiti specifici
riportati nei paragrafi successivi, a condizione che il periodo del modo di vibrare principale nella
direzione in esame (T1) non superi 2,5 TC o TD e che la costruzione sia regolare in altezza. Per
costruzioni civili o industriali che non superino i 40 m di altezza e la cui massa sia
approssimativamente uniformemente distribuita lungo l‟altezza, T 1 può essere stimato, in assenza
di calcoli più dettagliati, utilizzando la formula seguente:
dove:
H è l‟altezza della costruzione, in metri, dal piano di fondazione e Cl vale 0,085 per costruzioni con
struttura a telaio in acciaio, 0,075 per costruzioni con struttura a telaio in calcestruzzo armato e
0,050 per costruzioni con qualsiasi altro tipo di struttura.
L‟entità delle forze si ottiene dall‟ordinata dello spettro di progetto corrispondente al periodo T 1 e la
loro distribuzione sulla struttura segue la forma del modo di vibrare principale nella direzione in
esame, valutata in modo approssimato. La forza da applicare a ciascuna massa della costruzione è
data dalla formula seguente:
dove:
Fh = Sd(T1) W λ/g
Fi è la forza da applicare alla massa i-esima;
Wi e Wj sono i pesi, rispettivamente, della massa i e della massa j;
zi e zj sono le quote, rispetto al piano di fondazione (v. § 3.2.3.1), delle masse i e j;
Sd(T1) è l‟ordinata dello spettro di risposta di progetto definito al § 3.2.3.5;
W è il peso complessivo della costruzione;
74
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
è un coefficiente pari a 0,85 se la costruzione ha almeno tre orizzontamenti e se T 1 < 2TC, pari a
1,0 in tutti gli altri casi;
g è l‟accelerazione di gravità.
Per gli edifici, se le rigidezze laterali e le masse sono distribuite simmetricamente in pianta, gli
effetti torsionali accidentali di cui al § 7.2.6 possono essere considerati amplificando le
sollecitazioni su ogni elemento resistente, calcolate con la distribuzione fornita dalla formula
(7.3.6), attraverso il fattore () risultante dalla seguente espressione:
dove:
x è la distanza dell‟elemento resistente verticale dal baricentro geometrico di piano, misurata
perpendicolarmente alla direzione dell‟azione sismica considerata;
Le è la distanza tra i due elementi resistenti più lontani, misurata allo stesso modo.
Valutazione degli spostamenti
Gli spostamenti dE della struttura sotto l‟azione sismica di progetto allo SLV si ottengono
moltiplicando per il fattore μd i valori dEe ottenuti dall‟analisi lineare, dinamica o statica, secondo
l‟espressione seguente:
dove
In ogni caso μd ≤ 5q – 4.
75
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
applicabilità nel seguito precisate per le distribuzioni principali (Gruppo 1); in tal caso esso si
utilizza per gli scopi e nei casi seguenti:
- valutare i rapporti di sovraresistenza u/1 di cui ai §§ 7.4.3.2, 7.4.5.1, 7.5.2.2, 7.6.2.2, 7.7.3,
7.8.1.3 e 7.9.2.1;
- verificare l‟effettiva distribuzione della domanda inelastica negli edifici progettati con il fattore di
struttura q;
- come metodo di progetto per gli edifici di nuova costruzione sostitutivo dei metodi di analisi
lineari;
- come metodo per la valutazione della capacità di edifici esistenti.
Si devono considerare almeno due distribuzioni di forze d‟inerzia, ricadenti l‟una nelle
distribuzioni principali (Gruppo 1) e l‟altra nelle distribuzioni secondarie (Gruppo 2) appresso
illustrate.
Gruppo 1 - Distribuzioni principali:
- distribuzione proporzionale alle forze statiche di cui al § 7.3.3.2, applicabile solo se il modo di
vibrare fondamentale nella direzione considerata ha una partecipazione di massa non inferiore al
75% ed a condizione di utilizzare come seconda distribuzione la 2 a);
- distribuzione corrispondente ad una distribuzione di accelerazioni proporzionale alla forma del
modo di vibrare, applicabile solo se il modo di vibrare fondamentale nella direzione considerata ha
una partecipazione di massa non inferiore al 75%;
- distribuzione corrispondente alla distribuzione dei tagli di piano calcolati in un‟analisi dinamica
lineare, applicabile solo se il periodo fondamentale della struttura è superiore a T C.
Gruppo 2 - Distribuzioni secondarie:
a) distribuzione uniforme di forze, da intendersi come derivata da una distribuzione uniforme di
accelerazioni lungo l‟altezza della costruzione;
b) distribuzione adattiva, che cambia al crescere dello spostamento del punto di controllo in
funzione della plasticizzazione della struttura.
L‟analisi richiede che al sistema strutturale reale venga associato un sistema strutturale equivalente
ad un grado di libertà.
Analisi non lineare dinamica
L‟analisi non lineare dinamica consiste nel calcolo della risposta sismica della struttura mediante
integrazione delle equazioni del moto, utilizzando un modello non lineare della struttura e gli
accelerogrammi definiti al § 3.2.3.6. Essa ha lo scopo di valutare il comportamento dinamico della
76
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
struttura in campo non lineare, consentendo il confronto tra duttilità richiesta e duttilità disponibile,
nonché di verificare l‟integrità degli elementi strutturali nei confronti di possibili comportamenti
fragili. L‟analisi dinamica non lineare deve essere confrontata con una analisi modale con spettro di
risposta di progetto, al fine di controllare le differenze in termini di sollecitazioni globali alla base
delle strutture.
Nel caso delle costruzioni con isolamento alla base l‟analisi dinamica non lineare è obbligatoria
quando il sistema d‟isolamento non può essere rappresentato da un modello lineare equivalente,
come stabilito nel § 7.10.5.2.
Gli effetti torsionali sul sistema d‟isolamento sono valutati come precisato nel § 7.10.5.3.1,
adottando valori delle rigidezze equivalenti coerenti con gli spostamenti risultanti dall‟analisi. In
proposito ci si può riferire a documenti di comprovata validità.
3.6.5. Risposta delle diverse componenti all'azione sismica ed alla variabilità spaziale
del moto
Se la risposta viene valutata mediante analisi statica o dinamica in campo lineare, essa può essere
calcolata separatamente per ciascuna delle tre componenti; la risposta a ciascuna componente, ove
necessario (v. § 3.2.5.1), è combinata con gli effetti pseudo-statici indotti dagli spostamenti relativi
prodotti dalla variabilità spaziale della componente stessa, utilizzando la radice quadrata della
somma dei quadrati. Gli effetti sulla struttura (sollecitazioni, deformazioni, spostamenti, ecc.) sono
combinati successivamente, applicando la seguente espressione:
con rotazione dei coefficienti moltiplicativi e conseguente individuazione degli effetti più gravosi.
La componente verticale verrà tenuta in conto ove necessario (v. § 7.2.1). Se la risposta viene
valutata mediante analisi statica in campo non lineare, ciascuna delle due componenti orizzontali
(insieme a quella verticale, ove necessario, e agli spostamenti relativi prodotti dalla variabilità
spaziale del moto, ove necessario) è applicata separatamente. Come effetti massimi si assumono i
valori più sfavorevoli così ottenuti. Se la risposta viene valutata mediante analisi dinamica con
integrazione al passo, in campo lineare o non lineare, le due componenti accelerometriche
orizzontali (e quella verticale, ove necessario) sono applicate simultaneamente a formare un gruppo
di accelerogrammi e gli effetti sulla struttura sono rappresentati dai valori medi degli effetti più
sfavorevoli ottenuti dalle analisi, se si utilizzano almeno 7 diversi gruppi di accelerogrammi, dai
valori più sfavorevoli degli effetti, in caso contrario. In nessun caso si possono adottare meno di tre
gruppi di accelerogrammi. Nel caso in cui sia necessario valutare gli effetti della variabilità
77
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
spaziale del moto, l‟analisi deve essere eseguita imponendo alla base della costruzione storie
temporali del moto sismico differenziate ma coerenti tra loro e generate in accordo con lo spettro di
risposta appropriato per ciascun supporto.
78
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
CAPITOLO 3
ANALISI E VALUTAZIONE DELLE
STRUTTURE ESISTENTI
1. Introduzione
Il problema della valutazione della strutture esistenti è di fondamentale importanza per il territorio
italiano, da un lato per l‟elevata vulnerabilità, soprattutto rispetto alle azioni sismiche, dall‟altro per
il valore storicoarchitettonico- artistico-ambientale di gran parte del patrimonio costruttivo
esistente.
Le procedure per la valutazione, però, non possono essere standardizzate poiché è presente una
notevole varietà di tipologie strutturali e casistiche specifiche del manufatto oggetto d‟intervento.
Vanno peraltro riconosciute le difficoltà oggettive, sia di carattere logistico sia economico nelle
quali il professionista è spesso chiamato a operare. La valutazione di una struttura esistente,
similmente al progetto di una nuova, è affetto da numerose incertezze che non necessariamente
sono superiori: si pensi ad esempio alle caratteristiche dei materiali che possono essere note
direttamente con un‟opportuna campagna di indagine.
Le costruzioni esistenti sono trattate nel capitolo 8 delle NTC, in tale capitolo si riconosce la
difficoltà di standardizzazione delle metodologie motivo per le quali le richieste sono
essenzialmente prestazionali.
Nel presente capitolo, oltre alle indicazioni di carattere generale, si riportano le indicazioni della
normativa riguardo la valutazione di strutture in cemento armato.
2. Criteri generali
La valutazione della sicurezza e la progettazione degli interventi su costruzioni esistenti devono
tenere conto dei seguenti aspetti:
- la costruzione riflette lo stato delle conoscenze al tempo della sua realizzazione;
- possono essere insiti e non palesi difetti di impostazione e di realizzazione;
79
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
- la costruzione può essere stata soggetta ad azioni, anche eccezionali, i cui effetti non siano
completamente manifesti;
- le strutture possono presentare degrado e/o modificazioni significative rispetto alla situazione
originaria.
Nella definizione dei modelli strutturali, si dovrà, inoltre, tenere conto che:
- la geometria e i dettagli costruttivi sono definiti e la loro conoscenza dipende solo dalla
documentazione disponibile e dal livello di approfondimento delle indagini conoscitive;
- la conoscenza delle proprietà meccaniche dei materiali non risente delle incertezze legate alla
produzione e posa in opera ma solo della omogeneità dei materiali stessi all‟interno della
costruzione, del livello di approfondimento delle indagini conoscitive e dell‟affidabilità delle
stesse;
- i carichi permanenti sono definiti e la loro conoscenza dipende dal livello di approfondimento
delle indagini conoscitive.
Si dovrà prevedere l‟impiego di metodi di analisi e di verifica dipendenti dalla completezza e
dall‟affidabilità dell‟informazione disponibile e l‟uso, nelle verifiche di sicurezza, di adeguati
“fattori di confidenza”, che modificano i parametri di capacità in funzione del livello di conoscenza
relativo a geometria, dettagli costruttivi e materiali.
Le modalità di verifica delle costruzioni nuove sono basate sull‟uso di coefficienti di sicurezza
parziali da applicare alle azioni e alle caratteristiche meccaniche dei materiali, concepiti e calibrati
per tener conto dell‟intero processo che va dalla progettazione, con imposizione di dati progettuali
su azioni e materiali, alla concreta realizzazione, con l‟obiettivo di realizzare, attraverso processi di
produzione controllati nelle diverse sedi (stabilimenti di produzione dei materiali base, stabilimenti
di prefabbricazione o preconfezionamento, cantieri), una costruzione fedele, per quanto possibile,
al progetto. Nelle costruzioni esistenti è cruciale la conoscenza della struttura (geometria e dettagli
costruttivi) e dei materiali che la costituiscono (calcestruzzo, acciaio, mattoni, malta). È per questo
che viene introdotta un‟altra categoria di fattori, i “fattori di confidenza”, strettamente legati al
livello di conoscenza conseguito nelle indagini conoscitive, e che vanno preliminarmente a ridurre i
valori medi di resistenza dei materiali della struttura esistente, per ricavare i valori da adottare, nel
progetto o nella verifica, e da ulteriormente ridurre, quando previsto, mediante i coefficienti
parziali di sicurezza.
80
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
81
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Il Progettista dovrà esplicitare, in un‟apposita relazione, i livelli di sicurezza attuali o raggiunti con
l‟intervento e le eventuali conseguenti limitazioni da imporre nell‟uso della costruzione.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
In generale ricadono in questa categoria tutti gli interventi che, non rientrando nella categoria
dell‟adeguamento, fanno variare significativamente la rigidezza, la resistenza e/o la duttilità dei
singoli elementi o parti strutturali e/o introducono nuovi elementi strutturali, così che il
comportamento strutturale locale o globale, particolarmente rispetto alle azioni sismiche, ne sia
significativamente modificato. Ovviamente la variazione dovrà avvenire in senso migliorativo, ad
esempio impegnando maggiormente gli elementi più resistenti, riducendo le irregolarità in pianta e
in elevazione, trasformando i meccanismi di collasso da fragili a duttili.
5.2. Rilievo
Il rilievo geometrico-strutturale dovrà essere riferito sia alla geometria complessiva dell‟organismo
che a quella degli elementi costruttivi, comprendendo i rapporti con le eventuali strutture in
aderenza. Nel rilievo dovranno essere rappresentate le modificazioni intervenute nel tempo, come
desunte dall‟analisi storico-critica.
Il rilievo deve individuare l‟organismo resistente della costruzione, tenendo anche presente la
qualità e lo stato di conservazione dei materiali e degli elementi costitutivi.
Dovranno altresì essere rilevati i dissesti, in atto o stabilizzati, ponendo particolare attenzione
all‟individuazione dei quadri fessurativi e dei meccanismi di danno.
83
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
5.5. Azioni
I valori delle azioni e le loro combinazioni da considerare nel calcolo, sia per la valutazione della
sicurezza sia per il progetto degli interventi, sono quelle definite dalla norma vigente per le nuove
costruzioni, salvo quanto di seguito precisato.
Per i carichi permanenti, un accurato rilievo geometrico-strutturale e dei materiali potrà consentire
di adottare coefficienti parziali modificati, assegnando valori di G adeguatamente motivati. Nei casi
per i quali è previsto l‟adeguamento, i valori di calcolo delle altre azioni saranno quelli previsti
dalla norma.
84
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
a) per definire le resistenze dei materiali da utilizzare nelle formule di capacità degli elementi
duttili e fragili; le resistenze medie, ottenute dalle prove in situ e dalle informazioni aggiuntive,
sono divise per i fattori di confidenza;
b) per definire le sollecitazioni trasmesse dagli elementi duttili a quelli fragili; a tale scopo, le
resistenze medie degli elementi duttili, ottenute dalle prove in situ e dalle informazioni aggiuntive,
sono moltiplicate per i fattori di confidenza.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
g) se lo spostamento dmax relativo ad un dato Stato limite è minore di dcu, il taglio negli elementi
verrà calcolato in corrispondenza di dmax
h) se dmax > dcu, il taglio negli elementi verrà calcolato in corrispondenza di dcu.
Tabella 1.9 Valori delle proprietà dei materiali e criteri di analisi e di verifica della sicurezza
87
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
88
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Interventi su parti non strutturali ed impianti sono necessari quando, in aggiunta a motivi di
funzionalità, la loro risposta sismica può mettere a rischio la vita degli occupanti o produrre danni
ai beni contenuti nella costruzione.
Per le strutture in c.a. ed in acciaio si prenderanno in considerazione, valutandone l‟eventuale
necessità e l‟efficacia, anche le tipologie di intervento di seguito esposte o loro combinazioni:
- rinforzo di tutti o parte degli elementi;
- aggiunta di nuovi elementi resistenti, quali pareti in c.a., controventi in acciaio, etc.;
- eliminazione di eventuali comportamenti a piano “debole”;
- introduzione di un sistema strutturale aggiuntivo in grado di resistere per intero all‟azione sismica
di progetto;
- eventuale trasformazione di elementi non strutturali in elementi strutturali, come nel caso di
incamiciatura in c.a. di pareti in laterizio;
89
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
CAPITOLO 4
DESCRIZIONE IMPALCATO E
MODELLAZIONE NUMERICA
1.1. Localizzazione
Il Cavalcavia della Stazione di Treviso è un'infrastruttura posizionata sulla SS13 nel Comune di
Treviso. Si tratta di un scavalco ferroviario, composto da 3 campate. L'opera si posiziona sulla
linea Venezia-Udine nella stazione di Treviso Centrale. Il cavalcavia prosegue con delle rampe
verso Nord in direzione Villorba, Sud in direzione Preganziol, e si riallaccia a Ovest al Viale
Trento e Trieste in direzione Paese. Tale posizione lo rende una struttura di importanza rilevante,
sia per la rete urbana di Treviso, sia per l'importanza della rete ferroviaria che scavalca.
Queste considerazioni portano infatti a classificare l'opera come appartenente alla Classe d'Uso IV:
si può infatti identificare come una costruzione con funzione strategica importante, anche con
riferimento alla gestione della protezione civile in caso di calamità. Si tratta infatti di un ponte di
importanza critica per il mantenimento delle vie di comunicazione, particolarmente dopo un evento
sismico.
90
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Le spalle hanno un'altezza complessiva di circa 7,95 m e sono sede degli apparecchi d'appoggio
delle estremità.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Le pile in c.a. gettate in opera sono a sezione quadrata 168 x 168 cm, di altezza 5,25 m.
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
L'impalcato è costituito da due travi di estremità, sempre in c.a. gettato in opera, di forma singolare,
e una trave centrale in mezzeria.
Le travi laterali sono alte 3,00 m e in corrispondenza delle pile risultano essere di 3,80 m. La trave
entrale è di sezione rettangolare che si riallaccia alla soletta, di altezza 75 cm e larghezza 30 cm. La
soletta in calcestruzzo è di spessore 20 cm, e poggia sui traversi: essi sono delle travi in c.a. gettati
in opera di sezione rettangolare che varia in altezza, dal centro alle estremità dai 74 cm ai 114 cm.
L'ala esterna delle travi di estremità funge da marciapiede con anteposto un parapetto in c.a. Sono
poi installati dei parapetti in ferro all'estremità del marciapiede.
94
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
2. Indagini in sito
Sono state effettuate delle indagini in sito per la valutazione delle proprietà dei materiali e del
posizionamento delle armature.
La prima prova per la valutazione della
resistenza del calcestruzzo è la prova di “pull-
out”: Il metodo descritto ha il pregio di
consentire la misura diretta della resistenza del
calcestruzzo di una struttura e consiste
nell'estrarre, mediante apposita attrezzatura, dal
calcestruzzo della struttura, uno stelo in acciaio
95
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
96
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
97
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
3. Modellazione numerica
3.1. Introduzione
Per quanto riguarda la modellazione numerica della struttura si utilizza il programma di calcolo
Midas/CIVIL, con codice di risoluzione FEM per le strutture da ponte. Tale programma conduce
analisi in campo lineare e in campo non lineare con integrazioni al passo, e costituisce lo strumento
che condurrà ai risultati delle analisi proposte per la struttura esistente.
3.2. Materiali
Il materiale preso in considerazione per la struttura è il calcestruzzo C25/30, sia per le opere in
elevazione che per quelle di fondazione. Questa scelta deriva dal fatto che i materiali che
costituiscono l'opera non erano stati allora definiti, inoltre non sono ancora state eseguite delle
indagini approfondite in sito o in laboratorio per ottenere dei valori più precisi delle resistenze
caratteristiche di tale calcestruzzo.
98
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
99
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Si sono considerati gli aumenti di altezza (di circa 30 cm) delle travi laterali in corrispondenza alle
pile, e si sono modellate tali variazioni utilizzando il comando "Tapered Section".
Una volta definita la sezione trasversale, le travi sono state rappresentate nel modello di calcolo
come elementi Beam, discretizzati in corrispondenza ai traversi. I nodi rappresentano vincoli di
continuità, infatti la struttura non presenta cerniere o giunti particolari longitudinalmente in quanto
è stata interamente gettata in opera.
100
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
L'altezza del traverso varia dalla mezzeria all'estremità laterale dell'impalcato. In Midas si è
utilizzato la proprietà "Tapered Section" e si è fatta variare linearmente tale altezza.
Tali travi sono poi state rappresentate con elementi Beam ai quali è stato assegnato il materiale
prima definito.
Il risultato di tale modellazione dell'impalcato è quindi un graticcio di travi, con particolarità di
avere i traversi ultimi non ortogonali all'asse dell'impalcato, bensì posti in modo inclinato.
101
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
3.4. Pile
Le pile, di sezione quadrata 168 cm x 168 cm sono state modellate come elementi Beam Column,
che si collegano al nodo della trave longitudinale (vincolo di continuità) attraverso un Elastic Rigid
Link per rappresentare la distanza tra il baricentro della trave e l'estremità superiore della pila in
corrispondenza all'intradosso della rave stessa.
102
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Per quanto riguarda invece il vincolo di incastro delle pile, si modellano tre situazioni differenti,
che verranno confrontate in sede di prima analisi di valutazione della struttura in esercizio, essendo
quello il punto critico nei confronti delle azioni orizzontali.
103
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
3.5.2. Soluzione con plinto di fondazione e pali con rigidezza laterale del terreno
Per rappresentare in modo più realistico quello che è il reale comportamento di interazione tra il
terreno e la struttura, senza quindi vincolare con un incastro le pile sovrastimando la rigidezza alla
base della struttura, si sceglie di modellare il plinto di fondazione e i pali in c.a.
Questo tipo di modellazione tuttavia non può essere strettamente fedele al comportamento reale del
vincolo, in quanto dai disegni esecutivi non si può ricavare nessuna informazione sulla natura dei
pali al di sotto del plinto, se non il loro diametro (0,60 m) e la loro posizione. Inoltre i dati che si
hanno a disposizione sulla stratigrafia del terreno, i quali sono indispensabili per ricavare i valori
delle rigidezze laterali da dare alle molle che rappresentano l'effetto del terreno, sono
approssimativi. Andrebbero infatti svolte indagini geotecniche in sito più approfondite per poter
essere sicuri della reale interazione terreno-struttura.
Innanzitutto si è modellato il plinto di fondazione in c.a. con elementi Plate. Per semplicità si è
considerato un plinto equivalente a base quadrata di lato 6,20 m e altezza 1,36 m. I pali di diametro
0,6 m vengono disposti con interasse di 2,40 m gli uni dagli altri: ognuno dei quattro plinti alla base
delle pile ha quindi alla base nove pali di fondazione. I pali vengono modellati come elementi
Beam di sezione circolare, vengono discretizzati ogni 0,50 m e la lunghezza viene stimata di 15 m.
104
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Si utilizzano quindi i dati sulla distribuzione stratigrafica del terreno individuati tramite un'indagine
SPT in prossimità del Cavalcavia:
105
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Si riassumono i risultati nella seguente tabella, dove vengono indicati i valori del modulo
edometrico del terreno e dell'angolo di attrito in funzione della profondità.
106
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
107
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
essendo E e ν i parametri del terreno, supposto elastico ed omogeneo. La teoria di Winkler consente
di tener conto della variabilità del modulo con la profondità, il che è particolarmente importante in
terreni stratificati.
108
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Tali valori vengono inseriti nel modello come "Point Spring Support", impostando come proprietà
la rigidezza calcolata in direzione X e Y.
Il palo viene poi vincolato in direzione Z all'estremità inferiore.
L'impalcato in corrispondenza delle spalle non vede variazioni alle tipologie di vincolo esposte in
precedenza.
ossia tutto il tratto di palo infisso possa considerarsi come trave su suolo elastico, occorre che gli
spostamenti laterali y del palo, sotto le forze trasversali sollecitanti, siano ovunque tali da
conservare la validità della [1.80], ossia in nessun punto del terreno che circonda il palo deve essere
avvicinata la deformazione corrispondente allo spostamento limite ultimo passivo ed anzi il terreno
dovrebbe essere ancora nel campo lineare. Se ciò non avviene in una zona la pressione p non cresce
più con lo spostamento y e, teoricamente, dovrebbe restare bloccato al valore della resistenza
passiva.
Peraltro si deve presumere che il limite ultimo sia raggiunto nella parte alta, prossima alla
superficie del suolo, ove la struttura del terreno risulta distrutta per lo stesso rifluimento. Il terreno
109
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
nella parte alta cede per azione passiva tridimensionale ed al di sotto cede per il flusso plastico
trasversale secondo "piani" orizzontali.
E' da ritenere inoltre che quando il palo venga deformato da azioni orizzontali di breve durata
(vento, sisma, ecc.) il terreno a monte non lo segua, destandosi dietro al palo un effetto arco, per
cui non si ha pressione attiva; a valle il terreno deformato permanentemente può anch'esso staccarsi
dal palo che restituisce pertanto deformazione autonoma.
Tale ipotesi, in definitiva semplificative ma anche cautelative, portano a considerare una pressione
nulla sul palo fino a dove la pressione reattiva del terreno a valle raggiunge il valore limite passivo.
Ciò equivale a considerare nei calcoli che l'immersione del palo nel terreno abbia luogo non alla
superficie del suolo bensì ad una profondità z* crit.
In prima larga approssimazione, la profondità critica zcrit che separa idealmente il terreno
plasticizzato da quello a comportamento elastico coincide con quella reagente z* crit sopra definita.
Il meccanismo di rottura risente moltissimo delle modalità esecutive del palo: tanto più esse sono
trascurate ed il terreno superficiale ha caratteristiche meccaniche scadenti, tanto più zcrit è grande.
Come ordine di grandezza può considerarsi nel campo dei piccoli spostamenti y:
Si è modellato il plinto di fondazione in c.a. con elementi Plate. Per semplicità si è considerato un
plinto equivalente a base quadrata di lato 6,20 m e altezza 1,36 m. I pali di diametro 0,6 m vengono
disposti con interasse di 2,40 m gli uni dagli altri: ognuno dei quattro plinti alla base delle pile ha
quindi alla base nove pali di fondazione. I pali vengono modellati come elementi Beam di sezione
circolare, di lunghezza 2,68 m a fronte delle considerazioni sopra esposte, e vengono incastrati alla
base.
La rigidezza dell'intera struttura quindi considera l'effetto dell'elemento di fondazione, ma
l'interazione terreno-struttura viene semplificato.
L'impalcato in corrispondenza delle spalle non vede variazioni alle tipologie di vincolo esposte in
precedenza.
110
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
La scelta della modellazione più appropriata per la valutazione sismica verrà eseguita in sede di
prima analisi statica non lineare e valutazione della curva di capacità.
111
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
La pavimentazione stradale negli anni è stata rieseguita, seguendo gli standard delle
pavimentazioni in conglomerato bituminoso (pavimentazioni flessibili):
Si è considerato uno strato di spessore ~15 cm, con peso specifico 2 kg/dm^3.
Tale carico è stato imposto sui traversi, ad interasse di 1,725 m gli uni dagli altri, come carico
uniforme distribuito.
112
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Schemi di Carico
Le azioni variabili del traffico, comprensive degli effetti dinamici, sono definite dagli Schemi di
Carico; si è considerato nel caso in esame solo il seguente:
Schema di Carico 1: è costituito da carichi concentrati su due assi in tandem, applicati su impronte
di pneumatico di forma quadrata e lato 0,40 m, e da carichi uniformemente distribuiti come
mostrato in Figura 1.25. Questo schema è da assumere a riferimento sia per le verifiche globali, sia
per le verifiche locali, considerando un solo carico tandem per corsia, disposto in asse alla corsia
stessa. Il carico tandem, se presente, va considerato per intero.
113
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Categorie Stradali
Sulla base dei carichi mobili ammessi al transito, i ponti stradali si suddividono nelle tre seguenti
categorie:
1 Categoria: ponti per il transito dei carichi mobili sopra indicati con il loro intero valore;
2 Categoria: come sopra, ma con valori ridotti dei carichi come specificato nel seguito;
3 Categoria: ponti per il transito dei soli carichi associati allo Schema 5 (passerelle pedonali).
Sul manufatto dovrà essere applicato un contrassegno permanente, chiaramente visibile, indicante
la categoria e l‟anno di costruzione del ponte. L‟accesso ai ponti di 3a Categoria di carichi diversi
da quelli di progetto deve essere materialmente impedito. Il transito di carichi eccezionali, il cui
peso, sia totale che per asse, ecceda quelli previsti per la relativa categoria di progettazione, dovrà
essere autorizzato dall‟Ente proprietario della strada, secondo le vigenti norme sulla disciplina della
circolazione stradale. Se necessario, il progetto potrà specificatamente considerare uno o più veicoli
speciali rappresentativi per geometria e carichi-asse dei veicoli eccezionali previsti sul ponte. Detti
veicoli speciali e le relative regole di combinazione possono essere appositamente specificati caso
per caso o dedotti da normative di comprovata
validità.
114
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Disposizione dei carichi mobili per realizzare le condizioni di carico più gravose
Il numero delle colonne di carichi mobili da considerare nel calcolo dei ponti di 1a e 2a Categoria è
quello massimo compatibile con la larghezza della carreggiata, comprese le eventuali banchine di
rispetto e per sosta di emergenza, nonché gli eventuali marciapiedi non protetti e di altezza
inferiore a 20 cm, tenuto conto che la larghezza di ingombro convenzionale è stabilita per ciascuna
colonna in 3,00 m.
In ogni caso il numero delle colonne non deve essere inferiore a 2, a meno che la larghezza della
sede stradale sia inferiore a 5,40 m. La disposizione dei carichi ed il numero delle colonne sulla
carreggiata saranno volta per volta quelli che determinano le condizioni più sfavorevoli di
sollecitazione per la struttura, membratura o sezione considerata. Per i ponti di 1a Categoria si
devono considerare, compatibilmente con le larghezze precedentemente definite, le seguenti
intensità dei carichi (Tab. 1.12):
Tabella 1.12 Intensità dei carichi Qik e qik per le diverse corsie
Per i ponti di 2a Categoria si devono considerare sulla Corsia N.1 un Carico asse Q1k = 240 kN ed
un carico distribuito qik = 7,20 [kN/m2]. Sulle altre corsie vanno applicati i carichi associati ai ponti
di 1° Categoria.
Per i ponti di 3a Categoria si considera il carico associato allo Schema 5 (folla compatta) applicato
con la disposizione più gravosa per le singole verifiche. Ai fini della verifiche globali di opere
singole di luce maggiore di 300 m, in assenza di studi specifici ed in alternativa al modello di
carico principale, si disporrà sulla corsia n. 1 un carico qL,a, sulla corsia n. 2 un carico qL,b, sulla
corsia n. 3 un carico qL,c e sulle altre corsie e sull‟area rimanente un carico distribuito di intensità
2,5 kN/m2. I carichi qL,a, qL,b e qL,c si dispongono in asse alle rispettive corsie.
Sono state considerate 2 corsie convenzionali, ed è stata ricercata la configurazione di tali corsie
per ottenere gli effetti più sfavorevoli.
115
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
E' stato implementato in Midas/CIVIL il modello di carico del traffico secondo le prescrizioni
appena esposte, nella sezione "Moving Load Analysis".
116
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
CAPITOLO 5
ANALISI STATICA NON LINEARE
1. Introduzione
Per molti anni l‟unica alternativa ai metodi lineari (analisi statica e modale) per l‟analisi sismica
delle strutture è stata l‟analisi dinamica non lineare. Tale metodo, pur essendo quello che meglio
consente di cogliere la risposta sismica delle strutture (a condizione di scegliere un‟adeguata
modellazione del comportamento ciclico non lineare degli elementi struttali e di simulare
correttamente l‟eccitazione sismica), rimane ancora uno strumento accessibile solo a pochi
specialisti del settore. Spinti dall‟esigenza di valutare
esplicitamente le deformazioni plastiche subite dagli elementi strutturali durante il sisma senza
dover eseguire complesse ed onerose analisi dinamiche non lineari sono stati formulati i cosiddetti
“metodi statici non lineari” per l‟analisi sismica delle strutture.
Per quanto riguarda le strutture esistenti, come prescritto dalle Norme Tecniche 2008, tale metodo
di analisi si pone come obiettivo la valutazione della capacità strutturale, ovvero l'individuazione
della cosiddetta curva di capacità (o curva di pushover).
L‟analisi di Pushover (PO) è una tipologia di analisi che cerca di conservare la semplicità d‟uso e
d‟interpretazione dei risultati tipica delle analisi statiche estendendola anche a sistemi
meccanicamente non lineari. L‟obiettivo principale è quello di cogliere il comportamento evolutivo
nel tempo che la struttura manifesta durante l‟azione sismica. Il comportamento evolutivo è
sostanzialmente dovuto alla fuoriuscita dal campo elastico degli elementi che compongono la
struttura; esso, chiaramente, non può essere interpretato mediante l‟adozione di analisi elastiche.
Specificatamente un‟analisi di pushover serve a identificare le caratteristiche del comportamento
post-elastico della struttura, cioè dove e con quale progressione si supera la soglia di elasticità nei
vari elementi, dove si trovano le debolezze strutturali, come e con quale modalità si raggiunge la
crisi, quale è il livello di duttilità strutturale.
Lo sviluppo di tale metodo ha origine nella seconda meta degli anni ‟70 per opera di Freeman et
al.(1975,1978), attraverso formulazioni su sistemi a un grado di libertà, per poi giungere ad
applicazioni più generali come le strutture irregolari.
117
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Tra i metodi statici non lineari presenti in letteratura, il “metodo dello spettro di capacità”
(Freeman, 1998) e il “metodo N2” (Fajfar & Gaspersic, 1996; Fajfar, 1999) hanno conquistato
negli anni un consenso sempre più ampio nella comunità scientifica, tanto che il loro uso è oggi
consentito da diverse normative antisismiche (ad esempio Eurocodice 8, 2003;NTC 2008; FEMA
356, 2000; FEMA 368, 2001; O.P.C.M. 3431, 2005). I due metodi citati, nonostante le differenze
concettuali che li distinguono, si articolano entrambi in due fasi fondamentali. La prima consiste
nella determinazione della curva di prestazione,
che descrive l‟evoluzione della risposta strutturale all‟aumentare dell‟intensità dell‟evento sismico.
La curva di prestazione è il grafico che riporta i valori monitorati durante l‟analisi di spinta. La
seconda fase consiste nell‟individuare sulla curva di prestazione il punto corrispondente alla
risposta inelastica del telaio conseguente al sisma assegnato. Ciò è fatto attraverso lo studio di un
118
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
sistema a un solo grado di libertà equivalente alla struttura reale a più gradi di libertà. Il sistema a
un grado di libertà è, infatti, lo strumento per la comprensione del comportamento di strutture più
complesse e quello su cui è concettualmente più semplice definire e condurre un‟analisi di
pushover.
119
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Si sceglie di implementare il modello di cerniera plastica definito dalla normativa del "Federal
Emergency Management Agency Prestandard" FEMA 356 (2000).
Le procedure descritte nel documento FEMA 356 forniscono delle linee guida per sviluppare le
relazioni non lineari sforzo laterale-deformazione per elementi in calcestruzzo armato. Per le
colonne con resistenza a flessione limitata, il modello di carico-spostamento segue la relazione
generale mostrata in Fig. 1.27, dove la forza laterale è normalizzata rispetto alla forza di
snervamento. Per una data colonna, al fine di generare tale relazione, devono essere determinate la
rigidezza iniziale, lo spostamento,y, o il carico laterale Vy al punto di snervamento (Punto B); il
carico laterale a rottura per flessione, Vp (Punto C); gli angoli di rotazione plastica a e b e il
rapporto di resistenza residua c.
120
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
121
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
N. Le corrispondenti deformazioni sono le due rotazioni alle estremità e e l‟estensione
assiale u. Il vettore P rappresenta le forze e U le deformazioni:
Le forze agenti sulla sezione sono il carico assiale N(x), il momento flettente M(x), e il taglio V(x).
Le corrispondenti deformazioni della sezione sono la deformazione assiale riferita all‟asse (x), la
curvatura (x) e la deformazione di taglio (x). Il vettore S rappresenta le forze nella sezione e le
deformazioni nella sezione:
Figura 1.28 Localizzazione della i-esima fibra nella sezione suddivisa in n fibre
Figura 1.29 Sistema di riferimento relativo per l‟elemento (ECS) nel modello a fibre
122
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
È possibile applicare il Principio dei Lavori Virtuali, che nel caso di un elemento beam assume la
forma:
Da considerazioni di equilibrio, le forze nella sezione sxvengono espresse come funzione delle
forze di estremità P attraverso una funzione di interpolazione NP(x) .
dove:
dove f xè la matrice di flessibilità e dipende dal modello di sezione utilizzato per il materiale e
sxrappresenta le forze nella sezione. Sostituendo nel Principio del Lavori Virtuali sxe (x)
ricavate prima ed eliminando PT , l‟equazione diventa:
123
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
124
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Tale elemento beam è incastrato alla base. Su di esso agiscono il peso proprio, il carico permanente
dell'impalcato, e vengono impostati i carichi statici unitari laterali di pushover, in direzione X e Y.
125
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Viene a questo punto discretizzata la sezione con le fibre, inserendo i dati dell'armatura forniti dalle
tavole progettuali. Ad ogni fibra viene quindi assegnato il materiale prima descritto.
126
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Viene quindi definito il modello di plasticità diffusa tramite l'impostazione della cerniera plastica.
127
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Come mostra la figura, la cerniera plastica è di tipo distribuito lungo l'elemento Beam/Column,
definita attraverso il comportamento inelastico delle fibre. Le componenti che vengono considerate
sono quella Fx, e quelle flessionali My,z. Tale modello di plasticità diffusa viene quindi assegnato
all'elemento.
Ora viene settata l'analisi, attraverso i controlli della "Time History", in quanto solo da questa
sezione si possono considerare i comportamenti inelastici delle fibre.
Come prima operazione si definisce una funzione moltiplicatore: viene quindi creata una funzione
di durata 1 secondo con valore crescente da 0 a1. Questa funzione moltiplicherà la forza applicata.
In seguito si deve applicare la forza laterale di Pushover, definita come carico statico, con un Load
Case dedicato.
Assegnato il carico, si impostano i parametri dell'analisi: si sceglie quindi un'analisi di tipo non
lineare statica, con numero di step con cui suddividere la funzione moltiplicatore pari a 100. Il
controllo avverrà con gli spostamenti, considerando come Master Node quello in sommità alla pila,
e assegnandoli uno spostamento di 0.1 m.
128
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
129
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Come valori di output di nostro interesse si andranno a definire dei grafici di risultato,
considerando i parametri di spostamento in sommità e taglio alla base, nelle due direzioni.
I risultati vengono poi discussi in relazione a quelli ottenuti considerando il modello di plasticità
concentrata alla base della pila.
130
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Per prima cosa si definiscono i controlli globali dell'analisi statica non lineare: il carico iniziale, le
modalità di controllo della convergenza e il relativo criterio.
I Load Case definiti sono quelli in direzione longitudinale e trasversale; per entrambi si scelgono
100 step di incremento, si considerano gli effetti P-Delta durante l'analisi, il metodo a spostamento
131
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Ora si impostano le proprietà della cerniera plastica: si tratta di definire dove avverrà la
plasticizzazione, e con che modalità. Siccome il momento massimo sta alla base dell'elemento, la
cerniera viene impostata per tale zona. Si sceglie la sua definizione tramite un diagramma momento
rotazione M-θ, e si scelgono le componenti Fx e My,z analogamente a quelle impostate nell'analisi
precedente. Il metodo di calcolo delle proprietà è di tipo "Auto Calculation": il programma infatti
reperisce le informazioni necessarie dai dati della sezione, dell'armatura, dei materiali, inseriti
preventivamente attraverso le impostazioni di "Concrete Design".
132
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Le cerniere plastiche assegnate sono di tipo FEMA, con la seguente curva M-θ.
133
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Dopo aver lanciato l'analisi ("Perform Pushover Analysis") in fase di post-processamento, si può
ottenere in immediato la curva prestazionale, o curva di pushover, la quale indica il valore del
taglio alla base in funzione dello spostamento in sommità dell'elemento.
Curva di Pushover_Longitudinale
2,50E+03
2,00E+03
Function
1,50E+03
1,00E+03 CP
Fiber
5,00E+02
0,00E+00
0,00E+00 2,00E-02 4,00E-02 6,00E-02 8,00E-02 1,00E-01 1,20E-01
Spostamento(m)
134
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Curva di Pushover_Trasversale
2,50E+03
2,00E+03
1,50E+03
Function
1,00E+03 CP
Fiber
5,00E+02
0,00E+00
0,00E+00 2,00E-02 4,00E-02 6,00E-02 8,00E-02 1,00E-01 1,20E-01
Spostamento(m)
Dai confronti appena effettuati si può dedurre che i due modelli possono essere considerati uno
l'approssimazione dell'altro.
Il modello a fibre, infatti, viene inteso come il più realistico nel rappresentare il comportamento
inelastico dei materiali, che, sotto l'effetto di un carico orizzontale, presentano un punto di
snervamento e uno di rottura.
Il modello a plasticità concentrata presenta come vantaggio un minor onere computazionale, e la
descrizione dello stesso fenomeno di snervamento e rottura attribuendo le caratteristiche di non
linearità esclusivamente ad una regione concentrata della pila, conservando le proprietà elastiche
dei materiali per la parte rimanente. Si può comunque affermare che l'errore riscontrato in questa
approssimazione è di circa il 10%, che si può ritenere accettabile nel corso di questo tipo di analisi.
4. Modello globale
Per quanto riguarda l'analisi di pushover condotta sul modello dell'intera struttura da ponte, si
utilizzano i suggerimenti esposti nel precedente paragrafo: si conduce infatti un'analisi statica non
lineare sul modello globale, pile e impalcato, assegnando le proprietà non lineari alle cerniere
plastiche che si impostano alla base e in sommità delle pile per quanto riguarda la flessione
longitudinale, mentre solamente alla base della pila per quanto riguarda la flessione trasversale.
135
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
I carichi orizzontali di pushover sono definiti nella seguente modalità: nel caso di spinta orizzontale
il carico statico unitario è stato assegnato ad un nodo in mezzeria dell'impalcato (trasversale) in
direzione x, e lo spostamento controllato di 0.10 m è stato assegnato al nodo 405 in sommità alla
pila P2. La spinta trasversale invece è stata applicata ad un nodo in mezzeria (longitudinale) in
direzione y, controllando lo spostamento trasversale di 0.10 m attraverso il nodo 125 in mezzeria
dell'impalcato.
Si distinguono 3 differenti casi di modellazione delle fondazioni della struttura, già esposti al Cap.
4 in sede di modellazione.
136
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
137
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
138
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Inseriti i dati dell'armatura delle pile, si vanno ad impostare le caratteristiche delle cerniere
plastiche: la tipologia è quella suggerita dal FEMA, con le stesse caratteristiche dedotte dal
benchmark della singola pila.
139
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Curva di Pushover_Longitudinale
1,80E+04
1,60E+04
1,40E+04
1,20E+04
1,00E+04 Incastro
8,00E+03 Pali Incastrati
6,00E+03 Pali con molle
4,00E+03
2,00E+03
0,00E+00
0,00E+00 2,00E-02 4,00E-02 6,00E-02 8,00E-02 1,00E-01 1,20E-01
Curva di Pushover_Trasversale
4,50E+04
4,00E+04
3,50E+04
3,00E+04
2,50E+04 Incastro
2,00E+04 Pali Incastrati
1,50E+04 Pali con Molle
1,00E+04
5,00E+03
0,00E+00
0,00E+00 2,00E-02 4,00E-02 6,00E-02 8,00E-02 1,00E-01 1,20E-01
Le tre curve differiscono tra loro in quanto, in base alla modellazione della fondazione, varia
notevolmente la rigidezza della struttura nei confronti dei carichi orizzontali. Il vincolo di incastro
alla base delle pile esprime la condizione più sfavorevole, in quanto conferisce alla struttura una
140
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
rigidezza sovrastimata rispetto alla situazione reale. La curva di capacità infatti evidenzia un punto
di snervamento e di rottura con valore inferiore in termini di spostamento rispetto agli altri due
casi, sia in direzione longitudinale che trasversale.
La modellazione che tiene conto della fondazione (plinto e pali) e della rigidezza del terreno
variabile è quello che più si avvicina alla rappresentazione della situazione reale, tuttavia le
informazioni circa la stratigrafia del terreno sono poco dettagliate, si avrebbe bisogno di ulteriori
sondaggi per validare le ipotesi esposte in sede di modellazione, sia per il terreno che per la reale
configurazione dei pali, dei quali, come si è già detto, non si conosce nulla. Si incorrerebbe quindi
ad una sottostima di quella che è la rigidezza del terreno, il quale viene considerato elastico, altra
ipotesi semplificativa che non rispecchia il reale comportamento plastico del terreno. Questa
sottostima non risulta favorevole in ambito di valutazione sismica. Si sceglie pertanto il modello
"intermedio", il quale tiene conto della fondazione e dei pali, ma semplifica il comportamento del
terreno con un incastro posto alla profondità di 3 Φ. Le curve di capacità, in direzione longitudinale
e traversale, si pongono infatti ad un livello intermedio delle altre, sia in termini di snervamento
che di spostamento e momento ultimo, in questo modo si cerca di non sovrastimare la rigidezza
della struttura ma nemmeno di sottostimarla incorrendo in errore in fase di valutazione della
sicurezza.
PROCEDURA A
L‟individuazione del punto di funzionamento richiede una procedura iterativa che si articola nei
seguenti passi:
1. Definizione della richiesta sismica:
si definisce lo spettro di risposta elastico al 5% di smorzamento (Figura 1.43) rappresentativo della
azione sismica attesa nel sito; Sa=Sa (T,5%,ag) dove ag=picco di accelerazione al suolo.
141
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Figura 1.43 Definizione dell‟azione sismica con il suo spettro di risposta elastico
3. Conversione della curva di capacità e della curva di domanda nel dominio spettrale:
si trasformano lo spettro di risposta elastico e la curva di capacità nel formato ADRS
(Acceleration-Displacement Response Spectrum) e si diagrammano sullo stesso piano (Figura
1.45).
142
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Figura 1.45 Conversione nel formato spettrale e scelta di uno spostamento di tentativo dCi
143
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
PROCEDURA B
144
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
7- sapendo che la coppia di valori Teq e veq individua un punto nel piano A-D, calcolare il valore
dello spostamento d(Teq ; veq) e della corrispondente pseudo-accelerazione a(Teq ;veq);
8- disegnare il punto di coordinate d(Teq ; veq) e a(Teq ; veq);
9- controllare che la curva generata congiungendo il punto individuato al passo 8 con quelli
determinati precedentemente intersechi lo spettro di capacità. Se ciò è verificato passare al punto
successivo altrimenti ripetere i punti da 5 a 9 con un nuovo valore di dci;
10- il valore di deformazione richiesto per il sistema ad 1-GDL è fornito dal punto d‟intersezione
dello spettro di domanda e di capacità.
Si considerano ora gli spettri elastici di progetto dedotti dalle NTC 2008, facendo variare il tempo
di ritorno della struttura e facendo variare gli stati limite (esercizio e ultimi).
I valori impostati per la determinazione degli spettri sono i seguenti:
Latitudine: 45.65961
Longitudine: 12.24694
Vita nominale della costruzione (in anni) - VN = 50
Coefficiente d'uso della costruzione - cU = 2.0
145
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Latitudine: 45.65961
Longitudine: 12.24694
Vita nominale della costruzione (in anni) - VN = 100
Coefficiente d'uso della costruzione - cU = 2.0
Latitudine: 45.65961
Longitudine: 12.24694
146
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Gli spettri vengono messo a confronto con la curva di capacità per vedere se la risposta del sistema
è maggiore della domanda richiesta dal sisma.
Direzione longitudinale
Longitudinalmente non sono stati individuati i punti di prestazione della curva, in quanto per ogni
caso preso in esame l'intersezione tra lo spettro di capacità e lo spettro di domanda si trova nel
ramo elastico di tale curva.
Direzione trasversale
Trasversalmente non sono stati individuati i punti di prestazione della curva, in quanto per ogni
caso preso in esame l'intersezione tra lo spettro di capacità e lo spettro di domanda si trova nel
ramo elastico di tale curva.
5. Conclusioni
Si sono valutati tre modelli differenti di fondazioni, e si è scelto quello più adeguato per la
valutazione della capacità della struttura confrontando i risultati in termini di curve di capacità
(forza-spostamento).
Si è quindi eseguita la procedura di valutazione del punto di funzionamento considerando gli spettri
di risposta con diversi valori di vita nominale, 50, 100, 150 anni. Si è quindi riscontrato che la
curva di capacità convertita nel dominio spettrale incontra la curva di domanda, sempre convertita
nel dominio spettrale, nel ramo elastico prima dello snervamento.
Si può quindi affermare che la struttura, sottoposta ad azione sismica rappresentata dallo spettro di
progetto agli SLU, rimane in campo elastico.
Sono valide quindi le ipotesi dell'analisi dinamica lineare, che verrà condotta nel seguente capitolo
per le verifiche agli stati limite ultimi, in termini di rotture per meccanismi duttili o fragili.
147
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
CAPITOLO 6
ANALISI DINAMICA LINEARE
1. Introduzione
A fronte delle considerazioni dedotte dall'analisi statica non lineare della struttura in esercizio, si
può ora condurre un'analisi dinamica lineare con spettro di risposta per poter poi condurre le
verifiche ai singoli elementi strutturali combinando le azioni sismiche agenti sulla stessa.
Questo tipo di analisi è considerato il metodo normale per la definizione delle sollecitazioni di
progetto, dovuti all‟azione sismica, sia su sistemi dissipativi e sia su sistemi non dissipativi. Deve
essere applicato usando un modello tridimensionale della struttura.
L‟analisi modale, così come è solitamente applicata, prevede di calcolare, tramite l‟utilizzo dello
spettro di risposta di pseudo-accelerazione, i valori massimi di sollecitazione e spostamenti
associati a ciascun modo proprio di vibrare della struttura supposta elastica lineare, e quindi di
combinarli in modo opportuno.
Dunque l‟analisi modale permette di calcolare, utilizzando lo spettro di progetto in accelerazione
S(T), i massimi vettori delle forze statiche equivalenti dei vari modi:
e, da questi, i massimi valori dei parametri di risposta (momenti, tagli, spostamenti). Le norme
suggeriscono di considerare nell‟analisi tutti i modi con massa partecipante superiore al 5%:
dove j è l‟indice dei modi considerati e Mi sono le masse degli n piani; oppure un numero di modi
tale per cui la massa partecipante risulti superiore all‟85%:
148
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
ci siano masse modali superiore al 5% può essere effettivamente raggiunta soltanto tenendo in
conto il 95% della massa modale, questa regola non è sempre di facile applicazione, in particolare
nel caso di modelli con un numero elevato di gradi di libertà.
I tre casi di analisi condotte per la struttura in esame sono i seguenti:
Si è visto come, nel caso di spettro di progetto allo stato limite di salvaguardia della vita (SLV è lo
stato limite che si prende in considerazione per quanto riguarda le verifiche per le strutture
esistenti), il cavalcavia rimane in campo elastico in tutti i casi.
149
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
iniziali. Si impostano i 3 casi di carico per quanto riguarda l'accelerazione al suolo in direzione X,
Y e Z.
Il numero totali dei vettori di Ritz, che vengono creati dai singoli vettori di carico di partenza, viene
impostato a 10 per ciascuna delle direzioni dell'accelerazione.
Longitudine 12,24694
Latitudine 45,65961
150
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Si impostano quindi i dati derivanti dalle considerazioni sopra esposte; queste informazioni, ovvero
la scelta della Vita Nominale della struttura e della Classe d'Uso della costruzione devono essere
stabilite dal committente al momento dell'assegnazione della valutazione sismica.
Si inseriscono quindi i seguenti valori:
La scelta di considerare la struttura in Classe IV deriva dal fatto che tale cavalcavia costituisce lo
scavalco ferroviario della Stazione di Treviso Centrale, che si trova su una delle reti più importanti
(Venezia - Udine).
Come precedentemente esposto si considera per tale analisi (e successivamente per le verifiche) i
seguenti dati che rientrano nella definizione dello spettro di risposta:
151
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Il fattore di struttura per la componente orizzontale deriva dalla prescrizione normativa sulla
verifica di costruzioni esistenti, mentre per la componente verticale ci si rifà alla prescrizione per i
ponti.
152
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
153
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
2.3. Risultati
154
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
158
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Come si può osservare dai dati sopra tabellati, le considerazioni a riguardo della variazione della
rigidezza tra i tre modelli sono le stesse di quelle esposte al Cap. 5: si può infatti notare come nel
primo caso il primo modo di vibrare presenta un periodo di oscillazione di 0,2613 s, nel secondo
caso (pali incastrati) 0,2968 s, nel terzo caso (pali con molle elastiche) 0,3431 s. Questo aumento
di periodo è proprio la diminuzione della rigidezza nella modellazione.
A fronte delle considerazioni esposte al Cap. 5 si valuta il modello più appropriato per questo
studio quello con i pali di fondazione incastrati alla profondità di 3 Φ.
159
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
160
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
dove
γel = 1.5
LV = M/V è la luce di taglio, pari ad H per una mensola e approssimabile ad H/2 negli altri casi in
cui il punto di flesso sia interno all'elemento LV<L.
Le curvature di snervamento Φy e Φu si ottengono dalla bilinearizzazione del legame momento-
curvatura di sezione. La curvatura ultima è la minima tra quelle corrispondenti allo schiacciamento
del calcestruzzo, εc,max = εcum, e alla rottura per trazione dell'acciaio, εs,max = εsum. In assenza di più
accurate determinazioni i valori delle deformazioni medie a rottura del calcestruzzo e acciaio
possono essere assunti pari a εcum = 0.5% e εsum = 4%. Per l'estensione della porzione di pila
soggetta a plasticizzazione si può fare riferimento all'espressione
Per la verifica allo SLV il valore limite della rotazione si assume pari a 3/4 di quello ultimo.
Si considerano quindi le rotazioni rispetto alla corda registrate nei pilastri per le combinazioni
sismiche definite dalla norma.
161
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
162
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Direzione trasversale
Sismica1
θ (rad) θu(rad)
P1 0,00015 0,00607 OK!
P2 0,00017 0,00797 OK!
P3 0,00016 0,00644 OK!
P4 0,00014 0,00840 OK!
Sismica2
θ (rad) θu(rad)
P1 0,00024 0,00629 OK!
P2 0,00029 0,00744 OK!
P3 0,00028 0,00660 OK!
P4 0,00023 0,00755 OK!
Sismica3
θ (rad) θu(rad)
P1 0,00009 0,00572 OK!
P2 0,00010 0,00763 OK!
P3 0,00010 0,00651 OK!
P4 0,00009 0,00879 OK!
163
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Le verifiche vengono condotte negli elementi "Beam/Column", ovvero nel nostro caso nelle quattro
pile a sezione quadrata.
I dati di armatura vengono dedotti dalle tavole esecutive e vengono inseriti nella sezione "Concrete
Design Check" in MIDAS/Civil.
Per quanto riguarda le verifiche, all'interno del DM2008 si identificano tre livelli di conoscenza a
cui sono associati i tipi di analisi utilizzabili per la verifica e i fattori di confidenza da utilizzare per
valutare le resistenze dei materiali:
LC1: Conoscenza Limitata
LC2: Conoscenza Adeguata
LC3: Conoscenza Accurata
Gli aspetti che definiscono i diversi livelli di conoscenza sono:
164
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
165
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
166
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
valutazione della sicurezza nel caso di conoscenza limitata viene in genere eseguita mediante
metodi di analisi lineare statici o dinamici.
LC2: Conoscenza adeguata
Geometria: la geometria della struttura è nota o in base a un rilievo o dai disegni originali. In
quest‟ultimo caso viene effettuato un rilievo visivo a campione per verificare l‟effettiva
corrispondenza del costruito ai disegni. I dati raccolti sulle dimensioni degli elementi strutturali,
insieme a quelli riguardanti i dettagli strutturali, saranno tali da consentire la messa a punto di un
modello strutturale idoneo ad un‟analisi lineare o non lineare.
Dettagli costruttivi: i dettagli sono noti da un‟estesa verifica in-situ oppure parzialmente noti dai
disegni costruttivi originali incompleti. In quest‟ultimo caso viene effettuata una limitata verifica
insitu delle armature e dei collegamenti presenti negli elementi più importanti. I dati raccolti
saranno tali da consentire, nel caso si esegua un‟analisi lineare, verifiche locali di resistenza,
oppure la messa a punto di un modello strutturale non lineare.
Proprietà dei materiali: informazioni sulle caratteristiche meccaniche dei materiali sono disponibili
in base ai disegni costruttivi o ai certificati originali di prova, o da estese verifiche in-situ. Nel
primo caso sono anche eseguite limitate prove in-situ; se i valori ottenuti dalle prove in-situ sono
minori di quelli disponibili dai disegni o dai certificati originali, sono eseguite estese prove in-situ.
I dati raccolti saranno tali da consentire, nel caso si esegua un‟analisi lineare, verifiche locali di
resistenza, oppure la messa a punto di un modello strutturale non lineare. La valutazione della
sicurezza nel caso di conoscenza adeguata è eseguita mediante metodi di analisi lineare o non
lineare, statici o dinamici.
LC3: Conoscenza accurata
Geometria: la geometria della struttura è nota o in base a un rilievo o dai disegni originali. In
quest‟ultimo caso è effettuato un rilievo visivo a campione per verificare l‟effettiva corrispondenza
del costruito ai disegni. I dati raccolti sulle dimensioni degli elementi strutturali, insieme a quelli
riguardanti i dettagli strutturali, saranno tali da consentire la messa a punto di un modello
strutturale idoneo ad un‟analisi lineare o non lineare.
Dettagli costruttivi: i dettagli sono noti o da un‟esaustiva verifica in-situ oppure dai disegni
costruttivi originali. In quest‟ultimo caso è effettuata una limitata verifica in-situ delle armature e
dei collegamenti presenti negli elementi più importanti. I dati raccolti saranno tali da consentire, nel
caso si esegua un‟analisi lineare, verifiche locali di resistenza, oppure la messa a punto di un
modello strutturale non lineare.
167
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
Proprietà dei materiali: informazioni sulle caratteristiche meccaniche dei materiali sono disponibili
in base ai disegni costruttivi o ai certificati originali, o da esaustive verifiche in-situ. Nel primo
caso sono anche seguite estese prove in-situ; se i valori ottenuti dalle prove in-situ sono minori di
quelli disponibili dai disegni o dai certificati originali, sono eseguite esaustive prove in-situ. I dati
raccolti saranno tali da consentire, nel caso si esegua un‟analisi lineare, verifiche locali di
resistenza, oppure la messa a punto di un modello strutturale non lineare. La valutazione della
sicurezza nel caso di conoscenza accurata verrà eseguita mediante metodi di analisi lineare o non
lineare, statici o dinamici.
Si è scelto quindi di adottare il fattore di confidenza 1,2 per livello di conoscenza LC2.
Tale fattore è stato inserito come coefficiente da utilizzare nelle proprietà mecaniche dei materiali:
168
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
La sezione di calcestruzzo di forma quadrata (168 x 168 cm) è interamente armata con barre Φ35
(59 in totale) distribuite ai lati della sezione, e con staffe Φ10 5 braccia ogni 25 cm.
La combinazione dell'azione sismica con le altre azioni è la seguente:
Il valore dei coefficienti (carichi dovuti al transito dei veicoli) specificatamente per i ponti è
0.2, quando rilevante.
Si riportano in seguito i grafici riassuntivi delle verifiche di resistenza eseguite sulle 4 pile (P1 =
beam 373; P2 = beam 374; P3 = beam 375; P4 = beam 376).
169
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
170
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
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VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
3. Conclusioni
Secondo le prescrizioni dell' NTC 2008 sulle verifiche di degli elementi di calcestruzzo si può
notare come le 4 pile presentano i seguenti comportamenti:
le verifiche della capacità deformativa sono soddisfatte per tutti gli elementi: essi quindi
non presentano comportamenti a rottura di tipo duttile;
le verifiche di resistenza non sono mai soddisfatte per quanto riguarda gli sforzi di taglio
alla base, per nessuno dei 4 elementi presi ad esame: le rotture delle pile saranno quindi di
tipo fragile a taglio.
Si può quindi dedurre come la progettazione delle armature sia affine a quello che erano le regole
costruttive degli anni Quaranta: si ricercava infatti elevata resistenza ai cariche statici verticali, non
ponendo attenzione agli effetti delle armature trasversali, al confinamento del calcestruzzo, alla
richiesta di duttilità per azioni orizzontali. La disposizione delle armature risulta infatti
insufficiente per quanto riguarda la staffatura: i ferri Φ10 5 braccia disposti ogni 25 cm risultano
insufficienti per resistere agli sforzi di taglio sollecitanti. Si può interpretare queste verifiche sia
affermando che la quantità d'acciaio delle staffe è insufficiente, sia che la distanza tra di esse è
troppo elevata. Si dovrebbe infatti ridurre il passo, per lo meno in zona d'incastro alla base, dove lo
sforzo sollecitante è maggiore.
Figura 1.51 Collasso per taglio di una pila: viadotto Wushi (terremoto Chi Chi, Taiwan, 1999)
La soluzione a questo problema potrebbe riguardare due tipi di interventi differenti: si può
intervenire rinforzando le pile tecniche tradizionali, quali incamiciatura in c.a. delle pile, con
tecniche innovative (ad es: cerchiatura con FRP) altrimenti si interviene nella riduzione dello
174
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
sforzo sollecitante applicando tra le pile e l'impalcato degli elementi di isolamento e dissipazione
(isolamento sismico). La trattazione dell'intervento di adeguamento verrà trattata in seguito.
175
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
CAPITOLO 7
CONCLUSIONI
Nella prima parte di questo lavoro si è esaminata la struttura esistente, con l'obiettivo di valutarne il
comportamento sotto l'effetto di azioni sismiche definite nelle Norme Tecniche per le Costruzioni
(NTC 2008).
La vulnerabilità sismica è stata valutata mediante l‟analisi statica non lineare e dinamica lineare
applicando al modello della struttura l'azione sismica definita da normativa.
Il cavalcavia in cemento armato studiato nella presente tesi, essendo una struttura esistente,
necessita di una notevole attenzione in fase di modellazione, soprattutto per quanto riguarda la
definizione delle proprietà che descrivono il comportamento in fase plastica. Pertanto, allo scopo di
calibrare il modello reale, si è pensato di eseguire la modellazione ad elementi finiti di strutture
semplici in cemento armato, estratte dalla struttura di partenza, in modo da definire i parametri
utilizzati dal codice di calcolo che meglio descrivono il reale comportamento delle strutture in fase
sia elastica che anelastica.
Per le analisi si è fatto uso del programma Midas/CIVIL.
Inizialmente si è valutato tramite analisi di pushover, in direzione longitudinale e trasversale
rispetto all'asse del cavalcavia, il punto di funzionamento, ossia il punto di incontro tra la domanda
di spostamento fornita dallo spettro elastico e la capacità di spostamento della struttura in esame,
che viene valutata a partire da caratteristiche geometriche e proprietà dei materiali.
Si è proseguito con l'analisi dinamica lineare, considerando lo stato limite ultimo SLV (come
prescritto dalle NTC 2008 per strutture esistenti) nel caso di vita nominale V N = 100 anni. Si sono
così calcolati gli spostamenti e i parametri di sollecitazione derivanti dalla combinazione dei
carichi statici e sismici, come prescritto da normativa.
Si sono poi eseguite le verifiche in termini di capacità deformativa e di resistenza, per valutare i
meccanismi di rottura (duttili o fragili), secondo le prescrizioni normative (NTC 2008 e Eurocodice
2).
Durante le analisi si sono confrontati tre tipi di modellazione differenti delle strutture di
fondazione: la prima modellando la fondazione come un incastro alla base delle pile; la seconda
modellando il plinto con elementi Plate e i pali di fondazione con elementi Beam di lunghezza 15
m, rappresentando con delle molle elastiche a rigidezza variabile con la profondità l'interazione
176
VALUTAZIONE SISMICA DEL CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
terreno-struttura; la terza modellando il plinto con elementi Plate e i pali di fondazione con
elementi Beam di lunghezza ~ 3 Φ, e incastrandoli alla base.
Sono quindi emerse dalle verifiche di sicurezza le carenze principali che manifesta il ponte
esistente. Si sono infatti riscontrati problemi sulle pile per quanto riguarda gli sforzi di taglio agenti
alla base delle stesse, dove per lo più si nota come l'armatura trasversale è decisamente inferiore da
quella prevista dai criteri di progettazione dell'NTC 2008 e dell'Eurocodice 2. Al tempo della
progettazione infatti si realizzavano le strutture considerando il concetto rigidezza ai carichi
verticali, non di duttilità e di azioni dinamiche orizzontali.
Un‟altra fonte che rende potenzialmente insufficienti le strutture esistenti è l‟aggiornamento dei
fattori legati alla pericolosità sismica di base. La nuova suddivisione sismica del territorio italiano,
che sostituisce la vecchia suddivisione in classi, ha evidenziato in molti casi come i terremoti attesi
abbiano delle caratteristiche ben superiori rispetto a quelle previste dai vecchi codici normativi e,
quindi, superiori rispetto ai valori di calcolo che sono stati utilizzati a tempo debito per la
progettazione della struttura, se non addirittura nemmeno presi in considerazione.
Si può quindi affermare che il ponte in c.a. in esame, come la maggior parte delle opere viarie del
nostro Paese, è stato progettato quando ancora non si tenevano in debita considerazione i problemi
delle azioni sismiche orizzontali di tipo dinamico agenti alla base della stessa struttura.
Certi tipi di intervento risultano quindi necessari a fronte delle maggiori conoscenze acquisite negli
anni sull'effettiva sismicità e sulla reale risposta delle opere all'evento tellurico: in tal caso
l'intervento viene classificato come adeguamento sismico, e verrà affrontato della parte successiva
di questa tesi.
177
<PARTE II>
ADEGUAMENTO SISMICO
DI TIPO TRADIZIONALE E
CON MATERIALI INNOVATIVI
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
CAPITOLO 1
INTRODUZIONE
181
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
non è soddisfatta, occorre riabilitarla. Si precisa, ancorché banale, che il termine sicurezza si
riferisce non soltanto alla portanza, ma anche all‟uso: la sicurezza strutturale quantifica il margine
con cui le prestazioni d‟esercizio (fruizione e durabilità) ed ultime (portanza) sono soddisfatte. In
effetti, il controllo strutturale non è una singolarità dei ponti, ma riguarda tutti i manufatti. Però, nei
ponti il controllo assume una rilevanza maggiore.
182
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
obiettivo diretto verte sul valore di ag caratterizzato da un tempo di ritorno di almeno 475 anni:
sisma di forte intensità, detto sisma di progetto. Più nello specifico, la probabilità di occorrenza del
sisma di progetto è inferiore al 10 % in 50 anni. Si parla di azione sismica di progetto. Questo
evento sismico, oltre a non causare il collasso dell‟opera, deve garantire l‟assorbimento dello
sciame sismico e la transitabilità richiesta dalle operazioni di soccorso post-sismico, quantunque
con una capacità ridotta di traffico. Il secondo obiettivo diretto verte sul valore di ag caratterizzato
da un tempo di ritorno di almeno 150 anni. Più nello specifico, la probabilità di occorrenza di
questo sisma è inferiore al 0.30 % in 50 anni. Il valore di ag corrispondente a questa circostanza è
pari ad una volta è mezzo il valore avente tempo di ritorno pari a 450 anni. Questo evento sismico
deve produrre al più danni strutturali trascurabili, ossia tali da non richiedere né limitazioni del
traffico, né interventi urgenti. L‟obiettivo indiretto verte sul valore di ag caratterizzato da un tempo
di ritorno di 2475 anni: sisma catastrofico. Più nello specifico, la probabilità di occorrenza del
sisma catastrofico è inferiore allo 2 % in 50 anni. Questo evento sismico non deve determinare il
crollo dell‟opera. Per contro, l‟opera non può più essere utilizzata e lo sciame sismico potrebbe
determinarne il crollo.
183
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
4. La cinematica della struttura deve limitare gli spostamenti relativi tra le parti, evitando
martellamenti, perdite d‟appoggio, etc.
184
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
CAPITOLO 2
INCAMICIATURA IN C.A.
1. Generalità
La ragione principale che porta a scegliere il rinforzo mediante incamiciatura in c.a. è dovuta al
fatto che generalmente risulta competitivo da un punto di vista economico.
L'incamiciatura consiste nella costruzione intorno alla pila esistente di una nuova sezione in
cemento armato, come si vede in Figura (2.1). La buona connessione tra le due porzioni in
calcestruzzo è essenziale per la riuscita del rinforzo. Questo avviene attraverso una serie di barre
inserite in appositi fori, praticati nel calcestruzzo esistente dopo la rimozione del copriferro, e
iniettati con malta cemetizia o resine epossidiche.
La camicia può essere di due tipi:
a) staccata dalla base, mediamente di 100 -150 mm, nel qual caso fornisce un incremento di
duttilità e di resistenza al taglio;
b) connessa con la fondazione e dotata di barre longitudinali ancorate nella fondazione, nel
qual caso fornisce anche un contributo alla resistenza flessionale.
L'incremento del confinamento migliora sia il comportamento del calcestruzzo compresso che la
trasmissione delle forze nelle zone di sovrapposizione tra le barre. Nel caso (b), poiché lo spessore
della camicia è normalmente compreso tra i 200 e i 300 mm, l'incremento di resistenza flessionale
può essere importante e la fondazione potrebbe risultare inadeguata alle nuove forze trasmesse alla
pila. Naturalmente, se le fondazioni possono offrire una resistenza maggiore, la seconda opzione
può essere utile per limitare le deformazioni plastiche e in particolare quelle residue.
Questo tipo di intervento risulta molto efficace per le pile con sezione circolare. Nel caso di pile a
sezione rettangolare esso presenta invece una riduzione di efficienza, crescente con le dimensioni
della sezione da incamiciare. E' necessario in tal caso provvedere al posizionamento di barre
passanti attraverso la sezione esistente, per connettere le due facce della camicia. Tali barre sono
disposte normalmente alla distanza di 300 - 400 mm in direzione verticale, e 1.0 m in direzione
trasversale. L'operazione di perforazione per l'inserimento risulta essere quella più delicata, in
185
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
quanto il rischio di troncare le armature esistenti è elevato. Lo sviluppo recente di tecniche che
fanno uso di barre di diametro inferiore (anche di materiali innovativi quali le plastiche rinforzate
con fibre di arramidio) risolve parzialmente questo problema.
186
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
187
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
188
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
189
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
190
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
191
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
Dai dati emersi si può fare un resoconto della quantità di armatura esistente e di quella necessaria al
soddisfacimento delle verifiche di resistenza secondo l'Eurocodice 2.
Armatura esistente
Armatura di progetto
Dalle analisi emerge che la pila necessita di armatura trasversale, la quantità di armatura trasversale
aggiuntiva necessaria è 8485 mm^2/m.
Si sceglie quindi di aggiungere staffe Φ16 4b/10 cm, come armatura longitudinale reggistaffe
Φ12.
Vengono predisposte delle cravatte Φ12 per garantire l'aderenza della camicia in c.a. alla pila
esistente: vengono realizzati dei fori nella pila esistente e vengono poi inserite le cravatte, ad una
distanza di 74 cm in direzione trasversale (con copriferro 10 cm) e ogni 30 cm in direzione
verticale.
192
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
193
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
Attraverso questa tecnologia di adeguamento sismico, si può risolvere il problema della pila a
taglio in termini di resistenza.
Nella seguente tabella si riportano i valori di taglio (sollecitante e resistente) delle pile nella
struttura nella configurazione esistente.
P1 P2 P3 P4
[kN] [kN] [kN] [kN]
Ved,y,max 857,462 627,822 1000,06 474,741
Ved,z,max 2467,51 2563,88 2479,21 2342,42
VRd,y,cls 824,327 740,773 874,337 795,069
VRd,z,cls 878,458 788,435 932,341 846,935
VRd,y,acc 242,613 242,613 242,613 242,613
VRd,z,acc 261,399 261,399 261,399 261,399
VRd,y 1066,94 983,386 1116,95 1037,682
VRd,z 1139,857 1049,834 1193,74 1108,334
Nella seguente tabella si riportano i valori di taglio (sollecitante e resistente) delle pile nella
struttura nella configurazione adeguata con camicia in c.a.
P1 P2 P3 P4
[kN] [kN] [kN] [kN]
Ved,y,max 929,374 761,607 1111,21 1111,21
Ved,z,max 2523,72 2587,1 2491,12 2491,12
VRd,y,cls 1637,21 1528,53 1712,19 1712,19
VRd,z,cls 1637,21 1528,53 1712,19 1712,19
VRd,y,acc 2857,91 2857,91 2857,91 2857,91
VRd,z,acc 1538,88 1538,88 1538,88 1538,88
VRd,y 4495,12 4386,44 4570,1 4570,1
VRd,z 3176,09 3067,41 3251,07 3251,07
.
Dai seguenti istogrammi si può riscontrare come il valore del taglio resistente superi quello del
taglio sollecitante, sia in direzione trasversale che in direzione longitudinale.
194
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
Direzione longitudinale
3500
3000
2500
Taglio (kN)
2000
Taglio
1500 sollecitante
1000 Taglio
resistente
500
0
P1 P2 P3 P4
Direzione trasversale
5000
4500
4000
3500
3000
Taglio (kN)
2500 Taglio
sollecitante
2000
1500 Taglio
1000 resistente
500
0
P1 P2 P3 P4
195
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
Esistente Adeguato
Tlong (s) 0,314167 0,289583
Ttrasv (s) 0,292986 0,273746
196
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
2450 esistente
2400 T [kN],
struttura
2350 adeguata
2300
2250
2200
P1 P2 P3 P4
1000
T [kN] ,
800
struttura
Taglio (kN)
esistente
600
T [kN],
struttura
400 adeguata
200
0
P1 P2 P3 P4
Per quanto riguarda la specificità del caso studio, si può anche aggiungere una problematica
fondamentale nella realizzazione di tale intervento: le pile hanno sede delle banchine della stazione
197
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
ferroviaria di Treviso Centrale, e da rilievi in sito si può constatare che esse si trovano a ridosso dei
binari. Può quindi risultare molto difficile e delicato intervenire con il ringrosso delle sezioni.
Infine si può concentrare l'attenzione su ulteriori problematiche riferite all'intervento di
adeguamento in esame: esso infatti è il risultato di una situazione non definitiva, che dipende dalla
realizzazione delle camicie, dalla capacità delle stesse di aderire alla sezione esistente, ed è
soggetto a fenomeni di degrado, di tipo ambientale per esempio. Inoltre ci si trova di fronte ad una
tecnologia invasiva, che necessita anche una particolare attenzione alle fondazioni ed ad un loro
possibile intervento di rinforzo.
198
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
CAPITOLO 3
CERCHIATURA CON FRP
1. Generalità
Il confinamento delle colonne in calcestruzzo armato ne incrementa in modo significativo le
prestazioni per carichi assiali, flessione e taglio, mediante l‟incremento della resistenza del
calcestruzzo, l‟incremento della duttilità, la maggiore resistenza a taglio e all‟instabilità delle barre
in compressione. E‟ ben noto che la resistenza e la duttilità del cls possono essere migliorate
incrementando l‟azione di confinamento, che in più previene i fenomeni di debonding e di buckling
dell‟armatura longitudinale.
Per quanto riguarda le costruzioni in zona sismica, la maggior parte delle colonne (o pile da ponte)
costruite nel passato sono inadeguate per soddisfare le indicazioni delle nuove generazioni di
codici, sia per quanto riguarda la resistenza che la duttilità. Questo è sempre più evidente per gli
elementi che sono stati costruiti in zona sismica secondo i codici ormai superati. E‟ ben noto che
questi codici facevano riferimento soprattutto ai requisiti di resistenza e solo implicitamente a
quelli di duttilità, inoltre è ancora più rilevante che non fornivano indicazioni per assicurare la
risposta in campo post-elastico. Di conseguenza, le colonne costruite secondo le vecchie normative,
come è stato confermato sia dai disegni del progetto originale sia da ispezioni in situ dopo il
verificarsi di eventi sismici, hanno quasi sempre una quantità di armatura longitudinale
insufficiente (quindi insoddisfacente per la resistenza a flessione), mentre sistematicamente
mostrano un armatura trasversale insufficiente (quindi un confinamento insufficiente a garantire un
comportamento
duttile).
Molte varianti di polimeri/plastiche fibro-rinforzate sono usate nel rinforzo di pile da ponte. L'uso
che ne viene fatto dipende dalla rigidezza, dalla resistenza e dalle deformazione di rottura del tipo
specifico del materiali utilizzato (fibre di carbonio, arramidio, vetro, ecc.). Come già detto questi
materiali, pur avendo un costo generalmente ancora elevato risultano economicamente competitivi
in quei casi in cui il loro utilizzo permette un notevole accorciamento dei tempi di realizzazione del
rinforzo, e quindi dell'interferenza con il traffico. Inoltre essendo normalmente leggeri e facilmente
199
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
maneggiabili sono un'ottima alternativa alle camicie in c.a. o acciaio in tutte quelle situazioni in cui
lo spazio operativo è limitato o disagiato.
Se lo scopo del rinforzo è quello di aumentare il confinamento, le fibre più adatte sono quelle di
carbonio, caratterizzate dal modulo elastico più elevato (simile all'acciaio) e da un comportamento
elastico lineare fino a rottura. Particolarmente rilevante in questo senso è la resistenza delle fibre di
carbonio che è nel'ordine di 10 volte rispetto a quella dell'acciaio delle armature ordinarie. Il
confinamento quindi risulta più efficace di quello offerto dall'armatura trasversale in quanto
l'espansione laterale del calcestruzzo è contrastata elasticamente anche a livelli molto elevati di
deformazione.
Questi materiali vengono forniti in fogli. Sono normalmente utilizzati trasversalmente all'asse della
pila, per incrementare confinamento e resistenza a taglio, e si stanno sperimentando anche
verticalmente, ancorati mediante piastre metalliche nella fondazione, per incrementare la resistenza
flessionale. Per le sezioni rettangolari è stata anche utilizzata una soluzione simile a quella delle
incamiciature metalliche per aumentare l'efficacia del confinamento.
200
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
201
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
202
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
Lo stato di tensione triassiale del sistema di rinforzo: in Figura 1.2 si introduce il concetto di
„azione composita, che denota la capacità del rinforzo di realizzare un confinamento trasversale e,
nello stesso tempo, di essere in grado di portare un carico longitudinale. Questo secondo aspetto
dipende molto dalle caratteristiche del legame d‟interfaccia, che dipende dalla rigidezza dello strato
adesivo tra rinforzo e cls, lunghezza di trasferimento di aderenza, preparazione della superficie
durante la messa in opera.
Nel caso di nessuna azione composita, il rinforzo è soggetto solo a deformazioni trasversali e
perciò ha una rottura di tipo estensionale, causata dal collasso delle fibre o dalla delaminazione tra
gli strati dei materiali diversi a contatto. La crisi si verifica quando la deformazione radiale j
raggiunge un valore abbastanza minore di fu.
Nel caso di azione composita completa, il rinforzo è soggetto a tensioni sia longitudinali che
trasversali. Le tensioni ultime e le deformazioni sono ridotte ulteriormente dal rischio che si
inneschino fenomeni di delaminazione e di microbuckling. Pertanto, la crisi del provino avviene a
livelli di deformazione radiale anche più bassi rispetto al caso di assenza di azione composita.
203
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
204
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
dove VRd,ct e VRd,s sono, rispettivamente, i contributi del calcestruzzo e dell'armatura trasversale
di acciaio, da valutarsi in accordo con i Codici e la Letteratura Tecnica più recenti; VRd,f è il
contributo del rinforzo di FRP, da valutarsi come indicato nel seguito; è la resistenza della
biella com-pressa di calcestruzzo, da valutarsi in accordo con i Codici e la Letteratura Tecnica
più recenti.
Nel caso di disposizione ad U o in avvolgimento su una sezione rettangolare, il contributo del
rinforzo di FRP, VRd,f può essere valutato in base al meccanismo a traliccio di Moersch e risulta
pari a:
205
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
Viene valutata la richiesta del taglio resistente per soddisfare le verifiche di resistenza per le
combinazioni sismiche previste da normativa.
Si ottiene quindi la necessità dell'applicazione di 3 strati di tessuto FRP uniassiale alla base delle
pile per un'altezza che si stima pari alla lunghezza della cerniera plastica. Per la determinazione
dell'altezza della zona da confinare si calcola la lunghezza della cerniera plastica teorica (EN 1998-
3):
Si ottiene un valore di 2,85 m della zona della pila a partire dalla base, che sarà interessata al
confinamento. Siccome si considera anche la cerniera plastica nella zona superiore al di sotto
dell‟impalcato, si considera tutta l‟altezza della pila come zona interessata alla cerchiatura (5,25
m).
206
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
Si può quindi valutare l'incremento del taglio resistente degli elementi costruttivi considerati, e il
confronto tra il nuovo valore del taglio resistente con quello sollecitante.
1000
TEd [kN],
sollecitante
500
0
P1 P2 P3 P4
TRd [kN],
1500 struttura
adeguata
1000
TEd [kN],
500 sollecitante
0
P1 P2 P3 P4
207
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
1. i tempi necessari per l'applicazione del rinforzo sono ridotti, il che determina anche una
riduzione dei costi di manodopera e quindi dei costi totali dell'intervento;
2. l'impiego di tale tecnica di rinforzo non richiede la chiusura del traffico veicolare
transitante sul cavalcavia, riducendo i disagi che da esso possono scaturire;
3. la scelta dell'FRP garantisce, inoltre, una buona durabilità dell'intervento di rinforzo
essendo caratterizzato da una buona risposta agli agenti atmosferici.
208
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
CAPITOLO 4
VALUTAZIONI ECONOMICHE DEGLI
INTERVENTI
Si procede ora alla redazione di un computo metrico per quanto riguarda i due interventi di rinforzo
considerati per il cavalcavia.
Si considerano i costi delle materie prime utilizzate negli interventi, e delle stime circa il costo
della manodopera e spese di trasporto, utilizzando i prezziari italiani disponibili in rete.
209
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
Si considera il prezzo unitario delle barre in acciaio, per armature di conglomerato cementizio,
lavorato e tagliato a misura, sagomato e posto in opera, compreso lo sfrido, le legature e gli oneri
relativi ai controlli di legge, del tipo B 450 C ad aderenza migliorata controllato in stabilimento.
Perforazioni
Pulizia superficiale
210
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
Si considera la pulizia superficiale del calcestruzzo, per spessori massimi limitati al copriferro,
da eseguirsi nelle zone leggermente degradate mediante sabbiatura e/o spazzolatura, allo scopo
di ottenere superfici pulite in maniera da renderle prive di elementi estranei ed eliminare zone
corticalmente poco resistenti di limitato spessore, ed ogni altro elemento che possa fungere da
falso aggrappo ai successivi trattamenti. E' compreso: il carico, il trasporto e lo scarico a rifiuto
dell'eventuale materiale di risulta. E' inoltre compreso quanto altro occorre per dare il lavoro
finito.
Larghezza banchina 6 m
Area pavimentazione da scarificare 36 m^2
Si considera il prezzo unitario ricavato dal prezziario 2009 della città di Venezia, che indica la
lavorazione di demolizione di marciapiede con ogni tipo di pavimentazione, ad esclusione di quella
in trachite, completo di sottofondo, compreso lo sgombero e il trasporto a discarica del materiale di
risulta, in conformità alla normativa vigente (su sottofondo in materiale arido eseguito con martello
demolitore).
Scarifica pavimentazione banchina (P3.1.1.16) € 11,65 /m^2
Si riporta ora il costo totale dell'intervento di incamiciatura in c.a. delle pile del cavalcavia:
Totale € 143.936,88
Il costo non tiene in considerazione l'eventuale intervento di rinforzo delle fondazioni e scavo della
zona adiacente il plinto.
211
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
Il costo è inoltre valutato al netto degli oneri ferroviari, in quanto risulta necessaria l'interruzione
della funzionalità di uno o più binari durante l'intervento di rinforzo.
Tessuto FRP
Il prezzo unitario del tessuto viene dedotto dal prezziario della Regione Marche: rinforzo a trazione
con tessuto in fibra di carbonio posto in direzione delle fibre dell'elemento/i da trattare (travi,
pilastri, solai, pareti ...), previa preparazione (pulitura fino al raggiungimento del supporto sano,
eventuale regolarizzazione della superficie dell'intervento, consolidamento e chiusura di eventuali
lesioni) da valutarsi a parte, mediante applicazione e stesa a rullo del tessuto sulla superficie da
consolidare, già impregnata a spruzzo, rullo o spatola con due strati di resina epossidica
bicomponente tixotropica, fino ad avvenuto annegamento dello stesso e facendone fuoriuscire la
resina dalla trama del tessuto; il tutto per dare il titolo compiuto e finito a regola d'arte. Con tessuto
in fibra di carbonio monodirezionale, spessore 0,13 mm larghezza 600 mm, peso specifico di 230
g/mq.
Le caratteristiche della voce del prezziario si ritengono sufficientemente simili a quelle del tessuto
utilizzato nel caso in esame.
212
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
Pulizia superficiale
Si considera la pulizia superficiale del calcestruzzo, per spessori massimi limitati al copriferro, da
eseguirsi nelle zone leggermente degradate mediante sabbiatura e/o spazzolatura, allo scopo di
ottenere superfici pulite in maniera da renderle prive di elementi estranei ed eliminare zone
corticalmente poco resistenti di limitato spessore, ed ogni altro elemento che possa fungere da falso
aggrappo ai successivi trattamenti. E' compreso: il carico, il trasporto e lo scarico a rifiuto
dell'eventuale materiale di risulta. E' inoltre compreso quanto altro occorre per dare il lavoro finito.
Si considera nel prezziario della Regione Marche la voce riguardante le iniezioni di resine
epossidiche in strutture in c.a. Cuciture di lesioni, passanti e non, consolidanti le strutture in c.a.
con iniezioni di resine epossidiche bicomponenti predosate, da realizzarsi nel seguente modo: a)
stuccatura del perimetro della lesione con adesivi epossidici morbidi e collocazione di tubetti di
iniezione e di sfiato; b) pulitura con aria compressa ad avvenuto indurimento dell'adesivo; c)
iniezione di resine epossidiche eseguita a bassa pressione. E' inoltre compreso quanto altro occorre
per dare il lavoro finito.
Larghezza banchina 6 m
Area pavimentazione da scarificare 36 m^2
213
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
Si considera il prezzo unitario ricavato dal prezziario 2009 della città di Venezia, che indica la
lavorazione di demolizione di marciapiede con ogni tipo di pavimentazione, ad esclusione di quella
in trachite, completo di sottofondo, compreso lo sgombero e il trasporto a discarica del materiale di
risulta, in conformità alla normativa vigente (su sottofondo in materiale arido eseguito con martello
demolitore).
Scarifica pavimentazione banchina (P3.1.1.16) € 11,65 /m^2
Si riporta ora il costo totale dell'intervento di cerchiatura con tessuto in materiale fibrorinforzato
delle pile del cavalcavia:
FRP € 190.602,32
Pulizia superficiale € 1.449,30
Iniezione resine epossidiche € 42.999,94
Scarifica banchina € 1.677,60
Totale € 236.729,16
3. Considerazioni
Nel computo dell''intervento di ringrosso della sezione con camicia in c.a. vengono considerate
tutte le materie prime e le lavorazioni necessarie alla realizzazione dell'adeguamento.
Le materie prime comprendono le quantità di betoncino cementizio e dell'acciaio per la camicia. Le
lavorazioni comprendono la scarifica della banchina nell'area che circonda le quattro pile; le
perforazioni necessarie per l'introduzione delle cravatte trasversalmente, e dei reggistaffe
longitudinalmente, con l'obiettivo di rendere solidale la camicia con la sezione esistente; nonché la
pulizia superficiale della pila esistente per eliminare il calcestruzzo ammalorato.
Il costo totale dell'intervento risulta di 143.936,88 €, al netto degli oneri ferroviari, in quanto dovrà
essere temporaneamente chiuso il traffico ferroviario in modo alterno tra un binario e l'altro durante
le lavorazioni.
Nel computo dell'intervento di incollaggio del tessuto in fibra di carbonio unidirezionale vengono
considerate tutte le materie prime e le lavorazioni necessarie alla realizzazione dell'adeguamento.
Le materie prime comprendono la fornitura e la posa in opera del tessuto FRP, applicato mediante
incollaggio da parte di personale specializzato. Le lavorazioni comprendono la pulizia superficiale
214
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
come per l'intervento precedente, la sanificazione degli stati fessurativi lungo il fusto delle pile, in
modo da garantire perfetta aderenza del tessuto alla sezione esistente, e la scarifica della banchina
nella zona circostante le pile.
Il costo totale dell'intervento risulta di 236.729,16 € al netto degli oneri ferroviari, in quanto dovrà
essere temporaneamente chiuso il traffico ferroviario in modo alterno tra un binario e l'altro durante
le lavorazioni.
Si possono esporre le prime considerazioni riguardanti i costi dei due tipi di intervento.
L'intervento di rinforzo di tipo tradizionale con incamiciatura in c.a. si dimostra il più economico in
termini di prezzi delle singole lavorazioni e delle materie prime, tuttavia non vengono tenuti in
considerazione gli oneri ferroviari che dovranno essere aggiunti al costo totali dell'intervento in
quanto il trasporto ferroviario sarà necessariamente compromesso durante i lavori. Non si sono
inoltre conteggiati i costi aggiuntivi eventuali dovuti ad un rinforzo del plinto di fondazione (con
intervento di scavo in profondità alla base delle pile).
L'intervento inoltre potrebbe dimostrarsi del tutto inadeguato in quanto le pile si trovano in
posizione ravvicinata rispetto ai binari nella ferrovia, si andrebbe quindi ad intaccare la struttura
stessa dalle rotaie e il sottofondo.
Il rinforzo delle pile con materiali di tipo innovativo si presenta molto più costoso, e sono anche in
questo caso stati considerati al netto di eventuali oneri ferroviari, che tuttavia con questo tipo di
lavorazione saranno più limitati data la rapidità di applicazione del materiale. L'intervento si
dimostra più mirato per quanto riguarda la soluzione del problema strutturale specifico del
cavalcavia nei confronti delle azioni sismiche prescritte dalle NTC 2008. L'efficacia di tale
intervento rimane comunque dipendente dalla buona riuscita dell'applicazione dei tessuti, della
buona aderenza degli stessi, dalla riparazione di eventuali stati fessurativi della pila esistente, ecc.
215
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
CAPITOLO 5
CONCLUSIONI
Si sono analizzati in modo comparativo due diverse tecniche di rinforzo: la prima di tipo
tradizionale con incamiciatura in c.a. della pila, la seconda tramite cerchiatura della pila con tessuto
in fibra di carbonio di tipo unidirezionale.
Si è indagato sull'efficacia delle due soluzioni progettuali di rinforzo strutturale nella soluzione al
problema del Cavalcavia (rottura di tipo fragile delle pile a taglio).
La prima soluzione, pur prevedendo una sezione in calcestruzzo e un‟armatura trasversale tale da
poter verificare la sicurezza della struttura nei confronti delle azioni sismiche, presenta un aumento
di rigidezza a livello globale, che si può constatare con una riduzione del periodo proprio della
struttura. Questo comporta un aumento delle sollecitazioni alla base delle pile stesse, che non è
favorevole alla soluzione del problema. Dal punto di vista applicativo ci si trova inoltre a dover
perforare la sezione per tutta l‟altezza, non potendo valutare lo stato dei materiali in esercizio e
quindi la buona riuscita di tali perforazioni. Questo intervento è inoltre il risultato di una situazione
non definitiva, che dipende dalla realizzazione delle camicie, dalla capacità delle stesse di aderire
alla sezione esistente, ed è soggetto a fenomeni di degrado, di tipo ambientale per esempio. Ci si
trova di fronte ad una tecnologia invasiva, che necessita anche una particolare attenzione alle
fondazioni ed ad un loro possibile intervento di rinforzo. L'intervento infine potrebbe dimostrarsi
del tutto inadeguato in quanto le pile si trovano in posizione ravvicinata rispetto ai binari nella
ferrovia, si andrebbe quindi ad intaccare la struttura stessa dalle rotaie e il sottofondo.
La seconda soluzione, rispetto alle tecniche tradizionali di rinforzo, offre i seguenti vantaggi: i
tempi necessari per l'applicazione del rinforzo sono ridotti e la scelta dell'FRP garantisce, inoltre,
una buona durabilità dell'intervento di rinforzo essendo caratterizzato da una buona risposta agli
agenti atmosferici.
L'intervento di rinforzo ha portato al soddisfacimento delle verifiche di sicurezza imposte dalla
normativa. Questo tipo di intervento risulta anche meno invasivo rispetto all'incamiciatura in c.a.
L'efficacia di tale intervento rimane comunque dipendente dalla buona riuscita dell'applicazione dei
tessuti, della buona aderenza degli stessi, dalla riparazione di eventuali stati fessurativi della pila
esistente, ecc.
216
ADEGUAMENTO SISMICO DI TIPO TRADIZIONALE E CON MATERIALI INNOVATIVI
Si è infine indagato sui costi di tali interventi per poter esprimere un confronto anche dal punto di
vista monetario.
L'intervento di rinforzo di tipo tradizionale con incamiciatura in c.a. si dimostra il più economico in
termini di prezzi delle singole lavorazioni e delle materie prime, tuttavia non vengono tenuti in
considerazione gli oneri ferroviari che dovranno essere aggiunti al costo totali dell'intervento in
quanto il trasporto ferroviario sarà necessariamente compromesso durante i lavori. Non si sono
inoltre conteggiati i costi aggiuntivi eventuali dovuti ad un rinforzo del plinto di fondazione (con
intervento di scavo in profondità alla base delle pile).
Il rinforzo delle pile con materiali di tipo innovativo si presenta molto più costoso, e sono anche in
questo caso stati considerati al netto di eventuali oneri ferroviari, che tuttavia con questo tipo di
lavorazione saranno più limitati data la rapidità di applicazione del materiale.
217
<PARTE III>
DIMENSIONAMENTO E
VERIFICA DI UN SISTEMA DI
ISOLAMENTO SISMICO
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
CAPITOLO 1
INTRODUZIONE
1.1. Generalità
I criteri di progettazione seguiti in passato si basavano sulla resistenza. L'edificio doveva resistere
alle azioni rimanendo in campo elastico; il criterio prende il nome di FBD, Force Based Design,
ovvero una progettazione basata sulle forze, sulla resistenza per l'appunto. Ma c'è da fare una
riflessione però: mantenere l'edificio in campo elastico sotto l'azione di un sisma comporta il dover
sovradimensionare la struttura e non sfruttare le eventuali maggiori risorse della stessa. Le risorse
cui si fa riferimento sono quelle in campo plastico, più precisamente le escursioni in campo plastico
che definiscono la cosiddetta duttilità strutturale. L'edificio da semplice oscillatore elastico viene
visto allora come un oscillatore semplice elasto- plastico, il che ci consente di decurtare le azioni
facendo affidamento proprio sulla duttilità. A seconda che l'oscillatore sia rigido o deformabile è
possibile sfruttare gli esperimenti di Newmark con gli oscillatori ed applicare i principi di
uguaglianza dell'energia o di uguaglianza degli spostamenti per ottenere il fattore di struttura a
partire dalla duttilità. Questo ha fatto si che si passasse da una progettazione basata sulla resistenza
ad una basata sulla duttilità, quindi da Force Based Design a Displacement Based Design, DBD.
Il passo successivo è stato sfruttare al meglio la duttilità e dissipare l'energia con appositi
accorgimenti. Questo ha portato alla definizione del criterio della gerarchia delle resistenze, GdR,
ed alle soluzioni a dissipazione concentrata. Con il primo sistema si cerca di guidare il
comportamento della struttura in campo plastico facendo in modo da avere una resa maggiore. La
differenza di comportamento tra questi due telai è evidente:
221
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Il secondo vede la formazione di cerniere plastiche sui pilastri, non rispettando il criterio di trave
debole in pilastro forte, e si ha anche la formazione di un meccanismo di piano debole
(pericolosissimo). Nel primo caso, invece, si hanno cerniere in tutte le estremità delle travi, a tutto
beneficio della duttilità.
Ma il virtuosismo del guidare il comportamento delle strutture ha trovate anche altre applicazioni,
come ad esempio l'impiego di controventi eccentrici, ovvero i già citati sistemi a dissipazione
concentrata in soli alcuni elementi; ad esempio negli EBF, Eccentrically Braced Frames, trattasi
dei link. Il link - nelle sue varianti corto (lavora prevalentemente a taglio), lungo (lavora
prevalentemente a flessione) ed intermedio (flessione e taglio) - è l'elemento cui viene affidata la
dissipazione isteretica dell'energia sismica; il resto rimane in campo elastico.
C'è un filo comune in tutto ciò: tutta l'azione sismica arriva alla struttura la quale, in un modo o
nell'altro, cerca di fronteggiarla.
La rivoluzione culturale allora potrebbe risiedere nel non fare arrivare il sisma alla struttura o
comunque farne arrivare solo un'aliquota. E' questo il principio sul quale si fonda proprio
l'isolamento sismico: isolare la struttura dal suolo, disaccoppiandone i moti.
222
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Il primo documento che certifica l‟idea il disaccoppiamento del moto della struttura dal suolo risale
al 1870, grazie al francese Jules Touaillon. Il suo sistema prevedeva l‟uso di sfere portanti poste
tra la base della sovrastruttura e la fondazione. L‟immagine che segue testimonia i suoi studi:
Si legge chiaramente: 15 febbraio 1870. In realtà questo sistema non fu mai applicato e passarono
130 anni prima che le idee di Jules Touaillon potessero concretizzarsi.
E' solo nel 2001, infatti, che Hyakuda et alii sperimentarono il sistema, noto come Doppio Pendolo
Concavo ad Attrito (Double Concave Friction Pendulum – DCFP).
223
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Gli studiosi presentarono sia la descrizione del sistema che la risposta di un edificio isolato con
questo metodo. Nel 2001, come adesso, si parlava di qualcosa di rivoluzionario, nonostante fosse
stato ideato 130 anni prima.
Le reali applicazioni del vero e proprio isolamento, anche se con tecnologie ancora rudimentali, le
troviamo nel 1960 nell‟ex-Unione Sovietica, ma è solo nel 1969 che si assiste alla prima,
pioneristica, applicazione di isolamento sismico, con la scuola elementare Johan Heinrich
Pestalozzi di Skopje in Macedonia ad opera di un gruppo di ingegneri svizzeri.
Il sistema impiegato, denominato “Swiss Full Base Isolation 3D (FBI-3D)” consisteva in 5 semplici
appoggi in gomma non armata, ottenuti da fogli di gomma larghi 70 cm e spessi 7.
224
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Il fatto che la gomma fosse non armata si ripercuoteva sulla rigidezza verticale, paragonabile a
quella orizzontale. L‟elevata deformabilità della struttura in direzione verticale determinava un
moto rotatorio con asse orizzontale (rocking) accoppiato al moto in direzione orizzontale.
Figura 3.3 Il problema del rocking per isolatori in gomma non armata
L‟adozione di questo sistema non risultò soddisfacente e si fu anche costretti ad inserire vincoli
aggiuntivi ottenuti da blocchi di vetro per fronteggiare sollecitazioni di natura non sismica, come il
vento.
Ma la strada era quella giusta e poco dopo, negli anni „70 la Malaysian Rubber Producers’
Research Association (MRPRA) produsse in Inghilterra i primi dispositivi elastomerici in gomma
armata, mediante un processo produttivo basato sulla vulcanizzazione di strati di gomma con
lamierini di acciaio.
225
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
In realtà era già da tempo che alcuni studiosi si stavano interessando di isolatori in gomma ed
acciaio, come A. N. Gent e P. B. Lindley, i quali si occuparono del problema facendo molte
ricerche dal 1958 al 1981. Il loro interesse era rivolto alle principali caratteristiche della gomma
mista a lamierini in acciaio e le sue proprietà in termini di tensioni, rottura, compressione pura,
compressione e taglio.
Facendo coincidere la produzione di questi sistemi con l’inizio dell’era moderna dell’isolamento
sismico, possiamo individuare anche la prima applicazione, in Francia, sempre negli anni „70.
L’occasione è dato dall’intervento atto a proteggere una serie di centrali nucleari da terremoti di
intensità pari a 0.2g il quale aveva come punto fermo l’evitare di apportare modifiche alle strutture
esistenti. Furono impiegati isolatori in gomma (neoprene) armata e, successivamente, per aree a
maggiore intensità sismica, una combinazione di isolatori in gomma armata e dispositivi a
scorrimento, aventi un coefficiente di attrito pari al 20%.
Il sistema, denominato “Electricite-de-France system” era di questo tipo:
226
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
In pratica, era una combinazione di sistema elastomerico e dispositivo a scorrimento; vi era il cuore
in neoprene con lamine d’acciaio collegato a piatti di bronzo, a loro volta collegati a piatti d’acciaio
inossidabile. Il neoprene aveva una capacità di spostamento limitata e, quando si superava tale
limite, i piatti d’acciaio cominciavano a scorrere su quelli in bronzo, garantendo l’isolamento anche
per grandi scorrimenti.
Il problema di questo sistema consisteva nell’assenza di un dispositivo di ricentraggio, se
escludiamo il contributo dato dalla nucleo in neoprene in fase di scarico.
Sempre negli anni „70 vi è un’altra applicazione di isolamento sismico moderno, questa volta per
un ponte sul fiume Rangitikei, in Nuova Zelanda; il sistema si basava sull’accoppiamento di
elementi flessibili ed elementi dissipativi, realizzati con barre d’acciaio sottoposte a torsione.
E’ negli anni che vanno dal 1970 al 1980 che si ha una forte diffusione delle tecniche di isolamento
sismico per ponti e viadotti, con molte applicazioni in Giappone. Ma la fine degli anni „70 vede
anche l’ingresso in scena dell’Italia, che in breve acquisì la leadership mondiale nel settore.
Gli anni „80 caratterizzano la definitiva consacrazione dell‟isolamento sismico, con una vasta
diffusione di applicazioni in tutto il mondo, soprattutto negli USA ed in Nuova Zelanda, grazie
agli isolatori elastomerici ad elevato smorzamento basati sull‟impiego di gomma ad alta
dissipazione (HDRB) o con inserti in piombo (LRB). Non da meno è il Giappone, grazie al
notevole impiego di dispositivi elastomerici a basso smorzamento (LDRB) accoppiati con
dissipatori di tipo viscoso o isteretico.
Negli anni „90 l’isolamento sismico si mette in luce anche nel campo degli interventi di
adeguamento, con il notevole vantaggio, rispetto alle tecniche tradizionali, di non dover toccare la
struttura esistente. Negli Stati Uniti si assiste ai primi interventi di questo tipo, in particolare con la
City Hall di Oakland. L’edificio era particolarmente importante per vari motivi, anzitutto perché
227
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
fu il primo edificio alto governativo degli Stati Uniti, in secondo luogo perché nel 1914, ai tempi
della sua costruzione, era il più alto edificio della costa occidentale con i suoi 324 piedi di altezza;
inoltre, l’edificio è segnato nel registro storico dei monumenti degli Stati Uniti, quindi era
importante conservare sia l’architettura interna che l’impostazione storica della struttura.
L‟edificio già subì notevoli danni con il terremoto di Loma Prieta del 1989 e gli interventi avevano
previsto l‟impiego di 111 isolatori in gomma armata, di cui 36 con inserti in piombo.
L‟inserimento dei dispositivi avvenne con taglio delle colonne al primo piano e temporaneo
impiego di martinetti idraulici. Di seguito è mostrato il comportamento della struttura nel caso di
base fissa e di base isolata:
Figura 3.6 La City Hall di Oakland nelle versioni a base fissa e a base isolata
228
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
E' l'esperienza sul campo che mette in luce la qualità dell'isolamento sismico e ne favorisce la
distribuzione; è andata così per i terremoti di Kobe e Northridge e lo è stato anche per il Friuli: la
Società Autostrade si convinse della bontà di queste soluzioni e ne prescrisse l’adozione anche per i
ponti ed i viadotti del successivo tratto Carnia-Tarvisio.
Ma non solo, perché nel 1990 furono emesse le “Istruzioni per la progettazione antisismica dei
ponti con l’impiego di dispositivi isolatori/dissipatori“, le quali furono particolarmente importanti
in quanto tra le prime al mondo.
Il viadotto di Somplago e le istruzioni successive diedero una tale spinta al settore che in 10 anni,
dal 1983 al 1993, vi furono 150 nuove applicazioni, con circa 150mila metri lineari di impalcato.
Solo nel 1993 si ebbero le prime “Linee Guida per il progetto di edifici con isolamento sismico“,
grazie al Servizio Sismico Nazionale (SSN).
Dopo altri 5 anni, nel 1998, furono emanate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
[C.S.LL.PP.] le “Linee Guida per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Collaudo delle opere isolate
dal sisma“.
Ad oggi sono parecchie le applicazioni ed è fervente l‟attività di ricerca, con l‟intento di mettere a
punto soluzioni sempre più efficienti.
229
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
2.1. Generalità
L'isolamento sismico è una tecnica di modificazione della risposta strutturale che riduce l'effetto di
un terremoto nelle costruzioni, edifici e ponti. L'isolamento si ottiene disaccoppiando la
sovrastruttura di un ponte ad esempio, dalle azioni orizzontali del terreno generate da un sisma.
L'isolamento consiste essenzialmente nell'installazione di meccanismi che disaccoppiano la
struttura dal terreno, e limitano i possibili movimenti dannosi dovuti all'azione sismica. E' dunque
possibile un miglioramento di prestazioni con o senza eccessivi costi aggiuntivi, e vecchie strutture
sismicamente vulnerabili non necessitano di incrementi di resistenza se adeguate in questa maniera.
Il disaccoppiamento viene ottenuto interponendo dei dispositivi meccanici con bassa rigidezza
orizzontale tra la sovrastruttura e la sottostruttura. In questo modo, quando una struttura isolata è
soggetta all'azione di un terremoto, la deformazione riguarda più gli isolatori piuttosto che gli
elementi della sottostruttura. E' di interesse il fatto che, nonostante i vari metodi computazionali
utilizzati dai progettisti, è consuetudine ipotizzare un ragionevole spostamento di progetto dei
dispositivi dell'ordine dei 50-400 mm. Questo riduce in maniera considerevole le forze e gli
spostamenti trasmessi dalla sovrastruttura alla sottostruttura.
Vanno considerati moltissimi fattori dagli ingegneri, architetti, o dai committenti che devono
decidere quando in una struttura può essere incorporato un sistema di isolamento. Il primo è la
rischiosità sismica del sito, che dipende da geologia locale, terremoti registrati nella regione, e altri
fattori conosciuti sulle probabili caratteristiche di un terremoto (gravità, periodo, ecc.). Vengono
successivamente proposte varie soluzioni al problema della progettazione, con molte possibili
configurazioni strutturali e dei materiali, alcune con isolamento sismico, altre no. Per ogni
progettazione, può quindi essere valutato il probabile livello del danno sismico:
1) minore
2) riparabile (circa il 30% del costo di costruzione)
3) non riparabile.
L'obiettivo principale dell'isolamento sismico è traslare il probabile livello di danno da (3) o (2)
verso (1) o sopra, e quindi ridurre i costi di danno, e probabili altri costi assicurativi. Possono
230
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
essere valutati i "costi" e i "benefici" delle varie soluzioni, quando l'analisi prevede di mantenere la
struttura con il minor numero possibile di danni dopo il terremoto.
231
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Figura 3.11 Effetto dell'aumento della flessibilità di una struttura: (a) Incremento del periodo (b) Variazione dello
smorzamento
Questi meccanismi sono frequentemente di natura isteretica, il che significa che vi è un offset tra la
fase di carico e la fase di scarico della curva forza-spostamento per carichi ciclici. L'energia che
non viene restituita durante la fase di scarico, viene per lo più dissipata sottoforma di calore dal
sistema.
L'area racchiusa dalla curva rappresenta l'energia dissipata dall'isolatore durante ogni ciclo di
movimento.
Sono disponibili strumenti analitici per questi sistemi non lineari utilizzando analisi strutturali
inelastiche in time-history. Tuttavia questi strumenti sono molto onerosi dal punto di vista
computazionale e non molto agevoli da utilizzare per una progettazione quotidiana. Sono quindi
stati sviluppati dei metodi semplificati che utilizzano le proprietà elastiche equivalenti e degli
smorzatori viscosi equivalenti per rappresentare la dissipazione di energia.
232
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
dove
ke è la rigidezza elastica equivalente;
Dmax è lo spostamento massimo del sistema di isolamento.
233
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
234
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
235
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Figura 3.14 Rappresentazione schematica del ciclo di isteresi prodotto da (a) isolatore a smorzamento lineare; (b)
isolatore a smorzamento bilineare
Sono stati sviluppati negli anni una grande varietà di dispositivi di isolamento e dissipazione di
energia, in tutto il mondo. Il maggior successo di questi dispositivi è dovuto al fatto che essi
soddisfano anche un ulteriore criterio, vale a dire hanno una semplicità ed efficacia
della progettazione che li rende affidabili ed economici da produrre e installare, e che incorpora una
manutenzione bassa, in modo che un sistema isolato passivamente possa esibirsi in maniera
soddisfacente per 5-10 s di attività sismica imprevista in qualunque fase di 30-100 anni di vita utile
di una tipica struttura.
236
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
movimenti causati di azioni termiche oltre a proteggere il ponte da carichi dinamici, aumentando il
periodo fondamentale della struttura e dissipando l'energia sismica con lo smorzamento
isteretico. Una lista di alcuni grandi progetti di ammodernamento che hanno utilizzato la tecnica di
isolamento alla base è indicata nella Tabella (3.1).
Tabella 3.1 Lista di alcuni grandi progetti di ammodernamento che hanno utilizzato la tecnica di isolamento alla
base
Al fine di dimostrare l'efficacia dell'isolamento sismico, è stato considerato un ponte continuo a tre
campate in cemento armato, come indicato in Figura (3.15) (a). Le proprietà delle pile e
dell'impalcato sono riportate nella Tabella (3.2). Il ponte è adeguato sismicamente a posteriori,
utilizzando i cuscinetti elastomerici in sommità delle pile e nelle spalle. Il ponte è idealizzato
matematicamente come mostrato in Figura (3.15) (b). La sovrastruttura e la sottostruttura del ponte
sono modellati come un sistema di masse concentrate suddivise in una serie di piccoli
segmenti. Ogni segmento è collegato a quello adiacente da un nodo, e sono considerati in ogni
nodo due gradi di libertà tra loro ortogonali. Le masse di ogni segmento si presumono essere
distribuite tra i due nodi adiacenti in forma di masse puntuali. Inoltre, si presume che la
sovrastruttura e le pile rimangano in campo elastico durante l'eccitazione terremoto. Si tratta di
un'ipotesi ragionevole, in quanto l'isolamento alla base tenta di ridurre la risposta al terremoto in
modo tale che la struttura rimanga entro il suo campo elastico.
237
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
La risposta sismica di un ponte adeguato sismicamente viene indagata sotto il terremoto di Kobe,
1995, in cui le componenti EW e NS sono applicate nelle direzioni x e y del ponte,
rispettivamente. Il ponte è adeguato, installando gli stessi cuscinetti nelle sedi delle pile e delle
spalle. La rigidezza totale e lo smorzamento di questi cuscinetti è scelto in modo tale da fornire
valori specifici di periodo Tb e di rapporto di smorzamento βeff, stabiliti in funzione della massa del
ponte.
238
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
dove
è la rigidezza laterale;
è lo smorzamento viscoso;
è la frequenza dell'isolamento.
Nella Figura (3.16) è mostrata la variazione nel tempo del taglio alla base sviluppata nella pila e lo
spostamento relativo degli appoggi del ponte adeguato con i cuscinetti elastomerici. Il cuscinetto è
stato progettato per fornire all'isolamento un periodo Tb = 2 s e il 10% di rapporto di
smorzamento. Come si può vedere dalla figura, il taglio alla base nelle pile è notevolmente ridotta
(circa 80-90%) per il ponte isolato rispetto al il sistema convenzionale, in entrambe le
direzioni. Ciò indica che i sistemi di isolamento sono abbastanza efficaci nel ridurre la risposta
sismica. Il picco di spostamento del cuscinetto è di 16,59 e 32,58 cm, rispettivamente, nelle
direzioni x e y.
Osservazioni analoghe possono essere fatte dal picco di risposta del ponte isolato utilizzando
diversi sistemi di isolamento sotto l'azione dei terremoti del 1940 ad Imperial Valley, 1994 a
Northridge, e 1995 a Kobe come indicato nella Tabella (3.3). La riduzione media del taglio alla
base generata nelle pile utilizzando un sistema di isolamento attraverso sistemi diversi come
HDRB, LRB e FPS è dell'ordine di 0.8.
239
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Figura 3.16 Variazione nel tempo del taglio alla base e degli spostamenti dei dispositivi di un ponte isolato con
HDRB sotto l'azione del terremoto di Kobe, 1995
Tabella 3.3 Picco di risposta sismica di ponti ad impalcato continuo adeguati con differenti sistemi di isolamento
240
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
2.5. Applicazioni
241
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
242
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
243
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
1. anche un misero sistema di isolamento può provvedere in larga misura alla protezione di un
ponte durante un sisma;
2. si sarebbe migliorata di molto la prestazione se si fossero stabiliti spostamenti maggiori nei
dispositivi e se fosse stata prevista una forza di ripristino;
3. spostamenti del terreno anche più grandi di quelli che prescrivono le normative sono
comunque possibili, ed è prudente fornire dei percorsi di carico alternativi in modo tale
che, se il sitema di isolamento fallisce, il ponte non è comunque perduto.
3.1.1. Introduzione
L'efficacia dell'isolamento sismico di una particolare struttura è fortemente dipendente da una
scelta appropriata dei dispositivi di isolamento, o del sistema, utilizzati per fornire un'adeguata
flessibilità orizzontale con almeno minime forze di ricentraggio e un appropriato smorzamento. E'
necessario inoltre fornire un adeguato "gap" sismico che può ospitare tutti gli spostamenti destinati
all'isolatore. Potrebbe essere necessario fornire sistemi di restringimento in modo da limitare gli
spostamenti dell'isolatore durante i terremoti, anche se un restringimento non
correttamente selezionato potrebbe negare un importante vantaggio di isolamento sismico.
244
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
245
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Esiste una notevole esperienza di progettazione e uso dei cuscinetti elastomerici, a partire da
quando la loro maggiore applicazione era quella di accompagnare le deformazioni termiche nei
ponti, e fu usato solamente in seguito come soluzione al problema dell'isolamento. Tuttavia, per
l'isolamento sismico, questo sistema ha lo svantaggio che il massimo smorzamento raggiungibile è
molto basso, circa intorno al 5%.
Pile flessibili sono in grado di fornire una semplice ed efficace forza lineare di ripristino,
ma devono essere aggiunti degli smorzatori per controllare gli spostamenti durante i terremoti e in
altre occasioni. Se gli smorzatori sono lineari, es. smorzatori viscosi, ne risulta un sistema lineare.
Molle con rigidezza prestabilita sono difficili da produrre, ma forniscono una forza di ripristino di
tipo lineare.
I "lead-rubber bearing", che comprendono un cuscinetto elastomerico con un cuore centrale in
piombo, danno supporto alla struttura, flessibilità orizzontale, smorzamento e una forza di
ricentraggio in un'unità singola e di facile installazione. Il LRB possiede una alta rigidezza iniziale,
seguita da una minore rigidezza post-snervamento del piombo, ed è in molte situazioni la soluzione
di sistema di isolamento più appropriata. Lo smorzamento isteretico di questo dispositivo è dovuto
alla deformazione plastica del piombo. Questo dispositivo è non-lineare ma può essere
efficacemente descritto come bilineare, data la forma del suo ciclo di isteresi (parallelogramma).
I dispositivi ad attrito si comportano in modo simile agli smorzatori ad estrusione; sono semplici
ma richiedono manutenzione. Possono avvenire dei cambiamenti nel coefficiente di attrito dovuti al
tempo, agli attacchi atmosferici, alle variazioni di temperatura o all'usura. Un ulteriore problema è
246
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
il cosiddetto "slick-slip", dove dopo un lungo periodo sotto l'azione di carichi verticali il dispositivo
necessita di una forza di notevole intensità per iniziare a slittare.
247
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Siccome gli smorzatori isteretici implicano deformazioni cicliche plastiche dei componenti di
acciaio, è appropriato considerare la relazione sforzo-deformazione per un metallo che plasticizza
in maniera ciclica, come mostra la Figura (3.17) (b).
Figura 3.17 Curva sforzo-deformazione per un metallo tipico (a) Curva sforzo-deformazione per acciaio dolce
sotto carico ciclico (b)
248
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
CAPITOLO 2
APPROCCIO NORMATIVO
ALL‟ISOLAMENTO SISMICO
1.1. Scopo
La riduzione della risposta sismica orizzontale, qualunque siano la tipologia e i materiali strutturali
della costruzione, può essere ottenuta mediante una delle seguenti strategie d‟isolamento, o
mediante una loro appropriata combinazione:
a) incrementando il periodo fondamentale della costruzione per portarlo nel campo delle minori
accelerazioni di risposta;
b) limitando la massima forza orizzontale trasmessa.
In entrambe le strategie le prestazioni dell‟isolamento possono essere migliorate attraverso la
dissipazione nel sistema di isolamento di una consistente aliquota dell‟energia meccanica trasmessa
dal terreno alla costruzione.
249
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Fanno parte integrante del sistema d‟isolamento gli elementi di connessione, nonché eventuali
vincoli supplementari disposti per limitare gli spostamenti orizzontali dovuti ad azioni non
sismiche (ad es. vento).
Detta “interfaccia d‟isolamento” la superficie di separazione sulla quale è attivo il sistema
d‟isolamento, si definiscono:
- “sottostruttura”, la parte della struttura posta al di sotto dell‟interfaccia del sistema d‟isolamento e
che include le fondazioni, avente in genere deformabilità orizzontale trascurabile e soggetta
direttamente agli spostamenti imposti dal movimento sismico del terreno;
- “sovrastruttura”, la parte della struttura posta al di sopra dell‟interfaccia d‟isolamento e, perciò,
isolata.
La sovrastruttura e la sottostruttura si devono mantenere sostanzialmente in campo elastico. Per
questo la struttura può essere progettata con riferimento ai particolari costruttivi della zona 4, con
deroga, per le strutture in c.a., a quanto previsto al § 7.4.6.Un‟affidabilità superiore è richiesta al
sistema d‟isolamento, formato dall‟insieme dei dispositivi d‟isolamento, per il ruolo critico che
esso svolge. Tale affidabilità si ritiene conseguita se il sistema d‟isolamento è progettato e
verificato sperimentalmente secondo quanto stabilito nel § 11.9.
250
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Si devono, pertanto, eseguire più analisi per ciascuno stato limite da verificare, attribuendo ai
parametri del modello i valori estremi più sfavorevoli ai fini della valutazione delle grandezze da
verificare e coerenti con l‟entità delle deformazioni subite dai dispositivi. Nella progettazione delle
costruzioni di classe d‟uso I e II, si possono adottare i valori medi delle proprietà meccaniche del
sistema di isolamento, a condizione che i valori estremi (massimo oppure minimo) differiscano di
non più del 20% dal valor medio.
1.3.2. Modellazione
La sovrastruttura e la sottostruttura sono modellate come sistemi a comportamento elastico lineare.
Il sistema di isolamento può essere modellato, in relazione alle sue caratteristiche meccaniche,
come avente comportamento visco-elastico lineare oppure con legame costitutivo non lineare. La
deformabilità verticale degli isolatori deve essere messa in conto quando il rapporto tra la rigidezza
verticale del sistema di isolamento Kv e la rigidezza equivalente orizzontale Kesi è inferiore a 800.
Se viene utilizzato un modello lineare, si deve adottare una rigidezza equivalente riferita allo
spostamento totale di progetto per lo stato limite in esame, di ciascun dispositivo facente parte del
sistema di isolamento. La rigidezza totale equivalente del sistema di isolamento, Kesi, è pari alla
somma delle rigidezze equivalenti dei singoli dispositivi. L‟energia dissipata dal sistema
d‟isolamento esi, valutato con riferimento all‟energia dissipata dal sistema di isolamento in cicli
con frequenza nell‟intervallo delle frequenze naturali dei modi considerati. Per i modi superiori
della struttura, al di fuori di tale intervallo, il rapporto di smorzamento del modello completo deve
essere quello della sovrastruttura nella condizione di base fissa. Quando la rigidezza e/o lo
smorzamento equivalenti del sistema di isolamento dipendono significativamente dallo
spostamento di progetto, deve applicarsi una procedura iterativa fino a che la differenza tra il valore
assunto e quello calcolato non sia inferiore al 5%. Il comportamento del sistema di isolamento può
essere modellato come lineare equivalente se sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
a) la rigidezza equivalente del sistema d‟isolamento è almeno pari al 50% della rigidezza secante
per cicli con spostamento pari al 20% dello spostamento di riferimento;
b) lo smorzamento lineare equivalente del sistema di isolamento, come definito in precedenza, è
inferiore al 30%;
c) le caratteristiche forza-spostamento del sistema d‟isolamento non variano di più del 10% per
effetto di variazioni della velocità di deformazione, in un campo del 30% intorno al valore di
progetto, e dell‟azione verticale sui dispositivi, nel campo di variabilità di progetto;
251
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
d) l‟incremento della forza nel sistema d‟isolamento per spostamenti tra 0,5ddc e ddc, essendo ddc lo
spostamento del centro di rigidezza dovuto all‟azione sismica, è almeno pari al 2,5% del peso totale
della sovrastruttura.
Nel caso in cui si adotti un modello non lineare, il legame costitutivo dei singoli dispositivi del
sistema d‟isolamento deve riprodurre adeguatamente il loro comportamento nel campo di
deformazioni e velocità che si verificano durante l‟azione sismica, anche in relazione alla corretta
rappresentazione dell‟energia dissipata nei cicli di isteresi.
1.3.3. Analisi
Per le costruzioni isolate alla base si applicano le prescrizioni di cui ai §§ 7.3.3 e 7.3.4 integrate o,
se del caso, sostituite da quelle contenute nei successivi punti. Per esse non può essere usata
l‟analisi statica non lineare.
Analisi lineare dinamica
Per le costruzioni con isolamento alla base l‟analisi dinamica lineare è ammessa quando risulta
possibile modellare elasticamente il comportamento del sistema di isolamento, nel rispetto delle
condizioni di cui al § 7.10.5.2. Per il sistema complessivo, formato dalla sottostruttura, dal sistema
d‟isolamento e dalla sovrastruttura, si assume un comportamento elastico lineare. Il modello deve
comprendere sia la sovrastruttura che la sottostruttura, qualora il sistema di isolamento non sia
immediatamente al di sopra delle fondazioni. L‟analisi può essere svolta mediante analisi modale
con spettro di risposta o mediante integrazione al passo delle equazioni del moto, eventualmente
previo disaccoppiamento modale, considerando un numero di modi tale da portare in conto anche
un‟aliquota significativa della massa della sottostruttura, se inclusa nel modello. Nel caso si adotti
l‟analisi modale con spettro di risposta questa deve essere svolta secondo quanto specificato in §
7.3.3.1, salvo diverse indicazioni fornite nel presente paragrafo. Le due componenti orizzontali
dell‟azione sismica si considerano in generale agenti simultaneamente, adottando, ai fini della
combinazione degli effetti, le regole riportate in § 7.3.3.1. La componente verticale deve essere
messa in conto nei casi previsti in § 7.2.1 e, in ogni caso, quando il rapporto tra la rigidezza
verticale del sistema di isolamento Kv e la rigidezza equivalente orizzontale Kesi risulti inferiore a
800. In tali casi si avrà cura che la massa eccitata dai modi in direzione verticale considerati
nell‟analisi sia significativa.
Lo spettro elastico definito in § 3.2.3.2 va ridotto per tutto il campo di periodi T 0,8 Tis,
assumendo per il coefficiente riduttivo il valore corrispondente al coefficiente di smorzamento
viscoso equivalente esi del sistema di isolamento.
252
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Nel caso di analisi lineare con integrazione al passo, la messa in conto del corretto valore del
coefficiente di smorzamento viscoso equivalente si ottiene, quando si opera sulle singole
equazioni modali disaccoppiate, assegnando a ciascuna equazione il corrispondente valore modale
di o, quando si opera sul sistema completo, definendo in maniera appropriata la matrice di
smorzamento del sistema.
1.4. Verifiche
253
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
CAPITOLO 3
LEAD RUBBER BEARINGS
1. Isolatori elastomerici
1.1. Introduzione
I cuscinetti elastomerici vengono impiegati da più di 50 anni per accompagnare le dilatazioni
termiche nei ponti e permettere le rotazioni nei punti di appoggio delle travi. Si è dimostrato
interessante estendere il loro campo applicativo all'isolamento sismico in quanto possiedono un'alta
tolleranza agli spostamenti e agli eccessi di carico, e richiedono minimi interventi di manutenzione.
Essi possono essere:
254
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
dove
fyL è lo sforzo di snervamento a taglio del piombo (90. MPa);
255
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
dove
kd è la rigidezza post-elastica;
ku è la rigidezza elastica, pari a n kd
n = 10 per carichi sismici
= 8 per carichi di servizio
= 5 per carichi applicati in modo lento (effetti ambientali come dilatazione termica).
Per carichi sismici, la [3.7] diventa:
Segue dalle [3.6] e [3.7] che per fyL = 9.0 MPa e Ψ = 1.0
La rigidezza post-elastica kd è dovuta principalmente alla rigidezza della gomma ma anche alla
rigidezza post-snervamento del nucleo in piombo. Così:
dove f è un fattore correttivo che considera il contributo del piombo (generalmente 1.1) e kr è la
rigidezza elastica della gomma data da:
dove
G è il modulo di rigidezza a taglio della gomma;
Tr è lo spessore totale della gomma;
Ab è l'area netta della gomma senza considerare il nucleo in piombo.
Dalla curva di isteresi, la forza orizzontale F in corrispondenza allo spostamento D è data dalla:
256
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
dove
P è il carico verticale derivante dalla combinazione dei carichi permanenti e di servizio;
k' è la costante del materiale elastomerico;
K il modulo della massa dell'elastomero;
S è il fattore di forma degli strati, definito per LRB circolare come
La deformazione tangenziale dovuta ad uno spostamento laterale sismico D di progetto è data dalla:
257
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
La deformazione tangenziale dovuta alla rotazione di progetto θ, che include gli effetti rotazionali
dei carichi permanenti, di servizio e strutturali è data dalla:
dove
r è il raggio del dispositivo;
h è l'altezza del cuscinetto.
La rigidezza assiale viene assunta indipendente dalla deformazione assiale, rimane infatti nel range
lineare nella pratica.
258
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
In modo simile, la rigidezza torsionale viene calcolata in base alle proprietà della gomma
assumendo ce l'intero dispositivo sia realizzato in gomma. Così:
259
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
materiale utilizzabile nella pratica, deve essere prima di tutto vulcanizzato, ovvero sottoposto ad un
procedimento chimico e meccanico che comprende l'aggiunta di zolfo e altri fillers, e l'applicazione
del calore.
Modulo elastico, E
La gomma vulcanizzata è un solido tridimensionale di molecole di forma reticolare. Alcuni fillers
creano una struttura molecolare che aumenta rigidezza e resistenza. La curva forza-deformazione è
approssimativamente lineare a basse deformazioni e il valore del modulo elastico può essere
ottenuto da questa zona lineare. La Tabella [1-1] riporta valori tipici per gomme naturali di diversa
durezza.
Modulo di rigidezza a taglio, G
In teoria, con un coefficiente di Poisson di 0.5, il modulo a taglio è un terzo del modulo elastico.
Questo si verifica per gomme non rinforzate, ma per gomme con l'aggiunta di fillers il modulo
viene ridotto a circa un quarto del modulo elastico.
Durezza
Le misure della durezza sono generalmente utilizzate per caratterizzare la gomma vulcanizzata
come si vede in Tab. [1-1]. Per la gomma, la durezza è essenzialmente una misura della
deformazione elastica prodotta da un penetratore di forma particolare, sotto uno specifico carico, ed
è quindi legato alla misura del modulo elastico della gomma.
Resistenza ultima e allungamento a rottura
La resistenza a trazione di una gomma di una buona qualità è di 14 - 28 MPa, in relazione all'area
della sezione trasversale, e la deformazione a rottura è dell'ordine di 500 -750 %.
Isteresi
La gomma naturale senza l'aggiunta di fillers presenta una ridotto ciclo di isteresi, ma si possono
aggiungere delle componenti che possono migliorare questa proprietà. Gli isolatori in gomma ad
alto smorzamento (High-Damping Rubber Isolators, HDR) sono dei dispositivi di isolamento nei
quali vengono aggiunti fillers alla gomma naturale per incrementare l'isteresi fino a livelli per i
quali l'energia dissipata è sufficiente a limitare gli spostamenti della struttura.
D'altra parte, gomme naturali con la minor quantità di fillers, vengono usate quasi esclusivamente
per gli isolatori dei ponti. In questi casi, la dissipazione di energia per il controllo degli spostamenti
viene assicurata da meccanismi meccanici che agiscono in parallelo, come nuclei in piombo o
dispositivi ad attrito.
260
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
dove
B è il diametro del cuscinetto circolare, o il lato se di forma quadrata.
E' anche importante che il piombo sia strettamente confinato all'interno del cuscinetto, ciò significa
che lo spessore degli strati di gomma non deve superare i 9 mm e le estremità del nucleo devono
essere sigillate con dei tappi in corrispondenza alla piastra di copertura. Questi tappi non solo
aiutano il confinamento del piombo ma lo proteggono da attacchi dannosi durante l'installazione.
Il piombo ricristallizza a temperatura ambiente, e questo significa che dopo una deformazione a
taglio i grani che si sono allungati per accompagnare la deformazione, riacquistano la loro forma
iniziale quasi istantaneamente. La maggior parte dei metalli ricristallizza ma solo pochi lo fanno a
temperatura ambiente. Inoltre il piombo non indurisce a basse temperature ed è quindi impossibile
che si rompa per effetto della fatica.
Il piombo possiede anche un coefficiente di viscosità relativamente alto, ciò significa che
deformazioni lente, come espansione e contrazione dovute a sbalzi temici stagionali possono
avvenire senza trovare grande resistenza.
Le proprietà meccaniche del piombo sono molto stabili nel tempo e il coefficiente di modificazione
delle proprietà è stabilito pari a 1.0.
261
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
262
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
di ciò infatti viene incrementato il periodo naturale della struttura, quindi viene ridotta
l'accelerazione spettrale nel corso di un attacco sismico (Fig. (3.20)). A seconda della tipologia di
isolatori multidirezionali - in questo caso LRB - essi si prestano alla trasmissione del carico
verticale e in più al ricentraggio della struttura durante e dopo il terremoto (Fig. (3.21),(3.22)).
Ricentraggio significa che l'impalcato, che si trova in posizione spostata a causa dell'energia
sismica assorbita, viene automaticamente ricondotto dagli isolatori nella sua posizione originale;
per mezzo della dissipazione passiva di energia (ovvero trasformazione dell'energia in calore),
l'energia sismica che entra nella sovrastruttura sarà effettivamente dissipata attraverso lo
smorzamento aggiuntivo fornito dal nucleo in piombo dei LRB, in modo da alleviare la struttura da
sforzi aggiuntivi (Fig. (3.21),(3.22)).
263
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
264
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
265
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
266
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
267
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
CAPITOLO 4
DIMENSIONAMENTO E ANALISI DEL
SISTEMA DI ISOLAMENTOCON LRBs
periodo proprio della struttura non isolata, il quale con l'applicazione del sistema di
isolamento verrà notevolmente incrementato;
massa totale dell'impalcato isolato, ovvero il valore di massa della sovrastruttura che si
trova al di sopra degli apparecchi di isolamento;
carichi massimi verticali agenti sugli apparecchi di appoggio, derivanti dalla combinazione
agli stati limite ultimi;
valori indicativi di forze di taglio resistente delle pile, in direzione longitudinale e
trasversale, in modo da poter valutare il decremento necessario delle sollecitazioni alla
base delle stesse.
268
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Carichi massimi verticali di servizio (ULS) su ciascun appoggio delle pile e delle spalle
P1 (kN) 6224,6
P2 (kN) 6868,9
P3 (kN) 6236,5
P4 (kN) 6869,0
ABT1 (kN) 1527,5
ABT2 (kN) 3554,5
ABT3 (kN) 3265,3
ABT4 (kN) 2346,3
Forze di taglio ammissibili per ciascuna posizione degli appoggi delle pile
VRd,long VRd,trasv
P1 (kN) 1108,3 1037,7
P2 (kN) 1049,8 983,4
P3 (kN) 1193,7 1117,0
P4 (kN) 1108,3 1037,7
269
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Non sono stati indicati i valori delle forze di taglio ammissibili per gli appoggi delle spalle in
quanto tali elementi non sono stati modellati, causa scarse informazioni riguardanti la loro
configurazione.
L'isolamento del cavalcavia è realizzato con isolatori aventi un comportamento descrivibile con il
noto modello bilineare Forza-Spostamento seguente:
F1 = carico di snervamento
F2 = carico ultimo
K1 = F1/x1 rigidezza elastica iniziale
K2 = ɳ K1 rigidezza post elastica
F2 = F1 + K2 (x2 – x1)
smorzamento viscoso
270
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
K1 η Fy
[kN/m] K2/K1 [kN]
Pile 15400 0,13432 183
Spalle 25000 0,05295 281
Con questi dati si calcolano i valori da utilizzare nelle prime analisi. Si procede a tentativi: come
primo valore si considera x2 = 100 mm.
LRB Pile
K1 [kN/m] 15400
F1 [kN] 183
η 0,13432
x2 [mm] 100
x1 [mm] 11,88
K2 [kN/m] 2068,5
F2 [kN] 365,3
Ksec [kN/m] 3652,7
1*Ksec= Keq [kN/m] 3652,7
smorzamento viscoso ξ 0,2433
Coeff. Riduttivo spettro η 0,5839
LRB Spalle
K1 [kN/m] 25000
F1 [kN] 281
η 0,05295
x2 [mm] 100
x1 [mm] 11,24
K2 [kN/m] 1323,8
271
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
F2 [kN] 398,5
Ksec [kN/m] 3985,0
1*Ksec= Keq [kN/m] 3985,0
smorzamento viscoso ξ 0,3774
Coeff. Riduttivo spettro η 0,4837
272
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Spettri di progetto:
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T [s]
0,200
0,150
0,100
0,050
0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T [s]
273
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
LRB Pile
K1 [kN/m] 15400
F1 [kN] 183
η 0,13432
x2 [mm] 83
x1 [mm] 11,88
K2 [kN/m] 2068,5
F2 [kN] 330,1
Ksec [kN/m] 3977,2
1*Ksec= Keq [kN/m] 3977,2
smorzamento viscoso ξ 0,2618
Coeff. Riduttivo spettro η 0,5663
LRB Spalle
K1 [kN/m] 25000
F1 [kN] 281
274
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
η 0,05295
x2 [mm] 83
x1 [mm] 11,24
K2 [kN/m] 1323,8
F2 [kN] 376,0
Ksec [kN/m] 4530,0
1*Ksec= Keq [kN/m] 4530,0
smorzamento viscoso ξ 0,3896
Coeff. Riduttivo spettro η 0,4770
Si procede con l'analisi dinamica lineare per valutare la correttezza dei dati di input. Si modellano i
dispositivi come Elastic Link, dove il valore di rigidezza di spostamento longitudinale e trasversale
è il valore della rigidezza secante del dispositivo.
Lo spettro di progetto utilizzato è per la componente orizzontale lo spettro elastico allo SLV
ridotto del coefficiente η, per la componente verticale lo spettro elastico allo SLV, come prescritto
dalle Norme Tecniche.
Si riportano in tabella i risultati ottenuti dall'analisi agli autovalori e dall'analisi dinamica lineare in
termini di spostamento dei nodi in corrispondenza degli appoggi.
275
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Spettri di progetto:
0,500
0,400
0,300
0,200
0,100
0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T [s]
0,200
0,150
0,100
0,050
0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T [s]
276
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
K1 [kN/m] 15400
F1 [kN] 183
η 0,13432
x2 [mm] 78
x1 [mm] 11,88
K2 [kN/m] 2068,5
F2 [kN] 319,8
Ksec [kN/m] 4099,5
Keq
1*Ksec= [kN/m] 4099,5
smorzamento viscoso ξ 0,2673
Coeff. Riduttivo spettro η 0,5613
LRB Spalle
K1 [kN/m] 25000
F1 [kN] 281
η 0,05295
277
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
x2 [mm] 78
x1 [mm] 11,24
K2 [kN/m] 1323,8
F2 [kN] 369,4
Ksec [kN/m] 4735,6
Keq
1*Ksec= [kN/m] 4735,6
smorzamento viscoso ξ 0,3926
Coeff. Riduttivo spettro η 0,4753
Si procede con l'analisi dinamica lineare per valutare la correttezza dei dati di input. Si modellano i
dispositivi come Elastic Link, dove il valore di rigidezza di spostamento longitudinale e trasversale
è il valore della rigidezza secante del dispositivo.
Lo spettro di progetto utilizzato è per la componente orizzontale lo spettro elastico allo SLV
ridotto del coefficiente η, per la componente verticale lo spettro elastico allo SLV, come prescritto
dalle Norme Tecniche.
Si riportano in tabella i risultati ottenuti dall'analisi agli autovalori e dall'analisi dinamica lineare in
termini di spostamento dei nodi in corrispondenza degli appoggi.
278
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Spettri di progetto:
0,500
0,400
0,300
0,200
0,100
0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T [s]
0,200
0,150
0,100
0,050
0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T [s]
279
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Per raggiungere una migliore convergenza dei risultati, si imposta un ultimo valore di tentativo: 77
mm. Si esegue lo stesso procedimento visto nei casi precedenti.
LRB Pile
K1 [kN/m] 15400
F1 [kN] 183
η 0,13432
x2 [mm] 77
x1 [mm] 11,88
K2 [kN/m] 2068,5
F2 [kN] 317,7
Ksec [kN/m] 4125,9
1*Ksec= Keq [kN/m] 4125,9
smorzamento viscoso ξ 0,2685
Coeff. Riduttivo spettro η 0,5604
LRB Spalle
K1 [kN/m] 25000
F1 [kN] 281
η 0,05295
x2 [mm] 77
280
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
x1 [mm] 11,24
K2 [kN/m] 1323,8
F2 [kN] 368,0
Ksec [kN/m] 4779,9
1*Ksec= Keq [kN/m] 4779,9
smorzamento viscoso ξ 0,3931
Coeff. Riduttivo spettro η 0,4751
Si procede con l'analisi dinamica lineare per valutare la correttezza dei dati di input. Si modellano i
dispositivi come Elastic Link, dove il valore di rigidezza di spostamento longitudinale e trasversale
è il valore della rigidezza secante del dispositivo.
Lo spettro di progetto utilizzato è per la componente orizzontale lo spettro elastico allo SLV
ridotto del coefficiente η, per la componente verticale lo spettro elastico allo SLV, come prescritto
dalle Norme Tecniche.
Si riportano in tabella i risultati ottenuti dall'analisi agli autovalori e dall'analisi dinamica lineare in
termini di spostamento dei nodi in corrispondenza degli appoggi.
281
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Spettri di progetto:
0,500
0,400
0,300
0,200
0,100
0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T [s]
0,200
0,150
0,100
0,050
0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T [s]
282
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Si ottiene un valore di errore dello 0 - 2%, con l'eccezione dello spostamento registrato negli
appoggi delle spalle del 4%.
Si conclude il procedimento iterativo, si ritiene infatti accettabile il valore dell'errore che si ottiene
nei dati in output.
Siccome il problema della struttura in esame nei confronti delle azioni sismiche risulta
essenzialmente la rottura fragile delle pile, si vanno a valutare i valori di taglio sollecitante alla
base delle stesse, prima e dopo l'isolamento.
283
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Si riportano in tabella i valori del taglio sollecitante alla base delle pile in direzione longitudinale e
in direzione trasversale, per le combinazioni dell'azione sismica prescritte dalla norma. Risulta
evidente come un intervento di questo tipo possa ridurre drasticamente le sollecitazioni che
rendono vulnerabile la struttura al sisma.
Nel prossimo capitolo si affronterà l'analisi dinamica non lineare in time-history con l'utilizzo degli
accelerogrammi, analisi di maggior onere computazionale, ma che produrrà dei risultati più
dettagliati e conformi a quello che è il reale comportamento della struttura isolata in presenza di
forze orizzontali sismiche.
3.1. Introduzione
L'analisi dinamica non lineare in time-history viene condotta in seguito ad un primo
predimensionamento dei LRB, in modo da poter ottenere dei risultati che meglio descrivono il
comportamento della struttura isolata durante un terremoto di progetto, e poterli quindi confrontare
con quelli dell'analisi lineare e valutarne quindi l'attendibilità.
Verranno quindi modellati i dispositivi con le loro caratteristiche non lineari (bilineari) e verranno
introdotti gli accelerogrammi spettro compatibili nei modi prescritti dalla norma.
284
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Rigidezza (k): rigidezza iniziale della molla elastica prima dello snervamento;
Forza di snervamento (Fy): forza per la quale la molla snerva;
Rapporto di rigidezza post-snervamento (r): rapporto tra la rigidezza post-snervamento
e quella prima dello snervamento;
Parametri del ciclo di isteresi (α, β): parametri che definiscono la forma della curva di
isteresi.
I parametri utilizzati per descrivere la deformazione assiale e le tre rotazionali sono i seguenti:
285
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
286
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
287
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Le proprietà non lineari sono così stabilite. I risultati che si otterranno in fase di post-
processamento dipendono dai valori di rigidezza e dai parametri di smorzamento qui impostati.
288
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
289
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Secondo quanto stabilisce la normativa, questi accelerogrammi devono essere combinati in modo
tale che ogni gruppo sia formato da due componenti orizzontali, tra loro ortogonali, e una verticale.
Per l'analisi dinamica non lineare si devono considerare almeno 7 diversi gruppi di
accelerogrammi.
Si riporta un prospetto delle combinazioni adottate.
Gruppi di Direzione
Direzione trasversale Direzione verticale
accelerogrammi longitudinale
G1 TH1_orizzontale TH2_orizzontale TH1_verticale
G2 TH1_orizzontale TH3_orizzontale TH1_verticale
G3 TH2_orizzontale TH3_orizzontale TH1_verticale
G4 TH2_orizzontale TH1_orizzontale TH2_verticale
G5 TH3_orizzontale TH1_orizzontale TH2_verticale
G6 TH3_orizzontale TH2_orizzontale TH2_verticale
G7 TH1_orizzontale TH2_orizzontale TH3_verticale
290
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
3.5. Risultati
Si espongono i risultati ottenuti dall'analisi non lineare al passo. Si vanno ad estrapolare i risultati
più significativi per quanto riguarda i nodi di estremità dei dispositivi LRB in termini di forza e
spostamento al variare del tempo e i cicli di isteresi per la valutazione dell'energia dissipata.
291
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
3.5.1. Spostamenti
Si riportano gli spostamenti registrati ad ogni step temporale, in direzione longitudinale e in
direzione trasversale, per i dispositivi installati in sommità delle pile e delle spalle.
292
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
293
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Dai risultati ottenuti si può riscontrare che l'analisi dinamica lineare con spettro di risposta svolta in
precedenza ha sovrastimato i valori per quanto concerne gli spostamenti dei dispositivi.
Dall'andamento degli spostamenti nel tempo si può anche verificare il ricentraggio al termine del
sisma ad opera dei dispositivi: gli spostamenti residui infatti non superano il valore di 10 mm per le
pile e per le spalle.
3.5.2. Forze
Si riportano i valori delle forze registrati ad ogni step temporale, in direzione longitudinale e in
direzione trasversale, per i dispositivi installati in sommità delle pile e delle spalle.
294
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Si riportano i valori massimi di forze registrati nei dispositivi delle pile e delle spalle (sforzo
normale, taglio longitudinale, taglio trasversale) e lo step corrispondente per il quale si ottiene tale
valore massimo.
295
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Shear- Shear-
Load Axial tras long
Force Time/Step Force Time/Step Force Time/Step
(kN) (sec) (kN) (sec) (kN) (sec)
Gruppo1(all
P1 ) -4112,77 11,238 -277,05 4,067 -272,9 8,514
-4112,77 11,238 -277,05 4,067 -272,9 8,514
Gruppo1(all
P2 ) -4007,45 2,071 -267,17 4,065 -272,02 8,511
-4007,45 2,071 -267,17 4,065 -272,02 8,511
Gruppo1(all
P3 ) -4059,1 11,241 -276,53 4,068 -268,29 8,514
-4059,1 11,241 -276,53 4,068 -268,29 8,514
Gruppo1(all
P4 ) -4009,95 2,072 -266,18 4,068 -272,96 8,515
-4009,95 2,072 -266,18 4,068 -272,96 8,515
ABT Gruppo1(all
1 ) -1144,75 11,236 -334,83 4,051 -333 8,508
-1144,75 11,236 -334,83 4,051 -333 8,508
ABT Gruppo1(all
2 ) -1568,37 2,083 -331,83 4,047 -330,64 8,502
-1568,37 2,083 -331,83 4,047 -330,64 8,502
ABT Gruppo1(all
3 ) -1591,33 11,233 -336,86 4,053 323,98 5,801
-1591,33 11,233 -336,86 4,053 323,98 5,801
ABT Gruppo1(all
4 ) -1131,94 9,372 -333,39 4,054 324,6 5,803
-1131,94 9,372 -333,39 4,054 324,6 5,803
Gruppo
P1 2(all) -4098,77 2,069 -258,05 2,11 261,82 3,823
-4098,77 2,069 -258,05 2,11 261,82 3,823
Gruppo
P2 2(all) -4090,04 9,382 253,05 5,133 262,79 3,859
-4090,04 9,382 253,05 5,133 262,79 3,859
Gruppo
P3 2(all) -4048,71 2,069 -257,7 2,11 262,61 3,831
-4048,71 2,069 -257,7 2,11 262,61 3,831
Gruppo
P4 2(all) -4071,96 9,38 252,6 5,131 262,93 3,854
-4071,96 9,38 252,6 5,131 262,93 3,854
ABT Gruppo
1 2(all) -1156,65 2,082 -320,16 2,088 326,15 3,825
-1156,65 2,082 -320,16 2,088 326,15 3,825
296
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
ABT Gruppo
2 2(all) -1544,06 11,234 322,95 5,121 325,91 3,829
-1544,06 11,234 322,95 5,121 325,91 3,829
ABT Gruppo
3 2(all) -1629,87 2,08 -322,86 2,087 336,86 3,824
-1629,87 2,08 -322,86 2,087 336,86 3,824
ABT Gruppo
4 2(all) -1146,11 9,37 320,19 5,12 336,6 3,832
-1146,11 9,37 320,19 5,12 336,6 3,832
Gruppo
P1 3(all) -4024,54 2,068 272,56 5,133 243,51 8,331
-4024,54 2,068 272,56 5,133 243,51 8,331
Gruppo
P2 3(all) -4105,29 9,384 283,45 5,133 240,76 8,331
-4105,29 9,384 283,45 5,133 240,76 8,331
Gruppo
P3 3(all) -4024,89 2,068 274,74 5,134 241,7 8,337
-4024,89 2,068 274,74 5,134 241,7 8,337
Gruppo
P4 3(all) -4127,39 9,381 282,45 5,132 243,05 8,338
-4127,39 9,381 282,45 5,132 243,05 8,338
ABT Gruppo
1 3(all) -1152,81 2,072 326,86 5,116 316,06 8,33
-1152,81 2,072 326,86 5,116 316,06 8,33
ABT Gruppo
2 3(all) -1535,36 9,383 331,46 5,116 313,77 8,326
-1535,36 9,383 331,46 5,116 313,77 8,326
ABT Gruppo
3 3(all) -1561,81 2,08 327,68 5,117 326,21 8,317
-1561,81 2,08 327,68 5,117 326,21 8,317
ABT Gruppo
4 3(all) -1141,33 11,229 328,98 5,114 327,08 8,317
-1141,33 11,229 328,98 5,114 327,08 8,317
Gruppo
P1 4(all) -4105,02 10,978 262,56 8,522 272,6 4,071
-4105,02 10,978 262,56 8,522 272,6 4,071
Gruppo
P2 4(all) -4152,16 2,547 274,54 8,523 271,89 4,071
-4152,16 2,547 274,54 8,523 271,89 4,071
Gruppo
P3 4(all) -4118,36 5,068 263,31 8,518 272,38 4,07
-4118,36 5,068 263,31 8,518 272,38 4,07
Gruppo
P4 4(all) -4101,86 2,544 275,78 8,521 271,98 4,071
297
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
298
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Gruppo
P3 6(all) -4200,66 2,388 -251,06 8,348 -279,23 5,115
-4200,66 2,388 -251,06 8,348 -279,23 5,115
Gruppo
P4 6(all) -4113,19 5,068 241,59 6,981 -281,32 5,13
-4113,19 5,068 241,59 6,981 -281,32 5,13
ABT Gruppo
1 6(all) -1163,72 10,978 -309,24 8,314 -336,39 4,278
-1163,72 10,978 -309,24 8,314 -336,39 4,278
ABT Gruppo
2 6(all) -1584,01 5,073 -308,4 8,323 -335,88 4,276
-1584,01 5,073 -308,4 8,323 -335,88 4,276
ABT Gruppo
3 6(all) -1620,2 2,384 -312,03 8,347 -324,07 4,28
-1620,2 2,384 -312,03 8,347 -324,07 4,28
ABT Gruppo
4 6(all) -1090,17 2,219 -308 8,351 -324,67 4,28
-1090,17 2,219 -308 8,351 -324,67 4,28
Gruppo
P1 7(all) -4148,68 7,224 -276,9 4,068 -271,75 8,513
-4148,68 7,224 -276,9 4,068 -271,75 8,513
Gruppo
P2 7(all) -4236,99 4,922 -267,98 4,067 -268,71 8,515
-4236,99 4,922 -267,98 4,067 -268,71 8,515
Gruppo
P3 7(all) -4115,37 4,919 -275,52 4,066 -271,41 8,51
-4115,37 4,919 -275,52 4,066 -271,41 8,51
Gruppo
P4 7(all) -4278,24 4,921 -266,15 4,067 -273,79 8,516
-4278,24 4,921 -266,15 4,067 -273,79 8,516
ABT Gruppo
1 7(all) -1135,02 8,396 -334,71 4,052 -336,53 8,518
-1135,02 8,396 -334,71 4,052 -336,53 8,518
ABT Gruppo
2 7(all) -1677,97 4,92 -332,32 4,05 -331,72 8,515
-1677,97 4,92 -332,32 4,05 -331,72 8,515
ABT Gruppo
3 7(all) -1613,84 7,225 -336,26 4,051 322,76 5,8
-1613,84 7,225 -336,26 4,051 322,76 5,8
ABT Gruppo
4 7(all) -1184,23 4,919 -333,47 4,054 323,49 5,807
-1184,23 4,919 -333,47 4,054 323,49 5,807
299
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
300
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
LRB_Pile
Direzione Longitudinale
301
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Direzione trasversale
302
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
LRB_Spalle
Direzione Longitudinale
303
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Direzione trasversale
304
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
305
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
306
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Sistema isolato
1500 (dinamica lineare)
Sistema isolato
1000
(dinamica non
lineare)
500
0
P1 P2 P3 P4
lineare)
800 Sistema isolato
(dinamica non
600 lineare)
Taglio resistente
400
200
0
P1 P2 P3 P4
307
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
dall'impalcato. Le travi longitudinali non saranno più collegate alle pile con un vincolo di
continuità, ma verrà realizzata una cerniera rappresentata proprio dal dispositivo.
Inevitabilmente viene modificato lo schema statico della struttura, e questo porta ad una
ridistribuzione delle forze e dei momenti, soprattutto nelle travi longitudinali.
Si riporta l'andamento del momento flettente in una delle due travi longitudinali, prima e dopo
l'isolamento, per quanto riguarda una combinazione agli stati limite ultimi (peso proprio, carichi
permanenti, carichi accidentali dovuti al traffico).
5000 nto
Isolame
0
nto
-5000 740 760 780 800 820 840 860
-10000
-15000 X [m]
5000 nto
Isolame
0 nto
-5000 740 760 780 800 820 840
-10000
-15000
X [m]
Si può notare che il momento flettente in campata della struttura isolata risulta di poco maggiore
rispetto al momento flettente in campata della struttura nello stato attuale: si può dedurre che
l'elemento trave, possedendo già di per sé una rigidezza elevata dovuta alle sue dimensioni e alla
sua geometria, non risente molto del cambiamento dello schema statico apportato dal sistema di
308
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
309
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
CAPITOLO 5
VERIFICA DEI DISPOSITIVI LRBs
1. Introduzione
Lo scopo di tale capitolo è quello di verificare la stabilità dei dispositivi Lead Rubber Bearings
(LRBs) usati per il sistema di isolamento del Cavalcavia della Stazione, inseriti nelle 4 pile e nelle
4 spalle.
Ci si riferisce, per tale verifica, e due distinte norme europee:
EN 1337: Structural Bearings, Part 3: Elastomeric Bearings under the Service Load
Conditions;
prEN 15129: Anti-seismic Devices under the Seismic Conditions.
I dati in input per tali verifiche sono quelli dedotti dai modelli numerici utilizzati per il
dimensionamento dei dispositivi, con le necessarie integrazioni dei dati mancanti.
I LRBs vengono raggruppati in 2 tipologie distinte, i “LRBs Pile” e i “LRBs Spalle”.
Le verifiche di stabilità sono condotte per i carichi più gravosi ottenuti con le combinazioni agli
stati limite di servizio e alle combinazioni sismiche allo stato limite di salvaguardia della vita.
310
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
La verifica di stabilità in condizioni di servizio viene condotta per il dispositivo più sollecitato,
considerando i seguenti dati in input:
In accordo alla norma EN 1337: Structural Bearings , sezione 5.3.3, deve essere verificato che,
in ogni punto, la somma delle deformazioni εt,d dovuta alle azioni di progetto soddisfi la
seguente condizione:
dove
εc,d è la deformazione dovuta alla compressione dei carichi verticali;
εq,d è la deformazione a taglio dovuta agli spostamenti trasversali di progetto;
εα,d è la deformazione dovuta alla rotazione angolare di progetto;
εu,k = 7 è la deformazione caratteristica dell‟elastomero;
311
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
- εc,d = 2,15
- εq,d = 0,03
- εα,d = 1,51
312
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
La verifica di stabilità in condizioni di servizio viene condotta per il dispositivo più sollecitato,
considerando i seguenti dati in input:
In accordo alla norma EN 1337: Structural Bearings , sezione 5.3.3, deve essere verificato che,
in ogni punto, la somma delle deformazioni εt,d dovuta alle azioni di progetto soddisfi la
seguente condizione:
dove
εc,d è la deformazione dovuta alla compressione dei carichi verticali;
εq,d è la deformazione a taglio dovuta agli spostamenti trasversali di progetto;
εα,d è la deformazione dovuta alla rotazione angolare di progetto;
εu,k = 7 è la deformazione caratteristica dell‟elastomero;
γm è il fattore di sicurezza del materiale, per l‟elastomero il valore raccomandato è 1,0.
- εc,d = 2,63
- εq,d = 0,09
- εα,d = 1,04
313
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
314
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
dove E‟c = 3 G (1+2S2) = 1076 MPa è il modulo di Young per i materiali elastomerici.
La massima deformazione a taglio dovuta agli spostamenti sismici imposti dbd è data dalla:
- εc,E = 0,99
- εq,E = 0,51
- εα,d = 1,16
Il carico critico per l‟instabilità per dispositivi con fattore di forma S > 5 è dato dall‟espressione:
315
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
316
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
dove E‟c = 3 G (1+2S2) = 650 MPa è il modulo di Young per i materiali elastomerici.
La massima deformazione a taglio dovuta agli spostamenti sismici imposti dbd è data dalla:
- εc,E = 0,76
- εq,E = 0,51
- εα,d = 0,80
Il carico critico per l‟instabilità per dispositivi con fattore di forma S > 5 è dato dall‟espressione:
317
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
CAPITOLO 6
VALUTAZIONI ECONOMICHE
DELL‟INTERVENTO
Dispositivi LRB
Il costo di tali dispositivi antisismici viene direttamente fornito dalla ditta produttrice, in base alle
caratteristiche possedute dai diversi LRB.
Per ogni dispositivo si considera il prezzo del sistema di ancoraggio e la realizzazione di tale
sistema ad opera di personale specializzato.
318
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Si considera il taglio strutturale di opere in cemento armato eseguito con idonea attrezzatura (sega
circolare diamantata) al fine di ridurre al minimo le sollecitazioni sulla struttura portante. Sono
compresi tutti gli oneri per il posizionamento dell'attrezzatura, i ponteggi e i puntellamenti
necessari, e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a perfetta regola d'arte. La misurazione
avverrà a metro lineare seguendo il perimetro dell'apertura attenuta o del taglio realizzato in caso di
taglio di elementi singoli con un minimo fatturabile di m. 1,00 per posizionamento. Sono esclusi gli
oneri per l'allontanamento del materiale che sarà computato con le voci di demolizione opere in
c.a.
Rimozione materiale
Si considera il prezzo unitario di rimozione di materiale qualsiasi, eseguita a mano, con ogni
cautela. Nel prezzo si intendono compresi e compensati gli oneri per il sollevamento del materiale
di risulta, allontanamento fino alla piazzola di accumulo entro un raggio di 50 m nell'ambito del
cantiere, il carico scarico e trasporto alle pubbliche discariche, l'indennità di discarica e quant'altro
necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte.
319
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Testate di sollevamento 8
Giorni noleggio attrezzature 7
Quantità giunti 2
Lunghezza giunto 9,8 m
Larghezza totale 19,6 m
Si considera il prezzo unitario di un giunto di dilatazione in gomma armata per impalcati da ponte,
con escursione massima di 120 mm. Il prezzo comprende anche la messa in opera e quant'altro
necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte.
Si riporta ora il costo totale dell'intervento isolamento sismico tramite dispositivi LRB per il
cavalcavia:
320
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Totale € 173.633,24
2. Considerazioni
Il computo dell'intervento di introduzione di un sistema di isolamento nel Cavalcavia della Stazione
comprende tutte le materie prime e le lavorazioni necessarie alla messa in opera dei dispositivi
LRBs in sommità delle pile e delle spalle del Cavalcavia.
Le materie prime sono i 4 dispositivi LRBs per le pile e i 4 dispositivi LRBs per le spalle, e
vengono anche conteggiate le spese di ancoraggio e messa in opera di tali dispositivi.
Le lavorazioni necessarie sono prima di tutto un sistema di puntellamento provvisorio (puntelli in
acciaio e legname) per l'impalcato, che vengono posizionati nell'area disponibile nella banchina
intorno ad ogni pila. Si necessita quindi del nolo di un impianto di sollevamento sincrono con
martinetti idraulici per il sollevamento dell'impalcato e, da una parte, la sostituzione dei dispositivi
di appoggio nelle spalle, dall'altra l'introduzione degli isolatori nelle pile. L'introduzione dei LRBs
nelle pile necessita inoltre del taglio strutturale delle stesse pile, dove s va anche a computare la
rimozione del materiale (seppur di scarsa incidenza rispetto agli altri costi).
Si computa infine la sostituzione del giunto, in quanto quelli attuali (sotto pavimentazione) non
sono tecnologicamente adatti ad assorbire gli spostamenti di progetto che si ottengono per la nuova
configurazione di struttura isolata.
Il costo totale dell'intervento è di 173 633,24 €, al netto degli oneri ferroviari, in quanto molto
probabilmente dovrà essere temporaneamente chiuso il traffico ferroviario in modo alterno tra un
binario e l'altro durante le lavorazioni.
321
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
CAPITOLO 7
CONCLUSIONI
In questo capitolo è stata proposta una soluzione differente dalle precedenti in termini di modifica
di resistenza delle sezioni per fronteggiare il problema di rottura fragile a taglio: si è infatti
dimensionato un sistema di isolamento sismico per il Cavalcavia che ha come obiettivo la riduzione
degli sforzi sollecitanti la struttura, riducendone quindi la vulnerabilità nei confronti delle azioni
sismiche.
Tale sistema di isolamento viene realizzato tramite l'inserimento di quattro dispositivi Lead Rubber
Bearings in sommità delle pile e quattro dispositivi Lead Rubber Bearings in sommità delle spalle, i
primi inseriti dopo aver tagliato la parte della pila necessaria per l'inserimento degli isolatori, gli
altri sostituendo i dispositivi di appoggio originari con quelli elastomerici in gomma-piombo.
Per dimensionare tali dispositivi si è innanzitutto proceduto iterativamente a valutare lo
spostamento registrato ai nodi del dispositivo con un'analisi dinamica lineare utilizzando uno
spettro di progetto di componente orizzontale ridotto per T > T s della quantità η (smorzamento
equivalente). Si è impostato un valore di input di spostamento, e lo si è confrontato con il valore di
output ottenuto attraverso l'analisi. L'iterazione si è fermata per un valore di errore dello 0 - 2%.
Dimensionato in questo modo il dispositivo è stata svolta un'analisi non lineare in "time-history"
utilizzando 7 gruppi di accelerogrammi artificiali spettro-compatibili. Grazie a tale analisi si sono
potuti valutare i valori degli spostamenti e delle sollecitazioni agenti sulla struttura per ogni step
temporale. I valori massimi sono stati confrontati con quelli dell'analisi dinamica lineare,
constatando che quest'ultima ha sovrastimato i valori di spostamento e forze registrati sui LRBs.
Si è poi valutato il ricentraggio dell'impalcato al termine della sollecitazione sismica, ottenendo
uno spostamento residuo di circa 1 cm.
Si è inoltre valutata la dissipazione di energia realizzata dal nucleo in piombo tramite i cicli di
isteresi registrati nei dispositivi LRBs delle pile e delle spalle, la quale fornisce lo smorzamento
necessario alla struttura per affrontare le azioni dovute al terremoto senza che si verifichino
condizioni di rottura agli stati limite di salvaguardia della vita.
Infine si sono valutate le variazioni delle sollecitazioni flettenti sulle travi longitudinali
dell'impalcato dovute al cambiamento dello schema statico della struttura in seguito
all'introduzione del sistema di isolamento.
322
DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UN SISTEMA DI ISOLAMENTO SISMICO
Sono state poi condotte le verifiche dei dispositivi in condizioni di servizio e in condizioni
sismiche, secondo prescrizioni delle norme Europee vigenti.
E' stato computato il costo dell'intervento, comprensivo della fornitura da parte della ditta
produttrice dei dispostivi LRBs, della messa in opera e ancoraggio degli stessi, e delle lavorazioni
di sostegno provvisorio dell'impalcato, sollevamento con martinetti idraulici e taglio strutturale del
c.a. per l'inserimento dei LRBs in sommità delle pile.
L'intervento risulta efficace in termini di riduzione degli sforzi di taglio alla base delle pile, in
modo da prevenire una rottura di tipo fragile delle stesse in caso di azione sismica di progetto. Il
taglio infatti viene ridotto di un'elevata percentuale rispetto a quello registrato nella struttura
esistente non isolata.
Il costo dell'intervento risulta confrontabile con quello computato per gli interventi di adeguamento
di tipo tradizionale, più costoso dell'incamiciatura in c.a. ma meno costoso dell'applicazione dei
tessuti in fibra di carbonio.
323
<CONCLUSIONI>
CONCLUSIONI
Nella presente tesi si è indagato il problema della vulnerabilità sismica del Cavalcavia della
Stazione di Treviso, e si sono proposte delle soluzioni di adeguamento o isolamento sismico per
risolvere i problemi che la struttura presenta nei confronti delle sollecitazioni indotte dal terremoto.
Nella prima parte si è definita l'azione sismica di progetto, secondo le prescrizioni della Normativa
Italiana NTC 2008 e Circolare Esplicativa del 02 febbraio 2009 n° 617/C.S.LL.PP. Si sono poi
delineati i metodi di analisi sismiche da condurre per la valutazione della capacità dell'opera in
confronto alla domanda. Le analisi condotte sono state di tipo statica non lineare e dinamica
lineare, da applicare ad una struttura esistente, verificandone gli elementi costruttivi allo stato
limite di salvaguardia della vita. E' stata riportata una descrizione accurata della struttura:
impalcato, pile, spalle, e si ipotizzati tre modelli differenti di interazione terreno-fondazione: la
prima modellando la fondazione come un incastro alla base delle pile; la seconda modellando il
plinto con elementi Plate e i pali di fondazione con elementi Beam di lunghezza 15 m,
rappresentando con delle molle elastiche a rigidezza variabile con la profondità l'interazione
terreno-struttura; la terza modellando il plinto con elementi Plate e i pali di fondazione con
elementi Beam di lunghezza ~ 3 Φ, e incastrandoli alla base.
Si sono poi specificati i materiali (acciaio e calcestruzzo) del Cavalcavia gettato in opera e si è
svolta, sempre in fase di modellazione, l'analisi dei carichi, propri, permanenti, accidentali dovuti al
traffico. La modellazione è stata condotta attraverso il programma di calcolo FEM MIDAS/Civil.
Dai risultati dell'analisi statica non lineare si sono valutati tre modelli differenti di fondazioni, e si è
scelto quello più adeguato per la valutazione della capacità della struttura confrontando i risultati in
termini di curve di capacità (forza-spostamento).
Si è quindi eseguita la procedura di valutazione del punto di funzionamento considerando gli spettri
di risposta con diversi valori di vita nominale, 50, 100, 150 anni. Si è quindi riscontrato che la
curva di capacità convertita nel dominio spettrale incontra la curva di domanda, sempre convertita
nel dominio spettrale, nel ramo elastico prima dello snervamento.
Si è potuto quindi affermare che la struttura, sottoposta ad azione sismica rappresentata dallo
spettro di progetto agli SLU, rimane in campo elastico.
Dall'analisi dinamica non lineare con spettro di risposta allo SLV si è proceduto con la valutazione
delle sollecitazioni sismiche e le relative verifiche di sicurezza.
327
CONCLUSIONI
Secondo le prescrizioni dell' NTC 2008 sulle verifiche di degli elementi di calcestruzzo si è
riscontrato che gli elementi costruttivi che presentano alta vulnerabilità sismica siano le 4 pile. Le
verifiche di sicurezza hanno portao ai seguenti esiti: le verifiche della capacità deformativa sono
soddisfatte per tutti gli elementi: essi quindi non presentano comportamenti a rottura di tipo duttile;
le verifiche di resistenza non sono mai soddisfatte per quanto riguarda gli sforzi di taglio alla base,
per nessuno dei 4 elementi presi ad esame: le rotture delle pile saranno quindi di tipo fragile a
taglio.
Si può quindi affermare che il ponte in c.a. in esame, come la maggior parte delle opere viarie del
nostro Paese, è stato progettato quando ancora non si tenevano in debita considerazione i problemi
delle azioni sismiche orizzontali di tipo dinamico agenti alla base della stessa struttura.
Certi tipi di intervento risultano quindi necessari a fronte delle maggiori conoscenze acquisite negli
anni sull'effettiva sismicità e sulla reale risposta delle opere all'evento tellurico.
La soluzione a questo problema riguarda due tipi di interventi differenti: si può intervenire
rinforzando le pile tecniche tradizionali, quali incamiciatura in c.a. delle pile, con tecniche
innovative (ad es: cerchiatura con FRP) altrimenti si interviene nella riduzione dello sforzo
sollecitante applicando tra le pile e l'impalcato degli elementi di isolamento e dissipazione
(isolamento sismico).
Nella seconda parte si sono indagati due possibili interventi di adeguamento sismico: il primo di
tipo tradizionale con incamiciatura in c.a. delle pile, per aumentare la resistenza e la duttilità delle
sezioni; il secondo con cerchiatura delle pile con materiali innovativi: sono infatti stati studiati gli
effetti dei tessuti in fibra di carbonio (FRP) applicati lungo tutto il fusto delle pile.
Si sono analizzate in modo comparativo le due diverse tecniche di rinforzo. Si è indagato
sull'efficacia delle due soluzioni progettuali nella soluzione al problema del Cavalcavia
La prima soluzione, pur prevedendo una sezione in calcestruzzo e un‟armatura trasversale tale da
poter verificare la sicurezza della struttura nei confronti delle azioni sismiche, presenta un aumento
di rigidezza a livello globale, che si può constatare con una riduzione del periodo proprio della
struttura. Questo comporta un aumento delle sollecitazioni alla base delle pile stesse, che non è
favorevole alla soluzione del problema. Dal punto di vista applicativo ci si trova inoltre a dover
perforare la sezione per tutta l‟altezza, non potendo valutare lo stato dei materiali in esercizio e
quindi la buona riuscita di tali perforazioni. Questo intervento è inoltre il risultato di una situazione
non definitiva, che dipende dalla realizzazione delle camicie, dalla capacità delle stesse di aderire
alla sezione esistente, ed è soggetto a fenomeni di degrado, di tipo ambientale per esempio. Ci si
328
CONCLUSIONI
trova di fronte ad una tecnologia invasiva, che necessita anche una particolare attenzione alle
fondazioni ed ad un loro possibile intervento di rinforzo. L'intervento infine potrebbe dimostrarsi
del tutto inadeguato in quanto le pile si trovano in posizione ravvicinata rispetto ai binari nella
ferrovia, si andrebbe quindi ad intaccare la struttura stessa dalle rotaie e il sottofondo.
La seconda soluzione, rispetto alle tecniche tradizionali di rinforzo, offre i seguenti vantaggi: i
tempi necessari per l'applicazione del rinforzo sono ridotti e la scelta dell'FRP garantisce, inoltre,
una buona durabilità dell'intervento di rinforzo essendo caratterizzato da una buona risposta agli
agenti atmosferici.
L'intervento di rinforzo ha portato al soddisfacimento delle verifiche di sicurezza imposte dalla
normativa. Questo tipo di intervento risulta anche meno invasivo rispetto all'incamiciatura in c.a.
L'efficacia di tale intervento rimane comunque dipendente dalla buona riuscita dell'applicazione dei
tessuti, della buona aderenza degli stessi, dalla riparazione di eventuali stati fessurativi della pila
esistente, ecc.
Si è indagato inoltre sui costi di tali interventi per poter esprimere un confronto anche dal punto di
vista monetario.
L'intervento di rinforzo di tipo tradizionale con incamiciatura in c.a. si dimostra il più economico in
termini di prezzi delle singole lavorazioni e delle materie prime, tuttavia non vengono tenuti in
considerazione gli oneri ferroviari che dovranno essere aggiunti al costo totali dell'intervento in
quanto il trasporto ferroviario sarà necessariamente compromesso durante i lavori. Non si sono
inoltre conteggiati i costi aggiuntivi eventuali dovuti ad un rinforzo del plinto di fondazione (con
intervento di scavo in profondità alla base delle pile).
Il rinforzo delle pile con materiali di tipo innovativo si presenta molto più costoso, e sono anche in
questo caso stati considerati al netto di eventuali oneri ferroviari, che tuttavia con questo tipo di
lavorazione saranno più limitati data la rapidità di applicazione del materiale.
Nella terza parte della tesi si è proposto un intervento di isolamento sismico attraverso
l'introduzione di un sistema di isolamento costituito da dispositivi elastomerici in gomma-piombo
di tipo Lead Rubber Bearings, in sommità delle pile e in sommità delle spalle.
La soluzione proposta risulta differente dalle precedenti in termini di modifica di resistenza delle
sezioni per fronteggiare il problema di rottura fragile a taglio: si è infatti dimensionato un sistema
di isolamento sismico che ha come obiettivo la riduzione degli sforzi sollecitanti la struttura,
riducendone quindi la vulnerabilità nei confronti delle azioni sismiche.
329
CONCLUSIONI
330
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Libri:
Franchin, P.; Lupoi, A.; Pinto, P.E.; Valutazione e Consolidamento Sismico dei Ponti Esistenti,
IUSS PRESS, Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia, 2009
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Sons, 1993
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Poulos, H. G.; Davis, E. H.; Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali, Dario Flaccovio
Editore, 1980
Majorana, C.; Modena, C.; Franchetti, P.; Grendene, M.; Secchi, S.; Fondamenti di dinamica e di
ingegneria sismica, Mc Graw - Hill, 2007
Vitaliani, R.; Scotta, R.; Saetta, A.; Il calcolo agli stati limite delle strutture di calcestruzzo
armato; Edizioni libreria Progetto Padova, 2002
Parducci, A.; Progetto delle costruzioni in zona sismica, Liguori Editore, 2007
Normativa:
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resistance - Part 1: General Rules, seismic actions and rules for buildings
Articoli:
Albanesi, T.; Nuti, C.; Analisi statica non lineare (Pushover), Dispensa Università degli Studi
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Sezen, H; Alemdar, F; Evaluations of Fema 356 Models for Reinforced Concrete Columns and
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Bosco, M.; Ghersi, A.; Marino, .M.; Una più semplice procedura per la valutazione della risposta
sismica delle strutture attraverso analisi statica non-lineare, Materiali ed Approcci Innovativi per
il Progetto in Zona Sismica e la Mitigazione della Vulnerabilità delle Strutture Università degli
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Università di Napoli Federico II, Via Claudio, 21 – 80125 Napoli, Italy, Divisione Ingegneria dei materiali e
delle strutture, Consorzio CETMA, Cittadella della ricerca,SS 7 Km 706+300, 72100 Brindisi, Italy
Vasant, A.; Matsagar; R. S. Jangid; Base Isolation for Seismic Retrofitting of Structures
Tutorial:
Midas I.T.Co. Inelastic Time History Analysis, Analysis Manual Cod CSP00109
MIDAS/Gen v7.0.2 Analisi Modale con Spettro di Rsposta e Time History - Teoria Cod
CSP00135
333
Midas I.T.Co. Pushover Analysis as Eurocode 8:2004 Cod CSP00138, 2010
Midas I.T.Co. Nonlinear Dynamic Analysis_Midas Techinical Conference Cod CSP00165, 2006
Ingg. Camata, Sarni, Spacone. Seismic Risk Assessment of an Existing Reinforced Concrete Bridge
Cod CSP00168, 2007
Altro:
Allegato A) D.G.R./C.R. n. del L.R. 7 novembre 2003, n. 27 “Disposizioni generali in materia di
lavori pubblici di interesse regionale e per le costruzioni in zone classificate sismiche” art. 12
comma 2. PREZZARIO REGIONALE DEI LAVORI PUBBLICI
MAURER Seismic Isolation Systems with Lead Rubber Bearings (MLRB) Product and Technical
Information 08.05.2008/SPS
Siti internet:
http://www.operepubbliche.marche.it/prezziari.htm
http://www.regione.veneto.it/Ambiente+e+Territorio/Lavori+Pubblici/Attivit%C3%A0+di+gestion
e.htm
http://www.sistral.it/
http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/23450
http://www.midasuser.com/
334
Appendice:
TAVOLE DI PROGETTO
Ringraziamenti
Ringraziare tutti per l'obiettivo raggiunto oggi in una sola pagina è un'impresa ardua, ma cercherò
di essere concisa.
I primi ai quali devo questo risultato sono i miei genitori, papà Flavio e mamma Camilla, che
hanno sempre creduto ciecamente nella mia buona volontà, dandomi la possibilità di vivere questa
esperienza meravigliosa dell'Università nella sua interezza, e che sono sicura continueranno a
starmi vicino anche in tutti i miei futuri passi nella vita professionale.
Ringrazio le mie due sorelle, che nonostante l'estraneità alle mie passioni sono presenti in questo
giorno importante, e alle quali voglio tanto bene.
Un ringraziamento particolare alla nonna Rosa, la quale in questi 5 anni non ha mai scordato di
telefonarmi la sera prima di ogni esame, per incoraggiarmi, e per dirmi che sarebbe andato tutto
bene.
Ringrazio i miei amici dell'Università, Toni, Fede, Jacopo, con i quali ho potuto vivere in serenità
anche i momenti di studio più impegnativi, e spero di poterli rivedere spesso anche in futuro.
Ringrazio le mie coinquiline, Sara, Lucia, Chiara, Anna, con le quali ho sempre vissuto questi
cinque anni, con le quali ho instaurato un rapporto speciale, alle quali auguro di realizzarsi come
meritano.
Ringrazio gli amici della Simo, per le risate e i consigli che non hanno mai esitato a darmi.
Ringrazio in particolar modo l'Ing. Andrea De Zotti, l'Ing. Ruggero Cervellini e la C&T
Engineering, per la redazione di questa tesi, sia per quanto riguarda il tema stesso della relazione,
sia per l'aiuto datomi in questi ultimi mesi, sia per tutto quello che ho potuto apprendere e di cui
farò tesoro nel mio futuro professionale.
Ringrazio lo staff Andros, che mi ha sempre capita mentre parlavo di conglomerati e di ponti, e che
mi ha sempre suggerito il giusto modo di affrontare le situazioni con allegria e un sorriso.
Ringrazio tutti i miei amici, Nez, Ciri, Fiore, e tutti gli altri, che ho sempre sentito presenti
nonostante gli impegni quotidiani e la lontananza.
Ringrazio infine Roberto, che cerca in ogni situazione di farmi felice, e che mi è stato accanto in
questo momento impegnativo con il giusto riguardo e tanto affetto, e spero continuerà a fare in
futuro.