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INDICE
pag.
1. EDIFICI IN C.A.................................................................................................................................................. 3
2. MATERIALI ....................................................................................................................................................... 3
2.1 Calcestruzzo ...................................................................................................................................................... 3
2.1.1 Comportamento del calcestruzzo confinato con staffe ............................................................................... 3
2.1.2 Calcestruzzo confinato secondo EC2 ......................................................................................................... 3
2.2 Acciaio da Armatura.......................................................................................................................................... 3
2.2.1 Comportamento Meccanico........................................................................................................................ 3
2.2.2 Caratteristiche adottate da EC 2 ................................................................................................................. 3
3. TIPOLOGIE STRUTTURALI E FATTORI DI STRUTTURA .................................................................... 3
3.1 Fattori di Struttura ............................................................................................................................................. 3
4. DIMENSIONAMENTO E VERIFICA EGLI ELEMENTI STRUTTURALI.............................................. 3
4.1 Telai - Definizioni (punto 5.1.2 – EC8) e Comportamento ............................................................................... 3
4.2 Comportamento di Elementi di Strutture a Telaio............................................................................................. 3
4.3 EC8 – TRAVI.................................................................................................................................................... 3
4.3.1 Limiti dimensionali..................................................................................................................................... 3
4.3.2 Sollecitazioni nelle Travi............................................................................................................................ 3
4.3.3 Verifiche agli SLU di Travi........................................................................................................................ 3
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BIBLIOGRAFIA
T. Paulay, M.J.N. Priestley, “Seismic Design of Reinforced Concrete and Masonry Buildings,” John Wiley, 1992.
G.G. Penelis, A.J. Kappos, “Earthquake Resistant Concrete Structures,” E&FN Spon, 1998.
R.E. Englekirk, “Seismic Design of Reinforced and Precast Concrete Buildings,” John Wiley, 2003.
D.J.Dowrick, “Earthquake Resistant Design for Engineers and Architects,” J. Wiley, 1987
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1. EDIFICI IN C.A.
L'impostazione delle presenti nome, con le regole di progetto che da essa discendono, prevede che gli edifici in cemento
amato posseggano in ogni caso una adeguata capacita di dissipare energia in campo inelastico per azioni cicliche ripetute,
senza che ciò comporti riduzioni significative della resistenza nei confronti delle azioni sia verticali che orizzontali.
Ai fini di un buon comportamento dissipativo d’insieme, le deformazioni inelastiche devono essere distribuite nel maggior
numero possibile di elementi duttili, in particolare nelle travi, evitando al contempo che esse si manifestino negli elementi
meno duttili (ad es. i pilastri) e nei meccanismi resistenti fragili (ad es. resistenza a taglio, resistenza dei nodi trave-
pilastro). Il procedimento adottato nelle presenti norme per conseguire questo risultato si indica con il nome di "criterio
della gerarchia delle resistenze" (GR).
Le presenti norme sono calibrate per due livelli di Capacità Dissipativa, o Classi di Duttilità (CD): alta (CD"A") e bassa
(CD"B"). il livello CD"A" prevede che sotto l'azione sismica di progetto la struttura si trasformi in un meccanismo
dissipativo ad elevata capacità, mentre al livello CDB" si richiede essenzialmente che tutti gli elementi a funzionamento
flessionale: travi, pilastri e pareti, posseggano una soglia minima di duttilità.
In funzione del livello di duttilità che si intende conseguire variano sia le modalità di applicazione del criterio della
gerarchia delle resistenze (nel livello "B" esso è di fatto presente solo in modo implicito) sia l'entità dell'azione sismica di
progetto, regolata dal valore del fattore di Struttura q.
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2. MATERIALI
2.1 Calcestruzzo
• Non ammesso calcestruzzo di classe inferiore a C20/25;
• La resistenza e la duttilità del calcestruzzo aumentano notevolmente in presenza di stati di compressione tri-assiale
(Fig. 11.1).
Fig. 11.1 – Legame σ-ε al variare della pressione di confinamento in prove tri-assiali.
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• Per bassi valori di compressione nel calcestruzzo confinato, le staffe risultano solo marginalmente soggette a
trazione (dilatazione trasversale del calcestruzzo trascurabile), e quindi non forniscono alcun contributo
apprezzabile, ed il comportamento del calcestruzzo è simile a quello del materiale non confinato;
• Perché il confinamento sia efficace le staffe devono essere ravvicinate (vd. Meccanismi di confinamento in Figg.
11.4, 11.5). Staffe vicine limitano inoltre la tendenza all’instabilità delle armature compresse, migliorando
sensibilmente le caratteristiche di duttilità della sezione, soprattutto in presenza di azioni cicliche;
Fig. 11.4 – Effetto del confinamento in presenza di azione Fig. 11.5 – Calcestruzzo confinato e non confinato nelle
assiale. sezioni armate con staffe.
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• Il calcestruzzo all’esterno delle staffe (copriferro) è caratterizzato da comportamento non-confinato, e non può
essere considerato come resistente qualora si raggiungano valori di deformazione che superino la deformazione
limite per il calcestruzzo non-confinato (tipicamente in zona sismica, quando si fa riferimento al comportamento
duttile degli elementi in c.a. inflessi o presso-inflessi);
• Dato il considerevole aumento della duttilità del calcestruzzo confinato, si osserva un notevole incremento della
duttilità delle sezioni inflesse e (soprattutto) presso-inflesse;
• Sono disponibili in letteratura legami costitutivi da utilizzare per l’analisi non-lineare o per le verifiche di duttilità
delle sezioni in c.a. confinate (es. Fig. 11.6). Dal punto di vista della resistenza sezionale, la presenza di
confinamento ha un effetto solamente marginale (se sfrutto il confinamento non posso considerare il copriferro,
quindi il braccio della coppia interna non cambia apprezzabilmente, malgrado migliori la resistenza a compressione
del materiale).
Fig. 11.6 – Esempio di legame costitutivo per calcestruzzi confinati (Park et al.).
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Fig. 11.9 – Andamento qualitativo del legame σs-εs in funzione del tipo di acciaio.
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• Comportamento di acciaio saldabile tipo Tempcore (Fig. 11.10, . [ECSC Steel RTD Programme]):
Materiale “bi-fase” con corteccia martensitica e cuore ferritico-perlitico;
Resistenza a snervamento (Re) tipicamente fsy > 500 MPa;
Deformazione ultima (Agt) circa uguale a 8%
Resistenza ultima (Rm) circa pari a 1.15 fsy.
Fig. 11.10a - Sezione trasversale dell’armatura con Fig. 11.10b –Confronto tra il legame s-e di barra integra e
corteccia martensitica e cuore ferritico-perlitico comportamento di cuore o corteccia.
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• Differenza di comportamento tra acciai Tempcore, Reti da acciaio laminato, e Reti da acciaio trafilato a freddo.
700
600
500
σ [MPa]
400
300
200
Hot Rolled d12 Wire Mesh
100 Cold Drawn d12 Wire Mesh
Tempcore d16 Rebar
0
0 2 4 6 8 10 12
ε [%]
700 700
600 600
500 500
σ [MPa]
σ [MPa]
400 400
300 300
200 16rif1 200 16rif3
16tt4 16e4
100 100
0 0
0 0,04 0,08 0,12 0,16 0 0,04 0,08 0,12 0,16
ε ε
800 700
700 600
600 500
σ [MPa]
σ [MPa]
500
400
400
300
300
24rif1 200 24rif2
200
24tt2 24e5
100 100
0 0
0 0,04 0,08 0,12 0,16 0 0,04 0,08 0,12 0,16
ε ε
Fig. 11.12 – Comportamento di acciaio B500B non saldato Fig. 11.13 – Comportamento di acciaio B500B non saldato
oppure saldato testa a testa: a) φ16; b) φ24. oppure staffa φ8 saldata a croce su barra: a) φ16; b) φ24.
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140
120 16rif1c
100 16tt1c
P [kN]
80
60
40
20
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40
Number of Cycles
300
250
200
P [kN]
150
100 24rif1c
24tt3c
50
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40
Number of Cycles
Fig. 11.14 – Comportamento a fatica oligociclica di Fig. 11.15 – Comportamento a fatica oligociclica per barre
armatura φ16 in acciaio Tempcore in acciaio B500B saldato testa a testa: a) φ16; b) φ24.
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Fig. 11.16 – Interpretazione del meccanismo di Fig. 11.17 – Meccanismo di rottura di armatura soggetta a
comportamento di armatura sogetta a carichi ciclici carichi ciclici
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• Il procedimento di saldatura deve essere in accordo con Tabella 11.3. mentre la saldabilità è definita dalla EN
10080;
Esempio di Specifica di Elettrodo per Saldature Cruciformi di Acciaio Tempcore (Saldatura a Filo)
Elettrodo classe AWS A/SFA 5.1: E 7018-1 H4R (EN4099 E 42/46 4B 42 H5)
Tabella 11.3 – Procedimenti di saldatura consentiti.
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• Il diametro dei mandrini per la piegatura delle barre è definito in Tabella 11.4 (NAD possono fornire valori
differenti);
Tabella 11.4 – Diametri dei mandrini di piegatura
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Fig. 10.2 – Effetti della torsione: (a) edifici instabili, (b) edifici stabili
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Edifici a nucleo.
Qualora non si proceda ad una analisi non lineare per la valutazione di αu/α1, i seguenti valori possono essere adottati:
edifici a telaio di un piano: αu/α1 = 1,1
edifici a telaio a più piani, con una sola campata: αu/α1 = 1,2
edifici a telaio con più piani e più campate: αu/α1 = 1,3
edifici a pareti non accoppiate: αu/α1 = 1,1
edifici a pareti accoppiate o miste telaio-pareti: αu/α1 = 1,2
Quando risultasse q < 1.5, può essere adottato q = 1.5.
Per tipologie strutturali diverse da quelle precedentemente definite, ove si intenda adottare un valore q > 1,5, il valore
adottato dovrà essere adeguatamente giustificato dal progettista.
Strutture aventi i telai resistenti all'azione sismica composti con travi a spessore, anche in una sola delle direzioni
principali, devono essere progettate per la Classe di Duttilità CD"B".
Strutture con grandi pareti debolmente armate, non potendo contare sulla dissipazione in cerniere plastiche,
devono essere progettate per la Classe di Duttilità CD"B".
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ZONA CRITICA Zona di un elemento sismo-resistente primario, dove si manifesta la combinazione più
avversa di azioni (M, N, V, T) e dove si può formare una cerniera plastica;
TRAVE Elemento strutturale soggetto prevalentemente ad azione flessionale ed ad una azione assiale
normalizzata ν = NEd/Acfcd ≤ 0,1 (le travi sono generalmente orizzontali);
PILASTRO Elemento strutturale che supporta azioni gravitazionali per compressione assiale o è soggetto
ad una azione assiale normalizzata ν = NEd/Acfcd > 0,1 (i pilastri sono generalmente verticali);
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50 80
70
40
Specimen: P1 60 Specimen: P4
Section: 200x300 Section: 200x300
30 Reinforcement: 4#16 50 Reinforcement: 4#16
Stirrups: 1#8@75mm Stirrups: 1#8@75mm
Re = 536 MPa
40
Re = 536 MPa
20 Rm = 632 MPa 30 Rm = 632 MPa
Agt = 12% Agt = 12%
No Axial Load 20 N = 200 kN
10
10
Load (kN)
Load (kN)
0 0
-10
-10
-20
-20 -30
-40
-30 -50
-60
-40
-70
-50 -80
-150 -100 -50 0 50 100 150 -150 -100 -50 0 50 100 150
Displacement (mm) Displacement (mm)
Comportamento ciclico di nodo trave colonna. Comportamento ciclico di sezione di estremità di pilastro
Quadro fessurativo a 3δy Distacco copriferro a 6δy Fessure dopo 2 cicli a 6δy Fessure dopo 3 cicli a 6δy
Dettaglio dell’armatura
Formazione di una cricca nell’armatura longitudinale Apertura della staffa alla base longitudinale rotta
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Danneggiamento di pilastri
soggetti ad elevata
compressione e flessione
ciclica: (a) diagramma del
momento; (b) diagramma
del taglio; (c) sketch del
danno; (d) azione assiale.
Danneggiamento di pilastri
soggetti ad elevata
compressione e taglio
ciclico: (a) diagramma del
momento; (b) diagramma
del taglio; (c) azione
assiale; (d) sketch del
danno.
Espulsione esplosiva dl
copriferro in pilastro corto:
(a) diagramma del
momento; (b) diagramma
del taglio; (c) azione
assiale; (d) sketch del
danno.
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⎧ ΣM Rc ⎫
M id = γ Rd M Rb,i ⋅ min ⎨1, ⎬,
⎩ ΣM Rb ⎭
γRd = 1.0 per DCM e γRd = 1.20 per DCH
MRb e MRc sono i momenti resistenti all’estremità di
trave e pilastro, rispettivamente, questi ultimi calcolati
in corrispondenza della azione assiale di progetto per
la direzione del sisma considerata.
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• Qualora una trave sia supportata da un’altra trave (non da un pilastro), Mid è il momento sollecitante della trave;
• Nel caso travi supportino elementi verticali (travi saltapilastro);
a. Pareti strutturali non possono essere supportata da travi o piastre;
b. Se una trave sismo-resistente primaria supporta un pilastro, non deve esserci alcuna eccentricità tra gli assi
del pilastro e della trave, e la trave deve essere supportata direttamente da due pilastri o pareti.
Trave primaria collegata a Trave primaria collegata a Trave primaria collegata a Trave primaria collegata a
pilastro esterno in presenza di pilastro esterno in assenza di pilastro interno in presenza di pilastro interno in assenza di
trave trasversale di h simile. trave trasversale. trave trasversale di h simile. trave trasversale.
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• La resistenza a Taglio viene calcolata secondo EC2, assumendo in zona critica una inclinazione θ = 45° per il
puntone compresso nel traliccio ad inclinazione variabile;
• In caso vi sia rischio di inversione del taglio alle estremità delle travi può essere necessario disporre armatura a
taglio bi-diagonale, secondo che il rapporto ζ = VEd,min/VEd,max tra il taglio sollecitante minimo e massimo, derivato
mediante applicazione del Capacity Design, assuma i seguenti valori:
ζ ≥ -0,5 – Verifica a taglio secondo EC2;
ζ < -0,5 – una quasi completa inversione del taglio è attesa, nel qual caso si distinguono due situazioni:
|VEd|max ≤ (2+ ζ)·fctd·bw·d, dove fctd è la resistenza a trazione secondo EC2, vale quanto sopra;
|VEd|max > (2+ ζ)·fctd·bw·d deve essere disposta armatura bi-diagonale (normalmente inclinata a 45°).
Metà del taglio deve essere resistito da staffe e metà da armatura bi-diagonale.
La verifica dell’armatura bi-diagonale viene effettuata imponendo:
0,5VEd,max ≤ 2As·fyd·cosα, dove As è l’armatura inclinata che attraversa il piano di scorrimento potenziale
(la sezione di estremità della trave) ed α è l’inclinazione di tale armatura (α =
45°oppure α ≈ (d-d’)/lb)
• Nella zona critica di una trave, le staffe (staffe chiuse con ganci a 135°) devono soddisfare i seguenti requisiti:
- dbw ≥ 6mm diametro minimo delle staffe;
- s ≤ min{hw/4; 24dbw; 225mm; 8dbL} passo massimo delle staffe (dbL = diametro armature longitudinali);
- prima staffa entro 50mm dalla sezione terminale della trave.
L
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Armature longitudinali
• In ogni sezione della trave, salvo giustificazioni che dimostrino che le modalità di collasso della sezione sono
coerenti con la classe di duttilità adottata, il rapporto d’armatura tesa deve essere compresi tra i seguenti limiti:
1.4 3.5 1.4 7
< ρ < ρ comp + - per fyk = 430MPa si ottiene = 0,33% < ρ < = 1,63%
f yk f yk 430 430
ρ è il rapporto geometrico di armatura tesa = As/(bh) oppure Ai/(bh)
As e Ai rappresentano l'area dell'armatura longitudinale tesa, rispettivamente superiore e inferiore;
ρcomp è il rapporto geometrico relativo all’armatura compressa
fyk è la tensione caratteristica di snervamento dell'acciaio (in N/mm2).
L'armatura superiore per il momento negativo alle estremità delle travi deve essere contenuta per almeno il 75% entro la
larghezza dell'anima e comunque, per le sezioni a T, entro la larghezza efficace illustrata in figura.
• Almeno 2 barre φ12 sia sopra che sotto devono essere presenti per tutta la lunghezza della trave;
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• Armatura compressa è almeno metà di quella tesa (A’s > 0,5As), per un tratto l=2d alle estremità della trave;
• L’armatura superiore per tutta la lunghezza della trave deve essere almeno pari ad ¼ dell’area di armatura superiore
alle estremità della trave.
Armature trasversali
• Dimensione della zona critica in prossimità dei pilastri:
lcr = hw per sezioni in prossimità di pilastri (CD”B”);
lcr = 2hw per sezioni in prossimità di pilastri (CD”A”);
• Nella zona critica di una trave, le staffe (staffe chiuse con ganci a 135°) devono soddisfare i seguenti requisiti:
- dbw ≥ 6mm diametro minimo delle staffe;
- s ≤ min{hw/4; 150mm; 6dbL(CD”A”)} passo massimo delle staffe (dbL = diametro armature longitudinali);
- prima staffa entro 50mm dalla sezione terminale della trave.
• Per staffa di contenimento si intende una staffa rettangolare, circolare o a spirale, di diametro minimo 6 mm, con
ganci a 135° prolungati per almeno 10 diametri alle due estremità. I ganci devono essere assicurati alle barre
longitudinali.
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• Momenti flettenti ed azioni assiali sono determinati dall’analisi, mentre il taglio è calcolato applicando il Capacity
Design, scrivendo l’equilibrio limite della trave utilizzando i momenti di estremità Mid illustrati in figura.
⎧ ΣM Rb ⎫
M id = γ Rd M Rc,i ⋅ min ⎨1, ⎬,
⎩ Σ M Rc ⎭
• Il momento ed il taglio resistenti sono calcolati secondo EC2, utilizzando il valore dell’azione assiale da analisi;
• La verifica a presso-flessione deviata, può essere effettuata eseguendo la verifica secondo una direzione principale
alla volta, utilizzando un momento resistente ridotto pari a 0.7MRd (equivalente ad assumere un dominio di
interazione Mx-My lineare a N costante);
• In colonne sismo-resistenti primarie, νd = Nsd/(Acfcd) ≤ 0,65.
4.5.3.2 Prescrizioni Aggiuntive per Classe di Duttilità H
• Ai fini di soddisfare i criteri di duttilità locale, la duttilità in termini di curvatura dovrà essere:
μφ ≥ 2qo -1 se T1 ≥ Tc
μφ ≥ 1 + 2(qo -1) se T1 < Tc
• Per ottenere i valori di μφ specificati, εcu,2 > 0,35%. Si deve quindi predisporre adeguata armatura di confinamento
per compensare la perdita del copriferro, ed utilizzare i legami costitutivi per il calcestruzzo confinato;
• La verifica di duttilità è implicitamente soddisfatta se:
bc Sezioni Rettangolari
αω wd = 30 μφν d ⋅ ε sy , d ⋅ − 0,035
bo bi2
αn = 1− ∑
Dove: n 6bo ho
• ωwd ≥ 0,08 nella zona critica alla base di una colonna primaria;
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• Staffe e legature dbw ≥ 6mm con ganci a 135° devono essere previste nelle zone critiche con il seguente passo:
s ≤ min {bo/2; 175mm; 8dbL};
• La distanza tra armature longitudinali legate da staffe o legature deve essere inferiore a 200mm;
• L’armatura trasversale nella zona critica può essere calcolata secondo EC2 solo se νd ≤ 0,2 e q ≤ 2,0.
• Lunghezza Critica alle estremità dei pilastri lcr: lcr = max{1,5hc;lcl/6; 600mm}, dove hc è la dimensione massima del
pilastro e lcl è la luce netta;
• Nei due piani inferiori di un telaio multipiano, la zona critica deve essere incrementata del 50%;
• ωwd ≥ 0,12 nella zona critica alla base di una colonna primaria, e ωwd ≥ 0,08 nelle rimanenti zone critiche;
• Staffe e legature con ganci a 135° e d bw ≥ 0,4 ⋅ d bL, max ⋅ f ydL / f ydw devono essere previste in lcr con passo:
s ≤ min {bo/3; 125mm; 6dbL};
• La distanza tra armature longitudinali legate da staffe o legature deve essere inferiore a 150mm;
• La quantità di armatura longitudinale alla base del pilastro, in prossimità della fondazione, non può essere inferiore a
quella posta all’intradosso del primo impalcato.
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α = γ Rd
∑ M Rt
∑M p
nella quale γRd = 1,20, ∑MRt è la somma dei momenti resistenti delle travi convergenti in un nodo, aventi verso
concorde, e ∑Mp è la somma dei momenti nei pilastri al di sopra ed al di sotto del medesimo nodo, ottenuti
dall'analisi. Se i momenti nei pilastri sono di verso discorde, il solo valore maggiore va posto al denominatore della
formula, mentre il minore va sommato ai momenti resistenti delle travi. Il fattore α deve essere calcolato per
entrambi i versi della azione sismica.
ΣM Rt
α = γ RD Mp2,analisi
ΣM p
MRD,t2
MRD,t1
Mp1,analisi
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• Per la sezione di base dei pilastri del piano terreno si applica il maggiore tra il momento risultante dall'analisi ed il
momento utilizzato per la sezione di sommità del pilastro;
• Non si applicano fattori di amplificazione alle sezioni di sommità dei pilastri dell'ultimo piano;
• Al valore del momento di calcolo ottenuto applicando la procedura suddetta deve essere associato il più sfavorevole
valore dello sforzo normale ottenuto dall'analisi, per ciascun verso dell'azione sismica;
• Per le strutture in CD "A", il taglio sollecitante si calcola secondo (Capacity Design) utilizzando i momenti
resistenti nelle sezioni di estremità superiore MRdpS ed inferiore MRdpi secondo l’espressione:
s i
M Rdp + M Rdp
VSd = γ Rd
lp
nella quale γRd = 1,20, lp è la lunghezza del pilastro (luce netta).
4.6.2 Verifiche di resistenza
• La resistenza delle sezioni dei pilastri a pressoflessione ed a taglio, da confrontare con le rispettive azioni esterne
determinate secondo quanto precedentemente indicato, si valuta secondo le espressioni applicabili alle situazioni non
sismiche e con gli stessi valori dei coefficienti parziali di sicurezza dei materiali.
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A B
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Esempio di pilastri sismoresistenti in struttura con solai Armatura di trave in una struttura con pilastri
alveolari prefabbricati
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(c)
(b) (d)
(a)
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Meccanismi di trasferimento
Determinazione delle azioni nei nodi. delle azioni nei nodi.
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Armature
• Le armature longitudinali delle travi, sia superiori che inferiori, devono attraversare, di regola, il nodo senza
giunzioni. Quando ciò non risulti possibile, sono da rispettare le seguenti prescrizioni:
- le barre vanno ancorate oltre la faccia opposta a quella di intersezione, oppure rivoltate verticalmente in
corrispondenza di tale faccia, a contenimento del nodo;
- la lunghezza di ancoraggio (delle armature tese) va calcolata in modo da sviluppare una tensione nelle barre pari a
1,25 fyk, e misurata a partire da una distanza pari a 6 diametri dalla faccia del pilastro verso l'interno.
• Lungo le armature longitudinali del pilastro che attraversano i nodi non confinati devono essere disposte staffe di
contenimento in quantità almeno pari alla maggiore prevista nelle zone del pilastro inferiore e superiore adiacenti al
nodo. Questa regola può non essere osservata nel caso di nodi interamente confinati.
Esempio 1 – Nodo Interno NON interamente confinato (solo i pilastri E-W coprono il 75% del pilastro)
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Esempio 7 – Nodo perimetrale con trave di spina in spessore e travi di bordo ribassate.
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PARETI Elementi strutturali che supportano altri elementi ed hanno una sezione allungata con
rapporto lunghezza su spessore lw/bw > 4 (Ordinanza bw/lw < 0.3)
PARETI DUTTILI pareti incastrate alla base in maniera tale che non ci siano rotazioni relative rispetto al resto
della struttura, progettate ed armate in maniera da dissipare energia per flessione in una zona
plastica (cerniera plastica) posta in prossimità della base, priva di aperture o fori importanti
GRANDI PARETI DEBOLMENTE ARMATE pareti con elevate dimensioni trasversali, aventi cioè lunghezza lw
≥ 4m oppure lw ≥ 2/3hw (altezza della parete), la quale, in presenza di azioni sismiche,
svilupperà una modesta fessurazione ed esibirà un modesto comportamento non-lineare.
Nota: tali pareti tendono a dissipare energia nel terreno per radiazione, esibendo una
rotazione rigida alla base (rocking). A causa delle dimensioni trasversali, non possono essere
progettate per dissipare efficacemente energia tramite una cerniera plastica alla base.
PARETI ACCOPPIATE elementi strutturali composti da due o più pareti single, connesse in maniera regolare da travi
opportunamente duttili (travi di accoppiamento), tali da ridurre di almeno il 25% la somma
dei momenti flettenti alla base delle pareti collegate, ipotizzate come agenti separatamente.
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Tl
M tot
grado di
accoppiamento
Tl
≥ 0.25
M tot
Problematiche nelle pareti accoppiate
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(Bertero, 1980)
-100 δ (mm)
-150
-200
-250
-300
-350
-400
-450
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d: δ = +2.5δy = +300 mm
a: δ = +δy = +120 mm b: δ = +2δy = +240 mm c: δ = -2δy = -240 mm
• Si può adottare una ridistribuzione delle azioni sismiche tra le pareti primarie, pari al più al 30% e tale per cui il
taglio totale alla base non venga ridotto. Il taglio deve essere ridistribuito tra le pareti in analogia al momento
flettente, così da non modificare sensibilmente il rapporto M/V in ciascuna parete, rispetto alla soluzione elastica.
• In pareti soggette ad elevate fluttuazioni di azione assiale, come nelle pareti accoppiate, momento e taglio possono
essere ridistribuiti dagli elementi soggetti a compressione minore (o trazione), a quelli soggetti a compressione
maggiore (N.B. la presenza di compressione aumenta la resistenza flessionale a parità di armatura);
• In pareti accoppiate, le azioni interne possono essere ridistribuite tra le travi di accoppiamento di piani diversi in
ragione pari al più al 20%, purché l’azione assiale alla base di ciascuna parete (somma dei tagli sulle travi di
accoppiamento) non sia modificata;
• Devono essere considerate le incertezze della distribuzione dei momenti flettenti lungo le pareti snelle (hw/lw < 2) ,
principalmente a causa di effetti di modi superiori al primo e di approssimazioni nella modellazione;
• Deve essere considerato il possibile aumento del taglio in seguito allo snervamento a flessione alla base delle pareti
primarie. Ciò può essere soddisfatto prendendo un taglio di progetto pari al taglio ricavato dall’analisi, maggiorato
del 50% (VSd ≥ 1,50Vanalisi);
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• In sistemi accoppiati (Telai + Pareti duttili), l’inviluppo dell’azione di taglio deve essere opportunamente
modificato, al fine di considerare le incertezze legate all’influenza dei modi superiori.
a – diagramma del momento da analisi;
b – inviluppo di progetto
a1 – tension shift. Secondo EC8 tale distanza dovrebbe
essere consistente con l’inclinazione dei puntoni nella
verifica a taglio alla base. Generalmente la distanza a1
viene assunta pari all’altezza critica nella quale si
sviluppano le deformazioni plastiche
• Il taglio di progetto deve essere ricavato mediante Capacity Design dall’espressione seguente: VEd = ε·V’Ed
2 2
⎛γ M ⎞ ⎛ S (T ) ⎞
dove: V’Ed è il taglio ricavato dall’analisi e ε = q ⋅ ⎜⎜ Rd ⋅ Rd ⎟⎟ + 0,1⎜⎜ e c ⎟⎟ ≤ q e γRD = 1.20;
⎝ q M Ed ⎠ ⎝ Se (T1 ) ⎠
• Per pareti tozze (hw/lw < 2) non è necessario modificare il diagramma del momento flettente e del taglio. Il taglio di
progetto si può ricavare amplificando il taglio da analisi come:
⎛M ⎞ ' '
VEd = γ Rd ⋅ ⎜⎜ Rd ⎟⎟ ⋅ VEd ≤ q ⋅ VEd ;
⎝ M Ed ⎠
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• La resistenza a flessione e taglio deve essere calcolata secondo EN 1992-1-1 (EC2), utilizzando il valore dell’azione
assiale derivato dall’analisi;
N sd
• In elementi primari, l’azione assiale normalizzata deve essere inferiore a 0,4 - ν d = ≤ 0,4 ;
Ac ⋅ f cd
• L’armatura verticale d’anima deve essere considerata per la valutazione della resistenza flessionale delle pareti;
• Sezioni composte costituite da elementi rettangolari connessi (pareti a L-, T- U-, I-, o similari) dovrebbero essere
considerate come elementi monolitici, composti da una o più anime (circa) parallele alla direzione di azione del
sisma e da una o più flange (approssimativamente) normali ad esse. Ai fini del calcolo della resistenza flessionale, la
larghezza efficace di una flangia dovrebbe essere presa come il valore minimo tra i seguenti:
N sd
• In elementi primari, l’azione assiale normalizzata deve essere inferiore a 0,35 - ν d = ≤ 0,35 ;
Ac ⋅ f cd
- Per pareti tozze: Vid > VEd/2 alla base della parete e Vid > VEd/4 altrove.
Comportamento delle strutture in c.a. in zona sismica Pagina 94/128
• L’altezza della zona critica al di sopra della base della parete può essere stimata come:
⎧2 ⋅ l w
⎪
hcr = max[lw , hw / 6] ≤ ⎨⎧hs per n ≤ 6 piani
⎪⎨ 2 ⋅ h per n ≥ 7 piani
⎩⎩ s
dove hs è l’altezza netta di interpiano, e dove la
base della parete è definita dalla fondazione,
oppure all’incastro del piano interrato, qualora sia
presente un diaframma rigido con pareti perimetrali
(fondazione scatolare)
• Nelle regioni critiche della parete deve essere garantita una duttilità minima in termini di curvatura μφ definita come:
⎧ ⎛ M Ed ⎞
⎪ 2 ⋅ q0 ⎜
⋅ ⎜ M ⎟⎟ −1 se T1 ≥ Tc
⎪ ⎝ Rd ⎠ max dove MEd e MRd sono i momenti sollecitanti e
μφ = ⎨ resistenti alla base della parete
⎪ ⎛ ⎛ M Ed ⎞ ⎞ Tc
⎜ ⎜ ⎟ − 1⎟
⎪1 + 2 ⋅ ⎜ q0 ⋅ ⎜ M ⎟ se T1 < Tc
⎩ ⎝ ⎝ Rd ⎠ max ⎟⎠ T1
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• In assenza di verifiche specifiche, tale valore di duttilità può essere ottenuto mediante la realizzazione di elementi di
estremità confinati, la cui estensione e quantità di armatura di confinamento è definita nel seguito;
Estensione dell’elemento di estremità Armatura di confinamento
(zona nella quale si prevede sia superata la def. del CLS non b
confinato εcu = 0.35-0.4%) αω wd ≥ 30μ φ (ν d + ωv )ε sy , d c − 0,035
b0
dove:
Vol. Staffe Conf . f yd
εcu2 = 0.35% ωwd = ⋅ % mecc. vol. confin.
Vol. cls. conf . f cd
εcu2,c = μφ duttilità richiesta, definita sopra;
0.0035+0,1αωwd N sd
νd = azione assiale normalizzata;
Ac ⋅ f cd
f yd , v
ωv = ρ v ⋅ % meccanica armatura verticale;
f cd
Larghezza minima el. di estremità: bw ≥ 200mm
εsy,d val. di progetto della def. di snervamento;
lc,min ≥ α = αn· αs fattore di efficacia del confinamento
min{0,15lw; 1,50bw} α n = 1 − ∑ bi2 / 6bo / ho
n
s s
α s = (1 − )(1 − )
2bo 2ho
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• l’armatura trasversale negli elementi di confinamento Calcolo della percentuale meccanica volumetrica
può essere determinata secondo EC2 qualora: di armatura di confinamento
• All’interno degli elementi di estremità si prescrive che le staffe rispettino i requisiti geometrici delle colonne in
classe H e che ωwd ≥ 0.12. Inoltre, negli elementi di estremità almeno una armatura longitudinale sì ed una no
devono essere legate da staffe o legature
• Gli elementi di estremità si devono estendere di un ulteriore piano al di sopra della zona critica;
• Deve essere prevista una armatura d’anima orizzontale e verticale minima ρh,min = ρv,min = 0,002;
• L’armatura di parete deve essere costituita da una maglia di armature con le medesime caratteristiche di aderenza,
collegate da spilli con spaziatura circa pari a 500m;
• L’armatura d’anima deve avere φ ≥ 8mm ma φ ≤ bwo/8. Il passo deve essere sw ≤ min{250mm, 25φ};
• Per compensare gli effetti sfavorevoli della fessurazione nelle riprese di getto (problemi di scorrimento), deve essere
prevista la seguente armatura minima attraverso la ripresa:
ρ min
⎧⎛
⎪ ⎜
≥ ⎨⎜⎝
1. 3 ⋅ f ctd −
N Ed ⎞
Aw ⎟⎠
( (
⎟ / f yd ⋅ 1 + 1.5 f cd / f yd )) dove Aw è l’area trasversale della parete
⎪0,0025
⎩
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Effetto di tamponature parziali - creazione di colonne tozze con conseguente rottura a taglio
• In caso ci siano forti irregolarità in elevazione devono essere aumentate le azioni sul piano ove si ha riduzione dei
tamponamenti mediante un coefficiente pari a:
η = (1 + ΔVRw / ∑ VSd ) ≤ q (se η < 1,1 l'effetto può essere trascurato)
dove ΔVRw è la riduzione totale della resistenza dei tamponamenti al piano considerato, calcolata rispetto al piano
superiore con il maggior numero di tamponamenti, e ΣVSd è la somma dei tagli agenti negli elementi resistenti
primari del piano.
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(a)
• Limitazioni di danni ai tamponamenti, si dovranno adottare misure atte ad evitare collassi fragili e prematuri dei
tamponamenti esterni e la possibile espulsione di elementi in muratura in direzione perpendicolare al piano della
muratura. Metodi suggeriti:
- inserimento di leggere reti di acciaio (es. diametro 1 mm, passo 10-20 mm) sui due lati della muratura,
collegate tra loro a distanza < 500 mm;
- inserimento di armature orizzontali nei letti di malta a interasse non superiore a 500 mm (es. tralicci con
diametro 5mm)
Meccanismo ad arco
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4.21.4 Analisi
• Vanno utilizzati i medesimi fattori di importanza utilizzati per edifici nuovi;
• Per gli Stati Limite di Danno Severo (DS) e Danno Limitato, vanno utilizzati rispettivamente gli spettri per lo SLU e
SLD definiti per strutture nuove;
• Per lo Stato Limite di Collasso (CO) si utilizza uno spettro ottenuto amplificando per 1.5 lo spettro per lo SLU.
• Per quanto riguarda la modellazione, si utilizzano i medesimi criteri utilizzati per edifici nuovi.