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GIUGNO 2016
LA TERMOTECNICA
Macchine & Sicurezza 51
di R. Lauri
Dott. Ing. Roberto Lauri - Inail Ricerca, Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti e Insediamenti Antropici
Tecnica
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LA TERMOTECNICA
In caso di compressori con albero di altre dimensioni l’area del foro può
essere considerata proporzionale al diametro. Nel novero delle tenute
applicabili non sono ritenute possibili emissioni da compressori, aventi
doppie tenute sugli alberi, provviste di dispositivi in grado di escludere
perdite significative anche durante un funzionamento anormale.
EMISSIONI DI GAS
La dispersione di gas infiammabili nell’atmosfera è influenzata sia FIGURA 1 - Esempi di dispersione dei gas
dalle condizioni meteorologiche del sito (classe di stabilità atmosferica)
che da quelle relative al rilascio (efflusso sonico o subsonico, velocità, dipende dal suo regime di efflusso. Questo viene determinato dal
densità della massa aeriforme rispetto a quella dell’aria, etc.). A tal confronto tra la pressione critica (pcr), dipendente dai parametri ter-
proposito si riporta in figura 1 una descrizione illustrativa dell’effetto modinamici (pressione e temperatura) del rilascio, e quella esistente a
della densità del gas sulla sua dispersione. valle del punto di emissione (solitamente è la pressione atmosferica):
L’emissione di gas o vapore a bassa velocità forma generalmente un
pennacchio. In questa situazione le particelle gassose hanno una scarsa
quantità di moto e si diluiscono nell’aria per diffusione o per diluizione (1)
turbolenta in relazione alla velocità relativa dell’aria nella zona di
emissione. Invece la fuoriuscita di gas o vapore ad alta velocità forma
un getto, che ingloba l’aria unicamente per trasferimento di quantità In cui:
di moto e pertanto si autodiluisce. L’estensione dell’atmosfera esplosiva -- p1 = pressione del gas a monte del foro (Pa);
in questo particolare caso è generalmente indipendente dalla velocità -- γ = cp/cv (rapporto tra i calori specifici a pressione e a volume co-
dell’aria. La Norma CEI 31-35 suddivide i gas in tre classi distinte in stante).
base al valore del rapporto tra la densità del gas e quella dell’aria
(r=rgas/raria): In presenza di efflusso sonico la portata massica di gas (Mgas) può essere
1) gas pesanti: r>1,2; ricavata con la seguente equazione:
2) gas leggeri: r<0,8;
3) gas neutri: 0,8≤r ≤1,2.
(2)
Qualora l’efflusso fosse subsonico, si utilizzerebbe la seguente espres- Può essere rilevato che la distanza pericolosa dipende dalla velocità
sione per determinare Mgas: dell’aria solamente quando le emissioni di gas o vapori avvengono a
pressione relativa minore di 500 Pa. È bene sottolineare che le equazio-
ni 4 e 5 possono essere applicate sia ad ambienti aperti che chiusi, ma
(3)
in questi ultimi la distanza pericolosa può essere utilizzata per definire
l’estensione della zona pericolosa solamente quando la concentrazio-
ne percentuale media della sostanza infiammabile (Xm) nell’ambiente
MODALITÀ DI CALCOLO DELLA considerato, avente un dato volume V, rispetta la condizione:
DISTANZA PERICOLOSA
La distanza pericolosa (dz), associata ad un’atmosfera potenzialmente (7)
esplosiva, indica lo spazio, misurato dal punto di rilascio (in questo caso
il compressore), a partire dal quale la concentrazione in aria dei gas o In cui:
vapori infiammabili è inferiore al prodotto kdz·LELV, in cui: -- k è un coefficiente di sicurezza, impiegato per ricavare la portata
-- kdz è un fattore di sicurezza (parametro adimensionale) dipendente minima di ventilazione per la SE, che è pari a 0,25 per le emissioni
dal grado di emissione della sorgente. I suoi valori tipici sono compresi di grado continuo e primo e a 0,5 per quelle di secondo grado.
tra 0,25 e 0,5 per le emissioni di grado primo e continuo e tra 0,5 e
0,75 per quelle di secondo grado; In generale, quando non viene rispettata la precedente disuguaglian-
-- LELVindica il limite inferiore di infiammabilità del gas o della miscela za, non si usa dz per definire l’estensione della zona pericolosa, ma si
gassosa (percentuale in volume). considera che essa si estenda a tutto l’ambiente. Poiché l’emissione di
un compressore è solitamente di secondo grado, cioè non è prevista
La Norma CEI 31-35 riporta delle formule, valide sia per i luoghi all’a- durante il normale funzionamento e qualora si dovesse verificare (a
perto che per ambienti chiusi, per determinare dz (espressa in metri), a causa di una rottura) sarebbe per un intervallo temporale estremamente
seconda del valore della pressione relativa del gas o vapore. Se questa limitato, Xm può essere ricavato dalla seguente formula:
è inferiore a 500 Pa, si applica l’equazione di Fauske:
(8)
(4)
In cui:
In cui: -- Qa indica la portata effettiva di ventilazione dell’ambiente chiuso
-- kz è un coefficiente correttivo, che è pari ad 1 negli ambienti aperti, (m3/s);
mentre in quelli chiusi è uguale a ; k1=13 per gas aventi peso -- rgas rappresenta la densità del gas (kg/m3);
molecolare inferiore a 5 kg/kmol, mentre si ha k1=82 negli altri casi. -- Ca sono i ricambi di aria al secondo previsti per il luogo al chiuso (s-1);
Xm indica la concentrazione percentuale media del gas infiammabile -- t è la durata stimata del rilascio gassoso (s).
nel volume considerato;
-- f rappresenta il fattore di efficacia della ventilazione ed assume valori RELAZIONE TRA DISTANZA PERICOLOSA ED
compresi tra 1 (ventilazione ottimale) e 5 (flusso di aria impedito); ESTENSIONE DALL’ATMOSFERA ESPLOSIVA
-- va indica la velocità dell’aria (m/s). La distanza pericolosa può essere utilizzata per individuare l’ordine
di grandezza delle dimensioni della zona, contenente l’atmosfera po-
Quando la pressione relativa del gas/vapore è ≥ 500 Pa, la suddetta tenzialmente esplosiva. Si introduce un altro parametro, indicato dalla
norma indica la seguente formula: lettera “a”, per definire l’effettiva estensione della zona pericolosa nella
direzione di emissione e di più probabile dispersione della miscela gasso-
(5) sa esplosiva. La quota “a” deve essere almeno uguale a dz (nella pratica
industriale viene solitamente maggiorata) ed è buona prassi arrotondarla
per eccesso. Il tecnico incaricato della classificazione dei luoghi di lavoro
Dove: con presenza di atmosfere esplosive a causa della presenza di gas e/o
-- b = vapori, può attribuire ad “a” sulla base dell’esperienza, di eventuali studi
-- φ è il rapporto critico del flusso (parametro adimensionale), che dipen- sperimentali di settore disponibili, di guide e raccomandazioni relative
de dalle condizioni di moto (regime subsonico o sonico). Infatti esso alla specifica industria o dell’incertezza dei dati, valori anche doppi
è pari ad 1 per moto sonico, mentre viene calcolato con la seguente rispetto a dz. Per le zone pericolose originate da gas, che non cambiano
espressione, qualora si verificasse un’emissione subsonica: stato nelle emissioni, siano esse di grado continuo, primo o secondo,
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quando la direzione di rilascio è nota e la sua pressione relativa è ≥ 500 kPa l’angolo può essere assunto pari a 90°, mentre per pressioni mag-
Pa, le forme più adatte per definire la regione con atmosfera esplosiva, giori di 300 kPa viene considerato di 60°. Quando la pressione relativa
considerando puntiforme la SE (compressore), sono quella cilindrica o del gas è inferiore a 500 Pa, la forma più adatta per rappresentare il
quella conica col vertice nella sorgente (figura 2). volume con miscela esplosiva, considerando puntiforme la SE, è quella
Per definire l’angolo del cono, che delimita la zona pericolosa, occorre cilindrica con il raggio uguale ad “a” (figura 3).
considerare che esso dovrebbe essere tanto più piccolo quanto più è alta
la pressione a monte. Indicativamente, per pressioni relative fino a 300 CONCLUSIONI
Assume un ruolo rilevante, nell’analisi di rischio di un complesso indu-
striale, la definizione della forma e delle dimensioni delle zone pericolo-
se, dovute alla formazione di un’atmosfera potenzialmente esplosiva a
causa di rilasci di gas infiammabili. Per quanto riguarda la forma delle
suddette regioni spaziali, occorre in primo luogo conoscere le princi-
pali grandezze chimico-fisiche della sostanza esaminata. Ciò significa
conoscerne il peso molecolare, i limiti di esplodibilità, i calori specifici,
la densità relativa rispetto all’aria, etc. Altrettanto importante, ai fini
della stima della distanza pericolosa derivante da un’emissione di un
compressore (molte di queste considerazioni possono, però, essere
estese anche ad altre apparecchiature), è la conoscenza approfondita
dei dispositivi di tenuta, della pressione e della temperatura di esercizio,
degli interventi di manutenzione previsti e della loro corretta esecuzione
e calendarizzazione. Infine devono essere note le modalità di efflusso
del gas ed il tipo di ventilazione presente. Da ciò si evince la complessità
della procedura e la richiesta esperienza per eseguire nel modo più
preciso possibile i calcoli della distanza pericolosa, che costituisce uno
strumento fondamentale per definire l’ordine di grandezza dell’atmosfe-
ra potenzialmente esplosiva.
BIBLIOGRAFIA
1. Lauri R. “Atmosfere potenzialmente esplosive: valutazione dei para-
metri di pericolosità relativi ad un’emissione di vapori di ammonia-
ca” – La Termotecnica, Maggio 2015 n°4, anno LXIX, pagg.67-69;
2. CEI 31-35: Guida alla classificazione dei luoghi con pericolo di
esplosione per la presenza di gas in applicazione della Norma CEI
EN 60079-10-1. Maggio 2014;
3. Health and Safety Executive “The effect of explosions in the process
industries”- Loss Prevention Bulletin, 1986, No.68, pagg. 37-47;
FIGURA 2 - Estensione della zona pericolosa 4. Hawksworth S., Rogers R., Proust C., Beyer M., Schenck S., Gummer
(pressione relativa del gas ≥500 Pa) J., Raveau D. “Mechanical ignition hazards in potentially explosive
FIGURA 3 - Estensione della zona pericolosa atmospheres – EC project MECHEX”, The International ESMG Sym-
(pressione relativa del gas minore di 500 Pa) posium, Norimberga, 16–18 Marzo 2004.