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Inserimento degli ambienti

AtexGAS classifica le zone pericolose ambiente dopo ambiente (comprese le relative aperture).

Per considerare un ambiente, premere il tasto “Nuovo” (presente nella videata “Ambienti”) e fornire i dati richiesti dalla
successiva videata.

Terminata l’inserzione dei dati dell’ambiente, premere il tasto “Classificazione delle zone pericolose dell’ambiente” per
procedere nel programma.

Per eliminare o modificare un ambiente già esistente, premere rispettivamente i tasti “Elimina ” e “Modifica” presenti
nella videata “Ambienti ”.

Nota 1 - L’utente deve considerare tutti gli ambienti che contengono almeno una sorgente di emissione (se non ci sono
sorgenti di emissione non c’è pericolo di esplosione).

L’utente deve introdurre anche gli ambienti, privi di sorgenti di emissione, verso i quali si apre un’apertura interessata da
una zona pericolosa (compreso l’ambiente esterno).

Nota 2 - Quando si accede alla videata di un ambiente, già inserito, senza modificare i dati (dunque solo per controllarli),
per uscire utilizzare il tasto “Annulla” anziché il tasto “OK”. Infatti se si utilizza il tasto “OK” vengono annullati tutti i
dati delle sorgenti di emissione relative all’ambiente considerato, che dovranno quindi essere reinseriti.

Nota 3 - Si consiglia l’utente di considerare “ambiente chiuso a sé stante” le fosse (in presenza di gas pesanti) ed i
sottotetti (in presenza di gas leggeri), posti sia all’aperto che all’interno di ambienti chiusi.

Una volta individuata (mediante AtexGAS) il tipo di zona presente, l’utente può valutare l’opportunità di estendere tale
zona all’intera fossa o sottotetto (considerando un grado della ventilazione basso).

Volume libero dell’ambiente

Per “volume libero” si intende il volume dell’ambiente al netto del volume dell’insieme di mobili, apparecchiature,
strutture ed altre parti voluminose in esso contenute.

Fattore di efficacia della ventilazione dell’ambiente

Il fattore di efficacia della ventilazione può essere definito come di seguito indicato, ferma restando la facoltà del tecnico
preposto alla classificazione dei luoghi di giudicare caso per caso e stabilire valori diversi.

a) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 1

Ventilazione naturale o artificiale con libera circolazione dell’aria e pratica assenza di impedimenti che possono ridurne
l’efficacia di diluizione dell’atmosfera esplosiva nell’intorno della SE. Per la ventilazione artificiale, è applicabile
generalmente solo alla ventilazione artificiale locale o alla ventilazione artificiale generale di piccoli locali (es. in cabine
analizzatori, entro cappe di laboratorio o simili).

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b) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 2

Ventilazione naturale o artificiale generale con presenza di qualche impedimento alla libera circolazione dell’aria che
può ridurre in modo poco significativo la sua effettiva capacità di diluizione dell’atmosfera esplosiva nell’intorno della
SE, ubicata a qualunque altezza dal suolo (es. in ambienti con strutture aperte, in ambienti senza avvallamenti
significativi nel terreno, in ambienti con una perfetta conformazione del sistema di ventilazione e di distribuzione delle
aperture di ventilazione, ecc.).

c) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 3

Ventilazione naturale o artificiale generale con la presenza di un medio numero di impedimenti alla libera circolazione
dell’aria che possono ridurre in modo significativo la sua effettiva capacità di diluizione dell’atmosfera esplosiva
nell’intorno della SE (es. in ambienti con strutture solo parzialmente chiuse, all’interno di bacini di contenimento
serbatoi di stoccaggio con diga o terrapieno non alto in relazione alla distanza dal serbatoio, in avvallamenti poco
profondi del terreno in presenza di gas pesanti, in ambienti con una non perfetta conformazione del sistema di
ventilazione e di distribuzione delle aperture di ventilazione, ecc.).

d) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 4

Ventilazione naturale o artificiale generale con presenza di un grande numero di impedimenti alla libera circolazione
dell’aria che possono ridurre molto la sua effettiva capacità di diluizione dell’atmosfera esplosiva nell’intorno della SE,
(es. in ambienti con strutture semi-chiuse, all’interno di bacini di contenimento serbatoi di stoccaggio con diga o
terrapieno mediamente alto in relazione alla distanza dal serbatoio, in avvallamenti profondi nel terreno in presenza di
gas pesanti, che, tuttavia, non possono essere assimilati a fosse, in ambienti con una inadeguata conformazione del
sistema di ventilazione e di distribuzione delle aperture di ventilazione, ecc.).

e) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 5

Ventilazione naturale o artificiale generale con presenza di un grandissimo numero di impedimenti alla libera
circolazione dell’aria che possono ridurre molto la sua effettiva capacità di diluizione dell’atmosfera esplosiva
nell’intorno della SE, (es. SE poste immediatamente dietro a grandi ostacoli, oppure in sottotetti alti in presenza di gas
leggeri, o in fosse profonde in presenza di gas pesanti, dove esistono vere e proprie restrizioni al ricambio dell’aria,
quindi da considerare generalmente un ambiente chiuso con grado della ventilazione basso, in ambienti con una non
corretta conformazione del sistema di ventilazione e di distribuzione delle aperture di ventilazione, ecc.).

Tipo di ventilazione

La ventilazione dell’ambiente può essere naturale, oppure artificiale.

Per ventilazione artificiale si intende la “ventilazione artificiale generale” dell’ambiente (AtexGAS non considera invece i
casi di “ventilazione artificiale locale”).

Velocità dell’aria

Negli ambienti chiusi alla velocità dell’aria può essere attribuito un valore compreso tra 0,05 e 0,15 m/s (CEI 31-35, par.
3.26).

Negli ambienti aperti, la guida CEI 31-35 (par. 5.6.2) consiglia di assumere un valore di 0,25 m/s entro 3 m di altezza dal
suolo, e 0,5 m/s oltre 3 m. AtexGAS propone come default i suddetti valori; l’utente può cambiarli.

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AtexGAS chiede inoltre all’utente di indicare se le sorgenti di emissione e le aperture (verso ambienti chiusi) presenti
nell’ambiente aperto si trovano:

a. tutte entro 3 m di altezza dal suolo;

b. tutte oltre 3 m di altezza dal suolo;

c. alcune entro 3 m di altezza dal suolo, altre oltre 3 m.

Nel caso a) AtexGAS assumerà per tutte le sorgenti di emissione ed aperture il valore della velocità dell’aria entro 3 m di
altezza dal suolo; nel caso b) il valore della velocità dell’aria oltre 3 m di altezza dal suolo.

Nel caso c) AtexGAS chiede (rispettivamente nella videata delle SE e delle aperture) l’altezza dal suolo di ciascuna
sorgente di emissione ed apertura presente nell’ambiente aperto, e utilizza per la SE o per l’apertura considerata il valore
corretto della velocità dell’aria (entro 3 m oppure oltre 3 m dal suolo).

Disponibilità della ventilazione

AtexGAS considera la disponibilità della ventilazione buona o adeguata.

- Disponibilità buona: quando la ventilazione considerata è presente, in pratica, con continuità (sono ammesse, a volte,
brevissime interruzioni).

All’aperto, la disponibilità della ventilazione può essere considerata buona assumendo una velocità del vento pari a 0,5
m/s (poiché è convenzionalmente rappresentativa della “calma di vento”).

La disponibilità di una ventilazione artificiale è buona quando la ventilazione è presente in pratica con continuità; sono
ammesse brevissime interruzioni, quale quella necessaria per l’avviamento automatico dei ventilatori di riserva.

- Disponibilità adeguata: quando la ventilazione considerata è presente durante il funzionamento normale; sono ammesse
brevi interruzioni, purché poco frequenti.

AtexGAS non consente di indicare una disponibilità della ventilazione scarsa (la guida CEI 31-35 la sconsiglia
esplicitamente).

Nota 1 - Se la ventilazione (primaria) è presente con disponibilità adeguata, è necessario indicare anche le caratteristiche
della ventilazione (residua) presente con disponibilità buona. Dunque, indicare una ventilazione con disponibilità
adeguata, significa avere due ventilazioni: una (primaria) con disponibilità adeguata ed un’altra (residua) con
disponibilità buona.

AtexGAS consente la doppia ventilazione solo negli ambienti chiusi ove sia presente la ventilazione artificiale (la quale
rappresenta la ventilazione primaria, mentre la ventilazione naturale costituisce quella residua).

La portata di aria Qa e/o la velocità dell’aria w relative alla ventilazione primaria devono essere ovviamente maggiori di
quelle della ventilazione residua.

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Nota 2 - La doppia ventilazione (primaria e residua) comporta due tipi di zone:

- il 1° tipo di zona (di estensione minore) si riferisce alla ventilazione primaria;

- il 2° tipo di zona (di estensione maggiore) si riferisce alla ventilazione residua.

Calcolo della portata di ventilazione negli ambienti chiusi

In presenza della ventilazione naturale, la portata d’aria di ventilazione è dovuta all’effetto della spinta del vento (Qaw),
alle infiltrazioni naturali (Qai) e, se presente, all’effetto camino (Qat).

L’effetto camino dipende dalla differenza (Ti - Te) tra la temperatura (media) interna Ti, più elevata, ed esterna Te, più
bassa.

La ventilazione per effetto della spinta del vento Qaw va sempre calcolata.

La ventilazione per le infiltrazioni naturali (Qai) va calcolata se l’utente ritiene opportuno tenerne conto.

La ventilazione per effetto camino Qat può essere considerata solo quando si è certi di avere continuamente la differenza
di temperatura (Ti - Te) durante l’attività dell’impianto (sono ammesse brevi interruzioni poco frequenti). Atex propone
per default una differenza di temperatura minima: Ti = 22 °C e Te = 20 °C.

Tenuto conto della portata Qaw, e delle portate Qai e Qat se presenti, la portata di aria di ventilazione Qa è definita come
indicato nel seguito.

a) Se Qai è presente:

- se c’è solo Qaw, Qa è pari alla somma tra Qai e Qaw;

- se ci sono Qaw e Qat, Qa è pari alla somma tra Qai e la maggiore tra Qaw e Qat.

b) Se Qai non è presente:

- se c’è solo Qaw, Qa è pari a Qaw;

- se ci sono Qaw e Qat, Qa è pari alla maggiore tra Qaw e Qat.

Aperture di ventilazione

Con riferimento alle aperture di ventilazione presenti nell’ambiente, la cui area deve essere indicata per calcolare la
portata di ventilazione, si sottolinea quanto segue:

- devono essere considerate soltanto le aperture (permanenti, cioè senza serramenti) verso l’aperto e non

verso altri locali;

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- le aperture possono essere intenzionali, cioè appositamente predisposte allo scopo, oppure aperture di

fatto, quali ad esempio gli interstizi nei serramenti, ecc.;

- quando le aperture di ventilazione sono su due lati consecutivi devono essere considerate solo quelle di un lato a scelta
(si consiglia di scegliere quelle del lato esposto alla direzione prevalente del vento; tuttavia se, come in genere accade, si
assume una velocità del vento ≤ 0,5 m/s, la posizione delle aperture rispetto alla direzione del vento diventa irrilevante).

Nota – Se l’utente, dovendo inserire le aperture di ventilazione ai fini del calcolo della portata d’aria di ventilazione, si
trova con aperture di ventilazione nelle posizioni A1 + A3, oppure A2 + A4, oppure A1 + A4, oppure A2 + A3, può
attribuire alle due aperture non esistenti un valore molto piccolo (es. 0,0001 m2). In tale caso, però, considerando che le
formule per il calcolo della portata di ventilazione si riferiscono ad ambienti ventilati omogeneamente in tutti i punti,
senza sacche di ristagno dell’aria, l’utente dovrà fare molta attenzione all’attribuzione del fattore di efficacia della
ventilazione.

Coefficiente di variazione dell’aria di ingresso (Dcp)

Il coefficiente Dcp dipende dalla direzione prevalente del vento e dal fatto che l’edificio sia schermato, parzialmente
schermato o non schermato (dal vento).

Se, come in genere accade, si assume una velocità del vento ≤ 0,5 m/s, si può considerare che il vento abbia questa
velocità in tutte le direzioni e, per la definizione del coefficiente Dcp, si può quindi prescindere dalla direzione prevalente
del vento.

In questa ipotesi si possono dunque assumere i seguenti valori di Dcp:

- Dcp = 0,9 se l’edificio non è schermato (quando è separato da un altro edificio, o struttura, posto ad una distanza
maggiore di 5 volte l’altezza più elevata tra quelle dei due edifici);

- Dcp = 0,4 se l’edificio è parzialmente schermato (quando è separato da un altro edificio, o struttura, da una distanza
compresa tra 5 volte e 2 volte l’altezza più elevata tra quelle dei due edifici);

- Dcp = 0,4 se l’edificio è schermato (quando è separato da un altro edificio, o struttura, da una distanza inferiore a 2
volte l’altezza più elevata tra quelle dei due edifici).

Nel caso in cui l’utente assuma una velocità del vento > 0,5 m/s, nell’assumere il valore di Dcp dovrà tenere conto anche
della direzione prevalente del vento secondo la guida CEI 31-35, tab. GC2-1.

Nota - La guida CEI 31-35 riferisce il coefficiente Dcp all’edificio.

Di fatto, per essere più aderenti alla realtà fisica, lo si può riferire al complesso delle aperture di ogni ambiente.

Ventilazione per infiltrazioni naturali

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L’utente deve indicare, in via preliminare, se l’ambiente occupa l’intero edificio; selezionare tale opzione nel caso di un
capannone costituito da un unico ambiente produttivo ai fini del pericolo di esplosione (oppure da un unico ambiente con
annesso un piccolo ufficio) o casi similari.

Se l’ambiente occupa l’intero edificio occorre indicare il numero di piani; se l’edificio è costituito da un solo piano, ma è
di altezza corrispondente a più piani, indicare il numero di piani corrispondenti all’altezza effettiva dell’edificio,
assumendo un’altezza di circa 3 m per ogni piano (ad esempio per un capannone costituito da un unico piano alto 6 m
indicare “due piani”).

Per calcolare la portata d’aria per le infiltrazioni naturali (Qai) occorre inoltre indicare i parametri indicati nel seguito.

1) La superficie totale delle finestre e delle porte (rivolte verso l’esterno) presenti nell’ambiente considerato.

Se l’ambiente corrisponde ad un intero edificio, le finestre e le porte (rivolte verso l’esterno) da considerare sono quelle
dell’edificio.

2) Se le finestre e le porte presenti nell’ambiente sono a tenuta oppure non a tenuta.

Indicare a tenuta se ci sono le guarnizioni; non a tenuta se le guarnizioni non sono presenti. In caso di dubbio indicare, a
favore della sicurezza, che le porte/finestre sono a tenuta.

Se nell’ambiente considerato sono presenti alcune porte/finestre a tenuta ed altre non a tenuta, a favore della sicurezza,
indicare che le porte/finestre sono a tenuta.

3) Se gli interstizi finestre-mura, porte-mura e fondamenta-mura dell’ambiente sono sigillati o non lo sono.

Indicare sigillati se all’interno di tali interstizi è presente materiale sigillante; non sigillati se tale materiale non è
presente. In caso di dubbio indicare, a favore della sicurezza, che gli interstizi sono sigillati.

Se nell’ambiente considerato alcuni interstizi finestre-mura sono sigillati ed altri non lo sono, a favore della sicurezza,
indicare che gli interstizi finestre-mura sono sigillati (lo stesso vale per gli interstizi porte-mura o fondamenta-mura).

Note

- L’appendice GC della guida CEI 31-35 (variante V1) indica come calcolare il valore di Qai per un intero edificio (e non
per un singolo ambiente). Pertanto, se l’ambiente occupa solo una parte dell’edificio, nel calcolo di Qai, a favore della
sicurezza, AtexGAS tiene conto soltanto del contributo delle finestre e delle porte (rivolte verso l’esterno) presenti in tale
ambiente (omettendo il contributo dovuto alle fondamenta ed al soffitto dell’edificio) ed assume un valore pari a 0,00188
per il “coefficiente a” previsto nella formula f.G.C.4-2-2 della guida CEI 31-35 (il che equivale a considerare l’ambiente
come un edificio costituito da un solo piano).

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- A favore della sicurezza, e per la difficoltà da parte dell’utente di reperire le necessarie informazioni in proposito,
AtexGAS non considera, nel calcolo della Qai, il contributo dovuto ai tubi ed ai cavedii.

- Per i coefficienti di perdita superficiale e lineare AtexGAS propone come default i valori consigliati dalla guida CEI 31-
35; l’utente può modificare i valori di tali coefficienti all’interno dei range previsti dalla suddetta guida e indicati nel
software.

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