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Alcune pagine della mia vita Delle vicende della poesia melodrammatica in Roma

Memoria seconda
Author(s): Jacopo Ferretti and Francesco Paolo Russo
Source: Recercare , 1996, Vol. 8 (1996), pp. 157-176, 178-194
Published by: Fondazione Italiana per la Musica Antica (FIMA)

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Jacopo Ferretti

Alcune pagine della mia vita


Delle vicende della poesia melodrammatica in Roma
Memoria seconda

a cura di
Francesco Paolo Russo

Introduzione

Sono trascorsi esattamente cento anni da quando Alberto Cametti dava alle
stampe quello che resta uno dei più preziosi contributi su Jacopo Ferretti e sul
melodramma nella Roma dei primi del diciannovesimo secolo.1 Lopportunità di
intraprendere uno studio di cosi ampio respiro maturò conseguentemente alla
possibilità di accedere alle carte di Jacopo Ferretti, concessa a Cametti dagli eredi
del librettista, e di utilizzare materiale di prima mano in gran parte inedito.
L'archivio* ferrettiano, ampiamente saccheggiato da Cametti per la redazione dei
suoi numerosi studi sulla musica a Roma nel primo Ottocento,2 giacque poi pres-
soché dimenticato fino a quando, qualche anno fa, l'Accademia di Santa Cecilia
riuscì a ottenere dagli eredi il permesso di consultare le carte superstiti di Jacopo.
Un gruppo di studiosi fu quindi incaricato di portare a termine una sommaria
catalogazione del materiale e di esporre i primi risultati degli studi su di esso in
un convegno promosso di recente dall'accademia stessa .3

1 Alberto cametti: Un poeta melodrammatico romano: appunti e notizie in gran parte inedite sopra
Jacopo Ferretti e i musicisti del suo tempo , Ricordi, Milano 1897.
2 Cito soltanto Alberto cametti: Donizetti a Roma: con lettere e documenti inediti , Bocca, Torino
1907, idem: La musica teatrale a Roma cento anni fa: «La Cenerentola». Lettura tenuta presso la R Acca-
demia di S. Cecilia il 2 febbraio 1917, Manuzio, Roma 1917, idem: La musica teatrale a Roma cento anni
fa: «Matilde di S h abran», estratto dall'Annuario della Regia Accademia di S. Cecilia, 1920-1921, Manu-
zio, Roma 1921.
3 II gruppo di studiosi è composto da Annalisa Bini, Maria Irene Maffei, Franco Onorati, Fabrizio
Scipioni e da chi scrive. I primi risultati delle indagini in corso sulle carte ferrettiane sono stati esposti
nel corso del convegno «Jacopo Ferretti e la cultura del suo tempo» organizzato dall'Accademia Nazio-
nale di Santa Cecilia nel novembre del 1996, di cui sono in corso di pubblicazione gli atti. Un primo

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I58 JACOPO FERRETTI
Tra la consistente mole di docum
manoscritti contenenti le relazioni
l'Accademia Tiberina in qualità d
rivestono una certa importanza
primi anni del diciannovesimo s
drammatica romana lette alle ri
1834 e nel 183s c^e portano risp
melodrammatica romana e Alc
melodrammatica in Roma. Mem
integralmente da Cametti nel i8
fortemente autobiografico , ven
Jacopo Ferretti.'' Nel corso del r
manoscritti non è stato ancora r
ti resta l'unica fonte della quale di
conservato e contiene ampie sezio
scarsamente utili ai fini del suo lav
Le due relazioni, come già accen
dei membri dell'Accademia Tibe
prima metà del diciannovesimo s
l'Accademia Ellenica fondata dal
per la prima volta i smi soci la
numero 7 di Santa Maria in Via
Giuseppe Gioacchino Belli e Pietr
tali riunioni si tenevano regolarme
ventidue straordinarie l'anno, de
una di queste occasioni che Jacop
tenere alcune relazioni sulla poes

risultato di questo intervento è tangibile


l'indomani del presunto fiasco della Cen
biografia ferrettiana e che ora è possibile le
poi è il Valle»: «Jacopo», un divertissement l
lettino del Centro Rossiniano di Studi», x
4 Alberto cametti: Una conferenza inedi
tica romana, Nobili, Pesaro 1896.
5 Vedi cametti: Un poeta melodrammatic
blicati anche in cametti: La musica teatral
6 II manoscritto consta di due fascicoli d
ne sono numerate a matita blu; il primo f
Le pagine sono divise in due colonne: la re
posizionati su quella di destra. I frequent
lettura del manoscritto. Nel corso della tr
gina, il punto di domanda tra parentesi
sono riuscito a identificare.
7 Le notizie sono desunte da cametti: Un

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA I59

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Jacopo ferretti: Alcune pagine della mia


famiglia Ferretti).

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l6o JACOPO FERRETTI

La prima, di carattere p
a tutto il Settecento e ai
marcatamente autobiogr
menti del teatro per mu
terza conferenza, annunc
avvenimenti del teatro m
non vi è traccia alcuna e
L'arco cronologico relati
considerazione, consente
melodrammatico roman
Cenerentola. Dopo alcune
propria formazione letter
lodrammatica, Ferretti f
lineare con maggiore esat
torto trascurato.

Se infatti solo adesso si comincia a chiarire quale fu il molo della capitale nel-
le vicende della storia del melodramma nella seconda metà del diciottesimo seco-
lo, per ciò che riguarda il teatro musicale del primo Ottocento mancano le più
elementari coordinate che consentano un sicuro orientamento in un campo molto
vasto frequentato da vivaci personaggi spesso di alta levatura intellettuale, ma al-
lo stesso tempo inflazionato da un certo dilettantismo del quale anche lo stesso
Ferretti ebbe a più riprese ragione di lamentarsi.
Nel primo ventennio dell'Ottocento Roma fu infatti teatro di avvenimenti
musicali di una certa importanza. Basti citare ad esempio la prima rappresenta-
zione italiana del Don Giovanni di Mozart nel 1811 ,' sicuramente frutto delle
aperture internazionaliste dovute alla breve stagione dei francesi nella capitale, 0
le molteplici esperienze rossiniane: il pasticcio Demetrio e Polibio messo in scena
e in parte anche in musica dalla compagnia di Domenico Mombelli al teatro
Valle nel 1812, 5 Torvaldo e Dorliska (1815) dal contrastato esito, il celebre fiasco
del Barbiere di Siviglia (1816), la più fortunata vicenda della Cenerentola (1817)
e /'Adelaide di Borgogna (1817), 10 infine l'esordio del giovane compositore Man-
froce con /'Alzira su libretto di Gaetano Rossi modificato dallo stesso Ferretti
(1810). Eventi di tale importanza per la storia dell'opera ottocentesca rivelarono
però un carattere sostanzialmente episodico e comunque non furono in grado di
elevare la piazza romana dalla solita provinciale routine fatta di opere importate

8 Pierluigi PETROBELLi: Don Giovanni in Italia: la fortuna dell'opera e il suo influsso , «Analecta
musicologica», xvin 1978, pp. 30-51.
9 Si veda a questo proposito Francesco paolo russo: Alcune osservazioni sul «Demetrio e Polibio»
di Rossini, «Studi musicali», xxin 1994, pp. 175-202.
10 Sulle vicende delle opere rossiniane rappresentate a Roma si veda annalisa bini: Echi delle prime
rossiniane nella stampa romana dell'epoca, in Rossini a Roma, Rossini e Roma, atti del convegno del 25
marzo 1992, a c. di Francesco Paolo Russo, Fondazione Besso, Roma 1992, pp. 165-98.

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA l6l

e modificate secondo le consuetudini local


estemporanee serate teatrali > di drammi sacr
Fu proprio nel pieno di questa temperie mus
Grazie alle sue indiscutibili doti poetiche
farsi sempre più presente nella vita musica
un ruolo di primo piano che lo porterà suc
principale nella capitale di gran parte dei
metà dell'Ottocento e il mecenate ideale per
tare nei teatri capitolini Già impiegato ne
Gregorio XVI, egli si inserì ben presto in u
di punti di riferimento istituzionali. A di
importanti città italiane (tra tutte Mila
teatrale era direttamente gestita dal potere
capitale, nelle mani di poche famiglie e con
pontificie, non contemplava la presenza d
poeta teatrale . Il rapporto del librettista con
condo i canoni di un contratto di collabor
in volta secondo diverse modalità ed esige
secolo appena trascorso e alla quale unica de
a poeta dei Teatri Municipali nella breve sta
Quella di collaboratore dei teatri, o megl
vità che Ferretti meglio descrive nel corso
interventi atti a modificare melodrammi i
suetudini locali restavano coperti dall'anon
mette di attribuire al poeta romano la pat
opere andate in scena sui teatri romani ne
modalità di approccio alle singole opere risu
di qualche aria per accontentare il virtuos
dia per Nicola Bassi nella Principessa per r
da tre a due atti di intere opere buffe (è i
ravanti), agli adattamenti delle opere m
Didone per Fioravanti), ora trasformate in
Nel corso di questa frenetica attività Ferr
zioni di una certa rilevanza per lo sviluppo
È il caso per esempio del tentativo di mess
cui successo ottenuto a Napoli nel 1811 spinse
allestimento per i teatri della capitale salvo
direzione del dramma sacro. La contraffazio
venne affidata a Ferretti che, con l'aiuto d
a termine il suo compito «senza far cangia
recitativi che furono tutti con istromenta

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1Ó2 JACOPO FERRETTI

monstrum che non riuscì a


in Aulide di Mayr che , tr
Jefte, andò in scena al pos
Di un certo interesse son
nella rielaborazione di Ferr
( è il caso de La serva e il p
vere alcune parti in dialett
musica di Rutini del 1817).
Ma l'aspetto che emerge c
tazione della poesia per m
relazione e qui edita per la
delineato negli scritti pub
sempre recensioni di spett
luppato nel corso della tra
acquista un certo carattere d
Dai severi giudizi ai quali
emerse con una certa veem
uno degli esponenti più au
rigido ossequio ai modelli c
incondizionate aperture all
A parte il breve elogio di C
ancor più all'amicizia che li
romano manifesta con un
ligure appare agli occhi di
dell'arte melodrammatica
per bellezza possono essere
ancora insuperati di un M
rosa rossa per Mayr ha pos
ta melodrammatico nazion
una recensione romana alla
qualsiasi musica capace di r

Le simpatiche grazie del be


Cartagenova, la voce tanto om
ispirò all'Anfione di Catania
pensati come quelli del Rom
data, non si coniarono ancor
bilmente contribuito ai trio
che vesti di musica non detta

11 Su Felice Romani si veda ora


Libreria Musicale Italiana Editrice
«Notizie del giorno», 18 ottobre 1

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA 163

AMORE
ASSOTTIGLIA L'INGEGNO

I L T UT ORE
INDISCRETO
DRAMMA BUFFO A SEI VOCI

DA RAPPRESENTARSI

NEL TEATRO VALLE


De9 Signori Capranica

Nel Carnevale 1815»


DEDICATO

A SUA ALTEZZA REALE


LA SIGNORA PRINCIPESSA

MARIANNA DI SAVOJA
DUCHESSA DI CHABLAI.

• mm--

ROMA
Nella Stamperia di Crispino Puccinelli
presso S, Andrea della Valle .

Con licenza de Superiori %

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1^4 JACOPO FERRETTI

Le ultime pagine della relazion


chiarezza le motivazioni di tanto
l'atipico romanticismo ferrettian
uñarte pura, , scevra da qualsiasi
l'estetica dell'orrido tipica invece
fosche , che Ferretti disprezzava.
ciò che i librettisti del secolo pa
avvenire davanti alla platea non
la sua funzione catartica appare
violenza e alla amoralità. Una pos
di ribadire in sede di recensione
spettacoli da lui stesso definiti «tr

Si dice che si darà più tardi nello


di belle speranze. Facciamo voti ben
dramma non sia come gli altri (ad
che selvagge del medio evo , giacché
per essere testimoni di tante morti,
orrori d'ogni sorta, e veder sempre
la musica, e sia pur bella e buona, a
e di mente, e tanti esempi alla reli
maggior parte degli spettatori, i qua
e brividi, ma diletto e sollievo. Da
dietro la scena italiana si era semp
i drammi di Metastasio, il solo Ca
delicatissimo ingegno, prevedendo
quella parte e cosi si accomodò al g
genio dei moltissimi cui non piaccion

Tuttavia ben presto egli dovette


dramma coevo non erano più le m
in guardia il suo idolo Romani d
montani. Egli mette in luce un s
lera melodrammatico per cui e
brutture d'indegnissime fisionom
diligenza, e svelati agli occhi de
giovinette che ignorar le dovreb
ventar gli eroi di quelle disonest
Hugo e di Melchior-Frédéric Sou
precedenti e andata qiuisi totalm

13 «Notizie del giorno», 23 maggio 183


Maria Antolini, che qui ringrazio.

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA 165

morale . A Romani il compito di portare avanti un serio


già nella direzione di una restaurazione dei modelli tardo
mento filoclassicista bensì verso un dramma impregnat
delle principali nazioni europee o, se possibile, delle glo
melodramma che dal Calzabigi di Elfrida attraverso lo s
bianca e la rosa rossa porti avanti non le ignominiose ges
Edippi 0 Fedre», ma moderni eroi in grado di esaltare
saggezza e forza morale , in grado di offrire al pubblico
commova, ingentilisca».
Ma come e noto gli strali ferrettiani sortirono ben poco e
quelle che di li a poco sarebbero diventate le forze più vi
matico italiano rimase solo un grido disperato. Le sue co
Coppola e Ricci, dopo il 18 ss improntate a un saldo cla
grado di tenere il passo con le produzioni dei più agguer
stessa generazione.
Francesco Paolo Russo

Alcune pagine della mia vita. Delle vicende della p


in Roma. Memoria seconda

Se mai vi fosse un qualcheduno non pienamente persuaso che Orazio


pronunciò un assioma infallibile scrivendo: «naturam expellas furca, tarnen
usque recurret»,14 oda alcune pagine della mia vita, e ne troverà una dimo-
strazione pili certa della regola del tre, pili geometrica di quella del quadrato
dell'ipotenusa. Io mi sono deliberato a leggervi, o accademici, un brano della
mia biografia, che essendo innestata alla storia melodrammatica della nostra
Roma, mi sdebita dal mio obbligo di presentarvi in oggi la seconda memoria
sulle vicende della poesia per musica della nostra città; memoria che nel fu-
turo anno verrà seguita II da una terza, se non isbadiglierete alla lettura di
questa. L'infusion di papavero diventa mortalmente letargica se, per caso, ca-
de nel calamaio di chi scrive per le accademie, ché la noia è tormento di cui
più spietato non inventarono Dionisio, Falaride e Mesenzio, e spesso chi ha
la sventura di annoiare è in agonia quanto gli annoiati, perché gli è disdetto
l'indietreggiare dal vergognoso egoismo; e pochi avrebbero un cor da leone
di chiudere lo scartafaccio e far punto. Io due cose v'imprometto: incolpabile
lealtà nei fatti, concisione nell'esporli; ma forse la prima promessa starà più
salda della seconda, perché alcuni anedoti non potranno esser detti alla spar-
tana o pitturati in miniatura. Lo stile. . . già lo stil mio II lo conoscete: è l'im-
magine del cuor mio, franco e senza studiato belletto. Stile anatemizzato da

14 HORAT.: Epl. , I, 10, 24.

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1(56 JACOPO FERRETTI

alcuni sedicenti pesca-virg


focano un concetto sotto
con la lanterna di Davy15
Ho già su gli omeri bello
argomento il racconciarm
quattro Alcidi. Soffritem
rità: mercanzia che circol
del vero che. . . che è meg
potreste sospettare che io
giando un cotal poco d'inc
un sequestro alle ipotesi d
Vi prego di credere quello
garvi a trar diletto del co
è maestro, e spesso i più c
Il vecchio Domenico Otta
zioni di Giovanni Battista
di verso e popolarità di fr
sellini, e forse piá il Marc
serio premer l'orme di M
sportata nella poesia per
15 Ferretti accenna qui alla lamp
Davy (1778-1829).
16 Si tratta in realtà di Giuseppe
conda metà del diciottesimo seco
(Salieri, 1772), La finta girdiniera
marosa, 1781).
17 Su Lorenzi vedi vanda monac
Napoli 1968, nonché Francesco p
Paisiello: da «Il furbo malaccorto»
18 Letterato e librettista probab
anni del diciannovesimo secolo. È a
cipali nel tempio di Roma e Venere
ca, s.n.t., Roma 1811. Tra i suoi la
dizio di Paride (Fioravanti, 1809
amazzoni (Trento, 1821).
19 Pseudonimo di Marcello Ber
la tradizione, ma dato come roman
Settanta del diciottesimo secolo, p
sua carriera. Tra i libretti con mu
e La contadina schernita (1768), Il
20 Letterato e librettista attivo a
moniato dal volume L 'osservazione
e moderni, Puccinelli, Roma 1808-1
ture esistenti nei reali palazzi Far
suoi numerosi libretti ricordiamo
(Gnecco, 1809), La contessa di Fer
anche cametti: Un poeta melodram

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA I67

famigliarità anche nello stile illustre delle domestiche


gio, in Giuseppe Gioacchino Pizzi21 autore di parecc
fecero ridere, fra quali il Creso, per cui s'ebbe, anche vi

«Il gonfio Gioacchin Pizzi giace qui I scrisse il dramma de

Carminati22 che divideva il tempo ora rapando bas


scrivendo libretti giocosi. L'abate Mallio,23 che cerc
Aristeo afferrar volea il fuggevol Proteo ed incontrar
te Sivoli,24 artefice di buoni sonetti ma che negl'inter
scer faceva la giocondità da pungentissime satire; Fr
era Parnaso una bottega di falegname o un gabinett
dette guardiole delle porte di Roma e che componev
meggiante d'una candela di sevo piantata nel fiasc
Genzano che serviva per le libazioni concitatrici II
Capua, che aveva una singolare ma felice smania di
metafore, negli opposti, nei pallori,26 ecco gli atleti in
il teatro melodrammatico romano nell'anno 1784 qu
crissimo e sciaguratissimo nel giorno xvi di luglio,
scocco della maggior campana della parrocchia com
fiotti infantili a dar cenno che venivo con ferrei p
parte nel tragicomico teatro del mondo. Mio padre
che tollerava come scrittor regio di bolle per la P
che gli costavano agenzie di nobili famiglie, ora can
fettamente intuonata voce le arie di Gioacchino Caribaldi27 e di Francesco

21 Autore di vari componimenti encomiastici e religiosi, fu segretario del cardinale Marco Antonio
Colonna e confidente dei papi Benedetto xiv, Clemente xin, Clemente xiv e Pio vi. Ricopri anche la
carica di segretario del cardinale Alessandro Albani e fu poeta arcade col nome di Nivildo Amarinzio.
Nacque a Roma nel 1716 e ivi mori nel 1790. Scrisse, tra gli altri, i libretti II Cidde (Sacchini, 1769),
Eumene (Aurisicchio, 1754) e numerosi componimenti sacri per musica. Ferretti cita qui il Creso , rap-
presentato a Roma con musica di Niccolò Jommelli nel 1757 e poi ripreso, sempre a Roma, nel 1786
con musica di Gaetano Andreozzi.
22 Filippo Carminati, autore dei libretti L 'astuzia fortunata (Bonacci, 1806) e L 'avventure amorose
(Arrieta, 1806).
23 Michele Mallio, nato a Sant'Elpidio nel 1756, studiò a Osimo e poi a Roma. Fu poeta arcade
col nome di Silveno Meliaco e autore di drammi per musica quali II Colombo (Fabrizi, 1788) e La tem-
pesta (Fabrizi, 1788). Mori a Roma nel 1831.
24 Forse Bartolomeo Sivoli, autore del dramma giocoso Chi si contenta gode (Mosca, 1798).
25 Autore dei drammi per musica Giulio Cesare in Egitto (Curcio, 1796), Il viaggiatore sfortunato in
amore (Fabrizi, 1787), Il trionfo di Arsace (Andreozzi, 1796).
26 È probabile che Ferretti faccia riferimento all'opera II fonte d'acqua gialla, ossia II trionfo della
pazzia, andata in scena a Roma nel 1787. Parole e musica erano dello stesso Bernardini.
Nato a Roma nel 1743, fu uno dei migliori tenori buffi del suo tempo. Ebbe una carriera lun-
ghissima che iniziò probabilmente con il ruolo di Astiage nel Ciro riconosciuto di Baldassarre Galuppi
a Roma nel 1759. Una delle sue ultime apparizioni è quella che lo vide nelle vesti di Marmellone nel-
l'opera L 'alchimista deluso di Valentino Fioravanti, rappresentata a Roma nel 1792.

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l68 JACOPO FERRETTI

Benucci,28 ora verseggian


voli nella villeggiatura au
era agente, primo basso c
larmino, che mio padre m
un esemplare co' tipi di B
feste e rassomigliava più
tratti ad una mia sorella
segnava a recitarli. Di quat
di sei anni seguivo indivi
chino il musico che face
chio, il basso cantante Tar
Non veniva in Roma maes
raccomandato a mio pad
monte ed i vacabili ci assi
cui dieci scudi erano una
tranquillità sul futuro, d
dre ai maestri. I poeti fio
Sperandio era convivo ebd
non sofferiva lietamente
se l'estemporaneo non m
quadruplice metamorfosi
Unite a queste circostan
orecchio ben conformato
quasi obbligato a scriver v
e non terzana o quartan
prete condannato da Dio
paradiso, oh quante volte
del verbo fastidio o dell
ego quidam valeo»,32 fu c
leggere tradotta in lati
28 Nato probabilmente a Livorn
al Burgtheater di Vienna al temp
di Figaro di Da Ponte e Mozart ne
il ruolo eponimo nella ripresa vi
teatro musicale viennese si vedan
seppe II: cantanti e repertori , in
studi (Padova 28-30 settembre 1
Francesco paolo russo: Paisiello e
(Vienna 1784), «Analecta musicolo
29 Si tratta di Venanzio Tarulli,
30 Ferretti si riferisce al basso
negli anni 1786, 1788 e 1792.
3 Su Pellegrino Sperandio Diaconi
formula di saluto con la quale si

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA 169

Cii> e*-. v¿v,w. ^


'y* '

^ VI V»-»-»- tt _

Un biglietto autografo di Gaetano Donizetti a Jacopo Fe


miglia Ferretti).

contava ancora il no
mesti e fur molti. I
nostra». Fui mand
che il II buon valore
Certo chi pose in
non si vestiva che
ogni libro di versi.
chiavi. Si venne n
Saremmo forse anc
terdetto che fulmin
la poesia ne arsi d'
poteva che quella be
indebolimento di va
do me n'accorsi era
la teniate com'ella
versi latini. Giunsi
peccato di quantità
di dettar versi, e la
spesso, Il all'altrui
era per la poesia it
giunsi alla temerità
diretto al card inai
due mesi dell'anno s
professore Tiberi n

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lyO JACOPO FERRETTI

che sorrise, ma rescrisse: lec


sto e nel settembre trattavo
giavano in latino. Dopo la str
si, la fisica indagatrice, la ch
teschi di Medusa scelti a pet
racolo. Fu posto in'opera un
e per circa quattro anni im
ora in quello dell'Archiginn
dovinar diaboliche scritture
gine con sistema cronologico
in pochi motti gli argoment
mente in quell'epoca o cantav
duca Caetani, col Pistrucci,
mani conte Pellegrini, col
col Liberali.33 Finalmente il
pietosi tacquero ma gl'invi
stimava prudente l'interdirm
chinar gli orecchi, «ut male
le ossa; e se mi venne fulmin
suoi sintomi ingigantirono.
alle vie di fatto e si ricorse
volte mi si tolse ogni libro
mercè se mi rimasero l'Ene
quanto io aveva scritto in v
l'ara fosse ben scelta, e il s
figli ci nascano o con una g
armillare sul dorso, nessun
mo, ama di vederli condanna
Per vari anni, e non furon p
andare ad un teatro, compr
all'incivilimento. Ma che? V
tamen usque recurret». Non
figlie della violenta lotta sec
sognarono che io potessi in
fosse un delicato affar di co

33 Tra i personaggi citati da Ferret


drammatico romano , pp. 57-61, ricor
edita a Milano nel 1819, e dei Fatti pr
con figure incise in rame e descritti in
una nutrita corrispondenza. Pistrucci
al teatro Carignano di Torino nel 182
34 Piu propriamente «ut inique men

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA yj'

fatai rendiconti, in cui volesse il cielo che


mio carico che qualche sonetto scipito e qu
Ma intanto fra i generi di poesia la cui in
era in cima alla miriade. E ricordomi che
misericordioso compagno mi prestò per la
io lessi per prima delle sue tragedie l'Aga
scena fra l'artificioso Egisto e la difficile a
adultera Clitennestra, fu tale l'ubbriache
che per due interi giorni fili rimproverato
più distratto discepolo di tutta la scuola. R
colpito l'orecchio. Fatalmente per i melod
certa perfezione: Il anzi cominciava a parer
stasi tendesse più a persuadere che a disc
recitativi, odio che poi vinse la rabbia di
schina dovizia un solo duetto, ed un terzett
no dei ciabattini che profanarono i divin
balorde freddure e versi da trivio ponendov
la protesta che non s'intendeva di mancar
Metastasio, fra gli arcadi Artino Corasio,
atto a simili lavori stato sarebbe l'abate
professore di belle lettere nel collegio Band
i versi di Metastasio poteva comporre con
binati Il emistichi di quel sublime, come
nella edizione del Metastasio fatta dal Zatta
e più in un ardito melodramma che s'ebbe
per la buffonesca temerità del concetto. Qu
io m'era presso il pianoforte dell'immenso m
distinta dilettante, che ora dà lezioni di m
col canto i capolavori di Mozart, di Betho
rosa, di Paesiello, del vecchio Guglielmi, e
di quanta necessità sia la gradazione del col
metri influisca sulla inspirazione delle cant
versi, a meno che i due ultimi non siano tr
sempre un difetto di periodo che i maes
spesso a controsenso; e quando sia utile co
lante, e come pei soli sia di studiosa necessi
ne; e come nelle strofe di quattro versi s
terminare non al secondo, ma al terzo vers
da cui nacque fra gli altri il classico con
35 Su Sirleti si veda un articolo biografico che lo stesso
pp. 30 ss.

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YJX JACOPO FERRETTI

Anfossi ripetendo isolati tre e

Sprezza il furor del vento


robusta quercia avvezza
di cento verni e cento
le ingiurie a tollerar.36 Il

Ed imparai finalmente che s


un istesso metro per tutto un
con soverchia frequenza. La p
per musica fu. in una cantat
Rezzonico. In musica la pose i
cis, e quel Bertozzi, che poi ci
si limitò a cantare la Polacca
comparvi alla esecuzione dell
di brillanti, quattro doppie
figlio d'uomo addetto alle cuc
a me non II giunse nulla. So
Giovanni Gherardo De Rossi,
mio nome, disse al senatore
coraggio di scrivere per Gra
senso e con versi tutti musica
E Giovanni Gherardo soggiu
Il mio secondo lavoro scritt
intitolata il Coriolano, che pe
d'armonia dalla giovane sign
Confidati. Nel 1807 il cavalie
dotto liberamente parecchie c
dall'impresario Vincenzo De
per musica da armonizzarsi
toccò Cesare Jannoni, che per
Valle e in quello di Apollo, m
perché il suo Paolo Emilio era
Scala. Fiasco chiama fiasco, ed
l'incontentabile De Grecis e
sorte una musica alquanto t
prefati virtuosi vi cantarono
la Monticelli. Il libro ch'era in
di don Madrigale fece ridere
36 Pietro METASTASio: Adriano in Sir
37 II musicista in questione è Filippo G
data la cantata ferrettiana al gennaio 18

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA I73

ravvisava, e per una felice obbedienza all


teatro erano stati posti in credito da Ma
applaudita in bocca di Pacini quest'aria ch
modelli che m'avevo, e del non sano gusto c
il barone Gian Fabrizio Tonfonati, uomo
poeta da lui fidanzato a sua nepote per fars

. . . Questa sera
sposerai la tua Venere ma senti
sposino in erba. È vero
che negli armenti ascrei
il cervello più grosso oggi tu sei;
ma non ti cedo. Ascolta
il corso de miei studi e stupirai,
ed esclamar dovrai,
a bocca aperta ed inarcate ciglia:
barone, sei l'ottava meraviglia! Il
Di Subiaco e Salamanca
per le scuole trapassai
e in Corneto alfin dettai
ex professo umanità.
Della crusca il dizionario
spolverai per anni tre,
e imparai quel si difficile
conciosiacosaché.
Ebbi il premio in matematica
nel collegio de' Caldei
e in grammatica e idrostatica
agli Scoli degli Ebrei.
So la lingua coita e greca
e ambulante biblioteca
mi dovrebbero chiamar.
Una tragedia dal greco io trassi
e vidi correre per aria i sassi
stampai sugli abiti di larga falda
e una lung'opera sull'acqua calda.
Scrissi tre dediche dentro Pavia
composi l'indice del Casamia.
Ebbi la Laura dicendo in piè
che tre via undici fa trentatrè.
Fra gli artici e gli antartici
se un di viaggerai,
fra i turchi e i cinocefali,
a Terni, al Paraguai,

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174 JACOPO FERRETTI

a Spello, Vienna, Rimini,


a Narni, al Canadá,
a Norcia, Svezia, Strangoli
o al Monomotapà.
Un uomo enciclopedico,
un dotto si profondo,
se giri tutto il mondo
non lo potrai trovar.38

Da questa mia caliginosa a


stato il mio se quel falso g
poca m'avvidi come sa d
baruffa col Procolo Maf
un'aria di tre tempi per l
drea Bartolucci. Verifica
quella che strilla, tanto br
e noiato fui costretto a r
aria del sorbetto che cant
scioccherie. Pur finalme
seguente, che scelse, ed in
dal bagno per la dimostraz
Le parole fiirono queste:

Scrisse Seneca svenato


lo conforma Ridolfino
e l'autor del rinomato
dizionario di Torino
che la donna compra e vend
e con gran facilità.
Anzi Bartolo e Catullo,
Giulio Cesare e Tibullo,
Metastasio e Cicerone,
tutti son ďun opinione:
che alle donne chi si affida
fa una gran bestialità.
Tu sei donna, sei fanciulla,

38 L'INGANNO I DURA POCO I O


rappresentarsi I nel teatro v
dell'anno 1807 I roma MDCCCV
della Valle. Personaggi e interp
Festa Maffei, Ernesto: Nicola T
Checcherini, Lesbina: Maddalen
Roma, Biblioteca del Conservato
scena settima dell'atto primo.

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA yj j
non sperar, non dico nulla.
Non mi vo precipitar.39 Il

Questi versi passarono per moneta corrente in qu


scriveva:

Ma chi siete col malanno?


Noi la testa abbiam già vuota,
che ci gira come ruota
e ci salta qua e là.
Che vi venga un anticore!
Il mio capo più non sento,
due molini fatti a vento
mi parete in verità.

In cui Prunetti faceva porre in musica:

In quelle vaghe luci


svolazza un bambinello,
io so che amore è quello
che il core mi feri.

In cui Checcherini stampava:

Certamente qui conviene


rimediar cosi la cosa,
meglio invece della sposa
prender tanto baccalà.40

E Francesco Gnecco autore del libro e della musica fa


Vi cantava di Vulcano
quando diede un calcio a Marte,
restò zoppo da una parte
e la moglie lo lasciò.
Venne Giove in carrozzino
e con spirito di vino
in tre giorni lo sanò.41

39 L'aria ha un incipit leggermente diverso - «Scrive Seneca sven


dodicesima dell'atto secondo.
40 Citazione dall'opera II matrimonio per lettera di cambio di Cocci
al teatro Valle di Roma nell'autunno del 1807. La quartina in question
terpretato da Nicola De Grecis) «Dei mercanti so il costume» nella sce
1 Citazione dall'opera Gli amanti filarmonici andata in scena al t
partengono al duetto di Don Caronte (interpretato da Nicola De Gr
pretato da Antonio Parlamagni) «Vo' cantare di Vulcano» nella scena

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176 JACOPO FERRETTI

Vedete accademici che in quell


nostri teatri, dalle zecche roman
Io non feci apporre il mio nom
giunse all'orecchio di chi io non
che mi si chiuse in castello. È un
stimoni, anche qui presenti e Il
una vistosa sottrazione al vero n
Allora compiti avendo i miei st
dal non trattar che materie fisc
ineleganti formulari, l'altro dal
a star sotto dettatura ad ora tar
vendo, povero me!, quali squarci
colti dai fratelli Cavanis!42 Noti
quale doloroso esercizio m'acquis
Ireneo, ma logorai sensibilmente
divenni un Telchino, un invento
il Nibby e l'Amati.43 Presso un
apprendista e compilai delle copi
gli di decisioni rotali per me. M
Bernardino Mezzanotte, che av
nuovi composti di brani di libri
e abisognava di un segreto aiutan
si e a scriver II versi gli fu di n
generosa mercede perché i soldi
poté ottenere mai oltre a trenta
che soffiava sugli allori melodra
posta a villeggiare alla Longara u
dimandare cento scudi per recit
Questo è il vero secolo d'oro
primavera del 1809 aveva compo
per ripiego eseguita al teatro Va
e Martinelli, io inventai e scriss
fanatismo cantata con grazia com
le due donne, e quello della donn
azzardò una controvenzione del
accigliati zelanti era coronata sem
42 Ferretti allude qui ad Antonio Angel
degli Squarci di eloquenza di celebri modern
blicati a Venezia nel 1813.
43 Antonio Nibby (1792-1839), archeologo
romana. Girolamo Amati (1768-1834), decr
della Biblioteca Apostolica Vaticana.

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I78 JACOPO FERRETTI

felicissimo effetto.44 Il duca Ce


piacque la mia maniera non ci
paga di ^traila zeri per suo perp
mi mancarono mai gratuite fac
Ma nel 1810 tornato il Morlac
gentina sopra un melodramma
trovandone musicabili i versi,
con qualche felicità che mi frut
del Morlacchi come poeta melo
egli era maestro.45 L'invasione f
mandavano per esercitare l'avv
dal De Luca [?], e la poesia me
e speculazione innocente per f
stancabile mecenate mi fece d
unito per la quaresima accozzai
tolato La Gerusalemme* e con le
con versi metastasiani ridussi la
e vi appose musica eroi-comic
44 LA I PRINCIPESSA I PER RIPIEGO i DR
teatro valle I Degl'Illustrissimi Sign
mdcccix I Nella stamperia di Gioacchino
sultato: Roma, Biblioteca del Conservato
incipit «Ecco principessissima I bellona
Nicola Bassi) ed è collocata nella scena
«Quel volto adorato» (Don Sesto - Rosina
lamita degli amanti» (Rosina - Beatrice,
poeta melodrammatico romano , p. 18, ch
ben quarantadue sere.
45 LE I DANAIDI I DRAMMA SERIO PER MU
argentina I II Carnevale dell'anno 1810
presso S. Andrea della Valle. Personaggi
rozzi, Carlotta Haeser, Cirene: Maddalen
Pedroni; coro. Il libretto originale era di
Conservatorio di Santa Cecilia, G xxi, 63
recensione della «Gazzetta romana» dell'11
tico romano, p. 20.
46 LA DISTRUZIONE I DI I GERUSALEMME
teatro valle I Degl'Illustrissimi Signor
Stamperia di Crispino Puccinelli I presso
Giscala: Luigi Zambelli, Manasse: Domen
Luisa Valsovani, Fanano: Giacchino Sciar
Roma, Biblioteca del Conservatorio di Sa
sonaggi compare il nome di Ferretti come
Sografi. Secondo cametti: Un poeta melod
dal 14 marzo al 14 aprile 1810 e vi erano s
mente dal Ratto delle sabine e dal Trionfo
47 LA I DIDONE I DRAMMA SERIO PER MU
strissimi Signori Capranica I nella prim

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA I79

ossequio della prima donna che il pover


dell'orgogliosa scena di Iarba simulato am
tosino inghiottisse pillole amarissime, ver
no l'epiteto di pio. Si volle, e invano feci p
senso comune. Indi nc'Y Alzira 48 compost
ce scrissi di nuovo circa una metà del l
«Povero cor perché» soavissimamente ca
le del 1811 con splendida paga in quell'e
Baldovino, che in quattordici giorni fu arm
cordare a me 70 colonnati ed 800 al Zingar
voro a quello sopra enunciato. Fu questo
nome. Vi cantò la sempre briaca Mariann
vani, ed il vecchio tenore Pedrazzi che sa
ghiacci della Siberia. Nella composizione
mia del tempo impiegatovi si ravvisavan
acconcie alla basilica vaticana che al teatro
mi accadde che nel momento che scoppi
ed era pronunciata la fatai parola: morte
punto di far vittime d'un tiranno due fa
sessanta larghe battute d'istromentale con
a dispetto delle mie osservazioni sull'inf
si ostinò a volerla fare eseguire risponde
buona pace di quel venerabile vecchio: d
benché rigorista di prim'ordine, non se ne
simo carnevale II sotto il titolo La serva e
napolitano di Tottola lasciandovi intatti di
poco buon esito dal Fioravanti ed i nuovi
Crispino Puccinelli I presso S. Andrea della Valle. Per
Enea: Teresa Trasmondi, Iarba: Nicola Tacchinardi, Se
celli, Osmida: Vincenzo Zappucci. Esemplare consultat
Cecilia, Carv. 4366. L'opera andò in scena il 9 giugno 1
48 ALZIRA I DRAMMA SERIO PER MUSICA I DA RAPPRESE
Signori Capranica I nell'autunno I dell'anno 1810 I
Puccinelli I presso S. Andrea della Valle. Personaggi e i
no: Nicola Tacchinardi, Zamoro: Adelaide Malanotte
brand, Emira: Olimpia Dedottis. Esemplare consultato
Cecilia, g XXI, 175.
49 BALDOVINO I DRAMMA SERIO I DI GIACOMO FERRETTI ROMANO I DA RAPPRESENTARSI I IN MUSICA
I NEL NOBIL TEATRO I A TORRE ARGENTINA I IL CARNEVALE DELL'ANNO 181I I ROMA MDCCCXI I Nella
stamperia di Crispino Puccinelli I presso S. Andrea della Valle. Personaggi e interpreti: Lamberto: Ma-
rianna Sessi, Matilde: Luisa Valsovani, Baldovino: Prospero Pedrazzi, Mandulfo: Luigi Zambelli,
Gualtieri: sig. N.N., Dalinda: Maria Palazzi. Esemplare consultato: Roma, Biblioteca Nazionale Cen-
trale Vittorio Emanuele il L'opera andò in scena I'll febbraio 1811. Sull'esito della serata si veda la cro-
naca de «Il Campidoglio» del 16 febbraio 1811 riportata, assieme ad altre notizie, da cametti: Un poeta
melodrammatico romano , pp. 37-8.

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l8o JACOPO FERRETTI

dal suo amico conte Or


Marcello, e che nelle com
era un connotato per ri
venienza. Nella Vedova d
pezzi che nell'originale
compositore. Indi ridus
tutti? eterno immanca
pezzettino, ed invito m
colorar di porpora la im
ti tempi! Oh come il pu
in bocca ai buffi! Il Zam
mia sciocchezza:

Il suo ritratto
dipinto a guazzo
in carta suga io vidi.

La Morandi in una scena


si cara, diceva II al Pelleg
al che io aveva fatto escl
rino, me lo vado a segna
siasmo comico che vi m
mi amava e m'incoragg
mondo, l'anima degli aff
più solenni, conveniva in
l'esclamazione di Pellegri
credibile il descrivere la
non è antica; una sera di
labbro di cavallo! Gioia
Morandi rispondeva: «Stu
amaro! Somaro nacqui e
50 LA VEDOVA I DELIRANTE I BU
valle I Degl'Illustrissimi Signo
Nella Stamperia di Crispino Pucc
nio: Luigi Zamboni, Elisa: Rosa
Valerio: Savino Morelli, Fabrizi
vatorio di Santa Cecilia, a voi. 3.
51 Di quest opera sono riuscito
piace a tutti I Dramma per musi
1812. Testo tedesco a fronte. Man
bile comunque individuare sia il v
ho visto») che si trova in un rec
battuta citata più oltre («Spera
Cavaliere del Fumo nella scena se
poeta melodrammatico romano ,

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA l8l

allora le piacevolezze melodrammatiche!


avevano a lambiccarsi il cervello, e stanca
bianco-mangiavi, e torte riputate impasta
Per l'autunno ridussi alla forma mode
sotto il titolo di Berenice in Armenia?* ov
neva in musica fu da Napoleone chiama
ed immortai finale che per trenta sere ve
esempio, che si rinnovò per altre vent
tornò a porre in scena. Ricordomi d'av
quell'insi- Il -gne maestro dubitando un a
era foggiato ad uso di quelli delle opere b
porre in bocca ai cantanti una similitudin
germente ima guancia il maestro, e mi
finale. Sarà il miglior pezzo della mia mu
ne venne in luce un finale sublime per gr
ta vi cantarono la Haeser, il vecchio Mom
il vecchio Zambelli, nella seconda la Per
David. Il Zingarelli ebbe a Parigi le nuove
mi mi diceva: «Senza il vostro ardire, Il
vecchia età non avrei colto questo allor
sempre affetto paterno fino a degnarsi di
mio melodramma II Saulle, per gli alun
S an Michele, dicendo: «i versi di mio fig
to, e volentieri».
Il maestro Antonio del Fante contrapun
nome in sua gioventù innestando un suo g
Anfossi che venne cantato dalla Vìlleneuf
stralmente col violoncello il canto della p
sua figlia. Questo duetto dura mezz'or
rimento di una farsa, ma scritta in dieci
tro non gli era di neo.55 Fu quindi nel 181
52 Forse Jacques Reinhold Spielmann (1722-1783), ch
a Parigi nella seconda metà del Settecento.
53 BERENICE I REGINA D' ARMENIA I DRAMMA PER MU
teatro valle I De' Signori Capranica I nell'autunno
Crispino Puccinelli I presso S. Andrea della Valle. Per
Vologeso: Luisa Valsovani, Lucio Vero: Domenico
Gioacchino Sciarpelletti, Aquilio: Domenico Bertoz
Bertozzi, Gerilda: Caterina Amati; coro. Esemplare co
Santa Cecilia, g xxii, 276.
54 L opera di Anfossi su libretto di Giuseppe Mari
Venezia nel 1794.
55 Secondo cametti: Un poeta melodrammatico , p. 4
L amore fra i perigli rappresentata al teatro della Pace

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182 JACOPO FERRETTI

aprire il teatro di Argen


censura sognò che vi fo
accerto che non v'erano.
lunghezza si modellò sul
bligazioni con a soli fino
e mezzo dopo la mezza
musico ed era il lunghi
donna, la Calderini era
uno dei Belloli celebre s
ancora di avere fra le lab
denti serrati come il pio
una mimica tutta sua, p
fingeva Tito, e lo abbrac
56 TITO I IN LANGRES I DRAMMA
torre argentina I II Carnevale d
so S. Andrea della Valle. Persona
Giulio: Giuseppe Belolli, Serges
relli. Esemplare consultato: Rom

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA 183

ed applaudito in una cavatina ringraziò il pubblico to


di cappello.
Negli anni 1813 e 14 nulla scrissi di nuovo per i teatri di Roma; solo nella
quaresima di quesťultim' anno, con improba fatica diurna e notturna, unito
ai maestro Camillo Angelini ultimo discepolo del Cimarosa, rivolsi a religioso
argomento la profana Vestale dello Spontini senza far cangiare neppure una
battuta, nemmeno nei recitativi che furono tutti con istromentazione obbli-
gata. Ma quell'opera richiedeva almeno trenta II prove di orchestra e non vi
erano che gli ultimi sei di del Carnevale per concertarla; allora dopo il lungo
secondo inefficace concerto, visto incombinabile il temerario progetto, nella
disperazione dell'impresario in due notti cangiai in Voto di Jefte Y Ifigenia in
Aulide di Mayer ed in questo mascherato oratorio cantarono la Belloc, la
Bassi, il Moneada tenore, l'Amati e lo Sciarparelli .57 Nell'anno 1815 improvvisai
per Pieto Carlo Guglielmi un libretto buffo a sei voci intitolato Amore assotti-
glia l'ingegno, ossia II tutote indiscreto. È la peggior opera che ho scritto, anzi
una gran parte dei versi è dello stesso Guglielmi, di cui mai non rinvenni
compositore più difficile e più despota. Forse era un momento di sterilità; e
n'ebbi una prova, che volendo pur che nella sua musica vi fosse un qualche
Il bel lampo dell'ingegno suo ch'era leggiadrissimo, un lampo che prima di
andar in scena facesse nascere l'ipotesi di un qualche plauso, lo forzai a la-
sciarmi fondere in un duetto un'aria con pertichini da lui composta per la
Strinasacchi, e ne venne fuori il fortunato duetto: «Per te mio bel Narciso,
mi brucia il core in petto». Cantarono in quell'opera Raffaello Monelli, An-
drea Verni, Antonio Parlamagni, e la Carlotta Marchesi figlia del sopra enco-
miato Marchesi, che dopo molti trofei ritirandosi dal teatro è divenuta una
felicissima maestra di bel canto.58 In quella medesima stagione si udì il primo
intero lavoro di Rossini nel genere giocoso. E fu l 'Italiana in Algeri in cui e la
57 Qui Ferretti si confonde col dramma sacro II volto di Jefte di Gonella e Orgitano, rappresentato
al Valle nell'autunno del 1813. Il dramma da lui aggiustato è il ritorno I di I jefte I o sia I il voto
INCAUTO I DRAMMA SAGRO I DA RAPPRESENTARSI I NEL TEATRO VALLE I De' Signori Capranica I NELLA
quaresima I dell'anno 1814 I roma I Nella Stamperia di Crispino Puccinelli I presso S. Andrea della
Valle. Personaggi e interpreti: Seila: Teresa Belloc, Azele: Carolina Bassi, Jefte: Giacchino Moneada,
Dina: Signora N.N., Elcia: Giacchino Sciarpelletti, Achior: Francesco Diofebi. «La musica è del sig.
maestro Simone Mayer». Esemplare consultato: Roma, Biblioteca del Conservatorio di Santa Cecilia,
G XXII, 314. Si veda in proposito norbert dubowy: Johann Simon Mayr und das Oratorium: das Beispiel
« Samuele », in Beiträge des internationalen J. S. Mayr-Symposiumsy Ingolstadt ipp2, hrsg. von Karl Batz,
Donaukurier, Ingolstadt 1995, pp. 301-50: nota 29.
58 AMORE I ASSOTTIGLIA L' INGEGNO I OSSIA I IL TUTORE I INDISCRETO I DRAMMA BUFFO A SEI VOCI I
da rappresentarsi I nel teatro valle I De' Signori Capranica I Nel Carnevale 1815 I dedicato I a
SUA ALTEZZA REALE I LA SIGNORA PRINCIPESSA I MARIANNA DI SAVOJA I DUCHESSA DI CHABLAI I ROMA I
Nella Stamperia di Crispino Puccinelli I Presso S. Andrea della Valle. Personaggi e interpreti: Don
Mignatta: Andrea Verni, Matilde: Carlotta Marchesi, Ernesto: Raffaele Monelli, Don Checchino: An-
tonio Parlamagni, Carolia: Agnese Loisellet, Pasquino: Cristofaro Bastianeiii. Esemplare consultato:
Roma, Biblioteca del Conservatorio di Santa Cecilia, Carv. 724. Il duetto «Per te mio bel Narciso» di
Matilde e Don Checchino si trova nella scena quarta dell'atto secondo.

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184 JACOPO FERRETTI
Marchesi e il Monelli lasciarono
di quell'epoca solo il Zamboni
proteggo, e questo detto», e la
il Demetrio e Polibio, e la Belloc
l' Inganno felice. Ma L'italiana
ed una febbre a freddo scorse
del fallimento vicino.
Nell'anno 1816 per la Sala, D
d'Asti, che fu posto in music
piacere dopo che in quella stagi
sitamente scritto in quel teatr
ganno felice lavoro della meàes
applauditissimo il Remorini? L
introduzione; nel rimanente
oscurissima, che si distingue m
In quest'anno comparve nell'
il mio. . . ahi troppo acerbam
non si era palesato amante di
due voci intitolata Paolo e Virg
nella loro beneficiata con musi
simo ingegno, in una vita me
entusiasta iniziato in un nuov
sempre studiò, e molte antiche
Il intelligentissimo, che coll'ut
un dovizioso repertorio france
capolavori di quel teatro, cor
nonché degli aneddoti che for
zioni in Francia. Ragionava pro
gnuolo, ed era artefice di vaghi
simamente armonico aveva l
quanto io sono innamorato de
vantava eguali, e narro solo ciò
pel teatro melodrammatico rom
ancora nel suo Conte d'Alma
quest'anno 1816 pel teatro Va

59 Luigi Zamboni (1767-1837), basso buf


w RINALDO I D ASTI I DRAMMA BUFFO I
Signori Capranica I nel carnevale dell
I Nella Stamperia di Crispino Puccinelli I
Domenico Donzelli, Adelaide: Adelaide
Galli, Carolina: Agnese Loiselet, Sparab
Biblioteca del Conservatorio di Santa Ce

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA 185

soavissima musica del Rossini, si trovano qua e là fo


e forza comica, e bella gradazione di colorito. Il L
che seguitò a dedicarsi al teatro, dettò II gabbament
molinaro ossia II credulo deluso per Tadolini , Riccia
contraccambio per Cordella , melodramma giocoso
musica lo Schutz, ed il Cianciatili > e già pel Miglior
doni, prima che il giovane compositore passasse
d'una religiosa cappella. Sterbini fu il primo che in R
nel melodramma la buona commedia. S'ebbe guer
ma trionfò. Ora è polvere, ma le memorie dell'ing
dono le ragioni di morte e parlano anche dal silen
Roma non s'ebbe uno scrittore melodrammatico c
Il Cesare Sterbini non va confuso con Pietro Sterbini che scrisse nel 1820
una sola farsa semiseria posta in musica dal Cianciarelli e cantata dalla Brizi,
dal Biondini, dal Martinelli, dal Crespl. Fu miglior scrittore di tragedie e pili
che tragico fu lirico ardente. Sarebbe riuscito buon melodrammatico ma
questo genere di poesia richiede una buona provvisione di pazienza, e l'anima
sua fervidissima non ne aveva dalla natura ricevuta una dramma. Torno alla
mia biografia.
Mancavano due soli di al Natale nell'anno 1816 quando il pacifico impre-
sario Cartoni ed il maestro Rossini m'invitarono ad un congresso innanzi al
censore ecclesiastico. Trattavasi di considerevoli modificazioni da operarsi in
un libretto scritto dal Rossi pel teatro Valle e che come second'opera del car-
nevale comporre si doveva dal Rossini. Nel titolo vi si leggeva: Ninetta alla
corte , ma il soggetto ne era Francesca di Foix , una delle meno morali comme-
die del teatro francese in un'epoca che cominciava a cangiarsi in una famosa
scuola di libertinaggio come poi vi si è adesso dichiarato senza orpello, e sen-
za velo di pudore. Le modificazioni che ragionevolmente vi si volevano dal
provvido Catone snaturata avrebbero la forza comica dall'argomento. Il cen-
sore ecclesiastico che non andava a teatro, non ne rimase da me persuaso, ma
Il ne fu dolorosamente convinto il Rossini, quindi mi si pregò di trovare e
scrivere a volo. Si pregò, dissi, ed è frase storica perché fra me ed il Rossini
era un po' di ruggine per un piccolo sopruso che ne aveva ricevuto,61 ma. . . il
non saper dir di no , un poco d'ambizione di scrivere con quell'insigne pesa-
rese mi fecero porre a tortura la fantasia, e ristrettici in casa del Cartoni a bere

61 Lo screzio riguarda la mancata collaborazione con Rossini nel 1816. Abbiamo testimonianza del-
l'episodio in Geltrude righetti GIORGI: Cenni di una donna già cantante sopra il maestro Rossini, in
risposta a ciò che ne scrisse nella state dell'anno 1822 il giornalista inglese in Parigi e fu riportato in una gaz-
zetta di Milano dello stesso anno, Sassi, Bologna 1823, pp. 30-1: «Il poeta Ferretti fu incaricato di com-
porre un libro pel teatro Argentina, la cui parte principale fosse per il tenore Garzia. [. . .] Parve all'im-
presario [ma probabilmente a Rossini] che l'argomento fosse alquanto vile, e lasciato Ferretti si andò
in traccia dell'altro poeta sig. Sterbini ».

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l86 JACOPO FERRETTI

del te, in quella sera fred


lodramma, ma quale fu r
in carnevale volevano rid
dispendioso per l'impresa
rispettate dalla docilità d
cui veniva destinato, stan
bai in mezzo ad uno sba
concentrato si era posto
«Avresti tu core di scri
«E tu di metterla in mu
dispetto del sonno, dim
nella coltre, protese le m
no degli dei d'Omero. Io
la mano al Cartoni, e co
della Giammaica. Misurai
serte la mia gran camer
quadro, scrissi il II prog
Rossini. Ne restò soddis
bontà in trionfo, ma l
un'Angiolina che faceva
spettò un'allusione. Se io
sto nell'ossia «La bontà
trionfo. Nel giorno di N
Don Magnifico nel di di
di San Giovanni. In poco:
ventiquattro la musica, e
l'introduzione dell'atto
maestro Luca Agolini d
Rossini. Quel magnifico c
notte che precedeva la pr
e quindi fra un atto e l'a
recitavano l'atto secondo
Geltrude Giorgi Righett
Andrea Verni ch'era già
poc'anzi strappato dai pr
il sistema di urlare canta
bella voce cominciava a d
la leggiadra Caterina Ros
Mariani e Zenobio Vitar
scose prime sere si è fatt
62 HORAT.: Epi , I, 2, 22.

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA 187

La pianta del teatro Apollo di Roma in una stampa d

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l88 JACOPO FERRETTI

quanti avevano parte nel


tutti avevano i polsi acce
lida fronte. Il E di quella
perché. Si esponeva un'o
parte immatura, in gran
gl'interessi dell'impresa
giura di tutti i maestrini
che odiavano a morte il
Si aveva a che fare con q
trovar freddi sarcasmi o
in un cantante, e già se n
scemare le paure de' virt
scese nella fatai grotta d
in quel medesimo teatr
qui pro quo» ch'era stato
con precisione, accento
morte futura, era già cer
trionfale. In quella prim
rono che il largo e la str
del settimino; il resto pa
non immemore dell'eff
magia infusa a larga man
dito e dolente diceva: Sci
ne innamorino, non pas
e fra due anni piacerà in
teranno gl'impresari e
Roma che l'aveva disap
briaca e l'applaudi anche
la Casagli, con Monelli
con Parlamagni e Tacci
quel fiasco della prima
uno Iacopo . Tragedia un
letta fra lieta brigata di
che mi convenne parecch
tura. La tragedia era tut
di quel melodramma, ed
dannato a spirar lentam
miei Zoili che non ha g
fatto molto onore alla su
63 II riferimento è a Michelan
Quinto Fabio al teatro Argentina

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA 189

tuale re di Napoli si recò a Roma in forma pubblica i


ressi in gran parte la trivialità di parecchi recitativi d
data nel gran teatro di Apollo con isfoggio di lusso e v
mente il Rubini ed il Pellegrini; quando poi il Vestris f
sario di quel teatro per esporre in scena l'esordiente ba
di bellissima voce ed a cui venne affidata la picciola par
lui scrissi una grand'aria morale di cui Rossini firmò u
applauditissimo, ma che non venne più cantata in qu
gli altri Alidori non passavano mai la sconsolatissima li
e quell'aria non è per mediocri, ché per sostenere il glo
groppe o di Adante o di Alcide. Il celebre Niccola Carto
e vi eccitò fanatismo; ma il Cartoni è un sublime ma
unire con raro dono il precetto e l'esempio. In quell'
una Polissena pel teatro di Torre Argentina. La rega
maestro di cappella che s'ebbe 40 scudi per porla in
conscio della mercede, si contentò di ridere modestame
che durò il canto ma rispettò quello sventurato contrap
che ispirazioni partivano da una moglie digiuna e da
sanscoulotte che seco dormivano sulla paglia in una sof
non mattonati. Regalai a quello stesso infelice una fars
di cui era impresario il comico Benferreri, celebre nei
trali. L'intitolai «Pulcinella impresario» e ne scrissi la p
in napolitano. La cantò il Tavassi, rinomato buffo b
San Carlino. Il maestro in undici II rate ebbe in tut
scudi. Era sapiente di contrapunto; le cantilene, però
gnamenti risalivano a mode dottissime ma tarlate da
si verificò il post nubila Phoebus, perché gli morirono t
di cappella in Orvieto. Era il modello dell'onestà. Rico
grosse lacrime quando dopo essermi arrampicato per lu
sentii serrare il core trovando sul mattino quel disgrazi
memoria di un tabarro che scriveva a lume di veramen
na su d'una sfracassata spinetta che vantava meno cord
toccava leggerissimamente i vedovi tasti per non de
Niobe e il quintetto elegiaco dei suoi Ugolini in erba.
notte non bevendo che un gran fiasco d'acqua. . . simbo
sventura, e consumando due once di stranutiglia. D
che non lasciai di particolarizzare agli amici, s'avesse sc
que parti reali e avesse cominciato un pezzo dalle cad
rato ch'era un miracolo. Fame! Cenci! Moglie digiuna
conforme. . . Scrivete se vi dà l'animo la Cenerentola!
64 II compositore cui si accenna è con ogni probabilità Ferdinando Rut

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l^O JACOPO FERRETTI

Signori! Io vi ho prome
gato il mio debito. Altre
falce che sibila in alto vo
sarà per voi se altro non
farò punto senza qui aggi
italiano che serviranno co
Nell'epoca in cui in quest
un'aurora di speranze pe
surto improvviso un giov
nutrito dal più bel fiore d
da cognizione dell'arte,
giovane quando meno si
media, quasi goldoniana, c
che non era quella la sua
bianca ed allora l'Italia si
i Greglianovicb, i Pola, i
deva regolarmente e con
corretti, limpidi, incolpa
concepire certezza che fo
tanto negletto genere I
che mondò il presepe d'A
no se non vi fossero Ross
Metastasio sino a noi, è il
Io non vi dirò che sia tut
65 Venne rappresentata a Milano
òi tratta di Giuseppe Maria ropp
schino », Sigismondo per Rossini;
bretti Quanti casi in un giorno (T
(Trento, 1802), Lucrezia romana i
Raoul di Crequi (Callegari, 1808),
glio (Farinelli, 1806); di Paolo Po
(Pavesi, 1825), Cantea regina di S
nando duca di Valenza (Pacini, 183
bretti sono stati raccolti negli ot
alunne emerite dell'I. R Collegio d
stesso autore , Pirola, Milano 1832-3
di Tancredi e Semiramide per R
istriano Giovanni Kreglianovich
altri, del libretto del X Andronico
67 Si allude con ogni probabilità
pre-raffaellita Dante Gabriele, let
sento di poter escludere un rifer
per l'apertura del teatro del Cors
del primo decennio dell'Ottocent
Jacopo Andrea Vittorelli (1749-18
a Irene e a Dori scritte dal 1770 fi

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA I91

e porrà in luce le sue memorie, ben vedrete,


posero il morso ed allacciarono le pastoie scor
le penne, mediocri maestri che noi compres
dispotiche prime donne che stesero fino sopr
capriccio. Erra quindi chi ciecamente d'ogn
modello; non gli accadde nella sola Beatrice di
frase, che volendo fabbricare un melodramm
libretto. Io però mentre sono pronto ad accett
di nuova data che spargono parole d'ingiuri
addentano l'alloro, e niegano che sia lirico d
creontico di soavità non imitabile, e scritto
della purezza di Torquato, che della sprezzante
Il tacerò che il Romani ha un gran delitto l
autore d'un cholera melodrammatico per cu
ganda di sacrileghe brutture d'indegnissime f
pitturati con amorevole diligenza, e svelati
che l'ignorarono, delle caste giovinette che ig
giovani che anelerebbero di diventar gli ero
Il rendere quasi degna di compassione la Borg
to. E ditemi, in fede vostra, che scuola di mo
Norma, nell'Ismalia, nell'Ugo II conte di Par
lago di Asfalto, o che con l'acqua crebbero d
le loro radici sulle rive della Senna. Là una scu
satanica pose in voga le messaline del medioev
grandi e feroci cospiratori, gli sgherri prez
Venezia, e cosi li pennelleggiò, e in tal gru
far sporgere su loro lagrime di pietà e di d
viato le sublimi stravaganze di Byron. E se
catechismo non canta la palinodia e avverte la
in cui cadrebbe facendosi una norma del m
gli Edippi, i fratelli tebani e le Fedre saranno
moderni protagonisti dell'opera in musica. E g
ingegno di Romani; anzi finora veruno. E p
terribile vero sia quello di Fiacco quando disse
bile»^ Romani aveva sortita tanta fantasia d
pazze foggie straniere. I plausi da lui riscossi
colò per le arterie dei maestri e dei versificato
68 Si tratta forse di Melchior-Frédéric Soulié (1800-1847),
tri, dei drammi Roméo et Juliette (1828), Christine à Fontain
roi de Sicile (1833), del romanzo 'terrifico' Les deux cadavres
(1837-8).
69 HORAT.: EpLy I, 19, 17.

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1^2 JACOPO FERRETTI

assecurasse la fortuna di u
corse a cori rivoluzionarii,
la fede del talamo tradita,
gegno di Romani, ne venne
abbiamo pili diritto di ri
Barca delle loro bizarrissim
Si. Torno solennemente a
tuoni contro le scimie e i p
coraggioso riformatore del
pericolo a cui lo ha menato
altrimenti i posteri lo porr
tasia e soavissimi ritmi sco
fu stendardo di una mal
che si torni ai troppo conf
di Sparta e di Roma; no: s
Germania, di Scozia, d'Ing
pitturino le vecchie magna
tare e la morale. Si rispet
sfronda. Si rispettino i pov
tevi i guasti che produsse i
fido. Poeti melodrammat
Gli stentori fra i lauri di
Marte. Quando vi salta il ca
ricordatevi della macra figu
rico Orazio nella giornata
gli altri e incespicando fu
teatro sia scuola, non fucin
l'innocenza, non imposti de

Francesco Paolo Russo ha conseg


versità di Pavia (Scuola di Pale
Vedizione critica de II barbiere
serie «Concentum musicus» del
studi a Vienna, dove ha approfon
nella seconda metà del Settecent
Ottocento e ha indagato l'esordio
sul «Demetrio e Polibio» di Ros

70 HORAT.: Carmina, n, 7, 10.

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ALCUNE PAGINE DELLA MIA VITA I93

SUMMARY

Pages from my life. On events relating to opera poetry in Ro


Second memoire

This short autobiography was found among the papers of the librettist
Jacopo Ferretti now in the possession of his heirs. It was read at a meeting of
the Accademia Tiberina of Rome, founded in 1813 and frequented also by
the well known poets Giuseppe Gioacchino Belli and Pietro Sterbini. It gives
a description of Roman opera at a crucial period in its history With indis-
putable eloquence and an enviably light touch Ferretti guides us through the
main stages of his theatrical career: his earliest experiences as the author of
cantata texts, his collaborations with the Roman theatres as an adaptor of
other authors' librettos, his first real operatic experiences and, finally, his col-
laboration with Rossini on La Cenerentola (an experience described in great
detail). Though the work has already been brought to the music historians
attention by Alberto Cametti, who used certain sections for his volume on
Ferretti ( Un poeta melodrammatico romano: appunti e notizie in gran parte
inediti sopra Jacopo Ferretti e i musicisti del suo tempo , Ricordi, Milano 1897),
it is here published complete for the first time, including the important sec-
tions left out by Cametti as irrelevant to his biographical study.
The first section gives a detailed account of the Roman theatre in the first
two decades of the nineteenth century, with a description of the flourishing
musical life revolving round its leading opera houses (the Teatro Valle and
Teatro Argentina).
The fact that Ferretti himself played an important role in the experiences
described helps to elucidate certain events of otherwise uncertain interpret-
ation. Moreover, his constant references to large sections from the librettos
of contemporary authors throws clear light on the development of the early-
nineteenth-century libretto after the major triumphs of the late-eighteenth-
century opera buffa.
The second (and perhaps most important) section is a long final digression
on the state of contemporary opera poetry, in which Ferretti systematically
expounds his point of view.
He declares himself a convinced advocate of an opera aesthetic that avoids
the typical excesses of the new "French" brand of Romanticism (chiefly in-
spired by Victor Hugos plays); instead he aspires to a balance between the
themes of post-Metastasian classical melodrama and the earliest examples of a
new Romanticism featuring events and settings of a distinctly medieval hue.
Though well aware that he was in no position to reverse a process that by
then had become consolidated, Ferretti calls on Felice Romani - whom he

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1^4 JACOPO FERRETTI

considers the greatest theat


tendency to aesthetic and m
the nature of true theatre)
temporary customs.

Francesco Paolo Russo completed h


of Pavia with a dissertation on th
isiello (now in press in the "Conc
Rome). He completed his studies i
sicians and Viennese institutions
includes studies of Italian opera
Rossini's Roman debut , published
in Studi musicali (1994).

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