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Review

Reviewed Work(s): Ostiglia-Biblioteca dell'Opera Pia Greggiati, catalogo del fondo


musicale, vol. I: Le edizioni, (« Bibliotheca musicae », VII) by Claudio Sartori: Catalogo dei
manoscritti musicali del Conservatorio « Cesare Pollini » di Padova, (« Cataloghi di fondi
musicali italiani », 1) by Sergio Durante and Maria Nevilla Massaro: Catalogo delle
musiche di Niccolò Paganini by Maria Rosa Moretti and Anna Sorrento
Review by: Pinuccia Carrer
Source: Rivista Italiana di Musicologia , 1984 luglio-dicembre, Vol. 19, No. 2 (1984 luglio-
dicembre), pp. 344-348
Published by: Libreria Musicale Italiana (LIM) Editrice on behalf of Società Italiana di
Musicologia

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/24318313

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344 RECENSIONI

Posto in fondo al libro, il sa


se è vero che i primi lavori q
nell'ottica della critica storica
di Cupers tenta perfino di razi
me forse lo scopo principale
uno shock d'intervallo fra le
metaforica »P
Senza entrare nel merito di tale (ipotetico) obiettivo, si deve però osser
vare che, avendo superate le barriere accademiche fra le discipline, si sarebbe
dovuto procedere ad un consundvo più sistematico delle linee di tendenza che
s'incrociano nel campo musico-letterario. Qui, ad esempio, non appaiono bran
che importanti della musicologia direttamente collegate alla letteratura quali la
retorica musicale e la tematologia; sono ignorati gli apporti degli studi semio
tici al problema dei rapporti fra musica e poesia, né viene presa in considera
zione tutta la letteratura sulla librettistica che in Italia — ma non solo qui
- ha prodotto forse i frutti più maturi della ricerca interdisciplinare.
Infine si può non condividere - per ragioni idiosincratiche - il taglio
metodologico del libro, modellato sulle teorie dei nouveaux philosophes-, tut
tavia, nonostante tutte le possibili riserve, non si può non rilevare la tempe
stività, l'originalità, la consistenza e il potenziale propulsivo di questo inter
vento in un campo di studi che va rapidamente estendendosi fra studiosi
delle più diverse estrazioni.
Rossana Dalmonte

Claudio Sartori, Ostiglia-Biblioteca dell'Opera Pia Greggiati, catalogo del


fondo musicale, vol. I: Le edizioni, Milano, Nuovo Istituto Editoriale Ita
liano 1983 (« Bibliotheca musicae », VII).
Sergio Durante e Maria Nevilla Massaro, Catalogo dei manoscritti musi
cali del Conservatorio «Cesare Pollini» di Padova, Torino, EDT/musica
1982 («Cataloghi di fondi musicali italiani», 1).
Maria Rosa Moretti e Anna Sorrento, Catalogo delle musiche di Niccolò
Paganini, Genova, Comune di Genova 1982.

I tre cataloghi oggetto di recensione testimoniano dell'interesse crescente


che oggi in Italia suscita la bibliografia musicale, ed in particolar modo la
catalogazione: degno di nota, per esempio, il fatto che il Comune di Genova
abbia inserito nelle consuete manifestazioni celebrative di un ' centenario '
l'edizione del catalogo tematico delle opere di Niccolò Paganini; ο ancora
l'adesione della EDT (Edizioni di Torino), ormai affermata casa ad indirizzo
storico-musicologico, alla pubblicazione sistematica dei cataloghi di fondi musi
cali italiani curati dalla Società italiana di musicologia in collaborazione col

22 F. Bartoli, Mappe della scrittura, in II viandante e la sua orma, a cura di


U. Artioli e F. Bartoli, Bologna, Cappelli 1981, p. 202.

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RECENSIONI >45

Répertoire International des


si vale del contributo dell'As
musicali); e per finire l'inizio
Italiano, sostituitosi allo scompa
na, « Bibliotheca musicae », rivo
sicali: altre iniziative di pari
libretti vivaldiani, per citarne
lettori.
La più recente delle pubblicazioni qui considerate si deve a Claudio
Sartori, uno dei nomi di maggior prestigio della musicologia e bibliografia,
fondatore nel 1965, con Mariangela Dona, dell'Ufficio Ricerca Fondi Musicali,
che attualmente offre allo studioso un archivio di oltre 300.000 schede: è il
catalogo delle musiche a stampa della biblioteca di Ostiglia (MN), da tempo
predisposto e « Finalmente! » (così il titolo della prefazione) dato alle stam
pe. La breve ed essenziale introduzione (pp. ιιι-νι) permette al lettore di
ripercorrere con chiarezza le tappe storiche di questa ricchissima biblioteca di
cui Sartori stesso trattò ampiamente in « Fontes Artis Musicae » (XXIV, 3): dai
primi tentativi di Giuseppe Greggiati (1793-1896) di raccogliere la produzione
dei compositori mantovani del XVIII e XIX secolo all'ampliamento della
collezione con pezzi manoscritti e a stampa di varia provenienza, dalla ricerca
sistematica di biblioteche private al lascito « per tutti quei giovani del paese
che si dedicassero allo studio della musica ». Così il Fondo Greggiati risiede
dalla metà del secolo scorso ad Ostiglia; ricordiamo per inciso che Mariangela
Donà sta curando la stessa collana « Bibliotheca musicae » la pubblicazio
ne del catalogo dei manoscritti, sempre appartenenti al medesimo fondo.
Per la sistemazione delle schede Claudio Sartori riprende, in un totale di
seicento pagine, l'organizzazione data all'archivio dell'Ufficio Ricerca Fondi
Musicali di Milano, raccogliendo il materiale in sei parti: letteratura musicale -
letteratura musicale adespota - cataloghi di editori - libretti - musiche, trattati,
metodi - musiche adespote. Il criterio scelto per l'ordinamento delle singole
parti è quello alfabetico (secondo i generi, per autori, titoli, case editrici); la
scheda contiene l'autore e/o il titolo, la descrizione col numero di lastra, la
collocazione attuale nella biblioteca di Ostiglia secondo la normale prassi delle
schede catalografiche. La parte più ricca è la quinta, un lungo elenco di brani
musicali, metodi di prassi esecutiva e di composizione (spesso di un solo
autore) che sembrano attendere il piacere di una riscoperta!
Cosa mettere in evidenza in un catalogo come questo oltre all'interesse
del materiale? Soprattutto, la chiarezza della compilazione, che rende ogni
scheda di facile lettura anche al ricercatore meno esperto; la funzionalità
dell'ordinamento complessivo e dei singoli settori, preziosa visto che due sono
gli scopi principali di un catalogo: favorire la ricerca di nuove musiche e
facilitare riscontri ed identificazioni. Proprio a tal proposito viene spontaneo
chiedersi perché non siano stati aggiunti gli indici, sempre utili per snellire la
consultazione. Segnaliamo infine la presenza degli errata corrige, utili per
ché qualche inesattezza (poche per verità) rischiava di essere non formale ma
sostanziale.

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346 RECENSIONI

Di pari interesse, seppur di nat


Nevilla Massaro e Sergio Durante
del Conservatorio « Cesare Poll
tati nell'introduzione (ρρ. νιι-
tativamente più nutrito, perv
Nuovo) e definito appunto Arc
prende partiture d'opera (di C
documentano parte delle esecuz
il 1838, di sinfonie del primo O
ballo e di ballabili, questi ultim
organizzate dal teatro, ed infine
ti » ovvero di « riduzioni per pic
gli atti degli spettacoli di pros
non, completano questo repertor
modo le norme RISM, con le mod
manoscritti; la scheda si presen
descrizione del manoscritto, elem
ni e infine la collocazione; comun
tazioni ambigue (per esempio,
quali sono gli interpreti ricava
glia di consultare attentamente l
ve alle norme ed ai criteri seg
motivato l'ordinamento del m
manoscritti di opere singole di a
per autore (gli adespoti sono el
le antologie e l'ultima i trattat
preceduti da un prospetto topogr
Pubblicazione che, di mole notevole ed indubbio interesse, è stata forse
compilata un po' troppo frettolosamente: non si giustificherebbero altrimenti
le frequenti inesattezze che si riscontrano soprattutto nella prima parte: i
nomi non sempre esatti (al n° 172 non si tratta di G. Gabitzki), bensì di
Joseph Labitzkij, al n° 77 non di Vincenzo ma di Francesco Canneti si tratta,
e al n° 79 non di Filippo Chelli bensì di Filippo Celli), qualche attribuzione
non precisa (al n° 168 la composizione non è di Valentino ma di Vincenzo
Fioravanti), e infine molte identificazioni che, pur di facile deduzione, non
sono state compiute. Alcuni esempi: il valzer La Voluttà, dato col solo
cognome dell'autore (Fumagalli) è di Disma Fumagalli (cfr. n° 171), il recita
tivo e rondò Che farò senza il mio bene di Domenico Cimarosa è tratto da
Giunio Bruto (cfr. n° 81), l'aria con recitativo La dolce compagna di Giusep
pe Sarti è da Demofoonte (cfr. n° 519/3), la riduzione strumentale da Gli
Orazi e Curiazi di Domenico Cimarosa non è del « coro e galop » bensì della
Marcia e Coro Pria che pugnar si sciolgano (cfr. n° 91) e quella dal Bon
delmonte si riferisce alla cavatina Sovente orrenda voce. Queste ed altre
inesattezze si potevano evitare con un'occhiata alle partiture ed un confronto
dei dati con quelli dell'Archivio dell'Ufficio Ricerca Fondi Musicali (è dovero
so, a tal proposito un ringraziamento a Mariangela Dona per l'aiuto offerto

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RECENSIONI 347

mi); maggior attenzione ins


proposte avrebbero potuto a
completi.
Anche l'ultimo catalogo qui in elenco nasce dalla collaborazione di due
autori: M. Rosa Moretti ed Anna Sorrento. Si tratta tuttavia di un testo di
natura diversa dai precedenti poiché non prende come oggetto un fondo od
una biblioteca bensì l'opera omnia di un musicista, Niccolò Paganini. Pur non
adeguatamente pubblicizzata nei momenti di studio che hanno animato le
celebrazioni paganiniane, l'iniziativa editoriale patrocinata dal Comune di Ge
nova è di certo tra le più adatte per ricordare un compositore nella maniera
più concreta: non è certo superfluo rilevare quale sia l'importanza di un
catalogo tematico, strumento bibliografico senza il quale rimane difflcile rico
struire con esattezza l'opera di un musicista e mezzo insostituibile per risolve
re, attraverso il censimento delle fonti, i problemi di datazione, attribuzione,
organico. La produzione di Paganini non era stata sottoposta sino ad oggi ad
una catalogazione sistematica; i primi due tentativi, che risalgono rispettiva
mente al 1851 (elenco di N. De Giovanni in G. C. Conestabile, Vita di
Niccolò Paganini, a cura di F. Mompellio, Milano 1936) e al 1898 (Collezione
Niccolò Paganini per l'Esposizione di Torino, Catalogo, Sez. 3 musica, Parma
1898) ed il Catalogo di G. Kinsky (Musikhistorisches Muséum von Wilhelm
Heyer, Katalog IV, Koln-Leipzig 1916) che per anni è stato il riferimento più
valido, si limitano infatti all'ordinamento di una parte soltanto del corpus
paganiniano e precisamente a quei manoscritti lasciati dal violinista al figlio
Achille nel 1840. Con l'aggiunta progressiva di altri pezzi, essi vengono a
formare la raccolta paganiniana più nutrita, la Collezione postuma ora alla
Casanatense di Roma (cfr. pp. 380-381). Accanto ai lavori citati, occorre
aggiungere i numerosi indici ed elenchi commentati e ragionati che compaiono
all'interno od in appendice agli studi monografici, dedicati a particolari settori
della produzione paganiniana (per esempio, l'elenco completo delle fonti per e
con chitarra curato da D. Prefumo). Il catalogo qui recensito si propone
invece, secondo l'affermazione delle autrici nella prefazione (pp. xv-xix) « u
na rigorosa revisione del materiale esistente ed una ricerca capillare delle
fonti »: fonti che vengono ordinate, come spiega il breve paragrafo dedicato
al piano dell'opera, in sei diverse sezioni: le prime due contengono le compo
sizioni complete ed incomplete, databili ο di incerta datazione, siglate M.S. e
numerate progressivamente; le quattro rimanenti, i cui incipit sono privi della
sigla, le opere perdute, quelle dubbie ο falsamente attribuite, gli schizzi e gli
abbozzi. La datazione (il criterio di fondo che ha guidato le autrici nell'ordi
namento del materiale) è una delle voci di maggior interesse e nel contempo
maggiormente suscettibile di discussione. È quasi sempre problematico, in
assenza di elementi definitivi, datare con certezza un'opera: nel caso di
Paganini, poi, è più semplice stabilire la data di esecuzione ο di edizione che
quella di composizione: le autrici stesse avvertono, d'altronde, che per la
maggior parte del corpus paganiniano è accertabile il termine ad quem ο a
quo e che per ogni composizione, sulla base dei documenti, delle dediche, di
elementi stilistici ο di considerazioni storico-musicali, può essere formulata

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soltanto un'ipotesi di datazione. T


ragionata, fornendo così, per
riscontri e verifiche eventuali. P
rimane contestabile l'aver assu
fondo; è preferibile condurre l
l'organico e la tonalità, per es
elencate secondo tale ordine, si
un capitolo a sé le proposte
criterio ha motivato le autrici
l'intero repertorio, fornendo a
l'aspetto bibliografico: vien detto
di utilizzare in modo autonomo taluni movimenti dei suoi concerti a seconda
delle esigenze del pubblico delle Accademie, oppure dell'abitudine di stendere
solo parzialmente pezzi già scritti per altre occasioni, lasciando così maggior
spazio all'esecutore. Per alcune schede si potrebbe addirittura parlare di ' ar
ticoli in miniatura ', come nel caso del M.S. 67 Le Couvent du Mont Saint
Bernard per violino, coro virile e orchestra, la cui stesura completa viene
ricostruita attraverso una comparazione col Concerto n. 2 in Si minore e con
tutti gli elementi emergenti dai manoscritti e dai documenti di archivio; e per
i brani più problematici è presente una breve introduzione critica, come per
la Sonata Militare per violino e orchestra (M.S. 46) giunta mutila della sua
parte solistica ο per La Tempesta, sempre per violino e orchestra, di cui
Paganini compose solo il movimento finale, un tema con due variazioni,
avendo affidato la composizione della sonata al violinista austriaco Joseph Panny.
La collazione completa delle fonti e dei documenti ha permesso poi l'identifica
zione di temi e l'integrazione di pezzi sino ad ora ritenuti persi od incomple
ti.
Qualche accenno infine sulla struttura delle schede: dopo la sigla, il titolo
e l'incipit tematico, la scheda propone la data della composizione, l'elenco
delle fonti manoscritte, autografe e non, i facsimile, la storia del manoscritto
stesso, le eventuali elaborazioni dell'autore, la prima edizione, i documenti
d'archivio e la letteratura con precisi riferimenti alle pagine relative al pezzo
schedato. Le ultime pagine, da 361 a 420, sono dedicate alla storia della
Collezione postuma, alla bibliografia (aggiornata al 1982) e agli indici (delle
fonti non musicali, delle composizioni in ordine di catalogazione e di organi
co, delle opere, dei nomi delle biblioteche, archivi e collezioni private). Manca
invece un indice degli incipit musicali che favorirebbe l'utilizzo del repertorio
ed eviterebbe, nel caso per esempio dell'identificazione di un tema, lo spoglio
dell'intero catalogo. Una mancanza, tuttavia, che non compromette l'importan
za e la validità di questo lavoro.

Pinuccia Carrer

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