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Il Corsaro
Melodramma tragico in tre atti
libretto di
Francesco Maria Piave, da
Personaggi
Prima rappresentazione:
Trieste, Teatro Grande, 25 ottobre 1848
Verdi: Il corsaro - Atto primo
ATTO PRIMO
Scena V CORRADO
Oh così tetre immagini
Medora e Corrado.
Dal tuo pensier discaccia,
CORRADO Tu mi vedrai dai vortici
Tornar fra le tue braccia,
(che avrà udite le ultime parole di Medora):
E tergere quel ciglio
È pur mesto, o Medora, il canto tuo Mesto del mio periglio,
E le tue pene in subita
MEDORA Gioja, amor mio, cangiar.
Quando lungi è Corrado Ma l’ora avanza celere…
esser può lieto?
Perché fuggir l’amore? MEDORA
Dove, perché te ‘n vai?…
CORRADO
Eppur su questa terra CORRADO
Se togli l’amor tuo, nulla mi resta… Un dì forse il saprai.
Quasi non oso più sperar ne’ cieli…
MEDORA
MEDORA Deh non lasciarmi!…
Ah mio Corrado, taci!…
CORRADO
CORRADO No!…
Tutto il passato è pegno Medora, il deggio!
A te dell’avvenire…
No, l’amor nostro non morrà… Medora! MEDORA
Ho d’uopo ancor del tuo coraggio… Ascoltami.
2
Verdi: Il corsaro - Atto primo
(S’ode un colpo di cannone) CORRADO
CORRADO Vano è il duol che ti tormenta,
Credi a me, sarai felice,
Senti?… già dato è il segno. Voce arcana mi predice
Che fra poco tornerò.
MEDORA E in letizia il tuo dolore
Pietà delle mie lagrime. Tramutarsi alfin vedrò.
CORRADO CORO
Pronto a salpare è il legno. Deh Corrado! Vien, t’affretta…
L’indugiar perder ne può.
MEDORA
Oh mio dolor! (Il cannone tuona la seconda volta)
CORRADO
CORRADO
Varcata è l’ora… Addio!…
M’attendono!…
Ti calma, io tornerò! (Fugge)
MEDORA MEDORA
Tornerai, ma forse spenta Ah non partir! Gran Dio!
Pria cadrà quest’infelice,
Voce infausta al cor mi dice (Sviene)
Che mai più ti rivedrò!…
Deh riman se in petto hai còre,
O di duolo io morirò.
3
Verdi: Il corsaro - Atto secondo
ATTO SECONDO
Scena I (All’Eunuco che parte:)
Stanza deliziosa nell’Harem di Seid. Odalische Ah conforto è sol la speme
tenenti veli trapunti e gemme che presentano a Per quest’anima smarrita:
Gulnara. Il sentier della mia vita
Non fia sempre di dolor:
CORO Forse il cielo alfin commosso
Oh qual perenne - gaudio t’aspetta? A pietà del pianto mio
Tu prima gioja - sei del Bascià. Darà fine a quel desio,
Vieni, Guinara, - vieni, o diletta, Che m’infiamma e strugge il cor.
Per te sol brilla - qui voluttà.
Di vesti seriche - di ricche gemme CORO
Cingi ed adorna - la tua beltà.
Del Bascià tu sei desio,
Th sei la stella - di quest’Haremme,
Tu regina del suo cor.
Uri più vaga - il ciel non ha.
EUNUCO Scena IV
Seide celebra - con gioia e festa Detti e Seid che entra seguito da Selimo ed altri
Una vittoria - che egli otterrà. guerrieri. Tutti si prostrano.
Vieni, a goderne - tu pur t’appresta,
Te spettatrice - vuole il Bascià. SEID
O prodi miei, sorgete,
GULNARA Gioia v’àllegri i cuori
Verrò… voi pure - con me verrete. Mentr’io preparo a voi vittoria e allori.
Squillin le trombe intanto,
(Alle Odalische) E ad Allah vincitor s’intuoni il canto.
Salve, Allah!… tutta quanta la terra
Al suo comando - s’ubbidirà.
Del suo nome possente risuoni:
4
Verdi: Il corsaro - Atto secondo
SEID
Scena VI
Resta ancora.
Detti e Corrado sotto le spoglie d’un Dervis intro-
dotto dallo Schiavo. DERVIS
SEID Signore…
Onde, o Dervis?
SEID
DERVIS Lo voglio!
I miei cenni ripeter non soglio.
Dei perfidi
Fuggii pur or l’artiglio. (Un abbagliante chiarore illumina la scena)
DERVIS DERVIS
Tre lune, or sono, varcando (O miei prodi!)
Su musulman naviglio.
(Con: gioja: mentre tutti confusamente vanno alla
spiaggia, scoppia un brulotto. Il fuoco s’appicca alle
SEID navi, indi al serraglio)
Chi t’ha salvato?
TUTTI
Traditi noi siamo;
Preda al fuoco già sono le navi.
5
Verdi: Il corsaro - Atto secondo
SEID CORO INTERNO
A me l’armi… Il Allah! Il Allah!
TUTTI CORRADO
Il periglio affrontiamo. (ai suoi)
GULNARA CORRADO
Ah pietade! pietà! Pei vili tuoi pari -tremenda è la morte,
Ma chiusa è al terrore - quest’anima forte.
CORRADO Vedrai se il tormento - mi strappa un lamento
Non temete, Quel gaudio infernale - non devi gustar.
Rispettate, redente sarete.
6
Verdi: Il corsaro - Atto secondo
GULNARA CORRADO
(È demone o nume -l’ignoto corsaro? Perfido a me? Tu il sei…
Quel fiero sembiante - mi sembra pur caro! Potessi un brando stringere,
M’accende nel core - tal fiamma d’amore Tremar ben ti farei:
Qual mai non vi seppe - Seide destar) E vile, abbietto, e despota
Fare agli inermi insulto.
GIOVANNI
(Che giova l’ardire - nel petto del forte, SEID
Se a lui non sorride - propizia la sorte? Morrai.
Ha troppo sfidato - Corrado il suo fato,
Ed or la cervice - vi debbe piegar) CORRADO
Ma non inulto.
CORO
Vittoria, vittoria: - l’impresa è compiuta! SEID
Recisa è la testa - dell’idre temuta: Nuovi supplizi, orribili,
Distrutti i Corsari - sui liberi mari Mal noti all’uomo e al demone
Potremmo le vele - securi spiegar. Immaginar saprò.
7
Verdi: Il corsaro - Atto terzo
ATTO TERZO
Scena I SELIMO
Stanza di Seid Intesi!….
Seid
SEID
SEID Or va!…
(solo siede pensoso): Eccola!… fingasi.
8
Verdi: Il corsaro - Atto terzo
SEID Guai, tiranno, s’io rammento
Nol farei franco - per quante gemme Che l’onor m’hai tu macchiato,
Del mio Sultano - chiude l’Haremme. Che mi desti, o scellerato,
All’infamia ed al dolor..)
GULNARA
Franco non dico, - lascialo vivo Scena V
Meglio ti frutta - se l’hai captivo. Interno d’una torre. Di fronte una porta chiusa
che mette al mare: presso ad essa un balcone con
SEID grosse inferriate. A sinistra dello spettatore porta
Del mio nemico - dunque sì cara con cancello che guida alle gallerie superiori del
È a te la vita?.. Bella Gulnara. Serraglio. Da un lato é un duro giaciglio.
Ad ardua, credimi, - opra t’accingi; Corrado carico di catene alteramente passeggia.
Invan mi preghi, - invan tu fingi…
Empia tu l’ami - CORRADO
Eccomi prigioniero!
GULNARA Ambiziosi sogni miei svaniste!
Signor, che ascolto! In forse è l’onor mio, più ancor la vita!…
Infelice Medora!
SEID Quanto di lei mi duol! il fero annunzio
La colpa orribile - ti leggo in volto, L’ucciderà… pur se una spada avessi
Se questi ferri… ahimè…, vane lusinghe!
GULNARA Al mio stanco cadavere un istante
Di riposo s’accordi;
Ingrato!
E faccia il sonno l’ore
Men lente all’uom che muore!
SEID
Scostati! col tuo rossore (Si getta sul giaciglio e s’addormenta)
L’onta è palese - del vil tuo core:
Ma bada, o perfida, - al mio consiglio, Scena VI
Non è il corsaro - solo in periglio! Detto e Gulnara che cautamente aperto il cancello
Una parola - e fia l’estrema s’avanza vestita di bianco tenendo in mano una
lampada. Apprestatasi a Corrado amorosamente lo
GULNARA contempla.
(Come salvarlo?)
GULNARA
SEID Ei dorme?… eppur nel pianto
Pensaci e trema! Veglian molti per lui. Qual possa arcana
Sia l’istante maledetto Sì caro a me lo rende… io della vita
Che dal foco ei ti campava, Debitrice gli son… ma… già si desta…
Non più sposa, abbietta schiava
Tu sarai del tuo signor… CORRADO
Trema iniqua! tu non sai Sei tu mortale, o spirto?
Qual t’aspetta orrenda sorte,
Tu non sai che sta la morte GULNARA
Nel sospetto del mio cor. Colei più non ravvisi
Che dal foco salvasti?… a te ne vengo…
GULNARA
(Ei minaccia, e non conosce CORRADO
Quanto possa un’alma offesa, A che?
Ei non sa qual furia accesa
V’han qui dentro ira ed amor.
9
Verdi: Il corsaro - Atto terzo
GULNARA GULNARA
L’ignoro anch’io: ma tua nemica Ami tu dunque?
Certo non son.
CORRADO
CORRADO Un angelo!
Nol sei?-
GULNARA
GULNARA Quanto l’invidio!
Ti rassicura.
CORRADO
CORRADO E caro
Allor la morte mi sarà Non t’è Seid?
men dura!
GULNARA
GULNARA Quel barbaro?
Seid la vuole: inutili Schiava son io, corsaro!…
I prieghi miei ti furo. Ed il mio core un palpito
Per esso aver potria?
CORRADO A foco così ignobile
Per me pregasti? Non arde l’alma mia.
Ma che dicea? Sia l’unico
GULNARA Pensier de’ giorni tuoi
Che ora mi prenda. Infrangere
Libero
Voglio i tuoi ceppi.
Pur tu ne andrai: lo giuro!
CORRADO
CORRADO
E il puoi?
Chi mi trarrà dal carcere?
GULNARA
GULNARA
Sì, tutto io posso seguimi!
Del braccio mio l’ajuto.
CORRADO
CORRADO
Seguirti, e questi ferri?
No, se non valsi a vincere
Saprò morir. Rifiuto…
GULNARA
Solo un pensier mi lacera…
Cadran; da me fur comperi
GULNARA Servi, soldati e sgherri…
Di chi?
CORRADO
CORRADO Donna!
D’un’alma afflitta…
GULNARA
GULNARA Diffidi? un agile
Navil ci attende al lito:
Dunque ami tu? (me misera!)
Già tutto è presto: seguimi
Prima il cammin t’addito.
CORRADO Seid che su te vigila
Or sola e derelitta! Giace or nel sonno: tieni,
Questo è un pugnal… la vittima
Mai più si desti! ah vieni!…
10
Verdi: Il corsaro - Atto terzo
CORRADO Scena VII
Cessa, o Gulnara, lasciami, Corrado solo.Il tuono romoreggia: scoppia il ful-
Il tuo pregare è vano… mine.
Giammai saprò d’un perfido
Pugnale armar la mano; CORRADO
Sul mio capo discenda,
GULNARA Fero Iddio, la tua folgore orrenda
Ti muova il mio periglio, Tronca alfin questa misera vita!
Se non il tuo, spietato!
Vieni, t’arrendi… (Cessa il tuono e il cielo va poco a poco rasserenan-
dosi)
CORRADO Ah ch’io vivo!
Ah lasciami
Al mio destino! Scena VIII
GULNARA Gulnara entra volgendo lo sguardo inorridita dietro
di sé; cammina vacillando e cade.Sottovoce dice a
Ingrato! Corrado:
Non sai tu che sulla testa
Già ne freme la tempesta? GULNARA
Che il tuo palco e la mia scure Già l’opera è finita;
Può l’aurora illuminar? Per destarsi egli stava… e mori!
Ah fuggiàm da queste mura,
N’apra scampo il vasto mar. CORRADO
CORRADO Tu?… Gulnara, omicida!…
No, mi lascia alla mia sorte, GULNARA
Fissa in cielo è questa morte.
Il destino a me fa guerra, Ei perì.
Dio m’impresse il Suo suggel;
(Sorge e appressandosi a Corrado dice piangendo:)
Maledetto io son in terra,
La mia speme è solo in ciel! La terra, il ciel m’aborrino,
Tu sol, tu sol nol dêi.
GULNARA Per amor tuo colpevole,
Di seguirmi tu dunque disdegni? Caro stranier, mi fei.
Fuggiam: d’un ferreo vincolo
CORRADO Mi stringe teco il fato,
Senza speranza amato,
Io disdegno…
Ma salvo almen t’avrò.
GULNARA CORRADO
Terror d’un pugnale
Or più di me sei misera,
Provi tu, masnadiero, corsale?
E sol per me lo sei,
(Risoluta) Perché volesti accrescere
Donna, i rimorsi miei?
Un imbelle a vibrarlo t’insegni! Troppo è con noi terribile,
Troppo crudele il fato:
(Fugge rapidamente pel cancello brandendo colla Se amarti non m’è dato
massima esaltazione il pugnale) Salvarti almen saprò.
CORRADO (Fuggono per la porta che mette al mare)
Ah! che fai?
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Verdi: Il corsaro - Atto terzo
Scena IX ANCELLA
Spiaggia del mare come nell’atto primo. Si vedrà Ah! brilla per quell’anima
una nave ancorata. Di gioja un lampo ancor!
Corsari, Medora ed Ancelle. CORSARI
MEDORA Con te pugnare e vincere
Voi tacete…, io non oso Ne Sarà dato ancor!
Interrogarvi… eppur vorrei… lo sposo…
Silenzio!… ahimè!… so tutto. MEDORA
Il mio Corrado non è più…. (Fra poco Or contenta morrò!
Con lui sarò… già nel mio seno è morte!…
Scendo contenta dell’età sul fiore CORRADO
Nella tomba che schiuse a me l’amore) Che di’ tu mai?
ANCELLE MEDORA
Non disperar, Medora!… Mi contempla!
MEDORA CORO
È lui! che feci?… Il suol mi manca… io cado!… Oh
MEDORA
Scena Ultima
Grazie ti rendo - bella pietosa.
Detti, Corrado e Gulnara con alcuni Corsari.
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Verdi: Il corsaro - Atto terzo
GULNARA CORRADO
Ah sì! l’adoro, Ah se tu muori inospita
Ma invano. Landa mi fia la terra,
Del mio destin la guerra
MEDORA Più non saprei durar!
È vero? - Corrado, io moro! O mia diletta, guardami!
L’amante tuo son io…
CORRADO Se a te serbommi un Dio
Perché mi vuoi lasciar?
Che festi, o misera?…
GULNARA
MEDORA
Cara, innocente vittima
Io ti credea…
D’un infelice amore,
Già spento, e vivere - più non potea
Vivrai del nostro core
Perdono…
Nel mesto palpitàr.
Reca nel ciel le lagrime
CORRADO Del pentimento mio,
Or apriti - terra! e m’ avrai. Pietà, perdon da Dio
Tu mi saprai pregar!
TUTTI
Frenar le lagrime - chi puote ormai? CORO
Ah troppo di quell’anima
MEDORA Fu lungo il dolorar.
O mio Corrado, appressati:
Mi sia conforto almeno (Medora muore nelle braccia di Corrado)
Sopra l’amato seno
CORRADO
Quest’anima esalar.
Del giorno i rai s’oscurano… Spenta è Medora!!!…i vortici
Più non… ti veggo… addio… M’inghiottino del mar.
In cielo… innanzi… a Dio…
(Si slancia in mare)
Volo… per te… a… pregar!…
CORO
Che fai? Corrado!… Ah corrasi
Quel misero a salvar!
FINE DELL’OPERA
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