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2010/11
Mario Tirelli
Dati tabelle
• Le pagine 3,4,5,10,11 riportano dati italiani, ISTAT
(http://www.istat.it)
• Le altre pagine riportano dati medi europei ripresi dal
bollettino mensile della Banca Centrale Europea (marzo
2011, http://www.ecb.int/pub/mb/html/index.en.html) e
sono di fonte Eurostat.
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Misurazione
• Indice dei prezzi al consumo
• Tasso di inflazione (annuale, trimestrale,
mensile)
• Tasso di inflazione tendenziale.
• “Stabilità dei prezzi”
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Indice dei prezzi al consumo
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Stabilità dei prezzi
• Inflazione (deflazione) = aumento
(riduzione) generalizzato (dell’indice) dei
prezzi (al consumo).
• Stabilità dei prezzi = tasso di inflazione
basso e costante nel tempo.
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TASSI DI VARIAZIONE TENDENZIALE
PREZZI
(base retribuzioni consumo produzione
1995=100) (1) (2) (3)
(3) Indice generale dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali
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Le cause dell’inflazione
• Inflazione da domanda (e da offerta)
• Inflazione da costi
• Inflazione da profitti
• Inflazione importata
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Inflazione da costi e profitti
• Curva di offerta inversa, p = mL CM
• In termini di tassi di variazione percentuali
π = mL + g
Supponiamo CM=W/PML
Il CM in variazione percentuale è g = w - r
π = mL + w - r
L’inflazione dipende dal tasso di crescita dei
margini di profitto e da varizioni del prezzo dei
fattori che sopravanzano variazioni della loro
produttività
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Inflazione importata
• La ragione di scambio internazionale e la
PPP. In equilibrio
(PNaz ä e) = Pest
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Perdita di potere di acquisto
• Perdita di potere di acquisto della moneta
(contratti e asset denominati in moneta e
nonindicizzati, distorsioni del sistema fiscale).
– ï Perdita di reddito e di ricchezza reale individuale.
– ï Costi di transazione individuali (“Shoe lather
costs” e “menù costs”).
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• Effetti distributivi determinano iniquità e
tensioni nei rapporti contrattuali e sociali.
– Contratti di lavoro e loro rinnovi
– “Conflitti inter-generazionali” sulla distribuzione del costo
del debito pubblico e “signoraggio “
• Variazioni della distribuzione dei redditi e
della ricchezza reali determinano anche
variazioni dei prezzi relativi.
– Variazioni del reddito/ricchezza individuali non si
traducono quasi mai in una proporzionale revisione delle
loro decisioni sul paniere di spesa e sugli investimenti. In
aggregato, ciò determina effetti sulla domanda, l’offerta
agregata e sui prezzi relativi. Quindi, ha effetti allocativi
che modificano il PIL, il tasso di disoccupazione, la
ragione di scambio internazionale, etc.
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Errori di previsione
• Maggiore inflazione si accompagna
spesso a maggiore variabilità dei prezzi (i
prezzi vengono ricontrattati e aggiustati
con maggiore frequenza dagli operatori).
Questo rende difficile distinguere
variazioni dei prezzi relativi da semplici
variazioni dell’indice generale dei prezzi.
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St. Dev. Vs. Media 1/1973-1/2011 (mensili)
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Una misura “classica”
• Gli errori di previsione sono loro stessi
responsabili della perdita di potere di
acquisto della moneta
• Il costo relativo viene spesso stimato
guardando alla perdita di sovrappiù totale
dei detentori di saldi monetari non-fruttiferi
(moneta legale, depositi in c/c bancari e
postali…M1).
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• Questo può determinare un accorciamento
della durata dei contratti accrescendo la
volatilità degli scambi.
• Si potrebbe quindi registrare che
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St.dev GDP vs. Inflazione
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Deflazione
• Cosa possiamo dire della deflazione?
– Aumeta il costo del debito (non indicizzato) e
si deprezza il valore delle garanzie finanziarie
(l’attivo valutato ai prezzi di mercato peggiora, mentre
il passivo valutato al prezzo di rimborso rimane
costante)
– Aumenta il costo dei fattori i cui prezzi sono
poco flessibili verso il basso (come il lavoro)
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Rimedi
• L’indicizzazione non è un buon rimedio,
ma interventi regolamentari possono
ridurre gli effetti distorsivi, distributivi e le
tensioni sociali.
• La politica monetaria (vedremo perchè)
• La politica fiscale (un certo rigore di
finanza pubblica aiuta, vedremo perchè)
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