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TORINO (3-4-2-1):
V. Milinkovic; Zima, Bremer, Rodriguez (17' st Buongiorno); Singo, Lukic, Mandragora, Ansaldi (29'
st Aina); Linetty (29' st Pobega), Pjaca (29' st Praet); Sanabria (40' st Rincon). A disp.: Baselli,
Berisha, Brekalo, Djidji, Gemello, Vojvoda, Warming.
All.: Juric.
SALERNITANA (3-5-2):
Belec; Gyomber (21' st Ribéry), Strandberg, Gagliolo; Kechrida, M. Coulibaly (40' st Schiavone), Di
Tacchio, Obi (1' st L. Coulibaly), Ruggeri (1' st Ranieri); Simy (1' st Djuric), Bonazzoli.
A disp.: Bogdan, Delli Carri, Fiorillo, Kastanos, Russo, Vergani, Zortea.
All.: Castori.
Arbitro: Aureliano
Marcatori: 45' pt Sanabria (T), 20' st Bremer (T), 42' st Pobega (T), 46' st Lukic (T)
Ammoniti: Bonazzoli, Gyomber (S). Recupero: 3' pt e 4' st.
Vincenzo Russo
Allenatore UEFA B. Match Analyst FIGC 110/110. Autore A lezione dai grandi allenatori
del libro "Palle inattive: le soluzioni delle squadre
professionistiche", editore Allenatore.net
ANALISI TATTICA
Il Torino di Mr. Juric utilizza come sistema di base un 1-3-4-2-1 che si evolve e si adegua
agli spazi concessi dagli avversari o alle loro scelte.
Nella recente gara vinta 4-0 contro la Salernitana, i granata hanno mostrato come la
fluidità del sistema di gioco e l’adattamento situazionale dei giocatori agli spazi possa
creare soluzioni differenti in grado di massimizzare le caratteristiche dei singoli e allo
stesso tempo creare notevoli difficoltà agli avversari.
In prima costruzione il Torino crea una struttura 4+2, tenendo centrali Bremer e Zima
(braccetto di destra) e in ampiezza Rodriguez, (braccetto di sinistra) e Singo
I due centrocampisti centrali Mandragora e Lukic completano la struttura.
Durante il
giropalla il
centrocampista
centrale
Mandragora
decide quindi di
aprirsi al fianco di
Bremer, agendo di
fatto come un
braccetto sinistro, permettendo al difensore laterale Rodriguez di alzare ulteriormente il
proprio baricentro.
Si passava quindi
da una costruzione
4+2 ad una in
adattamento in
3+1 con due
esterni collegati.
Questo movimento
a “svuotare“
dentro risulta
molto importante
nel prosieguo
dell’azione
(fotogramma 2).
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A lezione dai grandi allenatori
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A lezione dai grandi allenatori
Liberata la linea di
passaggio verso la
punta Sanabria,
innesca una
rapida
combinazione al
limite che premia
l’inserimento di
Pjaca alle spalle
del braccetto
destro avversario
(fotogramma 6).
Da questo sviluppo si evidenzia come il Torino abbia cambiato per ben due volte la
struttura di costruzione in base al comportamento avversario, con l’obiettivo di creare
dubbi ai giocatori di catena della Salernitana.
Sia la mezzala di destra che il quinto si sono trovati spesso in situazioni di 2v1 e quindi
indecisi se forzare la pressione o difendere lo spazio.
Il Torino svuotando dentro e portando più uomini sulla catena esterna è riuscito a creare
superiorità in quella zona, favorita dal fatto che il vertice basso avversario rimaneva in
zona centrale (in una posizione poco utile) non permettendo a mezzala e quinto di
scivolare in avanti.
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A lezione dai grandi allenatori
SESSIONE DI ALLENAMENTO
L’obiettivo di questa seduta di allenamento è quello di lavorare in costruzione alta strutturando sviluppi variabili in base alle
pressioni avversarie.
Si parte proponendo un’attivazione tecnica utile sia a curare il gesto tecnico che gli scambi rapidi con attacco allo spazio, per
poi passare ad un’esercitazione situazionale e delle partite a tema.
Punti chiave:
Ÿ monitorare la qualità e l’efficienza (forza, precisione) dei gesti tecnici (passaggio, ricezione),
Ÿ monitorare la rapidità di lettura e scelta dei singoli,
Ÿ monitorare i tempi di movimento.
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A lezione dai grandi allenatori
Regole:
Ÿ obbligo di passaggi rasoterra,
Ÿ obbligo di due tocchi per i giocatori di movimento,
Ÿ nei campi blu/rosso se i difendenti non recuperano in un determinato tempo, si cambia il possessore palla,
Ÿ nel campo giallo si può far goal solo dopo 5 passaggi consecutivi.
Punti chiave:
Ÿ monitorare la qualità e l’efficienza dei gesti tecnici (passaggio, ricezione),
Ÿ monitorare i tempi di movimento e l’efficacia negli smarcamenti,
Ÿ monitorare le posture dei singoli in situazione di 1v1,
Ÿ monitorare l’aspetto metabolico con il preparatore adeguando le metrature dei campi.
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A lezione dai grandi allenatori
Campo giallo
La partita a tema si sviluppa in uno spazio 50mt x 50mt con una zona “meta” 50 mt x 10 mt coinvolgendo 14 giocatori schierati
come da sistema di gioco principale (blu) e come i potenziali avversari (rossi) in pressione ultra-offensiva.
Dopo un primo momento didattico a ritmi bassi in cui si spiega rapidamente la rotazione per passare da una costruzione in
3+2 ad una 4+1, o viceversa, si passa alla fase attiva. L’obiettivo della squadra blu è quello di costruire, cercando di superare
la pressione avversaria per poi raggiungere la linea di meta rifinendo in una delle porticine colorate.
Ognuna di queste simula una potenziale linea di passaggio che si potrebbe avere in gara. Bianca indica la punta centrale, blu i
centrocampisti offensivi in zona di rifinitura e gialla un eventuale esterno in proiezione offensiva.
La squadra rossa invece ha il compito di creare densità centrale e aggredire la controparte cercando il recupero della palla.
Il punto si assegna ai blu se rifiniscono positivamente in una delle porticine e ai rossi se riconquistano la palla.
Dopo un determinato tempo, le due squadre si invertono andando a scambiarsi i compiti.
Campo blu
Gli altri 6 giocatori sono posizionati nel campo “blu” di 40mt x 50mt ca. per un’esercitazione situazionale che simula le
soluzioni potenziali originate da una dislocazione offensiva che permette sbocchi in ampiezza, nella zona di rifinitura e in
profondità.
Il giocatore sul delimitatore rosso simula il braccetto in ampiezza in possesso palla ed avvia lo sviluppo scegliendo in maniera
autonoma quale dei compagni servire originando così uno sviluppo differente.
Se il rosso gioca sul giocatore blu posto sul delimitatore bianco, da il via ad uno sviluppo laterale che porta il giocatore sul
cinesino giallo alla rifinitura dal fondo. Contemporaneamente i due centrocampisti offensivi (cinesi bianchi), la punta (cinese
blu) e l’esterno opposto (cinese giallo) attaccano la porta smarcandosi rapidamente alle spalle o davanti alle sagome poste in
area.
In base allo sviluppo scelto, cambia la rotazione dei singoli sui vari cinesini. L’importante è che vi sia sempre un “dai e segui”
con l’occupazione in senso antiorario dei delimitatori.
Ad esempio nello sviluppo dell’immagine il rosso va sul giallo, il giallo rientra sul bianco, il bianco sul blu e così via fino ad
occupare il rosso opposto e ripartire con uno sviluppo dal versante opposto.
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A lezione dai grandi allenatori
Regole:
Ÿ obbligo di passaggi rasoterra (solo partita a tema),
Ÿ obbligo di due tocchi per i giocatori di movimento.
Punti Chiave:
Ÿ monitorare la qualità e l’efficienza dei gesti tecnici (passaggio, ricezione),
Ÿ monitorare le scelte sulla ripresa del gioco / origine del gioco,
Ÿ monitorare le posture e le scelte dei singoli sulla prima pressione,
Ÿ monitorare i tempi di gioco ed i movimenti dei singoli interpreti dell’esercitazione situazionale.
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A lezione dai grandi allenatori
Variante
Per rendere ancora più situazionale lo sviluppo di gioco si può svincolare uno dei difensori laterali dal limite spaziale del
campo giallo e permettergli di spostarsi nell’altra metà solo se riesce a guidare palla oltre la linea di metà campo generando
così un attacco alla porta in 6v5 con un vantaggio posizionale/numerico esterno.
Regole:
Ÿ obbligo di passaggi rasoterra,
Ÿ obbligo di due tocchi per i giocatori di movimento,
Ÿ goal su sviluppo dal basso: 2 pt,
Ÿ recupero palla (rossi) e azione vincente con goal (entro 8 secondi): 1 pt,
Ÿ riaggressione immediata (blu) vincente con goal (entro 8 secondi): 1 pt,
Punti Chiave:
Ÿ monitorare la qualità e l’efficienza dei gesti tecnici (passaggio, ricezione),
Ÿ monitorare le scelte sulla ripresa del gioco,
Ÿ monitorare le posture e le scelte dei singoli sulla prima pressione,
Ÿ monitorare l’aspetto tattico dell’attacco alla porta secondo scelte situazionali.
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