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Dicembre 2019
La costruzione dinamica
di Massimo Lucchesi
L'analisi dei codici di gioco e delle specifiche modalità operative utilizzate dal Sassuolo di
De Zerbi.
Il Sassuolo di Roberto De Zerbi è attualmente al terzo posto, dietro Juventus e Napoli, per ciò che concerne
le percentuali di possesso palla. Un dato sicuramente importante che testimonia lo stile di gioco e
rappresenta, da sempre, il marchio di fabbrica del tecnico bresciano.
La compagine emiliana è per altro riuscita anche a trasformare la mole di gioco in
gol, andando a segno già 28 volte in questa stagione (3 reti in più rispetto al
Napoli e 4 in meno rispetto alla Juventus che però ha disputato una gara in
più).
A penalizzare la classifica dei neroverdi sono invece i tanti gol subiti.
In 16 partite infatti il Sassulo ha subito ben 27 gol, uno in meno rispetto ai
molti realizzati, anche se nell’ultimo mese il trend è nettamente
migliorato
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Contro la Roma, nella gara valida per la ha invece sviluppato la fase offensiva
terza giornata di serie A e disputata con il 3-4-2-1, decentrando Duncan e
all'Olimpico il 15 settembre, il Sassuolo avanzando Peluso.
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Iniziamo la disamina prendendo come riferimento lo schieramento adottato dal Sassuolo nella seconda parte di
stagione: il 4-2-3-1.
Contro il 4-3-1-2 del Lecce, nella gara disputata lo scorso 3 novembre in Puglia, il Sassuolo ha, con buona disinvoltura,
controllato il gioco sfruttando la superiorità numerica e posizionale dei due difensori centrali e dei due mediani in
rapporto alle due punte e al trequartista avversario.
Nella fase di costruzione della manovra l'obiettivo era quello di “mettere in mezzo” gli interni di centrocampo del Lecce
che dovevano sdoppiarsi nel controllo del mediano e del terzino neroverde (vedi le indicazioni in rosso nella grafica
sottostante, tratta da una azione della squadra emiliana al 3' minuto del primo tempo).
Su una uscita a pressione fuori tempo dell'attaccante del Lecce, il difensore centrale di sinistra neroverde è bravo a
trasmettere su Locatelli (mediano di sinistra del Sassuolo) che riceve indisturbato e può girarsi perchè Mancosu,
trequartista della squadra pugliese, era più vicino al mediano di destra rivale, Obiang, che non all'effettivo ricevitore.
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In questa ulteriore situazione, verificatasi al 1' minuto di gara, è Traore, in posizione di trequartista, che riceve
l'imbucata del difensore centrale e lega il gioco su Locatelli che a sua volta, riceve, attira l'interno avversario e libera il
difensore laterale di sinistra che può quindi avanzare indisturbato, come evidenziato in grafica.
Nella grafica a seguire è invece evidenziato uno sviluppo che prende origine dal lato.
In questo caso l'obiettivo è consentire al mediano di parte di ricevere alla spalle dell'interno avversario, uscito a
pressione sul terzino in possesso di palla.
È l'attaccante laterale che viene incontro per raccordare e giocare a muro sul centrocampista che si muove a sostegno,
nello spazio non adeguatamente presidiato dal mediano avversario che si è lasciato attrarre della posizione defilata del
trequartista neroverde.
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Nell'ultima grafica relativa alla gara che il Sassuolo ha disputato contro il Lecce andiamo invece a riportare lo sviluppo
che ha consentito al terzino emiliano Toljian di segnare al 35' del primo tempo.
Con Berardi largo, Toljan riceve in posizione di interno di destra e da il via all'azione.
Il terzino del Sassuolo appoggia sui piedi di Traoré, che viene incontro, e si proietta in avanti e attacca alle spalle
l'avversario diretto, con la volontà di inserirsi nel buco liberato dalla posizione aperta di Berardi.
Traoré anziché restituire immediatamente palla a Toljan "va a cercare" Locatelli dalla parte opposta del campo. Questa
scelta destabilizza la difesa del Lecce che non è reattiva con Calderoni e Tabanelli nello stringere il campo.
Quest'ultimo, in particolare, è messo in difficoltà dal fatto che deve seguire la palla alla sua destra e l'inserimento di
Toljian che invece avviene sulla sua sinistra. Proprio il guardare per un attimo di troppo la palla fa perdere al
centrocampista del Lecce la marcatura dell'avversario.
Locatelli premia l'inserimento del terzino tedesco che di destro supera Gabriel e segna il suo primo goal in serie A.
Uno sviluppo molto ben preparato e che evidenzia non solo le buoni doti tecniche dei giocatori del Sassuolo ma anche
la capacità di leggere gli spazi e sfruttare le situazioni di gioco.
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Un'altra situazione interessante è quella che si è manifestata al 15' minuto della gara disputata al Meazza contro il
Milan. Il Sassuolo gestisce il pallone all'interno della propria metà campo, con il difensore centrale di sinistra.
I tre centrocampisti neroverdi si posizionano in maniera da avere un vertice basso centrale invece che due mediani e
un trequartista.
Il difensore del Sassuolo appoggia la palla su Magnanelli che invita la pressione di Bonaventura, come evidenziato dalla
grafica a seguire, e va poi a scaricare su Marlon, difensore centrale di destra.
L'azione prosegue con Bonaventura che esce a pressione su Marlon e il Sassuolo che sviluppa la combinazione
evidenziata in grafica per servire e liberare Magnanelli.
Djuricic si abbassa per ricevere l'imbucata di Marlon, non ha angolo sufficiente per servire di prima intenzione
Magnanelli (sul quale ha anche accorciato Piatek) e si appoggia su Ferrari.
È quindi il difensore centrale di sinistra emiliano a imbucare per Magnanelli nel settore centrale, sgombro di avversari.
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Contro la Roma all'Olimpico, De Zerbi ha schierato il Sassuolo con il 3-4-2-1. Questa scelta, rapportata al 4-2-3-1
giallorosso, consentiva alla squadra emiliana di poter gestire il gioco, nella parte bassa del campo, con i tre difensori.
Se infatti sul difensore laterale del Sassuolo fosse uscito fuori tempo l'attaccante esterno dalla Roma, il team di
De Zerbi era pronto ad imbastire uno sviluppo come quello mostrato in grafica, che fa riferimento alla situazione
verificatasi al 25' del primo tempo.
Il centromediano di destra del Sassuolo riceve palla dal difensore centrale e “invita” il mediano di sinistra della Roma a
uscire a pressione.
A seguito della scelta del mediano avversario, i neroverdi imbastiscono la propria manovra, appoggiando palla
lateralmente, risucchiando Kolarov e Kluivert (terzino sinistro e attaccante sinistro della Roma) e liberando tra le linee
Berardi che, abbassandosi molto, si “toglie” dalla zona di intervento del difensore centrale di sinistra giallorosso.
La manovra si sviluppa poi in direzione del versante opposto, settore nel quale il laterale e l’attaccante opposto
neroverde imbastiscono il 2 contro 1 ai danni di Florenzi (terzino destro della Roma).
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Un'altra manovra interessante prende forma nella fase di recupero del primo tempo.
Il Sassuolo crea un rombo sul versante destro con la palla in possesso del difensore centrale di parte.
Duncan si apre a destra in posizione di laterale, sull'interno si propone il centrocampista centrale di parte (Obiang)
mentre a fungere da vertice è Berardi.
La palla viene fatta arrivare da Chiriches sui piedi di Obiang, con l'obiettivo di “muovere” il centrocampista centrale di
sinistra giallorosso e invitarlo a venire fuori.
Obiang gioca a muro sul difensore centrale di destra che in relazione alle scelte difensive giallorosse può imbucare tra
le linee per Berardi, aprire sulla destra per Duncan o eventualmente anche servire in profondità Caputo nel caso in cui i
difensori giallorossi fossero saliti per accorciare sui rivali appena nominati.
La scelta della linea difensiva della Roma è quella di restare in posizione ed è invece Veretout, centrocampista centrale
di sinistra giallorosso, che lascia Obiang per impedire l'imbucata in direzione di Berardi.
A questo punto è ancora Obiang a ricevere palla e indirizzare per Caputo che viene incontro.
Il centravanti raccorda di prima su Berardi che controlla e cambia gioco sulla sinistra dove si sviluppa l'affondo
emiliano.
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Nella partita disputata al Mapei contro l'Inter, De Zerbi ha schierato Traore in posizione di falso nueve con Caputo e
Berardi che agivano da attaccanti, partendo però dai lati.
La dislocazione dei tre giocatori, e in particolare quella di Traore, aveva l'obiettivo di “mettere in mezzo” Brozovic, di
fatto impossibilitato ad accorciare sul vertice basso del Sassuolo (Magnanelli) dovendo anche controllare il trequartista.
Iniziamo l'analisi valutando le situazioni tattiche che possono nascere con palla in possesso del terzino, riprendendo
una azione che prende forma al 4' minuto del primo tempo.
Nel momento in cui il difensore esterno del Sassuolo riceve da quello centrale è Duncan che si apre sulla linea e obbliga
il laterale dell'Inter a “venire fuori”.
Con Traore che si abbassa e si accentra, Brozovic è preso in mezzo tra l'ex centrocampista dell'Empoli e Magnanelli che
si propone sull'interno.
Obiettivo del terzino in possesso è quello di trasmettere la palla su uno dei due centrocampisti per poi arrivare a
innescare Obiang sul centro sinistra, che si è leggermente aperto e in caso di cambio gioco potrà sfruttare la
sovrapposizione dell'esterno di sinistra emiliano per mettere in difficoltà l'unico laterale di fascia avversario.
Nella fase di preparazione dello sviluppo, il fatto di riuscire a coinvolgere il centrocampista che si è “aperto” in fascia,
come mostra la grafica, è l'opzione ottimale perchè consente ai neroverdi di spostare tutto il blocco difensivo
avversario sulla banda opposta a quella dove poi prende forma l'azione.
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Con palla invece in zona centrale, un primo aspetto importante è quello di capire le intenzioni di Brozovic.
Se il centrocampista dell’Inter si alza immediatamente in opposizione sul mediano del Sassuolo, la prima opzione è
quella di trovare Traore tra le linee che può ricevere, girarsi e puntare o, quando gli interni avversari sono stretti, legare
il gioco a favore dei laterali, liberi poi di avanzare indisturbati e guadagnare la metà campo avversaria, così come
accaduto nello sviluppo al 7' minuto del primo tempo.
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Se il centrocampista centrale nerazzurro rimane inizialmente nella sua zona di competenza per controllare Traore, ecco
che i due difensori centrali emiliani, con la collaborazione di Magnanelli, dovranno creare le opportunità per superare
l'opposizione delle due punte nerazzurre, potendo eventualmente usufruire dell'apporto del portiere nella parte bassa
del campo o, viceversa, degli interni che si abbassano a fungere da perno e legare il gioco.
Nel momento in cui Brozovic si alza ecco che la priorità diventa invece quella di imbucare il pallone alle spalle dei
centrocampisti interisti, per trovare Traore tra le linee, come accaduto al 29' del primo tempo.
Consigli, portiere del Sassuolo, cede la palla a Magnanelli che a seguire appoggia su Marlon.
Il difensore centrale di destra invita alla pressione Lautaro, prima di indirizzare per Duncan che di prima lega il gioco su
Magnanelli. A seguire, il centrocampista centrale neroverde indirizza alle spalle di Brozovic (uscita a pressione) dove si
muove Traore.
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CONCLUSIONI
Le dinamiche, utilizzate nella fase di costruzione della manovra da parte della squadra emiliana, sono in realtà ben più
varie rispetto allo spazio a disposizione su queste pagine.
Ciò che è realmente interessante notare riguarda l'approccio al gioco della squadra di De Zerbi e la cura dei particolari
per "invitare" le pressioni avversarie e poi giocare sulle scelte difensive.
È allo stesso tempo chiaro che per praticare e perseguire una certa idea di gioco, maggiore è la qualità degli interpreti e
più elevati sono i risultati che si riescono ad ottenere.
Riuscire infatti a dare continuità e qualità a un certo tipo di calcio, guadagnando metri sul campo, non solo consente
alla squadra di poter aumentare il livello di pericolosità degli sviluppi offensivi ma permette anche di difendere meglio
qualora la palla dovesse essere recuperata dagli avversari.
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I dati statistici della squadra emiliana dopo le prime 16 giornate
del campionato di serie A.
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