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L’ANTIROMANTICA
Dissapori politici, una frattura sulla guer- soluzione: quello che le donne rivelano
ra di Spagna, Piovene era ancora fascista, nell’intimità attraverso i loro desideri dice
lei assolutamente no. Ma c’erano anche che molto poco è cambiato e che le ragaz-
ragioni esistenziali: Guido aveva esercita- ze sono prigioniere della stessa trappola
to su di lei un grande fascino intellettuale, in cui sono state rinchiuse le loro madri.
lei era ancora giovane e inconsapevole di La sua attenzione era puntata sull’immu-
sé, l’intesa coniugale tra loro non aveva tabilità del privato e questo certamente
funzionato. E, come le altre signore in anticipava il femminismo”.
quella foto di gruppo, Marise Ferro era Marise Ferro è morta esattamente
una donna libera, diretta, incapace di te-
nere in piedi un’unione impossibile.
Francesca Sensini, docente di Italiani-
Una nuova rivista, il “mestiere di penna” e l’educazione delle trent’anni fa. Nel 1970 aveva pubblicato da
Rizzoli il trattatello di storia del costume
intitolato La donna dal sesso debole all’uni-
stica all’Université Côte d’Azur di Nizza e
curatrice delle nuove edizioni di libri e
scritti di Marise Ferro, mi racconta che
donne all’Illuminismo. Marise Ferro è stata una rivoluzionaria sex, un excursus lungo il secolo fino agli
anni Sessanta: lì polemizzava con l’ultimo
feticcio dell’uguaglianza, la moda che con-
Eugenio Montale, nelle Lettere a Clizia, fonde i generi, genderless si direbbe oggi.
scrive di aver conosciuto a Londra Mrs. lunghe insoddisfazioni sessuali e senti- appare bella e bionda, descritta come gi Libri. Gammarò ha ripubblicato lo scor- Oggi unisex è una parola innocente, jeans
Piovene e di essere rimasto stupefatto per mentali create da anni di conformismo e “una donna elegante che si muove come so anno La guerra è stupida. E, con Fede- e t-shirt li portiamo tutti. Ma allora non
averla sentita parlare schiettamente, nei di prigionia fra le mura domestiche”. se fosse in tuta: ricca, lavora come se fosse rica Lorenzi, Sensini ha curato anche una era così: “Visti di spalle chi è la donna
salotti e alle cene ufficiali (siamo più o Dunque, nel 1946, quel gruppo di scrit- poverissima”. Sibilla Aleramo, la più bel- raccolta di articoli: Una donna moderna del non si sa”, cantava Celentano nel 1967. E
meno a metà degli anni Trenta), di sesso e trici pensava di fare un giornale illustrato la scrittrice italiana mai nata, è invece secolo scorso. Marise Ferro giornalista, uscito Marise Ferro considerò lo stile unisex
orgasmo femminile. Nella maturità lei che guardasse con occhi nuovi alla moda, poverissima ma si comporta come se fosse da Aracne nel 2019. Ora le piacerebbe come una forma di mascheramento in
avrebbe poi scritto un trattatello di costu- al costume, al bon ton e che – nel spirito ricca. Titina Rota, la disegnatrice déco, è riproporre La violenza, romanzo del 1967 abiti maschili che nasconde una negazio-
me in cui diceva che donne e uomini sono pedagogico del Dopoguerra – emancipasse una donna-paralume come le figure che che anticipa il tema della botte domesti- ne del femminile, il suo depotenziamento.
vittime di giochi di ruoli che rendono le le lettrici dal retaggio del sogno d’amore, disegna. Marise Ferro, infine, tutte le mat- che. Le romantiche è del 1958 ed è una Una nuova illusione egualitaria, che non
ragazze esseri “futili”, con poco cervello e coltivandone l’intelligenza: l’anticonfor- tine si toglie l’anima dal petto per metter- sorta di prototipo di un genere adesso può modificare il corpo né il ruolo di
“poca sensualità, ma cuore, soprattutto mismo era la nuova cifra della donna chic. la nella borsetta con la tessera tranviaria. molto fortunato: cammei di figure femmi- moglie e madre che le donne non solo
cuore. I primi anni del secolo rigurgitano Di cultura laica e liberale, Foemina era Perché “a lei, l’anima piace prenderla e nili ingiustamente dimenticate, dotate di svolgono, ma desiderano. Una consapevo-
di donne mal maritate. Povere ragazze usarla a suo piacimento piuttosto che es- lezza della specificità femminile molto
ignare, che per lo più cadevano nelle mani serne usata”. forte; anche se lei – per sé – aveva deciso
di un uomo che conosceva bene l’amore Nel 1946 quel gruppo di scrittrici Eccola qui, dunque, descritta da Ferro riteneva che solo un bel di non avere figli, sapeva che decostruire
fisico, ma che, abituato al culto della ver-
gine, della donna casta, trattava la moglie,
pensava di fare un giornale illustrato un’amica che le fu davvero molto cara:
Marise Ferro era un’antiromantica e
bagno di ragione avrebbe aiutato le i ruoli sessuali e confonderli sono due
cose molto diverse. “Oggi in fondo si può
anche nel cosiddetto ‘talamo’, con riserva- che guardasse con occhi nuovi alla avrebbe voluto educare le donne, come donne a capire la trappola nella quale dire”, commenta Francesca Sensini, “che
tezza. […] Le malattie nervose delle don- aveva fatto con sé stessa, all’illuminismo. è stata una pensatrice della differenza
ne, i complessi, la frigidità, sono nati dalle moda, al costume, al bon ton “Naturalmente parliamo di un illumini- erano state rinchiuse ante-litteram”.
smo metastorico”, mi dice Francesca Sen-
destinato alle donne della nuova borghe- sini. “Per lei l’intelligenza era l’antidoto talenti da riscoprire in chiave nuova o da
sia in ascesa. A differenza di Noi donne, il per decostruire le illusioni e uscire dalla celebrare perché innovative, irregolari,
dirimpettaio settimanale dell’Udi, soste- sofferenza. Considerava le donne, per trasgressive.
nuto da comunisti e socialisti, che pro- educazione, troppo romantiche nel senso Marise Ferro era molto interessata alle
muoveva l’emancipazione femminile pres- deteriore. Troppo espose alle illusioni figure marginali, anticonvenzionali, dissi-
so un pubblico decisamente popolare e veicolate da tanta letteratura anche alta. denti. Le romantiche è però un prototipo
con la collaborazione di scrittrici come La razionalità illuminista è quella che particolare. Come tutto quel gruppo di
Fausta Cialente, Anna Banti, Anna Maria vuole spazzare via le superstizioni, le cre- scrittrici, l’autrice pensava che per una
Ortese. denze che ancorano al passato e rendono donna il “mestiere di penna è duro” e
In realtà, Paola Masino e Alba De Cé- schiavi. Ecco, Ferro riteneva che solo un considerava “ammonitore, almeno per la
spedes scrissero per entrambe le testate. bel bagno di ragione avrebbe aiutato le vanità, constatare che il tempo, salvo rare
Del resto Foemina, ideata con Salvato donne a capire la trappola nelle quale eccezioni, annulla quasi sempre il suo la-
Cappelli, direttore di Omnibus, durò poco, erano state rinchiuse. La sua visione del voro”. Ma era anche un’intellettuale che
neanche due anni. Forse la rivista era femminile era severa e mai tenera”. aveva orrore per le narrazioni consolato-
troppo elitaria e poi i giornali nascevano Con le nuove edizioni dei libri di Masi- rie, “paura del falso” e che detestava la
come funghi ma il mercato ne faceva stra- no e De Céspedes – ne ha scritto su queste “retorica che è in ognuno di noi”. Dunque
ge. Di Foemina resta un curioso ritratto di pagine Sandra Petrignani – ora tornano il suo sguardo rimane sempre lucido e non
redazione firmato da Paola Masino (e ri- anche le opere di Marise Ferro. Curata da assume mai toni rivendicativi o apologeti-
pescato da Valeria Babini nel suo Parole Francesca Sensini, è uscita l’antologia di ci. Le sue romantiche sono soprattutto
armate. Le grandi scrittrici del Novecento racconti biografici – dodici figure femmi- francesi e – se si escludono George Sand
italiano tra Resistenza ed emancipazione, nile vissute tra il 1777 e il 1883 – intitolata ed Emily Brontë – davvero sono rimaste
La Tartaruga 2018). Alba De Cespedés vi Le romantiche e pubblicata da Succedeog- sepolte sotto la polvere del tempo. Come
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