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TECNICHE DI IMAGING
1. RX cranio
a. utile nell’individuare calcificazioni anomale, associabili ad esempio ai Meningiomi—>
reperto occasionale da indagare.
b. RX potrebbe trarre in inganno nei traumi ad alta energia, dando falsi negativi. Si utilizza la
TC per le lesioni traumatiche craniche.
2. Eco-color-doppler
a. Esame ad ultrasuoni, utile per studiare tramite modalità:
i. B-mode (anatomico):
1. Parete vasale, in particolare lo Spessore Medio Intimale (IMT); un
marcatore accurato a tal punto che con un valore ad esempio >0.9 mm noi
possiamo somministrare l’antiaggregante
2. Decorso: possibili kinking e coiling
3. Placche (spessore>1 mm, ecogenicità e spessore endoluminale)
ii. Doppler (flusso):
1. Carotide interna—> alta componente diastolica per sopperire alla richiesta
cerebrale di sangue
2. Carotide esterna—> bassa componente diastolica
b. Valutazione stenosi—> sopra 70% si tratta, dopo approfondimento diagnostico ulteriore; il
flusso post-stenotico sarà accelerato, seppur ridotto in termini di entità
c. Studio Raccomandato in pazienti con TIA o STROKE recente per inquadramento
eziopatologico e per indirizzare la terapia
3. TC e RM:
a. Spesso complementari tra loro anziché alternative
b. TC:
i. Rappresentazione diretta encefalo
ii. Preferibile in urgenza per via della rapidità dell’esame
iii. GOLD STANDARD per la valutazione delle strutture ossee e nella ricerca di
microcalcificazioni
iv. Buona risoluzione di contrasto—>distinguere SB, SG e Spazi liquorali
v. Indispensabile ausilio nelle patologie traumatiche vertebro midollari (con RM però
che è GOLD STANDARD!)
vi. Limiti: valutazione strutture della fossa cranica posteriore e della patologia
ipofisaria
c. Angio-TC
i. TC costruita per la valutazione dei vasi (NON è sinonimo di TC con contrasto!!
Seppur venga utilizzato un m.d.c.)
ii. Metodica chiave per la valutazione delle Patologie vascolari acute (occlusioni,
vasospasmi, espansione di ematoma in emorragie intraparenchimali)
iii. Ruolo cardine nello studio dei vasi epiaortici
d. Perfusion-CT (TC DI PERFUSIONE)
i. Ulteriore evoluzione dell’Angio-TC che consente la valutazione quantitativa della
perfusione cerebrale, generando una mappa del flusso ematico cerebrale (CBF), del
volume ematico cerebrale (CBV) e del tempo di transito medio (MTT):
1. CBV: Volume dato a una certa quantità di tessuto: mm di sangue/100 g di
tessuto
1
2. CBF: Flusso di sangue che passa attraverso un certo quantitativo di tessuto
nell’unità di tempo: mm di sangue/100 g di tessuto/min
3. MTT: Tempo medio di occupazione del sangue di un certo volume capillare:
CBV/CBF
ii. Indicata in:
1. Stroke acuto
2. Riserva cerebro-vascolare
3. Vasospasmo
4. Trauma cranico
5. Tumori
iii. Esame complesso, riservato ad alcuni casi particolari—> alto tempo di acquisizione
dei dati e di refertazione
iv. Consente una valutazione integrata multispecialistica (esempio: aneurisma con
ricostruzione 3D multiassiale da discutere col neurochirurgo)
e. RM
i. Tecnica fondamentale nello studio della patologia cranio-encefalica e vertebro-
midollare
ii. NON utilizza radiazioni ionizzanti
iii. Multiparametrica: elevata risoluzione di contrasto
iv. Approccio multiplanare
v. Studio dinamico dei fluidi: Angio-RM
vi. Due macrocategorie:
1. Sequenze CONVENZIONALI: veloci (T1, T2), FLAIR
2. Sequenze FUNZIONALI: diffusione (valutazione dei movimenti dell’acqua
libera tra una cellula e l’altra—>aumento di velocità indica ipercellularità,
riduzione indica ipocellularità), perfusione (stesso discorso della TC),
spettro-RM (identificazione di alcuni metaboliti in una particolare sede
anatomica: Lattato (sofferenza cellulare), N-Acetil-Aspartato
(ipercellularità), Colina, Citrato—> il rapporto tra questi metaboliti presenti
e quelli di riferimento ci dà indicazioni importanti) , BOLD (Blood Oxygen
Level Dependent)
4. Angiografia
a. Serve a fornirci una corretta valutazione pre-operatoria
b. Guida a procedure interventistiche vascolari ed extravascolari:
i. Angioplastica carotidea e vertebrale
ii. Embolizzazione
iii. Chemioterapia endoarteriosa
c. Elevatissima risoluzione spaziale rispetto a TC ed RM: valutazione di tutti i distretti vascolari
d. Utilizzo di radiazioni ionizzanti e m.d.c. introdotto tramite accesso radiale o femorale
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PRINCIPALI QUADRI PATOLOGICI VASCOLARI DEL SNC
PATOLOGIA VASCOLARE CEREBRALE ISCHEMICA
La patologia ischemica è predominante nell’ambito della patologia vascolare cerebrale (oltre il 70%), con
quella emorragica che si attesta al 15/17% e la E.S.A. Tra 4 e 8%.
La mortalità a 30 gg dello stroke emorragico è molto alta, varia tra il 40 e l’80%, con la metà dei decessi che
si verifica nelle prime 48 ore—>fondamentale diagnosi precoce!
Il poligono di Willis è la sede principale di patologia. Fondamentale il concetto di territorialità:
l’identificazione di una sede lesa è estremamente indicativa del vaso che l’ha determinata. In particolare, le
arterie lenticolo-striate (derivanti dalla cerebrale media) hanno un’importanza rilevante nell’imaging
neonatale (e non) per quanto riguarda le sofferenze vascolari dei nuclei della base.
I territori vascolari si possono valutare già con una normale RM, in seguito al riscontro della lesione poi
possiamo pensare di approfondire con un m.d.c.
Watershed infarcts (Infarti spartiacque o emodinamici) avvengono nelle aree di confine tra due territori
irrorati da due strutture differenti: in caso di ipoperfusione, le aree periferiche patiscono.
Due zone sono quelle più colpite da i W.I.:
CORTICALI:le zone di confine tra ACA, ACM e ACP
INTERNE: le zone di confine tra arterie lenticolo-striate e rami perforanti corticali della ACM e le
zone di confine tra rami profondi della sostanza bianca della ACM e ACA
La patologia ischemica si verifica quando c’è un mismatch tra richieste metaboliche e apporto in un tessuto.
Si stadia così (TC, RM morfologica e funzionale):
RM: scomparsa del flow void (ossia artefatti creati dal movimento dei protoni che indicano un flusso) e
rigonfiamento dei giri corticali
Diffusione: riduzione coefficiente di diffusione da aumento dell’acqua libera (esame non di routine, si svolge
solitamente solo in grandi centri)
RM: in T1 rigonfiamento corticale, in sequenze T2 dipendenti (DP, T2, FLAIR) iperintensità focale
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Spettroscopia: incremento lattato, riduzione N-A-A. (da deplezione neuronale)
RM: “ “
Segni di atrofia focale con ampliamento degli spazi liquorali.
Concetto di Penombra:
L’area che circonda il territorio ischemico aumenta il suo metabolismo, nonostante sia un tessuto in
sofferenza. È l’area che circonda il core ischemico. È l’oggetto della nostra terapia in quanto possiamo
salvarla, quindi è il principale obiettivo della diagnosi precoce.
Ematoma epidurale
Ematoma subdurale
Emorragia subaracnoidea
Ematoma intraparenchimale spontaneo
Ematoma intracerebrale traumatico
TC
Esame indispensabile in acuto, sempre utilizzato
Sangue: visualizzato come raccolta iperdensa a causa della componente proteica contenuta
nell’emoglobina che assorbe una elevata quantità di radiazioni; l’iperdensità decresce
progressivamente fino a scomparire circa 1 mese dopo l’evento
RM
Segnale prodotto dagli elementi paramagnetici contenuti nei prodotti del catabolismo dell’eme
Esame adatto alla datazione dell’emorragia ossiHb, desossiHb, metaHb intra/extracellulare ed
emosiderina provocano un diverso aspetto dell’immagine
Permette una migliore risoluzione tissutale rispetto alla TC
EMATOMA EPIDURALE
Conseguenza più spesso di un sanguinamento di tipo Arterioso (spesso A. meningea media) da trauma
cranico o meno spesso di un sanguinamento venoso di seni venosi, vasi diploici o v. meningea media. Si
colloca tra dura madre e periostio.
Si caratterizza per un marcato effetto massa: supera anche la linea mediana in quanto non ha efficaci
barriere anatomiche che limitino la sua espansione.
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Alla TC: falda cerebrale iperdensa a lente biconvessa. Shift delle strutture della linea mediana. Si associa
alterazione strutturale dei tessuti sottocutanei.
EMATOMA SUBDURALE
Conseguenza di un sanguinamento venoso delle vene a ponte tra corteccia e seni venosi. Si colloca tra dura
madre e complesso pio-aracnoideo. Caratteristico dei pazienti anziani degli alcolisti. NON supera la linea
mediana, con un effetto massa minore rispetto all’ematoma epidurale.
Alla TC: iperdenso in acuto, dopo la terza settimana diventa ipodenso. Forma a semiluna crescente.
EMORRAGIA SUBARACNOIDEA
Associata molto spesso alla rottura di un aneurisma cerebrale. Riuscire a identificare la sede di maggior
presenza del sangue può aiutare moltissimo nell’identificare il vaso che l’ha determinato nettamente
predominanti in quanto a frequenza gli aneurismi della porzione anteriore del circolo di Willis (90%).
Patologia legata a una elevatissima mortalità: il 15% dei pazienti muore prima di arrivare in ospedale, il 25%
indipendentemente dalle cure e ben il 50% dei pazienti muore entro 6 mesi. Possibile una emorragia
intraventricolare secondaria in caso di massiccio sanguinamento.
Alla TC: diffusa iperdensità a livello degli spazi subaracnoidei, proporzionale alla quantità di sangue. Una
iperdensità persistente dopo 7/10 gg deve far sospettare un nuovo sanguinamento.
Alla RM: potrebbe risultare un esame negativo in fase iperacuta e acuta, in quanto la riduzione del T2 è
spesso non evidenziabile perché lo spazio subaracnoideo è un sistema aperto in cui le modificazioni della
pO2 sono ritardate! Le sequenze FLAIR sono più indicate in quanto sopprimono il segnale del liquor, con
l’emorragia che si manifesta come una iperintensità di segnale.
Sintomi:
Cefalea severa ad esordio improvviso
Nausea e vomito
Rigidità nucale e foto/fono-fobia
Alterazione stato di coscienza
Scala di Hunt-Hess: va da 1 a 5 e valuta la clinica del paziente in relazione all’entità del sanguinamento.
Alla TC: esame di scelta per la valutazione del parenchima. L’ematoma si visualizza come area iperdensa
con orletto ipodenso dovuto alla retrazione del coagulo. L’eventuale emorragia intraventricolare secondaria
si dispone in maniera declive e stratificata livello fluido-fluido tra sangue e liquor.
Altre metodiche: per lo studio dei vasi si utilizzano Angio-TC, Angio-RM e Angiografia.
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RUOLO DELL’IMAGING IN ALTRE PATOLOGIE
SCLEROSI MULTIPLA
Il progresso tecnologico nell’ambito dell’intelligenza artificale e della RM stanno permettendo numerose
nuove opportunità. La TC è un esame fondamentalmente INUTILE in questa patologia.
Definizione: patologia cronica infiammatoria del SNC caratterizzata da aree focali di demielinizzazione.
È la principale forma di patologia primaria demielinizzante del SNC e ha un decorso tipico con alternanza di
fasi di remissione e riacutizzazione. L’esordio è in genere tra i 20 e i 40 anni, anche se comunque può
affliggere persone anziane. È più frequente nel sesso femminile.
Neuropatologia:
Placche acute: lesione nuova con edema e infiammazione perifocale
Placche croniche: lesione vecchia con perdita assonale e gliosi riparativa (pone le maggiori difficoltà
nella diagnosi differenziale).
Criteri di McDonald:
per diagnosticare la SM è necessario evidenziare lesioni che si estendano nel tempo (presenza
contemporanea di lesioni che si impregnano con il contrasto e lesioni che non si impregnano oppure nuove
lesioni impregnanti in follow-up o un secondo attacco clinico) e nello spazio (una o più lesioni T2 in regioni
caratteristiche).
Diventa quindi indispensabile il ruolo della RM che può evidenziare multiple lesioni e può garantire un
follow-up efficace:
Lesioni della sostanza bianca di forma ovalare o allungata e perpendicolari all’asse maggiore dei
v. laterali (a denti di pettine), iperintense in T2 dip e FLAIR, iso/ipointense in T1 dip (dette black
holes). Sono multiple, isolate o confluenti. La SM colpisce il corpo calloso, la regione sottocorticale,
le fibre a U, i lobi temporali, le regioni periventricolari (aspetto perpendicolare alla superficie
ventricolare, da infiammazione perivenulare Dita di Dawson), il tronco cerebrale, il cervelletto e il
midollo spinale (ubiquitarie), quadro raro da trovare in altre patologie. Infatti in patologie come la
microangiopatia può esserci per esempio il coinvolgimento del tronco cerebrale, il quale però è
simmetrico e centrale anziché periferico come nella SM.
La somministrazione di m.d.c. permette di differenziare le lesioni acute (durata dalle 2 alle 6
settimane),che si impregnano in maniera nodulare di contrasto, da quelle croniche riattivate, che si
impregnano ad anello, da quelle croniche di vecchia data che non si impregnano e che tendono a
confluire.
Lesioni dei nervi ottici spesso il primo motivo per cui il paziente viene sottoposto a RM.
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EPILESSIA
Innanzitutto bisogna distinguere:
Sindrome epilettica: un insieme di segni e sintomi che determina un quadro convulsivo
Epilessia: condizione specifica, univoca associata a un’eziologia ben definita
Diagnosi:
1. Stabilire se l’evento accaduto è di natura epilettico-convulsiva o soltanto che sembra epilettico
2. Determinare le possibili cause scatenanti
3. Accertarsi se i pazienti che presentano una prima crisi non-provocata o una crisi convulsiva hanno
l’Epilessia
4. Valutare nel tempo e nello spazio l’evento epilettogeno
Si procede in ordine:
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3. DISTURBI DELL’ORGANIZZAZIONE CORTICALE
a. Polimicrogiria mono e bilaterale: circonvoluzioni piccole, sottili e numerose (quadro di
iperdigitazione); corteccia ispessita, con solchi cerebrali scomparsi.
b. Schizencefalia
c. Polimicrogiria/Schizoencefalia sindromiche
d. Displasia focale corticale SENZA cellule Balloon
e. Microdisgenesia
Alla RM in FLAIR (T2) possiamo trovare una iperintensità ippocampale. Normalmente possono associarsi
altri segni all’imaging, ma sono normalmente molto sfumati. Quindi la clinica deve essere fondamentale nel
guidare la diagnosi finale con EEG, imaging di base e imaging specialistico.
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TUMORI
Danno sintomatologia ipertensiva endocranica con presenza all’imaging di segni di “espanso”: dislocazione
di strutture encefaliche, riduzione di evidenza e/o l’obliterazione degli spazi a contenuto di LCR.
Nella diagnostica tumorale diventa importantissimo chiarire i rapporti con le strutture vascolari e nervose
adiacenti al tumore e una diagnosi verosimile di natura.
Possono essere classificati in base a vari parametri
Classificazione fondamentale dei tumori in quanto cambia drasticamente sia la prognosi che il trattamento:
Intra-assiali le metastasi sono nettamente i tumori più frequenti
Extra assiali tendenzialmente benigne e facilmente aggredibili con una chirurgia radicale
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vascolarizzata; questo fa sì che l’esame di RM venga eseguito in più fasi sequenziali
per poter studiare meglio la differenza di presa di contrasto tra parenchima sano e
tumore. Segni indiretti come la dislocazione del peduncolo ipofisario, il bulging del
profilo ghiandolare e il sottoslivellamento del pavimento sellare possono aiutare
molto nella diagnosi in quanto parliamo di lesioni molto piccole.
Macroadenomi>10 mm, saranno più evidenti all’imaging; alla RM in T1 risulteranno
ipointensi e in T2 variabili in quanto le dimensioni maggiori correlano con la
probabilità di presenza di cisti o necrosi intratumorali. Il m.d.c. li impregnerà in
maniera intensa e spesso disomogenea per il motivo di cui sopra.
o Tumori epifisari
o Linfomi
Tumori metastatici (principalmente rappresentati), un indizio che ci aiuta a essere verosimilmente
certi della loro natura è il fatto che siano multiple. Nella maggior parte a localizzazione
sovratentoriale, alla RM sono variabili e possibilmente necrotici, circondati da edema spesso
esagerato rispetto alle dimensioni delle lesioni stesse (visualizzato bene in sequenze T2 FLAIR). Il
m.d.c. li impregna costantemente, ma con intensità variabile. Derivano da tumori primitivi di:
o Polmone
o Mammella
o Melanoma (attenzione alla RM in T1: metastasi nettamente ipointense!)
o Colon
o Rene
Fondamentale quindi richiedere l’imaging neurocranico nel caso di tumore di queste sedi. Possono
inoltre metastatizzare anche a livello leptomeningeo in tutte le età, e possono essere presenti
metastasi derivanti da altri tumori del SNC!
MENINGIOMI
È il prototipo di tumore extra-assiale, molto frequente (20% lesioni endocraniche primitive) ed è tipico
dell’età adulta. Tumore di natura benigna.
Si localizza tipicamente nella convessità emisferica, ma può essere presente anche in fossa cranica
anteriore e posteriore.
Alla RM: ipo-isointenso in T1, iso-iperintenso in T2; il m.d.c. impregna in maniera marcata e crea anche un
segno caratteristico detto segno della coda durale, in quanto il tumore è in continuità con la dura madre.
Alla Angio-RM: importante per valutare il rapporto con le strutture vascolari in vista dell’operazione
chirurgica.
Alla TC: il tumore si vede con meno chiarezza, ma è importante e a volte patognomonica la presenza di
calcificazioni all’interno della massa. Le strutture encefaliche circostanti vengono compresse, ma non
infiltrate e quindi è possibile notare una riduzione dei solchi.
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GLIOBLASTOMA MULTIFORME
Il tumore astrocitario sopratentoriale più scarsamente differenziato e più aggressivo. Coinvolge qualunque
età, con un picco nell’età avanzata. È la principale neoplasia primitiva endocranica. Non responsivo alla
terapia e associato a una prognosi severa.
Viene diviso classicamente in due blocchi:
Glioblastoma primitivo (la maggior parte)
Glioblastoma secondario da evoluzione di astrocitoma
Clinica: deficit neurologico focale, segni di ipertensione endocranica o quadri convulsivi.
All’imaging la lesione risulta estremamente eterogenea, con una lesione irregolare e molto impregnata di
m.d.c., con possibili aree necrotiche intralesionali; è accompagnata da un edema come tutte le lesioni
tumorali e sono possibili shift della linea mediana.
TC: presenza di margine iperdenso, irregolare. Presenza di aree necrotiche interne, di edema
vasogenico, di effetto massa. Il m.d.c. si impregnerà in maniera marcata e irregolare.
RM:
o T1: iso-ipointensa con necrosi centrale.
o T1 con m.d.c.: impregnazione irregolare e disomogenea con pareti nettamente
contrastate e con un core necrotico.
o T2/FLAIR: iperintenso.
o GE/SWI: lo studio di suscettibilità consente di caratterizzare meglio il tipo di lesione dal
pdv istologico
o DWI/ADC: lo studio funzionale sulla componente solida ci dà un’idea della
ipercellularità (ADC estremamente basso) con una correlazione diretta col grading e
inoltre ci fa vedere un edema molto marcato;
o RM perfusion: indice elevato rispetto a tumori con grading minore e all’encefalo
normale
o Spettro-RM: colina e lattato sono aumentati, N-A-A diminuisce
SCHWANNOMA
È un tumore dell’angolo ponto-cerebellare di ampio riscontro, in quanto il paziente si presenta spessissimo
per acufeni o disturbi dell’equilibrio. Sono tipici dell’età adulta. In quanto a nervi implicati, sicuramente i
più frequenti sono quelli del Nervo Acustico-Vestibolare (92%) seguiti a grande distanza da quelli del
Trigemino e del Faciale.
Alla RM:
T1: lesioni disomogeneamente ipointense
T2: lesioni disomogeneamente iperintense
Con m.d.c.: presa di contrasto intensa, ma lenta e possibilmente disomogenea a causa di
cisti
Le immagini così acquisite servono al radioterapista e al fisico sanitario per elaborare il piano di cura. Una
volta stabilita definitivamente la zona da irradiare, il campo è delimitato sulla cute eseguendo, con un ago
sottile e inchiostro di china, dei tatuaggi puntiformi permanenti, che hanno la funzione di rendere
facilmente individuabile l’area da irradiare e assicurare la precisione del trattamento per tutta la sua durata.
Per taluni casi di tumori cerebrali si può fare ricorso alla radiochirurgia stereotassica. Questa tecnica
prevede un’immobilizzazione ancora più accurata mediante un apposito casco o maschera termoplastica e
la somministrazione di dosi molto alte di radiazioni in una o massimo cinque sedute. Le lesioni sono
irradiate con precisione estrema dall’acceleratore lineare da centinaia di angoli diversi, che s’intersecano
nel punto in cui è localizzato il tumore. La radioterapia stereotassica si realizza con macchinari di alta
tecnologia.
Effetti collaterali
La radioterapia alla testa può causare disturbi generali (nausea e stanchezza), ma anche più specifici, la cui
entità dipende dall’intensità della dose di irradiazione erogata e dalla durata del trattamento. Gli effetti
collaterali tendono ad acuirsi nel corso del trattamento, persistono più o meno per una settimana dopo la
sua conclusione e poi cominciano gradualmente ad attenuarsi fino a scomparire. In ogni caso è
indispensabile informare il radioterapista se dovessero protrarsi per più tempo.
Possibili complicanze tardive, che compaiono dopo alcuni mesi e/o anni dalla radioterapia, anche se rare,
sono i disturbi della memoria, disorientamento e stati confusionali.
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PATOLOGIE DEL RACHIDE
L’imaging, in particolare la RM, ha un ruolo in tutte queste situazioni:
Patologia traumatica
Patologia infettiva extradurale
Patologia degenerativa extradurale
Patologia neoplastica: intra ed extradurale
Patologia non neoplastica intradurale
PATOLOGIE DISCALI
La malattia del complesso disco-somatico è molto chiara nella sua evoluzione, ha degli step precisi. A monte
della scelta dell’imaging ci deve sempre essere una valutazione clinica accurata (es. ragazzo di 25 anni con
dolore lombareinutile fare RX rachide in quanto un possibile coinvolgimento osseo è praticamente
impossibile).Non è una associazione perenne quella tra la clinica e l’entità della patologia discale: alcuni
pazienti con una ernia piccola hanno clinica severa e viceversa.
I principali quadri di rapporto disco-somatico sono i seguenti:
A. Disco normale
B. Protrusione discale: sotto pressione il disco protrude e la sua anatomia inizia a
cambiare, con una dislocazione del nucleo. Il disco rimane integro.
C. Prolasso discale causato dall’anello fibroso: l’anello degenera e perde la sua capacità
contenitiva
D. Erniazione discale: l’anello fibroso si rompe e fuoriesce il nucleo polposo
E. Erniazione discale con sequestro discale: la componente discale erniata si stacca e
migra in senso craniale o caudale
Il compito della diagnostica per immagini è quindi descrivere l’entità e la sede della patologia e la risposta
della colonna ad essa.
L’erniazione può inoltre venire classificata in sezione assiale come mediana, paramediana, laterale e
foraminale.
Ovviamente la localizzazione dell’ernia giustifica poi la specifica sintomatologia associata. Bisogna
comunque accertarsi che i reperti trovati alla diagnostica siano compatibili con la clinica, perché non
sempre una patologia discale può essere coinvolta nella genesi della varie sintomatologie. È d’obbligo
quindi cercare un nesso tra il reperto imaging, l’anatomia e la clinica.
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NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA
La radiologia da tempo ha smesso di essere soltanto diagnostica, ma è parte attiva in numerose occasioni.
La neuroradiologia interventistica si suddivide in:
VASCOLARE
o Embolizzazioni
o Fibrinolisi
o Angioplastica transluminale
o Stenting
o Chemioterapia intra-arteriosa
EXTRA-VASCOLARE
o Lisi percutanea dischi intervertebrali: ozonoterapia, chemiodiscolisi, radiofrequenze
o Lisi percutanea di strutture nervose
o Vertebroplastiche
o Blocchi anestesiologici di plessi nervosi: tecnica emergente utile negli interventi di chirurgia
del ginocchio in artroscopia
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