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Introduzione
Vivere o lasciarsi vivere? Non è forse questo il dramma esistenziale di tanti giovani
oggi?! Chi crede però all’animazione culturale, crede alla qualità dell’agire in cui emerge
l’amore per la vita. L’animazione è infatti una scommessa sulla vita e sull’uomo, è una
fiducia nella capacità dell’uomo di costruirsi secondo un progetto1.
È soprattutto questa fede che mi ha portato a scegliere l’argomento da sviluppare e
approfondire per questo seminario: Giovani e progetto di vita. Risvolti pedagogici per
l’animazione vocazionale.
L’uomo è un essere psichicamente strutturato per progettare l’avvenire, è un essere
progettuale, un sistema vivente aperto, in rapporto di reciproco condizionamento con la
natura, la società, la cultura e ogni altro singolo. La cultura sociale odierna però sembra
che orienta più l’uomo a vivere ‘alla giornata’ che a progettare l’esistenza. Si parla
addirittura di una ‘cultura antivocazionale’, in cui i giovani non hanno neppure la
‘grammatica elementare’ dell’esistenza2.
Educare i giovani a vivere secondo un progetto ispirato al Vangelo è anche
promuovere una cultura vocazionale, “che sappia riconoscere ed accogliere
quell’ispirazione profonda dell’uomo, che lo porti a scoprire che solo Cristo può dirgli tutta
la verità sulla sua vita”3.
E’ solo recentemente che nella pastorale vocazionale si parla di ‘progetto di vita’ o
‘progettualità’, volendo sottolineare di più il protagonismo della persona di fronte alla sua
vita e alla sua storia. All’inizio si parlava soprattutto di progetto, facendo soprattutto
riferimento alla vocazione come progetto di Dio sulla persona; oggi l’accento cade di più
1
Cfr. M. POLLO, L’animazione culturale. Teoria e metodo, Las, Roma 2002, 21-24.
2
Cfr. PONTIFICIA OPERA PER LE VOCAZIONI ECCLESIASTICHE, Nuove vocazioni per una nuova
Europa. Documento finale del Congresso sulle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata in Europa
(Roma 5-10 maggio 1997), 8 dicembre 1997, nn. 10-12. D’ora in poi questo documento verrò abbreviato
NVNE.
3
GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la XXX giornata mondiale per le vocazioni (1992), n. 2, in
CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA. PONTIFICIA OPERA PER LE VOCAZIONI
(Ed.), Messaggi pontifici per la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, Rogate, Roma 1993.
Introduzione 2
sulla persona e su come essa si pone di fronte alla sua vita intesa anche come progetto di
Dio4.
Il mio lavoro si articola semplicemente in due capitoli.
Nel primo capitolo vorrei tracciare in modo molto sintetico il quadro teorico di
riferimento del progetto di vita: attingendo agli studi in materia tenterò prima di
definire/descrivere il progetto di vita, poi di identificare alcuni criteri per elaborare un
progetto di vita cristiano. Prenderò in considerazione il nostro progetto-uomo che è Cristo,
e infine mi soffermerò a vedere il legame tra vocazione e progetto di vita.
Nel secondo capitolo, di natura pedagogico-pastorale, alla luce del quadro teorico,
cercherò di tracciare, un possibile processo educativo per educare i giovani ad un progetto
di vita e creare una cultura vocazionale: la realistica conoscenza e l’accettazione di sé, la
relazionalità come fondamento della costruzione di sé, la necessità di abitare il tempo
noetico per scandire la vita secondo un progetto, la percezione e l’assunzione di valori,
«pietra portante» del progetto di vita, la progettazione della vita aperta al Trascendente.
4
Cfr. E. BRENA, Progetto di vita, in CENTRO INTERNAZIONALE VOCAZIONALE ROGATE (Ed.),
Dizionario di Pastorale Vocazionale, Rogate, Roma 2002, 950. D’ora in poi il dizionario verrà citato come
DPV.
Cap. 1: Progetto di vita – una ragione per vivere 3
Cap. 1.
Progetto di vita – una ragione per vivere
Cos’è il progetto di vita? Quali sono gli elementi essenziali per poterlo definire?
Qual è la specificità di un progetto di vita secondo la visione cristiana? Che rapporto esiste
tra progetto di vita e vocazione? Qual è la concezione d’uomo che sottostà ad una
mentalità progettuale della vita? Ecco una serie di domande che guideranno la mia
riflessione in questo capitolo, dedicato a costruire il quadro teorico di riferimento del
progetto di vita.
“L’essere umano è per sua natura proiettato al futuro” 5. Esso non è definito dalla
nascita, non è determinato; “è un essere incompiuto che si completa nel corso della sua vita
individuale e sociale”6.
Quando nasce, l’uomo ha davanti a sé molteplici possibilità di essere. L’uomo è un
essere in divenire; esso diviene ciò che è, in seguito all’interazione di più fattori: il suo
progetto personale, la cultura sociale, le condizioni dell’ambiente sociale e naturale, i
processi educativi, il suo patrimonio genetico. Tutti questi fattori si strutturano nella
persona matura attorno all’asse della progettualità, la quale gioca un ruolo fondamentale
nella realizzazione dell’essere umano.
Nei primi anni di vita, l’essere umano ha un ruolo passivo in ordine alla
progettualità; in genere sono i genitori e gli educatori che gli propone un progetto elaborato
da loro, che normalmente è il progetto che la cultura elabora per i suoi membri.
Progressivamente però, man-mano che cresce, l’uomo è chiamato diventare sempre di più
il protagonista della progettazione di sé e della realizzazione della sua vita7.
5
C. BRESCIANI, Il “progetto di vita” secondo la visione cristiana e la cultura consumistica, in «Rogate
Ergo» 58 (1995) 1, 6.
6
POLLO, Animazione culturale, 61.
7
Cfr. POLLO, Animazione culturale, 61-63.
Cap. 1: Progetto di vita – una ragione per vivere 4
Definire il progetto di vita non è facile, perché “esso appartiene a quelle realtà che
prima si vivono poi si tenta di descrivere, con sempre maggior approssimazione”8.
Il progetto di vita non è una realtà statica, qualcosa di prestabilito, di prefabbricato,
fissato una volte per tutte, solo da assumere o da montare nei suoi vari pezzi per ottenere il
risultato finale. Il progetto di vita non è uno schema astratto di idee e principi, che una
volta delineato dà senso e orientamento alla propria vita, non è qualcosa di già fatto. Esso
invece è dinamico, qualcosa che si delinea un poco alla volta, che si evolve in modo
armonico e accompagna la crescita e la maturazione della persona.
Esaminando le varie definizioni-descrizioni del progetto di vita, in modo
particolare quelle offerte da Sovernigo, a cui poi sostanzialmente si rifanno anche altri
autori9, mi sembra di poter individuare almeno cinque elementi che devono rientrare nella
definizione-descrizione di un progetto di vita: a) il senso e l’orientamento da dare alla vita;
b) la costruzione dell’identità; c) il vissuto del tempo; d) il mondo dei valori a cui la
persona aderisce; d) l’apertura al Trascendente. Questi elementi sono strettamente collegati
fra di loro.
8
G. SOVERNIGO, Progetto di vita. Alla ricerca della mia identità, Elle Di Ci, Leumann (To) 61993, 54.
9
Cfr. M. BERNARDINI, Giovani e progetto di vita, Elle Di Ci, Leumann (To) 1986, 16-17; E. BRENA,
Progetto di vita , 952.
10
SOVERNIGO, Progetto di vita, 43-44.
11
SOVERNIGO, Progetto di vita, 128.
Cap. 1: Progetto di vita – una ragione per vivere 5
“Il progetto di vita può essere descritto come il «nucleo di cose importanti attorno
a cui si costruisce la propria identità, l’insieme di valori in cui il soggetto crede, per cui si
impegna»”16.
“E’ l’asse centrale attorno a cui la personalità va costruendosi; il principio
unificatore delle proprie esperienze”17.
“Il progetto di vita è il polo magnetico che calamita le varie forze, unifica le varie
componenti della persona, consente di essere e di sentirsi se stessi attraverso le varie
scelte e situazioni, e di realizzarsi”18.
12
BRENA, Progetto di vita, 950.
13
V. FRANKL, Alla ricerca di un significato nella vita, Mursia, Milano 2001, 117.
14
BRENA, Progetto di vita, 950.
15
Cfr. D. MACARIO, Il mio progetto di vita, Elle Di Ci, Leumann (To) 1982, 55.
16
SOVERNIGO, Progetto di vita, 180.
17
SOVERNIGO, Progetto di vita, 69.
18
SOVERNIGO, Progetto di vita, 70.
19
Cfr. BRENA, Progetto di vita, 951 e anche SOVERNIGO, Progetto di vita, 180.
Cap. 1: Progetto di vita – una ragione per vivere 6
“Per progetto di vita intendiamo il «nucleo centrale di sé», costituito dai valori
attorno a cui l’identità della persona va strutturandosi. Esso manifesta la qualità di vita che
la persona persegue come un bene necessario o fortemente utile, per il suo presente e per il
suo avvenire. Il progetto è costituito perciò dall’insieme di cose o realtà, importanti per
me, dai miei valori, e dal come li vivo”24.
20
POLLO, Animazione culturale, 144.
21
Cfr. POLLO, Animazione culturale, 68.
22
SOVERNIGO, Progetto di vita, 68.
23
POLLO, Animazione culturale, 151.
24
SOVERNIGO, Progetto di vita, 44.
Cap. 1: Progetto di vita – una ragione per vivere 7
I valori sono molto importanti nella costituzione di un progetto di vita perché sono
loro che orientano e guidano esistenzialmente la vita umana e sono responsabili
direttamente della scelta e la realizzazione di un progetto di vita. In base ai valori avviene
la selezione e l’interiorizzazione tra i diversi progetti d’uomo che la società odierna
propone25.
Il sistema dei valori a cui una persona aderisce dice “l’essenza delle sue aspettative
per il futuro, lo schema progettuale stesso della vita, ciò per cui la vita intera ha sapore e
significato”26.
25
Cfr. POLLO, Animazione culturale, 97-104.
26
R. FRISANCO, Valori, in DPV, 1243.
27
A. CENCINI, Elementi costitutive del “progetto di vita”, in «Rogate Ergo» 58 (1995) 1, 14.
28
BRENA, Progetto di vita, 954.
Cap. 1: Progetto di vita – una ragione per vivere 8
Nella vicenda storica di Cristo due eventi in modo particolare segnano la sua vita,
che diventano per noi i due criteri basilari su cui costruire il progetto di vita: l’Incarnazione
e la Pasqua.
33
In questo mi rifaccio a CENCINI, Elementi costitutivi del “progetto di vita”, in «Rogate Ergo» 58 (1995)
1, 10-15.
34
Cfr. R. TONELLI, Per la vita e la speranza. Un progetto di pastorale giovanile, Las, Roma 1996, 67-86.
35
Cfr. CENCINI, Elementi costitutivi, 12-13.
36
Cfr. NVNE 35c).
Cap. 1: Progetto di vita – una ragione per vivere 10
“Nella Pasqua Gesù viene costituito Signore e Salvatore dalla bontà del Padre il
quale salva il Figlio che si abbandona incondizionalmente nelle sue mani dalla croce” 38.
Nella Pasqua, passaggio dalla morte alla vita, scopriamo chi è Dio per noi. “Il Dio che
salva chi consegna a lui la sua fame di vita”39. La Pasqua diventa criterio del progetto di
vita in quanto qui troviamo la meta a cui tende la vita dell’uomo: l’esperienza della
salvezza come liberazione dal peccato e comunione con Dio e con i fratelli.
Progettare allora significa tendere all’integrazione tra la vita e la fede, animati dalla
speranza, in un cammino di liberazione e di risurrezione; significa imparare a camminare a
testa alta in quanto redenti e con le mani innalzate invocando; indica, soggettivamente
parlando, un superamento netto di sé (dell’io attuale), “qualcosa che va oltre quel che il
soggetto ritiene di essere capace di fare, qualcosa che non è affatto modellato sulla base
delle proprie doti e talenti, ma è apertura al nuovo, è tensione verso il massimo di quel che
uno può dare (così come la croce è il massimo dell’amore), con quella dose di rischio e di
fiducia che ciò comporta”40.
37
BRENA, Progetto di vita, 954.
38
CENCINI, Elementi costitutivi, 12-13.
39
TONELLI, Per la vita e la speranza, 77.
40
CENCINI, Elementi costitutivi, 13.
Cap. 1: Progetto di vita – una ragione per vivere 11
Vocazione41 e progetto di vita sono due aspetti del dialogo tra Dio che chiama e
l’uomo che risponde alla sua chiamata con creatività e nella libertà. Il progetto di vita,
rendendo l’uomo più consapevole del proprio protagonismo vocazionale, riguarda proprio
quella parte che la persona gioca nella risposta ad una chiamata.
La vocazione colta dentro il dinamismo del progetto di vita consente al giovane di
anticipare, dirigere e sostenere, per dono e per conquista, il proprio sviluppo secondo un
disegno personale in ascolto della volontà di Dio di cui trova le tracce nella propria storia.
La vocazione è un progetto e un compito, un impegno a realizzare il piano di Dio per la
crescita personale e per il servizio degli altri42.
A questo riguardo, scrivendo ai giovani e alle giovani del mondo, parlando del
progetto di vita e vocazione cristiana, Giovani Paolo II ricorda che all’interno di un
contesto di fede, “il «progetto» acquista il significato di «vocazione di vita», come
qualcosa che viene all’uomo affidato da Dio come compito. Una persona giovane,
rientrando dentro di sé ed insieme intraprendendo il colloquio con Cristo nella preghiera,
desidera quasi leggere quel pensiero eterno, che Dio, creatore e padre, ha nei suoi riguardi.
Si convince allora che il compito, a lei assegnato da Dio, è lasciato completamente alla sua
libertà e, al tempo stesso, è determinato da diverse circostanze di natura interna ed esterna.
Esaminandole la persona giovane, ragazzo e ragazza, costruisce il suo progetto di vita ed
insieme riconosce questo progetto come la vocazione, alla quale Dio la chiama”43.
41
Quando parlo della vocazione faccio riferimento ad un concetto di vocazione allargato e ampliato: è l’idea
di chiamata alla vita e all’amore (il senso pieno della vita), alla sequela e alla testimonianza, rivolta ad ogni
credente e che ogni credente deve essere aiutato a discernere. Esiste una vocazione alla santità per tutti i
battezzati in Cristo, ed una vocazione specifica per ogni vivente, connessa al semplice fatto di esistere: essa è
come il pensiero provvidente ed amoroso del Creatore per ogni singola creatura. L'uomo, chiamato alla vita,
porta e ritrova in sé l'immagine di Colui che lo ha chiamato: la proposta di realizzarsi secondo
quest'immagine divina, irripetibile in ogni uomo è la vocazione. Ogni creatura dunque è chiamata fin dalla
nascita ad esprimere un aspetto particolare del pensiero di Dio; lì trova il suo nome, la sua vera identità ed
originalità, la sua libertà. Questa concezione del termine, biblicamente fondata e teologicamente corretta, è
anche dal punto di vista pedagogico più efficace per rivolgere un appello che giunga a tutti e risulti
convincente. Cfr. NVNE 16-18.
42
Cfr. DE PIERI S., Orientamento educativo e accompagnamento vocazionale, Elle Di Ci, Leumann (TO)
2000, 44-55; cfr. anche DE PIERI, Capitolo XVIII. Psicopedagogia della vocazione e delle vocazioni, in A.
FAVALE (Ed.), Vocazione comune e vocazioni specifiche. Aspetti biblici, teologici e psico-pedagogico-
pastorali, Las, Roma 21993, 445-446. Per quanto riguarda il rapporto tra vocazione e progetto di vita vedi
anche: P. GRIEGER, I giovani oggi e il “progetto di vita”. La pastorale delle vocazioni, Ancora, Milano
1979, 20-25; J. DE LORIMIER, Progetto di vita nell’adolescente, Elle Di Ci, Leumann (To) 1969, 27-31;
G.B. BOSCO, Vocazione: educare a un progetto di vita, in BOSCO (Ed.), Giovani e vocazione, Elle Di Ci,
Leumann (To) 1993, 86-123; SOVERNIGO, Progetto di vita, 239-268.
43
GIOVANNI PAOLO II, Ai giovani e alle giovani del mondo, lettera apostolica in occasione dell’anno
internazionale della gioventù, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1985
Cap. 1: Progetto di vita – una ragione per vivere 12
La vocazione come progetto, dal punto di vista teologico, coinvolge la virtù della
speranza, dice la capacità dell’uomo di abbandonarsi e fidarsi di Dio, di orientare con forza
e decisione il proprio cammino verso un futuro che viene prefigurato e realizzato in modo
graduale e progressivo44.
Per questo c’è bisogno che, la vocazione come progetto di vita, nel suo percorso di
maturazione, di essere non solo scoperta e accolta, ma anche correttamente interpretata e
aiutata a svilupparsi e a crescere in modo oggettivo e autentico. Ecco qui l’importanza di
un cammino di accompagnamento e discernimento vocazionale in gruppo e
personalizzato45.
44
Cfr. DE PIERI, Orientamento educativo, 50.
45
Per un approfondimento di questa tematica vedi: L. GHIZZONI (Ed.), Direzione spirituale e orientamento
vocazionale, Paoline, Milano 1990; CENTRO NAZIONALE VOCAZIONI (Ed.), Direzione spirituale e
accompagnamento vocazionale. Teologie e scienze umane al servizio della vocazione, Ancora, Milano 1996;
J. M. GARCIA (Ed.), Accompagnare i giovani nello Spirito, Las, Roma 1998; S. PAGANI,
L’accompagnamento spirituale dei giovani. Verso una regola di vita, Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1997.
Cap. 2: Educare ad un progetto di vita 13
Cap. 2
Educare ad un progetto di vita
46
Cfr. NVNE, 13b)
47
POLLO, Animazione culturale, 41-42.
48
NVNE, 37.
Cap. 2: Educare ad un progetto di vita 14
sociale che implica da una parte la costruzione unitaria di se stessi attraverso una realistica
conoscenza e accettazione di sé, integrando le varie polarità della vita, e dall’altra parte la
relazionalità come fondamento della costruzione di sé.
Per arrivare ad una metà bisogna sapere bene il punto di partenza, per poter
progettare la propria vita è necessario raggiungere una certa autonomia e stabilità nel
proprio carattere e nella propria personalità49. Per questo occorre una realistica conoscenza
e accettazione di sé e del proprio mondo: questa è la premessa essenziale per elaborare un
progetto di vita autentico.
Educare alla conoscenza di sé significa anzitutto far emergere la realtà dell’io, così
com’è, con le sue debolezze e aspirazioni, per poi portarlo ad essere come deve essere,
attraverso un cammino di liberazione di tutte le paure e le difese consce e inconsce nei
confronti di una pienezza di vita come vocazione50.
Questo cammino di liberazione presuppone una certa e serena accettazione di se
stessi, della propria realtà interiore e delle sue contraddizioni, della propria storia, del
proprio passato, dei propri limiti ed errori, scoprire la fondamentale “bontà” del proprio
essere, per formarsi un reale ed ottimistico concetto di sé e una personalità ben integrata,
ricca e creativa.
Il professor Pollo propone le seguente tappe per un cammino attraverso cui
conquistare la propria identità, forte e profonda51:
- l’integrazione tra il riconoscere la propria separata diversità e l’acquisizione del
senso della propria unità con tutto il mondo (riconoscersi uguali a se stessi e diversi
dagli altri);
- l’integrazione tra coscienza e inconscio personale;
- l’integrazione tra pensiero logico-razionale proprio della coscienza e pensiero
simbolico dell’inconscio, individuale e collettivo.
49
Cfr. DE PIERI, Orientamento educativo e accompagnamento vocazionale, Elle Di Ci, Leumann (To) 2000,
38.
50
Cfr. NVNE 35a).
51
POLLO, Animazione culturale, 147-149.
Cap. 2: Educare ad un progetto di vita 15
Educare il giovani a fare spazio all’altro nella propria vita comporta un movimento
di decentramento, di uscire da se stessi, dal proprio individualismo, dalle proprie sicurezze
e la capacità di mettersi in discussione, di lasciarsi interrogare dal volto dell’altro, in cui
riconoscere anche la voce di Dio che mi chiama.
52
Cfr. NVNE 37,
53
Cfr. M. BUBER, Io e Tu, in BUBER, Il principio dialogico e altri saggi, San Paolo, Cinisello Balsamo
(Mi) 1993, pp. 58-157.
54
Cfr. POLLO, Animazione culturale, 68.
Cap. 2: Educare ad un progetto di vita 16
una risposta esistenziale per quanto riguarda l’orientamento, la direzione da dare alla vita e
il compito da svolgere.
55
Cfr. POLLO, Animazione culturale, 36-40. Vedi anche POLLO, I labirinti del tempo, Franco Angeli,
Milano 2000; CENSIS, Giovani lasciati al presente, Franco Angeli, Milano 2002.
Cap. 2: Educare ad un progetto di vita 17
Il quotidiano spesso però viene subito come il luogo della banalità da vivere come
una parentesi, in attesa del ‘festivo’, tempo particolare in cui la gioia, la felicità sono a
portata di mano. Fuggire dal quotidiano è alienante per la persona.
In una animazione vocazionale autentica è necessario aprire al giovane le porte del
quotidiano56, indicargli “la esaltante e terribile avventura che dietro le soglie della banalità
può vivere sino a ritrovare alla fine se stesso, «uomo nuovo»57”.
E’ necessario aiutare il giovane a vivere il quotidiano, nella sua frammentarietà,
come ricchezza di senso, liberandolo dalla “polvere dell’abitudine, dei conformismi e delle
paure profonde”58 e come spazio in cui scoprire lo stile e la qualità della presenza di Dio.
In ogni istante della sua evoluzione, l’uomo è frutto e sintesi della storia già vissuta,
di un passato che si propone continuamente come un dato che va risignificato e riscoperto.
Abilitare il giovane a “far memoria” del proprio passato diventa importante non solo per
recuperare la dimensione storica del tempo, ma anche in ordine ad una scelta di vita
coerente e impegnativa. Memoria infatti è la facoltà psichica in cui viene raccolto il
proprio passato e che nello stesso tempo si sceglie il futuro.
La riscoperta del tempo noetico, della propria vita come storia orientata da un
progetto verso un fine passa attraverso la consapevolezza da parte dell’uomo della sua
mortalità. La rimozione del pensiero della propria mortalità costituisce per la persona un
passo importante di estraniazione da se stessa e dalla propria umanità profonda. Per questo
il rapporto con la morte è un elemento di cui non si può fare a meno se la persona vuole
costruirsi e vivere in modo progettuale e cosciente la propria esistenza59.
56
Cfr. TONELLI, Una spiritualità per la vita quotidiana, Elle Di Ci, Leumann (To) 1990.
57
POLLO, Animazione culturale, 136.
58
POLLO, Animazione culturale, 136.
59
POLLO, Animazione culturale, 85-95.
Cap. 2: Educare ad un progetto di vita 18
Spesso ci si trova a dover selezionare tra molteplici progetti d’uomo che la società
di oggi propone. La selezione avviene in base ai valori 62. Non esiste alcun progetto d’uomo
che non possieda dei valori specifici di riferimento. Ogni progetto di vita autentico prende
avvio e viene sostenuto dall’incontro della persona con i valori della vita capaci di
promuovere lo sviluppo e di dare orientamento e senso nella vita.
del suo essere. Crescendo quindi essa sviluppa insieme la sua personalità e insieme il suo
sistema di valori. Acquisire un valore è modificare in qualche modo la propria personalità
nelle sue premesse esistenziali. La traiettoria della trasmissione dei valori coincide con
quella dello sviluppo del progetto d’uomo63.
Per l’animazione vocazionale, in questo ordine di idee, un ruolo molto importante
gioca la famiglia e la comunità cristiana e la loro testimonianza di fede attraverso il vissuto
dei valori ispirati al vangelo come il dono di sé, il servizio, la comunione, l’amore
disinterresato, la pace e la giustizia.
3.3. La scelta del valore ‘assoluto’, ‘pietra portante’ del progetto di vita
implica tutto quello che la persona è e tiene conto di tutta la storia del soggetto 65. E ogni
decisione personale implica almeno quattro caratteristiche: la rinuncia, la preferenza, il
legame col passato e l’orientamento verso il futuro66.
L’uomo può dare senso al proprio mondo, alla propria vita solo attraverso le vie di
una fede o di un pensiero trascendente. “Senza il respiro della trascendenza, l’uomo è
chiuso in un mondo in cui tutto può essere vero e tutto può essere falso, tutto può essere
espresso e tutto può restare inespresso, in cui nulla ha valore in sé, nulla ha significato tale
da consentirgli di porsi come riferimento etico per una scelta esistenziale orientata verso un
obiettivo che sia oltre la frontiera dell’utilità” 67. Allora l’apertura al trascendente diventa
l’orizzonte in cui un progetto di vita autentico e significativo si esprime.
radicale da Dio può offrirli la pienezza della libertà e dell’autonomia, e quindi la signoria
vera della vita. Nell’imitare Cristo il giovane dovrà fare i conti con i propri limiti, fragilità,
debolezze, inconsistenze, i propri difetti, che in questa dialettica, possono trasformarsi in
una risorsa per la realizzazione della propria vita e portare ad un abbandono fiducioso e al
dono di sé.
4.2. Aiutare i giovani a riscoprire il linguaggio del simbolo dentro l’esperienza del sacro
Il tempo della festa porta in sé “il dono della primizia dell’eterno nella vita
umana”70, per questa ha una sua consistenza e qualità, che possono essere colte solo
facendo silenzio e riposo. La festa è un tempo sacro, è “la straordinario evangelo della
vittoria definitiva della vita sulla morte, anche quando ci sentiamo immersi nel greve
sapore della morte quotidiana”71.
L’uomo che sa vivere la festa ama con più coerenza se stesso, gli altri, la vita, Dio.
“La domenica può a ritrovare se stesso, chiedere perdona dell’infedeltà e cercare di essere
se stesso nella felicità e nella gioia. […] La festa è la celebrazione dell’essere se stessi
all’interno dell’amore di Dio”72.
Aiutare i giovani a scoprire questo sarà un impresa non facile, ma necessaria per
una realizzazione autentica di sé secondo il piano di amore che Dio ha su ognuno. Questo
69
Cfr. POLLO, Animazione culturale, 111-131.
70
POLLO, Animazione culturale, 227.
71
TONELLI, Per la vita, 191.
72
POLLO, Animazione culturale, 227.
Cap. 2: Educare ad un progetto di vita 22
poterà anche a vivere i sacramenti come momenti di festa e di gioia in cui fare esperienza
di Dio cha chiama alla comunione con lui.
Educare alla logica della croce significa educare a valutare l’esperienza della
sconfitta e del fallimento del proprio agire come “la porta stretta attraverso cui entrano
nella vita sociale valori, concezioni e modelli di vita che sono una innovazione
evolutiva”73. Il successo passa spesso attraverso l’esperienza della sconfitta e del dolore.
Accettare questo aiuta a vivere con responsabilità la propria esistenza e rimanere fedele al
proprio progetto di vita. Vuol dire aprirsi al progetto di Dio e abbandonarsi con fiducia alla
sua volontà.
73
POLLO, Animazione culturale, 196.
74
Cfr. J. E. VECCHI, Pastorale giovanile e orientamento vocazionale, in «Note di Pastorale Giovanile» 36
(2002) 4, 8-12.
75
Per un approfondimento più sistematico sulla cultura vocazionale rimando a: VECCHI, Cultura della
vocazione, in DPV, 371-381.
Cap. 2: Educare ad un progetto di vita 23
- la ricerca di senso da scoprire nella propria esperienza, nella storia, nella parola di
Dio per dare qualità alla vita e camminare a testa alta;
- la scoperta e la scelta dei valori che orientano al vita come: “la gratitudine,
l’accoglienza del mistero, il senso dell’incompiutezza dell’uomo e assieme della
sua apertura al trascendente, alla disponibilità a lasciarsi chiamare da un altro (o da
un Altro) e farsi interpellare dalla vita, la fiducia in sé e nel prossimo, la libertà di
commuoversi di fronte al dono ricevuto, di fronte all’affetto, alla comprensione, al
perdono, scoprendo che quello che si è ricevuto è sempre immeritato ed eccedente
la propria misura, e fonte di responsabilità verso la vita”76.
76
NVNE 13b).
Conclusione 24
Conclusione
Tutto questo favorisce anche la creazione di una cultura vocazionale, elementi che
ho sintetizzato alla fine del capitolo.
Bibliografia di riferimento
GIOVANNI PAOLO II, Ai giovani e alle giovani del mondo, lettera apostolica in
occasione dell’anno internazionale della gioventù, Città del Vaticano, Libreria
Editrice Vaticana, 1985.
b) Studi
BERNARDINI M., Giovani e progetto di vita, Elle Di Ci, Leumann (To) 1986.
BUBER M., Io e Tu, in BUBER, Il principio dialogico e altri saggi, San Paolo, Cinisello
Balsamo (Mi) 1993, pp. 58-157.
Bibliografia 27
CENCINI A., Vocazioni dalla nostalgia alla profezia, Dehoniane, Bologna 19922.
―, Come educare alla fede e alla scelta vocazionale adulta e matura, in «Vocazioni» 19
(2002) 1, 39-68.
Dossier: Vivere la vita come vocazione. Per una pastorale giovanile orientata
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Indice 29
Indice
Introduzione 1