Secondo restauro di Casa Girola / 1925, 1932-1935 /
Piero Portaluppi Secondo restauro di Casa Girola / 1925, 1932-1935 / P. Portaluppi
via Broletto 5, Milano
linguistico, “con la felice duttilità che di accesso dell’androne, rivestiti da una gli è propria, spogliava l’edificio di via preziosa placcatura lapidea che disegna una Il legame fra Portaluppi e Umberto Déco, ma riformulati secondo la calligrafia Broletto del suo decoro garbato, ma ormai vera e propria griglia spaziale, echeggiata Girola ha origine durante gli anni guizzante tipica dell’architetto. Un aguzzo anacronistico, per accogliere i tratti più dal traliccio di calcestruzzo armato dei Dieci, quando l’architetto è incaricato bow-window centrale movimenta la cortina perentori di una modernità che si voleva lucernari. Mediante il disegno a losanghe della progettazione e della direzione e sottolinea il portale d’ingresso, la cui connaturata alle grandi opere intraprese – leitmotiv di Portaluppi – e le gradazioni dei lavori di costruzione delle centrali larghezza è ripresa dalla ampia finestra dall’azienda” (Selvafolta, 1995). Il severo cromatiche dei marmi e dei graniti ossolani, idroelettriche della Val Formazza, costruite dell’ultimo piano, a sua volta decorato prospetto tripartito è declinato con accenti l’architetto intesse una stretta relazione dall’impresario di origini ossolane. da balconcini sporgenti e modanature ad monumentali, affidati ai materiali, alle fra le superfici che delimitano lo spazio e Nel 1919 Girola commissiona a Portaluppi la altorilievo che riprendono la forma puntuta modanature e alle cornici appena accennate la disposizione dei diversi volumi di cui riforma della sede milanese di via Broletto, del bow-window. del basamento in pietra scura, ma anche è composto. L’andito di ingresso è infatti che così guadagna una facciata sobria, Nel 1932 Portaluppi, di nuovo chiamato all’inserto di una scritta a caratteri cubitali pavimentato con un mosaico di grandi movimentata da alcuni motivi ispirati agli a intervenire sulla facciata, che ormai che declama la ragione sociale dell’impresa. lastre di pietre diverse, che al preziosismo stilemi della Secessione viennese e del gusto necessitava di un adeguamento del partito Una modernità moderata, non esente decorativo sembrano aggiungere la funzione da echi tradizionali e quasi rappresa di segnare un netto distacco rispetto alla FOTO STORICA DELL’EDIFICIO, PRIMA RISTRUTTURAZIONE FOTO DELL’EDIFICIO, SECONDA RISTRUTTURAZIONE nella nettezza delle linee che ritagliano giacitura delle lastre dell’androne, disposte (IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO PIERO PORTALUPPI) (IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO PIERO PORTALUPPI) le aperture quadrate dei piani nobili, ma a fasce rettilinee alternate orientate nella simbolicamente rappresentata dalla finta direzione di accesso alla scala, ortogonale finestra a nastro dell’ultimo piano, tesa rispetto a quella di ingresso nell’edificio. come un velo di vetro di fronte alle più STEFANO POLI tradizionali finestre, intervallate da larghi pilastri che illuminano l’appartamento FOTO STORICA DELL’EDIFICIO, ATRIO del committente. Tuttavia l’intervento di (IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO PIERO PORTALUPPI)
Portaluppi non si limita a un maquillage
epidermico e la riforma dell’edificio penetra all’interno del corpo di fabbrica pervadendo l’androne d’ingresso, la scala, e interessando un volume interno che viene demolito e ricostruito. Rispetto alla facciata, la sensibilità di Portaluppi per le naturali qualità decorative dei materiali e per la loro capacità di definire il carattere degli ambienti si esprime più liberamente nei pavimenti, nelle pareti e nella scalinata