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antoni gaudí
Le coperture di Gaudí
“G
li edifici devono avere facciata con la copertura che lo
doppia copertura come le porterà, nelle opere più mature,
personalità hanno cap- a conseguire, tramite mirabili so-
pello e ombrello”.(1) luzioni tecniche e architettoni-
Così si esprime Gaudí segnalando la che, quell’ideale di continuità
duplice importanza delle coperture, organica fra i piani diversamente
ovvero l’aspetto funzionale (protezione orientati.
dagli agenti atmosferici e isolamento In molte opere del-
termico del piano superiore dell’edifi- l’architetto, soprat-
cio) e quello rappresentativo. tutto riferite al primo
In riferimento a quest’ultimo aspetto, periodo artistico, si
la tettonica nell’architettura gaudiana notano coronamenti
certamente riveste un ruolo fondamen- merlati, cuspidati,
tale, intendendo sottolineare l’imma- gradonati che, oltre
gine conclusiva del riparo e, al tempo ad offrire un’imma-
stesso, definire in maniera efficace il gine di difesa, svol-
contorno superiore dell’edificio. gono la funzione di verticalizzare e di-
Nell’ambito della ricerca artistica del namizzare la rigidità di alcuni prospetti
maestro catalano è possibile anche ri- o di ‘introdurre’, con la loro ‘traspa- Residenza di Bellesguard.
scontrare una particolare attenzione renza’, i volumi di copertura retrostanti. Sezione trasversale (da
J.M.Moreno Lucas, La aguja
nel risolvere il nodo ‘critico’, soprat- Lo stesso Gaudí spiega che “un muro
del palau Güell, in Informes
tutto sotto l’aspetto formale, rappre- terminato con un piano orizzontale de la construcción, n.408,
sentato dall’attacco terminale della non è finito, gli occorrono i merli; que- 1990).
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sti esprimono la difesa ma ciò non im-
plica un carattere militare”.(2)
In tal senso, i merli triangolari in leg-
gero risalto del coronamento, intera-
mente in cotto, del Collegio Teresiano,
grazie ad un sapiente gioco di chiaro-
scuro che accentua il contorno supe-
riore frastagliato, dinamizzano le in-
tere facciate, moltiplicando i punti di
fuga e rafforzandone il ritmo. Nei padi-
glioni Güell si trovano, invece, para-
petti in laterizio mirabilmente traforati
che lasciano intravvedere gli elementi
della copertura e, soprattutto, ripetono
all’esterno la scansione strutturale del
sistema di copertura adottato.
Scorcio del
Successivamente, come si è accen- coronamento di Casa
nato, nel passaggio dalla geometria Milá. (*)
zioni è prevista la fruibilità delle coper- ture (Palazzo Güell, Casa Milá, la resi-
ture, grazie alla quale il visitatore può denza di Bellesguard e i campanili del
cogliere nuove visuali dell’edificio, Tempio della Sagrada Familia) sono al-
comprenderne l’articolazione e l’im- tresì concepite come belvedere sul pa-
magine complessiva. Camminando so- norama cittadino.
pra alcune coperture realizzate da Tramite le coperture Gaudí controlla,
Gaudí si può ammirare la grande capa- come si è accennato, il microclima in-
cità creativa del maestro nell’accompa- terno e, in molti casi, l’illuminazione
gnare il deflusso dell’acqua piovana e naturale attraverso l’inserimento di lu-
superare i dislivelli con deliziosi detta- cernai disposti sopra patii e chiostrine,
gli in laterizio come nei padiglioni come in Casa Calvet, Casa Fernandez
Güell, nel ritorcere l’ondulata gronda Andrés e Casa Batlló.
metallica lungo i patii di Casa Milá, o Il piano mansarda, il desvan, costitui-
nel modellare gli involucri dei camini di sce per l’architetto il necessario spazio
ventilazione trasformandoli in sculture cuscinetto per assicurare il comfort
esposte all’aperto. Tutto è stato pro- termico del livello superiore dell’edifi-
gettato in funzione di una percezione cio e rappresenta l’occasione per rag-
Particolare di una scaletta sulla copertura. (*) tattile e visiva. Molte di queste coper- giungere, attraverso il ricorso a tecno-
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Casa Batlló. Parte
terminale della facciata
principale. (*)
La costruzione della
bóveda tabicada. (*)
Casa Milá.
Sezioni del desvan che evidenziano
gli elementi della struttura (da B. Massó, Gaudí, el
hombre y la obra, ed. Universidad Politecnica de
Barcelona, Barcellona, 1974).
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senso diagonale al primo strato, in tuiscono al tempo stesso uno degli
modo però da coprire tutti i giunti. En- elementi basilari della stessa conce-
trambe le tecniche si basano dunque zione spaziale dell’architetto. La suc-
sulla forte azione coesiva della malta. cessione degli elementi in grado di
Gaudí sosteneva la necessità di realiz- ‘fissare’ o diffondere la luce consente
zare coperture impermeabili ed elasti- la lettura delle trame murarie e dà vita
che costruite, se necessario, con mate- ad uno spazio dinamico. Ne è un esem-
riali compatti ma suddivisi e messi in pio, in tal senso, la copertura del padi-
opera liberi di muoversi sotto gli effetti glione delle stalle della proprietà
di dilatazione e contrazione. Soprat- Güell, costituita da voltine paraboliche Casa Milá. Schema costruttivo della struttura della
copertura e modello esposto nell’Espai Gaudí
tutto la parte strutturale deve risultare disposte trasversalmente alla pianta – allestito nel desvan dell’edificio. (*)
elastica per resistere al vento. Per que- consentono in tal
sto motivo l’architetto ripropone la tra- modo anche un’ade-
dizione locale di realizzare le strutture guata ventilazione
di sostegno della copertura costituite dell’ambiente – e im-
da sottili diaframmi in laterizio, sosti- postate su archi pa-
tuendoli però con archi parabolici che rabolici distanziati di
consentono di rendere completamente circa 2 metri.
praticabile il piano mansarda. In edifici come Pa-
Nella Casa Milá, per ottenere l’imma- lazzo Güell e la Sede
gine di un ondulato passo montuoso - Vescovile di Astorga
terrazza fruibile sull’estradosso - l’ar- – nel suo progetto
chitetto dispone a distanze ravvicinate, originario – l’archi-
per meglio sostenere le soleras di co- tetto, tramite le co-
pertura, una serie di archi parabolici di perture, denuncia
mattoni che hanno medesimo profilo esternamente l’orga-
ma altezze variate in funzione della nizzazione spaziale
luce coperta. Le basi degli archi sono interna. Sono difatti
fra loro collegate con travi di acciaio, edifici costituiti da
incorporate nel solaio di calpestio del ambienti relazionati
desvan. Si ottiene in tal modo una ad un vasto salone
struttura complessivamente elastica in centrale, coperti rispettivamente da
cui vengono evitate le fessurazioni del- una doppia cupola, parabolica e co-
l’arco di mattoni (parte rigida) bilan- nica, e da un tetto a piramide, e le Casa Milá. Scorcio del desvan. (*)
ciando i differenti coefficienti di dilata-
zione termica dell’acciaio e del lateri-
zio attraverso il maggiore sviluppo li-
neare proprio del profilo parabolico
dell’arco. Con questo mirabile artificio
Gaudí realizza un’ossatura di costole
in laterizio di altezze e larghezze diffe-
renti, generando una serie di terrazza-
menti su diversi livelli che costitui-
scono il suggestivo camminamento
corredato dalle fantastiche ‘sculture’
formate dai camini di ventilazione e
dai corpi di chiusura delle scale di col-
legamento con il desvan.(4)
Il frazionamento dell’area di copertura
e la distribuzione di elementi di soste-
gno a distanze ravvicinate, necessari,
come si è visto, ai fini costruttivi, costi-
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La razionalità costruttiva e la fantasia
creativa, miranti a raggiungere la con-
tinuità organica fra portato e portante,
spingono successivamente Gaudí a co-
struire coperture composte da super-
fici rigate, maggiormente valide sotto
l’aspetto meccanico e facilmente rea-
lizzabili con le tecnologie tradizionali.
Sfruttando la resistenza per forma e la
rigidità delle soleras, realizza la stupe-
facente copertura della piccola scuola
della Sagrada Familia, costituita da co-
noidi affiancati di laterizi, concavi e
convessi, che si compenetrano recipro-
camente.
La sintesi finale sopraggiunge nel pro-
getto del Tempio della Sagrada Familia
Sagrada Familia. Particolare dell’intradosso di una Scuola della Sagrada Familia. Schema della struttura con l’impiego esteso delle volte para-
volta, in costruzione, rivestito in cotto e mosaico e della geometria della copertura (da J.B. Massó, boloidi iperboliche, già sperimentato
veneziano. (*) Gaudí, el hombre y la obra, ed. Universidad Politecnica
de Barcelona, Barcellona, 1974).
con successo nella copertura del por-
tico della chiesa della colonia Güell, e
degli iperboloidi che assicurano, se-
condo l’architetto, le migliori condi-
zioni per la diffusione sonora e lumi-
nosa. Le volte delle navate, che attual-
mente si stanno ultimando con tecno-
logie in parte moderne e in parte tradi-
zionali, sono immaginate come chiome
arboree di un ‘bosco di pietra’, rischia-
rate dalla luce naturale diffusa che fil-
tra attraverso i fori degli iperboloidi. ¶
Note
1. Brano di Gaudí riportato su I.Puig Boada,
Sagrada Familia. Particolari della costruzione
degli iperboloidi in laterizio delle volte della navata
El pensament de Gaudí, ed. C.O.A.C., Bar-
centrale. (*) cellona, 1981, n.212, pag.161.
2. Brano di Gaudí riportato su I.Puig
Boada, op.cit., n.88, pag.116.
3. Brano di Gaudí riportato su J.Bergos
Massó, Materiales y elementos de con-
strucción, ed. Bosh, Barcellona, 1953, se-
zione terza, cap XI.
4. Tutte queste ‘figure’ sono realizzate con
la tecnica dei mattoni in foglio.
5. Piccoli fori circolari sono presenti nell’in-
tradosso della cupola, realizzati per simu-
lare l’effetto di una volta stellata di notte,
quando si sistemavano delle lucerne nelle
aperture della zona bassa della copertura
conica esterna.