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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE

CORSO DI DOTTORATO DI RICERCA IN STORIA DELL’ARTE


XXII CICLO

TESI DI DOTTORATO DI RICERCA

Città e santi patroni: offerta, protezione, difesa della città


nelle testimonianze figurative dell’Italia centro-settentrionale tra XIV e XV secolo

DOTTORANDA
Vittoria Camelliti
RELATORE
Prof. Valentino Pace

ANNO ACCADEMICO
2009/2010
INDICE

VOLUME 1

Introduzione
I
PARTE I (L’OFFERTA DELLA CITTÀ AL PROTETTORE CELESTE)

1 Origini e diffusione di un tema iconografico: immagine e rituale


1
1.1 Le prime testimonianze figurative: dall’imperatore al (santo) vescovo.
Costantinopoli X secolo; Treviri XII secolo.
5
1.2 Pratiche devozionali tra XII e XIII secolo: raccomandazione e ringraziamento
(voto ed ex voto).
13
1.3 La festa del santo patrono cittadino nei comuni dell’Italia centrale.
19
L’offerta dei ceri: autorappresentazione, raccomandazione e affermazione
politica della città (XII-XV secolo), 19; La forma dei ceri, 22.

2 Allegorie urbane in Italia (XIII e XIV secolo )

2.1 La rappresentazione della città in forma umana


34
-La ‘Siena’ e la ‘Pisa’ di Giovanni Pisano, 34; Civitas, Caritas e Bene Comune:
una allegoria giottesca nel Palazzo del Podestà a Firenze, 40.

2.2 Offerta di modelli urbani.


47
- Sant’Ambrogio a Milano: la decorazione scultorea delle porte urbiche (1336-1350),
(Il complesso scultoreo, 47 Il Committente, 52; Il progetto: la città, il dominus e il patrono,
61.
-La tomba di Azzone Visconti (1342-1344): l’offerta della città come dedizione politica, 67.

PARTE II (LA CITTÀ COME ATTRIBUTO DEL SANTO PATRONO)


71

1 Prime testimonianze figurative

Opere di scultura, 71 (Siena 1340, 71; Trieste 1337-1343, 73; Verona: due allegorie urbane?,
75)
Opere di pittura, 78 (Il Trittico di Santa Chiara a Trieste, 78; Il Polittico di San Severino
Marche, 81; La tavola opistografa del Museo Nazionale dell’Umbria a Perugia, 83.
2 Diffusione, significati e funzioni della nuova immagine patronale tra Trecento e
Quattrocento.

88
NORD EST

2.1 Veneto- Friuli Venezia Giulia

Padova. Strategie di propaganda politica. ‘Santi’ e ‘Signori’ in età carrarese (1345-1406)


88; La fortuna dell’immagine di san Daniele nella committenza episcopale e signorile (1350-
1388) 98; La tavola opistografa del Semitecolo, 98; Il Battistero: Mausoleo dei Carraresi,
104; Stefano, l’ultimo dei vescovi ‘carraresi’ e la memoria di Pileo da Prata in Cattedrale,
110; Il ‘modellino’ scolpito della città di Padova agli Eremitani, 114; San Daniele nella
committenza extra-signorile e la difficile questione del Maestro del Coro della Cappella degli
Scrovegni, 117; La politica di propaganda antitirannica dell’ultimo dei carraresi:
sant’Antonio ‘patronus’ di Francesco Novello, 126; Il culto del beato Luca, ‘socius’ di
sant’Antonio, 128.

Trieste: una città contesa tra Venezia, il Patriarcato e l’Austria.


134
Treviso: il patronato ‘anomalo’ di santa Caterina d’Alessandria nella Chiesa dei Servi.
139
I santi patroni di ‘terraferma’ al tempo dell’espansione veneziana.
144
NORD OVEST
2.2 Piemonte-Lombardia
149
Asti-Novara; Bergamo; Brescia; Pavia.

CENTRO

2.3 Emilia-Romagna-Toscana
154
2.3.1 Bologna: San Petronio pater et protector civitatis, 154; Costanti e varianti figurative.
San Petronio e le modalità di rappresentazione di Bologna tra Trecento e primo
Cinquecento: esagono, quadrato, cerchio159; Da Pietro a Petronio, 163.

2.3.2 Il doppio patronato civico di san Geminiano tra Emilia e Toscana (Modena, 166-San
Gimignano, 170);
2.3.3 Gli altri centri della Toscana: Firenze, 178.
città nell’orbita fiorentina (Pistoia - Volterra) 182; Siena, 185; Lucca, 187.

2.4 Marche-Abruzzo
191
Il culto e l’iconografia di san Venanzio a Camerino e la signoria dei Da Varano nel
Quattrocento, 191; San Severino Marche, 198; San Ginesio Marche, 198; Tra Ascoli, Fermo
e Ancona, 201; Tra Pesaro e Rimini: gli Sforza e i Malatesta, 204 (Pesaro, Gradara, San
Marino, Arcevia, Pergola, Fossombrone, Matelica).

A sud delle Marche e in Abruzzo nel primo Quattrocento: Teramo ‘insula’ carrarese, Stefano
da Carrara vescovo aprutino (1411-1427), 214; Atri, 218; Aquila, 219.

2.5 Umbria-Lazio
Città di Castello; Nei dintorni di Norcia (la Valnerina); Montefalco; Valleranno-Fondi.
220
2.6 Uno sguardo sulle regioni di confine
Dalmazia; Istria
226
3 I santi specializzati

Il caso di Nicola da Tolentino, santo specializzato contra pestem, 234; San Rocco, 238; San
Floriano di Lorch contro incendi e inondazioni, 239.

PARTE III (LA PROTEZIONE MARIANA)

1 L’apparizione della Madonna in difesa della città contro il nemico


242

1.1 Sacre immagini, reliquie e apparizioni tra Costantinopoli e Chartres nei libri di miracoli
mariani (XII- XIII secolo), 242.
1.2 Un caso rappresentativo: il mito dell’apparizione della Madonna a Siena
La ‘Nostra donna’ a la porta dell’Uopera Sancte Marie (XIV secolo), 256; Il Campo, il
Palazzo e la Cattedrale, 260; Il tema del ‘mantello’ nelle testimonianze figurative senesi tra
XV e XVI secolo, 263.

2 L’intervento della Madonna in difesa della città contro l’ira di Dio


274
2.1 Maria mediatrix e defensatrix: origine e varianti di un tema iconografico, 274
2.2 L’immagine della città nell’iconografia della Madonna della Misericordia nel XV secolo
(Umbria e Marche), 280;
2.3 Ad honorem et reverentiam beatae Virginis: gli ex voto di città offerti ai santuari mariani
(XV-XVII secolo), 289.

3 Problemi aperti:

3.1 La così detta ‘Madonna del Bigallo’ a Firenze: una Madonna o una allegoria della
Misericordia?
299
3.2 Soluzioni iconografiche alternative: il tema della ‘corda’ o ‘cintola’ della Madonna da
Siena alle Marche nel Quattrocento.
309
Riflessioni conclusive
313

Tavole

VOLUME 2

PARTE IV

Catalogo

317

Bibliografia
476
VOLUME 1
Introduzione

«È quasi impossibile immaginare la città italiana basso-medievale senza la venerazione per


il suo santo protettore. Tutti si raccoglievano attorno a lui; in lui si riponeva la fiducia contro i
nemici interni ed esterni. Ed egli divenne il simbolo stesso della “città/stato” cittadina e
rispecchiò l’immagine che i cives avevano del senso e dello scopo della loro città».

È questa la riflessione con la quale, ormai oltre cinquant’anni fa, Hans Conrad Peyer,
nel suo pionieristico saggio Stadt und Stadpatron im mittelalterlichen Italien (Zürich 1955;
ed. it. Firenze 1998, p. 105) concludeva l’indagine condotta su un campione di città
‘rappresentative’ del culto civico dei santi in Italia: Venezia e san Marco, Milano e
sant’Ambrogio, Firenze e san Giovanni Battista, Siena e la Vergine. Questo libro di
appena un centinaio di pagine, tradotto in Italia solo all’inizio degli anni Ottanta con una
importante introduzione di Anna Benvenuti, è stato considerato a ragione antesignano di
una corrente di studi che si è dimostrata quanto mai prolifica e che vanta, ad oggi, una
letteratura critica vastissima nella quale confluiscono le ricerche pertinenti all’agiografia,
all’immaginario urbano, all’autocoscienza cittadina e, non ultime per importanza, le
indagini iconografiche sui santi e sulle città.

Il lavoro che oggi qui si presenta affronta il tema della devozione civica, rivolta ai
santi ai quali è riconosciuto un ruolo come protettori della città, partendo dal significato
e dalla funzione dell’immagine patronale: privilegiando in particolare lo studio di una
tipologia iconografica documentata nelle regioni dell’Italia centro settentrionale a partire
dal XIII-XIV secolo, laddove il santo (in genere un vescovo o un martire) o la divinità
stessa (la Vergine con il Cristo bambino) è rappresentato in associazione con la città
devota secondo modalità e con valenze spesso profondamente diverse.
Le immagini che sono oggetto di questa ricerca non appartengono, almeno non nella
maggior parte dei casi, alla categoria delle ‘immagini miracolose’: con alcune
significative eccezioni, come dimostrano ad esempio i gonfaloni dell’Italia Centrale, che
venivano portati in processione per le vie della città al fine di scongiurare il pericolo di
una pestilenza, o la più famosa tavola della Madonna delle Grazie di Città di Castello,
alla quale, come ad altre icone venerate in diversi santuari italiani, è tutt’oggi attribuito
un potere apotropaico e salvifico tanto da essere esposta ai fedeli solo due volte l’anno.

I
Si tratta piuttosto di immagini che, in parallelo e in continuità con il ‘teatro del
sacro’, rappresentano, celebrano e propagandano il rapporto tra la città e il suo patrono
celeste. La casistica più ampia e rappresentativa è costituita da opere di carattere
devozionale, elaborate a titolo di ringraziamento, come ex voto, o con lo scopo di
rivolgere alla divinità richieste di protezione e interventi di salvaguardia.
La città, rappresentata a seconda dei casi come una figura umana o come un modello
urbano di dimensioni ridotte, è talora offerta alla Madonna nel contesto di una scena di
dedica dove il santo patrono, diretto referente nonché rappresentante dei cives, partecipa
come advocatus e intercessore. Altrove il santo, esaltato in quanto pater et protector
civitatis, compare come diretto custode/protettore della città, rappresentata
materialmente nelle sue mani come proprio attributo. Soluzioni iconografiche alternative
si registrano invece allorché venga dato risalto alla funzione del patrono celeste come
defensor della città, assediata da un nemico oppure minacciata da pestilenze, terremoti e
altre calamità naturali: frequente, ad esempio, la messa in scena dell’apparizione
miracolosa del santo o della stessa Vergine al di sopra delle mura urbane. Un caso
particolare è rappresentato dai santi invocati contra pestem come san Nicola da Tolentino
che, nelle tavole di Pisa e di Empoli, afferra i dardi della peste scagliati contro la città
rappresentata ai suoi piedi, o san Rocco che nella tavola di Bartolomeo della Gatta per
Arezzo intercede orante affinché l’Eterno plachi la sua ira. Così come il caso di san
Floriano di Lorch, martire venerato contro incendi e inondazioni, che viene spesso
ritratto mentre versa dell’acqua sulla città in fiamme.
L’esigenza di distinguere tra diverse modalità di rappresentazione (città offerta, città
protetta, città difesa), significati e funzioni dell’immagine patronale, ha reso necessario
operare scelte precise nella selezione e nell’ordinamento del materiale raccolto: ciò
soprattutto in ragione della decisione considerare un ambito geografico e cronologico
molto vasto, comprendente le regioni dell’Italia centro settentrionale, con uno sguardo
sulle aree di confine, principalmente l’arco alpino (nord-est) e le regioni adriatiche legate
economicamente e culturalmente alla penisola italiana come Istria e Dalmazia.

La tesi è divisa in tre sezioni, ciascuna dedicata all’approfondimento di un aspetto


particolare.
La prima parte affronta il tema dell’offerta della città, ovvero della sua
dedica/raccomandazione alla divinità: partendo dall’analisi delle prime testimonianze

II
figurative a noi note, prodotte tra X e XII secolo nelle città imperiali di Costantinopoli e
Treviri, per prendere in considerazione le opere documentate in Italia solo più tardi, tra la
fine del Duecento e gli anni Trenta-Quaranta del Trecento (Siena, Pisa, Firenze, Milano).
Per quanto diverse, ciascuna di queste immagini –tutte destinate a contesti monumentali
e pubblici- era concepita come un efficace strumento di propaganda politica e di
legittimazione del potere. Ciò si osserva precocemente nel caso di Costantinopoli e
Treviri dove il personaggio offerente del modello della città (l’imperatore Costantino e il
santo vescovo Eucario) intende evocare il committente dell’immagine: l’imperatore e il
vescovo in carica, legittimi detentori del potere politico. La stessa cosa si dica nel caso
delle complesse allegorie urbane elaborate da Giovanni Pisano per gli ingressi del duomo
di Siena e del duomo di Pisa, dove la città rappresentata allegoricamente in forma umana
(rispettivamente come Ecclesia e Caritas) si presenta al cospetto della Vergine in coppia
con un altro personaggio: a Siena troviamo la figura del sindaco Bonaguida, detentore
della carica di governo e depositario dell’identità comunale; a Pisa troviamo invece
quella di un dominus alleato nonché patronus politico della città ghibellina, l’imperatore
Arrigo VII di Lussemburgo.
La sofisticata allegoria giottesca affrescata nel Palazzo del Podestà di Firenze intorno
alla metà degli anni Trenta si può ritenere invece l’esito più alto della propaganda
ideologica del Buon Governo portata avanti dai domenicani nel primo Trecento a
Firenze: precedente ideale alla più famosa allegoria lorenzettiana in Palazzo Pubblico a
Siena, può essere considerata una delle più straordinarie ‘invenzioni urbane' a noi note,
incentrata sulla figura del Comune che -qualificato dal giglio rosso-bianco- si presenta al
cospetto della Madonna, accompagnato da sei fanciulli simboleggianti i sestieri urbani.
L’idea, codificata dall’affresco giottesco, di città come ‘insieme’ delle singole parti, trova
una elaborazione monumentale negli anni immediatamente successivi a Milano, nei
gruppi scultorei destinati alle porte urbiche, scolpiti dal pisano Giovanni di Balduccio.
Ed è qui che viene proposto, forse per la prima volta in Italia, il tema dell’offerta di
modelli urbani da parte del santo patrono cittadino, il vescovo Ambrogio: soluzione della
quale lo stesso artista si serve, a distanza di pochi anni, sempre presso la corte dei
Visconti, per la tomba di Azzone nella chiesa di San Gottardo. In quest’ultimo caso però
la scena di offerta non è interpretabile propriamente come una dedica finalizzata alla
richiesta di un intervento di salvaguardia bensì come una deditio. Il modello della città è
affidato infatti a Bergamo, che viene rappresentata in forma umana e accompagnata dal

III
proprio santo patrono, il martire Alessandro. L’offerta non è tributata alla Vergine bensì a
sant’Ambrogio, patrono di Milano, che viene esaltato come protettore del potere
signorile della più forte città lombarda.
Le sculture balduccesce rendono conto dell’ambiguità nell’interpretazione
dell’immagine di offerta di città: ambiguità che trova un riscontro preciso, oltre che sul
piano figurativo, anche nell’ambito del rituale urbano, non solo nella stessa Milano, dove
i rappresentanti delle città sottomesse erano, di fatto, tenuti a presentare un pallio di seta
con le insegne araldiche del comune, ogni anno in occasione della festa della Natività di
Maria. Questa pratica è largamente documentata anche nelle città comunali dell’Italia
centrale, come dimostra ad esempio il caso dell’annuale offerta dei ceri da parte delle
città sottomesse a Siena, Firenze e Lucca, tributati rispettivamente in onore dell’Assunta,
di san Giovanni Battista e del Volto Santo: occasione solenne per tutto il contado di
celebrare il patrono della città più forte, e per rinnovare le promesse di fedeltà e
sottomissione, oltre che per corrispondere il pagamento del censo previsto.
Il parallelo tra rituale e immagine è tanto più evidente quando si consideri la foggia
dei ceri che, stando alle fonti in nostro possesso, almeno a partire dalla metà del Trecento
sono descritti come ‘castella fioriti’, ovvero dipinti in forma di castello/città.
Non si tratta ad ogni modo di una vera innovazione: la pratica di offrire modelli
urbani di cera o di argento è infatti documentata precocemente, almeno a partire dal XII
secolo, come offerta civica alla Vergine (generalmente tributata nei confronti di una
immagine venerata) a titolo di ex voto o al fine di richiedere una grazia in occasione di
un assedio nemico: vedi ad esempio il caso della città di cera offerta dai cittadini di
Mende, in Francia, alla Madonna di Rocamadour e quello forse più famoso, del modello
in argento di Parma tributato in onore della Vergine per aver difeso la città dell’assedio di
Federico II.

La seconda parte della tesi prende in esame le testimonianze figurative dove la città,
rappresentata in forma di modello urbano, compare come attributo qualificante il santo
patrono. Una soluzione, questa, destinata a riscuotere un immediato successo tra
Trecento e Quattrocento.
Al fine di una ricostruzione cronologica, sono prese in considerazione dapprima le
opere di scultura e di pittura databili verosimilmente entro la prima metà del Trecento.
Solo in un secondo momento sono presentate le testimonianze figurative che attestano la

IV
diffusione della nuova iconografia patronale tra la seconda metà del Trecento e l’inizio
del Cinquecento entro diverse aree geografiche così ripartite: Nord-est, Nord-Ovest,
Centro Italia e regioni di Confine (Istria-Dalmazia). Si tratta di un percorso non sempre
facile poiché basato sull’analisi di opere spesso frammentarie o in cattivo stato di
conservazione, delle quali non si conosce la provenienza originaria: talora datate o
attribuite a uno o più anonimi ‘Maestri’ sulla base della sola valutazione stilistica. Nel
caso specifico di questa ricerca, la rappresentazione del santo patrono in associazione
con la città offre tuttavia una indicazione utile al fine di verificare la plausibilità delle
diverse attribuzioni. C’è infatti ogni volta da chiedersi quali circostanze abbiano favorito
la committenza di immagini di questo tipo che, depositarie del senso di identità civica si
prestavano nel contempo a efficace strumento di legittimazione e di propaganda del
potere comunale e signorile. L’immagine civica di un santo deve dunque essere valutata
in relazione alla promozione del suo culto, da parte dell’Istituzione/comunità religiosa
che vantava il possesso delle sue reliquie: si pensi in tal senso all’alternanza dei santi
patroni padovani nel Trecento in accordo e con il sostegno della Signoria -san
Prosdocimo, san Daniele e sant’Antonio da Padova venerati rispettivamente presso la
chiesa di Santa Giustina, in Cattedrale e nella Basilica francescana- o agli interessi che
gravitavano attorno alla fondazione ex novo di una Basilica in onore di san Petronio a
Bologna, in competizione con la cattedrale intitolata a san Pietro, e costruita proprio
dirimpetto al palazzo Comunale.
La valenza propriamente politica dell’associazione santo-città trova una conferma
nel suo contemporaneo impiego nella monetazione cittadina (come si osserva
precocemente a Padova durante la Signoria dei Carraresi) e nell’ambito della
sigillografia (come dimostra ad esempio il caso dei sigilli vescovili di Trieste entro la
fine del Trecento). Nel corso del secolo successivo l’immagine del santo recante come
proprio attributo il modello della città è impiegata sulle monete di Bologna e su quelle
emesse a nome della signoria marchigiana di Giulio Cesare da Varano a Camerino,
quella di Costanzo Sforza a Pesaro, così come nella monetazione modenese sotto Ercole
I d’Este e in quella astigiana al tempo degli Orleans: famiglie legate non a caso tra loro
da vincoli parentali.
Le aspettative di protezione della città non sono rivolte soltanto ai santi patroni
ufficiali: la fiducia nell’intervento divino porta non di rado tra Trecento e Quattrocento
alla legittimazione di nuovi culti civici, tributati nei confronti di santi che non

V
appartengono propriamente alla tradizione locale, ai quali tuttavia viene riconosciuto il
merito di una azione difensiva. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di santi festeggiati
dal calendario liturgico nel giorno di una vittoria militare o della cacciata di un tiranno.
Nondimeno si osserva l’affermarsi di uno specifico culto civico, spesso incentivato e
sostenuto da ordini religiosi o confraternite, nei confronti di santi ai quali sono
riconosciuti poteri taumaturgici, schierati in difesa della città contro pestilenze e calamità
naturali.

La terza parte della tesi è dedicata al tema della protezione mariana sulla città. Le
immagini prese in considerazione mettono in scena il momento successivo a quello della
raccomandazione della città alla protezione divina, attraverso l’invocazione della Vergine
e dei santi. Una specifica tradizione letteraria e iconografica attribuisce infatti alla
Vergine il merito di un intervento diretto in soccorso della città, come defensatrix contro
un pericolo imminente (un assedio nemico o un evento disastroso come pestilenze,
alluvioni, incendi, terremoti, ecc.). La stessa è inoltre invocata quale suprema ‘avvocata’
e intermediaria (mediatrix) al cospetto del Cristo o di Dio Padre.
Entrambi questi due ‘filoni’ godranno di grande fortuna nell’ambito della produzione
figurativa e letteraria quattrocentesca. Il primo, pertinente alla difesa della città
-attraverso una immagine sacra, una reliquia, o a seguito dell’apparizione miracolosa
della Vergine- dipende dalla diffusione dei libelli miraculorum, diffusi in tutta Europa a
partire dal XII e XIII secolo con riferimenti ai miracoli di Costantinopoli e Chartres. Il
tema dell’apparizione della Vergine è documentato precocemente a Siena, nella
tradizione cronachistica e iconografica trecentesca pertinente alla battaglia di Montaperti.
Solo nel corso del Quattrocento troviamo però una prima codificazione dell’immagine
del mantello della Madonna disteso a protezione della città: immagine che richiama
direttamente al tema della Madonna della Misericordia, largamente diffuso negli stessi
anni nelle regioni dell’Italia centrale, con riferimento a pestilenze, terremoti e altre
calamità naturali, considerate la diretta manifestazione dell’ira divina per i peccati degli
uomini. Nell’ambito della stessa tradizione figurativa trova spazio la rappresentazione
dell’intercessione della Vergine, rappresentata supplice e orante al cospetto di Cristo e di
Dio Padre.
La sezione conclusiva è riservata all’analisi di alcuni casi particolari. Il primo
riguarda un’opera per la quale sussistono ancora oggi dei dubbi circa la corretta

VI
interpretazione iconografica, ovvero la così detta Madonna o Allegoria della
Misericordia, affrescata entro la prima metà degli anni Cinquanta del Trecento
nell’Oratorio della Misericordia (poi del Bigallo) di Firenze. Viene infine preso in
considerazione un gruppo ristretto di opere nelle quali la Vergine è rappresentata mentre
circonda la città protetta con una corda/cintola. L’invenzione, riconducibile a una
Biccherna senese, troverà una successiva elaborazione nel corso della seconda metà del
Quattrocento nelle Marche con preciso riferimento all’istituzione dei Monti di Pietà.

Parte integrante di questo lavoro è il Catalogo, dove sono schedate le opere che
documentano l’associazione santo-città, quest’ultima rappresentata esclusivamente in
forma urbana come modello tridimensionale. Per quanto lontana dal potersi considerare
esaustiva, la schedatura sintetica delle opere si propone come un primo tentativo di
monitorare la diffusione della nuova iconografia patronale tra la prima metà del XIV
secolo e l’inizio del XVI secolo, offrendo nel contempo una base per auspicabili ricerche
successive.

!
Nota bibliografica introduttiva

L’esigenza di ordinare il ricchissimo patrimonio di contributi e conoscenze pertinente al tema


della santità ha portato alla pubblicazione di utili strumenti bibliografici, tra cui ricordo in
tempi recenti: U. Longo, La santità medievale, con un saggio introduttivo di G. Barone, Roma
2006; Bibliografia agiografica italiana:1976- 1999, a cura di P. Golinelli, Roma 2001. Ulteriore
materiale bibliografico è reperibile sul sito dell’AISSCA (Associazione Italiana per lo studio dei
Santi, dei Culti e dell'Agiografia) http://www.aissca.it/.
Si propone qui a titolo di primo orientamento, senza alcuna pretesa di completezza, una
Bibliografia essenziale suddivisa per aree tematiche. Indicazioni più dettagliate saranno date di
volta in volta all’interno del testo.

Per un inquadramento generale sul tema della santità si rimanda a S. Boesch Gajano, La
santità, Roma-Bari 1999; Storia della santità nel cristianesimo occidentale,Roma 2005.

Con specifico riferimento alla santità civica: H. C. Peyer, Stadt und Stadpatron im
mittelalterichen Italien, Zürich 1955 (ed. it. a cura di A. Benvenuti, Firenze 1998); P. Brown,
The cult of the saints, Chicago-London 1981, (ed. it. Torino 1983); A. M. Orselli., L’idea e il
culto del santo patrono cittadino nella letteratura latina cristiana, Bologna 1965; La città
altomedievale e il suo santo patrono (ancora una volta) il “campione pavese”, Roma 1979;
Ead., Il santo Patrono cittadino tra Tardo Antico e Alto Medioevo, in Bullettino dell’Istituto
storico italiano per il medioevo e Archivio muratorirano, 89, 1980-1981, pp. 349-368; Ead.,
Tempo, città e simbolo tra Tardoantico e Altomedioevo, Ravenna 1984; Ead., L’immaginario
religioso della città medievale, Ravenna 1988; Ead., Santi e città. Santi e demoni urbani tra
Tardoantico e alto Medioevo, in Santi e demoni nell’alto Medioevo Occidentale (secoli V-XI),
XXXVI Sett. di studio, CISAM, Spoleto 1989, pp. 783-835; A. Vauchez, Patronage de saints et

VII
religion civique dans l’Italie communale, in Le laics au Moyen Age. Pratiques et expérience
religieuses, Paris 1987 (trad. it. Milano 1987, pp. 167-206); Id., Patronage des saints et religion
civique dans l’Italie communale à la fin du moyen âge, in Patronage and public in the Trecento,
ed. V. Moleta, Firenze 1987, pp. 59-80;
A. Benvenuti, (Pastori di popolo. Storie e leggende di vescovi e di città nell'Italia medievale,
Firenze, Arnaud, 1988; Ead., I culti patronali tra memoria ecclesiastica e costruzione
dell’identità civica: l’esempio di Firenze, in La religion civique à l'époque médiévale et
moderne: (Chrétienté et Islam), Actes du colloque sous la dir. di A. Vauchez, Roma 1995, pp.
99-118; Ead.,“Secondo che raccontano le storie”: il mito delle origini cittadine nella Firenze
comunale, in Il senso della storia nella cultura medievale italiana, XIV convegno del Centro
Italiano di studi di Storia e d'Arte, (Pistoia 1993), Pistoia 1995, pp.205-252; Ead., Città e santi
patroni nell’Italia medievale, saggio introduttivo con aggiornamento bibliografico in Peyer,
Stadt und Stadtpatron im … Firenze 1998, cit., pp. 7-37; Ead., La civiltà urbana, in Storia della
santità…2005, cit., pp. 157-222; P. Golinelli, (Città e culto dei santi nel Medioevo italiano,
Bologna 1991 (II ed. ampliata e aggiornata 1996); Id., Il comune italiano e il culto del santo
cittadino in Politik und Heiligenverehrung im Hochmittelalter von J. Petersohn, Sigmaringen,
1994, pp. 573-593; Id., L’agiografia cittadina: dall’autocoscienza all’autorappresentazione
(sec. IX-XII. Italia settentrionale), in Il Senso della storia nella cultura medievale italiana (1110-
1350), Pistoia 1995, pp. 253-274; D. Webb, Patrons and defenders: the saints in italian city-
states, London 1996; Ead. Saints and Cities in Medieval Italy, London 2007; D. Norman, Siena
and the Virgin: art and politics in a late medieval city state, New Haven 1999;

Sull’iconografia dei santi e, più in generale, funzione e il significato delle immagini:


G. Kaftal, Saints in Italian Art. Iconography of the saints in Tuscan Painting, Firenze 1952; G.
Kaftal-F. Bisogni (Saints in Italian Art. Iconography of the saints in the Painting of North East
Italy, Firenze 1978; Saints in Italian Art. Iconography of the saints in the Painting of North west
Italy, III vol, Firenze 1985); G. Bascapé, Sigillografia : il sigillo nella diplomatica, nel diritto,
nella storia, nell'arte, 1, Sigillografia generale, Milano 1969;G. Ortalli, "Pingatur in Palatio":
la pittura infamante nei secoli XIII – XVI, Roma 1979; M. Seidel, "Castrum pingatur in
palatio": 1 ; ricerche storiche e iconografiche sui castelli dipinti nel Palazzo Pubblico di Siena,
in Prospettiva, 28.1982, p. 17-41 (ried. in Id., Arte italiana del Medioevo e del Rinascimento,
Venezia 2003, p. 161-192); J. Wirth, L’image médiévale. Naissance et développements (VI-XV
siècles), Paris 1989; C. Frugoni, Immagini politiche e religiose: trama e ordito di una stessa
società, in La Chiesa e il potere politico dal Medioevo all'età contemporanea, Annali, 9 a cura di
G. Chittolini e G. Miccoli, Torino 1986, pp. 349-353; H. Belting, Bild und Kult. Eine Geschichte
des Bildes vor dem Zeitalter der Kunst, Monaco 1990 (ed. it. Il culto delle immagini. Storia
dell’icona dall’età imperiale al tardo Medioevo, Roma 2001); G. Wolf, Salus populi Romani :
die Geschichte römischer Kultbilder im Mittelalter,Weinheim 1990; D. Freedberg, The power of
images: studies in the history and theory of response, Chicago 1991 (ed. it. Il potere delle
immagini, Torino 1993, con particolare attenzione a L'immagine votiva: invocazione di favori e
rendimento di grazie, pp. 210-245); J. Gardner, Patrons, Painters and Saints. Studies in
Medieval Italian Painting, Adershot 1993; Le forme della propaganda politica nel Due e nel
Trecento, relazioni tenute al convegno internazionale (Trieste 1993), Roma 1994; L’image.
Fonctions et usages des images dans l’Occident médiéval, Actes du 6 International Workshop on
Medieval Societies (Erice 1992), a cura di J.C. Schmit e J. Baschet, Paris 1996); J. C. Schmitt,
La culture de l’imago, in Annales Historire- Sciences Sociales, 51, 1996, pp. 3-36; Siena,
Florence and Padua: Art, Society and Religion 1280-1400, a cura di D. Norman, New Haven-
London, 1995; M. Bacci, Il pennello dell’evangelista. Storia delle immagini sacre attribuite a
san Luca, Pisa 1998; Id., «Pro remedio animae». Immagini sacre e pratiche devozionali in Italia
centrale (secoli XIII- XIV), Pisa 2000 (con approfondita Nota bibliografica, pp. 441-448); Id.,
L’effigie sacra e il suo spettatore, in Arti e storia nel Medioevo, 3, Del vedere: pubblici, forme,
funzioni, a cura di E. Castelnuovo e G. Sergi, Torino 2004, pp. 199-246); F. Bruni, La città
divisa: le ‘parti’ e il bene comune da Dante al Guicciardini, Bologna 2003;C. Frugoni, Le
immagini come fonte storica, in Lo spazio letterario del Medioevo, 2, Il Medioevo volgare. La

VIII
circolazione del testo, direttori P. Boitani, M. Mancini, A. Varvaro, Salerno 1999-2005, pp.
721-740.

Tra le mostre, i convegni e i contributi più recenti con particolare riferimento al patronato
civico dei santi:
Civitas Geminiana. La città e il suo patrono, catalogo della mostra (Modena, 1997-1998) a cura
di F. Piccinini, Modena 1997; Il Millennio Ambrosiano, a cura di C. Bertelli, Milano 1987-1989;
Ambrogio: l'immagine e il volto; arte dal XIV al XVII secolo, catalogo della mostra, (Milano
1998), a cura di P. Biscottini, Venezia, 1998; I Santi Patroni. Modelli di santità, culti e patronati
in Occidente, catalogo della mostra (Napoli 1999), a cura di C. Leonardi e A. Degli Innocenti,
Milano 1999, con attenzione al saggio di G. Orofino, Il «Comune dei santi». Patroni dipinti nei
libri cittadini, pp. 91-97; Sant'Anna dei Fiorentini: storia, fede, arte, tradizione, Atti del
Convegno, (Firenze 2000), a cura di A. Valentini, Firenze 2003; Petronio e Bologna : il volto di
una storia ; arte, storia e culto del Santo Patrono, catalogo della mostra (Bologna 2001-2002) a
cura di B. Buscaroli e R. Sernicola, Ferrara 2001; Floriano: ponte di arte e fede tra i popoli
d'Europa, catalogo della mostra, (Illegio 2004), a cura di G. Bergamini e A. Geretti, Milano
2004; La memoria ornata. Miniature nei documenti bolognesi dal XIV al XVIII secolo, catalogo
della mostra (Bologna 2004), a cura di F. Boris, M. Giansante, D. Tura, Bologna 2004;San
Giusto e la tradizione martiriale tergestina nel XVII centenario del martirio di San Giusto, Atti
del Convegno, (Trieste 2004), a cura di G. Cuscito, Trieste 2005; San Nicola da Tolentino
nell'arte: corpus iconografico, Vol. I. Dalle origini al Concilio di Trento, Centro Studi Agostino
Trapè di Tolentino, Coord. scient. V. Pace. Repertori iconografici a cura di R. Tollo, Tolentino
2005; Immagine e mistero: il sole, il libro, il giglio. Iconografia di San Nicola da Tolentino
nell'arte italiana dal XIV al XX secolo, catalogo della mostra (Città del Vaticano 2005) a cura di
M. Giannatiempo López, Milano 2005; San Nicola: splendori d'arte d'Oriente e d'Occidente,
catalogo della mostra (Bari 2006-2007) a cura di M. Bacci, Milano 2006; Culto e santuari di san
Michele nell'Europa medievale, Atti del congresso (Bari 2006), a cura di P. Bouet, G. Otranto,
A. Vauchez, Bari 2007; T. Franco, Santi patroni dipinti. Il caso di san Zeno e di san Pietro
martire a Verona, in Medioevo: l'Europa delle cattedrali, Atti del Convegno (Parma 2006), a
cura di A. C. Quintavalle, Milano 2007, pp. 480-489; F. Scorza Barcellona, I quattro santi
patroni di Siena nella vetrata duccesca, in Oculus cordis: la vetrata di Duccio, a cura di M.
Caciorgna, Pisa 2007, pp. 201-217; V. Camelliti, Il santo patrono e la città. Petronio e
Floriano: due mostre, due modelli di santità, in Sanctorum 5, 2008, p. 200-209; M. Giansante,
Petronio e gli altri. Culti civici e culti corporativi a Bologna in età comunale, in L’eredità
culturale di Gina Fasoli. Atti del Convegno di studi per il centenario della nascita (1905-2005), a
cura di F. Bocchi e G.M. Varanini, Roma 2008, pp. 357-377; Il potere e la grazia: i santi
patroni d'Europa, catalogo della mostra a cura di A. Geretti e S. Castri con la collab. di C.
Corsato, Milano 2009.

Sull’immagine della città: C. Buttafava, Visioni di città nelle opere d'arte del Medioevo e
del Rinascimento, Milano 1963; A. Peroni, Raffigurazione e progettazione di strutture urbane e
architettoniche nell’alto Medioevo, in Topografia Urbana e vita cittadina nell’Alto Medioevo in
Occidente, Settimana di studio promossa dal Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo
CISAM, Spoleto 1974, pp. 679-710; J. Le Goff, L'immaginario urbano nell'Italia medievale
(secc. V-XV), in Storia d'Italia, Annali, V, (Il Paesaggio), a cura di C. De Seta, Torino, 1982, pp.
5-43; "La dimora di Dio con gli uomini": (ap 21,3); immagini della Gerusalemme celeste dal III
al XIV secolo, a cura di M. L. Gatti Perer, Milano 1983; C. Frugoni, Una lontana città, Torino
1983; La città e le mura, a cura di C. De Seta e J. Le Goff, Roma 1989; F. Robin, Les portes de
villes: symboles et representatione dans la peinture et l'enluminure italienne (XIV - XVe siècles)
in Fortifications, portes de villes, places publiques, dans le monde mediterraneen, textes réunis
par J. Heers, Paris 1985, pp. 81-96; nello stesso volume. C. Doufour Bozzo, La porta di città
nel medioevo come "testo" semiotico, pp. 67-76. C. De Seta, Le mura simbolo della città, in Le
città e le mura, a cura di C. De Seta, J. Le Goff, Bari 1989, pp. 11-57; Importante dal punto di
vista iconografico lo studio di J. Gardner, An introduction to the iconography of the medieval

IX
italian city gate, in Dumbarton Oaks Papers, XLI, 1987, pp. 199-213. Rilevante l’impresa
editoriale della serie Civitas Europaea di cui: Principi e forme della città, Milano 1993; La città
e il sacro, a cura di F. Cardini, Milano 1994; Metamorfosi della città, a cura di L. Benevolo,
Milano 1995; La città gioiosa, a cura di C. Bertelli, Milano 1996; La città e la parola scritta, a
cura di G. Pugliese Caratelli, Milano 1997; La citta dell'utopia: dalla citta ideale alla citta del
terzo millennio, Milano 1999. Circa le modalità di rappresentazione dello spazio urbano G. C.
Romby, La rappresentazione dello spazio: la città, in Imago et descriptio Tuscia. La Toscana
nella geocartografia dal XV al XIX secolo, a cura di L. Rombai, Venezia 1993, pp. 305-358; M.
Aromberg Lavin, Rappresentazione di modelli urbani nel Rinascimento in Rinascimento da
Brunelleschi a Michelangelo. La rappresentazione dell'Architettura, Catalogo della mostra
(Venezia 1994) a cura di H. Millon e V. Magnago Lampugnani, Milano 1994, pp. 676- 680; L.
Nuti, Ritratti di città. Visione e memoria tra Medioevo e Settecento, Venezia 1996; Ead., Lo
spazio urbano: realtà e rappresentazione, in Arti e Storia nel Medioevo, a cura di E.
Castelnuovo e G. Sergi, Torino 2002, vol. I, pp. 241-282; Ead., Cartografie senza carte. Lo
spazio descritto dal Medioevo al Rinascimento, Milano 2008; Imago urbis: l'immagine della
città nella storia d'Italia, Atti del Convegno, (Bologna 2001), a cura di F. Bocchi, R. Smurra,
Roma, 2003; J. Rykwert, L’idea di città: antropologia della forma urbana nel mondo antico,
Milano 2002; V. Camelliti, L’immagine della città nell’iconografia dei santi tra Medioevo e
Rinascimento, Tesi di Laurea, relatrici G. Dalli Regoli e L. Nuti, Università degli Studi di Pisa,
(a.a.. 2002/2003); Ead. (a cura di) sezione Città e santi patroni, all’interno del sito web ASICT
(Atlante Storico Iconografico delle Città Toscane), coordinamento di L. Nuti, Università degli
Studi di Pisa, http://asict.arte.unipi.it/index.html/index.php; S. Romano, L’immagine di Roma,
Cola di Rienzo e la fine del Medioevo, in M. Andaloro- S. Romano, Arte e iconografia a Roma:
da Costantino a Cola di Rienzo, Milano 2000, pp. 227-256; La rappresentazione della città nella
pittura italiana, a cura di P. De Vecchi e G. A. Vergani, Milano 2004; F. Ratté, Architectural
invitations : images of city gates in medieval Italian painting, in Gesta, 38 1999 p. 142-153;
Ead., Picturing the city in medieval Italian painting, Jefferson 2006; A. Cornice-E. Pellegrini,
‘La città offerta’: patrocinio, invocazione, ringraziamento, in R. Barzanti- A. Cornice- E.
Pellegrini, Iconografia di Siena. Rappresentazione della Città dal XIII al XIX secolo, Città di
Castello 2006, pp. 2-27; M. Seidel- R. Silva, Potere delle immagini, immagini del potere: Lucca
città imperiale; iconografia politica, Venezia 2007; M. Ferretti, Madonne antiche e mura di
Bologna, in Immagine e ideologia: studi in onore di Arturo Carlo Quintavalle, a cura di A.
Calzona, Milano, 2007, pp. 498-508; Repräsentationen der mittelalterlichen Stadt, Hrsg J.
Oberste, Forum Mittelalter, Bd. 4, Regensburg 2008; Städtische Räume im Mittelalter, Hrsg S.
Ehrich e J. Oberste, Forum Mittelalter, Bd. 5, Regensburg, 2009.

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