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SAPIENZA
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SilvanaEditoriale
Questo numero della rivista è stato stampato con il parziale contributo finanziario del Comune di Villongo
(Bergamo).
Arte medievale
Periodico annuale
IV serie - anno VI, 2016 - ISSN 0393-7267 © Sapienza Università di Roma
Direttore responsabile
Marina Righetti
Direzione, Redazione
Dipartimento di Storia dell’arte e Spettacolo
Sapienza Università di Roma
P.le Aldo Moro, 5 - 00185 Roma
Tel. 0039 06 49913409-49913949
e-mail: artemedievale@uniroma1.it
www.artemedievale.it
I testi proposti per la pubblicazione dovranno essere redatti secondo le norme adottate nella rivista e consultabili nel suo
sito. Essi dovranno essere inviati, completi di corredo illustrativo (immagini in .tif o .jpg ad alta risoluzione di 300 dpi in
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del Comitato Scientifico al seguente indirizzo: artemedievale@uniroma1.it.
La rivista, impegnandosi a garantire in ogni fase il principio di terzietà della valutazione, adotta le vigenti procedure
internazionali di peer review, con l’invio di ciascun contributo pervenuto, in forma anonima, a due revisori anch’essi
anonimi.
II collegio stabile dei revisori scientifici della rivista, che si avvale di studiosi internazionali esperti nei diversi ambiti
della storia dell’arte medievale, può essere di volta in volta integrato con ulteriori valutatori qualora ciò sia ritenuto utile
o necessario per la revisione di contributi di argomento o taglio particolare.
La Direzione della rivista conserva, sotto garanzia di assoluta riservatezza, la documentazione relativa al processo di
valutazione, e si impegna a pubblicare con cadenza regolare sulla rivista stessa l’elenco dei valutatori che hanno
collaborato nel biennio precedente.
Autorizzazione Tribunale di Roma n. 241/2002 del 23/05/2002
In copertina: Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo, Archivio Cadei: disegno di
vetrata gotica.
Comitato direttivo
Comitato scientifico
Redazione
R. Cerone, A. Cosma, C. D’Alberto, B. Forti, M.T. Gigliozzi, F. Manzari, S. Moretti, M.R. Rinaldi,
E. Scungio, M. Tabanelli
ANVUR: A
La ‘sua’ rivista dedica ad Antonio Cadei questo numero, che raccoglie gli studi presentati in
occasione del Convegno, svoltosi nel 2014 in due sedi: nel suo paese natale, Villongo, il 25
ottobre, e a Roma, negli spazi del suo Dipartimento, il 17 e 18 dicembre.
Nel 2014 Antonio avrebbe compiuto settanta anni e sarebbe stata una bella festa per i suoi amici e
i suoi allievi, ma cinque anni prima una terribile malattia, combattuta con grande dignità e
consapevolezza, lo aveva stroncato. Difficile, anche per naturale pudore, ricordare quei momenti
terribili che avevano colpito la sua famiglia scientifica, già duramente segnata dalla perdita, solo
qualche anno prima, di Angiola Maria Romanini.
Antonio, come Angiola Maria, aveva prima insegnato all’Università di Pavia e poi era arrivato a
Roma, alla Sapienza, dove, nonostante il suo carattere riservato, da bergamasco D.O.C., aveva
saputo generosamente aprirsi ad amicizie autentiche ed era diventato per tutti a poco a poco un
punto di riferimento, per consigli misurati e per lo più laconici, ma pieni di saggezza e attenzione.
Antonio non era però uno studioso solitario e introverso, come talora poteva apparire a chi lo
conosceva solo superficialmente; sapeva coinvolgere gli allievi - senza mai soverchiarli con la sua
straordinaria personalità - nella sua articolata operosità scientifica. La ricchezza di questo numero
di Arte medievale, dove molti articoli sono offerti da studiosi più o meno giovani al loro Maestro,
testimonia quanto la sua attività di docente sia stata fertile di esiti rilevanti. Numerosi sono anche i
contributi degli amici italiani e stranieri, che hanno potuto godere della sua splendida intelligenza e
della sua ironia, sottile ma sempre rispettosa degli altri. Abbiamo voluto mettere in copertina uno
dei suoi eccezionali disegni. Quante volte ho visto Antonio, nel corso di lunghe riunioni, astrarsi,
disegnando sui margini dei fogli particolari architettonici oppure schizzi di ritratti e di mani! Col
tempo ho capito che in realtà il disegnare non era per lui una distrazione, ma piuttosto una
consolidata via di concentrazione, un modo per liberare il suo pensiero, che così elaborava
silenziosamente quanto si diceva. Accadeva spesso, infatti, che alla fine fosse proprio Antonio a
pronunciare le parole risolutive del problema che si stava discutendo. Il disegno scelto per la
copertina è però anche espressione di un suo modo di procedere nello studio e nell’analisi storica
del periodo forse da lui più amato, il Gotico: Antonio ripercorreva passo dopo passo le vie
operative degli architetti, dei maçons e dei maestri vetrai delle cattedrali e il rilievo di questa
finestra è testimonianza di un procedere quasi in continuità con la prassi del cantiere medievale.
Marina Righetti
Il Convegno Internazionale “Medioevo tra Occidente e Mediterraneo” che si è tenuto a Villongo il
25 ottobre 2014, in memoria del professore Antonio Cadei, nato proprio nella nostra cittadina nel
1944, e ripreso in seconda sessione presso l’Università La Sapienza di Roma il 17 e 18 dicembre
2014, oltre che occasione ricca di interessanti interventi sui temi di studio e di ricerca cari al
professore, ha acceso un faro luminoso sulla sua figura. Una personalità carismatica e poliedrica,
ma al contempo schiva e sovente silenziosa. Senz’altro un motivo di orgoglio per il nostro piccolo
Comune che, grazie al lavoro di studio e di ricerca di Antonio Cadei, si è aperto ad un ampio
respiro culturale, anche al di fuori dei confini nazionali.
La presenza, inoltre, di professori e ricercatori della Sapienza di Roma, delle Università di Pavia,
Napoli, Barcellona, Baltimora, Chieti, Venezia, Urbino e della Soprintendenza di Venezia,
colleghi e amici del professor Cadei, infatti, ha portato alla luce non solo il suo grande spessore
culturale, ma anche la sua preziosa testimonianza umana.
Ho ben presente il ritratto che ne ha fatto il nipote Federico, durante il suo breve ma intenso
intervento: “...tuttavia quando parlava, in particolare con noi nipoti, era sempre occasione di forte
arricchimento interiore, egli non ci insegnava cose nuove, non ci riempiva di nozioni che avremmo
dimenticato qualche ora dopo, ma faceva socraticamente emergere pensieri e riflessioni da dentro
di noi, facendoceli analizzare da molteplici punti di vista...”.
Le giornate di studio ci hanno permesso dunque di conoscere ed apprezzare il suo enorme bagaglio
di studi, ricerche e lavori sulla storia e sull’arte medievale, che ora sono sapientemente raccolti in
questi Atti.
Un grazie al Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo della Sapienza di Roma che ha
coinvolto il Comune di Villongo in questo importante progetto.
Ai fianchi del sovrano? Qualche osservazione Svevi o Angioini alla periferia di Bisanzio.
sulle porte metalliche della Cappella Palatina di Palermo Le Storie di Santa Caterina e Santa Margherita sulla volta di
Giovanni Gasbarri S. Maria della Croce a Casaranello (Lecce)
Gaetano Curzi
Percorso di Oderisio da Benevento
Francesco Aceto La pittura di età paleologa a Costantinopoli: un tormentato
percorso di scoperte, perdite, sparizioni e recuperi
Gli amboni della cattedrale di Salerno e la liturgia
Mauro della Valle
riformata di Romualdo II Guarna
Nino Zchomelidse I Regia Carmina dedicati a Roberto d’Angiò nella
British Library di Londra: un manoscritto tra Italia e
Da Virgilio al Medioevo: postille sulla rinascita della
Provenza
Sibilla in Campania (xi-xiii secolo)
Alessandro Tomei
Manuel Castineiras
La rinascita dell’iniziale figurata nella miniatura
Sul primo impianto della chiesa abbaziale di Chiaravalle
gotica e la sua circolazione tra Europa e Italia
Milanese
settentrionale
Luigi Carlo Schiavi
Francesca Manzari
Immagini e graffiti: alcuni esempi di devozione
bergamasca tardomedievale
Barbara Villa
Antonio Cadei
Pio Francesco Pistilli
DA VIRGILIO AL MEDIOEVO: POSTILLE SULLA RINASCITA DELLA SIBILLA
IN CAMPANIA (XI-XIII SECOLO)
La musica dovrebbe essere per la poesia ciò che la vivacità dei colori, e una
felice mescolanza di luci e d’ombra, sono per un disegno privo di errori e ben
ordinato: tali elementi servono unicamente per animare le figure, senza
distruggere i contorni.
(Nietzsche, Il dramma musicale greco)
nessuno dei suoi tratti schiettamente antichi:
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vergine, saggia, visionaria (...) e soprattutto
consapevole del proprio potere negromantico
(véxrna), che le permetteva l’accesso all’Ade e al
mondo dell’oltretomba.3 In questo modo l’aveva
immaginata il vates Virgilio nel celebre canto VI
dell’Eneide, a Cuma, accanto all’eroe troiano
Enea.4 Tanto nel suo aspetto quanto nella sua
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iconografia la Sibilla non ha mai smesso di essere
pagana, di tramandare dal mondo antico il
cl'- carattere patetico ed emotivo delle profetesse:
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dalla Pitonessa - Pitia - di Delfi, alla Cassandra
troiana, fino alla stessa Sibilla cumana.5 La forza e
la sopravvivenza di questa Pathosformel ha molto
a che vedere con la sua successiva interpretazione
t o performance drammatico-liturgica nella veglia di
L a partecipazione ad un progetto di ricerca sul Natale: dalla recitazione retorica del Iudicii signum
Sant’Angelo in Formis,
iesa abbaziale (1072-
Canto della Sibilla nel Medioevo condotto da nei monasteri e nelle cattedrali medievali, all’attuale
087), navata centrale,
arete settentrionale,
una collega musicologa mi ha riportato sulle performance del Cant de la Sibil-la nella cattedrale
ttura murale, la Sibilla strade, fascinose e controverse, dell’arte di Palma di Maiorca, dove nel 2010 il rituale che
itrea annuncia il Giudizio
nale (foto Autore). romanica campana.1 Rivisitare oggi i dipinti sopravvive senza interruzioni dal Medioevo a oggi è
murali di Sant’Angelo in Formis stato dichiarato dall’UNESCO Bene del Patrimonio
o i marmi del pulpito di Sessa Aurunca può Immateriale dell’Umanità. È opportuno ricordare
sembrare a prima vista ingenuo, se non addirittura che la stessa consuetudine è rimasta viva anche in
inutile. Ma il mio approccio è cambiato Sardegna - in particolare nella cattedrale di Alghero
profondamente ed è nuovo il punto di vista dal quale (Alguer) - che dal 1324 al 1718 fece parte della
osservo queste opere: al di là della riflessione su Corona Catalano-Aragonese.6 Su questa base
un’immagine d’origine pagana, della sua intendo rivisitare alcune delle più note raffigurazioni
sopravvivenza e conseguente reinter- pretatio medievali della Sibilla concentrando la mia
cristiana, oggi mi interessa studiare la Sibilla nella attenzione sul caso campano tra XI e XIII secolo. Su
sua valenza patetica, performativa e drammatico- questo argomento sono comparsi contributi
liturgica. importanti di Fernanda de’ Maffei (1984), Dorothy
La scelta di un tale metodo per lo studio delle arti Glass (1987) e, ultimamente, Lucinia Speciale
figurative non comporta altro che tornare alle idee di (2009).7 Riprenderò qualcuna delle loro preziose
Aby Warburg sulla rinascita del paganesimo, riflessioni allo scopo di chiarire meglio la storia o
all’album Mnemosyne e alla sempre allettante idea piuttosto il fenomeno della rinascita della Sibilla
della lunga vita delle Pathosformeln, le formule del nell’arte campana tra XI e XIII secolo.
patetico.2 Sotto questo aspetto, la Sibilla è una figura La mia argomentazione si basa su tre assi portanti.
che non ha mai perso la sua forza rituale di matrice In primo luogo, non si può ignorare che l’insorgere
pagana, nei suoi gesti così come nella sua voce ha monumentale del tema coincida con il successo della
sempre cercato di commuovere gli animi. È difficile recitazione retorica o drammatizzazione del Canto
dire se la Sibilla pagana sia mai stata della Sibilla tra XI e XII secolo sia come parte del
‘addomesticata’ dalla Chiesa. Nell’appropriazione e sermone De Symbolo di Quo- dvultdeus (421-439),
reinterpretazione cristiana del soggetto, tra IV e V sia come vivace punto finale del dramma liturgico
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Campania
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Campania
3. Santiago di
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(foto Autore).
4. Testi
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della basilica di
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Da Virgilio al Medioevo: postille sulla rinascita della Sibilla in
Campania
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12
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Da Virgilio al Medioevo: postille sulla rinascita della Sibilla in
Campania
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2
Da Virgilio al Medioevo: postille sulla rinascita della Sibilla in
Campania
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3
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4
Da Virgilio al Medioevo: postille sulla rinascita della Sibilla in
Campania
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5
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6
Da Virgilio al Medioevo: postille sulla rinascita della Sibilla in
Campania
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7
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8
Da Virgilio al Medioevo: postille sulla rinascita della Sibilla in
Campania
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12
9
Da Virgilio al Medioevo: postille sulla rinascita della Sibilla in
Campania
giante vegetazione e animata figurazione che
circonda tanto la cornice alla base della cassa
del pergamo quanto il piede del cero pasquale.
Allo stesso modo, sia la maschera dell’A- de-
Abyssus alla base del lettorino sia l’uomo
attorniato da serpenti aggrovigliati non sono
alieni dal contenuto del Canto della Sibilla:
«gemens facinus miserum variosque
labores, / Tartareumque chaos monstrabit
terra dehiscens» (Che esprimerà il lamento dal
misero atto e i multipli rimpianti, / e aprendosi
la terra lascerà vedere il caos del Tartaro).57
Ritengo che alcune di queste immagini
potrebbero essere intese come una libera
versione medievale, una specie di
aggiornamento, del repertorio iconografico del
Virgilio Vaticano, nel quale la Sibilla conduce
Enea all’ingresso dell’Ade (Aen., vv. 264-
272).58 La figura tanto discussa dell’uomo attor-
niato dai serpenti, da sempre messo in relazione
con il Beemoth-Leviatano del manoscritto di
Rabano Mauro di Montecassino (1022) (De
rerum naturis, XV, 6),59 potrebbe essere invece
una re-interpretazione della punizione d’Issio-
ne che, come nella sua rappresentazione nel
Virgilio Vaticano, è condannato a girare eter-
namente su una ruota a cui è legato da dei ser-
penti (Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica
Vaticana, Vat. lat. 3225, f. 9).60
Il ‘paesaggio paganizzante’ del pulpito di Sessa
è palese nei capitelli che sorreggono gli archi, 10. Malibu, The John Paul
tra cui spicca, perché è il primo a sinistra del Getty Museum, Kylix a
figure rosse attribuita al
lato nord, quello che raffigura una figura ma- Pittore di Meleagros (Inv.
schile anticheggiante seminuda con aureola tra n. 82.AE.43) (Atene ca 380
due grifoni [9]. Potrebbe trattarsi di un’allusione a.C.), Apollo cavalca un
13
0
Da Virgilio al Medioevo: postille sulla rinascita della Sibilla in
Campania
dell’Abisso - con la gioia patrimonio artìstico y cultural como motor de desarrollo social
y econòmico: El canto de la Sibila (MICINN-
delle figurine della HAR2012-32289), è diretto
cornice, in una sorta di dalla Prof.ssa Maricarmen
miscuglio tra i contenuti Gómez Muntane (Universitat
apocalittici del Canto della Autònoma de Barcelona). I
primi risultati della mia
Sibilla e la speranza di partecipazione sono stati
salvezza dell’Exultet. pubblicati nei saggi: M.A.
Sono consapevole delle difficoltà di mettere a Castineiras Gonzales. Vox Domini: el òrgano medieval del
festività di Natale e che a
Museo del Studium Biblicum
posto tutti i tasselli del puzzle costituito dal pro- Betlemme forniva il soggetto della decorazione
gramma iconografico del pulpito di Sessa sulla della navata centrale. Proprio in quegli anni
base della sola mia ipotesi. Essa si basa sulla nello stesso progetto di riallestimento
dell’edificio si faceva a Salerno
convinzione del carattere intertestuale delle im-
ilpulpito Guarna, il quale, non a caso, era deco-
magini del pulpito - la loro capacità di evocare
rato con i rilievi dei Profeti Geremia e Isaia così
una molteplicità di testi - e sull’importanza che
come dai simboli degli Evangelisti Matteo - con
le performance natalizie e pasquali dovevano
ilcartiglio del Liber Generationis - e Giovanni,
avere nella percezione medievale dell’insieme.
espressione per antonomasia dell’incarnazione
Il legame tra Virgilio e la Sibilla - ribadito
del Logos.
annualmente nella recitazione del sermone De
In conclusione vorrei ricordare l’ipotesi di Ma-
Symbo-
rie-Louise Therel che leggeva una possibile rap-
lo e in quella dell’ Ordo Prophetarum, nel
presentazione della Sibilla nell’arco trionfale dei
quale partecipavano entrambi alla sfilata dei
mosaici paleocristiani (432-443) della basilica
profeti in qualità di testimoni pagani - veniva
mariana per eccellenza: S. Maria Maggiore. 66 La
talvolta tradotto in immagini, come nel caso
figura femminile seduta alla destra del Bambino
delle statue della controfacciata del Portico della
[8], quasi un doppio della Vergine Maria (a
Gloria della cattedrale di Santiago ( 1168-
sinistra), sarebbe da identificare con una rap-
1211).63 Anche se a Sessa Virgilio non compare,
presentazione della Sibilla. Questa decorazione
tutti gli elementi messi a confronto finora
musiva è stata sovente messa in relazione con le
confermano la forza e la consapevolezza della
miniature del Virgilio Vaticano, eseguito forse
tradizione virgiliana in Campania.
soltanto qualche anno prima.
La storia della Sibilla è una catena di cui ci
Nel V secolo l’emergente società romano-cri-
mancano molti anelli. Non si conserva nulla
stiana si trovava sottoposta ad un processo di
della decorazione parietale interna della
permeabilità rispetto all’arte e alla cultura pa-
basilica maior di Montecassino. Da ultimo,
gana che conduceva a risultati come questi.
Teemu Immone ha sostenuto che la navata
Sono gli anni dopo l’edizione della Civitas Dei
doveva essere decorata da un programma
di sant’Agostino - dove la Sibilla Eritrea era
pittorico che fece da modello a Sant’Angelo in
considerata la profetessa di Cristo e del Giudizio
Formis, e che avrebbe incluso la
Finale - quando Quodvultdeus (421-439)
rappresentazione dei Profeti, della Sibilla e del
approdò in Italia fuggendo dall’Africa. In quel
Giudizio Finale. Anche nella cattedrale di
particolare contesto, non si poteva trovare im-
Salerno - l’altro centro nevralgico dell’arte cam-
magine migliore della Sibilla per esemplificare
pana - il programma musivo realizzato intorno a
la Chiesa dei Gentili. Nel sermone di Quodvul-
1180-1200 è andato in parte perduto. Lì, come a
tdeos, la profetessa era il terzo testimone dei
Betlemme, i veri protagonisti erano la Vergine
gentili portato a dimostrazione che Cristo era
Maria e la Natività di Cristo. Mentre i versi del
stato annunciato anche da loro:
catino absidale celebrano la nascita di Cristo
«ex gentibus tertius testis introducatur, ut
annunciata dai profeti - «ecce dei natum sine MATER DEUM
testimonium veritatis ex omni parte
GENERATUM / PRAEDICANT VATES NASCI de virgine mater » - sulla
roboretur. QuidSibylla vaticinando etiam
controfacciata l’evangelista Matteo sorregge il
de Christo cla- maverit, in medium
cartiglio con il Liber Generationis, lettura che
proferamus (...)» (presentiamo inoltre un
veniva recitata nella
terzo testimone pagano affinché sia ribadita
la testimonianza di verità da ogni parte.
NOTE Esponiamo pubblicamente quello che
1
Il progetto di ricerca, El
vaticinò la Sibilla su Cristo .).
13
1
Manuel
Castineiras
Franciscanum de Jerusalén y oracolari. Mito. Storia.
la perdida Sibila de la Tradizione, a cura di I. Chirassi Colombo, Pisa-
iglesia de la Natividad de Roma 1999.
13
2
Da Virgilio al Medioevo: postille sulla rinascita della Sibilla in
Campania
Benevento, Biblioteca (1977), pp. 19-46; A. Pascucci,
Capitolare, 19 e 20; L’iconografia medievale della Sibilla Tiburtina, Tivoli
Orvieto, Archivio di Stato, 2011; G. Santarelli, Le Leggende dei Monti
Pergamene di ricupero, 157; Sibillini, Montefor- tino 1974; The
Roma, Archivio di Stato, Sibyl of the Apennines. Two texts by Andrea da Barberino and
Ospedale del Santissimo Antoine de La Sale, edited by J.
Salvatore, 994; Roma, Richards, L. Pierdominici,
Biblioteca Vallicelliana, B Macerata 2014.
5; Città del Vaticano, 13
La profezia della Sibilla
Biblioteca Apostolica Tiburtina che annunciava la
Vaticana, Urbin. lat. 602; fine dell’Impero Romano e la
vedi G. Baroffio, Un nuovo testimone della vittoria di san Michele e
tradizione musicale romana, «Rivista dei profeti Enoch ed Elia
Storica del Lazio», IV sull’Anticristo fu raccolta
(1996), pp. 23-28: 23, n. 2. nel testo Explanatio somnii,
10
M. Castineiras, Hércules, Sansòn y traduzione latina del IV
Constantino: el Ta- piz de secolo, aggiornata nei
secoli X e XI, di un
la Creación de Girona como originale greco. Edizione
“speculum principis”, in del testo in E. Sackur, Sibyllinische
Texte und Forschungen, Halle 1898, pp.
L’officina dello sguardo. 177-187. Secondo Dorothy
Scritti in onore di Maria Glass, il testo venne
Andaloro. I. I luoghi utilizzato dal Papato e dai
riformisti gregoriani per
dell’arte, a cura di G. Bordi, I. Carlettini, M.L. fini propagandistici e
Fobelli, M.R. Menna, P. Pogliani, Roma 2014, pp. 209-214. spiegherebbe, ad esempio, il
11
Le origini elleniche di ruolo preminente della
Pisa farebbero derivare il raffigurazione di Enoch ed
nome Arno dal fiume Alfeo Elia nella facciata
nel Peloponneso e il nome occidentale del Duomo di
della città dall’Apxaia Modena: D. Glass, Revisiting the ’Gregorian
niaaa (attuale Olimpia): «Le Reform’, in Romanesque Art and Thought in the Twelfth
navi, infine scendono Century, edited by C.
allestite / nell’onde, e Hourihane, Princeton 2008,
l’Arno le riceve, Alfeo / pp. 200-218: 206-208.
dal greco fiume detto, in D’altra parte, la memoria
cui l’antica / Pisa, or della leggenda della Sibilla
distrutta, si specchiava, e Tiburtina nella topografia
il nome / quindi un Pisano romana - ovvero
all’italico fiume / e alla l’apparizione della Madonna
città ch’egli fondò donava», con il Bambino sul colle
Il Libro di Maiorca (Liber maiolichinus), trad. P Capitolino ai tempi
Loi, Pisa 1964, p. 18: I, dell’imperatore Augusto -
vv. 179-184. veniva conservata a S. Maria
11
Liber maiolichinus non esita a in Capitolio (o Aracoeli),
paragonare le torri d’as- il cui primitivo altare fu
salto costruite dai pisani a rimaneggiato dai francescani
Maiorca con l’arte dello dopo il 1249 per creare una
stesso Dedalo: «Nulla fece / confessio con la
con maggiore arte Dedalo rappresentazione della
sagace», ibid., VI, vv. 103-104, visione augustea, vedi C.
p. 130. Cfr. A. Ducci, Il Minotauro di Bolgia, New Light on the “Bright Ages”: Experiments with
Pisa, un dedalo di congetture, in Progettare le arti. Studi Mosaics and Light in Medieval Rome, in New Light on
per Clara Baracchini, a cura di L. Old Glass: Recent Research on Byzantine Glass and Mosaics ,
Carletti e C. Giometti , edited by L. James, C. En-
Pisa 2013, pp. 13-20: 17-20, twistle, London 2013, pp.
fig. 1. 221-225. Vedi anche: B. Pesci,
12
Sul ricco e ampio La leggenda di Augusto e le origini della chiesa di S. Maria
patrimonio artistico, Aracoeli, in Incoronazione della Madonna d’Aracoeli,
testuale e leggendario della Roma 1938, pp. 18-33.
Sibilla nella geografia 14
F. Piccirillo, s.v. Sibilla, in Enciclopedia
italiana, vedi: F Neri, Le tradizioni Virgiliana, IV, a cura di F. Della
italiane della Sibilla, «Studi Corte, Roma 1998, pp. 825-
Medievali», IV (1912-1913), 828.
pp. 213-230; M. Piccat, La 15
«Eodem tempore nonnulli
raffigurazione delle sibille nel Saluzzese e nelle zone
circostanti, «Bollettino della Sibyllam Erythraeam
Società per gli Studi uaticina- tam ferunt.
Storici Archeologici della Sibyllas autem Varro prodit
Provincia di Cuneo», LXXVII
13
3
Manuel
Castineiras
plures fuisse, non unam.
Haec sane Erythraea Sibylla
quaedam de Christo manifesta
conscripsit; quod etiam nos
prius in Latina lingua
uersibus male Latinis et non
stantibus legimus per nescio
cuius interpretis
imperitiam, sicut post
cognouimus. Nam uir
clarissimus Flaccianus, qui
etiam proconsul fuit, homo
facillimae facundiae
multaeque doctrinae, cum de
Christo conloqueremur,
Graecum nobis codicem
protulit, carmina
13
4
Manuel
Castineiras
esse dicens Sibyllae pp. 55-66. Vedi nn. 20, 22 e
Erythraeae, ubi ostendit 23 infra.
19
Caccamo, s.v. Sibyllae, p. 755, n. 18:
quodam loco in capitibus aes del periodo di Valeriano
uersuum ordinem litterarum (253-260), coniato nelle
città di Eritre e Chio.
ita se habentem, ut haec in 20
O. Pecere, Virgilio, Aeneis, in
eo uerba legerentur: Iesous Virgilio e il chiostro, pp.
Chreistos Theou vios soter, 2 1156-157.
quod est Latine, Iesus 21
T.B. Stevenson, Miniature Decoration
Christus Dei filius in the Vatican Virgil: A
saluator», Agostino, De civ Dei, XIII, Study in Late Antique, Tübingen
23, 27-43 (ca 412-426). Agostino traduce e riduce l’inno 1983, pp. 66-74.
acrostico di 34 versi - I^ffouç Xpeifftoç Qeou Yioç Staupoç 22
Napoli, Biblioteca
- relativo alla venuta Nazionale Vittorio Emanuele
del Messia il giorno del III, Vin- dob. lat. 6. Cfr.
Giudizio Finale, che era G. Orofino, Virgilio, Bucolica; Georgica; Aeneis, in
contenuto nel Libro Sibillino VIII, Virgilio e il chiostro, pp. 176-177; P.
vv. 217-250, attribuito da Courcelle, La tradition antique dans les miniatures inédites
Agostino alla Sibilla d’un Virgile de Naples, «Mélanges
Eritrea. Dal canto suo d’Archéologie e d’Histoire
Lattanzio (Inst., VII, 18, 7; de l’École Française de
XII; ca 305-313) aveva Rome», LVI (1939), pp. 249-
attribuito a questa stessa 280.
Sibilla il Libro Sibillino III. 23
Napoli, Biblioteca
Vedi: Gómez Muntané, El Canto de la Sibilla. II. Nazionale Vittorio Emanuele
Cataluna y Baleares, pp. 9-10; Cervelli, III, Vin- dob. lat. 5; Città
Questioni sibilline, pp. 18-25; Castro, del Vaticano, Biblioteca
Quodvultdeus, pp. 56-59. Apostolica Vaticana, Vat.
de’ Maffei, La Sibilla “Tiburtina”, lat. 3317. Cfr. V. Boni, Servio,
16
13
5
Manuel
Castineiras
Desiderio. seguo l’edizione della
I detti versi, che sono versione compostellana
raccolti nel Ms. Cass. 280, (Madrid, Biblioteca
hanno permesso di ipotizzare Nacional, Incunables 874,
che Alfano sia anche stato Breuiarium Compo- stellanum,
autore dei tituli del programma Ulyssipone 1497): Castro, Teatro
di Sant’Angelo in Formis medieval, pp. 288-293.
(10721087). Cfr. I carmi di Alfano I, 31
Seguo la datazione
arcivescovo di Salerno, a cura di A. dell’insieme musivo proposta
Lentini, F Avagliano, da M.
Montecassino 1974, pp. 35- Andaloro, Dalla Terrasanta alla
37, 39-41, 139-140 (carme Sicilia, in Il cammino di
15), 233-234 (carme 63);
Speciale, Memoria e scrittura, pp. 147-151; Gerusalemme, a cura di M.S. Calò, Bari 2002, pp.
T. Immonen, Le programme de fresques bibliques de la 463-474, e R. Menna, Immagini e
basilique du Mont-Cassin à la lumière des vers que Alphanus
de Salerne rédigea pour l’église, «Cahiers de scritture nei mosaici della
Civilisation Medievale», chiesa della Natività di
LVII (2014), pp. 169-197. Betlemme, ibid., pp. 647-658. Per uno stu-
27
I carmi di Alfano I, pp. dio complessivo dei mosaici di Betlemme rimando a: L.A. H unt,
145-146; F. Newton, The Scriptorium and Art and Colonialism: The
Library at Monte Cassino, Mosaics of the Church of the
1058-1105, New York 1999, pp. 241-242. Nativity in Bethlehem (1169)
28
de’ Maffei, La Sibilla and the Problem of “Cru-
“Tiburtina’’, p. 29. Vedi anche Glass, sader’’ Art, «Dumbarton Oaks Papers», XLV
Pseudo-Augustine, p. 218; Speciale, (1991), pp. 69-85: 74-75; J. Folda, The Art of
Memoria e scrittura, pp. 150-151. the Crusaders in the Holy
29
Il primo a individuare una Land 1098-1187, New York 1991, pp. 347-
rappresentazione della
Sibilla Eritrea nel Portico 364; D. Pringle, The Churches of the
della Gloria fu S. Moralejo, El Pòrt- Crusader Kingdom of
ico de la Gloria, «FMR. Franco Maria
Ricci», CIC (1993), pp. 28- Jerusalem: A Corpus, I, Cambridge
46. L’identificazione è 1993, p. 141; B. Kuhnel, Crusader Art of
stata messa in discussione the Twelfth Century: A
di recente da E. Valdez del Alamo,
Palace of the Mind: The Cloister of Silos and Spanish Geographical, an Historical,
Sculpture of the Twelfth Century, Turnhout or an Art Historical Notion,
2012, pp. 271-273. Ritengo Berlin 1994, pp. 57-58.
che sulla controfacciata del 32
Fr. F. Historica
Quaresimo,
Portico della Gloria vi
siano rappresentate due Theologica et moralis Terrae
Sibille: la Sibilla Eritrea, Sanctae elucidatio, II, Amberes 1639,
sulla quale offriamo un p. 645.
ampio commento nel presente Ibid., p. 487. Cf. S. DE Sandoli, Corpus
contributo, e una seconda
Sibilla, quella Tiburtina, Inscriptionum
che corrisponde alla figura Crucesignatorum Terrae
identificata da Moralejo
nella Regina di Saba: Castineiras, Sanctae (1099-1291), Gerusalemme
El transfondo mitico de la Sibila, pp. 199-206, 1974, pp. 208-210. Un
figg. 8-9. La Regina di Saba manoscritto settecentesco
è stata a lungo identificata proveniente dal convento di
nella tradizione medievale S. Francesco a Barcellona e
con la Sibilla Tiburtina, conservato nella Biblioteca
secondo quanto affermato, ad de la Universitat de
esempio, da Philippe de Barcelona (Ms. 90, f. 173v)
Thaon nel Livre de Sibile, vv. 45-54 sotto il titolo Terra Santa o Jardi
(ca 1140). Cfr. H. Shields, Le livre Seràfich Històrich comprende una
de Sibile by Philippe de Thaon, London 1979, descrizione anonima in
vv. 46-90, pp. 56-57; Cervelli, catalano della decorazione
Questioni Sibilline, pp. 152-153. della basilica della
30
Per questa particolare Natività di Betlemme con il
lettura dell’insieme, mosaico perduto dell’Albero
rimando ai miei contributi: di Jesse: «un grandissim Arbre que entre las
Vox Domini, p. 79; El trasfondo mitico de la Sibila, ramas representaba diferents Profetas y cada un ab los
pp. 199-206. Per il testo Vaticinis al intent, es a saber la Vinguda del Divino
del Canto della Sibilla
13
6
Da Virgilio al Medioevo: postille sulla rinascita della Sibilla in
Campania
Verbo, en carn mortai, com troverebbe nella facciata
en aquest sagrat Lloch se del Duomo di Orvieto (1305-
1308), M.D. Taylor, A Historiated Tree of
cumplt». Vedi J. Pijoan, Un nou Jesse, «Dumbarton Oaks Papers»,
viatge a Terra Santa en XXXIV-XXXV (1980-1981), pp.
125-176. Non condividiamo
català (1323), «Anuari de l’Institut l’ipotesi di Gouloulis,
d’Estudis Catalans», I (1907), pp. 370384: 376; A. Homs i secondo cui il tema sarebbe
Guzman, Relats de Pelegrinatge a stato promosso per la sua
Terra en llengua catalana. valenza dinastica dalla
famiglia Laskaris a Nicea
Un camt de set segles, «Analecta tra il 1204 e il 1261:
Sacra Tarraconensia», LXXVI (2003), pp. 5-43: 28-29. PiZa lessai. O svvOeroj eixovogQafyixój
S. Toyaóyahs,
34
B. Bagatti, Gli antichi edifici sacri di Betlemme, rvpoj (l3oj-18oj). révestj, eQfir)veia xai eXéliXh evój
Gerusalemme 1952, p. 67; de òv- vasnxov fivQov, Salonicco 2007,
Sandoli, Corpus Inscriptionum, pp. 210-211. pp. 457-460. La tipologia
L’inserimento della figura ortodossa è caratterizzata
della Sibilla Eritrea dalla presenza (normalmente
nell’Albero di Jesse è un alla base dell’albero) dei
soggetto latino che si dodici filosofi pagani o
sviluppa lungo il XII secolo saggi greci, tra cui viene
in una serie di esempi inclusa la Sibilla (Grande
occidentali: le porte di Lavra, Prizren, Mol- dovita,
bronzo di S. Zeno a Verona Sucevita, Cetatuia,
(ca 1138), i manoscritti De Arbanasi, Backovo), ibid., p.
laudibus Sanctae Crucis di Rabano Mauro 135, n. 34; r. Myawna, I.A.
dell’abbazia di Anchin nAnArrEAOS, nagastàseij $i1osó$a)v otij àgioQeinxéj
(1160-1170) (Douai, roixogQafyiej, in Agiov OQOj xai
Bibliothèque Municipale, Ms. nQOXQisnavixt] AQxaióTtjTa, Salonicco
340, f. 11) e il Salterio 2006, pp. 250264: 253. I
d’Ingeborg (Chantilly, Musée pittori bizantini e
Condé, f. 62), così come, in postbizantini avevano
coppia con la Sibilla prescrizioni iconografiche
Tiburtina, nel trumeau del precise su come
Portico della Gloria della rappresentare questi
cattedrale di Santiago di personaggi, come si legge in
Compostella (1168-1188); Gerusalemme, Biblioteca del
Castineiras, El trasfondo mitico de la Sibila, pp. Patriarcato Ortodosso,
198-199, fig. 10. Vedi Staurou 85, f. 165r (un
anche: C.R. Dodwell, Artes pictóricas en manoscritto cinquecentesco
Occidente, 800-1200, Madrid 1995, pp. proveniente dal Monastero
518-519; D. Rini, L’iconografia del profeta della Santa Croce in
Isaia nelle arti del Medioevo, Università Gerusalemme) e nel celebre
degli Studi di Pisa 2004 Manuale del Pittore del Monte Athos del
(tesi inedita), pp. 141, XVIII secolo, A. Wassertein, Byzantine
146, 151; Valdez del Alamo, Palace of the Mind, Iconographical Prescriptions in a Jerusalem Manuscript,
pp. 271-273. «Byzantinische Zeitschrift»,
35
Sull’introduzione della LXVI (1973), pp. 383-386; The
liturgia latina in Terra “Painter’s Manual” of Dionysius of Fourna, trad. a
Santa da parte dei crociati, cura di P. Hetherington,
vedi: C. Dondi, The Liturgy of the Canons London 1981, p. 31.
Regular of the Holy Sepulchre of Jerusalem, Tur- 36
Breviario-Rituale di Barletta
nhout 2004; I. Shagrir, The Visitatio (Archivio della Chiesa del
Sepulchri in the Latin Church of the Holy Sepulchre, Santo Sepolcro, Ms. s.n, ff.
«Al-Masaq», XXII (2010), pp. 49v-50 e 69v-74r, C. Kohler, Un
57-77. L’Albero di Jesse con rituel et un bréviare du Saint-Sépulchre de Jerusalem (XIIè-
gli antenati e i profeti di XIIIè siècle), «Revue de l’Orient
Cristo è alieno Latin», VIII (19001901), pp.
all’iconografia bizantina 383-500: 404-408, 475. Cfr.
fino alla seconda metà del Castineiras, Vox Domini, p. 72; Id., El
XIII secolo. Taylor ha trasfondo mitico de la Sibila, pp. 193-194.
studiato il suo successo in 37
Id., Vox Domini, figg. 1-7 (con
Serbia, Grecia, Bulgaria, ampio commento sull’organo
Romania e Moldavia tra XIII con carrillon rinvenuto a
e XVI secolo: i diciassette Betlemme e conservato nel
esempi che vi si trovano Museo dello Studium Biblicum Franciscanum).
sembrano derivare da un Sul codice illustrato, vedi
archetipo italiano originato G. Orofino, l codici decorati dell’Archivio di
ad Orvieto nel 1264, in seno Montecassino. Il.2. I codici preteobaldiani e teobaldiani,
alla corte papale, di cui un Roma 2000, p. 78. Le dieci
riflesso diretto si sibille di Varrone vengono
13
7
Manuel
Castineiras
così nominate nel testo di Ead., Pseudo-Augustine, pp. 223-224. Sul
Rabano Mauro: Persica, pulpito di Sessa, vedi anche: C. C apomaccio, La
Libica, Delfica, Cimmeria,
Eritrea, Samia, Cumana, basilica cattedrale di Sessa
Elle- spontica, Frigia e Aurunca, Gaeta 1988, p. 35; V. Pace, Arte
Tiburtina.
39
Vedi n. 19 supra. Cfr. de’ medievale in Italia
Maffei, La Sibilla “Tiburtina", p. 24. meridionale, Napoli 2007, pp. 171-175; F.
40
Rabano Mauro, De universo, XV, 3 (De Gandolfo, La scultura normanno-
Sibillis), in Patrologia Latina, 111, a cura
di J-P. Migne, Parigi 1864, sveva in Campania. Botteghe
coll. 420b-d. e model
41
Vedi n. 9 supra. li, Roma-Bari 1999, pp. 111-
L. Massa, Produzione libraria e 115.
attività miniaturistica a 50
Sui rilievi reimpiegati a
Montecassino nella prima Ravello, vedi: F. Nevile Reid, Ra-
vello, ed. a cura di A. Milone,
metà del secolo XI. I codici Sarno 1997, pp. 68 e 116.
106, 104 e 109, Montecassino 1998, pp. 41, 51
Capomaccio, La basilica
60. cattedrale, p. 37.
43
Speciale, Memoria e scrittura, p. 150. 52
Seguo l’ipotesi sostenuta
Sull’Omiliario Cass. 99, vedi da Gandolfo, La scultura nor- manno-sveva, pp.
anche G. Orofino, Homiliarium Cod. Cass. 99, 111-115.
in L’Età dell’abate Desiderio, 3 voll., a 53
Ibid., pp. 111-119. Per la
cura di S. Adacher e G. lettura delle scritte
Orofino, Montecassino 1989: eseguite da Pellegrino
I, pp. 37-94. (Peregrinus), vedi: Capomaccio, La basilica cat-
44
K. Young, The Drama of the Medieval tedrale, pp. 38 e 40. Sui
Church, 2 voll., Oxford 1933: rilievi della facciata della
II, p.137. cattedrale di Sessa Aurunca,
45
Gómez Muntané, El Canto de la Sibila, II, p. rimando ai miei articoli: l
22; Ead., Una tradiciòn medieval en el siglo XXI: el poderi sono venduti, a ciò segue l’inganno: per una nuova
caso del Canto de la Sibila, in La Sibila. Sonido. Imagen. lettura del programma iconografico del portico della
Liturgia. Escena, pp. 105-135: 121. Nelle consuetudines della cattedrale di Sessa Au- runca, «Annali della
Seu d’Urgell (Vic, Museu Episcopal, Ms. Scuola Normale Superiore di
131, f. 37v), eseguite a Pisa», s.
metà del XII secolo, III, XXIV (1994), 2-3, pp. 565-
s’includeva il Canto dei 585; l “loca sancta’’ nel ciclo di Pietro nella cattedrale
profeti dopo la benedizione di Sessa Aurunca, in Il cammino de Gerusalemme
del cero pasquale: M. Gros, La («Rotte mediterranee della
consueta antiga de La Seu d’Urgell (Vic, Mus. Episc. Ms. 131), cultura», 2), «Atti del
«Urgellia», I (1978), pp. Convegno internazionale di
183-266: 228-229. studio, Bari-Brindi- si-
46
Per il testo della versione Trani, 19-22 maggio 1999», a
del manoscritto di Limoges cura di M.S. Calò Mariani,
(Paris, Bibliothèque Bari 2002, pp. 619-632.
nationale de France, Ms. 54
A. Braca, Il Duomo di Salerno, Salerno
lat. 1139, ff. 55v-58r), 2003, p. 166. Vedi anche:
vedi: Young, The Drama of the Medieval Church, Glass, Pseudo-Augustin, p. 225. Secondo
p. 138. Nino Zchomelidse tanto il
47
Vedi l’edizione del testo doppio pulpito di Salerno
dell’Exultet in: Exultet. Rotoli liturgici quanto quello ‘frustrato’ di
del medioevo meridionale, a cura di G. Sessa Aurunca sarebbero una
Cavallo, Roma 1994, pp. 483- conseguenza della piena
484. introduzione della Riforma
48
Gómez, El Canto de la Sibila, I, Gregoriana in Campania,
pp. 26-27 e II, p. 26-27. Sui diversi scenari per lo svolgimento giacché questa aveva
della cerimonia della Sibilla, vedi: E. C arrero, Entre comportato la recitazione
el transepto, el pulpito y ‘dialogata’ dell’Officio
Divino da parte della schola
el coro. El espacio cantorum da questi imponenti
conmemorativo de la Sibila, in arredi liturgici, N. Zchomelidse,
Art, Ritual, and Civic Identity in Medieval Southern Italy,
La Sibila. Sonido. Imagen. University Park 2014, pp.
Liturgia. Escena, pp. 207-260. 79-107.
D. Glass, Romanesque Sculpture in
Si veda, ad esempio, l’Exultet
55
13
8
Da Virgilio al Medioevo: postille sulla rinascita della Sibilla in
Campania
pp. 394 e 400. pulpito: l’uomo artigliato dall’aquila e attaccato dal serpente,
La maschera, accompagnata
56
«Icono- graphica», XIV
sui lati da due figurine (2015), pp. 44-51: 45-46
maschili con il corpo (fig. 2).
proteso verso l’esterno ma 60
Mi riferisco alla scena di
la testa rivolta Orfeo che lascia il mondo
all’indietro, potrebbe degli Inferi, in cui sono
essere interpretata, secondo raffigurati Cocito, con il
l’iconografia biblica, come lamento delle anime, il cane
un riferimento al primo Cerbero e la punizione
giorno della Creazione (Gen d’Issione (Georgiche, IV, v. 484).
1, 3-4), nel quale dal Caos Cfr. Stevenson, Miniature decoration, pp.
primigenio (Abyssus) si 37-38.
produceva la separazione 61
Sui diversi attributi di
della Luce dalle Tenebre. Apollo nell’antichità, vedi:
D’accordo con l’esegesi R. Far- nell, The Cults of the Greek States, IV, Oxford
cristiana durante la 1907, pp. 313-315; G. Roux, Delphes,
liturgia del Sabato Santo la son oracle et ses Dieux, Paris 1976, pp.
Risurrezione di Cristo era 121-129, 226 (tav. XI, 21:
invocata come una metafora Grifone); P Monbrun, Le Voix d’Apollon.
della Terra risplendente L’Arc, la Lyre et les Oracles, Rennes 2007.
della Creazione: «Gaudeat se tantis Nel Rabano Mauro di
tellus irradiata fulgoribus, et aeterni regis splendore lustrata, Montecassino (1022), Apollo
tanti luminis adornata fulgore, totius orbius se sentiat amisisse è raffigurato seminudo e con
caliginem». Cfr. Exultet. Rotoli liturgici, pp. aureola raggiata (Cass. 132,
483-484; M. Castineiras, Il tappeto del gigante: p. 389b) e Griphus - un
programma, cerimonia e commitenza nell’Arazzo della quadrupede dal corpo leonino
Creazione di Girona, in Medioevo: Natura e Figura, ma la testa e le ali da
«Atti del Convegno rapace (Cass. 132, p. 191a)
internazionale di studi, - è considerato una bestia
Parma, 20-25 settembre che abita nei Monti
2011», a cura di A.C. Iperborei (Ety., XII, 21), Orofino,
Quintavalle, Ginevra-Mi- I codici decorati, II, 2, pp. 67 e 80,
lano 2015, pp. 359-378: 359 tavv. XIX (Grifone), LIIIb
e 369. Va sottolineato che (Apollo).
la rappresentazione 62
Hooker, The Use of Sybils, pp. 253-256.
dell’Abisso si trova anche Sulla datazione dell’Oratio,
lungo la base del balconcino vedi: Geymonat, Un falso cristiano, p. 364.
del pulpito Guarna nella 63
Vedi: Moralejo, El Pòrtico de la
cattedrale di Salerno: Glass, Gloria; Castineiras, El trasfondo
Romanesque Sculpture in Campania, p. 80,
fig. 68. Ciò nonostante, il mitico de la Sibila, p. 201.
fatto che le figurine che 64
Immonen, Le programme de
affiancano la maschera a
Sessa portino piccoli scudi fresques.
e mazze suggerisce una 65
Braca, Il Duomo di Salerno, pp. 115-
diversa lettura: forse si 126; A. Iacobini, Immagini, ideologie,
tratta di due fanciulli
armati in atto di storiografia: il mosaico
abbandonare il duello absidale del duomo di
dinanzi alla visione
spaventosa dell’Ade-Abyssus, Salerno e l’arte della
Gandolfo, La scultura nor- manno-sveva, p. 113. Riforma gregoriana, in
57
Traduco in italiano la Medioevo: immagini e
versione spagnola dei versi
del Canto della Sibilla ideologie, «Atti del Convegno internazionale di
recentemente proposta da Eva studi, Parma, 23-27 settembre 2002», a cura di A.C. Quin-
Castro (Quodvultdeus, p. 79). tavalle, Milano 2005, pp. 288-301.
58
In questa scena del 66
M.-L. ThÉrel, Une image de la Sibylle sur l’arc
Virgilio Vaticano (Città del triomphal de Sainte-Marie-Majeure à Rome,
Vaticano, Biblioteca «Cahiers Archéologiques»,
Apostolica Vaticana, Vat. XII (1962), pp. 156-158;
lat. 3225, f. 47v) vengono Castineiras, El trasfondo mitico de la Sibila, pp.
rappresentati, tra gli 172-177, figg. 175. Per il
altri, l’Idra, la Discordia, dibattito
i Centauri, la Chimera, sull’identificazione di
Briareo, Scilla e l’Arpia: questa figura, vedi anche:
Stevenson, Miniature decoration, pp. 68-69. C. Cec- chelli, I mosaici della basilica di S. Maria
59
Montecassino, Cass. 132, p. Maggiore, Torino 1956, pp. 213-
387. Cfr. Glass, Romanesque Sculpture, 219; M. Andaloro, Atlante. Percorsi visivi, Roma
pp. 88-90; E. Di Natale, Al centro del 2006, pp. 337-338.
13
9
Manuel
Castineiras
67
Contra
Quodvultdeus, Ivdaeos, Carthaginiensi episcopo tri-
Paganos et Arrianos, XVI, 1-2, in buta, a cura di R. Braun, Turnhout 1976, pp. 227-258:
Opera Quodvulteo 248.
14
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