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Prima di soffermarci sulla rescissione del contratto dobbiamo richiamare la nozione di contratto a
prestazioni corrispettive.
Cos’è un contratto a prestazioni corrispettive? E’ un contratto caratterizzato da prestazioni
economicamente equivalenti, ossia, quello che una parte offre ha, più o meno, lo stesso valore di
quello che una parte riceve.
Un contratto può nascere, però, anche economicamente squilibrato (una prestazione ha più valore
di un’altra) purché tale squilibrio sia il risultato del principio dell’autonomia contrattuale, ossia,
della libertà delle parti di concluderlo a quelle condizioni (ad esempio, Tizio potrebbe pagare una
casa 400.000 € nonostante tale casa abbia il valore di 300.000 €, in questo caso il valore più alto
della prestazione di Tizio, che consiste nel pagare una cifra più elevata, può essere stato determinato
dal fatto che quell’appartamento è l’unico confinante con quello dell’anziana madre).
La rescissione del contratto concluso in stato di pericolo è possibile nel caso in cui una parte abbia
assunto obbligazioni a condizioni inique, ossia caratterizzate da una notevole sproporzione tra il
valore di ciò che la parte ha dato ed il valore di ciò che ha ricevuto per la necessità nota all’altra
parte di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona.
In altre parole, affinché possa essere chiesta questa rescissione devono sussistere tre elementi:
1) la sproporzione tra le prestazioni;
2) l’esistenza di un pericolo attuale alla persona;
3) la conoscenza della situazione di pericolo da parte dell’altro contraente.
Ad esempio, Tizio deve essere operato e l’intervento è difficile; Tizio si rivolge al noto di chirurgo
Dott. Caio che vedendo Tizio spaventato gli chiede per effettuare l’operazione la cifra di 50.000 €,
mentre il suo normale orario è di 8000 €. Tizio accetta, ma potrà successivamente chiedere la
rescissione del contratto.
L’articolo 1447 c.c. prevede, però, che il giudice può assegnare un equo compenso all’altra parte
per l’attività svolta; nell’esempio di sopra il giudice stabilisce che Tizio deve pagare al dottor Caio
l’equo compenso di 8000 € per l’operazione effettuata.
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2. La rescissione del contratto concluso in stato di bisogno
Offerta di modifica del contatto per evitare la rescissione nei due casi studiati (stato di pericolo e
stato di bisogno).
Per evitare la rescissione contratto colui che se ne è approfittato può offrire una modificazione del
contratto sufficiente per ricondurlo ad equità. Negli esempi fatti, il Dottor Caio dovrà restituire la
somma di 42.000 € e trattenere solo 8000 € per l’intervento medico; nell’altro caso della vendita
della villa Bianchi dovrà restituire a Rossi 1.300.000 € trattenendo 700.000 €.
Colui che, invece, vuole chiedere l’azione di rescissione deve farlo entro un anno dalla conclusione
del contratto.