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LA RESCISSIONE

1. La rescissione del contratto

Prima di soffermarci sulla rescissione del contratto dobbiamo richiamare la nozione di contratto a
prestazioni corrispettive.
Cos’è un contratto a prestazioni corrispettive? E’ un contratto caratterizzato da prestazioni
economicamente equivalenti, ossia, quello che una parte offre ha, più o meno, lo stesso valore di
quello che una parte riceve.
Un contratto può nascere, però, anche economicamente squilibrato (una prestazione ha più valore
di un’altra) purché tale squilibrio sia il risultato del principio dell’autonomia contrattuale, ossia,
della libertà delle parti di concluderlo a quelle condizioni (ad esempio, Tizio potrebbe pagare una
casa 400.000 € nonostante tale casa abbia il valore di 300.000 €, in questo caso il valore più alto
della prestazione di Tizio, che consiste nel pagare una cifra più elevata, può essere stato determinato
dal fatto che quell’appartamento è l’unico confinante con quello dell’anziana madre).

A questa regola generale dell’autonomia contrattuale si applica, però, un’eccezione che si ha


quando lo squilibrio delle prestazioni deriva dal fatto che un contraente più forte hai imposto le sue
condizioni ad un contraente più debole.
Si tratta in questo caso di un’imposizione che il diritto non può tollerare; la parte più debole potrà,
pertanto, chiedere lo scioglimento del contratto o meglio potrà chiedere la rescissione.
La causa che genera la rescissione è un’anomalia congenita del contratto, rappresentata appunto
da un ingiusto squilibrio delle prestazioni.

La rescissione può essere di due specie:


1. rescissione del contratto concluso in stato di pericolo
2. rescissione del contratto concluso in stato di bisogno.

1. La rescissione del contratto concluso in stato di pericolo

La rescissione del contratto concluso in stato di pericolo è possibile nel caso in cui una parte abbia
assunto obbligazioni a condizioni inique, ossia caratterizzate da una notevole sproporzione tra il
valore di ciò che la parte ha dato ed il valore di ciò che ha ricevuto per la necessità nota all’altra
parte di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona.
In altre parole, affinché possa essere chiesta questa rescissione devono sussistere tre elementi:
1) la sproporzione tra le prestazioni;
2) l’esistenza di un pericolo attuale alla persona;
3) la conoscenza della situazione di pericolo da parte dell’altro contraente.
Ad esempio, Tizio deve essere operato e l’intervento è difficile; Tizio si rivolge al noto di chirurgo
Dott. Caio che vedendo Tizio spaventato gli chiede per effettuare l’operazione la cifra di 50.000 €,
mentre il suo normale orario è di 8000 €. Tizio accetta, ma potrà successivamente chiedere la
rescissione del contratto.
L’articolo 1447 c.c. prevede, però, che il giudice può assegnare un equo compenso all’altra parte
per l’attività svolta; nell’esempio di sopra il giudice stabilisce che Tizio deve pagare al dottor Caio
l’equo compenso di 8000 € per l’operazione effettuata.

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2. La rescissione del contratto concluso in stato di bisogno

Un contratto si considera concluso in stato di bisogno se vi è sproporzione tra la prestazione di una


parte e quella dell’altra e la sproporzione è dipesa dallo stato di bisogno di una parte del quale
l’altra ha approfittato per trarne vantaggio.
In questo caso, la parte danneggiata può domandare la rescissione del contratto; si parla anche di
“rescissione per lesione”.
Ad esempio, l’imprenditore Rossi si trova in una grave crisi economica ed ha assolutamente bisogno
di 700.000 € per pagare i creditori; per questo motivo Rossi decide di vendere o meglio svendere
per 700.000 € la sua splendida villa all’amico Bianchi che ben conosce le difficoltà di Rossi e se ne
approfitta in quanto la villa di quest’ultimo vale 2 milioni; dopo qualche mese migliora la situazione
economica di Rossi, il quale chiede ed ottiene dal giudice la rescissione del contratto di vendita
dimostrando che è stato concluso in stato di bisogno. Il codice civile dice che una parte può chiedere
la rescissione per lesione quando ha ricevuto una prestazione che è inferiore alla metà del valore
reale della prestazione stessa.
In altre parole, la rescissione del contratto concluso in stato di bisogno prevede:
A) la sproporzione tra le prestazioni;
B) il notevole bisogno economico di una parte;
C) l’altra parte che ha approfittato del bisogno economico.

Offerta di modifica del contatto per evitare la rescissione nei due casi studiati (stato di pericolo e
stato di bisogno).

Per evitare la rescissione contratto colui che se ne è approfittato può offrire una modificazione del
contratto sufficiente per ricondurlo ad equità. Negli esempi fatti, il Dottor Caio dovrà restituire la
somma di 42.000 € e trattenere solo 8000 € per l’intervento medico; nell’altro caso della vendita
della villa Bianchi dovrà restituire a Rossi 1.300.000 € trattenendo 700.000 €.
Colui che, invece, vuole chiedere l’azione di rescissione deve farlo entro un anno dalla conclusione
del contratto.

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