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già in
Cv(Convivio)IV XXV 6 come lo dolce poeta. Si sarebbe
tentati di pensare che così definendolo egli alludesse alle
Silvae. Ma del poeta egli ignorava proprio quest'opera,
che fra l'altro gli avrebbe evitato l'errore di fargli dire
(Pg XXI 89) che, tolosano, a sé mi trasse Roma,
confondendolo cioè, sulle orme di s. Girolamo e di
Fulgenzio, col contemporaneo retore L. Stazio Ursulo
(v.) di Tolosa; ché in Silv. III 5 S. palesa chiaramente alla
moglie, restia a lasciare Roma, la sua origine napoletana,
celebrando le bellezze della sua terra. Di quello che
definisce dolce poeta e che tale avrebbe potuto esser
ritenuto solo grazie alle Silvae, D. mostra di conoscere a
fondo solo ciò che il Medioevo conosceva sicuramente, e
cioè la Tebaide e l'Achilleide; perciò poi del dolce poeta,
come vedremo, egli ricorda o i principali personaggi o
scene di pomposa o addirittura macabra magniloquenza,
come quella di Anfiarao, quella di Capaneo e quella di
Tideo e Melanippo. La denominazione deriva dunque,
com'è stato universalmente riconosciuto
Alla luce di quanto letto, scrivete un testo argomentativo che abbia come tema Dante e Stazio,
ampliando le riflessioni critiche del testo analizzato con le vostre conoscenze sull’argomento.