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T /"~AOVTr'> ^J
t-*r
Ci
^
X
S
OPERE
FRANCESCO DE SANOTIS
TOMO
III.
A5S
SAGGIO CRITICO
SUL
PETEAECA
DI
FRANCESCO DE SANCTIS
NUOVA EDIZIONE
A CURA
DI
BENEDETTO CEOCE
NAPOLI
CASA EDITRICE
1907
A.
MORANO
Li
Propriet letteraria
Stab. Tipo-Ster. F. DI
Gknxaro a
A.
Morano,
S. Sebastiano
48
hi
il
De
Sanctis
medesimo nell'appendice
al
libro (pp.
un corso di
lezioni,
che
il
De
Sanctis
al
poli,
suoi ascoltatori,
anni dopo,
nel
1868, avendo
il
De
il
gli
studi!
materiale di lezioni,
La stampa
sua lettera di
curava
la
si
del 1868. In
una
stampa
in
Napoli,
si
legge:
11
volume
del
PREFAZIONI! DELL'EDITORE
VI
Ma
E
me una
Canzoniere.
porta?
Da
(1).
che
steso,
per
ci
De
Sanctis
molti componimenti,
trovano sotto
si
riferiti
il
Nuova Antologia
la
(fase, di
al
suo libro
il
(3).
lavoro conserva
cienze di ritmo,
improprie e frasi
parole
vedano
pp.
Petrarca
sul
Domenico
sume
il
In
Saggio
Ma,
quale
critico,
il
Francesco de Sanctis,
di
dalla seguente
:
tura italiana,
defi-
(4).
D'An,
lettere citate.
Saggio critico
(3)
Napoli, presso
vaghe
le
quale
(2). Il
il
set-
Petrarca, che
critica del
come introduzione
nunzio
non
le
scriveva per la
ma
maggiore;
fatica
si
dedica
16., di
che
si
superstiti.
Il
capi-
il
1869
il
1871,
rias-
Storia.
(4)
Nel ragionamento
Conti, Milano
Treves
De
1900
pp.
Bosis, 1895.
XXXVI-XLIV
di
Angelo
e gi
prima
il
D'Annunzio
VII
Farinata e di Ugolino
di
perire ,
non
pu non deplorare
si
giudizio. Perch,
non
solo
ma
tistici:
questo del
essendo priva di
De
dovr in breve
la leggerezza di
un
tal
serbano la
ar-
vace
la
rario,
riuscire attraeutissimo
torna in niente
piccoli scrittori
anche
lette-
il
il
ma
Comunque
sia,
un
fatto che
molta fortuna
(1).
la
la
il
Saggio
critico sul
modo
come indagine
De
di lavorare del
Addurr
in
manchevolezze nei
minanti
il
ti)
prova
La
linguistico e retorico, o
Il
Pe-
all'arte.
grandi hanno
di queste
criterii do-
superiori
al li-
volume,
p.
316.
Vili
comune;
vello
in
e,
prima
un nome grande
linea,
e vene-
Il
Canzoniere;
il
4 giugno 1868
a Gaspare Barbra
De
Sanctis
ma
poco
ha ingegno molto,
far,
un comento
suo contento
il
e,
come ha
il
sul Petrarca,
il
De
Anch'
sapevo
io
il
un lavino
critico napoletano-francese
non ne temo
al
da Bologna,
di
ma, per
la concorrenza (1).
francese
disposizione
(2), la
e le
stesse lodi date all' ingegno fanno ricordare che, troppo spesso,
il
il
De
Il Voltaire, giudicando
questa per la pi bella canzone del Petrarca, la cred indirizzata a Cola di Rienzo.
il
in
secolo XVIII,
un
(1)
libro
La
non
e'
che dire.
lettera
C. e di
MCMIV,
(2)
De
che
il
sig.
Sanctis in
Mzires
un
altro
Ma
il
G. Barbra, 1854-1880,
edizioni di
Barbra
Bianchi
p. 243.
se mai,
volendo
IX
si
di meraviglia
un po'
rivolge
in
il
me
Petrarca
produce.
la
fuor
la critica
che nella
scapestraggini nove
le
si
tribuno: questo
Come!
mondo,
il
Qui solamente
letteratura italiana?
il
Ma
De
Sanc
is
del
l'arte
un'attribuzione
che
il
(1).
Carducci
si
che
il
tradizionale,
un
studi
di proposito,
le allusioni
storiche di questo.
dopo
lo
scritto del
il
personaggio
che
fu,
lo
minato, e Cola
il
De
con
Sanctis
pi
la
si
ammetto
eli-
che, se
recente indagine, in ci
A ogni modo,
parte.
al
il
il
la
sua
precedente;
(1)
Rime
diversi.
di
Saggio
(2).
e,
un
testo e
commento nuovo
ecc., a
cura di
Le rime
common-
PREFAZIONE DELL'EDITORE
De
il
Saint
come
fosse,
trovava
vi
fitto
tino
alla
il
chiodo che
come
vecchio,
di
is.
il
poeta
se
vecchiaia,
il
De Sanctis
l'
una
maggiori tra
delle
De
liriche
le
veramente eloquenti
distingua:
si
il
ma
modo per
a quel
zione del
della
fatto
ragioni
mise
intrinseche; e solo
la
giudic
come spiega-
causa
la
il
suffi-
pu
stare
o cadere (ed
io,
gore e di giovent)
ma non
Questo
il
(1);
tocca
il
di vi-
primo giudizio.
secamente
non
lo fa, giacch
da Giosu Carducci
tate
fragili,
De
Cos
il
il
il
D'Ancona vor-
una
di poesia,
lirica
eloquente :
il
XI
De
Sanctis
il
parlava
(1).
Del resto, nel contento petrarchesco del Carducci pubblicato nel 1899,
(2)
giudizii del
;
De
quantunque
io,
a dire
il
De
Sanctis ha tolto
tanto
Perch,
valore.
di altri, ai
II)
ai
Non
ti
perch annotare
se'
pur veglio;
bellissimo quaternario
Minatori :
che
tica del
Il
nasconder pi; tu
De
grande erudito,
e,
ad ogni modo,
affatto
generico?
con
le
altri
il
nella coscienza
Sono
(1)
Vedi per
dizio del
De
altri difetti
Sanctis, F.
Torraca
Livorno,
Vigo,
Vedi,
211, ecc.
PREFAZIONE DELL'EDITORE
XII
pur; e
di quel pi e di quel
temuta
cola
meno pronunziata,
al
Aero Petrarca
mente
tura, e
mai
il
e poi
il
un
De
non l'aveva:
mai incluso
il
in
una
il
Ma questo
De
storia
Bartoli consacra
pito
il
Bartoli
pagine, che
pe Sanctis, che
il
<<-
all'ine
Come
l;i
alla
le
ventisei
nove
capitoli,
l'
Italia e
con
l'
Im-
gli
amici ed
figliuoli!
(1).
In una storia
e ci che
Ma
trarca
l'
il
si
Forse che
si
il
vero Pe-
vuol negare
(1)
Adolfo Bartoi.i
Francesco Petrarca,
Firenze, Sansoni,
italiana)
sulla realt
PREFAZIONE DELL'BDITOBE
si
XIII
Ma
l'opera del
alla
non a quella
del-
scienza
della
storia
della
civilt,
merito
grande per
resta
che produsse,
gli effetti
il
suo
nella
abbiamo
Ma
Petrarca ne trascrisse
il
il
non poteva
Con
tini
meglio.
di
nisse seriamente
della storia
(come
della
critica
\<<le dagli
si
De
come
il
non ve-
informatissimo
Banetis,
accenni pi o
meno
espliciti
che fa
ai
carattere
della
trica
(l)
Per altro,
De
giudizii del
e rassegne,
toli,
e di
Trezza
Non
poesia petrarchesca.
il
e neppure
I
fatti,
si
occupava di
lingua e me-
di
che ricercava e
ilio
Tokkaca, Saggi
sgg.); e cfr.
Drucker
del Canzoniere
secondo
critici
maggiori
(in Studi
sul
Boccaccio
XIV
PREFAZIONE DELL'EDITORE
ciano invece
.strava,
si
il
Petrarca e
la lirica ilei
forme dell'elemento
le varie
il
petrarchismo;
momento
ora
costitutivo della
un processo
e l'artifizio
appunto perch
Laura
Petrarca poeta
Il
in lui la spontaneit
si
Laura,
di generalizzazione, e
<li
uno
1'
nell'altra.
queste sfumature,
saggio critico
De
Sanctis coglie ed
i
difetti
il
De
Sanctis, e
il
e via dicendo
lit,
senza mai
insieme
ma
le delicatezze di
non erano
italiani
il
la diffidenza
Ma
era
in
fondo
sfiducia
numero
gli
sono avuti
si
come
sieno
tutti
;
e,
il
Petrarca
non
il
poeta
modo
libro del
perch
De
e'
Sanctis. Dico
poi
un
e servir
comprendere
Petrarca
il
c'
il
un altro
le esercitazioni
erudite e
XV
PREFAZIONE DELL'EDITORE
libro del
il
che com-
e a coloro,
De
d'incentivo o d'aiuto.
Ma,
oltre
le,
sere
il
uomo
De
uomo
Sanctis un
Mia complessit.
suoi
ma
ci
in
come dicono
intero,
metteva tutto
libri
apprendeva e sentiva
Nessuno pi
estetico,
di
come questo, ve
ebe ho messe
difficolt
di lui
da un punto
prescindendo
tedesebi
in
la vita in tutta
di vista rigorosamente
una macchina
estranea;
estetica, in
Chi studiasse
libri
del
De
ralisti.
l'
animo.
suprema liberazione
che
io
ai te,
ho chiamata
La sua
e al definitivo distacco
mo-
suo corso
loro,
giungeva
da quella
(1)
il
teoria estetica
cfr.
ac-
si
occupavano
alla
l'
uno
vita.
corgerebbe che
un
concep ed esegu
da ogni considerazione
uno
s stesso;
Vedi
in
(1).
la
introduzione
il
al
ro-
Palermo
1904, parte
XVI
manticismo morale,
che
mostrava ancora
liani
tava
pili torte e
favore
in
cui erano
<li
del
malati
stati
suoi cattivi
realismo,
clic
va
inox
dal
sul
al
volume
rano
costui,
dei lettori
diven-
effetti,
(2).
Che
ai^li
a quelli
articoli poli-
ina
si
mai canta
rodono
le
susiir-
del
1878, e che
al
Manzoni
Diritto (1).
l'introduzione
ita-
tici
giovani
digressioni
di
il
l'
affinit
il
pensa-
mediante
la
Non prima
(3).
(1)
Vedi ci
che
(4).
il
De
Sanctis pot
ho detto
di questo periodo
De
del pensiero e
voi. I, prefazione.
(2)
Vedi ad
(3)
es.
pp. 198-9.
v. ci
Critica, I (1903),
pp. 14-15,
quell' anuo,
perch vi
si
allude (v.
PREFAZIONE DELL'EDITORE
XVII
se
dice gi citata
Sempre
E da
una
libro, e
dire
1'
appen-
le (piali,
romanticherie che
dalle
il
De
Sanctis lamentava
ma-
un avvertimento
in
senso contrario.
Oltre a queste due aggiunte cospicue, bene mettere in
rilievo
dire
che
della
si
saggio
il
prof.
Znmbini
(1). Il
De
da cui
De
egli ci
ha
alla sua
conferenza sullo
neW
arte
una
suoi
cfr.
ai
amava molto
Sanctis non
il
II,
cio
qmiita
le
sa
frattempo al cosid-
comparvero
Si
impersonali o
Zola,
mentre
fatta nel
stampa
si
del 1879,
l'ultima
marzo
trascin a lungo:
all'editore
Morano,
ivi,
264.
(1)
fu
del 1883
1-79.
XVIII
allusive,
ma non
stortura
la
del Petrarca
verso
scrisse
li
pei
veniva
peggio ancora,
e,
La natura
materializzato in
natura
la
critica
egli
Ha
per la
anime innamorate
le
tira suoni
poco intimo
il
E chi
il
(1).
le
parecchie
risoluto a
dall' editore
Morano,
clie
dopo
una ristampa
composizione
vuole determinare
Pregato
ma
si
tipografica, pregato
di voler
nuova
dare qualche
ho saputo dir
(1)
di no. Il
nome
di
lavori,
uon
Francesco de Sanctis, di
pp. 65-66.
PREFAZIONE DELL'EDITORE
uomo
un
pre per
dal quale io
me eon
ho tanto
e tanto imparato,
suona sem-
XIX
chi
sa?
l'
su
scliiitzen!
ho confrontato, anzitutto,
Io
1883, contrassegnando
le
le parti
e del
Altre
da me, avvertendone o no
fatto
non
lettore secondo
il
un po' pitiche
il
Ho anche
capo
di
due
numero,
all'
imporSanctis
riformato
capitoli a
in trodn: ione, e
nelle
l'
De
edizioni
il
IX
come
era numerato
non aveva
capitolo Vili
il
come Vili,
da esso
si
saltava
Ma
le
maggiori cure
le
ho date
ai versi e
componimenti
gli errori
erano
molti; e
al
De
Ma
sono
il
stati
ia
il
il
De
Sanctis, sapendo a
scherzi che la
pi mnemonici.
memoria
fa a tutti,
anche
agli
uomini
XX
PREFAZIONE DELL'EDITORE
la ttirba,
dopo
invece
le notti
di:
vanamente spese
invece
dopo
di:
voglia e la ragion
sett' anni.... ,
fare un'operazione
cameretta
nel sonetto:
Chi
'1
mento
pens mai?,
Chi
Cerquetti
stati
da
(1).
me
il
notti
le
La
verso
al
; o, infine,
dove
13,
si
dice
crederla? , attirando su di s
Naturalmente
biasimo
il
tempo del De
per
cio,
de'
le
Le Monnier
manuale
mi
(3
a
,
del
so)
1851), pe
le rim<
Xannucci.
Benedetto Croce
(1)
C.
Trabalza, Studi
co
e profili,
INTRODUZIONE
volume
(D
uno studio d' A. Mzires, professore di letteratura straniera alla Facolt di lettere.
un
lo diresti
la spiegazione di
il
un
tratto
e vivacit,
come un romanzo.
dovinati e presentiti
intime
con semplicit
parecchi
fatti.
danno
le
la vita interiore.
(1)
Questo lavoro
zione
quest'opera (Nota
dell' A.).
Fu
inserito
nella
Nuova
Alfred Mzirks,
Ptrarque,
d' aprs
de nouveaux docu-
nuova
ediz.,
1895 [Ed.].
INTRODUZIONE
Un
lavoro simile
trarca,
si
non essendo
il
pu
Canzoniere che
il
Pe-
della sua
ritratto
e specialmente nelle
oliere,
Il
di
documenti gi
secreti di quella
una
noti, di cui
Louvre
ricca
Biblioteca
e nella
al
oltre
1'
gi noti del
1'
uno, n
1'
De Sade
e del
altro, dice
il
Ginguen.
Mzires,
Manca
ci rivela
poterono
oggi un Italiano
La
ba consacrati
pubblicazione del
za di
un nuovo studio
Dobbiamo dunque
uno
dell' intera
gli studii
al
ri-
scrittore
sua vita.
convenien-
sul Petrarca .
e di es-
(1)
variai...
de
rebus familiaribus
et
Le Mon-
mano ad mi argomento
che
di
la
studiare
il
studio offrire
Credendo
di riempirle.
lavori antecedenti,
mondo
al
l'ero
il
il
le
(piali
quattordicesimo
il
si
sieno
capo ammirato
di
il
rie et chmiffent
sa,
Mzires
1'
la religio-
au /and de son
osserva
il
egli
disputent
trarca
del
Il
la pi grande figura
una generazione
tismo,
Petrarca.
non
il
discusse,
messo senz'altro
ma
e canzoni;
secolo,
si
non quando
La speranza
li
vecchio, se
in qualche parte
a
modo
il
il
patriot-
son style du
urne.
ma
il
Pe-
sce che
dopo
primo caldo
di
aver seguito
di giovent,
ma
il
E non
lo si cono-
nell' et
matura, a traverso di
latini,
denza che
tempo
egli
teneva
co'
principali
farci conoscere
il
1'
Petrarca, studiando
appunto;
il
ha voluto
suo poema,
le
sue
IMKODUZIONK
egloghe, le epistole,
il
offertigli
grand'
nomo
Con
tale
<;
riassunto
si
alcuni
vita
particolari
ma non me
Oggi
il
numero
sciuto, che
il
ne contento
io.
strabocchevolmente cre-
si
trovano e
le
agli au-
come
contenta
si
le
la-
quistioni
fessore
Marsand
prende
tutte.
di
Padova.
nel 1829
Si tratta di migliaia di
De
volumi
le
scritti
comsullo
trarca
filosofia
non
e'
dove
detto almeno
il
in
in
tratti
meno
felici.
come oggi
e,
si
preten-
la
dice volgarmente,
Chi dunque
lume
sforza di scrivere
ci
sul Petrarca
(lesto scrittore
Non
non
altro se
il
non
la convinzione, che di
1'
ultima parola, n
scritto
e perci
il
y a quel-
Ma
un
bia preso
il
Qui
ci
sembra che
il
il
Mzires ab-
che
il
un
un gran carattere;
ti
e ci
un grande ingegno ed
Si comi) rende
dovuto dare
adunque
la
del Louvre.
Volendo darci
il
Ma
in
mu-
speciale.
questo caso
il
mi per
torto.
Il
il
M-
A che rifar-
ha
la
il
documento acquista
zires che
tete
ha
mate-
Biblioteca
un valore
egli
riali
Pe-
il
arca,
o cosa po-
meno
Dopo De Sade
che
a'
una
sante.
letterati
Petrarca,
e Baldelli
ma
si
non pi
mio
fare
interes-
IHTBODUZIONE
In
1'
effetti,
pu
si
che
lire
il
buona
nosce perfettamente
largli
il
il
Petrarca fu un
il
a'
vi-
principi, incoronato
uomini
di quel
noscritti,
ma-
una
di antichi
biografa che
ti
il
non
si
ci
trovi innanzi
Dire che
il
zoniere, e perci
za;
alla
sua grandez-
Mzires ha fondato
il
il
suo
lavoro.
Togliete
il
sonaggio noto
Canzoniere, e
il
ma non
salito
dizio di
Ma
un merito vero
al
zione. Il volgo
si
il
pi sicuro in-
e superiore.
civile,
un lavoro
appropria
la
cio
il
di purificazione e di elimina-
Conrito:
appropria
si
Passando attraverso
Canzoniere ed ignora
il
secoli,
1'
1'
Africa.
cammino
la
non cammina
inutile,
se
troppo e
s tutto ci che
luogo comune,
accidentale, ripetizione,
scoria,
il
il
ri-
mangono dimenticati
la-
uomini
non
mutilazione,
purificazione.
Comprendo una
som-
menome
le
cose
il
Santa superstizione:
ma
a patto che
volgare
il
Petrarca del
trarca intero o
il
si
non
si
chiami capo ci
non
Can:<>niere, e
si
dica
il
il
Pe-
Poeta nel
\e intendo
affatto inutile
grafia del
fatti
il
una
spregevole.
mancano
esame
di
le
belle pagine
il
Canzoniere. No-
sia
elegante bio-
fine osservazioni e
meno
in
Ma
in luogo di esaminare
il
INTliODUZIONE
10
stioni di fatto,
re
come:
Il
persona reale
dai Quale
La passione
Lama
.'
fa
Il C<iit:oiii<,<
come prova
documento
il
Non
Con
filiale
si
accosta molto
Esagera
sentimenti, idealizza
cidenti pi ordinarli
prosa:
ti
il
meno
del divino e
ti
Vorremmo
un po' pi
fa
dell'
un sonetto
ma un
e vero,
in
Petrarca
umano. Un'
alta im-
collocato
un mancargli
Ci
di riverenza.
Ed
+,
un
La
filosofia
dirimpetto
all'
che la
quella
pu anzi
Si
dire che tante sono le forme della critica, quante quelle che
ha
la
ha preso
la filosofia.
Anche
la cri-
Come
il
ti-
pensiero
11
natura, cos la critica dalle forme pi palpabili e pi grossolane della produzione artistica salita di
sino alla
sentirsi
uno con V
pu
Io
creo Dio
La
mano
in
pu
mano
il
pu dire con
l'
critico
il
ricrearlo,
orgoglio di Fichte
produ-
ha rinnovati tutti
giudizii,
ha modificate tutte
sioni,
le
impres-
Niente
la coltura generale.
all'
infima
In questo
mondo rinnovato
tisti
hanno pur
caso di dire
il
nostri scrittori,
diritto di entrare.
:
il
y a quelque
Molto
cJiose
nostri ar-
si fatto;
ma
specialmente da
critica di
critici stranieri; e
n' nata
della speculazione
trite dell'antico
in
moderna
il
cerne,
le
alti risultati
e le idee pi grossolane e pi
il
nuovo poco
componendo
cos
si
studia e
una specie
con
pi
go di transizione, dove
si
una
arte, in giurisprudenza,
nero ancora e
poco
scrit-
fra noi
litica,
qui
/aire.
il
vecchio
di olla podrida,
buona compagnia
12
INTRODUZIONE
un
d all'altro,
grammi
si
negano a vicenda,
uomo
politico
da
scolastici,
mano
di
filosofia e
lettera-
di
su' con-
il
non
si
rjue-
meravi-
concetto e la coscienza
difficile trovare
vestigi an-
Macaulay
Ros-
reminiscenze di Muratori
le
n'
venuta
la
amante appassionato
e addolorato, ora
amante da burla.
Questi mezzi giudizii nascono da mezze critiche, da critiche che considerano
to,
ma non
V una
spiegare
mazzo
non
come
il
un
delle
lavoro,
non
lo
mira
modesto comento
Vi una
plice interpretazione,
niere del
il
critica
pu
alla
al
sem-
Canzo-
illustrare e
pu giudicare.
forme di dire pi
un bel
pi pe-
13
Anche questa
regrilli.
di
tore e
si
Questa
vi
cui
in
lo
sono eccellenti
stile
1'
uomo.
Francesi, non
ci
contenuto
a/Anche
le
critica
pu dare
^1
un lavoro d'arte.
Vi
<^
critica
e ne fissa
il
mena a mezzi
questa critica
giudizii.
Queste sono, prese insieme, una specie di critica preparatoria, materiali per la critica, anzi
desima.
Una
si
uno
Nessuno
i*
si
Che cosa
'.'
Sono
frasi, giri,
mostra sotto
COS
nata
Che cosa
il
nome
di modelli.
l'eleganza; cos
la critica
si
psicologica
le
regole
formata la rettorica.
.'
fatti della
sua vita
ne'
suoi di-
INTRODUZIONE
14
fotti,
lavoro
meno
<l<
esatto
N
l'
il
meno incompetente
autore
il
suo secolo e
il
Un
il
fon-
dell'
ma
dalle quali
sua utilit,
ma
li
ol-
Finch
la critica
La
il
criterii
giudica l'opera,
Commedia
le
bellezze del
gusto e impedantisce.
critica psicologica ci
pu spiegare con
le qualit dello
modo
ma non
qua
e di l,
ver mai
il
un
giudizio
sulla
quanto vuole,
il
contenuto;
ma non
il
vi tro-
possente
Da
a dire
15
le
non
e ne uscito
il
semplice, dal
ma
Petrarca,
il
un sant'Agostino
cismo, con
sue veglie
le
sue solitudini.
Il
con
le
con
le
nachismo
mingio
trarca
Il
(1).
di
romanzo spinto
si
tira dietro
Adelaide e Co-
ultima punta
all'
Santa Teresa
ti
il
Pe-
Laura
(2).
mantica ed
della
con
donna
velo
il
candidissimo coperta
la
nudit di Grecia e di
Roma.
Tutti mezzi giudizi!, tutti falsi giudizii.
(1)
sufficienti
veri,
(2)
tuve.
si
comprende come
Un
1858,
non
Lo
teatrali e romanzetti
[Ed.].
studio
come uno
ilaliens:
po ma
de]
il
1893.
Sui
16
INTRODUZIONE
uomo pu
usar concetti
come Abelardo,
pu
rituale concetto:
<
modi eleganti
donna sua
della
<li
pu amare
dire;
farsi
pi alto spi-
il
Canzoniere.
il
Abbiamo
un
poetico, a tutto
Ma
scroio.
ha
ma
decessori,
di
un lavoro
di
con
col secolo,
ha
in ci che
Di questi mezzi
mo
comune
comune non
il
in
di proprio e incomunicabile.
1'
Bembo
Muratori
e al
mato un
in riso
Il
il
e la
il
Avignone,
al cattivo
per rialzare
monumento che
rettorica e con
una
Canzoniere
e, se
poi
ed
suo
lauti di
povero Pe-
La passione
Il
e che veni-
da quel tempo
fin
Bembo
anni
non
dar mai
ci
posto
ditato per
il
amore,
si
alle
dee attribuire al
conversazioni ga-
La passione dur
calmarono l'amore
sette
Laura
LA CRITICA
PETRARCA
1>EL
17
del
Donna
na, e non la
1'
lei
ma
solo,
amata secondo
le
non Laura
ma la Don-
solo,
tutto ci che
correnti
perfezione,
ma, amicizia
non dubbia
spirituale,
ma
feires
il
si
M-
vede
in queste ipotesi
Ammettiamo
spiegazioni.
gratuito e provvisorio
di
e'
quantunque
si
riferi-
quando
il
accende
si
sentimento
la
vivo e semplice.
non a
Si
Ma
stabilire
una
formato
lumi
critica
si
su' concetti,
del Petrarca.
si
rabbellito
De
11
Sakciis
la
bello
il
nei
nostri
libri
il
reale,
il
Petrarca.
profonde e pi
e
nelle
nostre
e gusto,
scuola,
questa
quanto oltrepassi
sua idea.
antitesi
sotto forme pi
insinuato
corrompe arte
Secondo
le
la critica
scuole e
me-
seria.
seducenti
petrarchismo
il
rettorie]
ringiovanito
amante; quando
si
manifestazione
vivente arte, in
il
suo concetto o la
dell' idea.
1/ arte
2
IMTEODUZIONI
18
corpo
Il
si
diviene
assottiglia e
bel velo.
Il
mondo
vede
ma
forme o fantasmi,
Non
le
solo
forme e
perdere
corpi
il
brillo,
contorni e
assottigliano a
si
La
sua vittoria
concetto
dissoluzione
alla
come
Son queste
concetto, divenuta la
le idee
che fanno
come
come
quasi
forma un mero
giro del
il
questo
fantasma
stesso
indirizzo
al
accessorio.
mondo, e non
il
poeta opera
critico: parte
e le tratta
dello
ultima
all'
forme
le
vaporoso,
il
il
vago,
celeste, l'aereo,
bello,
il
vero, e
l'
l'
ideale,
il
infinito
l'
il
e nella critica
il
sovrintelligibile, e
indeciso, l'ondeggiante,
genio,
il
il
concetto,
soprasensibile
voga
in
1'
l'
idea,
ente e
L'
eravamo
forte
non
una certa
idea,
un obbiettivo
usciti.
uomo sano
irraggiungibile,
cosa,
le scolastiche,
ha
si
propone mai un di
un non so
che,
un qualche
in vista
nome
circoscritto,
so<
che
si
immaginazione, quanto
desiderii pi vivaci e
quello
forza
il
perch
1'
uomo
tanto
pi forte e perci
il
idealista,
del motto
rve,
meno
limitati,
un minuto
fu
il
il
quanto minore la
vrebbe guarire
meno tormentato
popolo romano.
Italia.
lo
vediamo
Il
fu
popolo
il
dalla terribile
oggi
il
popolo
meno braminico,
La
razza autrice
non
fantastica,
al
ma opera.
la
si
do-
ha da natura
tolto all'azione
l'
il
popolo americano.
il
di attuarlo.
pi
meno contemplativo,
tempo
il
lavora
meno
di senno
effetto.
stigi
Il
per
il
da quello che
concetti larghi di l
speranza di darvi
19
di
Dante e Machiavelli
la
fiero
immuni da questa
Quando queste
modo
il
Il
senza
a doppio senso
convenzionale
gesuiteria e ipocrisia
dei
INTKODL'ZION'E
20
tempi
onde
l'
Divina commedia e di
settario, della
mancatogli
pensiero in s stesso, e
il
il
Manca
mondo
il
desiderii
manca
rve,
di fantasia
1'
mondo
il
non
ozio
materiale e succede un
Le forme perdono
confusi
il
limite e
il
monacali e
stravaganze
le
l'azione
contorni;
tempo
concetti
Fenomeno che
del
ma
divagano come
uomo
pensiero,
Il
ideale.
l'
talora
si
e spiega
misticismo
le
dello
nuova ancora
sederla e di goderla.
Leopardi con
1'
le
l'
et
da
Giacomo
confida di trovarlo
onde
1"
audacia e la credulit
impaziente di pos-
rappresentata
Le
immaginazione
un
po',
il
di
ma
che
le
due
come
del
primo ap-
Come
si
L'uomo
allora,
vita. L'
uomo volge
virilit.
le spalle alla
limite, diviene
il
il
reale.
il
ideale mi-
l'uomo
mondo
forte,
de'
sonni
chiari, diviene
misura dell'ideale.
quista
21
umano
fa
forma e contorni
e con-
determinati e
il
grande
e questo conquista.
Enea
Didone,
alla virilit
l'
della quale
il
prezzo.
Oggi, al contrario, grazie alle nuove teorie, sorta un'adorazione postuma della giovinezza
di quelle illusioni,
un
desiderio
un lamento funebre
le
sconsolato
spalle, ed
una simulazione
forme e
plicit
e ci
dibattiamo
fra
il
vivo
reale
l'
il
unit e seme
presente
ideale consapevole,
e simili formole.
Certo, la ristaurazione dell'ideale,
(1)
quando
la vita sociale
Fnelon
francese [Ed.].
INTRODUZIONE
22
due generazioni; e
maggior
il
Ma
Quando
il
fu riconosciuto vuoto, e
latino.
si
L'ideale,
che
ha
ci
il
resi
il
si
fecero puristi
(1).
gi tremare
com-
padre Bresciani
come
gesuiti la
e ci diedero
di libert
piedi in terra.
battevano e predicavano
poich
abbandonare
abbiamo conquistato
le
Italia.
un vocabolario,
le cui
parole facevano
Noi ce
la
prendiamo con
la generazione, e
dovremmo pren-
oggi
il
si
fa idealista,
come un tempo
sotto le quali
Lasciamo
vuoto
cerchiamo
vita,
il
le
il
reazione
ruba
e noi, che ci
a' cadaveri;
possesso e
La
fece purista, e
c' pi Achille.
Sul Bresciani v.
(1)
tici,
il
non
si
il
chiamiamo
godimento della
De
la
vita.
S. iu Saggi cri-
LA CRITICA
un
suno parla pi
dottrinario
nome
manca
Francia nes-
il
dato a gente a
del reale.
Presso di noi
il
mobilizzato come
e
iti
di arcade, di retore, di
23
EETRARCA
DEI,
1'
essere e
parole
il
concetto e
il
bello e
il
buono
vero, e
il
simili,
Ci
Non
si
dir quanto
pu
con
si
tra
il
pensiero e la vita.
la coscienza di
di qui
una
si
la fal-
confessa cinicamente
fiacco e indulgenti',
comparsa
in pubblico.
non
si
esercita a colpire,
non prende
mente
di
definiti e di
non acquista
ma
non so che,
a vuoto fantasticare.
e di
il
sen-
la
si
Edu-
pompa
ma
non so come,
e si av-
Riempiendo
di concetti
mal
24
INTRODUZIONE
il
scappano in qua e in
mai
pi
eletti
quale
si
pensieri
il
ingegni
debbono
non sanno
cavalieri erranti
e vivono
gogna
e si
s,
prende
e si
non
la via, e
sottili,
ha ver-
si
guarda gi diritto
si
torce l'occhio a
dritta ed a
giare,
un uomo
gi
chiamato un giovane,
di esser
innanzi a
si
spo-
all' altra,
veli trasparenti, e
il
Deus
l'ideale, e le
in nobis, e
il
geuio,
Donna che
il
il
Amore che
qualche cosa
furore poetico, e
al ciel
il
forme
quando
al
Santa Teresa
sommo
La
baccanali
il
(1)
Noto
il
pi ab-
25
bre di subiti e
illeciti
L dentro
enciclopedia.
ma
ridotto
in pillole,
l'orizzonte,
meno
serii e
gli studii.
Ap-
campo
di
un vuoto
Non
moltiplicit e variet.
ci
non
ci
mandare,
e ciascuno lavora
un giovine a mettere in
sta nel
distratti
da tanta
e stabile su
subordinazione e coordina-
de' mezzi
giudizii.
zione
comune,
si
tutti a co-
difficile
cogliere
che
che sgrammaticano e solecizzano, inetti a scrivere e a intendere, e che pure con perfetta sicurezza sentenziano del
buono
ci
e del bello, e
libera
vere,
da tante
Non
ci
ci la
storie e
da
estetiche,
da tanti
tanti trattati ?
negli studii,
non
dunque da tante
non
ci
ci fascio
che impara;
la
teoria
abbonda, desideri
il
laboratorio. E,
INTRODUZIONE
26
poco
fine e
non
ci
serio, velleit,
non
e non
gli
vi abita
grandi poeti e
ma
l'ideale
grandi
Ma una
nostro ideale
pia fuorch
la base dello
<
clic
critici
scienza
scibile,
medesimo, e
reale esso
il
in iscritto.
uomini sensati
il
troppo Ideala
il
come ce
ci
si
suo utile;
il
la spiegazione
la
vi spiegher
ma una
si
si
1'
dir calunniato
sanamente
il
suo
interesse col
piglia
il
comento e con
testo e lascia
il
co-
ma
stinzioni logiche,
si
pu concepir senza
e tutto l'altro
il
principale, anzi
si
gittati all'ideale
biamo rivendicata
i
L'impulso dato, e
in tutti
l'uno non
non valgono
l'altro,
l'esistenza, e lo
il
ci
di salvezza, e
abbiamo
solo,
siamo
ne ab-
fiutato e scoperto
Il
principale pro-
27
concetto,
il
il
l'arte.
non son
distinguo
1'
im-
valsi
cipale,
le
di tutto
il
periodo che
e alta poesia;
non fosse
e,
come
considerata
ella la
insieme,
il
discepoli
verbo prin-
nella pratica
ma
Il
ingenerato
si
reale,
che chiamiamo
un superbo disdegno
della
forma
Quando
le
avemmo un
vuoti,
quando
le
Petrarca meccanizzato,
forme divennero
sottili,
avemmo un
il
s,
idoli
petrarchismo;
Petrarca idealizzato, un
Bembo
verso
il
e Schlegel,
doppio petrarchismo,
Vedremo
allora che l
il
e cercare, attra-
Petrarca.
dove Petrarca
ci
appare negletto
e l
il
il
im-
INTRODUZIONE
28
sua forma
ci
ci
spirito e di pensiero
di
ci
doma
una certa
l dentro, risponda:
in
si
domandi cosa
altri
e uccide
quale
malinconia, e
volutt,
sentiamo in arte.
Il
concetto, e pi
di
ci
pi
<
il
problema
La forma
il
bambino
del nostro
quel cer-
ha forza produttiva,
e se quel
bambino
la
idea,
forma
Creatura vi-
che
ci
d'ideale
vivo o
il
una
morto;
si
non
ci il
ammetta mediocrit
ci
il
pia o
poeta e c'
il
meno
il
un con-
vivo, c'
non poeta,
il
cer-
vello eunuco.
L'indeterminato,
fettato, l'esagerato,
generale,
il
il
il
non volont
arte
si
trova solo
il
1'
il
il
non
forma;
deforme, l'impotenza;
di produzione.
non
il
con-
il
l'ideale
Sotto
il
questo
bello,
ma
come
informe e
il
deforme.
La Taide
di
29
ci
cosa alcuna
come
bella
Il bello!
Iago, forma
cos piena
cos
una
Ma, (piando
ci
mondo
poetico.
teriore alla forma, a forza di bisticciare sull'idea, sul concetto, sul bello reale, morale, intellettuale,
confondendo
diamo
poetico, e gli
il
la candela alla
Se nel
cipio.
come
creazione
il
e la
caos.
Certo,
ci
il
una
statua, metteteci la
anche
l'arte
ha
la
mondo
l'arte ha
il
suo
mondo
quale quel
mondo
forma
ci teoria
rispet-
anteriore di ele-
prin-
il
estetica.
buona
per tenere
come
e accettiamo Mefistofele
terra.
tabile,
l'orina,
le
mondo
gente credeva
il
la
an-
ieri e
ap-
critica,
forma, nella
La
non
30
INTRODUZIONE
ma
sostanza,
criterii, la
Il
mondo
estetico
il
non
parvenza,
vivente
suoi
solo motto:
Io vivo.
I nostri sensi
regno dell'arte
luppato, e
il
mente d'un'opera
d'arte,
come
critici
di cosa viva,
ragionino lunga-
ed nata morta,
ma
cenzo Monti?
E non
si
BasvilUana di Vin-
sciupato sulla
popolo artistico se
non quello
clic
sono collocati
alto
e intenda perch
cominciamo
ma
quanto
Un
(1)
(2).
il
come gi
scritti
(2)
Saggi
del Satana e
le
1868
due
cfr.
il
che morto.
ci
il
rettorico ed
il
il
doppio petrarchismo,
vole e lo stanco e
in lui,
come
ne'
31
il
meccanico,
sommi,
la
gli
il
manche-
potenza generativa, la
virilit,
fu appunto
sua debolezza.
desiderava Mzires.
POSTILLA DELL'AUTORE
ALLA
Quando
EDIZIONE (1883).
a base dell'arte
Ma
2a
il
celere
verismo,
il
il
positivismo,
il
cammino
cos
e forse
come
parla
e astratti,
convenzione.
A me
piaceva di veder
allo
li
invi
la
mia Storia
della letteratura,
rettivo la successiva
arte mettersi in
1'
il
dove
principio di-
(1).
un gra-
Questo inculcai
(1)
Si
fine del
De
vedano
lo
pubblicato sulla
1872 [Ed.].
Sanctus
Petrarca.
DTTEODUZIONK
34
indicai
come
malit
(1).
non
lioni,
si
come
vi-
tutte le ribel-
ma
vuole
non pu morire
se
un concetto chiaro,
Credono che
non hanno
pi
di quello
l'ideale sia
il
ci sia
bene dunque
dell' altro.
torti giudizii
intenderci, perche
spesso
pi
esatte.
e di aspirazione.
d'ammirazione
e,
come
suc-
il
si
di-
a' vi-
pu ridere
di quest'ideali, o
Solo chi
si
sente bestia
fare ad-
dirittura contro.
(1)
Zola
V Assommoir
gico di Napoli
Croce,
II,
il
15 giugno 1879:
59-84 [Ed.].
si
veda
filolo-
in Scritti varii
ed.
Ma
le
le
anche
ci
35
1'
espressione
impressioni e
il
sentimenti
pur
le
viene dal
La
cervello.
chiarezza e
1'
energia della
Questo ci che
tema
le
cose.
le
non hanno
si
chiama idealizzare
di offendere la realt
come appariscono
danno
ti
all' idiota,
il
1'
ideale,
come
gar quello
guardar nell'uomo
a t'orza di
talora dimentichiamo
la bestia,
l'uomo.
un altro significato
ci
grandite
nome
gli
Ed
dell' ideale.
quell'in-
ed esemplari. Questo
liti
dalla
ho sempre biasimato
e questo
prima giovinezza,
principalmente
ma
il
della
non
il
bello o
il
vero o
il
1'
allegoria,
il
simbolo,
il
tipo,
non
minore
36
INTEODU2
lei
genere a cui
;ij>-
caso di ammazzare n
tutti e
due
il
il
vivente,
reale,
misura, e non
il
la vita.
e battezzatele coin
volete.
<%
IM
PETRARCA
Francesco Petrarca ebbe grande intelligenza, squisita sensibilit,
ricca
tica.
Ebbe grande
intelligenza,
non
si
possa chia-
le facolt ele-
Non aveva n
aveva n
gli
mancavano
le facolt
originalit n profondit
la forza di trovar
nuove idee
produttive.
cio a dire
non
e nuovi rapporti, e
stamparvi su
il
la superficie,
il
sostanziale.
imitano
gli
Aveva invece
stessi
al
che
meno
di forza.
Non
cert'aria di nobilt e
di
una
Non
40
era profondo,
comune
era.
delle cose,
spinge
lo
Bguardo addentro,
ma
gli
non
scrisse
opere didattiche
non
Una
fa pensatole.
le
pera
ai suoi fini.
rile,
Il
intelli-
intelligenza
Ebbe una
quando non
squisita sensibilit.
La
che giungono e
manifestar
ma
le
di qualit
giunge
la sensibilit diviene
mento, sino
Il
all'
che
sentimento. E, quando
s'
il
Il
entusiasmo.
sazioni,
anime
elette,
le
ma, quando
Il
volgo ha sen-
natura
la
a ferir
alla concentrazione in
le
comune
ci
fa-
sensibilit
impressioni vanno
Ne'
filosofi,
la meditazione; negli
|
uomini
di azione,
uomo
con
d'azione
1'
si
calma con
azione.
Il
Pe-
fu poeta. L'ini-
macinazione fa
per
la
PETRARCA
I.
lui
fare di
mondo
ma
di Goethe,
uno specchio
delle impressioni.
Il
che
come
ma
senso della
il
la varia
onda
lo
suoi sogni
ai
un valore
il
tra la sua
immaginazione
Non
anazione, sa
quanto
s'
recarli
eli' elle
infochi
per
ad atto.
s'
Il
non son
appaga
fantasticare, in
di
tutti gli
s'
il
sogna pi di
presentano
in
Em-
ul-
e chiara coscienza
nato all'opera,
il
non ha piena
modo, n, per
proporzione
com'
si
per lui
tutto
si
ci
fatte a (pici
suoi fantasmi,
fantasma
al
suo carattere
il
solo poeti,
di sognare,
sa,
ini,
sostanziale;
non
Petrarca sogna e
Il
limite dell'immaginazione,
nel
l'azione
e,
fu detto
il
personaggi poetici.
limane
osserva-
la
da costringerlo a dare
come
natura,
realt, e gliela
all'
gli
non ebbe
Le impressioni ope-
della
tendenza subbiettiva
vita
rendevano inetto
lo
La
ravano .immediatamente, e
non
41
ma
ama meglio
suoi fan
sente confusa
fantasticare che
42
-scienza d'imprten,
q ,,u a
ga,e
SP
c gi n(il
<1
';
,.
J(
-__
()i
(]
* I
" e "
aIjl , omlanza
di
varia,,!,,.
'li
.-
".(,,
,
,.,
,
Xon avca
,a
nnalit de.,a
te
**.
profon<,itA
-. .
vini, dell'indi.;,,^,,,,,.
--tal*
temete
a, d,,.,
"SJTT2
fa,
i.
Gmtie
'
,.,;,.;
,,-,,.
temperato
,,,,,,
*** *
'
'
C arS1
'
""
'
*-
r>:i f/"
^HPe,
ceva delle
lodi, e
eeva la corte
s;r ir-*
e
* farlo sapere;
pevanselo
si
1>
''"'dia
>
ai principi,
.
aria di modestia
,
fora
la
principi
popo,i
e Io g io era
prMipi ,
clle
V, pavane
primo .
^
j
-
affna
soesso
b
P so
la debolezza.
il
lo(lare .',,
*-*
<
t, ,
tanti
onori che lo tw>r
.li
cl1
yja
,
al Petrarca:
serviva Strumento,
e non se
e avvedeva, e
credeva di re ,are lai
g
il moado
,,
"tapino
di danaro e di
.
,
onori ,!,(
unon
duetto di
coi s' accusi ; n
Sa De
suoi collooaii
oqai. ea
<!
*
i
eoa S.
Agostino.
Salito al pontificato
Urba-
"V
,_
V,
si
laureato,
-ora
ricavato dalai.
Ef
iadioso ,,. , a
.
di
n(m
^^_
satisfatt0;
piovverosu
;;;
*
'
I.
PETRARCA
43
e di
il
Ma
1'
ombra
nazione,
letto';
Dante
di
si
quando
e,
il
Dante, e rimuovere da s
di
egli vi si rifiuta,
come scoppia
derla
Tale fu
il
un uomo,
volgo.
so-
protestando di
il
quale
Che amarezza
di poesia.
letteraria,
ho
un tema
avveni-
gli
di orazione o
fatto
una
era
ha perduto
la causa,
proclama
avvezz a considerar
si
la
il
il
al-
ma
come uno
invidia
all'
il
cliente
zati al Petrarca.
dopo
lui,
romano
con-
il
Roma
ravano
la bella
forma, e poco
si
l'
che
animi-'
vano
gli
ma
loda-
regalavano un ca-
44
Ben
nonicato.
altro fu
non distinguevano
il
lui
in
uomo
non
dal
era nienti-
ci
e mor,
quando
il
sogno
di
pi che non
onde merit
li
Fu
di
proscritto, povero,
il
sogno del-
avversaria
bili
ina
il
U"di piacere
:
;
Disdegnoso
ebbe degni di
li
piacque a
vendicativo,
<
grandi e implaca-
s,
desiderio femminile
il
E, se volete vederla
tutti.
con
rati
e asciutto,
se-
come preparazione
all'
il
padre
avvocheria.
studii soliti di
gli
le
pose in
Ma
mano
gli fall il
prime melodie,
d'
immagi-
appena morto
il
in
Bologna
un antico manoscritto
disseppellito,
se
-e
ne fa gran rumo-
I.
re
PETRARCA
45
sione
elie
scoperta di
la
1'
antichit
si
meno
il
ne
seconda
storie di Plinio, la
le
due orazioni
liari
Deca
di Livio, viag-
talora, cercando
cos
libro,
in
suoi conforti la
Platone
di
scritti
un
Us
opere di Vairo-
conosciuta.
le
Dobbiamo
prima versione
e, se
alla
sua liberalit ed
Omero
di
e di parecchi/C
non ad
mondo
caccio
Lo
un secolo che
preparatole e
il
il
Fu insieme
muni
Boc- A-
col
tutti
non fossero
proposto
Koma
predicato
a cui la nazione
che an-
e tenaci,
state co-
e l'Ital'
dell'antichit
Il
ideale
dovea sforzarsi di
modo
ne accagiona solo
tempi
la corru-
in
il
46
immediatamente
di
Mario
assume
il
e di Catone,
volentieri
nella sua
come
un'aria
se
da
ammirazione per
reno
re
sua
la
municipali,
coscienza
chiarissima
sonar pi alto
e a rifarla benedisse a
e,
un impero,
Roma
fallitagli la speranza,
ma non
chiama con
li
dell'unit
nazio-
nome
d'Ita-
il
e,
an-
patria, ohe
barbari.
n alcuno ha fatto
nale,
lia
ebbe
stranieri,
gli
illustre
romano disprezzo
Paria
efficaci
il
si
acconciava anche
ad
i*.
opera,
all'
ma
allo scrivere
ivi o
si
i
il
natu-
ridusse in solitudine:
come
sua
Il
e la parte
lavori.
le
clic
La
concetti,
come
non ostante
il
tempo.
I dotti
volgare, e poco
disprezzavano
degna
a'
loro alti
Mussati,
il
gu-
Lovatti,
im-
l'Eri;
47
che
in
ie,
non
della parola
vita
la
ma
-*
nelle
sottinteso
ag-
come
in
lore,
poema,
un dizionario
u
e
Petrarca, n nessuno
il
natura non
la
hanno perduto
gli
pu
la
fisonomia e
Fece un
risuscitarle.
della sua
ca-
il
nuovo
il
il
fama;
prin-
con-
Virgilio.
E venne
in
rarlo ciascuno
rifiutare
li
dalla sua.
carichi
11
Petrarca
politici offertigli
ebbe
ti-
buon senso
il
da re Roberto, da'
udii.
il
cicerone
Ti aevasi da tutte
le
parti a sentire
legato
il
Era
ed un Cicc-
nell'opinione un Virgilio
racco,
il
suo cognome,
in
Petrarca;
mut
nomi
il
Lelii
nome
quali
Mut Pe-~
degli
Socrati
rideremo
Paiono bambinerie
ai
Bruti
delle
ed
ai
48
l'umanit;
e,
quanto
pi
stole a'
rito,
me,
si
amo meglio
pu
le
i
temiti pieni
viveva
fede
tempi
illustri
di
i
in
epiispi-
e biasimi, talora
con molta
giustezza di criterio. Poco innanzi di morire, indirizz un' epistola alla posterit,
dove
le
si
raccomanda, rassegnandole
Ma,
quello che
ha
stolario
numero
di circostanze e di fatti,
scritto,
non
ma
di tutto
suo epi-
il
per un gran
che
si
le
sue
tratti
un accento che
gli
Tal-
gli affeziona.
Giunse
il
ma
ma
pel-
suoi con-
si
meno
veggendo
1'
in
cui
li-
I.
marie; e u usc
il
ma
Laura.
.1
Saxctis
Le sue
la gloria,
il
De
49
PKTIIAKCA
Canzoniere.
Petrarca.
nome
di grand'
giunto a noi,
benemeriti delle
uomo
glie l'hanno
accompagnato con
II.
IL
PETRARCHISMO.
Il
Aveva
tanto pi im-
gli fece
erasi tenuto
ha reso
in
trista
la
1'
di costumi,
vita
anima
fa
nel
italiani a sfogo ed a
che
amore cre
lui
La
fa-
sollazzo.
mondo
ma
esteriore,
secondo quello
ma
gresso,
la
pu
gl' individui,
al
si
presente.
11
umano
nel
il
variare
de-
passato lascia
52
come
co,
grand' ingegni
si
il
Petrarca non
eppe
non basta
lo studio
dell'
gittare
scuola.
Alcamo, che
tico.
gua,
ma un
in
voga.
SUO Can-
La
bisogno ricordare
il
Non
e'
ci
schietto
cominciata
stampo
il
dia-
uno
italiano. I sentimenti
lani; vi rappresentato
domina
ef-
degna
il
dell' altro.
Nondimeno tu
perch
matiche. Gi fin da quel tempo, sotto gli auspicii di Federico II, entrava in corte e nelle classi colte
seguit
1'
imitatrice; si poet
non secondo
provenzali.
certi sentimenti di
ma
se-
convenzione accat-
II. -
La donna presso
non
donne
La
-----
-.
di
prendono neppure
si
dell'
ogni virt.
Iczza e di
53
PETEABCHISMO
collocata al
un tipo
IL
la
pena
di dargli
un nome:
poeti
le loro
mirazione, che
periore.
Ma
si
superiori, e spesso
l'amante collocato pi
si
alto che
II,
l'a-
Pier
delle Vigne,
rosetta,
non
fo-
di
poesia
si
si
imitazione,
sente amore,
sottigliezza.
si
ragiona
pu considerare come un
utile
esercizio
di
and
cosi
una lingua
11
tese e gentile:
(1)
d' al-
forme proprie.
tonica, che
fin
coni une.
(1)
e filosoficamente pla-
anima
e,
come
[Ed.].
dice
il
Pe-
'
54
*-,
*-
a ,,,, u.,^,,,,,,^
.,,,. ,,
.^, w
,..
We
.._.
(
certonumcrod ..
7^**+**
"
7
11
,m
*-
ST-
criterio
1>w
icc|
tribi
'
"
r- - - 2
virt di quella.
Di raccontar sua
maraviglia nuova
Ma
'
adornata.
Dillo tu,
-Ben dico,
Levando
Presemi
gli occhi
I
fiso,
dolce riso,
^^
Ond'
io ringrazio
assai,
Dolce signor,
la tua
somma
grandezza,
fatta ancella.
i
i
,:::
II. -
55
PETRARCHISMO
EL
Ballata giovanzella,
CU'
Amor
M' ha comandato
Il
servit.
Amore
e della
Dama,
il
si
non
sa;
si
amore
professa
Ma
dell' ani-
non senza
grazia.
Lapo Gianni
l'
si
dal-
una canzonetta:
la quale si
pu ridurre
a questo verso:
Amore
Il
una
cosa.
"
medesimezza:
fu
lo
splendor lucente,
davanti al Sole.
E prende Amore
in gentilezza loco
Cos propiamente,
Come
il
f*
SAGGIO
56
SCI.
PETRARCA
Vi
e raffinamento.
lire
si
in Parnaso con
mescola
un
dottrina; vedi
la
di
il
acni (zza
poeta
na-
mezzo de'
Donna mi
il
di
non
im-
Guinicelli:
'
voglia dire.
Dante
sulla gentilezza:
Le
amor
al
eh' io solia.
ragionare congiungono
sone vive,
sogno
1'
ma
il
rezzo
delle allegorie.
se per-
Amore:
Appresso gir ne
E un
lo
vedea piangendo.
Un contenuto
57
IL PETBA.BCH1
II. -
difetti di quel
Il
1'
tempo.
>
domandi,
meno
ti
il
d.
Il
ispirazione,
momenti poco
o copiando
il
difetti
lirici
felici,
Pe-
il
abbandona a ragiona-
sentimenti,
li
sottile,
sofistica
che
vi
gli offre il
analizza;
e,
su.
suoi
(1):
la
storia
del
suo amore.
Firenze, pe'
(1)
mento
ii
lei
tipi di
il
et
ade,
Ed
poetico
quando
il
1826.
Ma
Rime
'47,
col
comento leopardiano,
'51, ecc.
[Ed.]-
fatte dal
Le Mounier
nel 1845,
58
La calma
che
fui
modo
giovanile rappresentata in
stato presente
in lui
l'
lagrime bagnano
il
petto
rompono
clta in atto
tica esclamazione
(1):
fa gi presentire
il
gran poeta.
Ma
'l
fui
fine.
Il
pate-
Questo
ci
ci fa
descrivere
e ac-
drizza subito
si
dete
il
la vita al fin,
fa in-
vi
turbamento dello
clic
era,
s'
innamor
un lauro verde,
di
Ma
atten-
Laura
e s'intrattiene a
me-
Ed
in
un cervo
solitario e vago,
Ed ancor
(1)
il
segno interro-
II.
IL
PETRARCHISMO
59
<li
ornamenti
guardiamo
se
alla scorza,
rettorioi,
la
forma allegorica
tempo
nel tal
quando momento
modo
concepisce a quel
si
storico
-4
-
quando
non
l'astratto,
ci
intimit. Per
sanza
il
il
letteraria.
X abusa meno
il
la"
mitologia guasta
il
sospiro, "
sentimento
il
1'
forme
cantar novo e
'1
il
mormorar
Ed ecco
ficcarsi
petrarchisti
tesca ancora
pi
vomcr
luce
un
della
bifolco
colorato
raggi
il
un
collo all'
suo vecchio
al
arava
Uno
il
ne fa
dice
Cielo
bianchi velli
11
guerrier
ombra
bifolco
Costui ha
un carnefice
Febo,
I.).
(1).
altro
auriga,
rivi e snelli.
Pettinando
(1) I
valli,
le
che taglia
po' grot-
d' Aufriso
Col
fatto di Apollo
Con
il
la scure dei
la ghigliot-
SAGGIO SUL
60
PI
sovente la paiola
ora rimproverandolo
due contro
l'altera
fetti
Poeta indirizza
di
aver ferito
f.
di
di tutti
.1
come suo
i!
.signore.
di
che bisogna
al
aggiungere
difetti
mutare
forza di
sioni e
il
Che
sentimenti.
se
non
ci
Ma
la
come un corvo
impres-
giovanezza ancor
Petrarca
il
le
la
dato di serbare la
non ha
alcuna volta
sul cadavere.
si
Le prime
Ritornano
ora stanno
ma
ingialliti, disabbelliti,
l,
semplici
parole
non
comincia
insipidamente
mestiere
e
a loro,
pi.
vuoto e
pi poeta:
il
nudi e crudi.
un semplice
,
muore,
II.
ed al lettore, e
si
simulacro della
IL
PETRARCHISMO
vita
perduta
spinge
la forza.
con
le
Lo
sforzo
Lavora con
il
la ri-
il
non chiamala
poetico.
61
si ficca
un verso
lontani
in
Ama
le
sentenze e a chiuderle in
un
verso: e centinaia ne
in tutte
si
applicano a
Qual
le occasioni.
Tasso, di rimando
il
ed
il
Un
altro,
deridendo
Povera
il
Tasso
di
la
nuda
vai,
filosofia.
Lice
la
di
dir
Un
il
verso
si
ri-
r
.
.y
62
il
Di
N
Vuol uno
s,
'1
mar
dubbio? dir:
sta in
far l'elogio di
Il
circonda e l'Alpe
(piai sonetto
lo sa.
bel paese,
Appennin parte, e
Cli'
sente.
si
dir
Morte fura
Prima
ed
il
la tua sentenza
rei.
tomba
Bulla
una
di
Ti vuoi lamentare
Petrarca
di
una donna
infedele
troverai nel
Femmina
Ond'
io so
In cor di
Ce ne sono
il
difetto,
mala
qualit dell'ingegno
Ma
diviene di-
quando
tetto,
ma
le idee
PETRARCHISMO
IL
II. -
non sbalzan
63
ove
piacer
il
s'
accende,
una
Quel
s'
accende
quel consuma
mostra
ti
strugge
brillare
il
ti
presenta
e quel dolcemente
soffrire,
un dolce penare. In un
stesso,
ma
con
riflessione, e sofistica.
la
non trova in
altro
momento vuol
il
dir lo
Dice che
come neve,
il
raggi ardenti di
se
non
fosse la paura
Dunque,
eh'
i'
frale oggetto
non mi
a
sfaccia,
possente foco,
'1
Risalda
lo
'1
vene agghiaccia,
tempo avvampi.
solo esagera
pensieri,
ma
anche
le
cor, perch pi
scampi:
le
immagini;
concetti,
Non
e in questa
gi in voga presso
fattone
nel
64
[0
Come
questi vestigi.
lica
gni misura
scrive senza
il
dettato
PETBABCA
81 L
immagini va-
incontra
per lo pi
quando
interiore.
semplicit, quell'accento di verit, che testimonia l'ispirazione, e ricorre alla rettorica, alle perifrasi, alle amplificazioni, alle metafore, a'
tori,
buono,
ci
si
il
la bellezza
buon .Mina-
tali
ma
il
per me
il
sonetto
io
del Petrarca
chiamavano.
avvezza a porre
della poesia
non
la critica si
come
quei lumi.
i^^
il
loro
La canzone decima
Se
il
poverella mia,
come
se'
rozza
Che pi ?
la
canzone seguente
+*
II. -
IL
PETRARCHISMO
65
accumuli
maraviglia che
La
Ond'
cigli,
Amor
neve
non tendeva
l'arco
fi-
che
pi bei sonetti.
Ebeno
le
volto,
il
due
stelle,
in fallo
Fiamma
In su questo sdrucciolo
si
la-
come
nella pittura
La metafora
rilievo,
il
una maniera,
di dire,
mette in risalto
gli og-
Prender
la
me-
na,
come
desimo,
ti
se
paragone e
il
il
guance
sole, e
canto angelico.
alla lettera; e,
paragonata fossero
il
me- )b
d' oro, le
il
la cosa
di rose,
come
Il
un
se le trecce fossero
ma
Amore
tolse quel-
onde
le perle,
De Sahctis
Petrarca.
66
Onde
tolse
Amor
le perle in eh' ei
bellezze e
lena?
frange ed a lire u
Onde tante
brine
le
Onde
spine
'n quali
divine
'1
serena
ciel
e di qual spera
lo
ha innamorato,
e dice:
non
e voi
'1
cale.
colpo mortale
Da
Il
sole e
I
'1
'1
foco e
'1
(e
parvi un gioco)
'1
viso
un
sole,
1'
mi
arme
distrugge;
Son
1'
Dunque, Amore
l'
strale,
come
al sol
al vento. Egli
II.
il
segno,
sono
e
le
neve, la
la
strale,
lo
parole
IL
PKTRAKCHl
nebbia;
e la
cera,,
volto di lei
il
il
li
ma
sono
foco,
non
sa se
debbono essere
concliinde che
vede ritornare
il
suoi sospiri a
sieno smarriti,
si
Laura
pensieri d
il
Se
67
'1
Di che
'1
suo proprio
nome
si
deriva,
Bont
il
miei sospiri
falle.
Con
tal
Degli occhi
'1
Danno
Aggiungi
lorisci
Una
me
sole gelato di
il
Lama
rante,
Laura,
torme sotto
concetti, e
1'
il
delle
aggiorna,
s'
tolti,
ant itesi.
1'
insipido ed
il
concettoso. -*Jt-
le quali
compariscono pi spesso
Vu ole
Petrarca esprimere
il
si
esprime
cos:
E temo,
volo sopra
'1
sco-
cielo,
un ghiaccio;
e giaccio in terra;
'1
mondo
abbraccio.
feno-
68
in
ciascuno tu con-
si
trarca
componeva spesso
che
li
Il
buscavano di bei
corti e
La moda
di rettorica.
il
Petrarca stato
il
Pe-
per quello,
Ce ne ha non pochi
quattrini.
ri-
durata lungo
tempo
in
tutti
Italia,
hanno
lior
ed
at-
fanno chiamare
si
chiamano
giuochi di parole.
si
V aura, ed
di
il
nome
latino
verisci, e
Ta
significa Taci.
tema
di rimpiccolirlo
ed egli
gran-
ho potuto metterla in
rilievo.
Questi
la
difetti,
chismo,
o,
si
petrarla ret-
Tenuto modello
di poe-
bile torre
il
trarchisti lo
chiamato
hanno
lo
hanno biasimato.
I pe-
ad un poeta, concetti,
frasi, parole,
il
senza potergli
II. -
IL
69
PETBAECHISMO
ilei
sono accredi-
si
prevalsero poi
le
la
poesia
un puro giuoco
fin in
forme,
di
una ninna
in
gare cu
con
1'
antica usanza di
chismo
il
testifica
il
si
un popolo.
pu
Il
spie-
solo
petrar-
lo scetticismo invalso,
non
una signora
noi
il
fu la prima
saputomi italiano
nome
ci
siamo
(1)
ci
musici e
dimanda
di
dissimili
da
tengono anche
nome
Non
(1).
ci ri-
primi vi
ratori,
onde
libero;
li-
la riputazione di sonettisti,
?
un popolo
un cantante
di Zurigo,
ci
ma
ci
il
Tassoni,
Mu-
petrarchismo in *.
combatt ancora in
Lamaitine sa un po' pi
ci
in-
momento
di collera
70
un vero inno
Davide
il
ha scoperto
mi parlate
d'Italia,
il
cri-
di
Dante.
il
Il
Petrarca
il
ma
1'
Platone e
(1).
nome
difetti
il
chismo;
arca.
<li>< <>i><>
le
di
al
la Ristori; Laniartine
Petrarca, e
I'* ti
<
tramandatisi sotto
di petrar-
sono
l'es-
l'e-
una natura
difforme.
il
(1)
L'Italie elle
mme
(!)
ri-
ric-
il
sua
forme de l'amour,
lui
la plus belle
1'
me de Laure. Cette
e' est la
forme
immortelle, n' avait pas t invente avant Ptrarque. SainteThrse l'inventait en sens inverse vers le mme teraps
David
l'
Heureuse
Italie
les
de
l'Italie d'avoir
le
en Espagne.
Psaumea
cit.
Malheureuse
hommes dont
dclamatoires
Ptrarque, ed.
pas un
(!)
A.
ne valent
de Lamantini-:,
III.
IL
che vengono da
difetti,
viziano essenzialmente
tutta
una scuola
ci
moda
e da false opinioni,
ingegno, che
poetica, dove
sformati in legge,
anche loro
1'
dominano
grandi poeti vi
credono.
Ma
il
li
fa
si
genio
li
si
non
sempre largo. In
certi difetti
tra-
accomodano, perch
tira
inconsapevolmente,
ai difetti,
possiamo dirlo
di
e Dante,
di concetto
il
concetto
formarla
essi,
di
la
72
tura,
non area
Fra
chio. Iu
lor
conceduto
G-uittoiie
Ma
terario.
spalle al
mondo
il
il
primo raggio
altri,
gli
di poesia.
Or-
l<-i-
mondo ed
e la
di
spunta
donna
alla
lo
donna, e
si
rende frate;
come
<,
le
il
commosso accenti
dal petto
al
sommo
ma
Sem-
al
mo-
indarno:
bene,
Non pu rimuovere da
r e ci pensa, e gli
s quell'
caro
il
pensarci, e
si
il
abbandona a
frutto
"col
Ma
il
meo fermo
Ch'
io
bramo
Ben
Il
qual, leggendo
Si doler della
mia dui a
sorte.
privile-
IL
III. -
73
Visto con
il
"?
l(f Qui
ci
mediata, e
si
pu comparare
malinconia, n
sonetto
agli eccellenti
Il
commo venta
ci
di
una
storia interiore,
come:
il
il
suo danno...
ma
lo inte-
Ed
a restar di qua
mi prega e
tempo esser
invita;
felice.
si
il
la
pau-
raccomanda fervidamente
alla
Madon-
Come d'asse
si
orma pi
di rettorica e di fattizio; e
74
a' posteri
\
iUL PKTBABCA
sa<;<;io
aspra ed
irta, e se le
farragine di poesie
men che
mediocri
(1).
non
come
f<
Ma
non meritava
lo valevano, di
pi
liscio,
ma
di
Anch'
egli
con
gli stessi
allegorizza, sottilizza.
Ma
impedirono di
(Noia
salire ai
difetti, filosofeggia,
primi
scherza,
la ballata:
(2),
sospetto
il
dell' A.)
non poter
Foscolo (Epoche
Storia della
(2)
le di-
che nasce
il
che
(1)
una
di es-
fu,
gradi.
in
ne' contempo-
letter.
Crediamo
accenna nel
Ecco
la
I,
1'
pagina
le poesie a cui
testo.
prima ballata:
agnelli:
il
107-110 [Ed.].
gi notato
Emiliani Giudici,
p'
IL
III.
un miracolo
di grazia; e l'altra
75
(1),
ballata italiana.
Ed
ella
Che
Era
mi rispose dolcemente
disse: sappi,
Allor
disia/
lo
Ed
abbracciare
fosse
'1
suo volere.
(1)
Che Dio
d'
questa
Amore mi parve
ivi vedere.
altra:
Va
tu leggiera e piana,
cortesia
Tu
Piene di doglia
Ma
e di molta paura
guarda che persona non ti miri,
;
76
tisico,
ma
memoria
lasciando
in
<li
eterna
una malinco-
li
un
Venne l'Alighieri
dete gi eh' io
Che
Che
Tu
sia
oglia parlarvi di
Dante
non
certo per la
saresti contesa,
Tu
Mi
senti,
Ballatetta, che la
come
cor
il
ni'
sbatte forte
si
morte
abbandona,
spirito ragiona:
Ch'
io
non posso
soffrire.
Se tu mi vuoi servire,
Mena
1'
anima
teco,
Quando
Deh, Ballatetta,
Deh, Ballatetta,
Quando
le sei
dille
presente
Vien per
istar
con vui,
Partita da colui
Che
ti
mando
sospirando
Non
se
v'atten-
ne pu avere
Ili -
IL
77
mio
al
comunemente
senale e
dette. Il
comune
Ma
fred-
gi vi fiutate
Ma
tempo.
giadria
forma
la
ma una
Ove
si
ella passa,
ogni
uom
vr
mira
lei
si gira,
la vide.
un poco sorride,
pu dicer, n tenere a mente,
novo miracolo gentile.
Non
Si
si
Che
Che
Per che
ar-
dolce intelletto,
vi sar diletto,
78
Lo
tutti in
avvicina
a'
1'
sopra
Umilemente
Che d per
gli
La donna come
a priori, estraneo
il
primo che
ma una forma
che persone
risce
sospira.
un pensiero crudo
alle impressioni
le d,
finora
magro, fabbricato
nulla,
concetti, anzi
sull'orizzonte.
mi son pargoletta
bella e nuova,
fui.
III.
Io
IL
fili
mi piove
Le mie
mondo nuove,
bellezze sono al
si
Ne sono
ci
campar
apparita
la mirai fiso,
momentanea apparizione^
il
la
suo universo
si
perpetua
nellfc
ella
1'
anima
genio
si
il
suo
la
dolce malinconie-
ma
me
presto
il
1'
una certa
ma
elle
come
scappa
Petrarca,
de parte,
tutto egli fa
nelle nature
il
mare,
il
l'orti
conoscenti!
sole, tutto vi
un piedistallo a Beatrice;
pren-
ma non
80
sai. ilo
SUL PETRARCA
vi
pinge a gran
tratti,
lasciando grandi
ombre come
in
un tem-
che
percola;
ti
in-
come
di grande,
zione, quando a
la disperazione.
ini
l'
rovine,
di
si
funebre annunzio
il
scolorato e fioco,
E non
si
piange
si
rimane immobile.
Ma
un lampo
il
ficiose di
un'arte pi raffinata:
ne risorge per
vimenti e sentimenti
Donna
(1)
anima
(1).
Ed
Si
forte
Ed
Di
me
Eecer
partir via,
tuffarvisi
ne' pi diversi
mo-
Vi eiter, ionie
IL
III. -
pi degni di nota,
81
sonetti:
Con
gli
Onde
venite, che
Par divenuto
Ed
vostro colore
'1
di piet simile
Qua] dicea
E qual
Non dormire
dicea: Perch
si ti
Bconforte
Chiamando
Era
rotta
Ch'
il
nome
voce mia
la
dall'
della
s
donna mia.
dolorosa,
io solo intesi
il
nome
Deh coniortiam
Pregava
1'
una
costui,
l'altra
dicevan sovente
Che
vedestx, che tu
E quando un
umilemente
poco confortato
fui,
Perch
1'
anima mia fu
smarrita,
nel pensiero
Dk
Sas-ctib
Petrarca.
82
Bagnata
amore ?
mi dice il core,
il
'1
Ed
smagati
eraii s
poscia immaginando,
Che mi
dicien
Ed
io entrai
esser
Cader
gli augelli
la terra tremare;
Ed uom mi apparve
Dicendomi: Che
Morta
la
Levava
scolorito e fioco,
fai ?
donna
non
novella?
sai
gli occhi
Ed una
Dopo
s'
la
Osanna
Allor dicea
Amor
Pi non
ti
celo
L immaginar
;
fallace
III. -
IL
da tanta pietate,
se venite
meco alquanto,
mi celate:
occhi vostri e' hanno pianto,
checch sia di
Ch'io veggio
noi
lei,
gli
Di nostra donna,
ha
tanto.
trattato sovente
parlando a nui?
sol
fai di te piet
Vedest pianger
Punto celar
lei,
seco umilt
si
dicesse
Ch'
verace,
Io sono in pace.
Tu
ebbi scorta,
Veggendo
la dolorosa niente
E quando P
Ed avea
venire altrui
umile,
io dicea
ti
teguo.
quando
io era solo,
1'
ti
Voi mi chiamaste
alto
regno
vede.
allor, vostra
mercede.
84
1'
ne.
feriste
andare.
conforta),
udimmo
parlare.
lei
caduta morta.
Come
lontana gente,
ne dimostrate"?
Come
la
Hanno
pi
lirici
sono
e,
quantunque
tra' migliori,
per
la
forma non
l a felicit dell'
si
invenzione e la verit
dire: Bea-
camminano
situa-
Il
indifferenti, e se
sonetto,
poeta incontra
ne maraviglia.
si
III. -
cos naturale e
segreto
nel core
nuda
esposizione,
umano
di ogni artificio di
di
astrazioni
scritta
il
pi
alle
poetici,
E
Che dentro
Lo quale
seggionsi di
Tanto son
movimenti
la
Che
semplice
mai
la
anche in mezzo
non dimenticherete
stata
modo che
dove
85
muove
si
IL
al cor
mi son venute,
fere;
Amore,
siede
in signoria della
mia
vita.
e di tanta virtute,
belle,
possente signore,
'1
Appena
di
nel core,
parlar di lor
s'
aita.
Come persona
discacciata e stanca,
vale.
Secondo
Or sono
dilette
il
a tutti in ira ed in
non
cale.
'n
su la
man
Il
nudo braccio,
Sente
lo
L'altra
posa,
si
di dolor colonna,
man
tiene ascosa
dico.
86
La
faccia lagrimosa;
Di
lei
dimanda
vivanda
di pochi
che son
Son suora
Povera
pi
la
alla tua
si
Doglia e vergogna
Il
manda.
panni ed a cintura.
(vedi) a
Poich fatta
ci
trista,
mio signore,
fu palese e conta,
irrese
e chiese
Tosto che
lei.
pronta,
lui intese,
Pi del dolor
s'
accese,
m' da
lato,
III. -
IL
poich prese
Disse
l'
Drizzate
uno e
colli
1'
87
altro dardo,
Pianganlo
bocca
Che sono
Non
a'
noi, che
semo
dell'
eterna rcca
Ed
star lucente.
io
Consolarsi e dolersi
L'
esilio,
bianchi
Cader
se
tra'
fiori
il
mondo
versi
in persi;
non che
'1
bel segno
Che
ni'
Ma
ni'
grave.
Gi consumate
1'
ossa e la polpa,
Canzone,
Pei
a'
8S
Lo
le
dolce
parta
inule
pomo
Amico
Fatti
Poi
Fa
di virt,
ili
gli
color nuovi
ti
mostra; e
'1
fior' eli'
La possanza dell'immaginazione ha
come
cetto di
il
una
le
greche
fuori,
divinit; ed
donne
con-
il
primo sguardo.
scompagnato da gentilezza
diche, e
il
si
a'
le altre
proscritte e
men-
cio
virt germane
il
li
bel
il
poeta, stracciando
Ed
io
Consolarsi e dolersi
Cos
alti dispersi,
non ammirate
solo
il
di
trarca.
Non
vi
obliare
il
Pe-
il
letterato e
il
ci
i
d'un pezzo, n
tutto
Petrarca
il
ed
in
il
ma
1'
uomo non
coli'
amore
ci la
convenzionale
pi
alla
fatto
scuola poe-
mezzo
89
le
assolutamente. Insieme
tica, le
\&-**W
IL
III. -
tiutare,
Noi
fattizio
il
vestigi anche
Nelle pi cattive
ispirazione.
schietta
e nelle migliori,
Ciascun poeta ha
sulla sua
immaginazione.
dendo
leggiamo
certi
mondo
del
Ma
Petrarca e vedremo.
Il
{,__
Un
il
vasto, a cui
Petrarca fu Laura.
Chi Laura
meno
mondo pi
suo
il
in certe
epoche
popoli estetici
Quando non
comprende, o non
si
si
gusta
maritata o donzella
quale fu
fu nobile
e,
fu ricca
reale o
l'am
fi)
il
suo
Laura fu
ebbe
figli ?
meramente poetica
una personificazione
il
marito
non sarebbe
posto che no
fino a qual
punto
Con-
90
fesso che
non
me
so
lo
e simili
e che
suo
dunque rimane
suo
lo spirito fa
Tutto
1'
Petrarca
il
amore
domande,
vive
sol
Eh mio Dio
ne stacca e imputridisce.
morire
e riflet-
tendo, ha eternato.
di
il
Laura.
soprannaturale.
amiamo ancora
rivolgerle
che
ci
1'
fa battere
seggiate,
per
Dopo un par
di dirle: io
amore timido
t'
il
cuore.
campi,
in
e goffo,
di
simile quella
Il
chiesa,
non osa
d' accostarsele.
amo; parlano
In un momento d'audacia
gli rispose
essere
non osiamo
come nostro
trattar
di
di
questo
parola,
la
come ad un
In
Fu
quando crediamo
il
io
non son
ma uno
rimane
successione.
sguardo
innamorato, che
nostro
Ben
gesti.
con disdegno:
si
perch qui
1'
di
si
finge
Diana.
ultimo giorno
il
primo, senza
il
primo stadio
Ili -
IL
91
chiamano
nella vita
si
nella vita
non puoi
dire,
false,
quando
qui
e'
Ben
sul poeta.
si
il
sforza
di
ma non pu
fare illusione a s, n
pu tenere
sua debolezza,
il
poeta
s'
cos
guardingo e misurato, che, parlando del suo amore liberamente, non lascia mai che alcun sospetto caggia sopra di
mostra sempre
amorosa;
e,
lo afferma
pietosa pi che
un
attribuisce
senti-
Forse
Mi direte
fonde, o
1'
(o
che spero
ma quando
!)
si
il
mio tardar
tratta di
esistenza spezzata, o
ci
il
le dole.
aiuta a comprendere
il
poeta. Na-
passioni
il
meno
forti,
che ora
modo che
si
acco-
egli
pu
f)2
SUL PETRARCA
s.u;<.r<>
sua immaginazione,
clic
dava
Cos,
in
sciogliendosi
dalle strette
della
ef-
ano
della poesia.
realt, o spaziando
se
sto
essere
sentimento indefini-
bile,
amor non
S'
s'
un
i'
medesmo non
egli
si
chiama
comune,
non voglio
so quel eh' io
mi
voglio.
di
ma
un
essere debole:
Un
:
il
Rubicone
1'
uomo,
manca
il
con-
vuoi,
Il
Pe-
rimase in un fluttuante
un
cosa con-
trarca
&
ondeggiamento di volont
traria al senso
un no, un voglio
quello che
nome
Ma
Ch'
un
romanzo o
la
prima pagina
la storia.
Perch
si
di
ha
un romanzo;
storia,
quando
generano
fatti
IL
III.
quando
fatti,
lo stesso.
Parimente
chiuso in
s,
si
di piccoli
folla
fatti
variano,
sentimenti
restano
sviluppano
si
accidenti, stac-
fondo rimane
il
sterili,
ciascuno
cambiano,
si
nima abbandonata
corrente, che va
alla
con un
Ma
voglio , virile.
si
sono come
metafisici,
mondo
ordine:
e,
critici
qua e in
in
e,
trasformano in sentimenti di
si
sentimenti
93
e,
quando
stato
se io fossi
Di buon'ora
poesie
del
impossibile,
del contenuto,
un
in
io
queste
logico,
(1)
di F.
S.,
cap.
dal-
ordine interno
il
Canzoniere,
XXVI,
di aver
hoc: e feci
mi applaudivo
mi pareva
(1).
una specie
E me ne
critica,
la
all'
un primo
1'
ap-
pass
e,
le
progredita
si
nacque facilmente
nesso
umilmente eh'
trovato un
far meglio.
essere
con Dio:
ad ordinare
sono industriati
si
la pigliano
critici
ripugnano, se
fatti
di
romanzo
sarei insuper-
La
giovinezza
1)4
bito, se avessi
avuto
un suo romanzo
struito
ancora
medesimo pensiero,
il
di
giungere
e che
questo genere,
di
si
non riuscitomi
potrebbero ag-
a'
assurdo,
trarca,
come
dell'
si
giudizio, questo
se gli fosse
lirico;
lo stato di
ma
si
un'anima
agitata,
Onde
potrebbe chiamare
giornale di tutti
nostro spirito,
(1)
nia
Italia,
il
senza scopo,
giornale dell'amore,
il
un
nel verso.
Milano,
1820;
il
Germa-
M. me de Genlis, Ffrarque
si
le
et
ha notizia
sema
fssati
A. Levati,
e in
un poema,
va. Ci che
secondo
possano
categorie
un poema
di
si
un ordinarle secondo
certo
poema
che
il
esempio
in-
caractre de Ptrarque et
IV.
LAU* A E
PETRARCA
11
Canzoniere la
nSe Ue
- ^a di ,
..
UesH sanazione.
tuffo
tutt
, poich
questo n
^i
ini
CJ zia
'
snirifni
*-*.
ci,laui ato
nd,e
*
u ge ;
;;
pe r
ti,.;*
- * ^Jf
Sxa.--.ar
rorma
ricordevole
in
96
SAGGIO
pensiero
da cui
si
ricorda
si
sii.
PETRARCA
di
nome
La donna
del
di plebea
barbarie, o concezione
di battesimi,
medio evo
<>
si
metafisica
La Dea non ha
o feria, o Dea.
immaginazioni, ac-
s le
quista un
preso
e religiosa
ma
dell'uomo attraverso
il
il
cammino
della
Spoglie della
le
l'ideale
una
certo
presso
che. , in sostanza,
bolo,
si
il
senti in lei
religiosa
l'
ma
reale,
la bella
immagine
a cui
di tutto ci
1'
una creatura
come
Ben
il
filosofia
l'
uomo
e, in verit,
crede
Beatrice
medioevo;
donna, qual-
, sotto faccia di
pure
la
Ma
questa donna.
donna
sua,
amata
si
trasformava
1'
amante,
ma
IV.
LAURA
07
PETRARCA
in-
il
fremito delle
ma
insieme con
Non
si
pu disconoscere
venzionale.
piva da
in
Laura
Il
si
conce-
tutti la
si
si
un esemplare
li
l'anima
che conduce
al cielo
concetto platonico
poeta in
da
lei
alla
i
contemplazione delle
il
Ecco un sonetto
umilt, ecc.
a contrasti,
che
il
compen-
Ed
in alto intelletto
un puro core
'n aspetto
Raccolte
Anzi
'1
pensoso anima
ha
in
lieta,
questa donna
re delle stelle
fiore,
il
suo piamta
e vero onore,
valore,
De
Saxctis
Petrarca.
ci
.si
torno.
come
clie
come
velo, l'ombra,
bel
il
ma
la
corpo
bella;
(li
il
uma-
che
lettore
il
non
si arresti
nell'immagine,
ma
un
in
certo
ma
un vago
indefinito.
non so che,
l'oltrepassi,
visibile
come un
di l
che
ci
che
il
corpo
ti si
un'ombra. Tale
riso,
il
maest
che
sono, per dir cos, suoni musicali, non ancora parole. Certo,
ombre:
tico,
il
gli di
e, se
Ma
il
regno delle
l|
IV. -
LAURA E TETRARCA
99
tratti
lettore
il
ma
di Asso e di reale, in
rimane
in-
in quel di l
cui appoggiarsi.
la pi bella
mie due
ciglia
stelle fide
More
dal lor
innamorato
riso....
gli
occhi di costei
giammai non
E come
La
bellezza
vide,
gira.
come ancide,
ella sospira,
ti
tratti,
ma
nelle attitudini
e gli crea una nuova bellezza. Laura una bella statua, che
prende
le
il
fiori
come un
facendosene ghirlanda
fior siede!
fiori
__
100
SAGGIO
Qua! dolcezza
Vederla
81
1-
PKTBABCA
ir
'nsieme,
lei,
divina
la
natura. Di rado
crespo!
Petrarca
come eco
non per
ma
s,
da quelle dita:
L' erbetta verde e
color mille,
fior di
'1
ciel di
'1
bel pie
li
prema o
vaghe e lucide
La natura
tocchi
faville
si
rallegra
begli occhi.
alla
un non so che
miamo
la
lei,
della
donna o
di
noi
sua poesia in
nel sonetto
CXI
lei stessa.
Di
tal
(]/
(1)
Dico
di rado. Altri
sole,
e superbe
una
qui-
IV.
LAURA E PETRARCA
101
Che bagni
'1
Quanto v'invidio
Non
L'essere
le viole
le sieno belle:
ili
uni ina
bosco e lo anima,
parano ad amare
Laura
costume
L aura che
il
la
(1).
La Natura
Laura
che
veste di
fia
D'arder con
sole,
si
ei se
come
che,
ne sente
commovono
in-
e im-
come l'ornamento
la
Lama.
sentile.
sa-
(1)
il
pittore prende
La natura
il
pennello e dipinge;
il
poeta
come pae-
e la
evoca spesso
qual era
per la
e
e ne tira suoni
Ha
anime innamorate
accanto a Laura,
in lui
le
ma
poco
suo
modo
ediz.).
102
SUL PETRARCA
SA<;<;iO
guarda ed aspetta.
parola.
pittore
Il
pu
colore, che
non
tu
poeta dice: tu
Il
sei
me
per
che appena
pu ben rappresentare
ti
prima
la
perch ha
Omeri
non valgono un
sente, che
Ma
Raffaello.
la parola
un'arme pi pos-
una creatura
solo
pittorica,
animano,
si
odia, ella
ama,
Dea spunta
1'
la
donna, ed
il
momento
tale e tale
ha paura;
n amante
della
grembo
dal
della
attrice
dramma,
il
n madre, n sposa
Se
senti.
se vuoi essere
il
riprodurre l'unit
il
dramma; non
non
anima
vita; la sua
ancora
donna
la tale
un
nel
libro
non
spirito.
moto o
di passione.
umani
si
chiame-
Tale
il
si
posa.
una
e della forza
la
la
di senso,
ma
non
Laura
rimangono
ma
queste qualit
non penetrano
nella rap-
IV.
presentazione,
cio che
scopo.
a
LAURA E PETRARCA
che non
si
trovi in
in
mezzo
un
si
pu
agli avvenimenti, e
Che
poflfia
si
con un tale
ne resta
al di fuori;
non
no n
la tange;
t'aspetti
morire:
'n
quasi ch'ella
103
io
un
regnasse Morte.
un
ritratto, bella in
so-
immagini,
ti
anima rimane
Oggi che
la poesia
ha condotta
non
si
ci
Bovary
e stupida.
ci
Ma,
se
volte stata
ci
par fredda
a considerare la
come
le
donna
prime
(1),
Laura
non
donna
la storia della
moderno,
sembra
povera
il
allo spi-
medio evo,-
(1)
e la
La Fanny,
del
romanzo
Madame Bovary
non
solo in s,
cos intitolato di E.
ma
Feydeuu
ben
(1858);
104
Laura
fa sentire, perch, se
noto
quello che
in
un uomo.
prigioniero.
d' oro
ma
quell' idolo
Laura non
ha
la
del
un essere che
umana nell'anima
stia
da
per
Petrarca e col
il
il
ma
le
ma
fa,
Ed abbiamo
incile
senti-
La
vita di Dio
o,
se ci
sar
come opera su
Le chiome
non
frutto di
una
Ma
illusioni e
e fare all'uomo.
lirico.
chi sei
ci
riflessione
come sembra
il
suo andare,
anni, e
vano come
vero
forse
il
poeta
risponde
non pi
il
1'
poeta,
tale
ma
suoi occhi
che fa
'
la stessa tenacit.
si
si
rifa l'antica
:
Laura, quale
gli
IV.
Erano
Che
'11
'1
LAURA E PETRARCA
105
E
Non
il
scarsi
so se vero o falso,
mi parea
I',
Qual maraviglia
Non
Ma
Uno
d' angelica
Sonavan
Fu
se di suhit' arsi
forma
altro che
e le parole
un vivo
spirto celeste,
e,
se
sole
non fosse or
tale,
come una
descrizione di Laura.
raccogliere
che
ci
gelica
frasi.
Laura
tratti di
e dire
la
centesima volta
Ma
raccozzate
semplice
e con le
vivo
il
sole
ripetizione di concetti e di
E
in
la
nuova
s e
per
spettatore;
tali
s,
ma
impressioni
sembra che
sia la
lo
rimanendo
si
il
al di fuori
mostrano nella
il
poeta
tale situazione
106
le
forme sono
stesse,
le
loro significato e
il
perch Laura
loro inte-
il
che avete
contem-
<^,i
pure qui vi
man
l'
giovine.
vuol cedere alla realt, che la mette in dubbio, e di rincontro a quella evoca la Laura del primo giorno, e ritrova
le
primo entusiasmo,
il
ma non
lusione,
come
quel: non so
tristezza,
in
se vero o falso
che
non senza un
si
in
lieve alito di
naturalezza
si
pu chiamare
ma
il
Laura
rve di
sparita.
Laura non
una propria
con
zione vagante
tata
biet tivamente
in
storia
ma
un leggiadro chiaroscuro, a
di alzare
il
velo
un' appari-
cui
vista a distanza
chiara solo
il
poeta
interpre-
negli
effetti
I critici
merarie supposizioni
terpretazioni
anche
il
poeta non
cosa
di qui nasce
povero poeta
sappiamo, e che
lezza di
il
lo sa;
il
Il
fanno
te-
fa le sue in-
un contenuto amoroso,
il
pi
IV.
medio evo
ricco del
LAURA E PETRARCA
107
che ad uu
per
il
una donna
sia
donna
cattolico
quella
un peccato,
la
la tentazione
niva raddolcita
solo
Ma
senso
dee amare
amore paro
d' ogni
sincero e credente,
stinguo
platonica
donna
donna
la
il
ma
fine,
in
Dio
non
che
amore terreno
via
e
Fu come una
e Dio. L'
all'
amore
per Dio,
non
1'
si
lasci persuadere
amore
della
ce-
d'un
da questo
di-
divino,
di
e consider
amore verso
1'
nobilitava l'amore.
giustificava, anzi
leste;
interpretazione
dalla
il
amore
stretto
al
1'
di cui sente
non
il
suo
trante
combatte,
fatuH della
il
ma
In Dante non
chiarezza
volont.
;
Fa
natura umana.
Il
Petrarca non
ondeggia.
ci
e si gloria d'
lui
108
sualit
e
morta,
piange con
la
come
solo aiuole,
hi
tutto fosse
disperazione
morto con
quando
e,
un primo
quando
si
s'
morale, die
gli luce
I
li
lei;
mente disegnati.
Petrarca ondeggia. Ora s'applaude del suo amore, ne
Il
benedice tutte
'
XXXIX),
(son.
il
bel paese, e
le saette e
pre,
chiama
circostanze
le
il
e la stagione e
il
loco, e
il
il
giorno,
tempo
e l'ora e
sospiri e le lagrime, si
il
mese
il
e
il
1'
anno
punto
e l'arco e
la ringrazia di tutto
bene che
il
ha
gli
Airia.
tra
Ora maledice
le
Laura
la
prende con
chiama
al
vane speranze
il
superba
gli specchi
del demonio.
van timore,
,
1'
s'
tempo perduto,
accusa di civetteria, se
consumati da
lei,
il
indispettisce contro
cio la
carne o
il
La
e vincer
il
hanno
migliore,
peccato nel
la
IV.
109
E TETRARCA
LAURA
a rappresentare
Laura
alle virt di
passaggio dall'uno
dell'animo
d'
il
e a' beneflcii
galanti e
spiritosi
di riconoscenza
e di
stato
ringraziamento,
contentezza
di
ad una effusione di
che
zione,
gioia,
Am a L aura
quasi l'entusiamo.
tocca
verit
distratto
lontano da
lei,
vagabondo
un semplice
teina
onorato
ma
la
povera
allora
applaudito
in
Europa
in
perch
s stesso
Laura
in-
s'eleva talora
ad un esaltamento d'immagina-
tutti
al-
poeta disposto
ammirazione e
complimenti
gra-
il
come un omaggio
nico,
il
di
Laura
gli
fa bene, lo rialza,
gli
all'amata
ma
ci
qui
il
ella?
ed almanacca
sopra
le
or dispietata or pia
Qui
si
Qui
m'ama
agitazioni:
mi
trafisse
il
il
passo;
core;
110
'1
Notte e d tienmi
perde
Allora
pace
la
dissipato, svogliato,
si
chiama dispettosa,
la
pare
il
troppo
il
dell'
diviene preoccupato,
t e contro
mano
l l
per strap-
da innamorato,
sfoghi
Laura; e
e prender la
freno
animo,
sdegna contro
il
lasso,
e le ricorda che
fa
sorrise;
rari.
mesce preghiere,
un semplice
lodi e dolci
1'
empie di una
che gravit
ti
narra
Come
il
fatto (son.
col balenar
LXXIV):
J9
tuona in un punto,
d'
tanta rapidit
un
che ciascuno
sonetto, e sparisce
punture di
non
trovi
spilla
sentimenti
di
fa
con
succede
si
fissarlo.
in
Sono
dell'
avve-
uom,
se
non
sola colei
n "LAURA
E m>Tl)1 ,
''
'""' <l.
'"""ita
S """
* mai
'
f""<
11
Petrarca
,,,,
ali,,,
"'
,.
v
N
""
V "' e
"
veggio
Ccl,i
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'
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'""* '*"
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fa,
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di
n
t,
no
di lei
"""^-'""^daip^'^
VI
Pur
Allor
Di
boxi
errili,
libert
Che mal
si
altro
sta
mi mostra.
dice a
Se
fai? (son.XLIV):
Ma
me
rimembra,
ti
il
Di tornar a veder
Una
1'
tempo passa
la
Donna
ornai
nostra.
Ch' al Ciel
Adesso Laura
ti
il
male
rimorso. Prima
si
il
si
della speranza
le spalle la
e,
sentendosi su
confortava con
morte
le notti
vaneggiando spese
Padre del
domanda
Ciel,
dopo
perduti giorni,
gli atti
adorni,
chi sa
lei
i
spe-
giorni
la guari-
-LAURA E PETRARCA
IV.
Ad
Ma
113
eli'
io torni
che ho innanzi un contenuto fatto immobile, come un dizionario, capace d'essere analizzato ed ordinato. Tutto questo
e' ,
ma
Le impressioni
sentimenti
frutti,
che
prima
sono gi sostituiti da
nell'ordine logico
il
prima
il
maturi e produrre
d' esser
altri
sentimenti. Quello
che
poi,
loro
ripul-
modo
come una
di laberinto le
citt,
une nelle
dove
altre,
ed
prima ed
il
un
altro
ma
di
cui
il
poi
un punto o da
si
entrano a
vie
le
possiamo assegnare
confini
il
ma
dove domina
un entusiasmo platonico
la riflessione
mezzo
in
a'
pu
si
un sentimento
o agitato da
meno
o compreso
tre
contorni,
suoi sentimenti.
Ma nem-
OH
altro.
di
sbalzo
va
il
suo stato
d'
uno in
E perch?
si
divide,
come noi
colla riflessione
Dc
Sanciis
Petrarca.
14.
non
suo fianco
ma
menti,
ce n'
Petrarca
ancora
due
altri
gli
coscienza; egli
la
una
op Hutto
<i
In
parola,
di
che
sa
quel
una santa
gli dice
se si
una
abbandona all'amore,
ci
lui
che
1'
tempre quel
qualche
tale
in
sentimento
si
poesia
se,
ma,
disconoscono
il
sapea, e ci
si
Adunque
un appassionato
tonico o
erra tra
1'
uno
non
1'
trovi nella
altro
plae
di rado nella
lo
Di che possiamo
Petrarca sincero
suo va e vieni.
il
tirare per la
ha qualche cosa
tragica
sublimit.
il
anima
Gade
si
il
sale
gioia
;
ed
il
non
do-
pu considerare come
il
pi
T astratto
La
forte e piena
non
di idillico,
Ha
il
da cui non
vi
lo
di quel-
si
filosofismo,
IV.
LAURA E PETRARCA
115
ti
un sentimento
ma
san
Tommaso, ma che
e lo rapiscano in
essi.
uno stato
animo
d'
trano qua
critici
ma non
conforme
Petrarca un po'
sta con
pipa
la
come un
critici
ad
pene-
di
poeta
del
difetti
arttto
in-
d'ombra,
di luce e
fa
ti
allo stesso
modo
l'altra, di
iu
la
di lui,
le
sue
impressioni quasi nel punto stesso che le riceve. Quei sentimenti egli disposto a trasportarli nel regno dell'
ginazione
ha la forza
li
di
distanza
li
osservarli
con
quelli
meno
successo
di
li
Il
che
che
Ce ne ha alcuni
lui.
mane
Ce ne La che sono
affini
alla
Ed
una
secondo
imma-
ri-
spassa intorno.
si
sua natura,
anima
che producono
116
sono reminiscenze,
le quali dell'antica
un
si
Ma
ce ne
ha che sono
durano
stesso, che
lui
vanno ognora pi
gnoreggiare
fortificando
gli altri e
e che
finiranno per
si-
fatto descritto
sente ancora
il
come gi avvenuto
1'
impressione la
guire
il
quale sia
stabilire,
inve-
indi se-
meno
ci
corre
di
ha
sa-
di felicit
'21
V.
FORMA PETRARCHESCA
Cme
pensieri e
non come
scuna
come
sentimenti
svolgentisi
parti
uu tutto
poo.sia
leggerlo,
Canzoniere
il
intelligibile
leggereste
in
s stesso.
s,
cia-
Potete
come
si
dice,
non
ci
d'un
fiato; perch,
n una vera successione storica, che vi tenga in una gradevole sospensione, lascereste ben presto
chezza. Soprattutto bene
il
non fermarsi
il
alla
prime poesi%>
le
lettori,
gnarvi e fare
La porta
vi
il
cattiva,
ma
l'edifizio bello;
d l'animo d'entrare,
cicerone.
io voglio
e,
accompa-
r
Troveremo
maggior
ci
variet
sestine.
vosi
<li
li
perfe-
si
il
Il
Dopo
poetica,
stranieri
di malattia
gi, divenuto
non
per un buon
non
vi
gli accessori] di
pu come
un pensiero o
meglio rappresentare
il
d'
pittore,
pu cogliere che un
il
in
sonetto
il
che
il
almeno,
secolo
Come
sonettisti.
fatti
d' imitazione:
s'
il
fatto
acco-
un quadro raccogliere
simultaneo che
successivo. Ci
il
un
le coglie
a volo e non le
petrarcheschi:
il
pallore,
fissa.
il
Tali sono
cantare,
il
il
poeta non
piangere, l'arrossire,
delle,
immagini che
gli
si
at-
traversano ce n' qualcuna, che fa sul poeta pi viva impressione; ed ecco te la incastona ne' suoi quattordici versi.
Il
sonetto
al
suo genio. Le
V.
hanno
FORMA PETBABCHESCA
la
in s stessa,
forma elementare
In questa
mano
talora
alla canzone,
pensiero
il
come ancora
l'
poeta pone
ma
il
il
quel pensiero
traboccare;
intero. Allora
il
119
ed
lirica, ne'
ed
al
che ha fatto
meno
si
tempi.
non
Ma non
eccellente nel
il
al
tenue
Petrarca,
italiana,
Ed
madrigale
(1)
e la sestina.
La
avviamento
piena di
due
(2)
ballata
(2)
Petrarca ce ne ha lasciate
Il
sei,
Neppure
forma presso
(1)
grazia.
arbitraria.
lata,
come l'embrione
del madrigale
di lui vagante,
talora al sonetto
si
di cui
fissa,
ma
Nova
an-
il
Volgendo
120
SGGIO
geletta
uon
l'KTUARCA
sii.
senza grazia.
si
che
Non
ci
raffinamento
il
a cui era giunta la poesia amorosa, che questa forma sgraziatissima, in tanta povert e servilit cos affettata e preten-
Questo in
siosa.
Ma
tutt'i poeti:
stesso
il
diversi che vi
venzale.
Il
entravano,
squisita sensibi-
si
sentivano ancora
il
latino,
il
gli
elementi
municipale,
pro-
il
con
lievi
cambiamenti eufonici;
parole e
il
pensieri ed immagini
sue
che rinchiudono
le
Rifiuta
ieri.
delle parole,
che spesso
ma
per
il
Come
ti
solo
nella
ti
l'
immagine,
la
melodia
V.
ne d
te
il
FORMA rETRARCHESCA
sentimento
121
Non
vuole
ma
che
come suono
Ha
bella in s stessa.
la sia
ma
dell'idea,
staccata, presa in
il
tutte
viene
ti
cravatta bianca.
pietre preziose;
Le sue
i
suoi
sui lettori,
non
la
tempo
il
il
Pe-
blico.
Ne nacque un
gusto fattizio,
Qui
tutta
poetica, qui
l'arte
il
Non
per
la
nome
ci
di
poesia
da parecchi
del Petrarca
non
stile letterario.
parie tecnica
di porpora.
il
di s
le
finitezza;
un manto
sia lavorata
pi di pretensine: sicch
critici,
122
ma
sona,
un
cato innanzi,
verso, ed
critici
allo strepito
battoli
piangendo
del
Le
and errando
rimbombo
il
S'incomincia con un
so
ha
la stessa
tano; e
il
e pellegrine,
mio sfrenato
il
Arma
ardire.
viritmque cano;
il
secondo ver-
il
ma
lustra, soprapposta
il
rossetto e
ma
non
ci
il
il
si
rimangono
in
la vernice otti-
poesie
le
e la forma tutto. E,
come
del Petrarca
contenuto
1'
for-
non
Diciamo
producono
venuta poi
una
bianchetto
si
che
con meno
lodie,
capi-
insignificanti:
il
sto fratello
il
perde.
Questa
in verniciato ri,
contenuto nulla
il
contenuto tutto.
se fosse
una combina-
V.-FOKMA PKTRARCHESCA
zioue chimica.
La
l'uno l'altro.
immagine,
vetro.
il
Dante
vi
A
si
e'
il
il
che tu non
liscia
Petrarca
medesimo
t'
in natura,
contenuto.
La
al-
il
Omero
lustro
nel
1'
ci
sia
Ariosto;
Petrarca se ne
il
ma
La
poesie
producono
la
dal contenuto
propria-
immediamente
medesimo
faccia passare
ti
dal contenuto,
ma
come
che,
quando
allontana,
giudicare
esso
sia
ma
ci
Il
di
non
123
in s astrattamente,
affaccia
si
nel suo animo. Quivi la forma prende sua origine, suo colore e sua ragione; sicch, in luogo di guardare alla superficie
o nel fondo
vivificatore di
tutt' e
due.
artificio tecnico,
si
offre
ma
egli
sensibilmente;
il
questa
una costruzione
prodotto della
o,
in-
ha una tendenza
penser
ha una ten-
Ha
L'istinto
pensieri
124
SGGIO
l'immaginazione; se
si
BUI.
PETRARCA
duole o s'allegra,
menti non
il
de' fanciulli;
non
questa via
la
l'emozione tra-
il
il
pi vicino
a'
come non
'
che pure in
Come
la
lui nella
contemplazione.
rolamo, pinto da
immemore
lui stesso,
Petrarca rimane
il
rapito e
il
sai se
suo
ami pi Laura
nome
gli
reale,
e
il
innanzi;
scintilla
il
suo fantasma
In tante parti e
Che
bella la veggio,
non cheggio.
produrr
su
il
di
voi.
commuove
s,
ma
qualche esempio.
desiderii sensuali.
Di rado vi
pulita
al di fuori,
abbae vi
poeta
Un
vuol
poeta moderno
sente de'
Il
un
sensibile. I
V.
FORMA PETRARCHESCA
stoso
presentano
si
paragona s
al
125
Non
Fuggo ove
'1
Il
d come
l'ac-
Mu-
il
ma una
soli tutta
non
concetto
che
il
mere tutte
le
'1
ci
ciel
ti
scuote l'anima,
canzone quarta
sguardo in s ed espri-
ed apparenze
e
fa
varii
mio
Di che un
gradazioni
il
rintuzzata,
rapido inchina.
di riflettere lo
sento crescere
la
ti
una descrizione.
Il
altre
Certo, questo
oltrepassata;
une nelle
le
scampo
ti
dolore.
La
paragoni tra
il
il
suo
vecchiarella, che
di
le fatiche della
giornata
dic'egli, allora
appunto
seguita a questo
modo
126
SAGGIO
compararsi
col
81
PETRARCA
i.
uno
di
il
co' naviganti
ed
dario, ed
Ma
il
paragone.
Il
poeta
il
fiore,
descrivere
Invano gitta
le alte grida:
Perch
che
ci
il
che
pretesto per
proprio senti-
il
il
Il
proprio affanno,
co'
paragoni.
((insti
si
suo dolore un
il
passa
intorno
lui.
momento che
li
momento
dice molli;
ha ben
ma
si
l'aria di
asciuga
gli
un uomo
che,
occhi e guarda.
Ond'
distratto e raddolcito.
w>ou*
di dolore,
ma come
l'altra
'1
ciel
'1
rapido inchina
d nostro vola
La stanca
sola.
vecchierella pellegrina
del pasi
trova
V.
FORMA PETRAECHESCA
Raddoppia
127
passi, e pi e pi s'affretta;
Ai
ln
sua giornata
li
Talora consolata
])';i!(
La noia
stanza terza
'1
mal
Quando vede
'1
pastor calare
raggi
E 'mbrunir
contrade d'oriente,
le
Lassando
Move
la
l'erba e le fontane e
faggi,
si
il
quanto
il
pallido
piet)
ma
in quel pallore,
sono amari:
ma quanta
la
poeta
Il
poeta pensa:
grazia.
una
l'aria,
Il
di
cielo,
Laura,
il
gentile
suoi lamenti
nova bellezza
natura a contemplarla.
sta, si fa sereno;
poeta?
quanta grazia
entusiasmo per
la
il
Nel suo
poeta invita
innamorato di quella
vi-
128
bile,
muoversi in ramo
non
si
Ed
era
'1
pietose e
dolci parole
Da
evidente che
il
belle
mai vide
il
sole.
sentimento in natura.
storia
umana
il
Il sole,
sole che
belle, ti presenta
un'immagine
poeta obblia
come
le
il
Que-
suo genio.
la
non
la
morte di un chicches-
primi
Beatrice
muore
Ed avea
seco umilt
verace,
Il
FORMA PETRARCHESCA
V.
129
volo l'espressione.
coglie a
ma
ne
ha gi
il
gentile e pietosa, e la
Tu
come cosa
figura
Poich tu
si
sei nella
di aver pietate e
Vedi che
'1
ti
somiglio in fede
corti chiede...
chiusi,
tratti della
ma
morte son
dorme placidamente
in atto di chi
dorma/Sono
chiusi da
par
che
il
pallore
d'
una bella
su
risplende
del
quella
neve senza
Pallida no,
ma
'1
spirto gi
da
lei
occhi,
diviso,
Quest'ultimo un verso di
Dk
Sanctus
Petrarca.
efftto certo.
Quando sembra
9
BUL PETRARCA
sa*. '.io
180
che
ritratto sia
il
sci
fluito,
un tocca
inattesa;
e basta,
BOpragguntO da un'immagine
ma
un
tue impressioni
Il
di
tue immagini e
condensate come
felicemente
sol tutto in
medesimo
anteriori
le
concetto
il
Petrarca
si
tomba
tomba dell'amata,
la
di
mentre
fiori,
Fu
morte sembianze.
sioni,
che
di pura
l'
piace
si
contemplazione
atto
pi di spettatore che di
so che nobile e
ornar quella
di
gentile, e, se volete,
C era
in
lui
non
aristocratico che lo
che ne ha fatto
precursore di
il
forma che
vedete,
non
prapposto,
spirito,
il
l'
gi
ma
un
artificio tecnico,
la parola,
movimenti
si
la
presenta al suo
frase,
il
vers,
di
misteri della
forma, ci
pi inviolabile e inaccessibile
in cui
il
al
volgo?
Petrarca de-
V.
scrive un
magine
FORMA PETRARCHESCA
131
Roma
di
Dante avea
scritto (Farad., e.
sudario
una Veronica.
di
XXXI):
.Ma
mostra:
si
Or fu
sembianza vostra
fatta la
Nella sua
ginazione
sia
faccia del
il
pellegrino
Cristo, e
non
gli
si
ma
l'essen-
fa nell'
imma-
gli
senti,
pore e
E un
e
la
impazienza
maraviglia che
la
sol
di
devozione, lo stu-
si
ti
gitta verso
il
maraviglioso;
luogo ne accresce
l'effetto.
La natura
gentile ed impressio-
numero
Dame
circostanze
di
raccoglie in
un
fascio.
angoli e le
sue punte,
carne, attira
il
sul
fianco,
una
un gran
ci che
suoi
si
fa
sulla faccia.
entrar Laura; e
come
Nel sonetto
fare
ci
grino ne costituisce
il
fondo
il
ci
vecchio pelle-
132
Movesi
vecchierel canuto
'1
bianco
<
fornita,
et
Che vede
il
Per mirar
la
sembianza di
desio,
'1
colui,
Donna, quant'
La
vo cercand'
io,
possibile, in altrui
il
il
si
Laura.
Il
posticcia
plicazione,
pellegrino
s'
allontana
il
forse di
paragone a
Croazia di
ma
la lontananza
una scena
quanto
le
il
di famiglia. Il pellegrino
un
ti
vecchierello,
fa
che
pare con un
mai non
il
si
mosso,
La
patria
la
il
bianco.
luogo, da cui
prima volta
si
move;
V.
che
tica,
FORMA PETRARCHESCA
ti
133
vita
si
ma un
vezzeggiativo,
una famiglia
gono che
veggono
pi. Eccolo in
grave d'anni
un diminutivo,
non vederlo
come
come
cammino.
Il
se
cammino,
con
se la casa
temessero di
il
del
lascia la
la
cos graziosi
lo
pu dir gi
altro a vivere.
rotto dagli
anni
la
lo
lunghezza
come
vi
ultime,
le
ammirazione, che
ci fa
ci fa dir:
Eppure
comanda
al
corpo e
gli
d'una morte
Come
sforzi
il
vi-
meno
desio.
il
Petrarca un modello,
dell'
immaginali \
sua amata
mira per
si
lo
a.
suoi
sentimenti,
suoi pensieri, la
pi
al
grande ed
al
grandioso,
il
Petrarca mira
134
una
forza
misurato,
gentile, e
va
il
1'
altro
l'a l tro
clic
annunzia
sempre elegante,
mezzo
ci
il
che
lo
ana -
fino al
multo
guarda in grosso,
conduce a poco
il
una
tu-
ten-
di est,
poco a quella
quale
si
ancor
barbara
e indiscipli-
una
civilt
pi raffinata.
VI.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
USO ED ABUSO DELLA RIFLESSIONE.
La forma
petrarchesca,
(lucila certa
la
studio
dallo
come
il
critico
qualche
biamo
in questo o quel
coglierla
momento
della
vita,
in
di
contenuto
allora
la
del
rime.
la
il
solo per la
Andie
nel
numero d'idee
Ma
scelta e
ma
un
certo
materiale
clic
gli
si
la
SUL PETRARCA
s.\<;<;io
13f>
alto
Fa
procede spontanea-
significato,
ci
un contenuto
poetico, come
si
Le
ma
poesie, che
non vengono
dall'
dentro,
di
non hanno
si-
di
tuazione; e perci
animo dal
artificiale,
questa parola.
L' anima del Petrarca ricca di sentimenti e impressioni;
l'
il
e'
mai un
io voglio,
lo
il
pi seria
poeta
1'
dis-
perch
esprime nella
pi
umana
(son.
CXVII)
fece
animo
quel tale
voglio
dell' usato,
Ma
si
Allor raccolgo
l'
i'
aggio
una
ironia che
stesso.
Sup-
diva
senz' accorgersene fa
di s
VI.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
imbroglio,
volere e
clie il
poveretto
riso di falso
d' esser
le
tragica
cio innanzi a
sempre
Laura
stizza
se
con la quale
il
Petrarca,
ci
una
indispettisce con
dirgli:
la scusa ironica
fl-
di spirito
compatimento potrebbe
Questa
snlla sua
Un uomo
con un mezzo
ciare.
137
sta goffo,
l'
la
prende
con
lingua
la
mentre lungi da
lei
si
il
sforza
,
con
loro uffi-
tormentano
lo
Perch' io
voi,
e-
duolo,
Sola la vista
Il
del cor
non
tace.
mera, e se
lio
mia
io!
si
la piglia
ritira a casa,
si
fat-
Va errando perla
88
Laura
parca
gli
<li
ma
lei,
Un
imaginazione:
erano alberi, e
li
Ma
il
il
parere e l'essere
bello che
modo da metter
l'
i'
Donne
O pensier
parevano
il
forse
situazione ca-
e la
contrasto subitaneo
donne, ed erano
.liberi.
il
Ch'
un
CXXIV):
dice
il
s stesso.
Ma
il
il
sorpresa.
Il
ci
capita per
di fuori le cose
movimento
il
in opposizione con
la
al
Senza un
riflessione
viene
sideragli che
amore. Hai
come
le
da un punto
,
Cos que-
solo.
ingegnose
sue impressioni;
talora
e,
as-
per dirlo
la
VI.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
139
ragione che unifica. Di die deriva in lui l'abito poco poetico di mettersi
impressione o
1'
il
fenomeno amoroso
di-
XXXIII
sonetto
il
Ma
E
spense,
si
sempre
spesso
1'
un per
un contrario
l'
Amor, tu
eh'
l'
altro accense;
fa'
Forse, siccome
'1
'1
Cos
'1
appoggia,
s'
il
guarda;
non s'accorda,
luogo di rappresentale
il
lei; e
d in
netto
in s,
XI
sottigliezze. Per-
sidera
il
Io
E prendo
allor del
Che
'1
fa
Oim
Al cammin lungo ed
al
lasso.
eli' io
mio viver
lasso.
corto.
il
so-
140
Fermo
gli
le
Un
tristi
a'
piani
membra
Ma
risponderai
Che questo
Amor: Non
Sciolti
Allontanandosi da Laura
rimembra
ti
membra
tutto ad
un
prende
tratto lo
il
suoi quartetti.
il
come
generalizzarlo ed esprimerlo
la
maggiore d'un
sillogi-
un colpo tenuto
quasi
in ri-
Che
La natura
riflessione,
del sonetto
facilissima svolgere
di analisi,
amando
uom
ed
diffcile
rappresentare
il
quale
si
soglion batter le
sia
il
mani e gridar
sonetto, l'ultimo
un
misura
di
more
le regole,
bravo
bel verso,
gli
quando,
che
con-
VI.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
Da
cettoso.
forma
le
questi difetti
il
un pensiero con-
cio
si dice,
141
non
concetti: e
Si
di
d'ambedue
pu dire che
Madonna Laura
condannano questo
tiche
sia
meno
pi o
Vero che
l'
poetico,
la poesia
pu discutere
stato riflesso; si
ma
certo
ha esso pure
dee rappresentar
l'
uomo
se
la sua poesia.
nell' atto del-
una
s'
meno
ma
chiara.
Il
riflettono,
il
poeta,
sioni
1'
si
presenta a
di
coscienza
come
in Amleto,
Ma
d' istinto e
a patto, che
rimanga
come una
azione, con
si
in tutto
all'
lui,
rifles-
di senti
1'
azione
il
sostanziale
ci
penetri, quasi
il
il
si
ma
obbiettiva,
la
(pie-
42
st'
indirizzo
canzoni
una
dlie
pia
notabili
delle
(1).
I'
(1)
"1^
appartiene
ni'
Ma
pi presso,
fin
qnell' ale
al ciel si leva;
mi
rileva
sia;
tra via,
terra giaccia.
In eh'
Ma
felice
lassa.
lassa
Che
'1
mondo
traditor
pu dare
Che
d' ogni
Mentre che
pace
'1
e'
altrui,
lui,
di fermezza privo
corpo vivo,
sue
VI.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
l'
interno
143
e no,
desio che
il
Hai tu
t- li
'1
ecco met-
come tu
tardar,
il
cominciar non
Gi
Ed
'1
Che dubbioso
senso e la ragione.
il
fia
sai
sai
La qual anco
colei
vorrei
Ben
ti
Ella
1'
accese: e se
1'
ardor fallace
Un mover
Quanto
fia
lieta,
Con
in intorno
Sedendosi entro
1'
alma,
s'
io
1'
io flagro
144
tere
che
il
si
capo fuori
ha a
la
che giostrano
di
al
La
personificati.
dentro di
eh'
fia
'1
me dopo
Parlan di
Ond'
Ma
m' addormiva
un vento
il
lui
i'
1'
ombre.
son pieno,
tempo fugge
me non calme
Soavemente
Mi
Che scrivendo
1 lume de'
in fasce,
Greco
la morte,
parte
fuori e
il
Quanti press' a
al di
perch pavento
io,
Vorre'
'lue pensieri,
Latino e
'1
meco
un sepolcro ambeduo chiuda.
1' alma delle membra ignuda,
Non pu questo
se
i'
di d in di crescendo
^-Poi che
Ma
asti-atto.
sono portati
Venuto
E temo
1'
lui,
al
d' altrui, di
mi strugge
con un freno
Contra cui nullo ingegno o forza valme.
Che giova dunque perch tutta spalme
ritien
La mia
\^
Tu che
Legano
'1
modi
mondo, in tutto mi disciogli,
Signor mio, che non togli
Ornai dal Tolto mio questa vergogna ?
Ch' a guisa d' uom che sogna,
Aver la morte innanzi gli occhi parme;
E vorrei far difesa, e non ho 1' arme.
Quel eh' V fo, veggio; e non ni' inganna
Mal conosciuto, anzi mi sforza Amore,
il
vero,
gli
VI.
fa
un
bel discorso;
lo incalza,
non
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
morte allato e
Che
il
senso vince.
;
Quanta a Dio
vede la
il
crede;
al core
e severo,
altri
si
pa-
E sento ad or ad or venirmi
Un leggiadro disdegno, aspro
Pi
poeta
Il
le
d'onore
la strada
Mai non
opera, lo stimola,
corre incontro
le
ma
il
gli lascia
145
'1
vede
fede,
La ragione
Ma
perch
Tornare,
Ed
il
oda, e pensi
mal costume
oltre la spigne,
Perch' a
soffrir
1'
aspra guerra
lo
Ma
pelo
variarsi
il
corporeo velo
Or
eh'
i'
mi credo
al
E
Db
dall'
Sanctis
un lato punge
Petrarca.
10
1-46
ma
SAGGIO
per debolezza.
nell'
81
PETBABGi
Il
il
solito,
in
forma
sentenza,
li
E
Ma
veggio
meglio ed
'1
al
vero in-
il
quello che
tra
due
il
senso fa
forze,
il
perch, sotto
1'
il
suo animo.
Il
poeta
si
sente tra-
tempo
pu.
ci
Un uomo
ingenuo che
si
lo
non
Vergogna
Dall' altro
e duol,
Un
'1
VI.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
candida
semplicit,
147
lui, e lo
con quella
schiettezza
cos
gustosa,
Ma
il
il
lui
maraviglia
la
di
il
ragione e
la
l'
pi spesso lo
vede subito
lo
la
fatti
la
Ma
fiori
ma
luccicante.
pena giugne
al
Manca
al
poeta
il
ti
tanto la for-
nobile ed al magnifico.
bea rappresentato, e
un
sublime dei
il
Il
risveglia quasi
piacere sensuale
l'
immagine d'una
civettuola traditola:
Che
Ma
la
'1
mondo
pu dare
tradito!
altrui.
scomparsa
1'
effetto del
sublime
l'
improvvisa
rappresentata
astratta-
piacere celeste
tale,
un
di fermezza privo.
di l dell'
immaginazione,
e,
come
148
Che
Ove
La
Ma
desiderio avanza
il
silenzio e tenebre
il
nienta
il
Che dove,
del
lieta,
Un mover
d' occhio,
Quanto
buon conto
non dee
se
piacere
il
esser maggiore
dal
meno
tica
il
buono
al pi,
perch
mover
fla
ma
in logica,
canto
il
mondano
un argomento
infelicissimo in este-
ci che fa impressione
dove
1'
.'
grande, quanto
piacere celeste?
esteticamente
d' occhio,
un ragionar, un canto
rimane un
altro piacere
poeta
non
riuscitogli di
l'
Mirando
immagine
'1
ciel
che
i 1
il
ren-
si
volve intorno
Immortai ed adorno.
Nel che Dante
ed
il
Tasso
lo
Chiamavi
il
Mostrandovi
il
Dante dice
Mira
il
Che a
ciel
com'
bello, e
mira
il
sole,
VI.
Del resto,
certo
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
questo
calore di
penna
149
non manca
d'
il
un
Ci
senso, che
una poesia
canzone
allegorica ed
Mentre
astratta.
il
alma, e preme
1'
il
di
Dante
il
concetto,
fa-
il
il
Ed
al-
E dopo
La
amante
moso verso
1'
Il
poeta
mente,
la
di speranza. Ci
la ra-
il
il
senso
gli
Perch a
Il
me
1'
amore.
Il
ma
il
vero
150
Sa che
svaniscono
clic in
un'ora
Lo
sa e
il
non pu, ed
E
che
Il
la
morte innanzi
gli occhi
panne,
non ho l'arme.
ombre.
gli trae
1'
il
Aver
il
principio
Una
piet
forte di
me
stesso,
Ad
un
principio che gi
ti
non
soleva.
commuove, perch
ti
fa
supporre
ma
Con
la quai del
mortale
E sempre
ciel si leva.
invano:
Ma
mi
rileva
io faccia.
VI.
La miseria
SITUAZIONI TETRARCHESCHE
151
si
un
altro
gitta in viso:
gano
il
umilia
1'
sul viso, ed
rossore l'accusa
gli
appunto perch
gli
pare
arrossisce, ed
il
'1
vede.
sempre
evitarlo, deliberare
della canzone,
il
'1
Gran parte
mia
ornai della
N mai peso
tela
breve
fu greve
tale stato;
E
La
veggio
'1
meglio, ed
dare
il
al
peggio! m'appiglio.
Perch
un inutile
ma
conti-
riflettere,
buono
152
solamente a dare
qui
al
sura tra
quella
presentimento
il
hanno portato
il
di quella tragedia
che
pensiero e l'azione,
fino all'umore:
una specie
anima
dell'
di
moderni
di malattia subli-
fisso in
lo percorre e
lo
guarda, non
nuova
la
il
si
non
l'
lo penetra, se
interroga.
per
Le
una nobilt
tristo
Ma,
se la riflessione,
come
tragico e poetico,
tuisce alla vita,
mente
tura e
altamente
quando
decomponendola ed esprimendone
si
sosti-
astratta-
Ci capita
non
di
rado
esprime sentimenti, ha
il
l'
Petrarca
aria
di chi
anche dove
faccia
un ragiona-
e spesso
ti
e dall'altra,
VI.
<li
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
che nasce
vita,
153
come
nel sonetto:
Ma
Se buona, ond'
l'effetto
Se
ria,
ond'
aspro mortale?
?
S'
S'a
Come puoi
s'io
tanto in
'1
me
s'io noi
consento?
mi
doglio.
Ch'i'
medesmo non
E tremo
E
so quel ch'io
mi
sione produce
voglio;
verno.
il
aliti
la rifles-
per entro la
La
lei.
tessuto di riflessioni
ma
vedete la sua
none un
la rappresentazione d'
il
un fenopoeta sa
(1)
pensier che
il
Se
mi strugge
(1).
Com' pungente
e saldo,
154
Il
SUL PETRARCA
.SA'.NIO
il
dentro e
di
il
fuori
di
Forse
tal
m'arde
e fugge,
Men
solitarie
1'
orme
stassi,
Ma
Amor e que'
Ove si siede
'1
begli occhi
all'
dolor che
ombra.
si
sgombra,
non
trabocchi,
lo scaltro.
Che
D'Amor
Ch'almen, com'
io solea,
Un
tra
Se
.'
lui
possa sfogarme
parme
VI.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
stupore e di dolore.
Ma
rioso per
il
il
Petrarca,
Dipinge, e di
parla
mano la
Per
me non
Lo mio
Come
Volge
m'
dir
Cos
'1
dire
ne stempre
dolce soccorso.
fancinl eh' appena
non
sa,
snoda
ma
'1
mi mena
desir
La mia
me
scorso
la lingua e
Che
e vo' che
m' oda
Che sempre
Come
largo volo,
ridica
si
tu m'eri amica.
Come
Onde
spiegazione.
Lasso, cos
quale ne ha gi a
lei
155
partir teco
Ancor
acquetarsi.
Ovunque
156
mi
di saver
spoglia,
Ora
ma
la poesia
la
non gi
potere e
il
sviluppo di questo
lo
il
un trovato, un presupposto.
il
subito e
mento
il
ma un
e'
scientifico
poeta
la maraviglia,
l'
Con
Ci
cercato e
il
perch
un contenuto
ingenuit,
il
e'
patetico,
un anda-
sentimento la calma
le
piagge e
talor farsi
'1
fiume,
un seggio
concetto
s'
concetto,
conserva un
della riflessione.
il
ma non
poetico,
Il
sapere.
Il
non senza
il
il
peggio.
quando
fe-
VI.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
riva,
cerca e non
Di che prima
157
s'affligge,
solo se ne
consola,
afflitto
E
Il
il
peggio.
ha colto
Il
ma
il
concetto
maginazione; meno conosco e pi immagino. Appunto perch non so dove Laura passata,
in ogni luogo
me
la
posso immaginare
le
talor farsi
ebbe in costume
ella
piagge e
'1
fiume,
un seggio
il
peggio.
intento
il
ne ha cavato
il
poeta a rappresentare
il
suo godere,
sapendo
SAGGIO
158
il
Ha
Petrarca.
SUI,
PETRARCA
od abusato della
usato
riflessione.
ragionamenti
lo fa uscire in concetti
Il
ino
ragioni ed ai
all<-
lo sospinge per
per
sottilizzare
abbondanza
di
non comparisce
di
non dopo
d' esser
passata
per
la
sua
ma pomposamente
abbigliata. E,
ci si
fa
quando
poeta vera-
che rappresentare
vitto dualismo,
che
la miseria dell'arte
vediamo gi sorgere
moderna.
suo
abbiamo innanzi
il
non pi un
il
la
ma
ca-
quell' in-
grandezza e
VII.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE.
CALORE
Un
IMMAGINAZIONE.
I>'
pi
>i
conilo
il
Nel Petrarca
la
e l'impeto
de' sentimenti.
il
un
pi
un logico
sente attore
stato
li
o,
or-
conscio
spettatore
di
stesso,
non
ma
la gitta in
si
un vivo concitamento,
che tutte
le
sue forze
paion fuori.
di
certi
tempi e di
160
SAGGIO
nezza.
Il
SII.
PETRARCA
ne' quali
alzato a quel
si
massimo grado
gioventa,
di
di
offendere,
piegano e
si
guardare in faccia
una immaginazione
alle
ombre
scono,
si
si
fiaccano facilmente,
cose e vi sostituiscono
le
esaltata
dalla paura,
le
non osano
illusioni di
cedono innanzi
Il
Petrarca
Ma
ebbe
la
dunque
come un
siasmo, e mostrare
oracolo. Pot
gli
Ne
non
si
fa
comunemente.
sempre a
col pensiero
lo scioglie la volubile
conosciamo in
emozione,
questo
e,
modo:
lei.
Ma
il
s'
un momento
immaginazione. Con
imbarca
patetico,
l'
sul Po,
da cui
attitudine che
stato
zione.
immagina-
pregiato pi che
1'
ed
Ed appunto perch
Il
affet-
zione.
sono
inchini
quando non
lo generalizza a
VII.
.iest'
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
Po ha
sua anima
uno
161
il
ma
sulla
pone
il
Po come suo
rincontro al
di
non
giovanile. Si
mia anima
la
pi potente di te
rivale, e
Po
tu
sei
me
Di
Ma
nasconde
Battendo
1'
L' acqua e
ali
'1
verso
l'
aurea fronde,
vento e la vela e
remi sforza.
altero fiume,
e'
ne mena
il
giorno,
Torna volando
di
te,
il
Po per
al
il
gettarle gi
mondo
piacere di
con un
soffio,
forze
le
Sasctis
tanta fierezza
Petrarca.
dal
forte
del suo
con
l
il
la rapidit del
superbamente
stacca con
Db
ancora pi
tutte
vento, la vela,
ultimo
si
esalta
n se altro
avversario, l'acqua,
fiat,
al
rimanente,
in
che
come volesse
11
162
dire
moi
E come
si
!,
dileguano tutte
a traverso
1'
le forze
quando
gli piaccia!
quel batter
come
che
in
il
l'ali
somma, non
come
nell'
la
fa
ti
fanciullo che
Po non
sensazione che
si
diverte
si
sente qui
1'
poeta
il
un nemico che
poi
V amaprovare
eco
gli
d'
faccia paura
una
che,
seria grandezza
d' ispirazione
ci
un vero
troverete
il
carattere
calore
La sua immagiqui
nel Petrarca
della forza
il
ti
di questi
il
bondanza di
quar-
d' ora.
Dove
l'
combat-
ha avuto qui un
chiamate
(1)
le tre sorelle
(1).
soprab-
con
la fa-
poemetto
tre canzoni,
VII.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
163
il
Ma
voi rivolgo
Pigro da
s,
il
raa
mio debile
'1
stile,
gran piacer
lo
sprona;
Che con
Levando,
il
Con queste
C ho
Non
Lo quale
Ch'
i'
in
me dappoi
Non che
1'
non pareggia,
Quando
Dunque,
eh'
i'
non mi
sfaccia,
Non
Ma
paura un poco,
me ne scampi
come
164
il
caso di
un'occasione,
Che
il
'1
Risalda
O
O
poeta
le
vene agghiaccia,
cor,
Non m'
aita.
Trarrebbe a
fin
non ha cura.
Dolor, perch mi meni
Fuor di cammin a dir quel ch i' non voglio ?
Sostien eh' io vada ove '1 piacer mi spigue.
Gi di voi non mi doglio,
la colpa di tal che
Occhi sopra
'1
nodo mi distrigne.
Vedete ben quanti color dipigne
Amor sovente in mezzo del mio volto,
've d e notte
Addosso
col
Luci beate
Se non che
Ma
poder
e liete
'1
stammi
e' ha in voi raccolto,
;
quante volte a
me
vi rivolgete,
La
a voi fosse
si
riferi-
Quando
dentro.
ci
si
li
siete.
nota
VII.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
165
si
un certo
Oim, perch
Mi date
ringrazio
grado.
rado
quel, dond' io
Una dolcezza
La qual ogni
sento in mezzo
i'
inusitata e
altra
1'
alma
nova,
salma
allora,
un sol vi si ritrova.
Quel tanto a me, non pi, del viver giova.
E se questo mio ben durasse alquanto,
Nullo stato agguagliarse al mio potrebbe:
Si che di mille
Ma
Invido, e
me
superbo
1*
onor tanto
Che
1'
'nterrompendo quelli
A me
ritorni, e di
me
il
Il
stadio,
pianto
spirti accensi,
stesso pensi.
Qui
166
non
e'
voglio cantar
anima
del poeta
Fugge
accorgerete che
vi
al vostro apparire
angoscia e noia;
Onde
s'
Nasce
di
Io per
me
Colto da voi
'1
Per
me
non
sia certa di
Nel mover de
Che mi mostra
stesso
tu'
infiammi
m' invola
esser sola.
veggio
i'
vostr' occhi
un dolce lume
conduce
Dentro
dove
sol
Quasi visibilmente
con
il
Amor
che mi scorge
seggio,
cor traluce.
seme.
il
al glorioso fine
induce,
le
sue divine
se lassuso
gli oc-
terra,
che
la-
VII.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
pensando pi
artificio,
167
alla
rettorica
che a Laura. La materia che vuol trattare non ancora organizzata; le idee gli stanno innanzi senza colore e senza
Son P
altr'
opre
belle,
che
'1
cammino a
son chiuso
io
tal vita
mi serra.
Ringraziando Natura e
'1
d eh' io nacqui,
lei,
Alz
'1
A me
Da
mio cor
noioso e grave
me medesimo
quel d innanzi a
Empiendo
io
un pensier
ond' hanno i
o la volubile
piacqui,
alto e soave
d'
begli occhi
Quel core,
N mai stato gioioso
Amor
giacqui
la chiave.
Fortuna
Ch'
noi cangiassi ad
i'
una
Vaghe
'1
piacer
Come
Ogni
s'
accende
e strugge
sparisce e fugge
altro
lume dove
'1
vostro splende,
in lui discende,
Fu
fore,
Quando
i'
sento, nulla,
168
calore; e,
a cui rag-
Soavemente tra
il lume
Volgete
'1
bel nero e
'1
bianco
Amor
si
trastulla
in cui
la
gli occhi,
velo
il
attraversa
Perch' io veggio
(e
mi spiace)
Qual
Ed
all'
alta speranza
al foco gentil
ben veloce, ed
S' al
conface,
si
Dispregiator di quanto
'1
mondo brama,
il
fin de'
tal
fama.
miei pianti,
1'
Apparecchiarsi
medesimo albergo
dir
VII.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
d' attrarsi.
e'
169
la forza
al Sole.
la
ragione morta,
Che tenea
'1
Amor,
io dica,
in guisa che se
Non mia ma
Dico
Ch'
al
mai percote
mia nemica,
s accesi,
s'
avvolse
170
di
matrimonio
intellettuale,
senza di cui
pi bel
il
onorate
1'
fior
ne colse
Amor
volse
gioioso vivo,
io
Non conven
eh'
i'
sempre ricorro,
lor
Come
E quando
Come
a forza di venti
e'
ha sempre
il
nostro polo;
Ch'
i'
Sono
mio segno e
il
Lasso,
ma
'1
mio conforto
solo.
Mi
fa di loro
Poi ch
io
li
i'
sono
Che
assai;
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
VII. -
ris ti
brevis,
vitti
sono
luoghi
171
comuni
de' panegi-
e d pfllj
V insuffi-
c ienza dell'
C una
vanno.
Move
Cos vedess'
Coni'
io fiso
Amor dolcemente
gli
governa,
un giorno da presso,
Senza volger giammai rota superna
N pensassi d' altrui n di me stesso;
E '1 batter gli occhi miei non fosse spesso.
Sol
Vo quel
non puote
eh' esser
in alcun
modo;
Di dir parole
Che
Ma
i'
prenderei baldanza
in quel
punto
nove,
impresse
le ferite
'1
sangue
si
nasconde
i'
i'
non so dove;
sommi accorto
di che
Amor m' ha
Ma
non
di parlar
meco
lei,
pensier miei.
morto.
ma
172
ma
impedita da
un
zione interna.
Onde
tira indietro.
presa alta;
nalza.
La
ma
un
la poesia si riduce in
1'
vorrei,
urta innanzi
ma,
in
e l'altro lo
piacere
il
La mia lode
mi sprona o
soggetto
il
ni' in-
ma non
posso
ma
morire guardandoli;
temo
d'offenderli.
E veramente
ma la
paura riscalda
il
core, agghiacciando
sangue
il
ma
difficolt
une
le
La
paura
tre stanze le
un
dialogo,
poeta
il
la
si
un
mette
in via,
ma, che
lo trattiene
mi meni
cammin a dir quel
Dolor, perch
Fuor
di
Non
e'
si
ritosa galanteria
move
ma
senti gi qual-
al di dentro, la senti a
questa spi-
Luci beate e
Se non che
'1
liete,
quante volte a
me
tolto:
vi rivolgete,
un
non voglio?
ch'i'
piacer mi spigne.
Ma
'1
siete.
il
uno
poeta resta
VII.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
173
lampo
di tene-
pena formati
C
lice
nondimeno qua
Lo
star
mi strugge,
'1
in
me
Colto da voi; e
'1
d'
ingegno
si
Il
il
Ma
un dolce
calore.
La
semina non
negli
uomini
mette in esercizio
si
sensibilit,
l'immaginazione
risveglia; e le idee si
cisione, che
ma
nel soggetto
e prende
si
facilit e pre-
sieno esse che sfilano per propria natura dalle loro nic-
1'
anima
si
di rado e a cos
onde
il
&
il
poeta
s'
immerge
nel soggetto,
si
stesso
lavoro,
174
e nel
punto che
zone,
si
finisce la canzone,
all'altra,
Per
Non pi
destia;
il
me
stesso m'invola;
non esser
sia certa di
canzone:
la
m'infiammi
anzi
can-
chiusa, mirabile di
la
rem
la
sola.
primi versi,
fin da'
il
sentimento dominante
avidit dietro
e
si
getta con
il
non conseguito
prima canzone
nella
eccolo
ora se ne
La canzone
occhi di Laura,
cezza
un
bile piacere.
dimento che
si
chiama
estetico.
Ma,
se
il
insazia-
Ecco
un tumulto
il
d'affetti; il
e per questa
il
de-
godimento prende
via
si
pu andare
una
il
La
si
chiama
la con-
VII.
ti
addizione
ma
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
sentimento petrarchesco
elei
Talora
poesia.
lettuale
il
175
il
poeta,
il
scompagna da
un
lui
intel-
involon-
come
l'
attirato
ma non mai
cotal ritegno,
tamente
sensibili.
liei lo
sentimenti che
Dio,
clic
este-
amata desta in
1'
conduce
il
una
lui,
bellezza creata da
Ed
il
Aprasi
Le
che
altre
idee
la
'1
si
cammino a
tal vita
schierano intorno
.a
mi
serra.
questa.
Il
dolce lume
nano
alla virt,
alla gloria.
tolti dall'arsenale
ci)
il
Nel testo
a tal vista
vista
mi serra
leggendosi
[Ed.].
il
verso della
canzone
SAGGIO
176
,ita.
BTJL
PI.TKARCA
cr a scontento, vile
Ce
di .ueile espressioni
si
scrivemmo
prorompono
,>
a nuH;
f-;"
*
de* ad un
e,
gnarda con compio,,,,,
tempo con l'idea: ora
espone di non nunore energ a
air ,o con nna .a
pr.ma era voto,
perch il sno cnore
piace a s stesso-,
pe
a
e.
noioso e grave;
qnel d innanzi a me
A me
Da
Empiendo
un pensier
ond' hanno i
d'
Quel core,
medesmo piacqm,
alto e soave
uiu
rasasi l'immaginazione,
*
.
accesasi
1
Nella terza stanza,
aro
dolcezza e piacere
diviene q
u
la
il
godimento
si
visione intellettuale
q
^^
tra-
ornat()
amoroso, r,
sforma in sentimento
stoima
temenergia di desiderio
immaginazione, un energui
ila' fiori dell'
doleva musicale
-W^
dallato, U
d'espressione e
le felicit del
noeti raecoglie tutte
^cangiarle
ine,
ad
"T\J
mondo, per
- ** <*
Qui
un paragone, che
quando sopraggiugne
gtttarle fctu,
set
t.
gttta
grazioso:
i'
mondo
u* su-
amici,
una
noi cangiassi ad
VII.
177
SITUAZIONI PETRAHOIIESCIIE
ocelli, li
accarezza de'
monia l'energia ed
cando
il
si
amata
sublime in
di grazia e di bellezza;
s,
il
ma non
per
il
1'
uni-
mondo
Petrarca, maestro
mezzo
all'
sentimento.
Lo
diresti
bellezza
toglie di
forza,
il
taglio del
e pi gli aggiunge di
Come
sparisce e fugge
'1
vostro splende;
Quando tanta
un periodo,
zioni
tirato d'
un
fiato,
dove
s'
affollano le grada-
pie-
Sajcctis
Petrarca.
il
poeta vuol
1S
178
sorbirlo tutto
goccia
<
imma-
le
de'
nero e
il
bianco
Quando
Ma, giunto
il
il
il
tra
'1
lume
bel nero e
'1
bianco
Amor
si
trastulla.
in cui
cima del
alla
mento germoglia
uno
in
Soavemente
Volgete
materiale,
il
desiderio
la
sua
felicit,
la
appaga-
sua forza
mezzo
si
rivela
Quando
chio,
il
finito della
gli occhi
Laura con
de' suoi; ed
Il
il
negazione,
il
mano
godimento un
istante,
il
desiderio inesausto
e la
canzone degenererebbe nella disperazione d'un desio sconsolato, s'egli, disposto alla gioia,
la speranza.
il
non
lo
confiteor alla
mamma
e promette di
fanciullo,
non
che recita
farlo pi;
ed
ingegni
spera di
vederli,
sinora
lieti
e sereni,
di
ve-
ultima
Ma
vii.
SITUAZIONI PKTBABCHEBCHE
con impeto,
finir la
e nel
179
desiderio scoppia
il
for-
Canzon,
1'
una
medesmo albergo
1'
Questa canzone
si
pu paragonare ad un torrente,
il
quale
va
si
non dato
eile
1'
allegrezza
lirica
al
tempra
che
Un'abbandonata
rilassando.
la
virile.
anima
forza:
fatalit della
canzone
Nella terza
gi in
uno stato
all-
rat-
1'
riflesso.
Il
poeta come un
mina
conseguenze.
non
Raccolto in
non iscema
Anzi mi struggo
al
un uom
tossi
il
di ghiaccio al
e dalla
speranza di
Questa
canto.
sole.
primo
stato,
([lugli
il
poeta
vi
si
d'immergersi in quella
render
introduzione
me:
s,
l'ardore,
Pur COm'io
Laura pietosa,
solo
ma
in
una
mia
salute;
li lio
180
un'orma,
ecc.;
non nell'oggetto,
cio
verso la
un
mezzanit di
stile,
si
fine,
il
poeta
sente
si
da questa amena
tratto
in tutto
loro fascino:
il
Move
Ma
quegli occhi
non
li
i
gode pi,
desidera; e
li
meno
spera,
manca
nella
poeta, che
non pu
cervello
realt,
abbonda nell'immaginazione;
un'assurda
il
Com'Amor dolcemente
gli
governa,
me
pensassi d'altrui, n di
'1
non
compiuta
realt,
ed amaro
dura un istante;
stesso;
fosse spesso.
il
1'
illusione
risvegliai-si
d'
una
subitaneo
VII.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
181
tali parole,
vorrebbe innanzi
che.
i'
prenderei baldanza
Succede
inevitabile
1'
scoraggiato
ma
il
reale;
fatto
il
poeta
si
vede
E
La penna
sangue
'1
si
nasconde
i'
non so dove.
gli
si
Canzone,
i'
Del lungo
Ma
impeti
allontana
il
il
ragionar con
Alcuni impeti
Sjtgggi
in
lei,
pensici' miei.
mezzo ad un generale
di
misurato,
che
ne
La
son quelle,
in,
cui
il
Syf
poesie, tutte
LS2
sformato
un
in
ti
spaventa
maraviglia,
di
si
s' tra-
vedere.
Ben
le
patrocinatori
poesie politiche:
dell' arte
come
se
pure,
il
sia la
si
momenti
le
sue debolezze, ed
suoi dolori. I
non sono
altro che
storici dell'idea
para un'utopia.
Ci che
reale,
non
si
dee domandare
vi stagni,
non
Petrarca
del
torto
il
poeta che,
vi s'insozzi;
al
il
sentimento
contrario
calando nel
di
dell' arte.
non
essere
Ora
ab-
tano
dosi tutta
l'
ma
dan-
fattizio e rettorie,
che
ti
marlo
1'
antitesi di
Dante: in costui
il
particolare
spesso
ne d
effetto:
l'aria,
meno
fa
c' rettorica.
VII.
La
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
fu per
politica
Lontano
cagione.
il
il
sdegno
e dello
ma
non vocazione,
Petrarca
183
non
senti
mai n
la gioia
e dell'odio,
nei tormenti
oe-lfr
dell' inquietu-
una
forza ed
una
sua idea
di
Petrarca fu
ti
una idea
e viver
di quella.
il
pubblica romana,
(liicsa di
Dante circonda
gP
il
Il
vento, ora
Roma. Questa
la
il
lebri,
piti
come un'arma
Roma
politica, che
le
come grande
Per vigor
di
stile,
il
s'
consi-
primo sonetto
e l'altra all'Italia. In
grave, chcv
meno
Fiamma
poesia.
amendue
il
Pumi
Cola da Rienzo
poeta assume
un
possiamo .tastargli
il
tono
dunque
184
Roma
e, se avcs.se
avesse
Rienzo
celebrata
1'
la
inno
avremmo
dopo
in
scopo
lo
il
fatto,
il
Ma
razione di
il
sue ricordanze.
un campo
iniziatore
oratorio-poetico.
nella rappresentazione di
Roma
letterata, di
COS
Il
altri
ci asse-
sentimenti sono
Il
JtJwha
di
e'
Roma
una specie
antica risurgente
finisce
un ordine
logico. Nelle
d' introduzione
;
in
civili,
succede
che straziavano
crescendo sino alla quarta stanza, da cui comincia a declinare, insino a che nell'ultimo
Le
tre
meglio,
il
le
si
gli
sonnacchiosa.
nire
il
ti
tiene rac-
ti
che non
in
una indignazione
risponde.
freddo per
E un
le ossa,
come un cadavere
ti
fa star chino
il
ti
fa
ve-
capo in un
VI.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
185
cupo abbattimento, come senti in questi due versi ammid'un andare tanto solenne
rabili,
L'antiche
E trema
I
Il
sassi
le
sepolcri
quel
mura,
di
te-
eroi.
principio
'1
gravi
ti
Romani avvolti
Ma l'immaginazione
escono da' loro sepolcri col sorriso sul labbro, e l'impressione diviene irresistibile
Come
Questo
clic resta
ciolire.
dica:
il
in iseena Fabrizio:
Si faccia
quando entra
lieto,
udendo
Roma mia
concetto
la novella
fondamentale, ed
il
poetico, quello
no
felice.
La prima
parte
la
me-
SAGGIO
186
::\.:<
l'i.i
i-
Clic per
Questa
81
in
alto.
lettore;
il
come
e,
proprio
male
il
punto
eli
malandrini,
le ire civili,
uscio,
all'
vergognoso
Deh quanto
che,
ticelli,
di
si
a'
buoni,
trova
mostrar
diversi atti
veDgono
la
come un
sua taccia
servi-
tutto,
ecc.,
zione dove
un
chiuse
le chiese deserte,
le violenze dei
Il
drammatico che
ultimo, te lo
all'
il
una
in
Vedova
descri-
ma non
senza
Roma:
Conti
Gaetaui
ma
contro
gli
quali
un linguaggio me-
ni.
SITUAZIONI PETRABCU
Quanta gloria
ti
Dir:
l'aitar giovine
altri
gli
187
fia
e forte;
La chiusa
sportandoti
la
il
dell' azione in
cosa
canzone
di tutta la
tra-
Roma
Sopra
Un
pi bella
'1
cavalier
Pensoso pi
Digli
Dice che
Con
gli
Roma ognora
.Si
Non
compendio,
versi sieno
colli.
il
microcosmo
riflesso in piccolo,
ma
della
che, ridotto
ti si
zone inferiore
sione
mondo
all'
maturit
nella
degli
anni,
ci
si
una logica
distri-
molto
di
artificio di verso,
Ma non
maest.
sioni: ci
ha
mancati. E
qua
l,
CI
Benti Da'
frasi,
una grande
ci
nell'
immaginatone
il
soffio
<
delle pas-
entusiasmo, sforzi
stracca,
che scintilla
il
resto
e'
188
La canzone
elocuzione
poeta
1'
il
magistero
mantello del
erudito.
Italia mia,
(1)
canzone
la
bench
all' Italia
(1),
'1
Che
Spera
Tevero
spesse veggio,
e'
e l'Arno,
'1
Rettor del
Che
ciel,
la piet
Ti volga
al
io
che
ebeggio
ti
condusse in terra,
Di che
lievi cagion
(Qua!
io
'1
mi
e snoda;
tuo vero
sia)
ha posto
in
s'
mano
oda.
il
vi stringa,
Vauo
error vi lusinga
Poco vedete
Che
Vy
w&^Qual pi
amor
cercate o fede.
gente possed.
diluvio raccolto
freno
il
primo
VII.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
189
Non
(1).
ma
e'
e' la
fia
che ne scampi
Ma
'1
'1
stato
Ch'
Ed
Mario aperse
Che memoria
dell'
Quando, assetato
Non pi bevve
fianco,
e stanco,
Che
'1
si
commise
De-S.
si
De
ma sembra
altri,
il
che
Bavaro
ora dimostrata
[Ed.].
HO BUI
I!M)
con
giovinezza,
sioni.
Le
n: A ima
sue,
le
l'i:
rifles-
Guastali del
mondo
la
i>ii
bella parte.
Povero;
il
vicino
Perseguire; e
n disparte
Che sparga
'1
sangue e venda
1'
alma a prezzo
disprezzo.
tante prove,
Ma
sferza.
vile.
Sgombra da
Non
te
far idolo
Che
'1
un nome
:
Vincerne d'intelletto,
Peccato nostro e non naturai cosa.
pia,
e l'altro
la
mio parente
mente
Le lagrime
VII.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
l'
191
Seguo alcun
di pietate,
Prender
Che
1'
Signor, mirate
si
e fia
l'arine;
'1
combatter corto
antico valere
come
Fugge,
la vita
morte
e la
calle.
1'
odio e lo sdegno,
atto pi degno,
Cos quaggi
la
Canzone,
io
si
converta
gode,
si
si
trova aperta.
t'ammonisco
dica;
conviene,
le
ir ti
'1
ben piace.
1'
vo gridando
192
SA(.(.K)
il
PETRARCA
.SII,
vano
neppure un accessorio
tenni, e
tutta
la poesia.
l'italiano e
il
l'
essa
medio evo
<'
die a quel
sentimenti
< sola
sempre
della giovinezza.
Chi non
certa et
lo
sa?
non
generali, quando
I principii
si
ti
chiama
si
il
ha ima
si
ma
il
Pn
la trasforma.
caso che
il
inveleniti e guerreggiantisi
in questa poesia,
il
vuol persuadere
principi
1'
Italia
ma
il
t'
alletta
Non
poeta.
un oratore
che
barbari
nuit
franco da ogni
e di popolo
Dio
prende
lo diresti
umano
ti
tono di predicatore
un marchese
quasi voce di
naggio
Ma
lirico.
Che importa
che
si
ci
pensa pi.
tratti,
ucciso
VII.
dal poeta.
clic
SITUAZIONI PETKARCMESi
193
Il
canzoni
Nelle
un po'
posteriori
sull'Italia,
di declamazione; si sente
memoria
solo nella
e nell'
immaginazione
tempo
Italia era
1'
sentiva
aveva
erano
e barbari
in quel
Italiano
primo
mondo
rivelarsi del
il
suoi antenati
e vi
congiungeva immediata-
si
l'Italia
Ma
;
1'
sempre
sente
si
tempi oscuri
romana
e l'altra del
le
due
Italie,
Italie
risuona alteramente
nella canzone.
zione, ad ogni
puro gioco di
versale
cose
dice
contenta di dire
frasi.
Il
campi
il
tutti.
nostro ferro
Si
la
tutte le idee
gliano
oggi,
si
accessorie,
affacciano tutte
alla
coscienza pubblica.
queste
parole,
Db
Anche
Sasctib
Petrarca.
Il
poeta
un semplice
13
194
SAGGIO SUL
l'I
suonano lungamente
TKAI.ma
tutte
<
]<
tocca, tutte
anima.
nell'
con un ordine
trano
uno
1'
coni' nella
artificiale,
nell' altro,
e'
due
p<
si
giustificano a
dell' altro.
Non
condizionano e
si
glio che
ri-
di
e'
sdegno;
e,
quando
sorride alteramente
il
col
Ed
Mario aperse
legge,
si
il
fianco,
C'
non
in
te la lascia analizzare
indivisibile
come
Ben
la vita.
l delle frasi e
de' mercenarii
barbari
che vendono
1'
anima a
prezzo, passano da
un campo
ritrosa, che, se ci
come
in
all'altro,
cui
il
combattono da scherzo,
avendo s cos a
vile:
gente
ma
Ma
tutto questo
VII. -
fuso
con
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
pensieri
altri
con
altri
195
sentimenti; e tutto
Aggiunge interesse
della forza.
del
poeta,
il
alla
canzone l'individualit
Poco vedete,
il
Petrarca futuro;
tenerezza.
si
il
dalle dolci
dove
memorie, che
Non
Non
si
ci
rendono caro
'1
terren eh'
questo
il
mio nido,
fui s
movimenti
d'affetto,
questo
Ove nudrito
Non
sente
Commovente
e ce ne ha tanti,
si
i'
il
luogo nativo
toccai pria'?
dolcemente?
mi fido,
Madre benigna e pia,
Che copre 1' uno e l'altro mio parente I
questa la patria in eh' io
non
se
tutti,
di
ne senta intenerire.
c'
poeta ha perci
196
all'
la lagrima,
chiama
Prender l'arme, e
Che
1'
NegP
antico
italici
fia
'1
combatter corto
valore
di
Vili.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE.
MALINCONIA.
Questa
canzone, cos
ricca
di
sentimenti, cos balda e sicura di tono, cos vigorosa e sobria d' espressione, fu la sua
politica.
Appresso,
di supplire
il
il
letterato e
1'
erudito
si
sforza invano
un amore
filosofico,
ma
che,
cuore.
Ma Lama
tessa
non valse
cavargli
tutto
dall'
il
suo
anima
il
Ed
io
una
forte risoluzione.
'1
Dice di se
pianger giova.
198
SAGGIO
Ed
altrove
ed
Che
Anche
PKTRABCA
SII.
lagrime mie
le
spargan
sole.
nella
geniale
occhi, frutto
desio
i'
si
un
rirsi e
abbandonarsi.
tratto
1'
quando seconda
la
di
anima, come
tutt' a
Qui
1'
vedete
sua natura,
E,
sparisce
esempli.
La
Petrarca in pien
il
bene
si
dissimula
l'
ed uccide
impotenza,
1'
anima
logorandosi ed
hanno
nel
sentito
riscossi
da lungo sonno,
miste-
una
e nel popolo
1'
amore
cesser,
che ne tormentato,
il
Manzoni
quando nell'uomo
penetrer la misura e
Vili.
serena
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
occupazione
sua principale
sar di esaminare
sedere.
199
l'
lo
assurdo,
quello che
conquisteremo noi,
dell' alchimia,
ci
se,
ci
fugge
lasciando
della scienza.
Uno
di questi alchimisti, ed
cesco Petrarca.
il
pi innocente, fu Fran-
spese
gran parte della vita in far quello a cui non era destinato;
nello strazio di giornaliere contraddizioni, nel flutto delle
illusioni e delle disillusioni
si
gitt in
solitudine,
modo
s'acconci a vita da
selvaggio.
poter meglio
tendere
a'
suoi
Dapprima quel
dall'
rendosi,
che
col
il
sua ca-
come un
mini, e in
ingann.
il
at-
anima una
Avea volto
mondo,
e pi.
si
le spalle al
al di
sali
lui
meno
s'
si
accorgea
trovava,
maginazione
mondo, e non
dentro di
in
a tale esaltazione
200
la pazzia;
l'orecchio
gli
spaventato,
eamera come
con
di piangere, che
suma ancora pi
Ed
di
si
io
lo sfogo t'allevia
un
istante, e
con-
ti
'1
pianger giova.
il
non trovarsi
Ben
so che
spiriti
malati
la
la
clic
com-
s stesso, per
il
parecchi
sentirsi malata,
vere. Cosa
vita di
dolore
il
secoli; e,
l'
ha goduto
di
una
quando ha cominciato a
dunque impediva
il
vi-
si
la
sua
ostina in
una
non ha avuto
la malattia.
l
dove
alle
si
sue
Mai
la sanit del
il
sente malato. Le
lagrime;
non
genio, ne
le
ha avuto almeno
s
Vili.
inversioni
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
201
qualche volta
antitesi,
le
ragionamenti,
le
vi sentite innanzi
allegorie, le
me-
ad una emozione
seguente sonetto
il
Fonte
Che
se'
'1
or di lagrime notturne,
vergogna porto.
d celate per
letticiuol,
Amor con
me crudeli
Ti bagna
Solo ver
N pur
il
mio
mani eburne
quelle
gran torto
secreto e
'1
mio riposo
'1 mio pensiero,
Fuggo, ma pi me stesso e
Che seguendol talor, levomi a volo.
Il vulgo, a me nemico ed odioso,
Chi '1 pens mai ! per mio refugio chero
Tal paura ho di ritrovarmi solo.
Lasciamo
stare
letteraria.
Ha
avanzo di abitudine
voi
sentite in questo
si
sonetto
qualche cosa
come una
soli-
ci
e stupisce de'
scrive con un
tutta
una
fenomeni
misto
storia.
malato
del
suo stato
fatali
non
e
,
d'angoscia e di meraviglia:
li
lo
de-
Chi
202
stupendo
pens mai?
questo: Chi
pens mai?
'l
(1).
modo che
non
si
non
lagna:
questa
presentire
vi fa
fa
che
solitaria descritta in
tragica
ma
narrare;
line.
al
poeta
Il
tono grave
Ha
conia.
1'
cose pi strazianti
le
e pensoso
*>olo
morto
il
riso
ma
pi deserti campi
mi scampi
Di fuor
S eh' io
Sia la
Ma
mia
pur
vita,
Cercar non
legge
si
aspre vie ne
so,
eh'
con
difficile
s
io
selvagge
con
lui.
sia
che
pi appassionato.
Cos nel testo del sonetto, come nel comento del De-S., in
(1)
luogo di
Chi
il
Chi
crederla
'l
perni
[Ed.].
mait,
s**-
Vili.
SITUAZIONI I'ETKARCHESCHE
suono monotono e
triste del
203
passo
occhi spaven-
quegli
tati,
anima
dell'
energica
non
costruzione,
di
mondo;
e vedete
nasconde pi dolore
si
Ma
rivelano,
ti
la faccia, l'amarezza
cos
il
quest'
uomo ha
ab-
mondo,
pensieri del
persegue.
Mai
giace la tempesta.
nudit
alla
tutto
antica
il
poeta non
si
avvicinato
tanto
marmo,
che tanto
ti
forma,
della
cose,
un momento passaggero
dolore concentrato
di cui
clic
non sa assegnar
la
esprime un
causa
suoi so-
netti
Ma
la
una
qtie-
sua anima
sunzione
il
prorompere
carattere proprio di
Il
che
di lamenti
parola
cameretta! o letticeiuolo
che
vi
salti
cui
L' Italiano
e a impeti,
dell'
anima
contemplativa
quello
appuntimo.
risponda
immobilit e tristezza
!...
in
comune
espansivo:
s
al
questa
nord
204
non
atta
si
nostro genio.
al
inaudite
Solo
compressioni
capo pensoso
al
del popolo
di cui
pi vivace popolo
del
oppressioni
piegare
far
mondo.
non ha esperienza
ben
approssimano
si
sopra pensiero,
fantasticare.
il
ci
,
ha
certi
modi
Ma
il
.staio,
che
di dire,
come pensoso
pensieroso
alle
In bocca
sottosopra vi
<
il
suo fantasticare
al
Berchet.
Chiamando
il
nome
della
donna mia.
E nessuno
ignora
dunque
di
cose fantasticate,
animo che
La
ma
Fantasie del
conceda
si
non
solo
le
o lo stato di
corrisponde.
vi
le condizioni di spazio e
oggetti tutta
agli
Ci
Berciet.
lo stesso fantasticare,
ancora
le
1'
tempo
di
laddove quella
il
una malinconia
piena di grazia; nella sua anima gentile non entra mai amarezza
sono
rancore
sfogo
glie quel
condensa.
la
non
d'
Fantasticando,
sua pena.
Ha
il
che
Le sue
allevia
amaro che
il
fantasie
e
scio-
dolore vi
accarezzato,
Vili.
povero Petrarca
a
di rincontro
rida, lo compatisca, di
gli
se la realt
insinuanti
non
ma
pone
si
la disf e la
rendere
le fa
suoni
che
sentirsi dire
gli resiste,
risoluto e minaccevole,
lei
205
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
la bellezza e
la grazia.
imma-
da
il
ad ornarlo
Rodano
Rodano
s'
e lo vagheggia,
arresta stanco
fantasia passargli
per
mesto
capo.
il
Fa
il
Laura
gli ride.
indugio
La vede
i
campi
CLIV)
(BOXI.
Forse
gli
le dole.
e l'aria pi serena.
conclusione un misto
grazia
mio tardar
vede
L'erba pi verde,
La
il
che spero)
(o
si
di
volutt,
di
tenerezza e di
Baciale
Dille
Lo
'1
il
piede, o la
man
bella e bianca
spirto pronto,
ma
la carne
stanca.
la
!!<
BA&S1B su,
206
Ma
bianca.
ci
in
impossessata di
s'
amaramente
fa
gli
ombre. Cos
l'
gioia
e di dolore.
La
gioia
al
illusioni
le
del
1'
ebbrezza
alternati
lo sforzo
d'
dell' illu-
momenti
di
una immagina-
si
angoscioso.
che
mano
sentire
sione
alla
quella
poeta
senta lauto
si
il
poeta riesca di
fissar la
sua ombra
u quel dolore
il
dolce
una
scienza, che
positivo
non abbia
'
il
il
piacere
dolore.
si
rivela
l'
Ma non
immaginario, e che
e'
dolore
il
musa.
il
vero
aspro, che
ma
il
il
poeta
sua immaginazione
gioia,
ed ammansirlo. questo
una
il
letteraria,
quella
e in
un sentimento vero
qui
si
menti
fattizii,
che
il
Vili.
mai
<li
non
pi
tale,
che
difficile,
ci
niente
difficolt
207
non
si
ritorni dell'
ginario
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
somma
poeta
Il
ci riesce
imma-
nella misura,
non
sia
tratto
sempre, perch
vivo e dal
La
turbato
ma non
decimaterza
(1).
Il
poeta
trova in Italia,
si
e,
come
(1)
Mi guida Amor;
Provo contrario
Se
'n solitaria
'n fra
'1
Si
Ed
il
mena,
turba e rasserena,
un esser
in
Onde
Diria
alla vista
:
picciol
uom
di
tempo dura;
tal vita
esperto
Ed appena
vorrei
la
lo tira
208
la
Ch'
dico
i'
forse ancor
Ad un tempo
Forse a
Ed
migliore
Amore
serba
ti
valli,
me
torno, trovo
il
petto molle
Dove
Ma
Che
In tante parti e
P alma
s'
appaga
bella la veggio,
P ho pi
Veduta viva,
Come
stella
che
'1
un faggio,
Leda
figlia perde,
quando in pi selvaggio
Loco mi trovo e 'n pi deserto lido,
Tanto pi bella il mio pensier P adombra.
Poi quando '1 vero sgombra
Quel dolce error, pur l medesmo assido
Me freddo, pietra morta in pietra viva,
In guisa d'
Ove
Verso
uom
'1
d' altra
col
dalla lontananza.
?)
Vili.
si
consola
nuovo
fantasia Io toglie di
Or
volto che
lei
il
mena,
in
Onde
Diria
di
la realt:
turba e rasserena,
Si
al
adulazioni della
Ed
Come
209
situazioni petrarcheschi:
alla vista
pensieri
uom
il
consonanza
fuori:
cangiamento
di
le
immagini
della
Comincio, e
'n tauto
Di dolorosa nebbia
Allor eh'
i'
il
lacrimando sfogo
cor condenso,
miro e penso,
me
in
mi
diparte,
s presso e s lontano.
pian piano
Ed
in quella parte
sospira:
L dove '1
Mi rivedrai
Ove 1' aura
ciel
sovr'
si
pi sereno e
lieto,
un ruscel corrente,
sente
'1
mio
cor, e quella
che
'1
Dk
Sakctis
Petrarca.
m'invola:
sola.
14
210
felicit:
siete
siti,
tali
una piaggia
alti
solitaria,
in
invogliano
fantasticare:
montagne sovrastanti
questi luoghi
si
romantici,
poeto, sono
colli,
1'
il
il
montagne.
In
pini o da
ciascuno
uno
momenti
di quei
uomini pi
liberi gli
di
forti.
In
questo
stato,
guardandoci
immagine;
diventiamo
uomini,
ci
a noi
stessi.
Come
perseguito
s'
tranquillo
vili
si
dagli
sente
pi
Provo contrario
s'
Per
acqueta
alti
alma
1'
sbigottita...
nemico mortai
La
mori, e con
1'
si
beffa egli
quando
un
medesimo
s'
de' suoi
abbandona
ti-
a' forse,
a' chi
sa;
tasia,
tutt' a
tratto,
Vili.
come/ or
ij
mi mio t
timori di prima
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
Ed
ricaduto
eccolo
211
Gira
il
Ed appena
lei
vorrei
'
i'
dico
forse ancor
Ad un tempo
Torse a
ti
Amore
serba
migliore;
te
Ed
Or
potieltb' esser
mode
Un- romanziere
zonte.
del
appunto povera
un vasto
l'uomo parla
pili,
ma
certo,
non
solo, e
niente che
ci forse
gnoso
il
So re n le gira
duplicarsi,
pensiero che
in
gioco
t'arsi
lo
il
tormento
anima
due dell'uomo,
conforta,
tormento
il
perci
com' carezzevole
oriz-
i?
umano, anatomica
cuore
,,,
come
una
al lettore:
inge-
di quelle
fermati
la ricordanza di
un
di
risa
dell'
fa
animo
la baia
rialzato
all'
uomo
e rassicurato
di ieri.
E quanta
212
SAGGIO
uno
<V
stato
si
PETBAHCA
non
<li
Laura', altrui
<i
mi capisci;
farlo
un sospiro;
sveglia con
e moltiplica
nelle
e fa
si
fa
come
1'
tutte
ne'
fanno piangere
maginazione,
ai suoi forse
gli
,
forse, che,
ne'
or quando
umano
.'
illuminata!
il
pianto
perch ne ha bisogno
i
ne' forse
paura
suoi sforzi
abbandona
se si
perch
soffre
il
una mezza
nell' abisso.
illusione, inter-
non vero,
1'
il
ti
ti
rigitta
ombra
di
un
gli occhi
su
del sogno
di
per cessare
gli
un
circostanze,
le
ma,
come
or
ri-
si
riso,
innamorato
la gioia e la
anche lui!
sorrdere
ripetere
interrogazioni,
e* caro,
il
durabile! Quanta
vorrebbe
gottito e dirgli:
un contentarsi prov-
vorrei t che
clic
ci
la confusa coscienza
gli
l'
213
PBTKARCHKSCHE
Vili.- SITUAZIONI
si
messo accanto
non
mai,
le lascia
non
vero
colle,
Talor
Disegno con
Poi eh' a
la
me
niente
il
torno, trovo
il
petto molle
Dove
11
poeta
se'
disillusione
dalla
Si era trasportato in
fa indovinare
ti
immaginazione
un gemito
Dove
Uno
dei
turba la visione, e
prorompe in
se'
.'
sa che l'immaginazione
come
vorrebbe
chi
l'inganna e
il
si
falso,
gli
gli
al
l'a-
il
dolce
ai
tener liso
che
Ma mentre
compiace di
lei,
illusione.
ahi la>so
mante
1'
paese di Laura,
nel
le
214
Sento Arnoi
da presso,
In taiilc parti e
Che, se
1'
bella la
veggio,
bei
potess' io
Aggiunge
ci che
effetto la
prova con
regno delle
(notate quel
d'un fanciullo
si
trattiene,
illusioni! Io l'ho
non un fantasma,
viva,,
bianca nube
veduta viva,
ma
lei
in
or ehi Jia
fate.
1'
1'
m'appago.
Ha
tolto, assai
die' egli
proprio, neld'
mi faggio,
quanto in pi selvaggio
La
reazione
non
si
fa
animo
Poi quando
'1
attendere, e
del poeta
freddo
medesmo
assido
In guisa
La prima
il
vero sgombra
Me
voi sentite
d'uom che
volta
un sospiro;
la
Vili.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
215
namorato
e di poeta!
S,
paragona ad un poeta
e certo a s
stesso
moto, egli
in quei
mo-
Non
ampli orizzonti.
onde scopre
il
quando
bisogno confuso
Vagando
chiamo l'occhio e
1'
perch
e
una
in
il
figuriamo
ci
la
tosto le
morie.
ombre
Come
che
di quei luoghi,
nell'ordine morale
ci
o piut-
sono certi
ci
lontananza,
stati
dell'anima
possono chiamare
un' alta cima
gi battere
Le
a cui non
cuore
il
passioni della
al
ci
presago
natura. Di
tal
sorta
arrampichiamo senza
sentirci
delle
prossime emozioni.
11
di
Ove
d' altra
Verso
'1
mi
Tirar
Indi
Comincio;
'titanio
Di dolorosa nebbia
gli
lacrimando sfogo
il
cor condenso,
occhi
2K5
miro
i'
e penso,
lontano! L'errore ed
sull'altro.
il
Ili)
L d
nel tenero
ma
gli
gagliarde
che in mezzo
al
ocelli
scompagnate da
ma non
lo
la terribile
tarda a comparir
come
danni: sono
mici
subitanee
il
ed
l'er-
secondo pensiero,
chiama: lasso
/,
gli
snatura
telligenza
Ed
in
quella parte
sospira:
Il
tuo cuore
'1
mio core
l'
e quella che
'1
immagine mia
m' invola;
sola.
vili.
e di disinganni
tole
situazioni PETRARCHESCHE
prolunga
si
di l della
al
217
canzone nel
let-
commosso.
ma
La
perfezione tecnica
come
ti
la
poeta
la
Ma
il
queste
visioni
con
occasioni,
le
vivere
diversa.
affetto
certi luoghi
Laura
matura,
bianche
le
gli
XII).
con
la
la
il
seguente,
collo di latte e le
lice
li
Laura
viso di Laura,
Fra queste
il
in
risguardo
il
lue
diffe-
Perch
pezzi anatomici
voi
primavera
-tanto incerto
In' ira
momento
nasce
Ne
parte tecnica
renza,
tempi e
certi
sulle
occhi, tra un
e vermiglie,
m'appongo;
animo
le
trecce bionde,
Il
rassegna
d'
fanciulla, l'est e
le stelle e
in
le
condizioni
isolate dalle
tra
producono,
una situazione
in
poeta passa
11
e sottilizza
quei luoghi,
una poesia
e riprodotte
le
sciolto gi
1'
ivi
i
tutto in atto
organismo
e senza vita:
ma
21S
tatti
che
dolori e le gioie
glia, carica
fraseggia
li
accompagnano. L
ac
maggiori
effetti
natura,
ci
confi, di cui
mento genera
la frase,
Onde avviene
nell'arte.
ed questo
clic
chiamiamo
il
vero
quanto
il
quanto
il
Petrarca
monumento pi
il
(1).
CW*I
(1)
Ove
la bella
membra
me
par donna
lei di
Erba
e fior, che la
gonna
Leggiadra ricoverse
Con P angelico
seno;
Vili.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
ci
un va
e vieni di
in lotta,
219
due forze
1'
interesse
S'egli par
(E
'1
Ch'
Amor
Corpo
adopra)
s'
Qualche grazia
mio destino
Ciel in ci
meschino
il
torni
1'
La morte
alma
ria
al proprio
albergo ignuda.
men cruda
la carne travagliata e
Tempo
1'
ossa.
l 'v ; ella
mi scorse
Volga
le pietre
Asciugandosi
gli
Una pioggia di
Ed ella si sedea
Umile
fior
sovra
in tanta gloria,
'1
suo grembo;
220
indicata piuttosto
che la
una
il
ut
nel
Quante volte
diss' io
divin portamento
'1
volto e le parole e
'1
'i
suoni
rimasta
Il
signi-
di cui
sceglie
sempre pi
ma
particolari
<li
dolce riso
Vili.
clic
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
221
richiede
molto esercitato
un gusto
c' l'immagine, e
nata;
il
sentimento
sono gero-
glifici,
incompresi per
zone
al
1'
compiutamente determinata
copiose di settenarii
finamente
e sviluppata,
sicch
oggetti son
giungono accom-
venuto abituale.
piacenza
Il
pensieri
in
di
morte.
Non che
vi
Quando
il
le
sot-
Ne
nasce
la
fa trovare entro.
il
principio
Commosso da una
stanza.
fare
profonda.
si
La sua immaginazione
vista ebe
la
ti ci
prima
me-
a cui
si
tutti quegli
li
decora
222
le
sue pene,
matica gitta
]<
teresse comincia
mazzetto
in
il
li
mezzo
ciglio.
al
l'immaginazione
slancio
comune
della vita
sente
di
Lettore fuori
del
un concitamento poetico,
in
Ha
prime parole.
dalle
suo godimento
li
die
ti
l'in-
come un
innanzi
delicatezza,
piando
si
parole.
un innamorato, che
ma
con
la di-
tinte
rattiepidita dalle
nome
al
nerezza
nuove impressioni;
e,
finezza d'analisi.
Non
quelle
il
memorie.
care
aggiunto significativo
l'immagine, ora
gli la te-
il
ora te ne d
(piale
sosjir
Vedete ora
non accompagni
lumeggiano e colorano
il
quadro.
La lagrima comincia
a spun-
tare; la
nomia
e se
come
di qualche
La
debbo dare un
se
a stemprarsi innanzi a
il
occupavano l'animo,
li
pensieri
fiso-
funebri che
rende la morte amabile, desiderata. Se amor mi dee uccidere, morire qui, esser seppellito qui, dove
Laura
stata.
Vili.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
dove pu ritornare
mia
e chi
sa
223
fossa!
lusinghiere
immagini
n mai
realt,
poeta rimaso
il
lungo
clic
Con
E come
il
cuore
batte,
gli
con
morte rap-
Amore
dire
in
clic
gli
chiude
fantasia
uno
dere
gli
Amore
spirito nel
momento
meschino corp
immaginando,
sogliono
china a chiu-
si
un tenero compatimento
della loro separazione
la
carne travagliata:
foesa tranquilla.
di
foggiandosi
scultori
gli
impietosito, che
di
forma
come volesse
rappresenta morto
poeta accompagna di
il
Si
di
lagrimanti
gli occhi
11
corpo
si
Qualche grazia
fra
soddisfazione,
voi
il
dove
si
fabbricato
il
menoma
meschino
ricopra.
fa piccolo piccolo
Corpo
lo spirito lasso,
un tenero com-
Il
corpo e lo
il
domanda
cortesia
224
deliziosamente
d' affetto che vi
nel
stilla
cimitero, e dipingersi
ricever
immemore
poeta,
si
corrono
l io lo vidi!
gli
occhi.
Un
commovente
lenne che
ti
confidente
dalla
un
sveglia ad
vede
stupore e di
di
letizia
ed ecco
cer-
speranza
di
scena,
dell'
amata.
un'immagine
so-
figurandosi
s'a-
Laura sospirosa,
Asciugandosi
gli
le circostanze
ginale.
desidero$
da
il
a stilla
della
la stessa
epiteti inutili
ci che di pi
l'
ite
soavemente malinconico
via, sup-
il
piacere di
lui,
la
vista
ori-
1'
stato
ma
fantasia;
suoi occhi
e l con la letizia
L dove
plite
come sorbe
improvviso grido
reso pi
Il
lusinga
si
cano me:
umane,
dimostrazioni
le
E come
suo frale.
il
doloi*e,
Uno
sepolcro.
de' misteri
im-
Mes-
contemplare
della
bella
le lagri-
me
amante,
velo,
pu tanto
sul
rapito
Vili.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
Laura,
La Laura
all'
Leu
improvviso la
estatico, innamorato,
del sepolcro
resta
la bella
il
225
in-
trasforma
si
una pioggia di
Erba
e fior che la
gonna
Leggiadra rieoverse
Con
.Ma
quei
angelico seno.
1'
sua
cancellare la
pensava
alla
ebbero
oggetti
cari
d' abbellire
virt
tristezza;
non
il
di
poeta
mescolati con
le
da
s,
senza saper
e,
corta immaginazione
pei'
[sbaglio s'
che
ci
lacuna
sia qui
un
il
poeta
come alcuni
,
che
di
forse
voler supporre
son pure
ci
momenti
comparire improvviso di
Che
>i
sappia
il
certi
altri
in
sogno:
il
poeta
SAncns
Petrarca.
16
226
SAGGIO
sono
fiori
come
.si
PETRARCA
i.
veste della
La
nostre
Le
che noi
Datura,
Qui piovono
belle.
ru-
Le
sopra
la
nudava in processione
rosa. Tale
da finestre piovevano
terrazzi o
rimasa come
come
1'
1'
la
fiori,
Madonna
testimonianza d'onore
Le ultime
foglioline,
arrestano vaganti in su e
s'
C'
in
1'
delle cose, e
aiuta
il
non
pur
la
descrivere,
portamento ,
gono
ino'
come su d'una
grandezza e
i
si
sollazzo.
parole,
1'
Ma
la
grazia
la bellezza con-
ondeggiano e scompariscono
particolari
le
il
una
come per
il
con
senti
ti
cede
tanno
misura ordinaria
la
fina
ti
da
cui
sii
riso
il
volto, di
da terra
alzano
la
Laura
il
il
la cin-
descrizione
si
sublime che
l'
ci
impotenti innanzi
al-
inaccessibile, e ci annichila:
un
che
si
spieghi o
si
prepari
il
passaggio. Se
il
poeta avesse
ci
Vili.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
227
Cosa
Btato
Solo dopo
pu:
fin clic
pu
si
raccogliere,
oggetti,
gli
e (lire
riunire
alla
Il
portamento
E '1 volto e
M' aveano, e
Dall'
parole e
le
s
immagine
dolce riso
'1
diviso
vera,
o quando
io,
Credendo essere in
Analizza
fiori
non
Ciel,
l dov' era.
sogno
sogno, e
n' io. o
quando
estatico si riscuote,
gli
clic
guardarsi
intorno
si
sentii
di
1'
in
come ven-
veder
oggetti
gli
ri-
immaginazioni
disinganno,
immaginazione
suo
ancora d'es-
il
pare un
pare
lauto durabile, ha
lungo tempo
a
1'
oim
godere
stata
Ma quando
cielo.
ii!
trova fra
obblio
gli
e dolore: qui
(piando pu
1'
si
gli
non
si
lamenta, non
avvezzo
ti
fa
contentarsi
goduto
fuor
del
costume cos
la
semplicit
sua pace:
d'un
228
Da
Un
buona ventura?
Qual' la tua
ne va consolato.
se
tristo;
Vi giunge
il g*
questa coscienza amareggia
nario Nell'altra canzone
fantasia, C un inesorabile
non
alto l! che
Che
se
gli
1'
la
lascia
neppure
la volutt dell'errore:
non cheggio.
la durata
Cosa ora onesta canzone?
la realt ne discorda
che un errore; che
dell' errore;
e che
sa
importa?
Febei
Bisorgimento del Leopardi.
disdegnose
posson volger le spalle
quando dopo lunga lotta
dell'immaginatone!
riparare tra' docili sogni
altro
non chiede.
il
al reale e
rappresenta
il
momento
l'animo colto in un
senza ragionamento; qui
lo ricorda, non
circostanziato. Il poeta non
particolare ben
ci
si
pone
al di
sopra e lo spiega;
10 soffre, vi soggiace
tastica, si
nello
lamenta,
spontaneo
11
si
rallegra,
dell'azione.
dobbilo
ma
e dell'estasi, e si
scioglie in
un pacato
sorriso.
da una vista
s,
di co-
Vili.
SITUAZIONI PETRARCHESCHE
che la volont
scienza, senza
Le immagini sono
parte.
sembrano
statue
timento
le
l'
se
si
pu
si
allegra
in
un
abbaglia
t'
ma
non
ma
uno
gliere
il
sogno
il
felice
poeta in un
di sforzo, di
il
lo dice
rischiara in sino
si
certifica
una soddisfazione
momento
una
riflessione, di assottigliamento;
mogenita
fra
anime tenere
grembo
la
tante
dalla
ti
co-
di freddezza, di stagnazione,
coli'
senti nella
inevitabilmente presenti.
grazia
lo
inquieta,
s;
dersi
continua da
si
che
dir cos,
prenda
vedere soffre o
vi
contornate,
tirano
si
229
intelligenza
precise
cos
si
e' ,
ma
ma
ti
il
poeta qui
rivela tanta
sua pienezza,
la vita nella
simili dell'arte
moderna, ispirate
solitudine e dal
la pri-
dolore
sulla
alle
Contiene in
tomba
di Laura.
IX.
MORTE
Nel Canzoniere
in vita di
DI
LAURA
Madonna Laura
sentito, a volta a
Il
l'a-
an-
tiche
rinnovare e
come
in
rasformare,
il
petrarchismo, cio
(piali
sicch
incontri gi
il
le
stagnano
in
lei
nello stesso
modo che
fecero
quel contenuto,
il
le
ha ringiovanita
La
sventura
quell'
lui
rinnovato
anima. Perch,
se la
raduna tutte
le
vecchiezza,
salutare che le
sue potenze
in
un
sol
nelle
ritempera, le
anime
spigra,
la
282
passione;
ne
nasce
una ooncentrazoiie ed
accrescimento
di forze.
La morte
i
Laura pose
<ti
dispersione ed indecisione
Petrarca- .Mezzo tra
Dio, tra
tra
il
politico,
il
cortigiano e
il
l'
poeta,
il
il
quella
la
letterato,
vieni,
forze,
li
mondo
il
amore platonico
1'
volere,
entusiasmo e
la
la
na-
malinconia,
al ritiro
ed
al fantasticare.
il
suo centro ed
il
suo equilibrio;
Entrato e rimasto
quell' intromettersi
pi
l'uomo con
se
ed
agli
le
altri
il
Dicemi spesso
mio
il
fidato speglio,
E la scemata mia
Non ti nasconder
Sono quattro
l'evidenza di
versi
quel pi
destrezza e forza:
pi; tu se'
ammirabili
e
di
pur veglio.
ed a nessuno sfuggir
il
mondo
IX.
poco
poco
non pur
morte
la
Dove
gli
altri,
il
affranti dalle
il
consola
si
sentite
la
disinganno e
ma
Laura,
di
chiamasi
233
LAURA
DI
divellile
gli
e quello che
MORTE
le
i
maggiori
moti soavi,
fra
il
Amare
o lasciar Laura
Tutto cangia,
sumere
che
ii
amare
cos o cos
poeta
la
la
poco
:i
poco
si
errare
non ha pi senso.
rias-.
una tomba,
il
il
poeta trovavasi
gli
Verona
e nel
un sonetto, ohe
usc fuori
2.
Oim
Questa fu
un mondo
il
la
il
soave sguardo.
che sparito
per
sempre.
Tornano
le
stesse
Laura; tornano,
passato, con
un
ma
tanto
amato,
l'
si
diletti
a rianimarne
234
tratti,
a clic,
esausto
pensiamo a un defunto, e ce
t'orzo
dalli
il
capo.
Quando
Sgoliamo, e ricordiamo
lo
si
scioglie
<
la
pena
sublime e
ma
la
<i
io
rad-
il
im-
che ad accrescere
il
poeta abbozza
con un verso,
rapido
verso
altro,
1'
orrore
1'
in sette versi
(II,
nutre,
dell'annientamento, quasi
la idea
il
la
giugne pi acerba
il
lui
li
della
morte
che
ti
fa
venire
il
freddo
XXIV):
son.
lampeggiar
'1
lucente.
il
pulvis
est,
mena
un fulmine
Ed
il
sublime: ed
io
pur vivo
Rimase senza
'1
io
pur
come
Or
la cetera
mia
rivolta in pianto.
IX.
il
Il
LAURA
MOItTE DI
poeta
trista,
235
si
spezza
piange.
la cetra e
si
la
Il
vento per
le
che
fato,
il
ti
fa correre lo spa-
si
pu chiamare
non
puramente elegiaco.
il
coril
suo dolore
15eji
il
sarcasmo, l'indignazione,
il
di
momenti
in
scuri,
un accidente
Laura
l'
improvviso sparire di
ti
un
ti
come
freddo taglio
il
del
cuore,
ti
ad un tratto
fa l'effetto di
si
della scure
rabbuia; e
sul collo
seppellito
Noia
ni'
Ch'i' chiamo
viver
'1
'1
fine,
gravosa
lunga,
236
SAGGIO
Chi non
ha provato
PETRARCA
SII,
noia
inai la
non
piombo che
chi
ti
una
cida: Unirla
quel gravosa
citiamo
il
fine.
non pu
volta; colui
lunga
Due
non
versi tutta
una
grido sui-
questo
il
cuore umano?
schiaccia e
il
sull'altro, contraddicentisi;
ripingc in tutti
provato
e con clic
lia
il
cielo; l'altro ti
vita d'
vuoto,
si
L'anima
1'
Ov'
Volgea
Ov'
la fronte
bel ciglio e
il
trista
e tutto sparito
mio core
'1
una
una
e l'altra stella
Ov'
1'
ombra
l 've
iniei
umano,
alma stanca,
all'
Quanto
al
misero
mondo
e quanto
manca
una melodia
flebile
IX.
-MORTE
LAURA
DI
^<U
Ma
poich
riempire
poeta
il
vuoto
il
sorriso di
Le Ninfe
petto.
il
si
1'
arido e secco
Il
alta e scura
la fronte
col
ri-
riero
il
non
inerme
sua natura.
11
che in
mezzo
sfogo
di
mondo
il
Leopardi. Sente
comunicare intorno
il
suo dolore
il
bisogno
di
con vani
la-
menti, quanto pi vani innanzi alla ragione, tanto pi eloquenti e appassionati. Ora accusa la morte, ora deplora
suo stato
passato
(son.
ora
si
XLV), mezzo
tra
rimembranze
un
triste
gli
anni e
Pur vivendo
Ed
ella
avrebbe a
me
forse risposto
volti e l'una e
1'
altra
coma.
e riflessioni.
il
'1
pelo
238
Il
nostro Petrarca
se
si
clic
ci
L' si
par
foggia
d'i
le
volentieri
dipinta
una
che
tale,
vi
tre so-
obblia
il
sonetto quarantesimo*
il
come
esposizione riposata,
di chi abbia gi
giunto in tranquillo porto. T' abbozza quella vita immaginaria con tutta la verit di chi ne ha gi
di
dire
il
le idee,
la
mia
fiorita e
Ch' arse
'1
Ove scende
mio
cor;
sentimenti,
Tutta
verde etade
'1
foco
ed era giunto
al loco
La mia
al
mio
inclinazioni,
originali e freschissime
un
le parole,
le
felice stato,
IX.
Con
MORTE
riflessioni inutili
(iiicsi.
di tanto
inutili,
un avvoltoio
239
s'accompagnano rimembranze
Non pu
pi acerbe.
LAURA
DI
all'amato.
Ed
vide Laura.
volta che
il
l'ultima
(1):
la
le
altre fa
diciamo a noi
stessi:
le altre
quella visita fu
non
Allora
ci
L'ul-
finch
ultima
1'
ci
a cui
appunto
queste
in
tormentavano
poeta:
il
Deposta avea
Le perle
'1
circostanze.
e le
viso e
'1
Gi
sentimenti
%
usata leggiadria,
1'
ghirlande e
canto e
'1
panni allegri
Or
Mi
sinistri
mia
tristi
(binilo
Non
sovvcn
ti
E
(1)
di
CXCIV
Laura
poi messi
e
CXCI,
tempo me ne andai?
ma sembra
l,
quell'ultima sera,
lasciai gli
in vita di
morte
sforzata dal
i'
si
che siano
stati
composti dopo la
citati gi
(Nota dell'Autore).
sonetti
240
non
I'
Or
Non
tei potei
<lic<
tei
spci;ir
(li
vedermi
vi ih:
<
torni mai.
in
Qual ha gi
nervi e
polsi e
pensieri egri,
Tal mi sentia...
Ed
ora
eli'
s'
ella
pure tutto
accusa e
glielo
si
Ma
pensiero all'ul-
col
le
ma non
pi
diceva,
chiama
che
la
morte
di lei
altro lo sguardo, e
si
LVII):
Che mi
fea
eh'
vedea,
i'
trista.
e se
ne pasce e
quegli occhi
in
mentre
tutti e
due; e
il
sempre
il
pie
si
non sapea
ne
come presen
se
volgea, a
mover
gii
risol-
tardo,
Laura
lo
dirgli
Non
cap
pure era
chiaro
agli atti, alle parole, al viso, a' panni, alla sua mestizia,
ma
modo;
rivedrenne altrove.
IX.
Se
Petrarca avesse
il
MOHTE
LAURA
DI
rappresentato
241
1'
freddure
il
descritta
con la solennit e
vimento
di tenerezza,
s'
il
insinua verso
tri-
ultimo un mo-
1'
Al tempo
lieto gi
pensosa e
Il
trista,
atti,
alle paiole,
al viso, ai
panni,
Quest'
1'
Come ardevamo
in quel
Gli occhi
L'espressione
briet grave,
di
(piai
punto eh'
questo colloquio
coli'
i'
vidi
!
ma
che sta
l l
per
ora
se
ne accorge,
che
non avea
leano dite.
E parche
voglia divorarseli
di tanti, di
amorosi epi-
che
gli
dicali
Ne nasce un movimento
Dk
Sakctis
Petrarca.
di
cui
16
242
non
saziare.
sa
si
Rissime.
L'amore
trabocca
nel
Le ultime parole
affettilo*
di
punto
addio sono
<li
che la
stesso,
felicit
mano
divide
li
destino
del
s'
sempre
pei-
ag-
Dir parca
to'
di
me
Pigro in antiveder
dolor tuoi,
mi struggo ed ardo?
modo,
Dicean: o lumi amici, che gran tempo
Con tal dolcezza feste di noi specchi,
Il Ciel n'aspetta; a voi parr per tempo:
Ma chi ne strinse qui, dissolve il nodo
io
'1
poeta
pi
il
ci
s'immerge, pi
1'
e letterario
aria
si
rara-
di volutt,
;
anzi quanto pi
s'
un
allarga.
intorno a
vedere
le
lei
le
ringiovanirsi del
piaciuta
il
mondo
innanzi
forse questo
anima attonita
com-
all'
entro e compiacersene,
Il
di-
Petrarca
farsene bello,
IX.
sentirne bisogno,
della morte
si
come
d'
affaccia con
voluttuose. Eccolo
ricetti
braccia
il
desiderio
elle
lui,
al
possiede
bel corpo,
il
e pre-
la tenga tra
l, sotterra,
pi teneri,
re
anche
243
un compagno. Fino
innanzi
MORTE DI LAURA
umano;
Me dove
Poscia che
Lume
Un
non
pi
meco
raddolcirsi
tolto Ini,
in
cosa
lamenti, ci che d
resta?
mondo, solitudine
un
significato al
solitudine e deserto:
anima. Se
nell'
il
mondo
mondo:
solitudine
mA^Sy
ma
il
riflesso
morta,
bella?
il
di
la
suo dolore.
poeta,
divenuta pi squisita,
volta
muore con
natura
Appunto perch
lo
rende
La
lei;
sembra
gli
vita estetica,
Una
nuove
sensibilit
facile
alle
im-
bellezze,
come
se volesse
lui;
e descrive quelle
le
24-1
sa(<;io si
i.
felicit
PETRARCA
non ha
inai
lui
non
c'
bel
'1
tempo rimena,
E
fiori e l'erbe, sua dolce famiglia,
E garrir Progne e pianger Filomena,
E primavera candida e vermiglia;
i
Ridono
Giove
b'
prati, e
'1
1' acqua e
Ogni animai d'amar
L' aria e
Ma
raaseri oa
ciel si
amor piena;
riVonsiglia.
pi gravi
Quella
eli' al ciel
se
ne port
le
chiavi
1'
aria pi serena,
1'
^y
Ora torna
pu
di
mille
sentire
memorie
felici
appena giunto,
prime impressioni;
il
che l'aria
del paese
e poi
come
tutt'
a un tratto
si
Bramosi e
lieti,
or
li
IX.
MORTE
caduche speranze
Vedove
245
L A L'HA
DI
o pensier folli!
vto e freddo
'1
Ripassa per quella valle, per quei sentieri, per quel colle,
testimoni superstiti di tante gioie, e tutto sparito
valle
suona
onde vedea
di lamenti,
ed
tanto
gi
colle
il
suo bene, or
il
quella
desiderato,
gli
mio pianger
del
cresci
Colle,
Amor mi mena;
Quinti vedea
Torno a veder
'1
mio bene,
onde; al ciel
nuda
Quantunque
la
gita.
spo^lia^.
il
poeta ha
la forza di
guar
volgerle la paiola.
ia.
Ne nasce una
la
natura
pure
divenuta come
non
la
vista di
ci ritorna,
elie
il
amica e
sa dolersi
sua confidente,
senza di
lei.
Non
gli
il
poeta e
a' suoi
s
ge-
che non
basta dire:
24(i
vuole che
io
sono
la
infelice;
ni;i
gli altri lo
sentano,
li
il
vuole
Porto
dell'
amorose mie
fatiche,
e
gm vi;
Del liquido
miei fur
1 d
Come
il
molte, che
chiari, or son
'1
fa.
si
Cos nel
foschi;
mondo
che nasce.
motto
un: ad hoc
nati sumtts.
Non
v'attendete per da
gnazione,
ma un lamento
ribellione n rasse-
due estremi:
il
dolore e lo
caducit e
la
la
Non
gi che
si
il
sua persona e
in
forma
la
sua sventura,
ma
proprio dolore. La
il
cui
centro
la
ammesse da
tutti
ma
il
genere
di cui si
acquista
MORTE
DI
LAURA
247
Il
le creature
il
sventava.
IX.
non
agita,
ci
non
ci
atterrisce, perch
rimane
tiamo
ma
se la
molte
la
ne maravigliamo
come
se
sen-
non
lo
commozione
me
si
Di
tal
La
la terribile
vita fugge e
non
s'
la
L'immagine
comune,
(piasi fosse la
pefatta di
gli altri,
non averci
gli
per guardare
ivi
s stesso,
il
poeta guarda
per trovarci
ci
pi infelice son
Vago
io;
come
stu-
si-
: il
nel sonetto:
Quelle similitudini
gli
24S
s.\<;<;io
generali
li t
gusto amaro
di
immortale
sonetto
il
ehi
PETRABCA
Il
lia
ma
col
Dolce
del rosignuolo.
clic
per
il
canto
lei
anime malinco-
le
proprio, se ne fa
La morte
lui.
Le
niche
coin filosofo
esprime non
eh' egli
sii.
di
pure non
ci
suo
lamenta anche
e si
il
l'orecchio a qnel
piaceri e beni
gli era
dopo
il
con l'angoscia
di chi
ma
una
figli
soave piagne
Di dolcezza empie
il
Con
pietose e scorte;
tante note
cielo e le
campagne
'n
io
regnasse Morte.
s'
assecura
'1
Sol chiari,
Come
Un
poeta, che
si
IX.
MORTE
DI
LAURA
monti
meno
infelice.
grida ben
e le valli, e
gi
249
si
schiude, e
Laura non
donna avvolta
morta
appena
punto
lirica,
non
sai
se
filosofica;
ami, se
compiaccia o
si
dispiaccia
si
morendo
da tutte
libera,
la
voglio dire,
si
scioglie
con-
le
fidente' ella fu in
vita,
di-
si
dire
Ma
il
il
come Pigmalione
calore e
il
reale sopravveniva,
come un sogno
Ora
il
il
il
riso
fantasma:
e che
si
si
chiama
la
chiama
la
morte, ci la
vita.
un mondo che
Vivere
vere
come
statua
la
il
sognale
proprio
e
il
rovescio
del
mondo
volgare.
e nell' eterno
un aprirli:
lume
il
vi-
250
Con questa
immagine viva
tutto questo
fico
inaspettata
balza innanzi
ci
sonetto,
quale
cella
1'
poeta
il
ha
un magni-
li
ei ehe
conseguito,
Pi s'avanza uegli
sublime cristiano.
risce in
1'
stanco ha
quasi
passato
lontananza.
men
Altri
Il
turbarlo, e compa-
forza di
a che
s'
>i
altr'
occhio
momento
il
le
Sarebbe
cose.
di questo passaggio.
nostri sentimenti entrano gli uni negli altri con tal rapi-
in
quando:
un
e qui,
sa
si
come
il
rivela
ti
nuovo,
La prima impressione
di questo
alla ragione,
ma
innanzi al cuore,
Il
(son.
ed
la
di maraviglia
passato
un sogno
mondo
a cui la re-
or comincio a svegliarmi!
1'
effetto di
grida
il
poeta
nima, che
si
forma in
Come va
'1
lui
(son.
mondo
XXII)
or mi diletta e piace
sento
IX.
MORTE DI LAURA
251
E breve
Forse
la
vita
non
che quale
errante fra le
cielo,
il
ombre
s' offre
all'
certo, questa
occhio
maniera
del
con
passato,
LV)
1'
pensoso
le passioni,
occhio
volto al
cuore,
.^
con-
di
lei
h-
in
X.
TRASFIGURAZIONE DI LAURA
ma
attra-
sole
di
gi trasparente:
piono
1'
anima
dispera ancora.
meno
gustate e
meno sapute;
lamenta e
si
insieme un passato
si
e gi riem-
tomba
uscirne, espresso
Vedete
1'
il
poeta mutato
il
disperazione;
ma
qui
morte
si
mentre
il
E per
in
come
mezzo a grida
SAGGIO
254
PETRARCA
sii.
rime dolenti,
Ite,
Che
'1
1<>
chia-
duro sasso
al
in terra asconde
Bench
'1
Ditele, eh'
i'
Ma
basso.
il
mondo
Piacciale al
la
conosca ed ame.
mio passar
esser accorta,
mi
tiri
rallentandosi fra
quelle
chiame.
e,
orribil
onde,
Il
il
mortale.
lagrime
in terra
cristiano,
il
affatto
disprezzo,
senza
segnano
altri
ella ti sente
morta
il
dire
suo
esser guardata
ella
morta
Ma
lei.
Ma
ma
nel
cielo,
a volger col
tutto
s,
come
a sua
vicina
-^
X.
patria,
pu
TRASFIGURAZIONE
dopo
ora,
LAURA
secondo
d' aver,
Laura viva
DI
la
255
distinzione vol-
Laura morta,
e d' uria
_/
non
si
pu
staccare
sola; la terra
poeta
il
Laura
piii di
perch pu
appunto
una
mandar
dalla
in
ri-
cacciarlo
via un
il
Mort e,
Disc ojorato__hai,
Clic
mai
si
vide, e
momento,
il
Del
pie*
In un
Che mai
Qoant'
s"
i<>
udir; e
veggio,
Ben torna
Madonna, ove
N trovo
me
ni'
tolto;
pien di lamenti.
noia, e <|uant' io ascolto.
in questa
la
riconduce:
ni' luti
pi soavi accenti
a'
come
luce,
Non
dir d'uoni,
Cosa dunque
un cor
SAGGIO
56
^no
lamenti,
81
PETRARCA
morta
fosse
.'
Ben torna
fa
aio
un ma. E
subito
Seguir
I"
bili nel
il
filo
la
ed obblia
il
BUO
il
cuore non
vede
soliti
stato.
il
ci
pensale
pi. la ferita
tombe; e pure
ci
rimangono
8ciarlo.
sventurato!, un
terra,
un
e quell'
:
guarito
ci
pensa;
pure
sa
suoi
la-
una,Jtenerezza di s stesso,
ed accarezzato, e un palparsi
compatimento
oh
inutile!,
immagine,
miarla come
suo carnefice
vattene
Un
bestem-
Pi grida e
di-
si
die
dirsi in aria di
esortarsi,
il
accarezzarsi da s,
un bisogno
e
in
Lama
occhi
nota-
cosi
E pure agl'in-
s'inacerbisce, e pure
Il
il
logico delle
attende
passato; q dan-
il
mai
Il cielo,
il
cielo e
non
"
X.
TRASFIGURAZIONE DI LAURA
perch
tene!,
il
la
lo
257
ama, perch
Anima
ben
sai,
e tardi.
^ur
Ha
Cerchiamo
'1
buon
ne guide.
tn
si
vide,
Quella eh'
io
in terra:
che
fai,
al
misero! invano
;
quella
il
il
Laura
volgiti
esagerazioni
che
ma la male-
dizione di quella belt che gli toglie la pace, un voler sradicarsela dal CROre,
De
Sanctis
lei e
Petrarca.
con pensare
17
258
ii
Dio
finire coin
quando
essa poetica,
indica
e
Il
1'
un cuore esausto,
ancor
sia
il
raffreddamento
Petrarca
presto,
giugnem
questo
delle
Ma
appunto perch
come uno
nel cuore
la
sentite che
maledice,
guarda nel
strale. Se
poesia.
che
ora troppo
il
passioni
vena tempo
punto:
sia
ma, quando
fine della
la
ledice e,
quando
vivo,
l'amorosa;
cacci
clic
Laura
fitta
cuore
il
aneli*;
cielo,
la
gli
masta
guarda
Finora
gli si
ei la
mi ama^^NonJsju
ed intrattenersi con
lei, si
lamentata, cercata in
trova in cielo:
solo; e
ed
ella vive,
quando pu vederla
al
immagina-
l'
poeta tutto
s'
come
LXXXVII):
lei
ma
Laura.
(son.
an-
se un'altra
Cortesia; e
Allora ripiglia
un ardore
affettuosa
di
'1
sol
cadde dal
cielo,
preghiera
la
chiama con
calda ed
Anima
Che pi
bella,
bel
X.
Poh
Da
TRASFIGURAZIONE DI LAURA
dal ciel
s lieti
Mira
'1
mente
alla
Tu
(son.
dentro mi vedi e
chfi
la
quale gioia
dessa
di dolor si pasce.
mio mal
il
senti,
Con
vita oscura,
Di tua memoria e
mia
259
quell'
quando
andare
l'
miei lamenti.
quella voce
quel volto
quei panni
XIV):
e'
miei
tristi
giorni
te
piangendo no,
ma
La
la quale
il
al
di pianto,
con
tura accarezzato
nuovo
tenerezza e semplicit.
Il
netto.
e fra
il
gioire
il
linguaggio
guaisce con
il
so-
SGGIO
2G0
sii.
PETRARCA
non
anni.
11
nuove
ma,
gioie.
Tutto
nel
e ritorna
si
La
rabbella.
Certo,
la
il
il
Laura
tutto.
moto
il
rinasce: intorno a
'
natura racquieta
non
non t'accorga, a un
cjie
si
non
di
ma
riso.
lei
la
metta in
cielo;
ma
velati dal
gli occhi
dolore non
E me
La mente
tempo cangiar
fa s per
pelo.
vere finezze
non
fuori
da ci che
quando
ci di
il
cuore vuoto,
(1)
il
in su? perch in
se-
venerando Schlosser,
(1) sotto la
venute
Weltgeschichte,
ma
il
modesta spoglia
il
del
X.
TRASFIGURAZIONE DI LAURA
liei
.si
rasserena;
macinazione
deliziatesi
si
mette
in quelle
immagini.
Petrarca
Il
inutili
le
261
in
nanza
effonde in
si
debole
versi
tutta
intorno a
ne fa
Laura
impressioni, quando
il
d'
ogni disso-
Quell'
(son.
dell
amata,
sta
le passioni,
raccoglie
si
s'affaccia all'anima!
Diresti che
per chinar
ginocchia e adorarla
le
XVI):
Come donna
in
Con
E,
la fronte
serena
come un innamorato,
pensier
tristi.
Laura.
1'
delle care
a Laura, cerca
LXX):
al letto in
Vien
tal
pietosa
Eccolo per
eh'
s'
ch'io languisco,
appena a rimirar
1'
ardisco,
asside in su la sponda.
campi, e pur
l,
*S_
anima
altra
lei,
pura
e semplici.
facili
\S
valte_._re-
t^s
262
(iuta
gittarsi fra le
Ora
fuga
ombre
la
Quante
Fuggendo
Vo, con
gli occhi
s'
stesso
ella
viene!
ricetto,
esser pu,
me
bagnando l'erba
sospir
lui
(son. XIII)
fiori
altrui, e,
co'
lei
mio dolce
fiate al
Rompendo
alle spalle da
Incalzato
stesso,
'1
V aere da presso
petto,
col pensier
1'
alto diletto,
E pongasi
a sedere in su la riva;
Or
1'
Queste
liete apparizioni
fantile,
di
me
le 'ncresca.
mano
pravviene
il
di ghiaccio so-
):
S nel
Veggiola in se raccolta e
producono una
e bella
romita,
in vita;
uom
com'
Dico
alla
mente mia: tu
se'
'ngannata.
X.
TRASFIGURAZIONE DI LAURA
2G3
Il d
ora prima,
1'
Tutti gli
artificii e gli
splendori
dello
mira
la notizia
una
c' bri
altro che
di date
ti
le cifre
non sono
scria
fredd ezza.
mette
in
il
poeta
Qui
Ed
gli
poeta
pu
secondo
il
ora
non pu
Laura, che
cuore
come fanno
il
Muratori ani-/
ili
Il
del disinganno
tasmi
il
non hanno
stile
se
sa pure
amanti
farsi
illusione e sa che
perch allora,
Laura
figurarsi
non
cos
la un'
dove
ombra
naturale
calma
luogo di cadere
verso di
il
delle passioni;
e
lei
paradi so
s
entrano
la
le
naturali
stanchezza della
che l'immaginazione, in
il
tibonda ne pregusta
la dolcezza,
ne abbozza
1'
immagine.
danno
un occhio
264
preparano L'apparizione
di
vista
campi ombrosi
l
la
e foschi:
Laura,
del
men
vede,
l'occhio
vede
pi
visioni
primo apparir
il
del giorno,
ombra l'anima
di luce ed
pi
manzo, serrato
d che, la
mano
nella
mano, puoi
sua fidanzata;
lo
con confidenza,
le
Ma
tutto
dirle
quanto
obbliato,
l'hai
1'
in
misto
quel
in
affettuosa, e pi disposta
(piando
attende in cielo;
le
narra
il
sue pene, ha
le
LXXI)
Laura
lei.
felice
amante
la
ora la
le
parla
gioia di veder
Poi che
Tornasi
Umida
Un
'1
al ciel,
gli
che sa tutte
occhi e
1'
una
le vie,
e l'altra gota.
flebili
tura,
ti
sull'
immaginazione malinconica
silenzio e le ombre.
un
come
le
stenza, e
finito.
il
ti
Laura
(son.
XI )
LAURA
X.-TKAsi-l<;rRAZIOXE DI
265
'1
Di
lontano
a'
scritte:
figura fa obbliare
la
(piali,
il
eli'
ancor viva
Eppure, meno
e scriva,
Ciel
il
visione,
la
gli oggetti.
il
poeta con-
Qui
si
congiungono
immediatamente con
1'
anima
prima
un punto
solo,
suono
Dell'
ma
lasciando di s un lungo
il
mormorii
allato a questi
e lamenti, a
parche Laura
della natura,
il
stia na-
reale tutto
resto, esista o no
poeta non
ha messo
indifferente.
tura innanzi
pereh qui
il
si
la na-
Dicono che
sia
poco
reale.
Il
medesimo
Divenuti grossolani
la
grazia di
di
,
Lama.
vogliamo
266
divino,
tutt'
capelli
biondi,
incesso
1'
belle
come
una donna.
Gli che
poeta prima
il
la
mentre descrive
divenuta
guarda pi come
cuore,
al
conven-
di
il
Lama
rimasto di
.'
ancor viva
Di
Ecco
gote
tutto.
!
lontano
Ora
Quante poesie
si
quella
mano
cinque
m' asciuga
occhi
gli
con
una
cosa
la
divenuta
mano
:
tocca
ti
il
core,
ti
ma una
santa.,
Ora dice
solo
nuda
gli
e le dita tutte
cos
sugli occhi
contenta di dire
Umida
miei risponde.
sospir
a'
donna. L'equivoco
Laura
finito:
il
e lo ascolta; in
una
storia artificiale
Laura un
occhi, lo
gli
ammo-
il
poeta
non
storia.
s'
E non
detto
gi
far di
X.
TRASFIGURAZIONE DI LAURA
267
1'
insi -
una
dai bisogni
si
si
terra.
pu distaccar
vita, e ci
te-
dalla
mescola molte
di
il
la-
come di
menti indelibati.
mente
si
Con
letto
clic
come
fa prende]- per
Che tanto
desiderio di godi-
fa
mano
guardare da
lei
desiai,
gli occhi.
una
la
vedete;
ma
Come
santa,
il
appassio-
parla, opera,
nobile e semplice.
il
amorosa-
il
si
rivela
suo linguaggio
clic solo ci
mente
in intelletto
umano...
mi godo...
SAGGIO
268
poeta
si
commovono
ci
non
gioia
l-KTKARCA
SII.
massime
compiuta, perch
fa consolare
da
1'
con parole
lei
Non
che
tenero
Il
piet
la
questo verso
in
la
La sua
donna.
nella
amante piange.
cos
fa-
Non pian-
cuore?
che sta
del padre, se la
precursore
duro
si
consola. Ciascuno
che
le
ti
ti
un
gli accarezza la
Vien
tal eh'
Quel
guancia,
un po'
fanciullo.
Se
dice
non piangere
sorriso.
madre sopraggiunta
bonisce e
d'
sei
gi guarito
non
che senti
(son.
vero,
LXX):
gli occhi,
desiai,
m'apporta
Che
Non
X.
TRASFIGURAZIONE
ma
non ha tempo
come
di
di
colpire
269
LRUItA
I>I
resta nell'intelligenza,
Fa
immaginazione.
l'
un brusco passaggio
di
tono
1'
effetto
una dissonanza.
d'
Altrove sviluppato in modo, che da un motto d' irresistibile tenerezza ti senti gittato
Deh perch
innanzi tempo
tristi
a che
Morendo eterni;
Quando mostrai
La
consume
ti
e nell'eterno
di
pur versi
un doloroso fiume
Di me non pianger
XI)
d fersi,
lume,
E perch
terreno.
e affetto.
viglia (son.
piace
ci
Laura
il
primo sentimento
di negativo
Quell' eterna
pace
insipida per
sale al cielo;
e gli angioli
pieni di mara-
LXXIV):
Che luce
Dicean tra
questa,
lorj
perch'abito
si
.'
adorno
le
veramente
parte ad or ad or
Mirando
s' io
la
non
si
volge a tergo,
fatta
bella,
se Pe-
270
SAGGIO
PETRARCA
SITI
del
in
u dubito
come
il
elie
un
pi poetico in tutto
non
pittore
come
sonetto.
il
dice
lei
ma
umano
momento,
La santa
troppo
il
cui
questo
(scelga
che
1'
espressione
ciel,
non
d'altro,
calse.
il
e te
ne accorgi anche
fa
mira
liani,
l,
ben raramente
un paradiso ad uso
il
sonetto
gli
XXXIY,
s'am-
se tanto
g' Ita-
Petrarca con
1'
'
che
qui
Il
una forza
un po'
di languore
1'
gli
sono
aprono
ali del
le
il
ombre,
cielo
pensiero.
silenzii,
qui d' un
Onde nasce
il
poetico.
La maest
e la
Levommi
il
Quella che'
luci
pompa
1'
del
apparire
d'
un mondo
primo verso ve
lo an-
Questo cercare
TRASFIGURAZIONE
X.
non trovare
oltrepassato
di
271
riso
il
cidente
LAURA
in terra,
materia di lamento:
dove
DI
l'ho
trovata
nell'espressione;
nello spettacolo.
Ed
al gioioso
Il
non ha tempo
poeta gioisce, e
il
cogliersi e di dire
rimembranza
pena innanzi
la
io gioisco
Rimane
di rac-
attirato fuori di s
il
polso:
stai bene?
sei
soffrono,
tristamente in
s.
La
rividi,
rividi
Pili
un grido
di gioia:
meno
altera,
e disse...
Questo solo
bella riceve
altera
'1
man mi prese
ti
si
trae appresso
meno splendore
leggiadria da quel
meno
che
r ividi pi bel la e
Per
ripiegano
si
La
contenta? cosa
Il
meno
la
altera.
folla di impressioni.
dal
cielo
Pi
bella ti
che
grazia e
le fattezze,
dell'antica. Il poeta
spettacolo l'incalza:
la
una
more
non
quale apparisce
non
si
Per man mi
al
Petrarca me-
arresta a descrivere
prese. Altrove dice:
desiai.
ter-
lo
81
SA<;<.1<>
272
'
,.,,.,,.*,
PBTAECA
'-
"
;
;
zioue di sentimento,
il
suo
animate
ouali particolari
n quali
da
i
melodia accompagnate,
snera;
sarai in questa
!,! dire: m-r tu
infinito
.vticolured'un valore
che
-checoM
~~^^Vi ^edi
^ge
Lama
paradiso senza di
che
desiderio
Jh
lapew il
&ape
grarfa~
il
!
s ta
gh
po
alt vo
ai
pendevo:
lui
anello
1
ri
^^
sta con,
e,
sua az.one
gl,ndi dolore
i.ll,irli
morta
,
.
""
lia
'
Parimente
*
rimembiauza
suona nella
in
la
-"*-
paradiso:
neotdavgU
compatimento
prematura, e
ia sua fine
ai flebile, ebe
^1
col suo
sofferto
di esser
lamenta
9"
-^';;^
per me
quanto bai
g H:
perebbe
,a
ed
non
intravede,
hCj dl ,
ptetosa vede e
sermoneggiare; e la
ramante, giudica
e*
rimasto di
d
eh. tu venga, e, p
venga,
deridevo ebe tu
le
fi
fa
oc
*
di
,
dn
saneraidle
6ent e
X.
I'
TKSFIGURAAZIONK DI LAUKA
E compie' mia
Quante memorie
tanta guerra,
die'
ti
273
si
immagine malinconica
quella
si
ji si
Ma
santuario
in quel
sua; la
donna
si
1'
rivela
eterna beatitudine
si
femminile
pili
il
in
sente di-
non potete
umano.
intelletto
umanit
la
raggiunge
immediatamente.
delicato ed
il
all'
come cosa
grembo
In
alla
amante non
1'
sentimenti, che
in
come
rai
il
bel corpo
amante
perch
del
e dall'alto
Non
Laura
la
Il
di
vita
sospesi
nel
prorompendo
Deh
Ch'
al
in
un gemito,
Saxctis
accorge che
s'
Petrarca.
io
si
si
la
suo
([nella
tutt'
rapi*
mano,
trova in terra:
mano
.'
pietosi e casti
non rimasi
in cielo.
18
274
SAGGIO SUL
Eppure
la
forma
di questo
gno
clic;
\ i:<
cielo,
il
ri/ri!
come
chi, desto
quelle immagini
e caldo ancora di
la visione,
da un
chiude
gli
il
un
doul-
bel so*
occhi
per riafferrarle.
un monumento pi durevole
del
il
poeta ha
marmo, profetan-
Consecrata fra
nobili intelletti,
XI.
DISSOLUZIONE DI LAURA.
amorosa
gli
si
ci che finora
Tutto
si
umano. Certo,
compreso
mai
e'
cos bene,
qui un pro-
come
ai
no-
amane
il
il
do-
destino delle
Ma
il
poeta vi
sformazione
interiore,
si
Ma
un domandar troppo
si
senta
all' indi-
276
SAGGIO
Aitino;
il
SI
l'I.!
I.
!,'
u'c Quel
il
si
v^
A!.''
ci
il
gono vestigi
parecchi sonetti.
pu chiamare quasi
il
il
ma
si
dissoluzione.
da Laura e pensare
in
generalizzare
sentimenti raffreddandosi
formazione,
di allontanarsi
BOTO
Ma
Dio;
che
riman-
contrasto, pi visibile
condimento
di
dell'
la
passione:
si
Laura
XXI, XXII),
sigli
(son.
Ma
con-
co' suoi
mi
te
ti
il
dole;
fui:
sole.
1'
amore:
il
V antico uomo,
il
poeta
XI.
La foga
DI380LUZIOXE DI LAURA
277
un sublime nega-
ma
tivo:
memoria
date, con la
esse
di
sta squisita
esterno e ce lo fa
ohe
il
rende
riempile di noi
che
ci
E pu
vivace
stessi,
il
mondo
notabilmente
ma
come un medico
se libero dal
clic,
mar
virt (sou.
Non
Un'
al
di sotto di lei, e,
Che
LXVII)
si
pu
chia-
per aver
si
uom
come
Laura sono
infini-
stilo oltra
Tanto
1'
ingegno non
si
stende;
s'
Con
non
(son.
niti abissi
volta nota
LXIV):
tamente
Una
1'
trova che avrebbe potuto, che potrebbe far meglio (son. XXV):
Pur
di
il
doloroso core
278
Sono
gli ultimi
Laura non
fosse morta, e se
V amore
ai
XXXVI):
Ed ha
ragione.
suo
Il
canuto senza
stile
pieno di
fiori,
Ma
si
ora se
poeta
il
di stile, la
nella
musa
parte
tecnica
ispiratrice inaridisce.
ma
stan-
LXXXIV)
il
Di tanto error
Ha
mia
e le
Che spender
si
vita riprendo
il seme
mie parti estreme
devotamente rendo
quasi spento
Alto Dio, a te
che di virtute
spesi anni,
Trammene
Ch'
io
m'hai rinchiuso,
conosco
il
mio
fallo e
non
lo scuso.
XI.
ma
naturale
to,
DISSOLUZIONE DI LAURA
La
amar cosa
quai posi in
mortale...
Il
sonet-
Io vo piangendo
I
279
debole.
seguente
liata nel
1'
acconciatura e
1'
abbi-
gli
danno
al nobil soggetto.
una
artifi-
titesi
ben collocate
un aspetto
maest rispondente
di
ma
il
(1).
invano
la gratifica de'
ei
senza
ci
mette la
Il
di
Soccorri
'1
all'
Mora
Fu
A
Ed
Tu
alma disviata
e frale
S che,
s' io
vissi in
guerra ed
in pace ed in porto
in
tempesta,
e se la stanza
lei
non
Vergine
Re
vero pa-
vo piangendo
I'
(1)
Invano
ben che
'n altrui
man
presta.
non ho speranza.
280
ma
un inno,
biasimo, questo
l'
et
ha
il
terra.
d' affetto
vorrebbe
reputano
il
poeta non ha
per levarsi
le ale
<
rimane nella
contrapposti e di pensieri
di
ale
le
quantunque
cielo; e,
al
sei
eroda
non
tica vena.
s'
un po'
1'
incontra in Laura
an;
l'i-
im-
pure innanzi
e gli
alla Vergine,
come
nome un
altro
nome,
gitta
uno sguardo
tempo
corso rapido
come
Da
Non
stata
mia
Mortai bellezza,
Tutta ingombrato
1'
alma.
Non
tardar
I d
eh'
i'
son forse
all'
ultim' anno.
Questo
1'
XI.
vuole
DISSOLUZIONE DI LAURA
il
281
solo riprofondandosi
in
Quel passato
come
fuggito
doloroso
cos
Tutto questo
saetta.
La tuga
e con evidenza.
gli si
e sarebbero
lagrima
lamento
e senza
la stanca
rimena
s, tutto
alla
sua
Qui
Canzoniere
il
si
ma
far si
avvede
tutti
troppo
tardi.
e per lungo
so che
il
mai
clic
il
poeta non ha
e che
il
poco
fatti
di
recano
E con che
e dell' eleganza.
lo
mostrano
vano ne'
me
in
le,
si
Ben qua
ma
a questo di-
critici
La
verit
all'
abbia
lavorato
1'
Eneide rimasa
ma
nell'
organica insanabile.
si
tro-
dimenticati. Gli
tratta d'
successo.
accuratezza
laddove
non
codici.
Virgilio
ne
Parlo de'
le
se
Non pu
uso conosce
Ben
di
suoi Trionfi.
poeta
Pur non
antica stanca.
1'
il
anima
,
ma
che
dell'
di
immortail
difetto
autore; non
una malattia
282
BAGOIO
si
PBTPABOA
i.
passione
li
altri
lo
gli
schiera innanzi
nudo
gli
davano calore
egli lo
di quelle passioni
lizza.
se
ne stacca,
pi
il
umana
della vita
dividuo in genere.
l'
et
della
senile,
egli
suo passato
passato
Il
spetto*
uomini coi
ed illusioni, die
ma
attori,
guardiamo cose ed
1'
lo
non
uomo
genera-
perde
e diviene
la
ci
storia
il
sentimento
Il
giovinezza o della
scioglie in idea,
si
passione
1'
in-
Ma
nostra storia.
la
pure a sparire
fama
continua presso
nell' eterno
la
umana.
la
la posterit,
destinato esso
Ma come
si
fa a rappresentarli
Il
a cui succede la
generale, ed
il
non
non
generalizzarla; di coglierla
maginazione,
al
la ragione e la
ma
analizzarla,
come
non
si offre al
modo che
tatori.
ha.
senso, all'im-
filosofica
l'hanno interpretata:
le impressioni
classificarla,
ne esprima
La materia
suoi imi-
xr.
(lucilo,
DISSOLUZIONE DI LAURA
ma
ticolare sorprenda
gli stati della vita
il
un'allegoria;
il
umana
in
modo ehe
di
283
ci
e-
ci
11
Stesso,
mondo,
poe-
ei'etti
voluto uscirne
quando ha concepito
piando ha
la vita nella
ad individuare, non
Ila
sua ge-
rimaso
gli
immaginato dunque
figure
sei
la
Fama,
ehe
la Castit
Fama
la
del
della
Tempo,
il
in bala
della
Ab-
Divinit.
la
riflessione
ha
trionfa dell'Amore, la
Morte,
il
Tempo
della
Morte di
Fama,
due,
tutt' e
e la Divinit
scicentistico, e piuttosto
Trionfi.
una
crediate gi
ci
allegoria o sentenza.
qualcosa di
Che
pi determinato,
gli
il
Amore,
vittoriosi capitani di
che,
Roma,
bombo paragonato
al
terribil
suono
dell'
Etna o di
un rimSicilia
284
SAGGIO
e di Cariddi, o
PETRARCA
SII,
quando Lucrezia
Penelope
e lo spennacchiano.
in sentenze e allegorie,
il
saltali
gli
su
generale, espresso
della con-
cezione.
principale interesse
di
cui
Ma
si
Dante
presso
quadro,
il
Cos
trionfa.
si
<"
tre
che
uomini
m;i negli
sono
regni
la
Gli
uomini sono
sono soggiaciuti
come
se
della battaglia,
uno rappresentasse mi
ma
esercito
il
non nell'atto
c' la
memoria
ma puramente
il
io vidi
il
descrittiva,
tale e la
tale
come
e poi
ti
arresta,
come una
scritta funebre in
d'Omero
scienze. Dice
Primo
Chiama
Marco Tullio
al cui
un
ha
lettere e di
memorie antiche.
:
gli
occhi
Ed uno
ce ne
pittor delle
Virgilio e
uomini di
ma
della lingua
XI.
DISSOLUZIONE DI LAURA
285
Finge Demostene:
dissolvente,
ne sono staccati ed
fotti,
infilati
a mo' di proces-
forma
neralizzati in
di
nomini, di
sentenze.
e di
fatti
onde nascono
di sentenze;
fenomeni,
sono ge-
liste
noiose
Amore trionfando
speme
torno
e
al
breve gioia
dopo
false opinioni
su per
immagini smorte
su
le porte,
le scale,
le spalle,
una lunga
serie di
fine,
fenomeni amo-
Eccone
dalla persona.
so
la fine:
costumi e
'1
brevissimo riso
qual
'1
subito silenzio,
'1
lunghi pianti,
l'assenzio.
ii
le
pai-
donne altera;
due confine;
Abito con Diletto in mezzo '1 core;
Senno
sopra
le
e Modestia all'altre
Perseveranza e Gloria
in
su Ialine;
Timor d'infamia,
SAGGIO
286
Pensier canuti
(la
PKTBABCi
sii,
giovenil etate
in
concordia ch'
rara
si
somma
inondo)
;il
Beltate.
E come
modo
sentimenti,
cos
sono considerati
fatti
in
un
comuni
un solo pensiero
di-
il
E
Se
il
'1
al
ma
e dell'eternit, ed
ci riesce,
il
il
il
Tasso
una
sublime
terzina, che
ha
Passan vostri
Passan
il
Sublime ancora
mazione e
non
ritrova.
si
fiacchita,
vostro appena
cetto,
di
nome
trionfi e vostre
le signorie,
passano
pompe;
regni
vidi
'1
ghiaccio, e
Quasi in un punto
il
ci
presso la rosa
gran freddo e
'1
gran caldo....
XI.
Ha
il
DISSOLUZIONE DI LAURA
nostro vecchio ha
in
tutta la prolissit
annichilata
287
qui t'incontri
dell' altra.
Parimente
s'
Non avr
Ma solo, in presente,
E sola eternit raccolta
e ora, e oggi,
e 'ntera.
hai
e seguita
immenso accompagnamento
di
Laura.
nostro poeta.
Qui riconosciamo
il
La
nile della
li
parte giova-
L'anima
di-
ricorda neppure
Le ultime
zione ed
Tasso,
il
terzine sulla
il
un avanzo
morte di Laura
una dolce
di
ma-
vita poetica.
e la sua
appari-
Manzoni,
il
il
stile
petrarchesco,
d'una elegante concisione. Ben c' l'usata concisione nell'espressione di ciascuna idea;
ma
le
288
i;.\i.r
muoia! da
Teco era
'1
cor; a
Nondimeno
me
occhi raccolsi,
gli
amante,
addio e
ed
il
sottosopra dicono
clic
dell'
Lama
clic
suo amore
velo sul
l'
incredulit
1'
ultimo
le
una
delle
La
(1)
gemme
Che spense
'1
Sol, anzi
'1
ripose in cielo,
il
velo
alla stagione,
quella
man
gi tanto desiata
Come
'1
cor giovenil di
lei
s'accorse
La
una riva
ZI.
Quand'
DISSOLUZIONE DI LAURA
bene
io considero
panni che
Trionfi,
289
prin-
il
sente l'im-
ci si
Come non
couosch'
io
Dimmi
Viva son
e tu sei
io,
morto ancora,
giuuga
Per levarti di terra l'ultim'ora.
Ma '1 tempo breve, e nostra voglia lunga
Per t'avvisa, e 1 tuo dir stringi e frena,
Anzi che
Ed
'1
C ha
nome
Deh dimmi
vita,
se
morir
'1
'1
sai
gran pena.
Ed
Ma
morte
fin
C hanno
Ed
ora
il
t'annoia,
La millesima
Cos parlava; e
Divotamente
gli
fissi
Che va innanzi
Ma
De
al morir,
non doglia
forte,
Sasctis
Petrarca.
1D
290
Ma
E
'1
Che
in
si
non porta;
che giudica w-
Urica,
Dio
medesmo
so
'il
la
riconforte,
forse lasso,
morte
E
E
giorni conta,
e'
cerca
mar
'1
sempre un
Sol di
lei
si
raffronta
ovunqu'
stile
pensa, o di
lei
e'
fosse tenne
parla o scrive!
'1
suon venne,
Ch' ambo
noi,
Riconobbila
me
sospinse e te ritenne.
Che spesso ha gi
Or grave e saggia,
quand'
io fui
il
Mi fu
A
E
la vita
rispetto di quella
a'
mansueta
mortali rara
Non
XI.
DISSOLUZIONE DI LAURA
291
La
Che spense
Ch'
e'
il
1'
Sol, anzi
orribil caso,
ripose in cielo.
'1
mai diviso
mio cor, u giammai fia
Ma temprai la tua fiamma col mio viso.
Perch a salvar te e me, null'altra via
Era alla nostra giovinetta fama:
N per forza per madre men pia.
Quante volte diss' io meco questi ama,
Poi disse sospirando
Da
te
non fu
'1
Anzi arde: or
si
E mal pu
Pi di mille
Il
Ma
Amor ardeva
il
core
giammai non
vinse.
E
E
'1
nostro onore.
la fronte e la
voce a salutarti
Tu
'1
sai,
292
SA(i(iIO
La morte
ma
del creato;
Iuvauo
il
Latra
di
SUL PETRARCA
poeta
cosa
troppo piccola
allato
citato
il
ci
aila
sta pei
ti
Ch'
dissi
i'
Salvo (ond'
Ed
io,
mondo
Questo mi taccio
Mi piacque
piacemi
'1
bel
nome
(se
'1
ver odo)
Quinci
mio
'1
'1
mondo
ti
apristi.
distempre;
Ma
1'
Tu
un
1'
Laura.
si
Talor
morte
appales,
eri di
1'
altro
l'
ascose.
XI.
dell' umanit
sua. Certo,
le
cose
DISSOLUZIONE DI LAURA
293
la storia
diviene
Trionfi
come
di tutte
motivo
il
Se
meglio e
'1
'1
pi
ti
diedi, e
'1
men
ti
tolsi.
fosser tolti
mille e mille
Sempre ver
se
te,
Pi
Una
ti
conclusion eh' a te
1'
fia
grata
su questa partenza:
in
In una sola a
me
stessa dispiacqui,
Ma
Che potea
'1
ti
piacqui.
mi
Ond'
io fora
men
chiara e di
Terza del
Ovunque
ciel
io,
men
perch
grido.
la rota
fosse, stabile
fido,
294
PETRARCA
.SALCIO SUL
ma
pure senti
il
fondo riman
Or che
Tu non
si
ma
i'
Vedi l'Aurora
Rimenar
a'
aurato letto
dell'
mortali
il
giorno; e
il
Sole
col
tempo dispensa
Quant'
io soffersi
le
parole.
Dissi,
m' ha
Ma
'1
fatto
il
Tu
il
la
lirico e personale.
me gran
malinco
la
tempo.
tempo e
superficie;
XII.
CONCHIUSIONE.
specchio di
conforta,
si
come
ne'
mondo.
.s
stesso: si
ammira,
si
tormenta.
si
se talora
si
mondo
Il
lui,
come
stessa,
compatisce,
sforza di uscirne,
un accessorio: non
lui.
ma
Laura
si
Trionfi,
zata; ed viva,
Petrarca fu lo
analizza,
torno a
per
Il
umana,
la
per s,
sue impressioni.
quando dopo
esiste
in-
appena
morte diviene
schiz-
la sua crea-
filosofa.
Con-
ha rappresentato
cuore
il
umano
carnefice.
il
reale gli
SAGGIO
2!H)
PETRARCA
sii.
Ad on dolore in gran
in cui
si
rivela
disinganno ed
il
il
una materia
letteraria:
dell'anima spiegano
trovi simulazione
buona fede
metafore
sionati e
sentimenti
un credere
penetrare
fa
gradazioni
nello
stato
rettorica di
certa
le
l'
dolorosa della
l'esperienza
d' averli
talora
degli
momenti
appas-
accenti
In certe oc-
di giovent, che
entusiasmo.
Ma
le
venti, di
l'artificioso e
il
pedante,
naturale,
il
cato e lo spontaneo;
il
il
zione
sommo;
Ma
retore,
il
ed
letterato,
vero,
il
il
poeta;
il
ricer-
ga-
affetto;
sempre maestro
il
commo-
fattizio
di pessimo gusto.
trasforma
tutto: l'erudito,
si
poeta,
ammiri
di Tacito che
ma
fa-
raguna, profonda
297
CONCHIUSIONE
centrare e appuntare, questo divorare gli spazii con la rapidit del vapore, sopprimere gli accessori!
lasciar intravedere
perficie e
il
fondo
il
mostrar
su-
la
una parola,
del
tui a
suono
col
modo che
di
la
parola
la
t'at-
col tono e
o inter-
ti
sveglia
tedesca e
italiana,
1'
tendono
francese, a cui
somma
Ma
nel Petrarca,
prosa
la
con la sua
.solita
neca
ora con
la
dell' ispirazione.
Il
Petrar ca
artista, e
pi grande
il
della vita e ne
ha
fatto
un
bel
medio
artista, del
marmo
d'.a.
scabra
polito e bianco;
ma
p.vn
la superficie
s,
sate e terse.
Dico
ritirata,
ma
dipinti;
il
dramma
come
in
s,
esseri vivi,
ma
forma;
l'esistenza
un bel
s'
rientrata
non sono
trasformato in
il
il
sentimento
lago.
La doppia
bar-
SAGGIO
2!)S
81
PETRARCA
le Grazie,
nere e
si
possono
questo bel
allontana
presentire
miracoli
mondo
plastico
se troppo
come un fantasma;
nate,
s'
dono,
le linee si assottigliano
vi
contorni
quello,
di
spiritualismo
non
vago
si
vaneggiami
pu adagiare. Lo
Non
gi
ma un
cui sta
in
di alzarvisi al di sopra
un' aspirazione,
confon-
si
forma angusta
come imprigionato,
avvici-
ci
si
Po-
mente
lei
Raffaello.
liziano, dell'Ariosto, di
Ma
j;i
\'<-
tempre; ritorna
Lo
no.
ma
un' aspirazione
sue inclinazioni.
Un
della ra-
romito in
dersi che
contraddizione non
buona fede
l'
ostacolo,
si
ma
degli
non
lo
e'
uomini deboli
e questo con
che
potendo vincere
tutta la
lo
negano. Paganizza,
Cupido,
se
lo spirito e
il
senso; poi
il
salvo a tornar
suo sentire,
si
misticismo
non osava
cattolico-
gittar via
299
CONCHIUSIONE
cbe riiuaso com' nn* invitta astrazione nel suo
mondo
pla-
move un
cisa,
entro cui
fuso,
e angosciasse
si
pensiero
contraddittorio
(inolia.
mula
gli
forma non
materia che
la
mancata
pi poetico,
da
punge, non
Qui
il
(pici
lo strazia
difetto
possa l'artista,
gliato,
ma
l'anima uguale a
Agostino a Pascal,
s.
s'
contenuto non
abbastanza;
un fondo d'indifferenza
poeta,
al
di dire
Ma
tempi moderni.
ad incidente,
salti e
di
Non dubito
quella.
dissi-
se la
bella
non
avremmo
il
e' ,
incontrato nei
lo
non
esalta ,
lo
che persiste.
e di distrazione,
capitale
di
del Petrarca
di
qui
nascono
sembra per
cos dire
di quel
che
vuol
fare.
Perci
nella
ma
tera nella
sistenza piena di
brio.
gli antichi
in-
un' e-
sia
ancora
la
ci-
300
SAGGIO
vettuola
anche
fra
PETBARCA
sii,
Lagrime
le
continuando
la
tradizione
la
menzogna.
la
si
una Venere
tezzata,
ed
ma
\ina
il
tanta bellezza
dimagra
di
ma da
Il
luce in-
la carne, e la fa trasparente.
non
virile nasce
poca voglia
s,
consuma
malinconia, che
di
la
combattuto,
lagrima.
la
dall'
avere invano
spiega
1'
rimedii,
abbandona
s'
e fantastica.
la storia del
cuore, raggomitolata
come
pu
Si
mano
moderna;
o, se vi
Desiderii
in
confusi
il
contradittorii
dalla
puzienza di cercare
come
volti
ora
De-S.
chiaro che la
mile [Ed.].
mano
il
illimitati
la
dire che
(1)
che
lirica
Il
compressa
parola
non ha avuto
o ridotta , o
si-
301
CONCIIIUSIONE
meno
desi-
deri]
realt
foggiata
scrutata,
dal poeta:
ma molto
anche
lo spirito
ha
la
Una
si sia
il
ma
smo,
scoraggiamento,
lo
lo
scontento di
se,
l'
il
fastidio,
abbandono
e la
dovere e
il
il
volere
giace in
vi do-
mina
un
gamento, Beatrice
altra
vita.
Una
Laura sospirate
l'
inferno, e lo spirito
possibile del
medio evo
il
non ha
la
di-
paradiso
dove
la
materia
Commedia.
Il
Canzoniere comprende
il
il
ir-
palliata
si
lirica spi-
802
s.\'.<,
IO
si
|.
che ad un tempo
ritualista,
PETRARCA
il
paradiso
Del
di
ti
rubai Contorni, o
te
li
non
sai
come,
ti
lo
Il
che o
Petrarca
ha decorato ed illumi-
n profonda,
ne straziante
strazio
poesie, in cui
rano
1'
anima;
stratta,
ti
e,
anzi
s'
ponga
affretta
Il
riflessione a-
pi spesso sente
il
guendo una
egli
bise-
medesimo sa che
Onde
le
indi a poco
un
meno
l'
inquieta e rigo-
bandono
il
Ha
potuto
il
medio evo.
abbigliato con
suo
forse
sorriso
un
tanta eleganza,
amabile
ti
che, a guardarlo
viene talora
il
sospetto,
con quel
non
sia
un malato da scena.
progressi e le forme di
questa malattia,
303
CONCHIUSIONE
combattuta sempre, e rinascente pi
forte,
profonde
poesie pi patetiche e pi
mano pi umani
in
e pi reali,
sua forma
egli
con van-
c_ome Cesar e
La
bellezza della
tale,
mano
sentimenti di
ma non sempre
Petrarca,
Il
Troveremmo
l'
l'effetto
ma
ad illusione;
se
e,
un po' pi
un
di pi discorde
Torto fecero
i
critici,
al
Petrarca
striai alterata.
ma
si
tempo
le inclinazioni e
suoi detrattori.
dissimulare
le
ombre
non minor
lodi.
dei
Un
falso
torto
La sua im-
secoli
ne
non
se-
non ho dubitato
di esporre tutt'i
difetti del
anima
possano comparare.
di purificarla, guardandola
i
in se stessa. Italiano,
e nella sua
petrarchisti; e
condo
mondo
amor
proprio paese
giustizia de'
la qual
cosa
il
salcio
:'04
sii.
prossimo ed
so se ci sia
ad
altri
ima specie
il
(lire
(li
i-i.ti:ai;<
di
reno
reri
maggior piccolezza,
che
falso rossore,
ci
dagiati in
una comoda
stessi.
ma
a noi
darci in viso
sangue
dura
se
un popolo
un
mal vezzo
di
sia
men
piccolo quel
il
glorificare
pi del
alla
il
Petrarca qual
manga
nei secoli.
di tutti
gli artificii
non meravi-
ed esempio di gusto anche agli stranieri. Quelle forme eleganti e squisite, sciolte dallo spirito che le cre, divennero
a poco a poco
il
filosofici,
lirici italiani;
quel
CONCHIUSIONE
tiri,
305
Riapparve
il
come un cadavere
unicamente
cetti e le figure.
secoli
lo spirito,
che
critici
quello lodarono;
materiale
con-
riluce
le
Le metafore
Db
Snctib
Petrarca.
il
si
venne a
tale,
80
APPENDICE
ALLA
EDIZIONE (1883)
la
il
fiore della
emi-
Mommsen,
Vi-
(1) Il
De-S.
(2).
dal
Dive-
1856 al
1860 [Ed.].
(2)
Mommsen
Herwegh,
l'estetico
Carlo
di Stuttgart (1817-1875),
Marx,
Hermann Kochli
poeta,
(1815-
308
SAGOIO
PETBABCA
sii.
<
politecnici, in Zurigo
1876), filologo
membro
De
cittadinanza
e la
Ferdinando Flocon
(1) e
si
D'ita-
qualche
giornalista e deputato e
Du-
et
de guerre de
il
gli
di
1789 1815;
il
2 dicembre,
Schopenhauer, che
amici ed ammiratori di
colui,
tsico
lora in Zurigo, v. B.
Croce, De
(1)
Filippo de Boni
XXXII, 1902
Milano redattore
della ^Repubblica
Romana
so-
accoglieva al-
stato a
si
[Ed.J.
1848 era
in Isvizzera.
Dal '49
al '59
visse a
Renan.
G.
B. Passerini
del
1860.
Il
mondo
antico di
e pubblic
Il
un volume
Gironi di Prato,
309
APPENDICE
per
non per
altro,
la
si
aveva
Un
d' Italia.
la piccolezza loro,
ma
ma
po' di sim-
tedeschi
guar-
ci
mi
vamo
il
mondo apparteneva
cattedra, che la
a loro.
Un
mi parevano singolarissime
meno amare
amore
ai loro filosofi e
le loro
Io ero andato
sunzione
affatto Leopardi. Il
guardavano a traverso
col con le
petrarchismo.
il
(1); e niente
pi bistrat-
la
mia pro-
Wagner mi pareva un
mi pareva pi
inestetico
Del De Sauctis
si
chiama
desco
ha una
talvolta,
W.
al
scherzosamente volgendone
si
Wagner
:
v.
una
maggio 1859;
Wagner. Questi
il
cognome
ii te-
leggono nell'Epistolario
310
che
1'
un giorno che mi
e diverbii,
si
il
in
mi
Canzoniere; e
professori
(2).
signore,
domandavano qual'era
pagina eh'
io avrei
tazioni e le
minute
illustrata.
analisi.
Questo spiega
le
copiose
la
ci-
di professore; e
mi
di
il
la
belletto
il
1907; cfr.
un
articolo di E.
(1) Il
1866:
il
De-S. allude
all'
Fran-
opera di
lui
Aesthetik
dal
1856 al
oder
Wissen-
e Stuttgart,
1847-1857,
Autoine-lise Cherbuliez
lettere di lui al
II,
De-S. in
di
Scritti varii
inediti o rari,
ed. Croce,
311
APPENDICE
dal bello.
si
maravigliavano come
s'
era potuto
manchevole e
1'
eccellente.
mia maniera
quella
Era gente
;
mi guar
in parte
mente
plauso.
mi
io
e pi quelli
si
non de-
il
il
mio scopo,
concetto
ma
volevo ingrandire
un
(1)
il
Petrarca, n
ci
si
De
Sanctis a Zurigo;
che
non
mie
e a lui
ci ero
di
mi
che
247-376 [Ed.].
del
sono pubblicate
De
Sanctis sulla
in Scritti
varii
Poesia
ed.
cit.,
caI,
312
SGGIO
Ora a
rit.
me
PETRARCA
sii.
un
N mi parve
pi
volume e
il
di circonferenza,
me
E come
(1).
sentii crescere
tesche in Torino,
come
tempo
delle
in Italia si
Avevo no-
Manzoni
e Leopardi, splendido
compendio
di
una grand'
mi pareva pi
lo
si
e-
correre ap-
mutavano
in tesi
Una nuova
rettorica ci
non
il
vita o la forma
vivente,
avevo concepito
il
discorso innanzi.
dissero: perch
(1)
Fu messo
il
non pubblicate
poi
il
vostro Petrarca
come introduzione
mi
Allora
APPENDICE
313
ecco,
venne fuori
il
ed
e'
era che
il
libro
doveva
un
solo autore.
E mi pareva
il
riu-
porgono
lo studio serio
gusto e
il
criterio,
me
me
la piglio
con
l'
me, che mi
fo
non
e'
poco leggere.
entra.
forse
o con
INDICE
La
edizione (1883)
Petrarca
Il
II.
III.
Il
petrarchismo
mondo
del Petrarca
V. Forma petrarchesca
VI
Situazioni petrarchesche
33
37
39
51
71
95
116
riflessione
Calore
135
159
197
231
d'imma-
ginazione
pag.
Malinconia
316
X. Trasfigurazione
di
Laura
pag. 253
275
XII.
295
307
Conchiusione
Appendice
*$SS)&foW3&%&
::.
OQ
rH
University of Toronto
ed
Library
ed
e
mi
I
CD
THE
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