Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il ciclo inferenziale
3.1 La mente è inferenziale
La differenza fra il bufalo e la locomotiva è la differenza fra il pensare inventivo e sperimentale e il pensare
meccanicamente determinato. È la differenza fra le diverse forme del ragionare, fra le tre inferenze: la
deduzio e, l’i duzio e e l’a duzio e.
LA deduzione è come la locomotiva: procede su tracciati predefiniti e arriva sicura alla conclusione.
L’i duzio e si uove a pa ti e dall’espe ienza, produce essa stessa esperienza, sperimenta, prova, verifica.
L’a duzio e – l’assu e e ual osa i ipotesi – è come il bufalo: se fiuta il pericolo o se scorge una via
migliore, lascia il proprio percorso e può scartare di lato.
Il bufalo, in fondo però, è fatto per cadere e rialzarsi. Ciò che importa è che il bufalo possa scostarsi in un
lampo e in lampo sfuggire al pericolo.
La locomotiva invece corre lungo i binari sicuri, ma arriva sempre alla medesima meta. Il suo procedere non
dipende né deriva dalla sua volontà.
Locomotiva e bufalo rappresentano una metafora elementare per il design inteso come attività
interpretativa e inventiva.
La zona intermedia è la facoltà mentale di individuare implicazioni fra oggetti ed eventi: qualcosa è
logicamene e se iosi a e te o esso a ual os’alt o, e pe tale agio e l’u o dive ta il seg o dell’alt o.
L’i pli azio e – il piega e i sie e u a osa o u ’alt a – è ciò che permette il passaggio semiotico della
mediazione. “e o ’ i pli azio e, o ’ ediazio e; se o ’ ediazio e o ’ se iosi.
Si agisce per:
induzione si va verso qualcosa;
deduzione si proviene da qualcosa;
abduzione il pensiero compie un movimento laterale o si procede a ritroso.
Le mete sono:
la tesi nel caso della deduzione;
la sintesi nel caso della induzione;
l’ipotesi el aso dell’a duzio e.
Sono richiesti:
capacità di calcolo per la deduzione;
capacità di sperimentazione pe l’i duzio e;
la disposizio e all’affida si all’azza do pe l’a duzio e.
. Le t e pa ti di u ’i fe e za.
In termini logici, antecedente e conseguente sono due proposizioni – due frasi. In ogni processo semiosico
ogni proposizione è un atto interpretante.
La o lusio e, l’i pli azio e AC è una legge generalizzata o una regola, ma è solo probabile in quanto si
basa su una osservazione statistica. Viene assunta come relazione costante fra una causa e un suo effetto:
una sintesi – unione fra antecedente e conseguente.
3.5 Tre aspetti dell’i duzio e
a) Induzione osservativa i dividuo att ave so l’esplo azio e u a legge o u a egola ità;
Nel caso di un esperimento che precede una teoria e la prepara: due oggetti di ricerca vengono fatti
incontrare ad arte.
c) Induzione di verifica voglio essere sicuro di ciò che ho trovato o progettato e provarlo.
La verifica è un processo inferenziale che arriva dopo – dopo u a teo ia o dopo u ’ipotesi – e ha valore di
conferma e convalida. Es provare o assaggiare se un cibo è cotto al punto giusto. Le interrogazioni di
verifica vengono qui poste per provare la validità delle procedure adottate e dalle scelte compiute.
“e l’i duzio e i e a di u a legge-mediazione, la deduzione prende avvio da una legge già conosciuta.
Conosco la legge per cui il fatto (A) comporta o implica il fatto (C);
Constato di trovarmi di fronte al fatto (A);
L’i pli azio e AC è una legge o regola, ma anche una credenza o una solida consuetudine.
La o lusio e de iva dall’atte e si a u a p o edu a.
La legge di implicazione iniziale è qualcosa di fissato e che tende a ripetersi. Qualcosa che viene assunto
come vero.
La conclusione è solo una possibilità.(A) è solo una delle possibili ragioni, per questo è solo una ipotesi.
L’a duzio e ha a atte e espli ativo: spiega i fatti, ci permette di scovarli e trovarli. L’a duzio e i te p eta
i fatti e cerca di fornire una spiegazione della loro esistenza. Essa muove da un fatto sorprendente e
conduce verso la sua causa possibile; prende avvio da ciò che accade di fronte alla nostra mente.
3.8 Il macroargomento
L’a duzio e – la fo azio e di u ’ipotesi – è quindi l’atto i augu ale d og i p o esso p ogettuale.
Stando al testo scritto da Peirce, l’a duzio e è il p i o passo, l’i duzio e è la sua hiusu a.
“e l’i duzio e e a dei fatti pe pote a iva e a u a teo ia a pa ti e da u ’ipotesi, l’a duzio e e a
u ’ipotesi pe h solle itata dai fatti.
L’i ve tiva può ostitui e la fase au o ale del p o esso p ogettuale, a o la sua u i a via.
Il macroargomento è la composizione delle tre inferenze: il tracciato logico di ogni progettualità, scandito
dal movimento abduzione-deduzione-induzione.
Si tratta di un processo aperto, un ciclo semiosico tendenzialmente illimitato. Il pensiero tende sempre
all’ipotesi; u pe a e te stato di ipotesi, pe ò, i fa i a e e se p e i attesa e ai i pa te za.
Il macroargomento è un ciclo inferenziale che può sempre ricominciare da capo, destinato a una continua
ripresa, finché al e o u ’ipotesi p ogettuale esiste à a tutte le p ove e ap i à la st ada alla fase
esecutiva e produttiva. Tenendo conto he le p ove non finiscono mai.
L’ute te o solo il desti ata io del p ogetto, a a he, a sua volta, il uovo soggetto dell’i p esa
progettuale. Og i ute te i fatti o pleta e o ti ua il p ogetto att ave so l’uso, pe h a he l’uso fa
parte del programma progettuale ed è una forma di progettualità.
PROBLEMA PROGETTO
PROGETTO ARTEFATTO
ARTEFATTO UTENTE
Co e l’i duzio e, a he l’a duzio e p e de avvio da u atto di osse vazio e e atte zio e. “pe ie se
l’osservazione è il guardare attraverso le cose e l’atte zio e il tendere verso un oggetto ritenuto rilevante.
A diffe e za dell’i duzio e, dall’osse vazio e l’a duzio e o t ae al u a si tesi. L’abduzione prende sì
avvio da iò he i o t ia o ell’esperienziale, ma lo pone in quanto effetto di una causa possibile. Per
uesto l’a duzio e legata all’idea di possi ilità.
Possibilità come:
- potenzialità (mere may-be);
- accadere eventuale (would-be).
Il ragionamento abduttivo è così un tentare di trovare ciò che crediamo possa essere possibile ma di cui
non abbiamo alcuna prova. L’u i a p ova l’esiste za del fatto sorprendente o di una curiosa circostanza
di cui non abbiamo alcuna spiegazione.
Un fatto ci sorprende se e quando abbiamo necessità di capire la ragione della sua esistenza o della sua
verità logica. Ciò che è sorprendente riguarda il come un fatto di presente e il perché.
Se poniamo attenzione a ciò che accade intorno a noi, i fatti sorprendenti possono essere molti.
Sorprendenti o non sempre del tutto spiegabili. Noi infatti non possiamo avee controllo su tutto.
Pe ost a fo tu a, o vivia o i u o do deduttivo, dove tutto iò he o o e o os e e la egola .
E viviamo solo in parte in un mondo induttivo, in quanto non di tutto possiamo fare esperienza diretta.
viviamo invece in un mondo-ambiente che sollecita la mente a cercare spiegazioni, e il più delle volte
abbiamo a disposizio e solo l’a duzio e.
Qualu ue sia l’ipotesi, la ost a e te o può evita e di fo i la: pe h non possiamo non interpretare.
4. Abduzione, semiotica del trovare
. Nell’ape ta p ate ia
Il nostro camminare e vagare, il movimento che si porta da un punto di origine a una meta, attraverso
l’esplo azio e e la i e a, t a le alt e ose, alla ase del procedere per ipotesi.
La necessità di sapere dove ci si trova e per dove si deve andare è talmente radicata nella nostra natura
umana che la comunicazione abbia a che fare molto da vicino con la navigazione nello spazio e che
l’o ie ta e to sita a fo da e to dei p o essi della o u i azio e u a a e del li guaggio stesso.
L’i ve zio e di Ippo ate consiste nel non occuparsi più della natura della malattia, ma di indagare il male,
a partire dai sintomi, direttamente nel corpo del malato. Ippocrate vede nel sintomo un fenomeno
significante, un fatto che richiede una comprensione.
Ippocrate dimostra di ave e e hia a l’i po ta za dell’a duzio e ella p assi edi a, ua do pa la di
vista e tale : do ia o affe a e iò he sfugge alla ost a visio e o la vista e tale, e il edi o
deve ricorrere al ragionamento sulla base dei sintomi che gli si p ese ta o .
Att ave so l’i fe e za, il edi o i te p eta i si to i e da uesti isale alla atu a della alattia.
Solo cosi può passare dalla manifestazione del male alla sua natura.
Sintomo –> Natura
Cosi, se:
l’i duzio e è si tesi – mette insieme dati dell’espe ie za;
la deduzione è tesi – definisce una data realtà;
l’a duzio e è il te tativo di vede e att ave so il dato fe o e i o. L’a duzio e t ova e p i a a o a di
iniziare a cercare: è una logica del cercare, una semiotica del trovare.
La varietà dei tipi di abduzione deriva dai diversi modi di cogliere la legge-mediazione che individua in
ipotesi la connessione possibile fra un conseguente e un antecedente.
È dunque lecito sostenere che la mente è abduttiva, e che l’a duzio e è adattiva, come una facoltà
sviluppata e sedi e tata el o so dell’evoluzio e. Nella ost a e te si t ova o at i i o po ta e tali,
schemi di eventi possibili appresi e memorizzati. Dei modelli mentali.
Nell’a esta si di f o te a u pe i olo, ui di l’isti to di vita che ragiona per conto nostro.
Nell’o ie ta e to, i ve e, l’espe ie za spaziale p e ede te a p e-disegnare il percorso.
Queste matrici o schemi sono chiamati da Peirce abiti (habit) – percettivi, comportamentali, culturali – e
funzionano in noi come dispositivi di risposta agli stimoli e ai problemi del mondo-ambiente, del mondo
dell’oggettualità e dell’espe ie za.
Gli abiti stanno sullo sfondo delle nostre azioni-interpretazioni, ma sono accompagnati dalle conoscenze
consapevoli e disponibili che ognuno di noi porta con sé. Una enciclopedia – Eco: l’i sie e egist ato di
tutte le interpretazione, concepibile oggettivamente come la libreria delle librerie, dove una libreria è
a he u a hivio di tutta l’i fo azio e o ve ale i ual he odo egist ata, dalle pittu e rupestri alle
i ete he .
In questi casi, di fronte a un evento che ci sorprende, la mente avvia una rapida rassegna di tutte le cause
plausibili. I racconti di detection rappresentano una miniera di ulteriori esempi possibili.
Le conoscenze che permettono di attraverso sono per lo più fornite dalle scienze naturali e
dall’osse vazio e, ma anche dall’affi a e to delle se si ilità o dalla o pete za te i a. Qui, scienza,
tecnica ed esperienza si presentano appunto come enciclopedia che comprende leggi più o meno
o solidate e asisti he più o e o i o e ti, he a uisia o o l’ese izio e la u a del sape e e a ui
i o ia o o la e essa ia fi ezza dell’i geg o. Il mondo della ragione viene in soccorso al mondo
dell’espe ie za.
L’a duzio e pa te pu e se p e dal o do così come è; individua la legge- ediazio e utile all’ipotesi
i ediata e te, a li ita do i tal odo il p op io uolo alla s elta all’i te o di leggi e conoscenze già a
disposizione.
Tuttavia, non sempre una legge- ediazio e i ediata e te a po tata di idee ; a volte o o e ist ui la,
inventarla.
La diffe e za f a i due tipi di a duzio e sta el p o esso e tale he po ta all’i dividuazio e della legge-
mediazione.
Abduzione selettiva per la formulazione della legge-mediazione la coscienza è chiamata in causa in toto.
Ricevuto lo stimolo – fatto sorprendente – la mente si impegna in un atto di ricerca e di scelta.
Non sono gli eventi che inducono la mente a compiere una abduzione, è la mente che nel compiere
l’a duzio e i te oga gli eve ti. Esatta e te il o t a io ispetto all’a duzio e o ligata.
A.O. EVENTIMENTE
A.S MENTEEVENTI
L’a duzio e o ligata è di est e a i po ta za i og i p o edu a p ogettuale, specie per quella parte
definita logi a ute te , i pa ti ola e ei asi i ui l’uso di u a tefatto hia a i ausa uestio i legate
alla sicurezza.
Anche come elaborazione di strategie per la prevenzione degli incidenti sul lavoro – la psicologia cognitiva e
gli studi sull’e gonomia hanno dedicato ampi e documentati studi.
“e o do Ja ese Reaso f a i uatt o tipi di e o i fo da e tali i dividuati ell’a ito del lavo o, il p i o
livello è costituito dai cosiddetti SLIPS, scivolamenti, ossia errori associari a mancanza d iattenzione o
percezione. Tale s ivola e to dell’atte zio e p e de avvio p op io dall’a duzio e di p i o tipo.
L’e o e i fatti u ’azio e di isposta a u o stiolo he la pe ezio e u a a o ies e a gove a e
adeguatamente. Seguono tre casi in cui la felicità dell’ipotesi o p o essa dall’i feli ità pe ettiva:
a) Percezione opaca: per carenze fisiologiche o per condizioni esterne critiche non si percepisce
l’a tefatto o l’a ie te i odo pe ti e te.
La facoltà di inventare è lo strumento, il medium, che fa conoscere il mondo cosi come ancora non è stato.
Vi sono vari modi di inventare, di dare forma a nuove conoscenze.
III.1 Invenzione per spostamento: la legge-mediazione è una estensione ad altro campo semantico.
III.2 Invenzione per connessione: la legge-mediazione connette ex novo due elementi già presenti.
Tutte le ei ve zio i d’uso pa to o da uesto tipo di abduzione inventiva. Nel campo artistico è uno
spostamento inventivo il ready made, il gesto dissacrante e iconoclasta di Marcel Duchamp.
L’a duzio e di Keple o, esaltata e po tata o e ese pio da Pei e, o siste ell’ave t aspo tato la figu a
dell’ellisse dal a po geo et i o e ast atto delle o i he allo spazio o eto dell’ast o o ia, dove u
modello radicato impediva di pensare il movimento dei pianeti secondo orbite diverse da quella circolare.
Keplero inventò la soluzione portando nel sistema astronomico un nuovo oggetto. Il suo atto inventivo fu
quello di pensare al di là del campo delle conoscenze disponibili.
4.2.5 Secondo sottotipo: inventiva per connessione
L’i ve tiva pe o essio e o siste i u a o essio e f a due siste i esistenti e conosciuti, o fra due
serie note di fenomeni o di fatti.
Sottesa a questo tipo di inventiva è l’u a a te de za a sta ili e lega i ausali legati t a u eve to e
l’alt o. Gran parte delle leggi naturali o delle credenze popolari verte su tale modalità.
Questo tipo di o essio i so o oggetto di s ope ta, eve tual e te so etta dall’osse vazio e i duttiva,
o di i ve zio e. Quest’ulti a igua da la o essio e t a fe o e i f a lo o dista ti e, i s pe s ,
dipendenti.
Stiamo cosi parlando di connessioni tra fenomeni soggetti alla storia, al mutamento, al progresso o al
regresso. Le ipotesi sulla connessione fra conoscenze note, infatti, riguardano per lo più le scienze umane, o
le scienze naturali.
Il terzo sottotipo di abduzione inventiva ci porta dentro l’i o i ità o e p oiezio e di so iglia ze possi ili.
Il risultato di questa abduzione inventiva sono nuove qualità sensoriali, nuove categorie scientifiche, nuovi
principi filosofici, nuovi termini teorici: nuovi oggetti della conoscenza. La s ie za, la te ologia e l’a te
sono i campi in cui tale abduzione ha prodotto i suoi effetti più vistosi.
Questo terzo tipo riguarda cosi un atto di ifo ulazio e e t asfo azio e dell’oggettualità esistente,
intesa sia come mondo fisico e naturale, sia come mondo semantico e culturale.
La visione abduttiva e prospettica individua in tutti questi casi delle possibilità, gli assenti possibili – ma resi
necessari dal bisogno o dal desiderio -, fra le pieghe della realtà e della materia.
L’i ve zio e pe segmentazione e riempimento è data dal passaggio dal continuo al discreto.
c) Reazione chimica
Fo se a uesto tipo di i ve zio e appa tie e a he l’a o e, l’i o t o f a soggetti, uella pa ti ola e
combinazione che genera la vita.
. Ve so l’a duzio e p oiettiva
. L’idea del futu o
Per il pragmaticismo (Pragmatismo - la funzione del pensiero come produttore di credenze da sottoporre al
vaglio dell'esperienza e della prassi), la filosofia individuata da Peirce che individua il significato e la verità
delle cose nelle loro conseguente pratiche concepibili, il se so dell’agi e u a o o può non avere lo
sguardo rivolto al futuro.
La sola condotta controllabile p la condotta futura: solo ciò che è possibile è oggetto del nostro progetto.
Qualsiasi realtà futura sarà il risultato della nostra azione presente e della considerazione che abbiamo
passato.
Non si tratta di previsione, ma di interpretazione: il senso di una azione che può avvenire ha il suo germe in
una realtà attuale.
Il pensiero del futuro guida le azioni del presente, ma per progettare le azioni future abbiamo bisogno di un
congegno mediatore l’attività p ogettuale.
Possiamo avere il controllo solo su ciò che siamo in grado di progettare, perché è già nelle nostre mani.
Il progetto è la connessione tra le nostre credenze sul mondo e la nostra condotta futura, perché: the o ly
o t olla le o du ts is Futu e o du t .
È un movimento del pensiero che permette di risalire a una causa (antecedente) a partire d a un effetto
(conseguente).
Questo è il carattere di ogni inferenza: trovare ciò che non conosciamo a partire da ciò che già
conosciamo retroduzione.
La considerazione del passato ha conseguente anche sul futu o: l’a duzio e gua da, a he, ava ti.
L’a duzio e u ovi e to os illa te della e te, f a passato, p ese te e futuro: tra ciò che è e ciò che
può essere.
Guarda verso il passato la mente cerca le cause o le origini (antecedenti, che hanno portato al fatto
singolare e sorprendente (conseguente).
Guarda verso il futuro La mente cerca il superamento di uno stato problematico. È alla ricerca di un
antecedente possibile (ciò che può essere).
Lo sguardo verso il passato fa dell’a duzio e u a et oduzio e vie e p esu ta o i ipotese l’a te ede te
possibile
Lo sgua do ve so il futu o fa dell’a duzio e u 0a duzio e proiettiva u a assu zio e di espo sa ilità ,
perché a etta l’o e e della sfida e pe h su iò he assu e i ipotesi p oiettata la p op ia azio e futu a.
Al centro – surprising fact ; ogni fatto può essere sorprendente o porsi come curious circumstance .
La so p esa sta el se so possi ile he las ia i t avvede e.
Tutte le cose che sono oggetto di percezione possono avviare un ragionamento abduttivo:
- la percezione stessa è inferenziale;
- in un enunciato (in un Interpretante) il contenuto di u a pe ezio e l’oggetto i ediato vuol
dire produrre un giudizio ogni giudizio consiste nel trovare relazioni fra il modo in cui le cose si
presentano e il modo in cui esse sono state determinate.
Sentire e vedere qualcosa (il cielo azzurro) e pe sa e a ual os’altro (la giornata è bella) un atto
abduttivo della mente.
Lo sguardo abduttivo coglie in ogni fatto il suo possibile carattere sorprendente, intravedendo il possibile
salto verso una conoscenza inedita.
Un fatto che desta la mente, o perché si presenta come oscurità o perché innesca nella mente il germe
della sfida.
Il fatto si pone come problema: stallo o intralcio da rimuovere – produce difficoltà: incognita o dubbio –
lascia scorgere parti da esplorare e aspetti da portare alla luce.
Non si limita solo a svelare ciò che è stato: il suo sguardo è prospettico e permette di rappresentare ciò che
può esse e, i te p eta do u se so futu o. L’a duzio e pe ette di vede e a he iò he a o a o ’ .
L’a duzio e pe ette di vede att ave so il dato fe o e i o – fino a trovare prima ancora di cercare.
Ippocrate: la vista mentale estensione del campo visivo dalla dimensione puramente fenomenologica a
quella immaginativa.
In ambedue i casi si tratta di predisporre ragionamenti capaci di ricavare conclusione da premesse date.
Questo assumere in ipotesi è appunto una prefigurazione, una figura disposta davanti a sé.
La prefigurazione è un modello di ciò che potrebbe essere e non è impossibile che sia: è may-be .
La prefigurazione è una delle finalità attribuite al design, insieme alla capacità di mostrare o visualizzare la
natura dei problemi.
L’i te to e a e o più l’o igi e del p o le a a il suo supe a e to att ave so u ’invenzione, come
nel caso della cupola di Brunelleschi.
Tre varianti possibili dell’a duzio e p oiettiva:
C C è un oggetto-problema.
A -C L’esiste za di A può i uove e l’oggetto-problema C.
-C La mancanza di C è un oggetto-problema.
A C Se esistesse un A, esisterebbe anche C.
C C è un oggetto-problema.
-A -C Se non ci fosse A, non esisterebbe neanche C.
In tutti e tre i casi, il conseguente è sempre un oggetto-problema, una realtà esistente e problematica, un
intralcio o una mancanza.
Per quanto sia legittimo pensare che Il design non sia limitato al problem solving, la consapevolezza della
realtà problematica è un passo ineliminabile.
6. Che cosa ci dice un problema
Peirce concepisce la ricerca come una lotta: vi è una credenza che deve prendere il posto del dubbio.
Ogni processo di conoscenza prende avvio da uno stato di stallo, dove non si sa cosa fare. Lo stato di stallo
si ha quando il nostro sapere non è in grado di dare senso alla realtà con cui trattiamo .
L’insieme di questi stati può essere generalizzato nel termine problema (l’Oggetto Dinamico, nella nozione
oggetto-problema o oggetto problematico).
L’oggettualità è ciò verso cui la mente dirige la propria attenzione conoscitiva, con cui intrattiene
una relazione di incontro-scontro;
L’oggetto è, per la mente, un ostacolo o un enigma, realtà che sorprende, che pone interrogativi.
Lo scopo di questo superamento è raggiungere uno stato di appagamento .
Diversamente da come si pensi (design e problema), vi sono molti casi di design in cui l’impresa progettuale
non è avviata da un problema, ma da qualcosa di molto vicino a un desiderio. Si tratta di casi in cui la
progettualità del design è coincidente (o quasi) con quella delle arti.
Vi sono molti casi storici in cui l’abduzione proiettiva del design non si presenta come soluzione a un
problema , ma si configura più che altro come una sfida. Specialmente quando questo modo è
un’invenzione o ricombinazione di forme e materiali tali da dar vita a strutture inedite.
Esempio – Sedia Wassily di Marcel Breuer: il caso mette in evidenza che anche quando l’idea progettuale
non assolve al compito di trovare una soluzione a un problema, il problema non esiste e il suo avvio ha a
che fare con il superamento di un ostacolo o di uno stato di insoddisfazione.
Breuer non parte da un problema, ma da un’idea del possibile. Crea il prodotto di un design (non il
prodotto di un progetto ).
1) La forma della sedia è una invenzione, richiedeva l’individuazione di un varco, uno spazio vuoto da
individuare e riempire;
2) I tubi in acciaio non erano mai stati utilizzati per una seduta;
3) La tecnica di produzione richiedeva il superamento di alcune difficoltà;
4) La Red and Blau di Rietvelde fornisce a Breuer un parziale modello da rielaborare. Ma la
rielaborazione qui è pure essa il superamento di un implemento: la sedia di Rietveld è un esempio
di contaminazione fra arte e design, ma non del tutto un prodotto del design. Breuer invece mira a
colmare questa distanza.
Il caso della Wassily è pressoché estendibile a ogni altro prodotto del design.
Argan: La sedia di Breuer è la prima sintesi operativa e funzionale delle arti, la prima, grande vittoria del
disegno industriale . Se così possiamo anche non scorgere subito un problema esplicito, è davvero
difficile non ravvisare in quest’opera la sintesi in avanti fra arte e industria propria della Bauhaus.
Il problema di Breuer non era progettare una seduta più confortevole o esteticamente gradevole, ma
elevare a valore intellettuale e d’arte una materia profana come i tubi in acciaio. Questa la sua abduzione
proiettiva, generata da un atto di immaginazione.