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IL GENERE DEI NOMI

L’italiano distingue due generi grammaticali: il maschile e il femminile. Nel caso di esseri
animati, il genere grammaticale corrisponde al sesso dell’uomo o dell’animale indicato

scultore (maschile) ▶ scultrice (femminile)


gatto (maschile) ▶ gatta (femminile)

Nel caso di oggetti non animati, il genere grammaticale invece è dovuto a una convenzione
esclusivamente linguistica

ricordo, vertice, cappotto (maschile)


poltrona, fiaba, maglia (femminile)

In alcuni casi, il genere maschile o femminile può essere prevedibile in base all’appartenenza
ad alcune categorie.

• Tendono a essere femminili:

– i nomi dei frutti: la pesca, la mela, la pera


– i nomi di scienze, discipline e concetti astratti: la chimica, la grammatica, la pace
– i nomi che indicano attività militari: la guardia, la guida, la pattuglia
– i nomi di città, isole, regioni, stati, continenti e delle associazioni sportive: la Firenze medicea, la
Corsica, la Francia, l’Africa, la Juventus

• Tendono a essere maschili:

– i nomi degli alberi: il melo, il pero, l’abete


– i nomi dei metalli e degli elementi chimici: l’oro, lo iodio, l’ossigeno
– i nomi dei mesi e dei giorni della settimana: un luglio assolato, il venerdì
– i nomi di mari, monti, laghi, fiumi: il Mediterraneo, il Cervino, il Trasimeno, il Po
– i nomi di vini: l’Aglianico, il Valpolicella, il Chianti
– i nomi dei punti cardinali: il nord, il sud, il ponente
– i nomi di preghiere: l’Angelus, il Credo, il Padrenostro

In generale, la distinzione tra maschile e femminile è data dalla terminazione delle parole
(considerata, ovviamente, al singolare).

• Sono maschili:

– quasi tutti i nomi con desinenza in –o: lo specchio, il futuro


– i nomi (in gran parte di origine straniera) terminanti in consonante: il computer, il radar, il provider
– alcuni nomi con desinenza in -a, soprattutto di origine greca e di uso tecnico o scientifico: il
dramma, l’asma, l’eritema, l’enfisema, il karma (dal sanscrito)
• Sono femminili:

– la quasi totalità dei nomi con desinenza in –a: la ciliegia, la vita, la gioia
– molti dei nomi con desinenza in –i: la sintassi
– i nomi terminanti in -tà e –tù: la falsità, la virtù

I nomi con desinenza in -e possono essere a seconda dei casi maschili o femminili

il mare
la nave
un ente

Vi sono poi alcuni casi particolari che riguardano il genere dei nomi:

• Alcune parole (come insegnante, giornalista, fisiatra, amante) hanno un’unica forma
invariabile per il maschile e il femminile e il genere può essere segnalato dall’articolo o dalla
presenza di un aggettivo.

• Alcune parole (soprattutto nomi di animale come tigre, gorilla) presentano un’unica forma
invariabile sia per l’esemplare maschio, sia per l’esemplare femmina, e l’unico modo per distinguere
il maschio dalla femmina è esplicitare questa informazione, come in tigre maschio, medico donna.

• Alcune parole sono soggette a un falso cambio di genere e nell’apparente passaggio dal
maschile al femminile assumono in realtà un diverso significato, come il busto / la busta, il palmo / la
palma, il manico / la manica ecc

• Alcune parole hanno un doppio plurale maschile e femminile, ciascuno con una diversa
sfumatura di significato, come labbri e labbra, bracci e braccia, muri e mura ecc.

• Alcune parole presentano forme del tutto diverse per il maschile e il femminile, come
maschio / femmina, toro / vacca.

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