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Ugo Foscolo

1. La vita

Niccolo Foscolo (il nome Ugo e aggiunto dopo) nasce il 6 febbraio 1778 a Zante (una delle isole
Ionie, allora appartenente alla Reppublica di Venezia). Nel 1785, la famiglia si trasferisce a Spalato
in Dalamazia, dove Niccolo frequenta il seminario clericale. Nel 1788 suo padre muore, e Niccolo si
ritorna a Zante fino al 1792, quando sua madre riesce a riunire la famiglia a Venezia. Foscolo riesce
a farsi ammettere nei salotti dell’aristocrazia. In questi anni incontra e legge i classici latini, greci,
italiani e la letteratura illuminista e frequenta all’Universita di Padova.

Politicamente, Foscolo aderisce alle idee revoluzionarie e mette in scena, nel 1797, la tragedia
„Tieste” che e pervasa di spirito antitiranico. Foscolo fugge a Bologna si arruola nel corpo dei
cacciatori a cavallo e pubblica l’ode „A Bonaparte liberatore”. Quando Napoleone, con il trattato di
Campoformio, cede Venezia all’Austria, si sente tradito e abbandona la citta.

Giunto a Milano, Foscolo conosce Parini e Monti. Tornato a Bologna, Foscolo inizia la
pubblicazione del romanzo epistolario „Ultime lettere di Jacopo Ortis”. Nel 1799, Foscolo si arruola
nella Guardia Nazionale di Bologna. Quando Napoleone rientra in Italia, Foscolo decide di rimanere
nell’esercito. Questi sono gli anni dell’amore per Isabella Roncioni a Firenze e per Antonietta
Fagnani Arese a Milano (per la quale scrive l’ode „Alla amica risanata”). Si sente desiluso del suo
rolo e si dedica alla pubblicazione dell’Ortis e delle Poesie.

Nel 1804, Foscolo parte per Francia, dove rimane fine al 1806. Rientrato in Italia, Foscolo si
stabilisce a Milano e fa, nel 1806, un viaggio a Venezia, durante il quale concepisce l’idea di scrivere
„Dei Sepolcri” (pubblicato nel 1807). Foscolo ha una continua conflittualita con la cultura officiale
del regno napoleonico. Dopo la rappresentazione di „Aiace”, Foscolo e costretto di fuggire da
Milano, perche la commedia e vista come un attaco diretto a Napoleone. Tra 1812 e 1813 Foscolo
soggiorna a Firenze dove lavora alle „Grazie” e scrive la tragedia „Ricciarda”. Dopo la sconfitta
napoleonica, torna a Bologna. Quando gli austriaci lo propongono di dirigere la rivista culturale,
Foscolo rifiuta e rifiuta anche di giurare fedelta agli austriaci.

Il 30 marzo 1815 fugge per la Svizzera e poi, nel 1816, emigra a Londra. Foscolo muore il 10
settembre 1827 a Turnham Green.
2. Le ultime lettere di Jacopo Ortis

Il romanzo ha una storia redazionale complessa. La prima edizione del romanzo (detta „Ortis
bolognese”) e curata da Foscolo solo sino alla lettera XLV. L’opera esce nel giugno del 1799, con
data 1798 e con il titolo di „Ultime lettere di Jacopo Ortis”. Quest’edizione e bloccata dalla censura.
Ortis compone una seconde versione del romanzo, chiamata „Ortis milanese”. La prima parte del
libro coincide con le 45 lettere del primo Ortis, la seconda riprende brani della seconda parte
dell’edizione bolognese arrichiata da lettere realmente inviate da Foscolo e da pagine autobiografice.
Una terza edizione del romanzo esce nel 1816 a Zurigo.

Il principale modello di riferimento dell’Ortis sono „I dolori del giovanne Werther” di Goethe,
ma esistono anche reminiscenze della „Novella Eloisa” di Rousseau, del „Viaggio sentimentale” di
Sterne e della „Pamela” di Richardson. Il romanzo e ambientato tra l’ottombre 1797 e il marzo 1799
e narra la vicenda di Jacopo Ortis, che si suicida per amore e per ragioni politiche. Il nome del
protagonista deriva da Gerolamo Ortis, uno studente suicidatosi a Padova nel 1796. Il romanzo e
costituito dalle lettere inviate da Jacopo al suo amico, Lorenzo Alderani, che le pubblica,
corredandole di alcune note esplicative. Dopo il trattato di Campoformio, Jacopo si rifugia a Colli
Euganei, dove si innamora di Teresa, figlia del conte T., chi era promessa in sposa a Odoardo, ricco e
nobile, ma mediocre e sensibile. Jacopo deve allonantarsi da lei, viaggiando per l’Italia e vedendo le
tombe dei grandi italiani a Firenze, l’incontro con Parini a Milano o la sosta sul sepolcro di Dante a
Ravenna. Quando sente del matrimonio di Teresa, Jacopo torna sui Colli Euganei e toglie la sua vita.

L’Ortis ha una matrice autobiografica, risultata dalle esperienze sentimentali e politiche del
giovane Ortis. Il tema politico, con gli ideali di amor di patria e liberta, emerge fin dall’inizio – „Il
sacrificio della nostra patria e consumato” e l’attaco della prima lettera - e si fonde con il tema
amoroso. Entrambi sono destinati al falimento e alla dillusione, e portano Ortis alla decisione della
morte. Esistono anche altri temi che intrecciano come il mito della belezza serenatrice e il sepolcro,
come strumento di corrispondenza tra vivi e morti. La scrittura oritsiana e anche specchio dello
sperimentalismo letterario del poeta che accoglie suggestioni ossianiche e grayane insieme. La figura
di Ortis e caratterizzata anche dal suo suo ribellismo orgolioso, l’abbandonio alle passioni, il dissidio
insanabile tra ideale e reale, tra le aspirazioni dell’individuo e una societa che le schiaccia.

3. I sonetti e le odi:

Nel 1802 – „Nuovo Giornale dei Letterati” – escono 8 sonetti e l’ode „A Luigia Pallavicini
caduta da cavallo”. 1803 – gli stessi testi sono riproposti in volume. Nello stesso anno esce una
edizione di „Poesie” contenente i testi gia pubblicati e anche l’ode „Alla amica risanata” e dei sonetti
„Alla sera”, „A Zacinto” e „Alla Musa”. Nel 1803 esce un’ulteriore edizione contenente il sonetto
„In morte del fratello Giovanni”.

E molto importante da notare la selettivita metrica, che comprende solo l’ode di modello
pariniano e una forma antica della tradizione lirica italiana, come il sonetto (che la generazione
successiva non avrebbe quasi piu pratticato. A questa corrisponde una estrema selettivita dei temi,
che vanno dalla celebrazione neoclassica della bellezza, alla funzione della poesia all’esilio del
poeta.

Le odi:

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