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Alla luna (1819)

O graziosa luna, io mi rammento O graziosa luna, io ricordo


Che, or volge lanno, sovra questo colle che un anno fa, sopra questo colle
Io venia pien dangoscia a rimirarti: venivo a contemplarti pieno dangoscia:
E tu pendevi allor su quella selva cos come ora, tu eri sospesa
Siccome or fai, che tutta la rischiari. su quella selva che rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto Ma il tuo volto appariva ai miei occhi
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci annebbiato e tremolante, a causa del pianto
Il tuo volto apparia, che travagliosa che mi sgorgava dalle ciglia, perch la mia vita
Era mia vita: ed , n cangia stile, era tormentata: e lo tuttora n cambia caratteristiche,
O mia diletta luna. E pur mi giova mia diletta luna. Tuttavia mi utile
La ricordanza, e il noverar letate il ricordo e il contare il tempo
Del mio dolore. Oh come grato occorre delle mie sofferenze. Oh come il ricordo delle cose passate,
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo anche se dolorose e anche se langoscia permane, rimane,
La speme e breve ha la memoria il corso, si presenta grato nel tempo della giovinezza,
Il rimembrar delle passate cose, quando c ancora molto da sperare e la memoria ha poco
Ancor che triste, e che laffanno duri! da ricordare.

Analisi:

Composto probabilmente nel 1819, come Linfinito, il testo segue nei Canti La sera del di di
festa, occupando la terza posizione nella serie degli idilli. (un possibile effetto narrativo dovuto alla
successione tra sera e notte, anche se in realt entrambi i testi sono ambientati in un notturno lunare).

Questo idillio si articola in due parti:

(1) La prima parte incorniciata1 dai due vocativi (v 1 e v 10) indirizzati alla luna, ha la forma di
un adlocuzione e contiene levocazione presente di un paessaggio lunare famigliare e le
rievocazione dello stesso paessaggio in un tempo passato, richiamato dalla disposizione
malonconica2 del soggetto.
(2) La seconda parte passa dal malinconia al piacere e dal dialogo evocativo al monologo
raziocinante3: il poeta analizza i risvolti4 consolanti della sua condizione attuale ed enuncia
una legge generale sulla dolcezza del ricordo, anche se la materia del ricordo non lieta.

1
Incadrata (incorniciata)
2
Melancolica (malinconica)
3
Rational (raziocinante)
4
Implicatii (risvolti)
Questi due parti corispondono ai due diversi titoli concepiti da Leopardi per lidillio, luno che
valorizza il paessaggio con la luna, laltro (La ricordanza), che mette in primo plano il mecanismo
del ricordo.

Il notturno della prima parte rispette laffermazione romantica secondo cui ogni paessaggio uno
stato danima. Lio poetico proietta sulla scena lunare i segni del proprio dolore (angoscia),
transfigurandola letteralmente e conferendole un che di luttuoso5. La presenza graziosa della luna,
amica e intrlocutore umanizzata, gemella celeste del poeta, immette una nota di dolcezza nella
solitudine malinconica della scena, construendo un contrasto patetico.

Al contrasto patetico e affettivo corrisponde un contrasto concettuale, esplicitato nella parte


finale dellidillio. La contemplazione notturna della luna suggerisce unidea di estinzione (sia perche
la notte immagine della morte, sia perche rinvia la memoria al passato e al dolore) e unidea di
circolarit e di continuit della vita. Questa percezione consolatoria del tempo del ricordo come
opposto al tempo della distruzione appare anche in Zibaldone.

5
Doliu (luttuoso)

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