Sei sulla pagina 1di 1

Spesso inserita nei programmi scolastici, 

Alla luna di Giacomo Leopardi è una delle 41 Attuare è possibile realizzare una divisione dal punto di vista contenutistico, come già
liriche contenute nei Canti. Composto con molta probabilità a Recanati nel 1819, questo accennato all’inizio, dal momento in cui il poeta si rivolge alla luna nominandola
componimento è assai significativo nella produzione di Giacomo Leopardi, in quanto va a direttamente: “O graziosa luna” (v. 1) e “o mia diletta luna”(v.10).Nella prima
toccare un tema a lui caro e particolarmente presente in tutta la sua composizione poetica: invocazione domina il paesaggio notturno verso il quale Leopardi proietta la propria
il ricordo. A questo proposito, in origine il titolo della poesia sotto analisi era proprio La angoscia tornando su quel colle, un anno dopo, e vedendo la stessa luna che vide allora.
ricordanza. Il componimento è facilmente divisibile in due parti: una prima in cui viene Nonostante il tempo sia passato, lo-stato-d’animo-dell’autore-non-è-cambiato.La prima
descritto un notturno lunare e una seconda in cui viene evidenziato il grandissimo valore del parte del componimento è dunque prevalentemente narrativa, mentre dal decimo verso in
ricordo come consolazione. Alla luna è un componimento scritto da Leopardi attorno al poi si apre una riflessione teorico-filosofica incentrata sulla poetica della rimembranza.Il
1819 e inserito nell’edizione dei Canti del 1831. L’aggiunta dei versi 13 e 14 è stata fatta poeta osserva la luna solo attraverso i suoi occhi, vedendola sfocata e deformata a causa
nell’edizione postuma del 1845. Il tema della poesia è squisitamente romantico. Essa del suo pianto. Il dolore si rinnova, quindi, nell’incontro con la luna; non sappiamo la causa
sviluppa il rapporto che c’è tra uomo e paesaggio notturno senza trascurare il tema assai di questo male che il poeta sta vivendo, un dolore immutabile di cui la luna è testimone.
caro di quanto un ricordo possa essere dolce e amaro per l’uomo. La poesia parte con Il ricordo di un passato triste che si tramuta in un presente triste sembra consolare il poeta,
l’invocazione alla luna, astro molto caro a Leopardi e suo confidente rispetto alle continue anche se nel testo non viene spiegato il motivo per cui è così.Tutta la poesia è strutturata
angosce che vive. L’abitudine a confidarsi con la luna, se non con regolarità serrata con una strutturata sull’opposizione tra passato e presente, sebbene i sentimenti permangano
certa periodicità, è sottolineata dalla specificazione temporale “or volge l’anno” (v. 2): a un uguali il poeta trova un po’ di consolazione nel ricordo. Proprio il ricordo permette di avere il
anno di distanza dall’ultima volta che si è confidato con il satellite, Leopardi può fare un tono dolce e pacato di questo testo. Alla luna appartiene ai primi componimenti dei Canti,
nuovo bilancio della propria vita e del proprio dolore. Appare evidente sin da subito come, gli Idilli (o Piccoli Idilli). A questa altezza, la produzione poetica di Leopardi non è ancora
in questa poesia, ci sia una combinazione tra gli scorci di paesaggio notturno e le caratterizzata dalla canzone libera leopardiana,ma-le-poesie-sono-composte-in-prevalenza-
sensazioni dell’autore nel momento in cui lo guarda e il ricordo di quando il poeta, già in da-endecasillabi-sciolti. Lo-stesso-accade-per-questo testo, composto da 16 endecasillabi
passato, andava a confidarsi con la luna. Leopardi si rivolge direttamente alla luna la quale, sciolti. Il lessico della poesia è ricco di arcaismi (es. “pendevi” v. 4, “noverar l’etate” v. 11),
tuttavia, comunque non può capire fino in fondo il suo tormento interiore: non a caso, ma è anche teso a trasmettere il senso di vago e indefinito tanto caro al poeta. Per quanto
mentre l’io poetico è “pien d’angoscia” (v. 3), la luna è “graziosa” (v. 1). Questo riguarda le figure retoriche, il componimento è strutturato come una lunga apostrofe alla
componimento ha più di un punto in comune con L’infinito, a partire dalla forma e dal luna, scandita dall’anafora con variatio ai vv. 1e10:“o-mia-graziosa-luna”e“o-mia-diletta-
periodo in cui è stato composto, così come dal luogo privilegiato d’osservazione: la luna”. Il suo ritmo languido è guidato dagli enjambements e dalle allitterazioni, in
sommità del Monte Tabor. Le due poesie sono accomunate anche dalla brevità e particolare quella della lettera L. Le lettere r e s, particolarmente frequenti, veicolano invece
dalla densità di significato in così pochi versi.La luna, inoltre, regna sovrana anche nella il senso di angoscia e dolore radicato-nell’esperienza-di-vita-dell’io-lirico,per-quanto-il-
poesia La sera del dì di festa e celebre è l’incipit, sempre dedicato alla luna, del Canto ricordo-possa-addolcire-i-tormenti. Altre figure retoriche da sottolineare, sono: metonimia:
notturno di un pastore errante dell’Asia, a sottolineare come la componente romantica data “ciglio” (v. 7); metafora: “luci” (v. 7); iperbato: “ma nebuloso e tremulo dal pianto / [...] il tuo
dal cielo e dall’astro notturno non manchino praticamente mai nell’espressione artistica del volto apparia” (vv. 6-8); parallelismo: “lungo la speme e breve ha la memoria” (vv. 13-14)
poeta. Il blocco compatto di sedici endecasillabi di cui la poesia è composta non viene
suddiviso nemmeno dalle rime.

Potrebbero piacerti anche