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La fonologia latina

L’alfabeto

L’alfabeto latino è composto da ventiquattro lettere, dal momento che conta tre consonanti
in più rispetto alla lingua italiana: k, x, y.

Esercizio

Disponi in ordine alfabetico le seguenti parole:

Zama – agricola – otium – captivus – quaero – ferrum – navis – nomine – secum – index –
undique – kalendae – latitare – vestibulum – melius – beneficus – patientiam – genius – res
– cactus – Xanthippe – damnum.
La pronuncia

Come tutte le lingue, anche il latino nel corso della sua vita ha subito una serie di
trasformazioni e questo vale soprattutto per il latino parlato. Gli studiosi sono riusciti a
ricostruire la pronuncia dell’età classica (dal I sec. a. C. al I sec. d. C.), partendo
dall’analisi dei testi degli scrittori e dei grammatici latini. Tuttavia, nella scuola italiana si
segue comunemente la pronuncia scolastica, che ci è stata tramandata dalla Chiesa. Le
principali differenze rispetto alla pronuncia dell’italiano sono:

l’h è muta: herba si pronuncia erba − mihi “a me” si pronuncia mii

l’y ha lo stesso suono della i: gypsum “gesso” si pronuncia gipsum

il gruppo ph si pronuncia f: elephantus “elefante” si pronuncia elefantus

il gruppo gl si pronuncia sempre come nella parola italiana “glicine”, mai come in “miglio,
migliore”

il gruppo ti seguito da una vocale si pronuncia zi, quando la i non è accentata e non è
preceduta da s, t, x: amicitia si pronuncia amicizia − bestia si pronuncia bestia − totíus “di
tutto” si pronuncia totíus

I dittonghi ae e oe si pronunciano e: caelum si pronuncia celum − poena si pronuncia pena;


ae e oe si pronunciano come sono scritti quando la dieresi ¨, posta sulla seconda vocale,
segnala la presenza di uno iato: poëta si pronuncia poeta − aër si pronuncia aer

ESERCIZI

1) Leggi ad alta voce le seguenti parole, applicando le regole di pronuncia.

Phaedrus, coepit, sententia, poëta, Syracusae, neglegentia, vitium, modestia, homo, lyra,
aër, praesidium, gladius, amphora, Sextius, aequus, gloria, nihil, heri, tyrannus, aeternus,
philosophus, proelium, hodie, poëticus, Aegyptus, atleta, Aesopus, aedificare, laetitia.

2) Leggi ad alta voce i seguenti proverbi e motti latini, applicando le regole di pronuncia.

a) Qui gladio ferit, gladio perit. Chi di spada ferisce, di spada perisce. b) Verae amicitiae
sempiternae sunt. Le vere amicizie sono eterne. c) Quot capita, tot sententiae. Tante teste,
altrettante opinioni. d) Etiam capillus unus habet umbram suam. Anche un solo capello ha
la sua ombra. e) Avaritia miseriae causa est. L’avarizia è causa di miseria.

3) Leggi ad alta voce il seguente brano. Per facilitarti sono stati segnati gli accenti sulle
parole che ti suoneranno meno familiari.

In agris dura et laboriosa vita est, sed beata; enim agrícole divítias atque avarizia ignórant.
Divitiárum gloria enim fluxa est, avaritia saepe miseriam parat. Agrícolae industriam ac
diligentiam adhíbent, patientiam et constantiam exércent. Cum aurora appáret, agrícolae
iam vigilant. Aut terram arrant aut aridas glebas írrigant aut arísts tondent aut uvas
vindémiant. Cotídie in area bestias domesticas ádaquant, in silvis feras captant.

La quantità sillabica

Nella lingua latina ai cinque segni vocalici A, E, I, O, U corrispondevano dieci suoni, perché
ogni vocale poteva essere pronunciata con due durate diverse: le vocali che venivano
pronunciate più rapidamente sono definite vocali brevi e sono convenzionalmente indicate
dal segno ˘: ă, ĕ, ĭ, ŏ, ŭ; le vocali la cui pronuncia durava di più sono chiamate vocali lunghe
e sono indicate dal segno ¯: ā, ē, ī, ō, ū.

Ad esempio: mălum si diceva malum “il male”; mālum si diceva maalum “la mela”

In latino anche le sillabe hanno una quantità, cioè una durata della pronuncia. Una sillaba
che termina in vocale si dice aperta, una sillaba che termina in consonante si dice chiusa.
Le sillabe chiuse sono sempre lunghe; quelle aperte sono brevi se la vocale che contengono
è breve, altrimenti sono lunghe; in genere, una vocale seguita da un’altra vocale è breve. I
dittonghi ae, oe, au, eu sono sempre lunghi.

Ad esempio līber: libero; lĭber: libro

L’accento

In latino l’accento non è mai evidenziato per iscritto; inoltre non esistono parole tronche
(accentate sull’ultima sillaba). Se esse sono composte da due sillabe, l’accento cade sulla
penultima: voco = io chiamo, si pronuncia vòco. Se, invece, il vocabolo è composto da più
sillabe, si devono seguire le seguenti regole: • l’accento cade sulla penultima sillaba, se
essa è lunga: timēre (temere) • l’accento cade sulla terzultima, se la penultima è breve:
legĕre (leggere). Ciò accade in virtù della cosiddetta legge del trisillabismo, secondo cui
l’accento non può risalire oltre la terzultima sillaba.

Esercizi

2) Segna l’accento tonico sulle seguenti parole, in base alla quantità della penultima sillaba,
quindi leggile ad alta voce.

Convŏco – italĭcus – calcŭlus – perfēctus – thesāūrus – cognōmen – occŭpo - scitŭlus –


defĕret – adgrēssor.

3) Segna l’accento tonico sulle seguenti parole. Per farlo dovrai prima stabilire, servendoti
del dizionario, la quantità della penultima sillaba.

Responsum – edico – vestigium – repello – vinculum – antequam – emineo – conclave –


fremitus – aedilis – adsumo – cetera – fortitudo

Le declinazioni

Radice e desinenza

In latino, come in italiano, in una parola possiamo distinguere: • La radice, cioè la sua parte
invariabile (italiano: port-a; tavol-o; bell-o. Latino: de-a; fili-us; bon-i; viv-o). • La desinenza,
che si aggiunge alla radice e modifica la forma della parola, ad esempio a seconda del
genere e del numero dei nomi o negli aggettivi, oppure a seconda del modo, del tempo e
della persona nei verbi (Italiano: port-e; tavol-i; bell-a. Latino: cant-ate, de-ae; fili-orum; bon-
os; viv-am). In italiano, però, le desinenze non cambiano quando i nomi vengono utilizzati
con funzioni logiche diverse all’interno di una frase (ad esempio soggetto/complemento).
Bisogna far riferimento alla posizione del nome della frase, all’uso di articoli e preposizioni,
per capirne la funzione.

La mamma (sogg.) sgrida il bambino.


Il bambino chiama la mamma (compl. ogg.).

Il bambino non ascolta le parole della mamma (compl. di specificazione).

Il bambino tira la palla alla mamma (compl. di termine).

Il bambino gioca con la mamma (compl. di compagnia).

In latino, invece, nomi, aggettivi e pronomi presentano una struttura articolata in sei casi
singolari e plurali, che viene definita declinazione. Le declinazioni in latino sono cinque e
sono identificabili guardando il genitivo singolare. Ovviamente bisogna sempre consultare il
dizionario, che riporta il sostantivo al nominativo e genitivo singolare.

I declinazione rosa-ae, f. la rosa


II declinazione lupus-i, m. il lupo
III declinazione fulmen-inis, n. il fulmine
IV declinazione quercus-us, f. la quercia
V declinazione fides-fidei, f. la fede

La radice di un nome si ricava dalla separazione della desinenza del genitivo singolare dalla
parola stessa: auror-ae

Dal momento che in latino non esistono articoli e preposizioni, sono i sei casi che ci
consentono di individuare la funzione logica di un sostantivo:

NOME DEL CASO FUNZIONE LOGICA


Nominativo Soggetto, nome del predicato, complemento predicativo del soggetto
Genitivo Complemento di specificazione
Dativo Complemento di termine
Accusativo Complemento oggetto, complemento predicativo dell’oggetto
Vocativo Complemento di vocazione
Ablativo Complemento di mezzo, causa e vari altri complementi con o senza
preposizioni
In latino i nomi appartengono a tre generi: il maschile, il femminile e il neutro. Quest’ultimo
serve per esprimere concetti astratti o per indicare il significato di esseri inanimati.

ESERCIZI

1) Nelle seguenti frasi italiane analizza la funzione logica degli elementi sottolineati e
indica a quale caso corrisponde in latino. L’esercizio è avviato.

a) Gli sposi (soggetto) (caso nominativo) offriranno un rinfresco (compl. oggetto) (caso

accusativo) a parenti e amici (compl. di termine) (caso dativo).

b) A Luca (………………..) (caso …………………) non piacciono le camicie sportive

(………………..) (caso …………………).

c) Salirono al sesto piano con l’ascensore (………………..) (caso …………………).

d) Abbiamo fatto le prove (………………..) (caso …………………) del concerto

(………………..) (caso …………………).

e) Ho spedito le foto (………………..) (caso …………………) agli amici (………………..)

(caso …………………) di Verona (………………..) (caso …………………).

f) Mario (………………..) (caso …………………) è stato multato per eccesso

(………………..) (caso …………………) di velocità.

g) Incontreremo un amico (………………..) (caso …………………) in piazza.

h) Le spine delle rose (………………..) (caso …………………) pungono.

i) Col formaggio (………………..) (caso …………………) si attirano i topi.


2) Per ciascun nome indica con una crocetta la declinazione a cui appartiene. Ricorda che
l’elemento determinante è il genitivo.

3) Risolvi lo schema, traducendo in latino. Nella colonna evidenziata comparirà il nome del
personaggio rappresentato a fianco.
Confronto tra la frase italiana e la frase latina

In italiano, l’ordine delle parole determina il significato della frase: “Il console guida l’esercito”
non ha lo stesso significato di “L’esercito guida il console”. In latino, invece, lo spostamento
delle parole non determina alcun cambiamento di significato: “Exercitum ducit consul” è
perfettamente uguale nel significato a “Consul ducit exercitum”, perché- come abbiamo già
detto- in latino la funzione logica è garantita dalla desinenza.

Generalmente in latino: il soggetto si trova all’inizio e il verbo alla fine della frase;
l’apposizione e l’attributo precedono il sostantivo a cui si riferiscono; il complemento oggetto
precede il verbo da cui dipende; il complemento di specificazione precede il sostantivo a cui
si riferisce; il nome del predicato precede il verbo essere.

ES: Clarus poeta Vergilius Aeneae fugam narravit.

Il famoso poeta Virgilio di Enea la fuga narrò

Rosa pulchra est

La rosa bella è

Sogg nome del pr copula

La prima declinazione

I nomi della prima declinazione sono per la maggior parte femminili; pochi i maschili, nessun
nome neutro. Il nominativo singolare esce in -a e il genitivo singolare in -ae.

Singolare

CASO NOME FUNZIONE


nominativo puell- ă soggetto la fanciulla
genitivo puell-ae c. di specificazione della fanciulla
dativo puell-ae c. di termine alla fanciulla
accusativo puell-am c. oggetto la fanciulla
vocativo puell- ă c. di vocazione o fanciulla
ablativo puell- ā c. di mezzo, con la fanciulla
compagnia, c
d’agente

Plurale

CASO NOME FUNZIONE

nominativo puell- ae soggetto le fanciulle

genitivo puell-arum c. di specificazione delle fanciulle

dativo puell-is c. di termine alle fanciulle

accusativo puell-as c. oggetto le fanciulle

vocativo puell- ae c. di vocazione o fanciulle

ablativo puell- is c. di mezzo, con le fanciulle


compagnia, c.
d’agente

Come avrai osservato, ci sono delle desinenze uguali che corrispondono a casi diversi e,
quindi, a funzioni logiche diverse. Così puellae può essere: genitivo singolare = della
fanciulla; dativo singolare = alla fanciulla; nominativo plurale = le fanciulle (soggetto);
vocativo plurale = o fanciulle.

Analogamente puellă può essere: nominativo singolare = la fanciulla (soggetto); vocativo


singolare = o fanciulla. Mentre puellis può essere: dativo plurale = alle fanciulle; ablativo
plurale = con le fanciulle.

N.B. Quando la quantità non è indicata graficamente, solo il senso della frase permette di
distinguere di quale caso si tratta.
Particolarità

• Il genitivo singolare può uscire in –as nelle locuzioni pater (mater, filius, filia) familias
= padre (madre, figlio, figlia) di famiglia. Ma si incontra anche pater (ecc.) familiae.
• Il genitivo plurale può uscire in –um nel nome amphora; nelle indicazioni di misura
come drachma; nei composti con –cola e –gena come caelicola (abitante del cielo),
terrigena (figlio della terra).
• Dativo e ablativo plurale in –abus ricorre con taluni nomi femminili come filia, dea,
liberta, ecc. in determinate espressioni in cui verrebbero a confondersi con i
corrispondenti maschili della IIª declinazione: es. filiis et filiabus = ai figli e alle figlie.
• Alcuni nomi della prima declinazione hanno solo il plurale: pluralia tantum

divitiae, -arum = ricchezza

insidiae, -arum = insidia

nuptiae, -arum = nozze

Athenae, -arum = Atene

Syracusae, -arum = Siracusa

• Altri nomi hanno al plurale un significato diverso dal singolare:

copia, -ae = abbondanza copiae, arum = truppe

littera, -ae = lettera dell’alfabeto litterae, -arum = lettera missiva, letteratura

vigilia, -ae = veglia vigiliae, -arum = sentinelle

opera, -ae = opera operae, -arum = operai


ESERCIZI

1) Declina i seguenti nomi secondo l’esempio: ara (altare); statua (statua); rosa (rosa);

2) Nelle forme che seguono indica il caso e il numero, scegliendo tra le alternative proposte.

3) Traduci indicando caso, numero e funzione logica. Es. agricolarum = genitivo, plurale,
complemento di specificazione; dei contadini.

agricolas; ancillis; ancilla; ancillae; aras; aram; columbae; columbas; ancillas; incolarum;
incolas; patriam; piratas; piratarum
4) Traduci le seguenti frasi

Curas iră excitabit (desterà)

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Cum curā silvam Claudiă spectat (osserva)

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Dominae irae causam ancillae nesciebant (ignoravano)

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Famam victoriă paravit (ha procurato) nautis

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Parsimoniă agricolarum est (è) causă abundantiae

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Filiă cum ancilis in umbrā mensas convivium parabit (preparerà)

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Poëtae libenter vitam fortunamque sacrabant (dedicavano) Musis

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Mală (la cattiva) ancillae memoriă dominae irae causă erit (sarà)

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5) Completa le frasi seguenti scegliendo la forma corretta tra le due proposte in alternativa,
poi traduci.

Discipularum/Discipulă memoriam/memoriarum laudamus (lodiamo).

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Romani (i Romani) hastis et galeis/hastarum et galearum victoriae causā pugnabant

(combattevano).

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Alaudae/Alaudă auroram silvis/silvam nuntiant (annunciano).

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Auroris/Auroră noctis (della notte, gen. sing. 3ª decl.) umbrae/umbras in terris fugabit

(metterà in fuga).

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Coronis/Coronas deam/deae iram placabimus (placheremo)

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6) Completa i nomi con la desinenza mancante

a) Puellae carpunt viŏl as

Le ragazze raccolgono le viole

b) Odor viol …….. gratus est.

Il profumo delle viole è gradevole

c) Magist …….., ubi est liber?


Maestra, dov’è il libro?

d) Aquil …….. non captant muscas

Le aquile non catturano le mosche

e) Orae insul ……… sunt arenosae

Le coste dell’isola sono sabbiose

7) Completa le frasi

a) La palla è tra le ragazze

Pila est inter puellas

b) Il colore della palla è vivace

Color …………………… acer est

c) Il movimento diverte le ragazze

Motus delectat ………………………….

d) Le ragazze giocano con la palla

Puellae ludunt ……………………………..

e) Una ragazza ha lanciato la palla

……………………. iactavit ……………………..

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