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LE SUCCESSIONI
Successioni ecologiche
ECOLOGICHE
Pierpaolo Cavallo 1
SUCCESSIONI ECOLOGICHE
10/08/2009
In generale, per ogni comunità, si può
tracciare una storia che parte dalle specie
Successioni ecologiche
pioniere fino ad una comunità che è in
grado di resistere molto a lungo nel
tempo.
Si ha una sequenza di comunità che,
partendo da una comunità pioniera, si
succedono l’una all’altra nel tempo (stadi
di una serie), fino ad una comunità che
presenta un certo grado di stabilità
(comunità climax). 4
EVOLUZIONE DELL’ECOSISTEMA
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Successioni ecologiche
COMUNITÀ E SUCCESSIONI
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SUCCESSIONI E LORO TEMPI
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Il concetto di successione è stato
inizialmente usato per lo studio della
vegetazione; in seguito è stato esteso allo
Successioni ecologiche
studio dell’intera comunità (piante e
animali).
Le successioni primarie hanno tempi
lunghi (millenni) quelle secondarie più
brevi (decenni, alcuni secoli), in quanto la
successione inizia su suoli già formati e
non devono essere completati i processi
pedogenetici.
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PROCESSI PEDOGENETICI
Essi sono dati da quelle variazioni che
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TEMPO 30 FORESTA DI ALBERELLI
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SUCCESSIONI ETEROTROFICHE
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Le successioni eterotrofiche si impiantano
su sostanza organica morta vegetale e/o
animale, depositi fecali, etc, e si
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realizzano su una scala di tempi più
brevi, terminando quando la risorsa
viene completamente metabolizzata e
mineralizzata.
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SUCCESSIONI AUTOTROFICHE
Le successioni autotrofiche iniziano
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giovanile).
Successivamente queste specie vengono
sostituite da altre che risultano migliori
competitori (stadio maturo).
Infine la comunità raggiunge uno stadio
stazionario, detto climax, che
corrisponde ad una utilizzazione
ottimale delle risorse disponibili.
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POSIZIONE DELLE SINGOLE SPECIE
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La posizione di una specie in una
successione dipende da:
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La velocità con cui essa invade un
habitat neoformato o perturbato;
Le variazioni delle caratteristiche
ecologiche dell’ambiente (per es. la
disponibilità di nutrienti) che si
realizzano nel corso della successione.
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CLIMAX
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Le successioni tendono verso una fase
finale, che corrisponde ad una
utilizzazione ottimale delle risorse
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disponibili.
In questa fase la crescita del sistema
viene progressivamente a cessare e la
nuova materia organica, che viene via
via prodotta per fotosintesi, è trasferita
al terreno o ai consumatori.
Il sistema viene dunque a trovarsi in una
condizione stazionaria e non è in grado
di crescere ulteriormente.
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SPECIE E COMUNITÀ
Lo studio della componente biotica
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dell’ecosistema può essere ottenuto da due
metodi:
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Quantitativo: i viventi vengono considerati
globalmente (es. la biomassa in un ecosistema
in un dato momento e in una data area viene
misurata in g di peso secco per m2 o altre
unità di misura simili);
Qualitativo: i viventi vengono distinti, in base
alle loro caratteristiche, in regni (procarioti,
protisti, funghi, piante, animali), phyla,
classi, ordini, famiglie, generi, specie,
popolazioni. 25
INTEGRAZIONE DI METODI
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FLORA E FAUNA
Il caso di un ecosistema la cui componente
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estreme.
Gli ecosistemi includono produttori, consumatori
e decompositori, quindi una pluralità di specie
che, oltre a vegetali e animali, comprende
anche batteri, ed è divisa in
Flora, che comprende protisti fotosintetici, i
funghi e le piante in senso stretto;
Fauna, che comprende i protisti non
fotosintetici (protozoi) e gli animali in senso
stretto. 27
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BIOMASSA
È definita come: “La quantità di materia
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organica vivente che si trovi in un
determinato sito”.
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Può essere costituita da vegetali da animali o,
più spesso, da tutti e due assieme.
Molti animali sono mobili ed appartengono
alla biomassa di un certo sito solo per un
periodo limitato; i vegetali invece sono fissi
e per questo vengono indicati come
fitomassa.
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MATERIA ORGANICA
La materia organica è costituita da composti
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forma ridotta.
Essa viene prodotta dagli organismi autotrofi,
la gran parte dei quali utilizza l’energia
luminosa catturata con il processo
fotosintetico; mediante la respirazione, la
fermentazione o la combustione l’energia
viene restituita all’ambiente esterno,
generalmente come energia termica a bassa
temperatura. 29
COMUNITÀ BIOTICA
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caratterizzato da un determinata
composizione specifica, dall’esistenza di
interrelazioni, di fenomeni di dipendenza
reciproca a dall’adattamento di
determinate condizioni ambientali.”
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COMPONENTI DELLA COMUNITÀ BIOTICA
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Nelle comunità si possono distinguere
componenti diverse:
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Autotrofe ed eterotrofe
Mobili e sessili
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