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Masarykova univerzita

Filozofická fakulta

Ústav románských jazyků a literatur

Italský jazyk a literatura

Kateřina Bačíková

La classificazione semantica delle espressioni


idiomatiche italiane

Bakalářská diplomová práce

Vedoucí bakalářské práce: PhDr. Jan Pavlík

Brno 2008

1
Prohlašuji, že jsem diplomovou práci vypracovala samostatně s využitím uvedených
pramenů a literatury.

V Brně 23. 4. 2008 Kateřina Bačíková ________________________

2
Děkuji panu PhDr. Janu Pavlíkovi za odborné vedení, cenné rady a připomínky, za
ochotu a trpělivost při vypracování této práce.

3
Indice

1. Introduzione 6
2. Per una definizione del termine «espressione idiomatica» 8
Definizione di base 8
Tratti caratteristici delle espressioni idiomatiche 8
Institutionalisation (istituzionalizzazione) 9
Compositeness (grado di composizione) 9
Frozeness (congelamento) 9
Non-compositionality (non-composizionalità) 12
Conclusione 13
3. Per una classificazione delle espressioni idiomatiche italiane 14
Punto di vista sintattico 14
Le forme delle frasi fisse (Vietri) 15
Le forme delle frasi a verbo supporto(Vietri) 16
Punto di vista semantico 17
Elia/D’Agostino/Martinelli 18
Federica Casadei 18
Conclusione 20
4. La classificazione semantica delle espressioni idiomatiche 21
Introduzione: le caratteristiche della ricerca 21
La classificazione secondo la semantica delle parole chiavi/il 21
significato letterale
Le parti del corpo umano 23
Gli elementi della natura 23
Il mondo del denaro 24
Il divertimento 24
La classificazione secondo il significato idiomatico 25
Il successo 25
Avere successo 26
La strada verso il successo 27
Il non-avere successo 27

4
Le emozioni 29
Emozioni espresse tramite gesti/posture corporali 30
Emozioni positive 30
Emozioni negative 31
Emozioni miste (o negative o positive) 31
Il carattere di una persona 31
Lati positivi 32
Lati negativi 32
Lati o negativi o positivi 33
La classificazione secondo il significato letterale e il significato 33
idiomatico
Lo spazio 34
Il movimento e le forze 36
Il movimento 36
Le forze 37
Il corpo 38
Metonimie e metafore corporee 38
Metafore percettive 38
I domini culturali 40
5. Conclusione 42
6. Bibliografia 44
7. Appendice 46

5
1. Introduzione

Le espressioni idiomatiche fanno la parte integrale di ogni lingua. Esse


costituiscono un componente indispensabile del lessico di ogni persona e si trovano sia
nel linguaggio formale sia in quello informale. Le espressioni idiomatiche vengono
usate per vari scopi che, in generale, mirano ad arricchire o ad ornare il discorso: quando
si vuole essere divertenti, quando si vuole essere diversi dagli altri o quando si vuole
giocare con le parole o esprimere qualcosa che le altre parole non esprimono
esattamente o troppo banalmente.

Spesso le espressioni idiomatiche di una lingua si appoggiano sul riferimento ad


eventi storici o a concetti culturali della rispettiva nazione. Perciò la conoscenza di
simili espressioni può essere importante per lo studio di una lingua e soprattutto per la
consocenza della cultura e della mentalità di una nazione. Per tale motivo le espressioni
del genere meritano l’attenzione degli studiosi di linguistica e innanzitutto della
semantica.

Se si vuole parlare del termine idiomatico si deve accettare il fatto che non
esistono definizioni precise e classificazioni complete di tale fenomeno linguistico.
Benchè siano stati fatti vari tentativi di determinare la loro struttura, non sono stati
finora definiti i termini precisi ed accettati da tutta la comunità linguistica, per la loro
descrizione. I lati più peculiari del fenomeno dell’idiomatismo sono la loro irregolarità
sintattica che le oppone alle frasi libere, e la loro anormalità semantica. Le espressioni
idiomatiche erano così per molto tempo ritenute un fenomeno anomalo, un’eccezione
alle regole e – non godendo dell’attenzione degli studiosi – rimanevano ai margini degli
studi linguistici.

Lo scopo della presente tesi è di tentare una classificazione semantica delle


espressioni idiomatiche italiane. Nella lingua italiana, infatti, non esistono studi comleti
della semantica delle espressioni idiomatiche e perciò il presente lavoro cercherà
all’inizio di riassumere gli approcci di base alla problematica della sintassi e della
semantica delle espressioni idiomatiche offrendo in seguito una classificazione
semantica più complessa basata su diversi punti di vista. Nello stesso tempo il lavoro

6
tenterà di individuare le implicazioni di tale classificazione per quanto riguarda le
caratteristiche della lingua italiana.

7
2. Per una definizione del termine «espressione idiomatica»

2.1. Definizione di base

La definizione più generale dice che espressioni idiomatiche sono «le espressioni
convenzionali di una lingua caratterizzate dall’abinare un significato fisso (poco o
affatto modificabile) a un significato non composizionale (cioè che, a differenza del
significato letterale o composizionale, non è ricavabile dai significati dei componenti
dell’espressione).»1

Secondo tale definizione il termine idiomatico può indicare diversi casi di


non-predicabilità semantica o non-letteralità includendo locuzioni, frasi fisse, stereotipi,
formule, clichés, luoghi comuni, giri di parole, modi di dire e detti. In conseguenza è
necessario stabilire i criteri di base secondo i quali si potrebbe identificare
un’espressione come idiomatica.

2.2. Tratti caratteristici delle espressioni idiomatiche

Le espressioni idiomatiche non formano un gruppo eterogeneo del lessico di una


lingua. Si tratta di espressioni di diversa natura le quali – nonostante questa
diversità - mostrano certi aspetti identici. Tutte le costruzioni indicate come idiomatiche
condividono caratteristiche semantiche, peculiarità e irregolarità nella struttura e
restrizioni del comportamento lessico-grammaticale. Nello stesso tempo esse fanno
parte integrale della grammatica di una lingua e hanno un ruolo specifico nel discorso e
nella communicazione.

Secondo Langlotz i tratti caratteristici delle espressioni idiomatiche sono i


seguenti (in inglese):2

 institutionalisation3 – riguarda il grado di familiarità e convenzione

1
Casadei, F., Per una definizione di «espressione idiomatica» e una tipologia dell'idiomatico in italiano,
in: Lingua e Stile/ a.XXX, n.2, 1995, p. 335.
2
Langlotz, A., Idiomatic Creativity, John Benjamins Publishing Company, Amsterdam/Philadelphia
2006, p. 3.

8
 compositeness – riguarda la complessità di un’espressione
 frozeness – riguarda le restrizioni del comportamento lessico-grammaticale
 non-compositionality – riguarda il significato figurativo di un’espressione

2.2.1. Institutionalisation (istituzionalizzazione)

Le espressioni idiomatiche fanno la parte del sistema grammaticale di una lingua


e appartengono al discorso ripetuto di quella lingua; hanno quindi dovuto partecipare al
processo socio-linguistico della convenzionalizzazione. Per poter stabilire il grado della
convenzionalità e della familiarità di un’espressione idiomatica Langlotz usa il termine
institutionalisation.

2.2.2. Compositeness (grado di composizione)

Il termine compositeness riguarda il fatto che le espressioni idiomatiche sono


strutture linguistiche formate da due o più elementi lessicali liberi. Per esempio
l’espressione vuotare il sacco è composta di due elementi: vuotare e sacco dove sacco
viene usato in modo convenzionale con l’articolo determinativo il. A questo punto è
problematico distinguere tra espressioni idomatiche proprie e le forme monorematiche
ma morfologicamente complesse del tipo bustarella o rompiscatole; e proverbi del tipo
Gallina vecchia fa buon brodo.4 Uno degli approcci linguistici propone la loro
inclusione tra le espressioni idomatiche proprie; l’altro preferisce la loro esclusione da
tale categoria.5

2.2.3. Frozeness (congelamento)

Frozeness è il termine generico per la descrizione delle restrizioni lessico-


grammaticali delle espressioni idiomatiche. Riguarda la flessibilità dei singoli elementi
lessicali di un’espressione e il loro comportamento grammaticale. Si tratta della

3
I termini saranno mantenuti nell’inglese visto che tale approccio viene adoperato dalla maggior parte dei
linguisti taliani. Tra parentesi si trovano la traduzioni dei termini dall’autore della presente tesi.
4
Casadei, F., Per una definizione di «espressione idiomatica» e una tipologia dell'idiomatico in italiano,
in: Lingua e Stile/ a.XXX, n.2, 1995, p. 337.
5
Langlotz, A., Idiomatic Creativity, John Benjamins Publishing Company, Amsterdam/Philadelphia
2006, p. 5.

9
proprietà che distingue le espressioni potenzialmente idiomatiche da quelle certamente
non idiomatiche.

Federica Casadei distingue i seguenti tipi di fissità:6

 fissità nell’ordine dei costituenti (Max ha perso la tramontana. *La tramontana


che Max ha perso.)
 fissità trasformazionale, cioè blocco delle trasformazioni possibili per una certa
struttura
 fissità nelle categorie grammaticali: impossibilità di cambiamenti di tempo,
persona o numero nei costituenti di un’espressione (*Max ha perso le
tramontane)
 fissità nell’inventario dei componenti: impossibilità di inserzioni e soppressioni
o di sostituzioni (*Max ha smarrito la tramontana; *Max ha perso questa
tramontana)

Studiando in dettaglio il comportamento sintattico delle espressioni idiomatiche


si può osservare la variabilità delle trasformazioni sintattiche e lessicali. La seguente
classificazione di Simonetta Vietri mostra quali tipi delle trasformazioni (non)
riguardano le espressioni idiomatiche:7

 non è possibile sostituire il nome o il verbo sinonimo a quello della espressione


senza perdere il significato idiomatico: Max ha perso la tramontana => *Max ha
smarrito la tramontana; *Max ha perso il vento
 non si può modificare il determinante: *Max ha perso (questa + una)
tramontana
 non si può inserire un modificatore (aggettivo, complemento nominale, frase
relativa): *Max ha perso la tramontana (bella + del nord + che piace a Eva)
 non si può inserire un aggettivo possessivo: *Max ha tirato le sue cuoia

6
Casadei, F., Per una definizione di «espressione idiomatica» e una tipologia dell'idiomatico in italiano,
in: Lingua e Stile/ a.XXX, n.2, 1995, p. 342.
7
Vietri, S., On the study of idiomatic expressions in Italian, in: A. Franchi De Bellis and L.M. Savoia
(eds.) Sintassi e morfologia della lingua italiana d'uso. Teorie e applicazionioni descrittive, (Atti del XVII
Congresso della Società di Linguistica Italiana, Urbino 11-13/9/1983), Bulzoni, Roma 1985, pp. 196-202.

10
 è possibile cambiare il tempo e il modo del verbo: Max (perderà + avrebbe
potuto perdere) la tramontana
 è possibile inserire gli avverbi di tempo: Max ha perso la tramontana da molto
tempo
 inserzioni tra il verbo e il nome sono possibili: Max ha perso improvvisamente la
tramontana
 per quanto riguarda le trasformazioni tipo: il passivo, la relativizzazione, la
dislocazione e l’estrazione la situazione è la seguente:

a) il passivo non è generalmente possibile: *La tramontana è stata persa


da Max; nelle costruzioni senza agente il passivo è accettabile: È stata
persa la tramontana
b) la relativizzazione non è sempre possibile: *La tramontana che Max ha
perso; Le tappe che Max ha bruciato
c) la pronominalizzazione è accettabile: Max l’ha persa
d) la dislocazione è possibile in certi casi: *Max le ha bruciate le tappe;
Max ne ha bruciate di tappe
e) anche l’estrazione è possibile solo in certi casi: È Max che ha bruciato
le tappe; *Sono le tappe che Max ha bruciato.

È necessario prendere in considerazione che non tutte le espressioni idiomatiche


condividono lo stesso grado di fissità e la stessa variabilità delle trasformazioni. Le
trasformazioni che sono possibili per un’espressione non devono essere necessariamente
possibili per un’altra. In tale situazione Fraser propone una classificazione delle
espressioni idiomatiche sulla base della loro capacità di essere modificate
sintatticamente. Si tratta di Frozeness Hierarchy, «gerarchia di congelamento», la quale
è costituita da 6 livelli che «rappresentano le operazioni sintattiche cui le espressioni
idiomatiche possono sottostare preservando il significato figurato.»8 Le espressioni sono
ordinate in modo che un’espressione presente ad un certo livello possiede le
caratteristiche di quelle dei livelli più bassi:9

8
Cacciari, C., La comprensione delle espressioni idiomatiche. Il rapporto fra significato letterale e
significato figurativo, in: Giornale italiano di psichologia, n.16, 1989, p. 419.
9
Fraser, B., Idioms within a transformational grammar, in: Foundations of language, n.6, 1970, pp. 22-42.

11
L0 Completely frozen10
L1 Adjunction
L2 Insertion
L3 Permutation
L4 Extraction
L5 Reconstitution
L6 Unrestricted

Per concludere la problematica di frozeness deve essere ricordato che «[...] la


variabile lessico-sintattica è indipendente da quella semantica, consentendo cosí di
distinguere espressioni libere e fisse indipendentemente dal loro essere o meno
composizionali.»11

2.2.4. Non-compositionality (non-composizionalità)

Il termine non-compositionality veniva considerato il tratto di base per poter


definire un’espressione come idiomatica. Esso allude al fatto che il significato di
un’espressione idiomatica non è composto dei significati delle parti grammaticali che la
compongono. La relazione fra il significato generale (figurativo) di un’espressione e il
significato dei singoli elementi rifletta a pattern of figuration.12 È necessario distinguere
tra due livelli del significato:

1) significato letterale – il significato di una costruzione è determinato


daisignificati delle parti e delle regole di composizione
2) significato idiomatico – il significato esteso di una costruzione; per
esempio inghiottire la pillola = «accettare q.c. di sgradevole»

Più divergenza c’è tra il significato letterale e il significato idiomatico di una


costruzione, e meno trasparente è la costruzione. Esistono espressioni che possiedono
soltanto il significato figurativo, per esempio fare di ragion virtù: l’ambiguità tra

10
Le denominazioni dei singoli livelli saranno mantenuti nell’inglese.
11
Casadei, F., Per una definizione di ''espressione idiomatica'' e una tipologia dell'idiomatico in italiano,
in: Lingua e Stile/ a.XXX, n.2, 1995, p. 343.
12
«modello di raffigurazione», traduzione dell’autore. Cfr. Langlotz, A., Idiomatic Creativity, John
Benjamins Publishing Company, Amsterdam/Philadelphia 2006, p. 4.

12
interpretazione letterale e quella idiomatica non è quindi il tratto universale delle
espressioni idiomatiche.

Il significato figurativo e la non-composizionalità di un’espressione possono


servire anche per poter distinguere un’espressione idiomatica da una metafora: avendo
un significato composizionale, l’espressione idiomatica diventerebbe una metafora.
Nella metafora i significati delle costituenti entrano nel calcolo interpretativo;
nell’espressione idiomatica esse perderebbero il senso e la motivazione originaria.13

2.3. Conclusione

Presi in considerazione i precedenti tratti caratteristici delle espressioni


idiomatiche bisogna modificare la loro definizione originaria. Cristina Cacciari propone
una ridefinizione: «Una espressione idiomatica è un insieme o una configurazione
formato da una o più parole e dotato di una interpretazione semantica convenzionale che
può essere, a diversi gradi, derivata composizionalmente della interpretazione delle parti
che la compongono. Può essere totalmente inerte così come ammettere che sue parti
siano sintatticamente e semanticamente flessibili.»14

Vale a dire che non esiste nessuna definizione precisa ed esatta. Invece è
necessario ammettere che i termini institutionalisation, compositeness, frozeness e non-
compositionality possono essere usati come uno strumento per poter stabilire se una
costruzione appartiene alla categoria delle espressioni idiomatiche e in seguito per poter
stabilire il loro grado di idiomaticità.

13
Cacciari, C., La comprensione delle espressioni idiomatiche. Il rapporto fra significato letterale e
significato figurativo, in: Giornale italiano di psichologia, n.16, 1989, p. 417.
14
Ibid., p. 423.

13
3. Per una classificazione delle espressioni idiomatiche italiane

3.1. Punto di vista sintattico

Se si vuole fare una classificazione delle espressioni idiomatiche dal punto di


vista sintattico si deve prima stabilire il loro posto nel sistema sintattico. Il punto di
partenza è rappresentato dalle frasi semplici. La definizione dice che «la frase semplice
è l’unità minima del discorso accettabile sia nel contenuto che nella forma.»15 Le frasi
semplici si possono dividere in tre cattegorie: frasi libere, frasi a verbo supporto e frasi
idiomatiche.

Per quanto riguarda le frasi libere, il loro significato è composizionale; ciò vuol
dire che esso è derivabile dalla somma dei significati delle singole parole. Le frasi a
verbo supporto sono invece frasi semplici «in cui il verbo principale è semanticamente
vuoto, cioè, acquista significato dal nome che segue, il quale, a sua volta, riceve dal
verbo supporto l’indicazione di tempo-modo-aspetto.»16 Le frasi fisse (idiomatiche)
hanno un significato che non è composizionale: non si può dedurre dai significati delle
singole parole. In più le frasi fisse «sono caratterizzate dalla invariabilità o fissità di uno
o più gruppi nominali.»17

La nozione del idiomatismo non riguarda soltanto la categoria del verbo ma


anche le categorie dei nomi e degli avverbi. Così da una parte esistono espressioni come
acqua di rose, testa di cuoio e camicia rossa; tali espressioni sono considerate nomi
composti e hanno le stesse funzioni grammaticali dei nomi semplici (come lozione,
soldato, garibaldino). Dall’altra parte esistono gli avverbi i quali, a differenza dalle frasi
idiomatiche, si applicano a più verbi (ridere a denti stretti, parlare a denti stretti) – non
formano quindi un’unità fissa dell’avverbio e del verbo.18

15
Vietri, S., La sintassi delle frasi idiomatiche, in: Studi Italiani di Linguistica Teorica ed Applicata,
XIX/1, 1990, p. 133.
16
Ibid, p. 134.
17
Ibid, p. 135.
18
Ibid, p.136.

14
3.1.1. Le forme delle frasi fisse (Vietri)

La classificazione delle frasi fisse consta di 11 classi. A sinistra di ogni tipo di


frase è indicata la sigla della classe. Il gruppo nominale è indicato con Ni, dove i indica
la posizione (0, 1, 2, ..), il verbo è indicato con V e il gruppo nominale, costretto, fisso e
invariabile con C. Nelle frasi fisse i complementi fissi (soggetto, complemento
diretto/indiretto) non possono essere omessi – in tale caso la frase fissa perderebbe il suo
significato idiomatico e diventerebbe la frase libera. Le forme di frasi fisse sono le
seguenti:19

(C0) C0 V W (soggetto fisso, sequenza variabile)


=> Il piatto piange
(C1) N0 V C1 (soggetto libero, complemento diretto
fisso)
=> Alzare il gomito
(C1AG) N0 V C1 (Agg + di C2)
=> Lea ha perso il lume della ragione.
(C1AN) N0 V C1 (a + di) N2
=> Max ha rotto le ossa (a + di) Lea.
(PC1) N0 V Prep C1 (soggetto libero, complemento indiretto
fisso)
=> Andare a monte
(C1PN) N0 V C1 Prep N2 (soggetto e complemento indiretto liberi
complemento diretto fisso)
=> Mettere mano a
(1PC2) N0 V N1 Prep C2 (soggetto e complemento diretto liberi,
complemento indiretto fisso)
=> Prendere per la gola
(C1P2) N0 V C1 Prep C2 (soggetto libero, complemento diretto e
indiretto fissi)
=> Tagliere la testa al toro
(PC1P2) N0 V Prep C1 Prep N2 (soggetto e secondo complemento liberi,

19
Ibid, p.139.

15
primo complemento fisso)
=> Andare a genio a
(PC1PC2) N0 V Prep C1 Prep C2 (soggetto libero, primo e secondo
complemento fissi)
=> Andare a letto con le galline
(CPPN) N0 V C1 Prep C2 Prep N3 (soggetto e secondo complemento
indiretto liberi, complemento indiretto
liberi, complemento diretto e primo
complemento indiretto fissi)
=> Cavare le castagne dal fuoco

3.1.2. Le forme delle frasi a verbo supporto (Vietri)

Come è già stato detto prima, le frasi a verbo supporto sono formate con alcuni
verbi, il cui significato è praticamente neutro. Si tratta soprattutto di verbi essere, avere
e fare; in alcuni casi sono inclusi anche i verbi dare, prendere, venire e varianti
aspettuali dei precedenti. Parliamo di frasi in cui «il significato lessicale è concentrato
nel complemento del verbo, mentre il verbo, semanticamente vuoto, serve come da
supporto per i tratti grammaticali di tempo, aspetto, modo, persona, ecc.»20 Così
l’espressione avere fegato rappresenta una specie di verbo composto, nel quale avere fa
la parte grammaticale e fegato fa la parte lessicale. Le forme delle frasi fisse a verbo
supporto sono le seguenti:21

 Essere
(EC) : Max non è il primo venuto.
(ECA) : Lea è una gatta morta.
(ECDC) : Max è l’ultima ruota del carro.
(EC1PN) : Max è l’occhio destro di Lea.
(ECP2) : Max e Lea sono due anime in un nocciolo.
(E01) : I nervi di Max sono tesi.
(E0P1) : Gli occhi di Lea sono a mandorla.

20
Renzi, L., Espressioni idiomatiche e verbi supporto, in: Grande Grammatica di Consultazione I, Il
Mulino, Bologna 1991, p. 79.
21
Vietri, S., La sintassi delle frasi idiomatiche, in: Studi Italiani di Linguistica Teorica ed Applicata,
XIX/1, 1990, pp. 140-142.

16
(EAPC) : Max è povero in canna.
(PECO) : Lea è magra come un chiodo.
(EVCO) : Max è come l’ancora.
(ENP2) : Max è uno scrittore in erba.
(EP1) : Max è al fresco.
(EP1PN) : Max è ai ferri corti con Lea.

 Avere
(AC) : Max ha fegato.
(ACA) : Lea ha il pollice verde.
(ACDC) : Max ha l’imbarazzo della scelta.
(AC1PN) : Lea ha le tasche piene di questa faccenda.
(ACP2) : Max ha il fuoco nelle vene.
(ANP2) : Lea ha Max sulle scatole.

 Fare
(FC) : Questo film ha fatto cassetta.
(FCA) : Max fa le ore piccole.
(FCDC) : Lea ha fatto atto di presenza.
(FC1PN) : Lea fa il filo a Max.
(FCP2) : Max fa il bucato in famiglia.
(FVCO) : Max fa come lo struzzo.

3.2. Punto di vista semantico

All’inizio bisogna ricordare che nella lingua italiana non esiste nessuna
descrizione e classificazione completa della fraseologia nella sua interezza come in altre
lingue, per esempio come in tedesco e in inglese.22 In particolare c’è un’assenza totale di
studi semantici sulle espressioni idiomatiche. Le seguenti classificazioni sono parziali e
riguardano soltanto alcuni lati delle espressioni idiomatiche. Esse rappresentano così
uno dei trattamenti possibili del fenomeno dell’idiomatismo.

22
Skytte G. in Holtus G., Metzeltin M. und Schmidt Ch., Lexikon der Romanistischen Linguistik. Band
IV. Italienisch, Korsisch, Sardisch. Tübingen, Niemeyer 1988, p. 76.

17
3.2.1. Elia/D’Agostino/Martinelli

Con la prima classificazione semantica delle frasi idiomatiche vengono


Elia/D’Agostino/Martinelli distinguendo:23

 espressioni idiomatiche con senso letterale e quello idiomatico: per esempio


alzare/levare gli occhi su (q.c./qc) «aspirare, mirare a q.c.» ha significato
letterale perchè è realmente possibile alzare gli occhi.
 espressioni idiomatiche senza senso letterale: espressioni tipo andare a fagiolo/a
pallino «andare benissimo, essere adatto» letteralmente non significano niente.
La stessa situazione vale per espressioni tipo trovare la gallina dalle uova d’oro
perchè realmente non esistono galline dalle uova d’oro.
 esspressioni idiomatiche con semplice fissità di enunciati tecnici, correnti,
familiari: aprire la seduta; rivendicare l’atentato.
 espressioni idiomatiche che sono riassunti di discorsi più ampi (episodi un tempo
famosi, aneddoti storici): Lia è come la moglie di Cesare. In questa categoria
possono essere incluse anche espressioni con riferimento a particolari dati storici
o culturali:24 aspettare la manna dal cielo «aspettare fortuna, grazia».

3.2.2. Federica Casadei

Una più precisa classificazione semantica delle espressione idiomatiche viene


offerta da Federica Casadei. Trattando le espressioni idiomatiche verbali, ella distingue i
seguenti tipi particolari di tale espressioni:25

1. iconiche – che possono essere suddivise in espressioni:


 iconico-descrittive – descrivono un gesto compiuto il quale rappresenta
un valore simbolico convenzionale: grattarsi la testa «in segno di
perplessità»; darsi la mano «per salutarsi, per fare la pace»; fare un
nodo al fazzoletto «per ricordarsi q.c.»
23
Elia, A./D’Agostino, E./Martinelli, M., Tre componenti della sintassi italiana: frasi semplici, frasi a
verbo supporto e frasi idiomatiche, in: Franchi De Bellis, A./Savoia, L. M.: Sintassi e morfologia della
lingua italiana d´uso. Teorie e applicazioni descrittive, Bulzoni, Roma 1985, p. 320.
24
Casadei, F.: Metafora ed espressioni idiomatiche. Uno studio semantico sull’italiano, Bulzoni, Roma
1996, p. 86.
25
Ibid., p. 99.

18
 iconico-evocative – non descrivono soltanto un gesto o una postura ma
alludono anche al valore simbolico universale di essi anche se non sono
compiuti: espressione tipo toccare il ferro viene vista come «segno di
scongiuro» non come un’azione reale e compiuta.
 iconico-metaforiche – il significato viene associato metaforicamente al
gesto o alla postura: camminare a testa alta «esprimendo il proprio
orgoglio e la propria sicurezza»; alzare la cresta «darsi delle arie,
metter su superbia»

2. esempi ideali – riguardano espressioni idiomatiche tipo:


 «fare una cosa inutile»: per esempio drizzare/raddrizzare le gambe ai
cani; bruciare lo incenso ai grilli/morti; soffiare il naso alle
galline/fagiani/pavoni
 «(voler) fare una cosa impossibile»: ferrare le oche; friggere con
l’acqua
 espressioni idiomatiche basate sullo schema: «portare X in luogo Y
dove ce n’è in abbondanza»; per esempio portare vasi a Samo; portare
legna al bosco/selva; portare pietre alla muriccia

3. metonimie «pure» – in questa categoria sono incluse espressioni che


trattano:
 uno stato fisiologico o psico-fisiologico descrivendo uno stato
fisiologico correlato: mostrare le costole «essere magrissimo»;
rimanere/restare secco «morire»; sudare freddo/avere i sudori freddi
«essere molto spaventato»
 un’azione tramite descrizione di un’altra azione che ne fa la parte:
allungare il passo «camminare più svelto»; andare a letto «mettersi a
dormire»; chiudere la bocca «smettere di parlare, tacere»
 un’azione via descrizione di un’azione/comportamento/gesto con
valore culturale oppure simbolico: prendere lo anello «sposarsi»;
salire/ascendere al trono «diventare re/imperatore/papa»; abbandonare
l’abito/collare «spretarsi»

19
3.3. Conclusione

Le espressioni idiomatiche possono essere classificate secondo vari punti di


vista. Partendo dalla prospettiva sintattica si devono distinguere espressioni idiomatiche
nominali, avverbali, le frasi fisse e le frasi a verbo supporto. La classificazione
semantica è più complessa: si può partire dalla relazione tra il significato letterale e
quello idiomatico, dal riferimento dell’espressione ad eventi storici, oppure dal tipo
dell’espressione. Tali criteri formano solo una classificazione di base: per una
classificazione semantica più precisa vedi il capitolo seguente.

20
4. La classificazione semantica delle espressioni idiomatiche

4.1. Introduzione: le caratteristiche della ricerca

Lo scopo della seguente ricerca è di presentare una classificazione semantica


delle espressioni idiomatiche. La scelta delle espressioni usate per la ricerca era stata
limitata alle espressioni idiomatiche verbali – più precisamente alle espressioni
idiomatiche presenti nel corpus di Federica Casadei.26 La lista delle espressioni, insieme
al loro significato idiomatico, si trova nell’appendice – in tutto l’appendice consta di 160
espressioni.

Come materiale di riferimento per lo studio semantico delle espressioni


idiomatiche è stata usata la rivista Vanity Fair. Si tratta di un settimanale italiano che si
occupa di vari argomenti del mondo della politica, della moda, dello spettacolo, della
bellezza ecc., e comprende anche una parte indispensabile per una rivista del genere, e
cioè le lettere di lettori, l’oroscopo e i commenti sugli eventi di attualità. Una rivista, al
contrario del corpus, è uno strumento adatto alla ricerca sulla lingua di oggi, sia parlata
sia scritta, perchè rappresenta un sistema «aperto» capace di reagire subito ai
cambiamenti degli atteggiamenti linguistici della comunità dei parlanti di una lingua.

Le espressioni presenti nell’appendice sono state trattate da diversi punti di vista.


Le seguenti pagine offrono così la classificazione delle espressioni idiomatiche rispetto
alla semantica delle parole chiavi presenti nell’espressione e al significato letterale, al
significato idiomatico concludendo con l’approccio misto di Federica Casadei
riguardante il significato sia letterale sia quello idiomatico di un’espressione.

4.2. La classificazione secondo la semantica delle parole chiavi/il significato


letterale

Per l’organizzazione delle espressioni idiomatiche secondo la semantica delle


loro parole chiavi e secondo il loro significato letterale è stato adoperato l’approccio

26
Casadei, F., Metafora ed espressioni idiomatiche. Uno studio semantico sull’italiano, Bulzoni, Roma
1996, pp. 403-469.

21
usato nella lingua inglese. In inglese si distinguono per lo più espressioni idiomatiche
contenenti:

 i nomi di animali (lead a dog’s life «avere una vita miserabile»)


 le parti del corpo umano (keep both feet on the ground «avere i piedi per terra»)
 i vestiti (fit like a glove «stare a meraviglia»)
 i colori (the black sheep of the family «la pecora nera della famiglia»)
 il cibo (a hot potato «la patata bolente»)
 i soldi (foot the bill «pagare per q.c.»)
 i numeri (kill two birds with one stone «prendere due piccioni con una fava»).27

Inoltre, in inglese si possono distinguere espressioni idiomatiche riguardanti


l’ambiente del commercio, della legge/corte, dell’educazione, della medicina, dello
sport e delle relazioni umani o del amore.28 Espressioni del genere contengono o le
parole chiavi del significato letterale o il significato idiomatico rispettivi all’ambiente
trattato. Tale atteggiamento mischia la semantica delle parole chiavi e il significato
figurativo. Di simile problematica si occupa più concretamente Federica Casadei.29

Per gli scopi del presente capitolo è stata utilizzata soltanto la semantica delle
parole chiavi delle espressioni idiomatiche. Usando la prospettiva semantica più ampia
nella classificazione sono state incluse anche le espressioni il significato letterale delle
quali riguardava la categoria semantica rispettiva. Così nella categoria degli animali si
può trovare l’espressione tarpare le ali alludendo alla parte del corpo animale. La stessa
situazione vale per le espressioni essere di legno e mettere le radici oppure tenere al
guinzaglio.

Riassumendo i risultati della ricerca si potrebbero indicare quattro domini


semantici nelle quali è possibile dividere le espressioni idiomatiche trovate in Vanity
Fair. Il primo dominio è quello delle parti del corpo umano. Nel secondo dominio si
trovano espressioni con riferimento agli elementi della natura, nel terzo espressioni

27
Cfr. <http://www.idiomconnection.com>
28
Ibid.
29
vedi la pagina 33.

22
riguardanti il mondo del denaro. L’ultimo dominio è quello del divertimento con le
espressioni che alludono al cibo e all’ambiente del gioco, del teatro e della guerra.30

4.2.1. Le parti del corpo umano

 la testa andare a testa alta, andare fuori/via testa, avere in testa,


fare capo, mettere la testa a posto, montarsi la testa,
perdere la testa, scuotere il capo
 le spalle alzare le spalle, avere alle spalle, avere le spalle grosse, fare
spallucce, guardarsi alle spalle, lasciarsi dietro le spalle
 le braccia accogliere a braccia aperte, andare a braccetto
 il piede avere i piedi per terra, tenere in piedi q.c., voltare il piede
 gli occhi alzare gli occhi al cielo, aprire gli occhi, avere le lacrime agli
occhi, chiudere gli occhi su, dare un occhio a q.c., sgranare gli
occhi, sognare ad occhi aperti
 il cuore aprire il cuore, arrivare al cuore, spezzare il cuore, stringere il
cuore
 la bocca aprire la bocca, chiudere la bocca, restare a bocca aperta,
rifarsi la bocca, scappare di bocca, storcere la bocca
 la faccia avere la faccia tosta, cambiare faccia/volto, dire in faccia
 il dito nascondersi dietro a un dito, toccare il cielo con un dito
 il naso avere sotto il naso, storcere il naso
 il mano dare una mano, mettere nelle mani di qc, rimanere con le mani
in mano, sporcarsi le mani
 il corpo dare corpo alle ombre, tenere dentro corpo
 farsi le ossa, girare le palle, leccarsi le labbra, non avere pelli sulla lingua,
mettere in ginocchio, prendere per il culo, stare alle calcagna

4.2.2. Gli elementi della natura

 le piante dormire sugli allori, mettere le radici, essere di legno

30
L’inclusione della guerra nel dominio del divertimento è stata influenzata dalla prospettiva della guerra
come «un gioco» – gioco di bambini che si immaginano di essere soldati; immagine della guerra come un
gioco (oppure un combattimento) strategico.

23
 gli animali salvare capra e cavoli, sentirsi un pesce fuor acqua, stare a
cavallo, tarpare le ali, tenere al guinzaglio31
 la luce fare luce, portare alla luce, vedere la luce, venire in luce, dare
corpo alle ombre
 l’acqua fare acqua, finire in una bolla di sapone, rompere il ghiaccio,
sentirsi un pesce fuor acqua
 il sasso essere di stucco, rimanere di sasso, togliersi sassolino dalla
scarpa
 il mare/la monte buttare a mare, mandare a monte, muovere mari e monti
 il cielo/l’aria costruire castelli in aria, alzare gli occhi al cielo, toccare il
cielo con un dito
 prendere fuoco, avere i piedi per terra

4.2.3. Il mondo del denaro

 lo spendere pagare a caro prezzo, pagare il prezzo, pagare lo scotto, fare le


spese
 battere cassa, buttarsi via, tenere banco, tenere conto di

4.2.4. Il divertimento

 il gioco mettersi in gioco, stare al gioco, giocare la carta migliore,


tenere banco, tenere in scacco, mandare a monte (carte,
biliardo, bocce), bruciare le tappe, stare a cavallo
 il teatro entrare in scena, rimanere dietro le quinte, uscire dalla scena,
fare la parte di q.c.
 il cibo essere una minestra riscaldata, essere una patata bollente,
leccarsi le labbra
 la guerra/le armi abbassare la guardia, alzare la guardia, dormire sugli
allori (dopo un combattimento vincente), mettere a segno un
colpo, prendere una cantonata, puntare in alto (un bersaglio a
cui tirare), scendere in campo

31
L’espressione tenere al guinzaglio è stata inclusa nella categoria degli animali perchè il guinzaglio
viene generalmente associato agli animali, spec. ai cani.

24
 andare a caccia, voltare pagina, partire in quarta

4.3. La classificazione secondo il significato idiomatico

Nel capitolo precedente il punto di partenza per la classificazione delle


espressioni idiomatiche era il loro significato letterale. Il presente capitolo invece
tratterà le espressioni idiomatiche secondo il significato idiomatico cercando di
individuare quali sono le categorie semantiche principali in cui è possibile classificare le
espressioni idiomatiche contenute nell’appendice.

All’inizio bisogna ricordare che le seguenti categorie riguardano soltanto le


espressioni idiomatiche che si trovano nell’appendice. Cioè vuol dire che le categorie
indicate non sono universali e applicabili a tutte le espressioni idiomatiche esistenti. Non
ultimo bisogna ricordare che non tutte le espressioni idiomatiche che sono presenti
nell’appendice possono essere inserite in una delle categorie nominate, sia nel presente
capitolo sia in quello precedente.

Infine partendo dalla prospettiva del significato idiomatico proponiamo la


seguente classificazione basata sulle nostre osservazioni del materiale trattato. Nella
classificazione sono stati individuati tre domini sematici principali: il successo, le
emozioni e il carattere di una persona.

4.3.1. Il successo

Il primo dominio semantico, e anche quello più ampio, è collegato all’immagine


del successo. L’immagine del successo include le nozioni principali dell’avere successo,
della strada verso il successo e del non-avere successo. Più in dettaglio: si può avere
successo o essere in una situazione dove la nozione del successo dipende dal punto di
vista. Per esempio l’espressione dormire sugli allori da una parte allude a un successo
già ottenuto, dall’altra parte può indicare l’impassibilità con una connotazione negativa.
In seguito c’è la strada verso il successo includendo l’inizio di un’attività, il faticare,
l’attenzione ai pericoli, e i progetti che potrebbero portare una persona a un esito
favorevole. Nello stesso tempo si può aiutare qualcuno ad avere successo e non ultimo è
necessario fare la parte di un ambiente per poter ottenere una buona riuscita dei propri

25
progetti. Infine la nozione del non-avere successo allude al non-avere successo, alle
attività che impediscono a una persona di avere successo e finalmente al comportamento
di una persona il quale impedisce a un’altra persona di avere successo.

4.3.1.1. Avere successo

 Avere successo
andare a gonfie vele «procedere benissimo»
andare avanti «avanzare, progredire, fare progressi»
fare un passo avanti «progredire»
farsi strada «affermarsi, avere successo, avanzare»
=> evolvere
fare le scarpe «prendere il posto di qc»
mettere in ginocchio (qc) «vincere, sopraffare, umiliare»
=> il successo nei confronti degli altri
mettere a segno un colpo «realizzare l’obiettivo»
mettere le radici «diffondersi, avere successo»
rifarsi la bocca «cancellare una esperienza spiacevole con
q.c. piacevole»
salvare capra e cavoli «riuscire a conciliare cose diverse»
vedere la luce «di qc: nascer; di q.c.: compiersi, avviarsi (un
progetto)»
=> buona riuscita di un’attività
stare a cavallo «essere in una situazione favorevole»
tenere banco «accentrare tutta l’attenzione, avere il potere»
=> essere in una posizione favorevole

 Successo o no?
fare le spese; pagare il prezzo/lo scotto «subire le conseguenze»
pagare a caro prezzo «ottenere con grandi sacrifici, avere gravi
conseguenze»
=> le conseguenze di un’attività
rimanere con le mani in mano «non fare nulla»
dormire sugli allori «crogiolarsi godendo dei successi già ottenuti»

26
=> rimanere passivo
avere alti e bassi «avere momenti positivi e negativi»
=> il successo alternato ai fallimenti
arrivare al capolinea «essere alle conclusioni, al termine di q.c.»
bruciare le tappe «raggiungere una rapida affermazione, procedere
troppo velocemente»
=> altri casi del successo ambiguo

4.3.1.2. La strada verso il successo

 L’inizio, il faticare, l’attenzione, i progetti


partire dal gradino più basso «iniziare, intraprendere q.c. dal nulla»
farsi le ossa «prendere la pratica di q.c.»
=> l’inizio di un’attivita (di successo)
partire in quarta «iniziare, intraprendere q.c. con impeto,
decisione»
rimboccarsi le maniche «intraprendere q.c. con energia, impegnarsi»
=> iniziare un’attivita con impeto
muovere mari e monti «adoperarsi con ogni mezzo»
tirare avanti «lavorare duramente per far procedere q.c.»
=> la fatica
avere in testa «avere intenzione di q.c.»
avere nel cassetto «avere in progetto»
puntare in alto «avere grandi obiettivi»
=> i progetti
fare il punto «valutare in che fase e condizione si trova»
fare la tara «valutare con riserve»
=> il vagliare
fare un passo indietro «tornare alla fase precedente, ripensare»
guardarsi alle spalle «stare attento ai pericoli, alle insidie»
=> l’attenzione
giocare la carta migliore «usare la migliore risorsa»
portare avanti «fare avanzare, cercare di portare al successo»
=> altri casi

27
 Aiutare qc/q.c. ad arrivare al sucesso
dare il via libera a q.c. «dare inizio, consentire di iniziare»
tenere in piedi «sostenere, impedire il crollo, la fine»
=> aiutare q.c. ad arrivare al successo
dare una mano «aiutare»
mettere nelle mani «affidare, mettere in potere/sotto il controllo»
=> aiutare qc ad arrivare al successo

 Far parte di un ambiente


aprire le porte «ammettere in un ambiente, accogliere»
=> permettere a qc di fare la parte di un ambiente
entrare in scena «apparire, presentarsi, assumere un ruolo»
mettersi in gioco «coinvolgersi, decidere di partecipare»
scendere in campo «entrare, prendere parte a una competizione»
stare al gioco «accettare le regole di un ambiente, di un
contesto»
=> volere fare la parte di un ambiente
fare (qc) fuori «escludere da una situazione, da un affare»
chiudere la porta a qc/q.c. «escludere da q.c., da un ambiente, non
accogliere»
=> impedire a qc di fare la parte di un ambiente
tirarsi indietro «non farsi coinvolgere, sottrarsi»
uscire dalla scena «ritirarsi da un ambito, da un’attività»
=> non volere fare la parte di un ambiente

4.3.1.3. Il non-avere successo

 Il non-avere successo
andare a rotoli «fallire, finire male»
finire in una bolla di sapone «rivelarsi incosistente, finire nel nulla»
finire sul lastrico «fallire economicamente, ridursi in miseria»
=> il fallimento
fare acqua «non funzionare, presentare lacune, difetti»

28
=> non funzionare
prendere una cantonata «fare un errore grossolano»
essere una patata bollente «essere una situazione difficile da gestire»
=> altri casi

 Fare q.c. che impedisce ad avere successo


bruciare le tappe «procedere troppo velocemente»
=> la velocità di un’azione
buttare a mare «sprecare, sciupare»
buttarsi via «sprecare le propria qualità in attività da poco»
=> sprecare le risorse
costruire castelli in aria «fare q.c. infondato, progetti irrealizzabili»
sprecare il tempo «dedicarsi a q.c. futile, inutile»
=> non essere concentrato sulle cose che portano al successo

 Impedire a qc/q.c. di avere successo


dare un taglio a q.c. «interrompere, far cessare»
mandare a casa/monte «impedire la realizzazione, far fallire»
=> impediere a q.c. di avere successo
fare le scarpe a qc «imbrogliare, tradire, prendere il posto»
mettere in ginocchio «vincere, sopraffare, umiliare»
=> sconfiggere qc
dare addosso a qc «assalire, andare contro qc»
stare alle calcagna di qc «opprimere, pressare»
=> attaccare qc
tarpare le ali a q.c./qc «limitare la possibilità d’azione, frenare»
tenere al guinzaglio «tenere sottomesso, frenato, costretto»
tenere in scacco «tenere in difficoltà, in condizione di inferiorità»
=> impedire la libertà d’azione

4.3.2. Le emozioni

Il secondo dominio semantico nel quale è possibile dividere le espressioni


idiomatiche secondo il loro significato idiomatico è quello delle emozioni. Il dominio

29
delle emozioni include la categoria delle emozioni espresse tramite gesti o posture
corporali seguite dalle emozioni positive e negative concludendo con le emozioni miste.
Per quanto riguarda le espressioni della categoria delle emozioni miste, la loro
intepretazione può avere una connotazione sia negativa sia positiva. Per esempio se una
persona ha le lacrime agli occhi si può trattare delle lacrime della gioia o del dolore. La
stessa situazione vale per l’espressione fare colpo.

4.3.2.1. Emozioni espresse tramite gesti/posture corporali

cambiare faccia/volto «cambiare espressione, spec. per stupore»


restare a bocca aperta «essere stupito»
sgranare gli occhi «in segno di incredulità»
=> essere sorpreso
alzare le spalle «manifestare disinteresse, noncuranza»
fare spallucce «manifestare disinteresse, noncuranza»
=> essere impassibile
alzare gli occhi al cielo «in segno di fastidio»
scuotere il capo «in segno di disapprovazione»
storcere il naso «in segno di disgusto»
storcere la bocca «disapprovare, disprezzare, in segno di disgusto»
abbassare lo sguardo «in segno di vergogna»
=> essere contrariato da una situazione
aprire il cuore «confessare i propri sentimenti»
=> rivelare le emozioni

4.3.2.2. Emozioni positive

accogliere a braccia aperte «ricevere con calore, affetto»


andare a braccetto «essere amici, andare d’accordo»
arrivare al cuore «conoscere intimamente»
rompere il ghiaccio «superare un momento di fredezza, avviare una
conversazione»
tirare su «rinfrancare, risollevare»
=> il calore nei confronti degli altri

30
toccare il cielo con un dito «essere contentissimo, euforico»
togliarsi sassolino dalla scarpa «liberarsi di una preoccupazione, di
un’angoscia»
=> essere contento

4.3.2.3. Emozioni negative

andare fuori/via di testa «perdere lucidità»


perdere la testa «impazzire, non raggionare più»
=> la pazzia
girare le palle a qc «essere arrabbiato»
prendere fuoco «essere preso da ira o da una passione violenta»
uscire dai gangheri «essere infuriato, infuriarsi»
=> la rabbia
buttare giù «deprimere, intristire»
essere pieno di «essere stuffo, non poterne più»
rimanere di sasso/stucco «restare male, sbalordito; restare impassibile»
sentirsi un pesce fuor acqua «essere a disagio, sentirsi fuori posto»
=> la disposizione della mente
spezzare il cuore «dare un dolore imenso»
stringere il cuore «commuovere, addolorare»
toccare nel vivo «affrontare q.c. delicato o doloroso per qc»
=> il dolore

4.3.2.4. Emozioni miste (o negative o positive)

avere le lacrime agli occhi «stare piangendo»


fare colpo «suscitare emozione»

4.3.3. Il carattere di una persona

L’ultimo dominio semantico riguarda il carattere di una persona. Il


temperamento di una persona è sempre complesso perciò non devono mancare lati
positivi dove si trovano il comportamento di una persona nei confronti degli altri,

31
l’atteggiamento verso eventi negativi e infine i tratti indispensabili di una persona
ambiziosa. Seguono i lati negativi tra i quali sono inclusi l’orgoglio, l’insensibilità e il
coraggio nel senso negativo, il sprecare del tempo, la svogliatezza nell’accettare la realtà
e il comportamento nei confronti delle altre persone. Si conclude con lati misti (sia
negativi sia positivi) come sono la sincerità, la diffidenza, il fantasticare e il passato di
una persona dove l’interpretazione dipende dalla situazione in cui tali lati vengono
utilizzati e dal punto di vista delle altre persone.

4.3.3.1. Lati positivi

dare una mano a qc «aiutare»


=> lati positivi nei confronti degli altri
guardarsi alle spalle «stare attento ai pericoli, alle insidie»
avere le spalle grosse «essere forte psicologicamente, sopportare eventi
negativi»
=> il comportamento rispetto agli eventi negativi
puntare in alto «avere grandi obbiettivi»
saperla lunga «sapere molte cose, essere astuto»
=> i lati indispensabili delle persone ambiziose
avere i piedi per terra «essere realista, razionale»
mettere la testa a posto «diventare assennato, responsabile»
=> altri lati positivi di una persona

4.3.3.2. Lati negativi

andare a testa alta «essere fiero, orgoglioso»


montarsi la testa «credersi superiore a quello che si è, insuperbirsi»
=> l’orgoglio
avere la faccia tosta «avere la sfrontatezza, il coraggio di»
essere di stucco/legno «essere insensibile»
=> il coraggio (nel senso negativo); l’insensibilità
buttarsi via «sprecare le propria qualità in attività da poco»
sprecare il tempo «dedicarsi a q.c. futile, inutile»
=> sprecare il tempo

32
volare alto «dedicarsi a pensieri elevati ignorando le
piccolezze della vita»
chiudere gli occhi su q.c. «rifiutare di rendersi conto, di accettare q.c.»
=> non volere accettare la realtà
dare addosso a qc/q.c. «assalire, andare contro, criticare duramente»
prendere in giro «deridere, gabbare; imbrogliare»
prendere per il culo «deridere, gabbare; imbrogliare»
fare le scarpe (a qc) «imbrogliare, tradire qc»
mettere in ginocchio «sopraffare, umiliare»
sporcarsi le mani «fare q.c. di vergognoso, illecito, immorale»
=> lati negativi nei confronti degli altri
nascondersi dietro a un dito «accampare scuse incosistenti»
=> altro caso dei lati negativi di una persona

4.3.3.3. Lati o negativi o positivi

dire in faccia «dire apertamente, sinceramente»


non avere pelli sulla lingua «parlare apertamente, sinceramente»
=> la sincerità
prendere le distanze «non dare confidenza»
tenere dentro corpo «non manifestare (stato d’animo, sentimenti)»
=> la diffidenza
rimanere con le mani in mano «non fare nulla»
sognare ad occhi aperti «farsi trasportare dall’immaginazione,
fantasticare»
=> fantasticare/non fare niente
avere alle spalle «avere nel proprio passato»
=> il passato di una persona

4.4. La classificazione secondo il significato letterale e il significato idiomatico

Per la classificazione delle espressioni idiomatiche secondo il loro significato


letterale e il significato idiomatico è stato adoperato l’approccio misto usato da Federica
Casadei che si occupa non soltanto della semantica delle singole espressioni idiomatiche

33
ma cerca anche di trovare l’esistenza delle relazioni semantiche tra loro. Le espressioni
idiomatiche poi vengono riunite in gruppi insieme alle espressioni con la stessa
relazione semantica. Usando tale prospettiva Federica Casadei osserva che certe
espressioni appartengono a più di una struttura semantica, perciò tali espressioni si
possono trovare in diverse categorie semantiche.

Il punto di partenza per l’analisi semantica delle espressioni idiomatiche era per
Federica Casadei il suo corpus che comprende 3.064 espressioni idiomatiche verbali.
Nel corpus non sono incluse tutte le espressioni idiomatiche esistenti: tra i criteri di
selezione delle espressioni era in primo luogo la loro natura idiomatica. In secondo
luogo vengono excluse le espressioni della sequenza idiomatica (per evitare di registrare
come espressioni idiomatiche verbali locuzioni in cui l’elemento idiomatico è il solo
complemento indiretto, per esempio mangiare da cane). In seguito sono esclusi
sinonimi, varianti lessicali (dare l’ultimo/l’estremo respiro) e morfologici (allevare
la/una serpe in seno). L’ultimo criterio di selezione era la qualifica d’uso e di registro:
così nel corpus non si trovano le espressioni qualificate come antiquate o rare, letterarie,
dialettali o regionali.32

Sintetizzando i risultati della sua ricerca Federica Casadei distingue quattro


domini semantici principali: lo spazio, il movimento e le forze, il corpo, e i domini
culturali. La classificazione delle espressioni è complessa e ogni dominio consta delle
subcategorie rispettive. Lo scopo del presente lavoro era di presentare la classificazione
semantica delle espressioni idiomatiche trovate in Vanity Fair. Per tale motivo non sono
nominate tutte le subcategorie ma soltanto quelle che riguardano le espressioni presenti
nell’appendice.

4.4.1. Lo spazio

Il dominio dello spazio rappresenta l’interdipendenza tra il sistema linguistico e


la realtà extralinguistica perchè «lingue diverse possono scegliere diversi modi di
lessicalizzare il dominio dello spazio, o tra diversi schemi che si applicano a una ‘stessa

32
Casadei, F.: Metafora ed espressioni idiomatiche. Uno studio semantico sull’italiano, Bulzoni, Roma
1996, pp. 89-96.

34
situazione spaziale.’»33 Da una parte le dimensioni spaziali assegnano a un concetto un
orientamento spaziale (gli obiettivi importanti sono su), dall’altra parte assegnano a una
dimensione spaziale un valore positivo o negativo.34 Così su assume un valore positivo,
giù invece quello negativo. La stessa situazione vale per avanti (positivo) e dietro
(negativo), vicino e lontano, e dentro e fuori.

1. Lo spazio fisico
avere luogo
=> essere in uno spazio fisico (esistere) = positivo
uscire dai gangheri, sentirsi un pesce fuor acqua
=> non essere in uno (proprio) spazio fisico = negativo

2. L’orientamento spaziale

 avanti/dietro
andare avanti, fare un passo avanti/indietro
=> avanti = positivo, dietro = negativo
stare alle calcagna di qc
=> dietro = negativo (il pericolo viene da dietro)

 su/giù
partire dal gradino più basso, toccare il fondo, avere alti e bassi, puntare in
alto, finire sul lastrico, abbassare lo sguardo, mettere in ginocchio
=> su = positivo, giù = negativo
montarsi la testa
=> su = negativo (superiorià)
toccare il cielo con un dito, buttare giù, tirare su
=> su = essere contento, giù = non essere contento
volare alto, costruire castelli in aria; tenere in piedi, avere i piedi per terra
=> su = non avere la stabilità; giù = avere la stabilità

 vicino/lontano

33
Ibid., p. 106.
34
Ibid.

35
andare a braccetto
=> vicino = vicinanza o legame emotivo
prendere le distanze, tirarsi indietro
=> lontano = distanza psichologica

 di fronte
dire in faccia
=> più di fronte = l’interazione più diretta
cambiare faccia, avere la faccia tosta
=> «l’identità di un’entità è data dalla parte visibile [...] tipicamente
dalla faccia»35

4.4.2. Il movimento e le forze

Nel dominio del movimento e delle forze si trovano le espressioni idiomatiche


«nella cui semantica emerge come elemento centrale la relazione tra la collocazione
nello spazio, il movimento e le forze che lo determinano o condizionano.»36 Tra le due
subcategorie principali sono il percorso e le forze. La nozione del percorso può
riguardare non soltanto un viaggio o il movimento dal punto A al punto B, ma nella
prospettiva più astratta anche la vita, la morte o il tempo possono essere ritenuti
percorsi.

4.4.2.1. Il movimento

 il percorso
partire dal gradino più basso, partire in quarta
=> partire = l’inizio di un percorso
andare avanti, farsi strada, fare un passo avanti/indietro
=> andare avanti = progredire, andare dietro = non progredire
bruciare le tappe, andare a gonfie vele; andare di pari passo
=> la velocità del movimento = la velocità d’azione

35
Casadei, F.: Metafora ed espressioni idiomatiche. Uno studio semantico sull’italiano, Bulzoni, Roma
1996, p. 162.
36
Ibid., p.168.

36
arrivare al capolinea
=> arrivare alla fine del percorso
essere in rotta di collisione
=> fare scelte diverse = fare percorsi diversi
prendere una cantonata
=> deviare dal percorso
andare/finire a rotoli, finire sul lastrico
=> finire = un errore nell’azione = ostacoli al percorso
stare a cavallo
=> i veicoli = le risorse per l’azione

 il tempo e altri percorsi


guardarsi alle spalle, avere alle spalle
=> il passato è dietro = ricordare è tornare dietro
sprecare il tempo
=> tempo = una risorsa
mandare al cimitero
=> morire = andarsene => uccidere = mandare altrove

4.4.2.2. Le forze

 libertà d’azione/di movimento


tenere al guinzaglio, tarpare le ali
=> impedire la libertà d’azione

 partecipare = essere dentro


fare fuori, chiudere la porta; aprire la porta
=> impedire qc con la propria forza a partecipare; permettere qc di
partecipare

 il peso
togliersi sassolino dalla scarpa
=> togliersi un peso = liberarsi di una preoccupazione
alzare le spalle, fare spallucce

37
=> non volere assumere un peso = una responsabilità o un carico
avere le spalle grosse
=> resistere a un peso
stare addosso
=> oprimere qc con il proprio peso

4.4.3. Il corpo

L’importanza del corpo consiste nel suo ruolo del oggetto semiotico e del mezzo
di comunicazione simbolica e metaforica. Come tale «il corpo è stato ogetto di tutte le
discipline interessate alla semiosi, dalla psicoanalisi alla sociologia e [...] le
caratteristiche e funzioni corporee si trovano nel significato letterale, cioè nel dominio
origine, per la metaforizzazione di domini ogetto non corporei.»37 Così può esistere il
legame tra dominio della percezione e domini emotivi o intelettuali, per esempio la
nozione del conoscere = vedere.38 Le nozioni più importanti sono le metonimie e
metafore corporee e le metafore percettive.

4.4.3.1. Metonimie e metafore corporee

aprire la bocca, chiudere la bocca


=> l’evento corporeo = un efetto di un evento/un’azione
avere le lacrime agli occhi, stringere il cuore, uscire dai gangheri
=> l’efetto fisiologico di un’emozione
prendere fuoco; rompere il ghiaccio
=> la rabbia = fuoco; l’amore = calore39

4.4.3.2. Metafore percettive

 la vista
dare un occhio a q.c., perdere di vista

37
Ibid, p. 235.
38
Ibid, p. 237.
39
Espressioni del genere appartengono alla difusa metafora della rabbia alla base della quale è il nesso tra
le emozioni e i loro effetti fisiologici. Secondo tale metafora la rabbia è calore, le emozioni intense sono
calore e passionale/emotivo è caldo, insensibile è freddo (Casadei 1996: 240).

38
venire in luce, portare alla luce
=> conoscere = vedere; far conoscere = rendere visibile
guardarsi alle spalle, aprire gli occhi, chiudere gli occhi su
=> la realtà è un campo visivo

 il gusto
rifarsi la bocca, storcere la bocca, storcere il naso

 il tatto
a) contatto fisico/psicologico
toccare nel vivo, essere di stucco, fare colpo
=> colpire emotivamente = toccare fisicamente
b) controllo manuale40
avere in testa, venire in mente
=> capire = afferrare
mettere nelle mani
=> controllare = avere in mano
essere una patata bollente
=> difficile da maneggiare/controllare
c) tangibilità
dare corpo alle ombre; finire in una bolla di sapone
=> reale/concreto = tangibile; irreale/inconsistente = non
tangibile

 il controllo di sè e interiorità
andare via di testa, perdere la testa
=> perdere il controllo di sè
tenere dentro corpo; aprire il cuore
=> non manifestare = tenere dentro; manifestare q.c. = portarlo fuori
arrivare al cuore
=> conoscere gli stati psichici di qc = avere accesso al suo interno

40
Al controllo manuale sono legate due nozioni principali: «capire è afferrare» e «controllare è
avere/tenere in mano». Nel caso delle espressioni avere in testa e venire in mente le idee sono oggetti (che
si muovono) e la mente/la memoria sono i loro contenitori. Usando tale prospettiva, le espressioni del
genere vengono associate alla nozione «capire è afferrare» (Casadei 1996: 285).

39
chiudere la bocca, scappare di bocca
=> la bocca = il contenitore delle parole/dei segreti

 altre metafore corporee: il cibo e il mangiare


essere una minestra riscaldata
=> le idee = i cibi
leccarsi le labbra
=> il desiderio = la fame/sete

4.4.4. I domini culturali

La categoria dei domini culturali si compone di nove domini di origine culturale


che «sono riconducibili più ad attività e pratiche sviluppate e stabilite culturalmente e
fondate all’interazione sociale degli esseri umani che non a nozioni spaziali, attività
corporee e facoltà percettive.»41 Tra nove domini origine culturali si trovano il gioco, il
combattimento e le armi, il teatro e lo spettacolo, il denaro e scambi economici, la
quantità, la musica, le macchine/gli ogetti/i manufatti, le piante e la coltivazione, e
infine la caccia. Nella classificazione sono nominati soltanto gli origini dove si trovano
le espressioni idiomatiche presenti nell’appendice: perciò sono state escluse la musica,
le piante e la coltivazione.

 il gioco; il combattimento/le armi; il teatro/lo spettacolo; il denaro; la caccia42


 le macchine/gli oggetti/i manufatti
mettere in moto
rimboccarsi le maniche, dare una mano
=> lavori manuali
costruire castelli in aria
=> creare = costruire
 la quantità
saperla lunga

41
Casadei, F.: Metafora ed espressioni idiomatiche. Uno studio semantico sull’italiano, Bulzoni, Roma
1996, p. 325.
42
Gli esempi riguardanti il gioco, il combattimento/le armi, il teatro/lo spettacolo, il denaro e la caccia
corrispondono alla categoria del mondo di soldi e del divertimento nella classificazione delle espressioni
idiomatiche secondo il loro significato letterale. Vedi la pagina 23.

40
=> la quantità = la lunghezza
fare la tara; tenere conto di
=> la quantità = il valore => valutare = pesare; valutare = calcolare

41
5. Conclusione

L’obiettivo del presente lavoro era di presentare una classificazione semantica


delle espressioni idiomatiche italiane guardando poi alle implicazioni di tale
classificazione per la lingua italiana. All’inizio abbiamo cercato di introdurre la
problematica dell’idiomatismo, tenendo conto della sua complessità e della sua
irregolarità, delineando i tratti caratteristici delle espressioni idiomatiche e offrendo una
definizione (sempre non definitiva) di tale fenomeno linguistico.

In seguito è stata presentata la classificazione delle espressioni idiomatiche dai


punti di vista sintattico e semantico. Nella classificazione sintattica sono stati individuati
tre tipi delle espressioni idiomatiche: espressioni idiomatiche nominali, avverbiali e
verbali. Visto che le espressioni verbali sono il punto di riferimento per la
classificazione semantica principale, abbiamo offerto una loro classificazione sintattica.
In seguito abbiamo introdotto una classificazione semantica generica, seguita da una
divisione delle espressioni idiomatiche verbali. Le suddette classificazioni hanno servito
di punto di partenza per una classificazione semantica più dettagliata delle espressioni
idiomatiche verbali.

La classificazione semantica delle espressioni idiomatiche è formata da tre parti.


Essendo limitati dalla scarsità degli studi italiani sulla semantica idiomatica, per la
prima suddivisione abbiamo adoperato l’approccio usato in inglese. Così abbiamo
scoperto che prendendo in considerazione il significato delle parole chiave e il
significato letterale di un’espressione le espressioni possono essere suddivise in quattro
categorie o campi semantici: il corpo umano, gli elementi della natura, il denaro e il
divertimento, la categoria del corpo umano essendo più ricca delle altre. In secondo
luogo abbiamo offerto una classificazione basata sulle osservazioni dell’autore della
presente tesi. Trattando le espressioni secondo il loro significato idiomatico, tre domini
principali possono essere individuati: il successo, le emozioni e il carattere di una
persona; essendo il successo quel dominio più ampio. Finalmente abbiamo presentato la
classificazione di Federica Casadei riguardante il significato sia letterale sia quello
idiomatico di un’espressione distinguendo il dominio dello spazio, del movimento e
delle forze, del corpo umano e dei concetti culturali.

42
All’inizio ci siamo posti la domanda: Quali sono le implicazioni di tale
classificazione per quanto riguarda le caratteristiche della lingua italiana? Guardando
più in dettaglio i risultati della classificazione, si può notare che nella lingua italiana
vengono spesso usate espressioni contenenti le parti del corpo umano e le espressioni
che denotano il successo e le emozioni; e le espressioni riguardanti in una prospettiva
più ampia le metafore corporee e percettive. In conseguenza, tenendo conto della
parzialità della nostra classificazione basata soltanto sullo studio delle espressioni
idiomatiche verbali, tentiamo di suggerire che una classificazione del genere ci parla di
una società dove l’accento è messo sul successo o sul fallimento delle persone, e di una
lingua che esprime spesso i suoi concetti tramite le nozioni del corpo umano. Tale
costatazione potrebbe presentare il punto di partenza per uno studio più approfondito
sulla semantica delle espressioni idiomatiche italiani che smenta o affermi la nostra
ipotesi.

43
6. Bibliografia

Cacciari, C., La comprensione delle espressioni idiomatiche. Il rapporto fra significato


letterale e significato figurativo, in: Giornale italiano di psichologia, n.16, 1989.

Casadei, F., Metafora ed espressioni idiomatiche. Uno studio semantico sull’italiano,


Bulzoni, Roma 1996.

Casadei, F., Per una definizione di «espressione idiomatica» e una tipologia


dell'idiomatico in italiano, in: Lingua e Stile/ a.XXX, n.2, 1995.

Elia, A./D’Agostino, E./Martinelli, M., Tre componenti della sintassi italiana: frasi
semplici, frasi a verbo supporto e frasi idiomatiche, in: Franchi De Bellis, A./Savoia, L.
M., Sintassi e morfologia della lingua italiana d’uso. Teorie e applicazioni descrittive,
Bulzoni, Roma 1985.

Fraser, B., Idioms within a transformational grammar, in: Foundations of Language,


n.6, 1970.

Langlotz, A., Idiomatic Creativity, John Benjamins Publishing Company,


Amsterdam/Philadelphia 2006.

Renzi, L., Espressioni idiomatiche e verbi supporto, in: Grande Grammatica di


Consultazione I, Il Mulino, Bologna 1991.

Skytte G. in Holtus G., Metzeltin M. und Schmidt Ch.: Lexikon der Romanistischen
Linguistik, Band IV. Italienisch, Korsisch, Sardisch. Tübingen, Niemeyer 1988.

Vanity Fair, n.13, 14, 28, 35, 44, 45, Edizioni Condé Nast, Milano 2007.

Vietri, S., La sintassi delle frasi idiomatiche, in: Studi Italiani di Linguistica Teorica ed
Applicata, XIX/1, 1990.

44
Vietri, S., On the study of idiomatic expressions in Italian, in A. Franchi De Bellis and
L.M. Savoia (eds.) Sintassi e morfologia della lingua italiana d'uso. Teorie e
applicazionioni descrittive, (Atti del XVII Congresso della Società di Linguistica
Italiana, Urbino 11-13/9/1983), Bulzoni, Roma 1985.

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45
7. Appendice

abbassare la guardia «diminuire le difese, offrire un bersaglio agli avversari»


abbassare lo sguardo «in segno di vergogna»
accogliere a braccia aperte «ricevere con calore, affetto»
alzare gli occhi al cielo «per invocare Dio, in segno di fastidio»
alzare la guardia «aumentare le difese»
alzare le spalle «manifestare disinteresse, noncuranza»
andare a braccetto «essere amici, andare d’accordo»
andare a caccia (di) «perseguire avidamente»
andare a gonfie vele «procedere benissimo»
andare/finire a rotoli «fallire, finire male»
andare a testa alta «essere fiero, orgoglioso»
andare avanti «avanzare, progredire, fare progressi»
andare di pari passo «procedere, evolvere allo stesso modo, parallelamente»
andare fuori/via di testa «perdere lucidità»
aprire gli occhi «rendersi conto, prendere coscienza di q.c.»
aprire il cuore «confidarsi, confessare i propri sentimenti»
aprire la bocca «parlare»
aprire le porte «ammettere in un ambiente, accogliere»
arrivare al capolinea «essere alle conclusioni, al termine di q.c.»
arrivare al cuore «conoscere intimamente»
avere alle spalle «avere nel proprio passato»
avere alti e bassi «avere momenti positivi e negativi»
avere i piedi per terra «essere realista, razionale»
avere in testa «conoscere, credere; avere intenzione di»
avere la faccia tosta «avere la sfrontatezza, il coraggio di»
avere le lacrime agli occhi «stare piangendo, essere commosso»
avere le spalle grosse «essere forte psicologicamente, sopportare eventi negativi»
avere nel cassetto «avere in progetto»
avere sotto il naso «avere vicino, a portata di mano»
battere cassa «chiedere denaro»
brucciare le tappe «raggiungere una rapida affermazione; procedere troppo
velocemente»

46
buttare a mare «sprecare, sciupare»
buttare giù (qc) «deprimere, intristire»
buttarsi via «sprecare le propria qualità in attività da poco»
cadere nella trappola «restare vittima di un’insidia, di un tranello»
cambiare faccia/volto «cambiare espressione spec. per stupore»
cambiare rotta «cambiare linea d’azione, comportamento, attività»
chiudere gli occhi su q.c. «rifiutare di rendersi conto, di accettare q.c. »
chiudere la bocca «smettere di parlare, tacere»
chiudere la porta a qc/ q.c. «escludere da q.c., da un ambiente, non accogliere»
costruire castelli in aria «fare q.c. infondato, progetti irrealizzabili»
dare addosso a qc/q.c. «assalire, andare contro, criticare duramente»
dare corpo alle ombre «rendere reale q.c. spec. un pericolo, inconsistente»
dare il via libera a q.c. «dare inizio, consentire di iniziare, di agire»
dare un occhio a q.c. «prestare attenzione; controllare, sorvegliare»
dare un taglio a q.c. «interrompere, far cessare»
dare una mano «aiutare»
dire in faccia «dire apertamente, sinceramente»
dormire sugli allori «crogiolarsi godendo dei successi già ottenuti »
entrare in scena «apparire, comparire, presentarsi; assumere un ruolo»
essere di stucco/legno «essere insensibile»
essere in rotta di collisione «essere in totale contrasto»
essere/mettersi nei panni di qc «immedesimarsi in qc, nella sua condizione»
essere pieno di «essere stuffo, non poterne più»
essere una minestra riscaldata «essere un’idea vecchia, molto sfruttata»
essere una patata bollente «essere q.c. o una situazione difficile da gestire»
fare acqua «non funzionare, presentare lacune, difetti»
fare capo (a qc/q.c.) «riferirsi a, essere comandato da»
fare colpo (su qc) «suscitare impressione, attenzione»
fare (qc) fuori «escludere da una situazione, da un affare»
fare il punto (della situazione) «valutare in che fase e condizione si trova»
fare la parte di «avere, assumersi il ruolo di/del»
fare la tara (a q.c.) «valutare con riserve, eliminare esagerazioni»
fare le scarpe (a qc) «imbrogliare, tradire, prendere il posto»
fare le spese (di q.c.) «subire le conseguenze»

47
fare le valigie «andarsene»
fare luce (su q.c.) «rendere comprensibile, chiarire»
fare spallucce «manifestare disinteresse, noncuranza»
fare un passo avanti «progredire»
fare un passo indietro «tornare alla fase precedente, ripensare»
farsi strada «affermarsi, avere successo, avanzare»
farsi le ossa «abituarsi a q.c.; prendere la pratica di q.c.»
finire in una bolla di sapone «rivelarsi incosistente, finire nel nulla»
finire sul lastrico «fallire economicamente, ridursi in miseria»
giocare la carta migliore «usare la migliore risorsa»
girare le palle (a qc) «essere arrabbiato»
guardarsi alle spalle «stare attento ai pericoli, alle insidie»
lasciarsi dietro le spalle «dimenticare, considerare ormai passato»
leccarsi le labbra «pregustare q.c. desiderato, allettante»
mandare a casa/monte «impedire la realizzazione, far fallire»
mandare al cimitero «uccidere»
mettere a segno un colpo «realizzare l’obiettivo»
mettere in ginocchio (qc) «vincere, sopraffare, umiliare»
mettere in moto (q.c.) «avviare, dare luogo, causare»
mettere la testa a posto «diventare assennato, responsabile»
mettere le radici «diffondersi, avere successo, spec. di idee»
mettere nelle mani di qc «affidare, mettere in potere/sotto il controllo di»
mettere nero su bianco «scrivere, dichiarare per iscritto»
mettersi in gioco «coinvolgersi, decidere di partecipare»
montarsi la testa «credersi superiore a quello che si è, insuperbirsi»
muovere mari e monti «adoperarsi con ogni mezzo»
nascondersi dietro a un dito «accampare scuse incosistenti»
non avere pelli sulla lingua «parlare apertamente, sinceramente»
pagare a caro prezzo «ottenere con grandi sacrifici; avere gravi conseguenze»
pagare il prezzo «subire le conseguenze»
pagare lo scotto «subire le consequenze»
partire dal gradino più basso/da zero «iniziare, intraprendere q.c. dal nulla, con pochi mezzi»

partire in quarta «iniziare, intraprendere q.c. con impeto, con decisione»


perdere di vista «non dare la dovuta attenzione, trascurare»

48
perdere la testa «impazzire, non raggionare più»
portare alla luce (q.c.) «far emergere, rendere conto»
portare avanti «fare avanzare, cercare di portare al successo, a compimento»
prendere fuoco «essere preso da ira o da una passione violenta»
prendere in giro qc «deridere, gabbare; imbrogliare»
prendere le distanze «mantenersi estraneo, non aderire a q.c.; non dare confidenza»
prendere per il culo «deridere, gabbare; imbrogliare»
prendere una cantonata «fare un errore grossolano»
prendere una piega Agg «evolvere in modo Agg, verso un esito Agg»
puntare in alto «avere grandi obiettivi»
restare a bocca aperta «per stupore, essere stupito»
rifarsi la bocca «cancellare una esperienza spiacevole con q.c. piacevole»
rimanere con le mani in mano «non fare nulla»
rimanere di sasso/stucco «restare male, sbalordito; restare impassibile»
rimanere dietro le quinte «avere un ruolo in q.c., senza esporsi»
rimboccarsi le maniche «intraprendere q.c. con energia, impegnarsi»
rompere il ghiaccio «superare un momento di fredezza; avviare una conversazione»
salvare capra e cavoli «riuscire a conciliare cose diverse»
saperla lunga «sapere molte cose, essere astuto»
scappare di bocca «di q.c. detto per sbaglio, che non si voleva dire»
scendere in campo «entrare, prendere parte a una competizione»
scendere in piazza «manifestare»
scuotere il capo «in segno di disapprovazione»
sentirsi un pesce fuor acqua «essere a disagio, sentirsi fuori posto»
sgranare gli occhi «in segno di incredulità»
sognare a occhi aperti «fantasticare, farsi trasportare dall’immaginazione»
spezzare il cuore «dare un dolore imenso»
sporcarsi le mani «fare q.c. vergognoso, illecito, immorale»
sprecare il tempo «dedicarsi a q.c. futile, inutile»
stare a cavallo «essere in una situazione favorevole»
stare al gioco «accettare le regole di un ambiente, di un contesto»
stare alle calcagna di qc «incalzare, opprimere, pressare»
storcere il naso «in segno di disgusto»
storcere la bocca «disapprovare, disprezzare, in segno di disgusto»

49
stringere il cuore «commuovere, addolorare»
tagliare corto «interrompere bruscamente spec. un discorso»
tarpare le ali a qc/q.c. «limitare la possibilità d’azione, frenare»
tenere al guinzaglio «tenere sottomesso, frenato, costretto»
tenere banco «accentrare tutta l’attenzione, avere il potere»
tenere conto di «prendere, tenere in considerazione»
tenere dentro corpo «non manifestare (stato d’animo, sentimenti)»
tenere in piedi q.c. «sostenere, impedire il crollo, la fine»
tenere in scacco qc «tenere in difficoltà, in condizione di inferiorità»
tirare avanti «lavorare duramente per far procedere q.c.»
tirare fuori «esprimere, manifestare»
tirare su «rinfrancare, risollevare»
tirarsi indietro «non farsi coinvolgere, sottrarsi»
toccare il cielo con un dito «essere contentissimo, euforico»
toccare il fondo «degradarsi al massimo grado»
toccare nel vivo «affrontare la suscettibilità, affrontare q.c. delicato o doloroso
per qc»
togliersi sassolino dalla scarpa «liberarsi di una preoccupazione, di un’angoscia»
uscire dai gangheri «essere infuriato, infuriarsi»
uscire dalla scena «ritirarsi da un ambito, da un’attività; perdere fama, notorietà»
vedere la luce «di qc: nascer; di q.c.: compiersi, avviarsi»
venire in luce «divenire evidente, essere accertato, appurato»
venire in mente «essere ricordato; passare per il capo»
volare alto «dedicarsi a pensieri elevati ignorando le piccolezze della vita»
voltare il piede «andarsene, tornare indietro»
voltare pagina «cambiare argomento; cambiare tipo di vita»

50

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