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Manuale utente
BESTenergy
Responsabile scientifico
Prof. Federico M. Butera
Coordinamento
Prof. Niccol Aste
Gruppo di Lavoro
Rajendra Adhikari, Michela Buzzetti, Junia Compostella, Claudio Del Pero, Fabrizio
Leonforte, Massimiliano Manfren, Manlio Mazzon, Lavinia Chiara Tagliabue,
Luciano Zanotto.
Settembre 2013
Politecnico di Milano
Dipartimento di architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito
Via Bonardi, 3
20133 Milano
Tel. 02 2399 5161
Fax 02 2399 5130
www. polimi.it/best
Partita Iva: 04376620151
Codice fiscale: 80057930150
Sommario
1)
1.1)
1.2)
1.3)
1.4)
2)
2.1)
2.2)
2.3)
2.4)
2.5)
2.6)
3)
SCHEDULE ..................................................................................................................... 54
4.1)
4.2)
5)
5.1)
5.2)
5.3)
5.4)
5.5)
5.6)
5.7)
5.8)
6)
LA SIMULAZIONE DI PROGETTO........................................................................... 88
7.1)
8)
6.1)
7)
8.1)
8.2)
9)
1) Introduzione al software
Il software BESTenergy un plugin per SketchUp che utilizza il motore di calcolo
EnergyPlus 7.1 al fine di effettuare simulazioni energetiche in regime dinamico su modelli
di edifici.
Esso coniuga, pertanto, la facilit ed intuitivit della modellazione di SketchUp, con la
potenza di calcolo e la sofisticazione di EnergyPlus. Questultimo, infatti, pur essendo uno
strumento molto allavanguardia sulla simulazione energetica in regime dinamico, presenta
il limite di essere caratterizzato da una notevole complessit nel suo utilizzo, essendo
sostanzialmente sprovvisto di uninterfaccia grafica, se si esclude un semplice editor per la
scrittura del file di input.
Lunione di questi due strumenti permette laccesso da parte della maggior parte dei
progettisti alla sofisticata simulazione dinamica, rendendo maggiormente intuitiva la
creazione dei modelli di calcolo da processare, per stimare i fabbisogni di energia ed i
consumi degli edifici. Lulteriore pregio della combinazione di questi strumenti la totale
gratuit dellintero pacchetto, in quanto sia il motore di calcolo, che il modellatore
geometrico SketchUp sono liberamente scaricabili dai rispettivi siti internet, previa
registrazione dellutente.
Per quanto sopra esposto, il software sostanzialmente permette la creazione facilitata dei
principali oggetti necessari al motore di calcolo per effettuare la simulazione delledificio,
utilizzando i semplici comandi di modellazione geometrica di SketchUp, oltre alle
interfacce appositamente create. Gli oggetti di cui sopra vengono salvati in un file di
formato .idf, che rappresenta linput dei dati di cui necessita EnergyPlus. Successivamente,
viene lanciata la simulazione fornendo tale file al motore di calcolo, senza dover uscire dal
programma SketchUp.
Tutti gli oggetti che vengono creati nel file di input, pertanto, si riconducono alle sintassi
ed alle specifiche contenute nella documentazione del motore di calcolo, alla quale si
rimanda sempre per ulteriori approfondimenti1, o per analisi molto pi particolareggiate di
quelle per le quali stato studiato lapplicativo BESTenergy.
Una volta installato il motore di calcolo EnergyPlus 7.1, con esso viene resa disponibile la corrispondente
documentazione in formato .pdf. Tra questa, di particolare importanza l EnergyPlus Input Output
Reference, ovvero un manuale che espone per ciascun oggetto previsto dal motore di calcolo la relativa
sintassi ed il significato di ciascun parametro.
Comando Nuovo
Consente di iniziare un nuovo modello, partendo solamente dalle impostazioni iniziali.
Comando Apri
Consente di aprire un file di formato .idf, relativo ad un modello termico.
Comando Chiudi
Consente la chiusura del file relativo al modello su cui si sta lavorando.
con gli strumenti di SketchUp. Esse possono banalmente essere linee di costruzione,
oppure oggetti erroneamente creati al di fuori di zone termiche o di gruppi di superfici
ombreggianti. Selezionando tale opzione, alla chiusura del file .idf verranno eliminate.
Si faccia presente che, avviando una nuova istanza di SketchUp ed aprendo un file .idf,
le entit di SketchUp non facenti parte del modello non vengono mai caricate, in
quanto non vengono scritte nel file .idf. Lopzione appena esposta si riferisce
solamente alla stessa istanza di SketchUp, nella quale si avvii il comando Chiudi per
chiudere un file .idf.
Infine, limpostazione del percorso delleditor di testo necessaria al fine di
visualizzare i messaggi di errore al termine della simulazione. Anche tale parametro
viene ricercato automaticamente allinterno del file di registro durante linstallazione.
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Comando Simulazione
Tale comando apre la finestra di lancio della simulazione, nella quale possibile
caricare il file climatico relativo alla localit in cui contestualizzato il modello, oltre
a definire il periodo e la tipologia di simulazione che si intende effettuare.
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Figura 2.1 Finestra di dialogo di impostazione delle convenzioni geometriche e della localit.
Possono essere, invece, impostate le caratteristiche relative alla localit, immettendo una
descrizione del sito, ed i relativi dati geografici di latitudine, longitudine, altitudine e fuso
orario. Tuttavia, se questi dovessero discostarsi da quelli riportati nel file climatico, essi
verrebbero ignorati e presi in considerazione solo quelli del file climatico. In questo caso,
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Figura 2.2 Finestra di dialogo del comando Informazioni oggetto riferita allintero edificio.
Nome
Etichetta descrittiva con la quale identificare ledificio.
Rotazione
Rotazione relativa del modello, rispetto al semiasse Nord reale. Tale opzione
particolarmente utile, in quanto il semiasse Nord nello spazio di lavoro identificato
mediante lasse cartesiano delle Y (rappresentato nellambiente di SketchUp con lasse
di colore verde). Tuttavia, spesso comodo disegnare il modello secondo gli assi
cartesiani principali, e, solo successivamente, assegnare un orientamento allintero
edificio. Tale opzione consente anche di valutare velocemente gli effetti derivanti da
una migliore o peggiore esposizione delle superfici dinvolucro, applicando una
rotazione allintero modello, senza doverne editare la geometria. Un valore di angolo
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positivo corrisponde ad una rotazione in senso orario originata dal semiasse Nord
reale, verso il semiasse Nord delledificio, come mostrato in figura seguente.
Contesto
La scelta del contesto influenza, assieme allaltezza delledificio, come le superfici
dinvolucro vengono colpite dal vento.
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Tale condizione potrebbe verificarsi in edifici di particolare complessit, nel qual caso
sarebbe necessario aumentare il valore di tale parametro (oppure, in seconda battuta,
aumentare le tolleranze di convergenza sopra descritte).
Ai fini di una migliore elaborazione dei calcoli, bene che, in un edificio, sia comunque
modellizzata almeno una zona per ciascun piano, anche se i diversi livelli presentano le
stesse caratteristiche in merito ai parametri sopra specificati.
Si faccia presente che gli ambienti a temperatura non controllata sono comunque da
considerare come zone termiche, in quanto, se confinanti con altre zone a temperatura
controllata, avvengono comunque scambi termici attraverso di esse.
La zona deve essere interamente racchiusa da superfici e non pu presentare vuoti.
Il primo passo per la creazione del modello di calcolo proprio linserimento della prima
zona termica. Tale operazione possibile mediante il comando Crea nuova
zona
termica collocato nel menu dei comandi del plugin, o mediante il pulsante
posto
nella barra degli strumenti. Attivato il comando, il cursore assume una forma cruciforme,
simboleggiante il punto di origine della zona termica. necessario collocare tale punto di
riferimento nello spazio di lavoro. Conseguentemente, viene visualizzato un
parallelepipedo con spigoli di colore blu. Esso rappresenta virtualmente il contenitore degli
oggetti appartenenti alla zona termica.
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Figura 2.5 Spazio di lavoro nel quale stata collocata una nuova zona termica.
Al fine di modellare degli oggetti riconosciuti come facenti parte del modello, necessario
attivare la zona termica su cui si intende lavorare. Per fare ci, possibile o effettuare un
doppio clic sulla croce che identifica il punto di riferimento della zona stessa, o, dal
collocato nella barra degli strumenti, fare doppio
pulsante Mostra finestra struttura
clic sul nome della zona di interesse. In tale modo, il contorno blu della zona viene
visualizzato con un sottile tratteggio e da quel momento lutente pu lavorare allinterno
dellambiente del plugin.
Figura 2.6 Visualizzazione dello spazio di lavoro successivamente allattivazione di una zona
termica.
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Per uscire dalla zona corrente, semplicemente necessario cliccare un punto esterno alla
stessa. Non si dia particolare importanza alle dimensioni del parallelepipedo che racchiude
la zona termica, in quanto queste vengono adattate dinamicamente man mano che vengono
inserite nuove superfici appartenenti alla zona.
Si faccia presente che, se non viene attivata alcuna zona, gli oggetti creati non fanno parte
del modello termico da simulare, ma rimangono semplicemente delle entit geometriche in
ambiente SketchUp, che in nessun modo interagiscono col modello che si sta creando.
Per visualizzare ed editare le propriet generali della zona termica, occorre selezionarla (o
cliccando sul punto di riferimento o mediante la finestra struttura) ed utilizzare il
comando Informazioni oggetto.
Figura 2.7 Finestra di dialogo di informazioni oggetto relativamente ad una zona termica
selezionata.
Nome
Nome mediante il quale identificare la zona termica, che deve essere univoco in tutto il
modello.
Rotazione
Angolo di rotazione dellasse Nord della zona rispetto a quello delledificio.
espresso in gradi sessadecimali. Un valore positivo rappresenta una rotazione in senso
orario. Per ulteriori approfondimenti, si rimanda alla figura sottostante e al capitolo
Sistemi di riferimento e contestualizzazione del modello. Anche in questo caso,
possibile immettere un valore di rotazione diverso da zero solo se nella finestra
Localit e convenzioni geometriche impostato un sistema di coordinate relative
(Figura 2.1).
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Moltiplicatore
Coefficiente moltiplicatore applicato ai carichi calcolati per la zona durante la
simulazione. Pertanto, nella variabili duscita dei fabbisogni e dei flussi termici per
riscaldamento e raffrescamento, i risultati relativi alla specifica zona vengono
moltiplicati per il coefficiente specificato in tale campo. Pu essere utile nel caso in
cui ledificio presenti molte zone termiche uguali, per cui si possa pensare di
modellizzare solo alcune zone-tipo ed applicarvi un moltiplicatore in funzione del
numero di zone che rappresenta. Oppure, pu essere utilizzato per incrementare
velocemente i carichi, ad esempio, per tenere conto di effetti di bordo o di ponti
termici non schematizzabili. Per default, il valore impostato pari a 1.
essere orientata in modo tale che la loro normale sia in direzione uscente rispetto
alla zona termica che racchiudono
Tale condizione nella maggior parte dei casi, viene automaticamente rispettata dal
software. Tuttavia, copiando e spostando altre superfici gi precedentemente create,
potrebbe essere necessario agire manualmente sulla direzione della normale della
superficie. In questi casi bisogna controllare, innanzitutto, la colorazione della
superficie: il software, infatti, assegna una gradazione pi scura al lato della superficie
che dovrebbe essere collocato allesterno rispetto alla zona termica. Se, invece, viene
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visualizzata la gradazione pi chiara sul lato esterno della superficie, significa che la
direzione della normale punta verso linterno della zona termica. Pertanto, si rende
necessario invertirne la direzione. Tale operazione pu essere facilmente effettuata
cliccando col tasto destro del mouse sulla superficie stessa e selezionando la funzione
Inverti facce.
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Figura 2.9 Finestra di dialogo di informazioni oggetto relativamente ad una superficie opaca
selezionata.
Nome
Nome della superficie opaca, il quale deve essere univoco per lintero modello. Viene
generato automaticamente dal plugin seguendo tale regola, ma pu essere editato.
Tipologia superficie
Le superfici opache, una volta modellizzate, vengono automaticamente riconosciute
dal software entro 4 macro-tipologie. Tale distinzione avviene soprattutto al fine di
avere un maggior controllo sulla coerenza delle superfici modellizzate e sulla direzioni
delle loro normali. Una seconda utilit nella classificazione delle tipologie di
superficie risiede nella possibilit, per ciascuna di essa, di assegnare automaticamente
durante la modellazione un componente dinvolucro di default senza doverlo
specificare di volta in volta per ciascuna superficie (si veda il paragrafo relativo al
comando Componenti predefiniti). Le macro-tipologie da assegnare alle superfici
opache sono le seguenti:
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Componente dinvolucro
Componente dinvolucro associato alla superficie opaca. Nella tendina vengono
caricati tutti i componenti tecnologici (sia opachi che trasparenti) definiti allinterno
del modello. Al fine di poter effettuare la simulazione, necessario associare a
ciascuna superficie le corrispondenti caratteristiche termiche e, pertanto, il relativo
componente dinvolucro. Se non sono specificati dei componenti predefiniti da
assegnare automaticamente alle diverse tipologie di superficie, tale associazione deve
essere effettuata manualmente per ciascuna superficie. Tuttavia, nel caso in cui si
effettui una copia di intere zone termiche o di alcune superfici, queste riporteranno gi
il componente dinvolucro specificato per loggetto sorgente.
Zona
Zona termica di appartenenza della superficie opaca selezionata. Tale caratteristica
viene immessa automaticamente dal software durante la creazione delle superfici.
Inoltre, il campo viene aggiornato nel caso in cui si rinomini la zona termica.
Esposizione
Tale parametro definisce le condizioni a contorno per la trasmissione del calore
attraverso la superficie, in funzione dellambiente con cui si trova a contatto sul lato
esterno. Quando viene creata una superficie, questo campo viene automaticamente
impostato come se questa fosse a contatto con il terreno, (se si tratta di una superficie
orizzontale posta a quota 0,00 del modello), o come esposta verso lambiente esterno.
Se tale assunzione di default non corrisponde alla condizione reale, necessario
modificare questo parametro manualmente, scegliendo tra le seguenti opzioni:
ambiente esterno: se la superficie separa la zona termica dallambiente esterno,
deve essere selezionata tale opzione;
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terreno: nel caso in cui la superficie sia a contatto col terreno, lutente deve
scegliere tale opzione. In questo modo, vengono impostate come condizioni
esterne della superficie, le temperature medie mensili specificate nelloggetto
Site:GroundTemperature:BuildingSurface contenuto nel file .idf. Si consiglia,
per calcoli maggiormente accurati, di editare i valori di tale oggetto mediante lidf
editor installato assieme al motore di calcolo EnergyPlus;
altra superficie: corrisponde al caso in cui loggetto sia una superficie interna a
contatto con unaltra appartenente alla stessa zona o alla zona confinante. In
particolare, dovr essere immesso nel campo Oggetto adiacente il nome della
superficie con cui essa si trova a contatto. Nel caso in cui vi siano molte adiacenze
tra superfici da impostare, si consiglia di utilizzare il comando Determinazione
automatica adiacenze (si veda il capitolo corrispondente).
zona: molto simile allopzione superficie, con la differenza che il motore di
calcolo genera automaticamente la corrispondente superficie adiacente necessaria
per la zona confinante. Inoltre, se vi sono finestre o porte, vengono anchesse
create appropriatamente sulla superficie appartenente allaltra zona;
superficie adiabatica: tale opzione serve ad indicare che attraverso tale superficie
non vi trasmissione del calore. Pu tornare utile nel caso in cui si voglia studiare
il comportamento di una sola porzione di edificio, senza doverlo modellizzare
interamente, per quelle superfici che sarebbero a contatto con altre zone che si
troverebbero alle stesse condizioni interne. Sarebbe, in questo caso, ragionevole
supporre che non vi sia significativo passaggio di calore attraverso di esse. Lo
stesso risultato pu essere ottenuto specificando come esposizione lopzione Altra
superficie ed immettendo, come nome delloggetto adiacente, quello della
superficie stessa;
coefficienti di esposizione definiti dallutente: mediante tale scelta possibile
definire delle condizioni di esposizione personalizzate dallutente, il quale dovr
inserire il valore di specifici parametri (come, ad esempio, la temperatura media
mensile che si verifica sul lato esterno della superficie) allinterno di un oggetto
SurfaceProperty:OtherSideCoefficients, che attualmente pu essere definito solo
manualmente, editando il file di progetto mediante lidf editor installato assieme al
motore di calcolo EnergyPlus;
modello di esposizione definito dallutente: mediante tale scelta possibile definire
un modello di condizioni esterne creato dallutente, mediante loggetto
SurfaceProperty:OtherSideConditionsModelspecification, che attualmente pu
essere definito solo manualmente, editando il file di progetto mediante lidf editor
installato assieme al motore di calcolo EnergyPlus.
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Esposizione al vento
Tale opzione indica se la superficie esposta al vento o meno. Quando si esclude
lopzione di esposizione al vento, si hanno diverse implicazioni a livello di calcolo.
Infatti, il motore, in questo caso, assegna per default alla superficie il coefficiente
convettivo semplificato correlato ad una velocit del vento pari a 0, secondo il metodo
ASHRAE. Inoltre, siccome questo metodo semplificato non prevede un valore
separato per gli scambi radiativi verso la volta celeste e verso il terreno, tali scambi
non vengono considerati. Pertanto, sul lato esterno delle superfici non esposte al vento
avvengono solamente gli scambi per convezione secondo il metodo semplificato.
Oggetto adiacente
Nome delloggetto con cui la superficie si trova a contatto. In particolare:
se nel campo Esposizione scelta lopzione Altra superficie, qui lutente
dovr immettere il nome della superficie confinante;
se nel campo Esposizione scelta lopzione Zona, qui lutente dovr
immettere il nome della zona confinante;
se nel campo Esposizione scelta lopzione coefficienti di esposizione definiti
dallutente, qui lutente dovr immettere il nome delloggetto
SurfaceProperty:OtherSideCoefficients, definito manualmente mediante lidf
editor;
se nel campo Esposizione scelta lopzione modello di esposizione definito
dallutente, qui lutente dovr immettere il nome delloggetto
SurfaceProperty:OtherSideConditionsModelspecification, definito manualmente
mediante lidf editor;
se nessuna delle precedenti scelte nel campo Esposizione stata effettuata, allora
tale parametro sar inattivo.
Nella parte centrale della finestra di dialogo vengono visualizzate alcune propriet
geometriche relative alla superficie opaca selezionata, aventi rispettivamente il seguente
significato:
Vertici
Numero di vertici di cui la superficie opaca composta.
Sottosuperfici
Numero di sottosuperfici contenute nella superficie opaca; le sottosuperfici possono
essere, ad esempio, porte o finestre collocate sulla superficie opaca selezionata (si
veda capitolo successivo Modellizzazione delle sottosuperfici (porte e finestre)).
Area netta
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Area racchiusa allinterno del perimetro della superficie opaca, alla quale viene
detratta quella di eventuali sottosuperfici ivi contenute.
Percentuale trasparente
Percentuale di superficie trasparente rispetto a quella totale; tale valore viene calcolato
dividendo larea delle sottosuperfici trasparenti (ovvero quelle riportanti la tipologia
finestra o porta finestra) per larea complessiva (sopra definita come lorda) della
superficie opaca selezionata.
Figura 2.10 Schematizzazione del significato dei parametri riportati nel riepilogo della
geometria dell oggetto Superficie opaca.
Infine, nella parte inferiore della finestra di dialogo, viene visualizzata la sintassi della
superficie opaca selezionata, mostrando il testo delle righe che vengono scritte nel file .idf
relativamente a tale oggetto.
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superficie di base, nel corso della modellizzazione, dovesse cambiare, il riferimento non
verrebbe aggiornato automaticamente, ma sarebbe necessario correggerlo manualmente
mediante la finestra Informazioni oggetto. Tale situazione si presenta, ad esempio, nel
caso in cui, una volta gi disegnata la finestra, si decida di dividere in due o pi porzioni la
superficie opaca di base. In tal modo, verranno originate due o pi superfici opache, delle
quali solo una manterr il nome originale, mentre le altre porzioni ne assumeranno uno
nuovo.
In tal caso, se non venisse corretto il riferimento, alla riapertura del file di progetto
comparirebbe un errore simile a quello riportato in figura seguente.
Figura 2.11 Finestra contenente il messaggio di errore generato allapertura del file.
Inoltre, se il nome della superficie di base inesistente, viene perso anche il riferimento
alla zona termica di appartenenza, ed il software ne crea automaticamente una
esclusivamente dedicata alla sottosuperficie (ovviamente in modo errato rispetto ai
propositi dellutente), come mostrato nella figura seguente
Figura 2.12 Visualizzazione del modello conseguente alla perdita del riferimento delle superfici
di base.
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Si fa notare che una sottosuperficie pu fare riferimento ad una sola superficie opaca di
base; viceversa, una superficie opaca pu contenere pi sottosuperfici che facciano
riferimento ad essa.
Cos come le superfici, anche le sottosuperfici necessitano della definizione delle
caratteristiche termiche. Ci possibile, nuovamente, mediante il comando Informazioni
oggetto previa selezione della sottosuperficie da editare.
Nome
Nome della sottosuperficie, il quale deve essere univoco per lintero modello. Viene
generato automaticamente dal plugin seguendo tale regola, ma pu essere editato.
Tipologia sottosuperficie:
Tipologia di sottosuperficie, da scegliere tra le seguenti opzioni: Finestra, Porta
finestra e Porta (unica sottosuperficie di tipo opaco).
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Oggetto adiacente
Nome delloggetto con cui la sottosuperficie si trova a contatto, nel caso in cui confini
con unaltra zona termica.
Moltiplicatore
Coefficiente mediante il quale viene moltiplicata larea della sottosuperficie. Pu
essere utilizzato per indicare la presenza di pi sottosuperfici identiche sulla medesima
superficie di base, evitando di modellizzarne la geometria. Tuttavia, si consiglia di
usare tale funzione con cautela, soprattutto quando importante definire lesatta
posizione della finestra rispetto alla zona, in quanto lombreggiamento viene
determinato in funzione delle forometrie geometricamente modellizzate.
Nella parte centrale della finestra di dialogo vengono visualizzate alcune propriet
geometriche relative alla sottosuperficie selezionata che hanno rispettivamente il seguente
significato:
Vertici
Numero di vertici di cui la sottosuperficie composta.
Area di un elemento
Area dellelemento selezionato.
Area totale
Area dellelemento selezionato moltiplicata per il valore del fattore moltiplicatore.
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oppure generici aggetti delledificio stesso, quali balconi o gronde. La loro definizione
geometrica molto simile a quella delle superfici termiche, in quanto necessario
dapprima definire un gruppo di superfici, mediante il comando Nuova superficie
ombreggiante Lutente dovr posizionare allinterno dello spazio di lavoro un punto di
riferimento per tale gruppo, mediante il quale poterlo selezionare ed editare
successivamente.
Figura 2.14 Visualizzazione dello spazio di lavoro con linserimento di un gruppo di superfici
ombreggianti.
Analogamente a quanto accade per le zone termiche, al fine di poter inserire delle superfici
in tale gruppo necessario attivarlo mediante un doppio clic col tasto sinistro del mouse
sul punto di riferimento.
Figura 2.15 Visualizzazione dello spazio di lavoro con la modellizzazione di una superficie
ombreggiante allinterno di un gruppo attivato.
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Inoltre, ancora una volta non si dia particolare importanza n al posizionamento del punto
di riferimento (la cui utilit semplicemente quella di poter attivare il gruppo), n alle
dimensioni del parallelepipedo di contorno. Si faccia sempre attenzione a disegnare le
superfici mantenendo il gruppo attivato, viceversa esse non verranno riconosciute dal
plugin come oggetti da inserire nella simulazione, ma semplici entit geometriche di
SketchUp, che verranno ignorate. Si fa notare, inoltre, che le superfici ombreggianti sono
contraddistinte per default da un colore viola.
A differenza delle zone termiche, non ha particolare importanza quanti gruppi di superfici
ombreggianti vengano creati, se non per una mera comodit di selezione.
Per quanto riguarda le superfici ombreggianti, lunico parametro impostabile, oltre al
nome, la corrispondente trasparenza. Avviando, infatti, il comando Informazioni
oggetto successivamente alla selezione di una superficie ombreggiante, viene mostrata la
seguente finestra di dialogo.
Figura 2.16 Finestra di dialogo del comando Informazioni oggetto relativo ad una superficie
ombreggiante.
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il valore di trasparenza uguale sia per la componente diretta che per quella diffusa
della radiazione solare;
la trasmissione della radiazione non tiene conto dellangolo dincidenza sulla
superficie ombreggiante;
la componente diretta della radiazione solare viene trasmessa completamente in forma
diretta, senza subire n rifrazioni, n conversioni in componente diffusa;
se due superfici ombreggianti sono sovrapposte, la trasparenza complessiva del
sistema data dal prodotto dei rispettivi coefficienti;
le riflessioni reciproche tra due superfici ombreggianti o tra una superficie
ombreggiante e ledificio vengono ignorate;
per eventuali calcoli di illuminamento, la trasmissione della radiazione visibile della
superficie ombreggiante pari al valore di trasparenza;
si assume che le superfici ombreggianti siano sempre opache alla radiazione
infrarossa, indipendentemente dal valore di trasparenza.
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Figura 3.1 Finestra di dialogo delle librerie dei materiali organizzato per macro-categorie
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Per creare un nuovo materiale o modificarne uno esistente sufficiente cliccare sul
corrispondente comando e, conseguentemente, viene caricata linterfaccia di seguito
riportata, per limpostazione dei relativi dati. Si fa notare che, modificando le propriet di
un materiale gi inserito in un componente definito nel modello, i corrispondenti parametri
verranno automaticamente aggiornati, senza che questo debba essere riassegnato.
Nome materiale
Nome con cui identificare il materiale allinterno della libreria. Tale nome, allinterno
del modello deve essere univoco. Inoltre, in quanto ciascun materiale necessita della
definizione del relativo spessore, si consiglia di inserire nel nome del materiale il
riferimento a tale grandezza, in modo da poterlo facilmente riconoscere allinterno
della libreria. Una volta definito il nome di uno specifico materiale, questo non sar
pi modificabile successivamente, a meno che non si editi il file .xml della libreria,
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Ruvidezza
Tale parametro definisce la ruvidezza della finitura superficiale dello strato di
materiale e influenza solamente i coefficienti di scambio convettivo (pi precisamente,
il coefficiente convettivo esterno). Le opzioni contenute nel menu a tendina variano da
Molto ruvido a Molto liscio.
Spessore
Spessore del materiale, espresso in m. Si fa notare che, essendo richiesta
esplicitamente tale grandezza per ciascun materiale, necessario definire un oggetto
per ciascuno degli spessori previsti nel modello, anche se tutte le altre propriet termofisiche rimangono inalterate.
Conduttivit
Valore di conduttivit termica del materiale, espresso in W/m2K (deve essere
maggiore di 0).
Densit
Valore della densit del materiale, espressa in kg/m3.
Calore specifico
Valore del calore specifico del materiale, espresso in J/(kgK).
Assorbimento termico
Frazione della radiazione infrarossa incidente assorbita dal materiale. Tale parametro
utilizzato nel calcolo degli scambi termici per irraggiamento tra diverse superfici ed
influenza il bilancio termico delle stesse. Il valore di tale parametro deve essere
compreso tra 0 e 1 (dove 1 rappresenta il caso di un corpo nero).
Assorbimento solare
Frazione della radiazione solare incidente sulla superficie che viene assorbita dal
materiale. Essa riferita allintero spettro della radiazione solare, pertanto include sia
la componente visibile, che quelle ultravioletta e infrarossa. Tale parametro utilizzato
nel calcolo della quantit di radiazione solare assorbita dalle diverse superfici ed
influenza il bilancio termico delle stesse. Il valore immesso deve essere compreso tra 0
e 1.
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Per aggiungere una categoria di materiali, , pertanto, sufficiente copiare queste tre righe e
sostituire a nome categoria letichetta che si vuole mostrare nellinterfaccia grafica in
figura 3.1, mentre ed al posto di file categoria.xml si dovr immettere il nome del file
.xml contenente i parametri dei materiali appartenenti a tale categoria.
I file contenenti i materiali di ciascuna categoria devono essere collocati nella medesima
directory del file mat-cat.xml. Anche in questi, riconoscibile una serie di righe ripetuta
per ciascun materiale, caratterizzata dalla seguente sintassi:
<material name='Nome materiale'>
<property name='roughness' value='Valore ruvidezza' />
<property name='thickness' value='Valore spessore' />
<property name='conductivity' value='Valore conduttivit termica' />
<property name='density' value='Valore densit' />
<property name='spheat' value='Valore calore specifico' />
<property name='theabsorptance' value='Valore assorbimento termico' />
<property name='solabsorptance' value='Valore assorbimento solare ' />
<property name='visabsorptance' value='Valore assorbimento rad. visibile' />
</material>
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salvataggio immediato delle modifiche apportate ai componenti, senza dover uscire dalla
finestra di dialogo e attivare il comando Salva dal menu principale.
Figura 3.4 Finestra di dialogo per la gestione dei componenti dinvolucro opachi.
Per assegnare i pacchetti tecnologici alle rispettive superfici del modello sar necessario
selezionare ciascuna superficie e, mediante lo strumento Informazioni oggetto,
modificare il campo Componente dinvolucro, nel quale vi un menu a tendina
riportante i pacchetti definiti nel modello. Unulteriore procedura per lassegnazione dei
componenti dinvolucro esposta successivamente al paragrafo Impostazione di
componenti predefiniti dinvolucro
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Figura 3.6 Finestra di dialogo per la definizione dei componenti trasparenti da Window5 o
Window6.
La corrispondente finestra di dialogo presenta nella parte sinistra lelenco dei componenti
trasparenti definiti mediante tale comando allinterno del modello. Tramite i pulsanti
collocati nella porzione inferiore, possibile modificare ed eliminare gli oggetti presenti
nella lista, o crearne di nuovi.
Il pulsante Visualizza consente di mostrare le righe scritte nel file .idf per loggetto
selezionato, in modo da poterne consultare le propriet senza doverlo caricare nella parte
destra della finestra.
Per creare un nuovo componente, necessario cliccare su Nuovo ed impostare i
parametri di seguito elencati nella parte destra della finestra di dialogo
Nome componente
Nome con cui identificare il componente allinterno del modello. Tale nome,
allinterno del file di lavoro deve essere univoco. Inoltre, deve essere uguale a quello
definito nel file .dat importato. A tal proposito, risulta particolarmente utile la funzione
Visualizza DAT attivabile col pulsante in basso a destra della finestra. Essa consente
di visualizzare il file .dat costruito mediante il software Window5 o Window6,
contenente tutti i dati termici e geometrici del componente. Di particolare utilit la
38
riga identificata con letichetta Window name. Essa riporta, infatti il nome assunto
dal componente nel file .dat (nellesempio riportato in figura: 1Picture).
Figura 3.7 Finestra di visualizzazione del contenuto del file .dat creato mediante il software
Window5 o Window6.
39
Figura 3.8 Finestra di dialogo per la definizione dei componenti trasparenti semplificati.
Nella parte sinistra della finestra di dialogo vengono elencati tutti i componenti trasparenti
definiti nel modello. Mediante i pulsanti in basso, possibile eliminare, modificare gli
oggetti elencati, nonch crearne nuovi.
Il pulsante Visualizza consente di mostrare le righe scritte nel file .idf per loggetto
selezionato, in modo da poter consultarne le propriet senza doverlo caricare nella parte
destra della finestra.
Per creare un nuovo componente o modificarne uno esistente, sufficiente cliccare sul
corrispondente comando ed immettere, nella parte sinistra della finestra di dialogo, i
seguenti parametri.
Al termine dellimmissione dei dati, necessario cliccare sul pulsante Salva, al fine di
aggiungere alla lista il componente od aggiornarne le propriet.
40
41
42
Figura 3.10 Finestra di dialogo della procedura di riconoscimento automatico delle adiacenze
43
Figura 3.11 - Finestra di dialogo riportante lelenco dei materiali definiti per la costruzione delle
schermature solari.
Figura 3.12 - Finestra di dialogo riportante lelenco dei parametri da definire per un materiale
utilizzato per una tenda schermante.
44
Nome
Nome mediante il quale identificare il materiale oggetto di definizione, da assegnare
ad una tenda schermante. Esso deve essere univoco tra gli oggetti di analoga tipologia
definiti nel modello.
Spessore
Spessore del materiale di cui costituita la tenda, espresso in metri.
Conducibilit termica
Conducibilit termica del materiale di cui costituita la tenda, espressa in W/mK.
Comportamento del materiale della tenda rispetto alle diverse lunghezze donda
Nei campi riportati in questo riquadro necessario inserire i corrispondenti coefficienti
di trasmissione, riflessione ed emissivit rispetto alle diverse componenti dello spettro
solare.
Nel riquadro collocato nella parte destra della finestra, necessario immettere i dati relativi
alla geometria della tenda, riferendosi alla seguente immagine esemplificativa
(richiamabile dallutente cliccando sul tasto Immagini)
Figura 3.13 Schema grafico riportante i parametri necessari alla definizione delle caratteristiche
geometriche della tenda.
45
Permeabilit allaria
Rapporto tra il flusso daria che attraversa la tenda e quello complessivamente
incidente su di essa. Pu anche essere inteso come rapporto tra larea dei fori presenti
nella tenda e larea totale della stessa.
Nella seconda tasca, invece, sono mostrati i parametri necessari alla definizione di un
materiale da assegnare ad una schermatura solare consistente in un frangisole. Di seguito,
si riportano la visualizzazione della finestra di dialogo ed il significato dei corrispondenti
campi.
Figura 3.14 - Finestra di dialogo riportante lelenco dei parametri da definire per un materiale
utilizzato per un frangisole.
Nome
Nome mediante il quale identificare il materiale oggetto di definizione, da assegnare
ad un frangisole. Esso deve essere univoco tra gli oggetti di tale tipologia definiti nel
modello.
Conducibilit termica
Conducibilit termica del materiale di cui sono costituite le lamelle del frangisole,
espressa in W/mK.
46
Comportamento del materiale delle lamelle rispetto alle diverse componenti della
radiazione solare
Nei campi riportati in questo riquadro necessario inserire i corrispondenti coefficienti
di trasmissione, riflessione ed emissivit, rispetto alle diverse componenti della
radiazione solare.
Nel riquadro collocato nella parte destra della finestra, necessario immettere i dati relativi
alla geometria del frangisole, riferendosi alla seguente immagine esemplificativa. Essa
visualizzabile da parte dellutente, cliccando sul tasto Immagini.
Figura 3.15 Schema grafico riportante i parametri necessari alla definizione delle caratteristiche
geometriche di un frangisole.
Orientamento
Direzione dellasse di rotazione delle lamelle.
47
Nella terza tasca, infine, sono mostrati i parametri richiesti per la definizione di un
materiale da assegnare ad una schermatura solare consistente in una griglia fissa. Di
seguito, si riportano la visualizzazione della finestra di dialogo ed il significato dei
corrispondenti campi.
Figura 3.16 - Finestra di dialogo riportante lelenco dei parametri da definire per un materiale
utilizzato per una griglia.
Nome
Nome mediante il quale identificare il materiale oggetto di definizione, da assegnare
ad una griglia. Esso deve essere univoco tra gli oggetti di tale tipologia definiti nel
modello.
Conducibilit termica
Conducibilit termica del materiale di cui costituita la griglia, espressa in W/mK.
48
Comportamento del materiale delle lamelle rispetto alle diverse componenti della
radiazione solare
Nei campi riportati in questo riquadro, necessario inserire i corrispondenti
coefficienti di riflessione e di emissivit, rispetto alle diverse componenti della
radiazione solare.
Nel riquadro collocato nella parte destra della finestra, necessario immettere i dati relativi
alla geometria della griglia, riferendosi alla seguente immagine esemplificativa. Essa
anche visualizzabile da parte dellutente, cliccando sul tasto Immagini
Figura 3.17 Schema grafico riportante i parametri necessari alla definizione delle caratteristiche
geometriche di una griglia ed esemplificazione delle opzioni relative al metodo di calcolo della
riflessione della radiazione solare diretta incidente.
49
Figura 3.18 - Finestra di dialogo riportante lelenco degli oggetti Schermature solari
Editando o creando una nuova schermatura solare, viene visualizzata la seconda finestra di
dialogo, che consente di immettere i corrispondenti parametri, come di seguito mostrato.
Figura 3.19 - Finestra di dialogo per limpostazione dei parametri di controllo delloperativit
della schermatura solare
50
Nome
Nome mediante il quale identificare la schermatura solare oggetto di definizione.
Corrisponde al nome che verr visualizzato nel menu a tendina del campo
Schermatura solare nellinterfaccia Informazioni
oggetto relativa ad una
sottosuperficie trasparente. Esso deve essere univoco tra gli oggetti di tale tipologia
definiti nel modello.
Tipologia di schermatura
Permette di indicare la tipologia di schermatura, coerentemente con il sistema di
schermatura che si intende assegnare. In funzione della scelta effettuata, vengono
caricati i corrispondenti parametri per il controllo delloperativit della schermatura.
Materiale schermatura
Nome del sistema di schermatura contenente le caratteristiche costruttive della
schermatura, da scegliere coerentemente con la tipologia selezionata al campo
precedente. Se non stato creato loggetto necessario, possibile richiamare
linterfaccia dei materiali di schermatura per crearne uno alluopo o per modificarne
uno esistente, tra quelli caricati nella tendina.
51
Tale opzione possibile solo se si sono impostati per la zona gli oggetti necessari al calcolo
dellilluminamento naturale. In questa versione dellapplicativo, tali funzionalit non sono ancora presenti,
pertanto, per la definizione di tali oggetti si rimanda all EnergyPlus Input Output Reference, edizione del
13-10-2011
52
53
4) SCHEDULE
4.1) Che cosa sono le schedule
Le schedule sono strumenti che permettono di gestire la variabilit temporale del valore di
un generico parametro. Ad esempio, si supponga di dover impostare il valore di
affollamento di un ambiente. Questo, tendenzialmente variabile nel tempo, in funzione
delloccupazione da parte dellutenza. Mediante una schedule possibile definire o far
variare, nei diversi momenti del periodo di simulazione, il valore di questa grandezza.
Figura 4.1 - Finestra riportante lelenco delle schedule definite nel modello
Cliccando su Nuovo, si apre una finestra di dialogo che chiede di immettere il nome
della schedule che si vuole creare (avendo cura che questo nome non sia gi stato definito
allinterno del modello) e di specificare la tipologia di schedule, selezionandola dal menu a
tendina. Le tipologie di schedule previste sono Frazionaria e Reale. La prima
costringer lutente ad immettere nella schedule solo i numeri reali compresi tra 0 e 1,
mentre la seconda consentir limmissione di tutti i numeri reali, compresi tra e +.
54
Una volta confermati i dati, nella prima finestra di dialogo viene inserita una schedule
caratterizzata dal nome appena immesso. La schedule creata costituita da una struttura di
partenza vuota, da personalizzare secondo le esigenze. Per definirne il contenuto,
necessario selezionarla e cliccare su Modifica. In questo modo, si apre la seconda
finestra di dialogo che consente di impostare i valori del parametro nel tempo, come
mostrato nella figura seguente.
Una schedule pu essere pensata come un calendario della durata di un anno, avente una
struttura nidificata ad albero, costituita da nodi sovraordinati e nodi subordinati. Nella parte
sinistra della finestra di dialogo viene mostrata la struttura ad albero, coi relativi nodi,
mentre nella parte destra possibile inserire i dati richiesti per ciascun nodo.
Premesso che il valore di un parametro pu variare istante per istante, nella forma pi
generica possibile, necessario definire n periodi raggruppanti i giorni compresi tra una
data iniziale ed una data finale. Allinterno di ciascun periodo, necessario definire per
quali tipologie di giorno valido il valore del parametro che si sta definendo. possibile
anche raggruppare alcune di queste tipologie, scegliendo le corrispondenti macro-tipologie,
secondo lo schema di seguito riportato.
Tutti i giorni
Fine settimana
Giorni infrasettimanali
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica
Festivit
Giorno
di
progetto
invernale
Giorno
di
progetto
estivo
Giorno
personalizzato
1
Giorno
personalizzato
2
Tabella 4.1 - Schema delle tipologie di giorno raggruppate nelle rispettive macro-tipologie
Allinterno di ciascun periodo, deve essere definito il valore del parametro per tutte le
tipologie di giorno presenti in elenco. Per tale motivo, in alcuni casi pu tornare molto utile
la macro-tipologia tutti gli altri giorni, che serve ad impostare lo stesso valore del
parametro per le tipologie di giorni che non sono state ancora definite nel periodo
afferente.
Successivamente, necessario, per ciascuna tipologia o macrotipologia di giorno, definire
uno o pi intervalli orari durante i quali il valore del parametro rimane costante. Infine,
deve essere immesso il valore del parametro per ciascun intervallo orario definito.
Nella tabella successiva riportato uno schema riassuntivo della struttura sopradescritta,
con indicato un esempio numerico in corsivo.
Coerentemente con quanto appena esposto, necessario aggiungere o togliere
ramificazioni alla struttura della schedule iniziale, al fine di costruire la variabilit
temporale del parametro desiderata. In particolare, per aggiungere un nodo necessario
55
Tipologia giorno 1
Intervallo orario 1
Valore parametro
(Es. 0.2)
Intervallo orario 2
Valore parametro
(Es. 1)
Intervallo orario 3
Valore parametro
(Es. 0.2)
Tipologia giorno 2
Intervallo orario 1
Valore parametro
(Es. 0.2)
Intervallo orario 2
Valore parametro
(Es. 0.5)
Intervallo orario 3
Valore parametro
(Es. 0.2)
Intervallo orario 1
Valore parametro
(Es. 0.0)
Tipologia giorno 3
(Es. giorno di progetto
invernale,
giorno
personalizzato 1, giorno
personalizzato 2)
Periodo 2
Tipologia giorno 1
Intervallo orario 1
Valore parametro
(Es. 0)
Intervallo orario 2
Valore parametro
(Es. 1)
Intervallo orario 3
Valore parametro
(Es. 0)
Tipologia giorno 2
Intervallo orario 1
Valore parametro
(Es. 0)
Intervallo orario 2
Valore parametro
(Es. 0.5)
Intervallo orario 3
Valore parametro
(Es. 0)
Premesso questo, la struttura della schedule presenta dei vincoli e delle sintassi da seguire
nella definizione di ciascuna tipologia di nodo, che vengono di seguito analizzati.
Viceversa, si verificherebbero degli errori nella simulazione, che non consentirebbero di
proseguire con essa e fornire i risultati in uscita.
56
Figura 4.4 - Finestra di dialogo per la definizione delle schedule, nella quale evidenziato un
nodo relativo al periodo, con il dato da immettere nella parte destra.
il primo nodo relativo ai periodi utilizza come data di partenza il giorno primo
gennaio, (che viene sottointeso) e richiede allutente la data di termine del periodo;
i nodi successivi utilizzano come data iniziale il giorno successivo a quella di termine
del periodo precedente. Tale data viene sottointesa e allutente richiesto solamente di
specificarne il termine;
nellultimo nodo, in particolare, lutente dovr specificare come data di termine il 31
dicembre; se cos non fosse, la schedule non sarebbe completa su tutto lanno e
genererebbe, di conseguenza, un errore nella simulazione. La schedule deve, infatti,
essere definita per tutti i giorni dellanno tipo, dal 01/01 al 31/12;
la data inserita in ciascun periodo deve essere immessa nel formato americano
mm/gg, ovvero immettendo il numero del mese ed il numero del giorno, separati
dal carattere /.
Figura 4.5 - Finestra di dialogo per la definizione delle schedule, nella quale evidenziato un
nodo relativo alle tipologie di giorno, con i dati da immettere nella parte destra.
57
Figura 4.6 - Finestra di dialogo per la definizione delle schedule, nella quale evidenziato un
nodo relativo ad un intervallo orario, con il dato da immettere nella parte destra.
il primo nodo relativo agli intervalli utilizza come orario di partenza lora della
mezzanotte 0:00 (che viene sottointesa) e richiede allutente lorario di termine
dellintervallo;
i nodi successivi utilizzano come orario iniziale il minuto successivo a quello di
termine dellintervallo precedente. Tale orario viene sottointeso e allutente richiesto
solamente di specificare il termine dellintervallo in corso di definizione;
nellultimo nodo, in particolare, lutente dovr specificare come termine le ore 24:00;
se cos non fosse, la schedule non sarebbe completa nella definizione del parametro
allinterno dei singoli giorni. La schedule deve, infatti, essere definita per tutte le ore
dei giorni dellanno tipo, dalle ore 0:00 alle ore 24:00;
lorario inserito in ciascun intervallo deve essere immesso nel formato hh:mm, ovvero
immettendo lora ed i minuti, separati dal carattere : .
Infine, il nodo subordinato allintervallo orario quello che richiede limmissione del
valore del parametro, che sar valido per il periodo dellanno, allinterno delle tipologie di
giorno e nellintervallo orario indicati nei nodi ad esso sovraordinati.
Cliccando sul pulsante OK, la schedule viene modificata e lutente viene ricondotto alla
schermata di Gestione schedule.
58
La definizione dei parametri di cui sopra avviene per ciascuna singola zona, mediante la
definizione di una serie oggetti, ciascuno dei quali corrispondente alle voci sopraelencate.
Gli oggetti rispettivamente associati sono contrassegnati nel plugin come Ventilazione,
Infiltrazioni, Persone, Apparecchiature elettriche, Illuminazione e Condizioni
interne.
Alcuni di questi, per la maggior parte delle simulazioni, possono essere raggruppati tra
loro, in quanto leffetto che essi producono, pu essere considerato come il medesimo.
Per esempio, se non si necessita di distinguere lapporto termico derivante dalle persone,
da quelli dalle apparecchiature elettriche e dai corpi illuminanti, possibile definire un solo
oggetto tra questi tre, immettendo il valore complessivo degli apporti di calore prodotti.
Cos pure, pu essere effettuato con la ventilazione e le infiltrazioni, definendo un solo
oggetto tra questi due, immettendo la portata di rinnovo daria complessivamente derivante
dalle due diverse cause.
La definizione degli oggetti sopraesposti possibile mediante due modalit: una dettagliata
ed una semplificata. La prima permette la definizione di molti parametri di livello
avanzato, utili soprattutto a valutazioni molto puntuali su alcuni aspetti specifici della zona
termica. Essa richiede maggior tempo ed attenzione nella definizione dei dati. La seconda,
invece, richiede solamente limmissione dei dati fondamentali, inserendo dei valori di
default su quelli non richiesti, senza compromettere la precisione dei risultati. Inoltre, ci
avviene mediante ununica interfaccia molto agevole, che permette anche di caricare ed
esportare dei profili gi impostati. Le due modalit possono essere comunque utilizzate in
modo misto, ovvero possono essere definiti i parametri della zona in modalit
semplificata, e poi essere editati puntualmente per ciascuna zona mediante linterfaccia
della modalit dettagliata. Tuttavia, ogni qualvolta che si attribuiscono i parametri in
modalit semplificata, vengono eliminati tutti gli oggetti precedentemente definiti (o per la
zona selezionata o per tutte le zone), allo scopo di evitare dei duplicati indesiderati. Infatti,
definire, ad esempio, due oggetti Ventilazione per la stessa zona, significherebbe avere
una portata complessiva di ricambio dellaria pari alla somma di quella definita nei due
oggetti. Inoltre, per ciascuna zona possono essere presenti solamente un oggetto per
ciascuna delle tipologie Persone e Condizioni interne.
Infine, si faccia attenzione che, proprio perch necessario definire i parametri riportati nel
soprastante elenco per ciascuna zona, nel momento in cui viene duplicata una zona termica
nel modello, la relativa geometria viene effettivamente copiata, ma ci non avviene per gli
59
oggetti della gestione zone termiche, i quali dovranno essere attribuiti ed impostati
manualmente anche nelle zone copiate.
5.2) Ventilazione
La ventilazione unazione necessaria a garantire la vivibilit degli ambienti, che permette
lallontanamento degli agenti inquinanti nellaria interna (come lanidride carbonica)
prodotti dallutenza. Ci comporta lespulsione di una massa daria interna viziata, che si
trova alle condizioni termiche della zona, e limmissione di unequivalente massa daria di
60
Figura 5.2 Finestra di dialogo delle impostazioni per la ventilazione della zona termica
Ovvero, definita Vdesign la portata massima per ventilazione che si verificher durante il
periodo di simulazione, questa verr moltiplicata per il valore del fattore riduttivo F
contenuto in uneventuale schedule associata allo scopo di variarne il valore nei diversi
momenti. Inoltre, la portata pu essere corretta mediante dei coefficienti in funzione della
3
Fonte: EnergyPlus Input Output Reference, edizione del 13 ottobre 2011, pagina 372
61
Nome
Nome con cui identificare loggetto Ventilazione. Esso deve essere univoco tra tutti
gli oggetti analoghi definiti allinterno del modello. A tale scopo, si consiglia di
immettere il nome della zona, preceduto dal prefisso Ventilazione (ad esempio:
Ventilazione Zona 1);
62
relativa al valore del parametro F. Se non si certi del nome corretto, possibile
cliccare sul pulsante Gestione schedule, il quale aprir lelenco di tutte le schedule
definite nel modello e sar possibile visualizzarne il contenuto nella parte inferiore o
caricare direttamente il nome della schedule corretta.
Figura 5.3 Finestra di visualizzazione e selezione delle schedule definite nel modello
Sistema di ventilazione
Le opzioni indicate in questa sezione servono a definire la tipologia di sistema di
ventilazione tra quelle elencate:
naturale: ventilazione ottenuta solamente mediante il movimento daria naturale,
senza ausilio di ventilatori, conseguentemente allapertura dei serramenti esterni.
Di conseguenza, i valori dellefficienza dei ventilatori e dellaumento della
pressione dellaria non devono essere immessi e non vi sar consumo elettrico
dovuto al funzionamento dei ventilatori;
estrazione: ventilazione meccanica ottenuta mediante un sistema di ventilatori che
agiscono come estrattori, mentre laria di rinnovo viene aspirata attraverso le
fessure dellinvolucro edilizio. Secondo tale modalit, laria viene immessa in
ambiente alle stesse condizioni dellaria esterna, senza che vi sia aggiunto
lapporto di calore dovuto al funzionamento dei ventilatori;
immissione: ventilazione meccanica ottenuta mediante un sistema di ventilatori
prementi che immettono aria nella zona termica, mentre laria esausta fuoriesce
attraverso le fessure dellinvolucro edilizio. Secondo tale modalit, allaria che
viene immessa in ambiente viene aggiunto lapporto di calore dovuto al
funzionamento dei ventilatori;
a doppio flusso: ventilazione meccanica ottenuta mediante limmissione di aria di
rinnovo, contemporaneamente allestrazione di quella viziata. Pertanto, viene
ipotizzato un sistema di ventilatori per lestrazione ed uno per limmissione, aventi
le medesime caratteristiche.
63
5.3) Infiltrazioni
A differenza della ventilazione, le infiltrazioni rappresentano delle immissioni di aria
esterna allinterno della zona termica, indipendenti dalla volont dellutente; esse, infatti,
sono principalmente dovute a micro-fessure ed alla non perfetta impermeabilit allaria
dellinvolucro edilizio. La definizione delloggetto infiltrazioni, pertanto, assai pi
semplice, in quanto consiste sostanzialmente in una portata daria, che pu essere solo
stimata in funzione delle caratteristiche dellinvolucro. Per semplicit, tuttavia, tale oggetto
pu essere utilizzato per definire una portata complessiva, che tenga conto sia della
componente di ventilazione, che di quella imputabile alle infiltrazioni vere e proprie.
Questo pu essere fatto, sostanzialmente, quando non si necessita definire alcuni dei
particolari controlli sulla portata, impostabili tra le opzioni avanzate delloggetto
ventilazione e non sia di interesse n distinguere gli effetti provocati dalluna e dallaltra
componente, al fine di effettuare valutazioni puntuali, n valutare lapporto di calore
conferito alla zona per il funzionamento dei ventilatori, nel caso di sistema di ventilazione
meccanica.
Dallinterfaccia di gestione delle zone termiche, selezionando la zona nella quale si voglia
definire loggetto e cliccando sul pulsante Infiltrazioni, vengono visualizzati nel riquadro
in basso a sinistra eventuali oggetti di tale tipologia definiti per la zona. Per ciascuna zona
, infatti, possibile definire pi oggetti di questo tipo. La portata daria entrante per
infiltrazioni viene comunque considerata come sommatoria delle singole portate immesse
in tutti gli oggetti definiti nella zona, per ciascun istante della simulazione.
Cliccando sul pulsante Nuovo, viene mostrata la finestra di dialogo riportata nella figura
seguente, mediante la quale definire i parametri relativi alle infiltrazioni daria nella zona
selezionata.
Figura 5.4 Finestra di dialogo delle impostazioni per le infiltrazioni daria nella zona termica
In maniera del tutto analoga a quanto avviene per la ventilazione, in ciascun istante della
simulazione, il motore di calcolo determina la quantit daria esterna entrante per
infiltrazioni nella zona secondo lequazione:
4
Fonte: EnergyPlus Input Output Reference, edizione del 13 ottobre 2011, pagina 364
64
Ovvero, definita Idesign la quantit daria massima entrante per infiltrazione che si
verificher durante il periodo di simulazione, questa verr moltiplicata per il valore del
fattore riduttivo F contenuto in uneventuale schedule associata allo scopo di variarne il
valore nei diversi momenti. Inoltre, la portata pu essere corretta mediante dei coefficienti
in funzione della differenza di temperatura tra lambiente interno e quello esterno
(coefficiente B) ed in funzione della velocit del vento (coefficienti C e D). Per default, i
coefficienti A, B, C, e D assumono i valori rispettivamente di 1, 0, 0, 0; tale condizione
ignora gli effetti correttivi influenzati dalle condizioni climatiche e per la maggior parte
delle simulazioni si consiglia di mantenerli tali, a meno di analisi particolarmente
approfondite necessarie allutente, per le quali si rimanda alla documentazione relativa al
motore di calcolo EnergyPlus.
Di conseguenza, mediante la finestra di dialogo riportata nella sovrastante figura,
possibile impostare le seguenti caratteristiche, relative alle infiltrazioni di aria esterna nella
zona termica:
Nome
Nome con cui identificare loggetto Infiltrazioni. Esso deve essere univoco tra tutti
gli oggetti analoghi definiti allinterno del modello. A tale scopo, si consiglia di
immettere il nome della zona, preceduto dal prefisso Infiltrazioni (ad esempio:
Infiltrazioni Zona 1);
65
Opzioni avanzate
Nelle opzioni avanzate possibile personalizzare il valore dei coefficienti correttivi A,
B, C e D dellequazione utilizzata dal motore di calcolo, riportata allinizio del
paragrafo, rispettivamente identificati come:
coefficiente del termine costante;
coefficiente del termine della temperatura;
coefficiente del termine della velocit;
coefficiente del termine del quadrato della velocit.
Tuttavia, come gi detto, si consiglia di mantenere inalterati i valori di default, salvo
riferirsi a documentazione pi specifica sul motore di calcolo EnergyPlus.
5.4) Persone
La presenza di persone determina anchessa un apporto di calore che viene trasmesso
allaria dellambiente interno. Esso dipende, sostanzialmente dalla quantit di persone
presenti e dallattivit da esse svolta.
Per ciascuna zona possibile specificare solamente un oggetto Persone. Dallinterfaccia
di gestione delle zone termiche, selezionando la zona su cui si intende lavorare e cliccando
sul pulsante Nuovo, viene mostrata la finestra di dialogo riportata nella figura seguente,
nella cui parte sinistra sono riportati i parametri da definire obbligatoriamente. Inoltre,
nella parte superiore viene riportato il riferimento alla zona su cui si sta lavorando ed il
nome delloggetto generato automaticamente, mediante lapposizione del suffisso
PERSONE, preceduto da un codice univoco.
Figura 5.5 Finestra di dialogo delle impostazioni per la presenza di persone nella zona termica
66
Valore di affollamento
Mediante le due opzioni specificate in questo riquadro, possibile scegliere,
rispettivamente, se mantenere costante durante lintero periodo di simulazione il valore
dellaffollamento, oppure farlo variare nel tempo. In questultimo caso, sar necessario
specificare una schedule che contenga, su tutto lanno-tipo dei fattori (di valore
compreso tra 0 e 1) che moltiplicheranno il valore di affollamento. Pertanto,
laffollamento in un generico momento della simulazione varr il prodotto tra il valore
inserito nella casella precedente ed il fattore che si riscontrer nella schedule per quel
momento dellanno. Se non si certi della correttezza della schedule, possibile
cliccare sul pulsante Gestione schedule, il quale aprir lelenco di tutte le schedule
definite nel modello e sar possibile visualizzarne il contenuto nella parte inferiore o
caricare direttamente il nome della schedule, come gi esposto nel paragrafo sulla
ventilazione.
Nel primo caso, invece, verr automaticamente caricata una schedule di sistema (di
nome SempreAttivo) caratterizzata da un fattore moltiplicativo pari a 1 su tutto
lanno. In tale maniera, il valore di affollamento inserito nel precedente campo verr
moltiplicato per il fattore 1 in tutti gli intervalli di simulazione, mantenendolo, di fatto,
sempre inalterato.
67
Attivit
In riposo
Durante il sonno
Sdraiato
Seduto, rilassato
In piedi, rilassato
Camminata (in piano)
Alla velocit di 3.2 km/h (0.89 m/s)
Alla velocit di 4.3 km/h (1.19 m/s)
Alla velocit di 6.4 km/h (1.78 m/s)
Attivit da ufficio
Lettura in posizione seduta
Scrittura
Dattiloscrittura
Lavoro darchivio, seduto
Lavoro darchivio, in piedi
Muoversi da un posto allaltro
Sollevare, imballare
Attivit lavorative varie
Cucinare
Pulizia della casa
Maneggiare sacchi da 50kg
Lavoro con piccone e badile
Lavori con macchinari
Attivit di segatura di tavole
Lavoro leggero (industria elettrica)
Lavoro pesante
Attivit di svago varie
Danza
Ginnastica
Tennis
Pallacanestro
Lotta libera
Livello di attivit
[W/persona] (valore da
met
inserire nella schedule)
(1 met = 58.1 W/m2)
72
81
108
126
0.7
0.8
1
1.2
207
270
396
2.0
2.6
3.8
99
108
117
126
144
180
216
1.0
1.0
1.1
1.2
1.4
1.7
2.1
da 171 a 207
da 207 a 360
423
da 423 a 504
da 1.6 a 2.0
da 2.0 a 3.4
4.0
da 4.0 a 4.8
189
da 207 a 252
423
1.8
da 2.0 a 2.4
4.0
da 252 a 459
da 315 a 423
da 378 a 486
da 522 a 792
da 738 a 909
da 2.4 a 4.4
da 3.0 a 4.0
da 3.6 a 4.0
da 5.0 a 7.6
da 7.0 a 8.7
Tabella 5.1 Carichi interni espressi per singola persona, in funzione dellattivit svolta dagli
occupanti.(Dati derivati da EnergyPlus Input Output Reference, edizione del 13-10-2011).
68
Nella parte destra della finestra di dialogo, inoltre, possibile impostare i parametri
necessari alle valutazioni sul livello di comfort degli occupanti. Se tale valutazione non
richiesta dallutente, non necessario compilare detta sezione.
69
pari ad 1 corrisponde alla situazione in cui tutta lenergia prodotta dalle persone si
trasformi in lavoro. Pertanto, tale parametro nella schedule potr assumere valori
compresi tra 0 ed 1 ed ogni valore maggiore di 0 comporter una riduzione del calore
che influenzer solamente il bilancio termico di comfort della persona allinterno
dellambiente.
70
Figura. 5.6 Finestra di dialogo delle impostazioni per il funzionamento delle apparecchiature
elettriche nella zona termica.
Nome
Nome con cui identificare loggetto Apparecchiature elettriche. Esso deve essere
univoco tra tutti gli oggetti analoghi definiti allinterno del modello. A tale scopo, si
consiglia di immettere il nome della zona, preceduto da un prefisso che richiami tale
oggetto (ad esempio: AppElettriche Zona 1).
71
Nella parte destra, inoltre possibile personalizzare le quote delle diverse componenti di
apporto di calore ceduto allambiente da parte delle apparecchiature, tuttavia si consiglia di
mantenere i valori di default.
Frazione latente
Quota latente del calore emesso dal gruppo di apparecchiature durante il
funzionamento. caratterizzata da un numero compreso tra 0 e 1 e viene moltiplicato
per il valore inserito nel campo Valore massimo di potenza assorbita, allo scopo di
determinare la componente di calore latente che influir anche sul bilancio di umidit
della zona termica.
Frazione radiante
Quota trasmessa per effetto radiativo del calore emesso dal gruppo di apparecchiature
elettriche durante il funzionamento. caratterizzata da un numero compreso tra 0 e 1 e
viene moltiplicato per il valore inserito nel campo Valore massimo di potenza
assorbita per determinare la componente radiativa dellapporto di calore derivante
dalle apparecchiature elettriche.
Frazione persa
Quota del calore emesso dal gruppo di apparecchiature elettriche durante il loro
funzionamento che non costituisce apporto termico per la zona. caratterizzata da un
numero compreso tra 0 e 1 che viene moltiplicato per il valore inserito nel campo
72
5.6) Illuminazione
Loggetto Illuminazione permette di distinguere gli apporti termici nella zona derivanti
dallaccensione dei corpi illuminanti, rispetto a quelli derivanti dalle altre generiche
apparecchiature elettriche. Inoltre, risulta di particolare importanza definire tale oggetto
nelle analisi di illuminamento naturale ed artificiale. In particolare, se tale oggetto nella
zona definito congiuntamente con dei sensori di luce naturale (si veda corrispondente
paragrafo), possibile determinare lesatto consumo elettrico del sistema di illuminazione,
derivante dal suo reale periodo di accensione, in funzione dei livelli di illuminamento
naturale rilevati da tali sensori. Lassorbimento elettrico dei corpi illuminanti, nei periodi
di funzionamento definiti nella corrispondente schedule riportata nella finestra di dialogo
in fig. 5.7, verr parzializzato in modo da coprire esattamente, in ciascun istante, la quota
di illuminamento non garantita dalla luce naturale entrante dalle finestre, secondo le
impostazioni definite nei corrispondenti sensori di luce naturale.
Per ciascuna zona possibile creare pi oggetti Illuminazione, per simulare, ad esempio,
periodi di accensione diversi per gruppi di corpi illuminanti.
Di seguito, si riporta la finestra di dialogo delloggetto Illuminazione.
Figura 5.7 Finestra di dialogo delle impostazioni per il funzionamento delle apparecchiature
elettriche nella zona termica.
73
Zona di appartenenza
Tale campo non editabile mostra per quale zona si sta definendo loggetto
Illuminazione.
Nome
Nome con cui identificare loggetto Illuminazione. Esso deve essere univoco tra tutti
gli oggetti analoghi definiti allinterno del modello. A tale scopo, si consiglia di
immettere il nome della zona, preceduto da un prefisso che richiami tale oggetto (ad
esempio: Illuminazione Zona 1).
74
Nel primo caso, invece, verr automaticamente caricata una schedule di sistema (di
nome SempreAttivo) caratterizzata da un fattore moltiplicativo pari a 1 su tutto
lanno. In tale maniera, il valore di potenza inserito nel corrispondente campo verr
moltiplicato per il fattore 1 in tutti gli intervalli di simulazione, mantenendolo, di fatto,
sempre inalterato.
Nella parte destra possibile impostare dei parametri di livello avanzato.
Lassorbimento elettrico si manifesta nella zona sottoforma di apporto di calore. Nel
motore di calcolo, tale calore suddiviso in quattro componenti, tre delle quali devono
essere specificate nei campi di input Frazione radiante, Frazione visibile e Frazione
allontanata dalla zona. La quarta, consistente nella frazione di calore trasmessa alla zona
per convezione, viene determinata dal motore di calcolo per differenza. Se la somma delle
tre quote immesse superiore a 1, al termine della simulazione verr mostrato un
messaggio di errore. I valori delle diverse componenti dipendono sostanzialmente dalla
tipologia di lampade e della configurazione dei corpi illuminanti. Nella tabella seguente,
vengono riportati alcuni valori indicativi per lampade fluorescenti, in funzione delle
diverse configurazioni di corpi illuminanti.
Tipologia corpo
illuminante
Sospeso
Addossato
Ad incasso
Soffitto luminoso
Con canalizzazione
Frazione
allontanata
0.0
0.0
0.0
0.0
0.54
Frazione
radiante
0.42
0.72
0.37
0.37
0.18
Frazione
visibile
0.18
0.18
0.18
0.18
0.18
Frazione per
convezione
0.40
0.10
0.45
0.45
0.10
Tabella 5.2 Valori indicativi delle quattro componenti di apporto di calore da corpi illuminanti,
adottando lampade fluorescenti.(Dati derivati da EnergyPlus Input Output Reference, edizione
del 24-05-2012).
Figura 5.8 Rappresentazione schematica delle tipologie di corpi illuminanti riportati nella
tabella precedente.
Frazione radiante
Quota del calore emesso dal gruppo di corpi illuminanti per effetto di onde lunghe
(radiazione infrarossa) durante il funzionamento.
75
Frazione visibile
Quota del calore emesso dal gruppo di corpi illuminanti per effetto delle onde di
lunghezza compresa nel campo del visibile.
76
Figura 5.9 Finestra di dialogo delle impostazioni per le condizioni interne alla zona termica
77
Nella parte superiore, nel riquadro Profili standard possibile effettuare operazioni di
salvataggio, esportazione ed importazione dei set di dati definiti dallutente per questa
interfaccia. Infatti, questi possono essere memorizzati in un file .xml al fine di avere
sempre disponibile una libreria di profili contenenti i dati dei parametri da impostare per la
zona termica.
Per default, vengono caricati nel menu a tendina i profili contenuti nel file predefinito
profile.xml, collocato nella directory del plugin OpenStudio\polimi\profili. In questo file
78
possibile salvare altri profili creati dallutente contenenti tutti i dati immessi nella finestra
di dialogo, in modo da poterli richiamare successivamente in maniera agevole, mediante il
pulsante Salva. Oppure, se si vuole creare un file differente che contenga una serie di
profili personalizzati, possibile caricare nel menu a tendina il profilo di interesse e,
successivamente, cliccare sulla funzione Esporta, la quale scriver nel nuovo file .xml il
profilo presente nel menu a tendina. Si fa notare che, se si seleziona un file esistente per
lesportazione, questo non verr sovrascritto, bens verr aggiunto il profilo oggetto di
esportazione a quelli gi presenti.
Per inserire i profili contenuti in un file .xml diverso da quello di default, sar necessario
utilizzare la funzione Importa, mediante la quale verranno caricati nel menu a tendina i
profili in esso salvati. Per immettere in maniera automatica nella finestra i dati contenuti
nel profilo, sar necessario selezionare dal menu a tendina quello di interesse e cliccare
sulla funzione Carica.
I file .xml presentano sostanzialmente dei blocchi di stringhe che si ripetono per ciascun
profilo salvato. Essi sono analoghi a quello di seguito riportato.
<profile name='Residenziale'>
<property name='szPeople' value='0.0' />
<property name='szPeopleSched' value='SempreAttivo' />
<property name='szActSched' value='AttivitaOccupantiResidenziale' />
<property name='szElectric' value='4.0' />
<property name='szElectSched' value='SempreAttivo' />
<property name='szInfiltration' value='0.3' />
<property name='szInfilqty' value='4' />
<property name='szInfilSched' value='SempreAttivo' />
<property name='szHeatSched' value='Setpoint_Riscaldamento_Residenziale' />
<property name='szHvacSched' value='Setpoint_Raffrescamento_Residenziale' />
</profile>
Ci che segue la stringa value= rappresenta il dato immesso nella corrispondente casella,
eccezion fatta per il parametro szInfilqty, che rappresenta un codice identificativo
corrispondente allunit di misura immessa.
Se un file contiene troppi profili e lutente vuole effettuare leliminazione di quelli superati
od errati, dovr cancellare i corrispondenti blocchi di stringhe manualmente, aprendo il file
.xml con un editor di testo (ad esempio mediante il blocco note di Windows). Oppure
dovr creare un nuovo file di libreria ottenuto mediante lesportazione di quelli solamente
di interesse ed eliminare il file precedente.
Nel riquadro Carichi per zona necessario immettere i parametri di seguito trattati. Si
faccia attenzione che nei campi che prevedono degli input numerici, se non si desidera
immettere alcun valore, non deve comunque essere lasciato vuoto, ma deve essere
immesso un valore pari a 0 ed associare la schedule di sistema SempreAttivo
79
80
Nella parte inferiore della finestra vi sono tre tasti corrispondenti ad altrettante funzioni, di
seguito esplicate.
81
Gestione schedule
Rimanda allinterfaccia di gestione schedule, in modo da poter eventualmente creare
schedule necessarie alla definizione del profilo, o modificare quelle presenti nel
modello, senza dover abbandonare la finestra di dialogo.
82
6) Illuminazione naturale
La valutazione dellilluminamento naturale nelle diverse zone possibile mediante due
strumenti, avviabili dal sottomenu del plugin Illuminazione naturale.
Il primo, Inserisci sensori di luce naturale, consente di inserire fino a due punti
allinterno di ciascuna zona termica i quali, oltre a fornire dei dati relativi allilluminazione
naturale rilevata istante per istante, consente anche di gestire, in funzione di tali dati, il
funzionamento dellimpianto dilluminazione e loperabilit dei sistemi di schermatura.
Il secondo, Inserisci mappa di illuminamento naturale, restituisce, invece, i valori di
illuminamento misurati nei nodi di una griglia di calcolo in un file di formato csv.
bene premettere che la distinzione in zone effettuata secondo i criteri esposti al capitolo
2.2, potrebbe non essere sufficientemente accurata per valutazioni particolarmente
dettagliate sullilluminamento naturale e sul corrispondente consumo elettrico dei corpi
illuminanti.
Questo, sostanzialmente in quanto laccorpamento di pi ambienti comporta che la luce
entrante dalle finestre di una stanza possa illuminare anche quelle confinanti. Nella realt,
invece, la presenza di partizioni opache impedisce la trasmissione di luce da una stanza e
laltra. Inoltre, il sistema di illuminazione sarebbe unico per tutti gli ambienti accorpati e
sarebbe caratterizzato da un unico profilo di funzionamento, ignorando che in realt degli
ambienti in alcuni periodi della giornata potrebbero essere in ombra, mentre altri no.
Distinguendo, invece, una zona termica per ciascuna ambiente ed inserendo per ciascuno di
questi un oggetto Illuminazione ed un oggetto Sensori di luce naturale, si terrebbe
conto del reale apporto luminoso stanza per stanza e del funzionamento dei corrispondenti
corpi illuminanti. Inoltre, si terrebbe conto delle ostruzioni e delle riflessioni causate dalle
partizioni interne.
Nella sezione seguente vengono analizzati pi approfonditamente i due comandi avviabili
dal sottomenu Illuminamento naturale.
83
Figura 6.1 - Finestra di dialogo delle propriet dei sensori di luce naturale.
84
Angolo di vista dellutente, misurato in senso orario rispetto allasse Y della zona
Labbagliamento da luce naturale dipende dalla direzione in cui gli occupanti
guardano. Esso, infatti, sar maggiore se questi guardano perpendicolarmente una
finestra, e diminuir mano a mano che si distoglie lo sguardo dalla finestra. Tale
campo necessario a specificare la direzione di vista in cui calcolare lindice di
abbagliamento. Rappresenta langolo orizzontale misurato in senso orario tra la
direzione dellasse Y della zona e la direzione di vista degli occupanti.
85
Numero di gradini
Numero di gradini di parzializzazione dellassorbimento elettrico del sistema di
illuminazione. Campo necessario solo per la tipologia di regolazione A gradini.
86
Nel caso in cui sia presente un solo sensore e venga per questo immesso un valore
inferiore a 1, la quota rimanente verrebbe intesa come non soggetta al controllo da
parte del sensore di luce naturale naturale e avr il profilo di funzionamento definito
nella schedule del corrispondente oggetto Illuminazione.
87
7) La simulazione di progetto
La simulazione delle prestazioni energetiche di un edificio pu essere effettuata non solo
per conoscerne i consumi nelle condizioni medie operative di un anno tipo, ma anche per
determinarne il comportamento nelle condizioni pi critiche. In particolare pu essere utile
ai fini del dimensionamento di componenti impiantistiche, le quali devono essere in grado
di garantire sempre le condizioni di comfort. Tale tipologia di simulazione, dovendo
riprodurre le condizioni pi avverse, non pu basarsi sulle condizioni climatiche statistiche
contenute nel file climatico relativo alla localit, ma necessita di condizioni definite
puntualmente, allo scopo di ricreare la situazione peggiore, raramente verificabile, ma che
mette al riparo da sottodimensionamenti delle componenti impiantistiche. Per fare ci,
necessario definire uno o pi profili giornalieri di progetto, consistenti in uno o pi giorni,
le cui condizioni ambientali sono definite dallutente nellottica appena esposta. I dati delle
condizioni ambientali sono per la maggior parte fornite dalle principali norme in materia,
per ciascuna delle principali localit dotate di stazione meteorologica.
Si fa notare che la struttura delle schedule prevede, al suo interno, la definizione di due
particolari tipologie di giorno, denominate Giorno di progetto invernale e Giorno di
progetto estivo. Si soliti, infatti, definire puntualmente i valori dei parametri nelle
schedule per queste due tipologie di giorno proprio per differenziare e puntualizzare le
condizioni specifiche per la simulazione di progetto, rispettivamente in ambito invernale ed
in ambito estivo. Tali tipologie di giorno, infatti, potranno essere richiamate dalla finestra
di dialogo dei profili giornalieri di progetto, in modo da caricare i valori dei parametri del
modello in esse definiti (si veda il paragrafo Profili giornalieri di progetto, nella sezione
di spiegazione dei dati di calendario).
Nel comando di lancio della simulazione dovr, poi, essere specificata lopzione di
effettuare la simulazione anche in modalit di progetto, ovvero assumendo come
condizioni a contorno quelle relative ai profili giornalieri di progetto definiti nel modello.
88
Figura 7.2 Finestra di dialogo per limpostazione dei parametri dei profili giornalieri di progetto
La finestra sopra riportata mostra nella sua parte sinistra i dati che devono essere
obbligatoriamente inseriti, mentre nella parte destra elenca i parametri relativi alle opzioni
avanzate sulle condizioni a contorno dei giorni di progetto. Questi ultimi non sono dati
obbligatori, tuttavia consentono di definire in maniera maggiormente personalizzata le
condizioni ambientali secondo cui effettuare la simulazione. Nella parte in basso a destra,
inoltre, viene mostrata una casella di testo riportante una descrizione di aiuto
allimmissione dei dati, riferita al campo in cui si posiziona il cursore.
Di seguito si elenca la descrizione di ciascun parametro riportato nella soprastante finestra
di dialogo.
Nome
Nome identificativo del profilo giornaliero di progetto in corso di definizione, il quale
deve essere univoco nellintero modello.
Dati di calendario
il profilo giornaliero deve essere collocato temporalmente allinterno dellanno,
principalmente al fine di poter conoscere la posizione relativa del sole, la radazione
solare incidente (se non viene imposta manualmente), nonch i valori di tutti i
parametri impostati nel modello mediante delle schedule annuali (ad esempio gli
apporti interni, le portate di ventilazione, le temperature di set-point degli ambienti,
ecc.). Ci premesso, necessario immettere i dati relativi al giorno ed al mese in cui
collocato temporalmente il profilo in oggetto. Inoltre, si ponga attenzione ad inserire la
corretta tipologia di giorno, in quanto i parametri gestiti dalle schedule nel modello
assumeranno, nel profilo giornaliero in corso di definizione, i valori da esse previste
per la tipologia di giorno scelta. Proprio per questo, nella definizione delle schedule si
89
usa immettere i valori dei parametri specificamente per le tipologie giorno di progetto
invernale e giorno di progetto estivo, in modo da poter richiamare tali tipologie nel
profilo giornaliero di progetto, evitando cos di confondere i valori dei parametri
impostati per le tipologie di giorno ordinarie.
k
0.86
0.91
0.94
0.97
1.00
0.99
0.94
0.80
0.62
0.44
0.29
0.17
0.08
0.02
0.00
0.04
0.11
0.20
0.33
0.46
0.56
0.65
0.72
0.79
90
Tali valori sono modificabili nel campo ''Modificatore del valore di temperatura a
bulbo secco della presente finestra di dialogo5.
Pressione atmosferica
Pressione atmosferica dellambiente esterno, espressa in Pascal.
Nella parte destra, inoltre, possibile impostare le opzioni avanzate Di seguito si analizza
nello specifico il significato di ciascuno di questi parametri.
Presenza di pioggia
Indica se le superfici delledificio sono bagnate o meno a causa della pioggia. Si fa
notare che la condizione di piovosit o meno pu influire, nei calcoli eseguiti dal
software, sulla conduzione del calore attraverso le superfici esterne, in quanto queste
Attualmente tale funzione nel software inattiva. Pertanto, in caso si necessiti adoperare tale funzione,
lutente dovrebbe modificare manualmente il file .idf mediante lidf editor del motore di calcolo EnergyPlus.
91
Presenza di neve
Indica se vi presenza o meno di neve al suolo. Si fa notare che tale condizione
influenza, nei calcoli eseguiti dal software, le propriet di riflessione del terreno
circostante.
Ora legale
Tale opzione deve essere selezionata nel caso in cui si voglia considerare il giorno in
corso di definizione in regime di ora legale. Sostanzialmente, comporta laggiunta di
unora agli orari definiti nelle schedule per la gestione dei parametri.
Attualmente tale funzione nel software inattiva, pertanto in caso si necessiti adoperare tale funzione,
lutente dovrebbe modificare manualmente il file .idf mediante lidf editor del motore di calcolo EnergyPlus
92
8) Variabili in uscita
Le variabili in uscita sono le grandezze ed i parametri che si richiede di determinare al
motore di calcolo. Pertanto, tra le molteplici che possono essere calcolate dal software,
devono essere selezionate quelle di interesse da parte dellutente. Il relativo comando
collocato nella voce Definizione dati in uscita del menu dei comandi del plugin.
Nellimmagine seguente viene mostrata la finestra di dialogo corrispondente.
Essendo il motore di calcolo in lingua inglese (Stati Uniti), le variabili visualizzate nei
menu a tendina sono state tradotte. Tuttavia, riportano anche il riferimento al loro nome
originale. Questo perch il file di output viene direttamente creato dal motore di calcolo e,
di conseguenza, riporter solo i nomi originali delle variabili impostate.
Al fine di facilitare la ricerca delle variabili di calcolo, queste sono state organizzate in
categorie e sottocategorie, come trattato nel paragrafo seguente. Per impostare una
grandezza da far determinare al motore di calcolo, necessario cliccare su Nuovo e
sfogliare tra le diverse categorie e sottocategorie, cercando quella di interesse. Nel riquadro
centrale viene visualizzata una descrizione della variabile selezionata, oltre al riferimento
al nome originale ed allunit di misura in cui espressa.
Nel campo Frequenza sar necessario definire con che risoluzione temporale mostrare il
valore della variabile selezionata. Tuttavia, il calcolo viene comunque effettuato ogni 10
minuti del periodo di simulazione, ed il risultato viene aggregato (o ne viene calcolato il
valore medio) solo nella visualizzazione finale. Si faccia presente che, se si imposta il
calcolo di una potenza, o di un flusso, questo verr visualizzato come medio per il periodo
selezionato, mentre se si tratta di unenergia il corrispondente valore mostrato sar
cumulativo per lintervallo di frequenza scelto.
Mediante il campo Filtro, invece possibile restringere il calcolo della grandezza solo ad
alcuni oggetti del modello. Ad esempio, le variabili contenute nella categoria
Caratteristiche zona termica vengono determinate per ciascuna zona presente nel
modello. Immettendo il nome di una particolare zona nel campo Filtro, questa verr
determinata solo per quelloggetto. Se si vogliono specificare pi zone sulle quali
effettuare il calcolo, sar necessario definire pi variabili uguali, riportanti ciascuna il
nome della zona nel campo Filtro. Lasciando tale campo vuoto, il calcolo verr eseguito
per tutti gli oggetti del modello.
93
Nel campo Schedule, invece, possibile definire il calcolo della variabile per un periodo
pi ristretto rispetto a quello dellintera simulazione. In particolare, in questo caso sar
necessario specificare il nome di una schedule definita nel modello, contenente un valore
pari a 0, per tutti i periodi che si vogliono escludere dal calcolo della variabile
94
95
Radiazione solare diretta incidente, da finestre interne [W] (Beam Sol Amount from Int
Windows on Inside of Surface);
Irradianza solare diretta incidente, da finestre interne [W/m2] (Beam Sol Intensity from
Int Windows on Inside of Surface);
Radiazione solare inizialmente assorbita dalla superficie [W] (Initial Transmitted
Diffuse Solar Absorbed on Inside of Surface);
Radiazione ad onde corte totale assorbita dalla superficie [W] (Total Shortwave
Radiation Absorbed on Inside of Surface);
Temperatura a bulbo secco dellaria allesterno della superficie [C] (Surface Ext
Outdoor Dry Bulb);
Temperatura a bulbo umido dellaria allesterno della superficie [C] (Surface Ext
Outdoor Wet Bulb);
Velocit del vento allesterno della superficie [m/s] (Surface Ext Wind Speed);
Porzione soleggiata della superficie [m2] (Surface Ext Sunlit Area);
Percentuale soleggiata della superficie [-] (Surface Ext Sunlit Fraction);
Irradianza solare complessiva incidente sul lato esterno [W/m2] (Surface Ext Solar
Incident);
Irradianza solare diretta incidente sul lato esterno [W/m2] (Surface Ext Solar Beam
Incident);
Irradianza solare diffusa dal cielo incidente sul lato esterno [W/m2] (Surface Ext Solar
Sky Diffuse Incident);
Irradianza solare diffusa dal terreno incidente sul lato esterno [W/m2] (Surface Ext
Solar Ground Diffuse Incident);
Irradianza solare diretta riflessa dal terreno come diffusa sulla superficie [W/m2]
(Surface Ext Solar From Bm-To-Diff Refl From Ground);
Irradianza solare diffusa riflessa dal terreno come diffusa sulla superficie [W/m2]
(Surface Ext Solar From Sky Diffuse Refl From Ground);
Coseno dellangolo di incidenza della radiazione solare diretta [-] (Surface Ext Solar
Beam Cosine Of Incidence Angle).
Flusso termico per conduzione attraverso la superficie [W] (Opaque Surface Inside
Face Conduction);
Flusso termico entrante per conduzione attraverso la superficie [W] (Opaque Surface
Inside Face Conduction Gain);
Flusso termico disperso per conduzione attraverso la superficie [W] (Opaque Surface
Inside Face Conduction Loss);
Radiazione solare diretta assorbita dal lato interno della superficie [W] (Opaque
Surface Inside Face Beam Solar Absorbed).
96
Flusso termico entrante dal componente trasparente [W] (Window Heat Gain);
Apporto di calore entrante dal componente trasparente [J] (Window Heat Gain
Energy);
Flusso termico disperso dal componente trasparente [W] (Window Heat Loss);
Calore disperso dal componente trasparente [J] (Window Heat Loss Energy);
Irradiazione solare totale trasmessa dal componente trasparente [W] (Window
Transmitted Solar);
Radiazione solare totale trasmessa dal componente trasparente [J] (Window
Transmitted Solar Energy);
Irradiazione solare diretta trasmessa dal componente trasparente [W] (Window
Transmitted Beam Solar);
Radiazione solare diretta trasmessa dal componente trasparente [J] (Window
Transmitted Beam Solar Energy);
Irradiazione solare diffusa trasmessa dal componente trasparente [W] (Window
Transmitted Diffuse Solar);
Radiazione solare diffusa trasmessa dal componente trasparente [W] (Window
Transmitted Diffuse Solar Energy);
Irradiazione solare diretta trasmessa come diretta dal componente trasparente [W]
(Window Transmitted Beam-to-Beam Solar);
Radiazione solare diretta trasmessa come diretta dal componente trasparente [J]
(Window Transmitted Beam-to-Beam Solar Energy);
Irradiazione solare diretta trasmessa come diffusa dal componente trasparente [W]
(Window Transmitted Beam-to-Diffuse Solar);
Radiazione solare diretta trasmessa come diffusa dal componente trasparente [J]
(Window Transmitted Beam-to-Diffuse Solar Energy);
Irradiazione solare assorbita dal vetro [W] (Window Solar Absorbed: All Glass
Layers);
Radiazione solare assorbita dal vetro [J] (Window Solar Absorbed: All Glass Layers
Energy);
Coefficiente di trasmissione solare del componente trasparente [-] (Window System
Solar Transmittance);
Coefficiente di assorbimento solare del componente trasparente [-] (Window System
Solar Absorptance);
Coefficiente di riflessione del componente trasparente [-] (Window System Solar
Reflectance);
Trasmissione radiazione solare diretta del componente trasparente [-] (Glass BeamBeam Solar Transmittance);
Trasmissione radiazione solare diffusa del componente trasparente [-] (Glass DiffuseDiffuse Solar Transmittance);
97
98
Flusso termico disperso dai componenti opachi della zona [W] (Zone Opaque Surface
Inside Face Conduction Loss);
Calore disperso dai componenti opachi della zona [J] (Zone Opaque Surface Inside
Face Conduction Loss Energy);
Flusso termico disperso dai componenti trasparenti della zona [W] (Zone Window Heat
Loss);
Calore disperso dai componenti trasparenti della zona [J] (Zone Window Heat Loss
Energy);
Calore totale disperso per infiltrazioni [J] (Zone Infiltration Total Heat Loss);
Calore sensibile disperso per infiltrazioni [J] (Zone Infiltration Sensible Heat Loss);
Calore latente disperso per infiltrazioni [J] (Zone Infiltration Latent Heat Loss);
Calore totale disperso per ventilazione [J] (Zone Ventilation Total Heat Loss);
Calore sensibile disperso per ventilazione [J] (Zone Ventilation Sensible Heat Loss);
Calore latente disperso per ventilazione [J] (Zone Ventilation Latent Heat Loss);
Flusso termico entrante dai componenti opachi della zona [W] (Zone Opaque Surface
Inside Face Conduction Gain);
Apporto di calore dai componenti opachi della zona [J] (Zone Opaque Surface Inside
Face Conduction Gain Energy);
Flusso termico entrante dai componenti trasparenti della zona [W] (Zone Window Heat
Gain);
Apporto di calore dai componenti trasparenti della zona [J] (Zone Window Heat Gain
Energy);
Apporto di calore totale per infiltrazioni [J] (Zone Infiltration Total Heat Gain);
Apporto di calore sensibile per infiltrazioni [J] (Zone Infiltration Sensible Heat Gain);
Apporto di calore latente per infiltrazioni [J] (Zone Infiltration Latent Heat Gain);
Apporto di calore totale per ventilazione [J] (Zone Ventilation Total Heat Gain);
Apporto di calore sensibile per ventilazione [J] (Zone Ventilation Sensible Heat Gain);
Apporto di calore latente per ventilazione [J] (Zone Ventilation Latent Heat Gain);
Calore complessivo da apporti interni [J] (Zone Total Internal Total Heat Gain);
Calore da apporti interni componente radiante [J] (Zone Total Internal Radiant Heat
Gain);
Calore da apporti interni componente visibile [J] (Zone-Total Internal Visible Heat
Gain);
Calore da apporti interni componente convettiva [J] (Zone Total Internal Convective
Heat Gain);
99
Calore da apporti interni componente latente [J] (Zone Total Internal Latent Gain);
Irradiazione solare totale nella zona da componenti trasparenti [W] (Zone Transmitted
Solar);
Radiazione solare totale nella zona da componenti trasparenti [J] (Zone Transmitted
Solar Energy);
Irradiazione solare diretta nella zona da finestre esterne [W] (Zone Beam Solar from
Exterior Windows);
Radiazione solare diretta nella zona da finestre esterne [J] (Zone Beam Solar from
Exterior Windows Energy);
Irradiazione solare diffusa nella zona da finestre esterne [W] (Zone Diff Solar from
Exterior Windows);
Radiazione solare diffusa nella zona da finestre esterne [J] (Zone Diff Solar from
Exterior Windows Energy);
Irradiazione solare diretta nella zona da finestre interne [W] (Zone Beam Solar from
Interior Windows);
Radiazione solare diretta nella zona da finestre interne [J] (Zone Beam Solar from
Interior Windows Energy);
Irradiazione solare diffusa nella zona da finestre interne [W] (Zone Diff Solar from
Interior Windows);
Radiazione solare diffusa nella zona da finestre interne [J] (Zone Diff Solar from
Interior Windows Energy).
Flusso termico per riscaldamento sensibile [W] (Zone/Sys Sensible Heating Rate);
Flusso termico per raffrescamento sensibile [W] (Zone/Sys Sensible Cooling Rate);
Fabbisogno termico per riscaldamento sensibile [J] (Zone/Sys Sensible Heating
Energy);
Fabbisogno termico per raffrescamento sensibile [J] (Zone/Sys Sensible Cooling
Energy).
100
101
102
dove:
ST la temperatura del cielo;
Horizontal IR la componente infrarossa dellirradianza solare incidente sulla
superficie orizzontale;
Sigma la costante di Stefan-Boltzmann.
Sottocategoria Geometria e radiazione solare
103
Presenza di pioggia
(Fraction of Time Raining)
Questa variabile mostra se le condizioni atmosferiche durante ciascun intervallo di
simulazione prevedono la presenza di pioggia (1 = s 0 = no).
104
Se nellarco temporale definito nel campo frequenza prevista pioggia solo per una
parte di esso (ad esempio se la frequenza impostata come giornaliera, ma durante un
giorno ha piovuto solo qualche ora), lindicatore assumer un valore intermedio tra 0 e
1. Pertanto sar pari ad 1 solo se, dato un arco temporale, avr piovuto durante tutti gli
intervalli di simulazione di quel periodo.
105
106
107
108
Rapporto tra larea colpita dalla radiazione solare diretta e larea totale di una
superficie esposta verso lesterno.
Irradianza solare diffusa dal cielo incidente sul lato esterno [W/m2]
(Surface Ext Solar Sky Diffuse Incident)
Componente diffusa dellirradianza solare proveniente dalla volta celeste, incidente sul
lato esterno di una superficie esposta alla radiazione solare, considerando anche
eventuali effetti dovuti allombreggiamento.
Irradianza solare diffusa dal terreno incidente sul lato esterno [W/m2]
(Surface Ext Solar Ground Diffuse Incident)
Irradianza solare che raggiunge in modo diffuso il lato esterno di una superficie
termica, in seguito alla riflessione da parte del terreno circostante delle componenti
diretta e diffusa della radiazione solare proveniente dal cielo.
Essa rappresenta, pertanto, la somma delle seguenti due variabili: Irradianza solare
diretta riflessa dal terreno come diffusa sulla superficie e Irradianza solare diffusa
riflessa dal terreno come diffusa sulla superficie.
Irradianza solare diretta riflessa dal terreno come diffusa sulla superficie [W/m2]
(Surface Ext Diff Sol From Bm-To-Diff Refl From Ground)
Irradianza solare diffusa incidente sul lato esterno della superficie proveniente dalla
riflessione da parte del terreno della componente diretta della radiazione solare. Si
suppone che non vi sia comportamento a specchio da parte del terreno, pertanto, la
componente diretta della radiazione solare riflessa dal terreno si assume che diventi
tutta quanta diffusa. espressa per unit di superficie (ovvero in W/m2).
Irradianza solare diffusa riflessa dal terreno come diffusa sulla superficie [W/m2]
(Surface Ext Solar From Sky Diffuse Refl From Ground)
Irradianza solare diffusa incidente sul lato esterno della superficie proveniente dalla
riflessione da parte del terreno della componente diffusa della radiazione solare.
espressa per unit di superficie (ovvero in W/m2).
109
della superficie e la congiungente tra il piede della normale ed il centro del Sole.
Pertanto, tale valore varia da 0, nel caso di radiazione parallela al piano della
superficie (corrispondente ad un angolo di incidenza pari a 90), a 1, nel caso di
radiazione solare incidente perpendicolarmente alla superficie (corrispondente ad un
angolo di incidenza pari a 0). Valori negativi indicano che il Sole si trova dietro al
lato esterno della superficie e, di conseguenza, questa non lo vede.
Sottocategoria Superfici opache
Radiazione solare diretta assorbita dal lato interno della superficie [W]
(Opaque Surface Inside Face Beam Solar Absorbed)
Componente diretta della radiazione solare, proveniente dalle superfici esterne
trasparenti, assorbita dal lato interno della superficie opaca. Se la modalit di calcolo
per la distribuzione della radiazione solare allinterno delledificio impostata come
Ombreggiamento semplificato o Dettagliato esterno (parametro specificato nello
strumento Informazioni oggetto, in modalit Edificio), tale grandezza sar
maggiore di 0 solo per le superfici di tipo Pavimento, in quanto secondo tali
modalit di calcolo si assume che tutta la radiazione solare entrante in una zona incida
sul pavimento.
110
111
Radiazione solare diretta trasmessa come diretta dal componente trasparente [J]
(Window Transmitted Beam-to-Beam Solar Energy)
Per una superficie trasparente avente una schermatura di tipo frangisole, consiste nella
componente diretta di radiazione solare che attraversa le lamelle. Per una finestra
dotata, invece, di una schermatura a griglia, la componente diretta di radiazione
solare che attraversa i fori della griglia. Tale variabile espressa in J.
Radiazione solare diretta trasmessa come diffusa dal componente trasparente [J]
(Window Transmitted Beam-to-Diffuse Solar Energy)
Per una superficie trasparente avente una schermatura di tipo frangisole, consiste nella
componente diretta di radiazione solare che viene riflessa in modo diffuso dalle
lamelle. Per una finestra dotata, invece, di una schermatura a griglia, la componente
diretta di radiazione solare che, colpendo gli elementi della griglia, viene da questi
riflessa in maniera diffusa verso la superficie. Tale variabile espressa in J.
112
113
Numero di iterazioni necessarie alla soluzione del bilancio termico degli strati di vetro
al fine di raggiungere la convergenza dei valori.
114
condensa sul lato del telaio rivolto verso la zona termica. Ci si verifica quando la
temperatura del lato interno del telaio inferiore alla temperatura di rugiada dellaria
interna.
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Frazione della componente diffusa della radiazione solare che attraversa il frangisole.
Tale calcolo viene effettuato come se non vi fosse alcun componente trasparente,
pertanto caratteristico del solo elemento di schermatura.
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tale calcolo non viene considerata la radiazione solare che colpisce il telaio (se
modellizzato).
CATEGORIA CARATTERISTICHE TERMICHE DELLA ZONA
Sottocategoria Dispersioni termiche
+
=
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Calore sensibile (ovvero per effetto della sola differenza di temperatura a bulbo secco
tra i due ambienti) disperso dalla zona a causa delle infiltrazioni di aria esterna. Tale
dispersione, pertanto, si verifica quando la temperatura dellaria che si infiltra
dallambiente esterno inferiore a quella dellaria interna alla zona.
+
=
118
119
Apporto di calore alla zona che si verifica per effetto della ventilazione, quando
temperatura a bulbo secco dellaria esterna maggiore di quella dellaria interna. Nel
caso in cui si verificasse la situazione opposta, la variabile assumerebbe valore nullo.
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122
123
FANGER-PMV [-]
(FangerPMV)
Voto medio previsto (P.M.V. - Predicted Mean Vote) determinato secondo il modello
di comfort termico di Fanger.
FANGER-PPD [-]
(FangerPPD)
Percentuale di utenti insoddisfatti (P.P.D. - Predicted Percentage of Dissatisfied)
determinata secondo il modello di comfort termico di Fanger.
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125
Figura 9.2 Comando di importazione di dati esterni nel software Microsoft Excel
Una volta scelto il file .csv da importare, selezionare lopzione relativa ai campi delimitati
da un carattere.
Figura 9.3 Primo passaggio dellimportazione guidata dei dati contenuti nel file .csv, mediante
Microsoft Excel.
126
Figura 9.4 Secondo passaggio dellimportazione guidata dei dati contenuti nel file .csv, mediante
Microsoft Excel.
Infine, verr richiesto di scegliere la cella di origine ove importare i dati e, data conferma
della posizione, si avr una visualizzazione dei risultati delle variabili simile alla seguente.
Figura 9.5 Visualizzazione del contenuto di un file .csv importato in Microsoft Excel.
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Nella prima colonna sono riportati gli intervalli di frequenza impostati per le variabili in
uscita, mentre nelle colonne successive sono riportati i valori delle corrispondenti variabili,
per ciascun intervallo temporale, identificate mediante letichetta collocata nella prima
riga. Si noti che, come gi anticipato, viene riportato il nome in lingua originale della
variabile calcolata, alla quale viene anteposto il nome delloggetto a cui si riferisce (ad
esempio una zona od una superficie).
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