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Livia Petti
Dottorato “Società dell’informazione”
RIASSUNTO/ABSTRACT
1
INDICE
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1 E-tutor: l’importanza dell’e-moderating nelle community
La figura del tutor on line è legata al concetto di tutorship come forma di supporto
all'apprendimento. Si ritiene che l'individuo possa apprendere in modo più significativo se
opportunamente facilitato: in tal senso il tutor si configura prevalentemente come facilitatore.
Quando si opera in rete il ruolo del tutor diventa necessariamente più ampio e variegato, perché egli
diventa promotore di una serie di interazioni più complesse, che portano in primo piano la
collaborazione e il dialogo studente-studente.
Si possono schematicamente identificare le funzioni della tutorship nel modo seguente:1
Individuazione potenzialità: facilitare nel soggetto il riconoscimento di risorse da lui
utilizzabili.
Scaffolding affettivo e motivazionale: incoraggiare, aiutare, approvare.
Orientamento: mostrare come si fa, rendere espliciti gli obiettivi, delineare delle possibilità.
Comunicazione: favorire l'interscambio e le integrazioni di conoscenze teorico-pratiche tra i
diversi partners.
Il tutor che opera in contesti di formazione in rete svolge la sua azione in modo molto articolato: in
particolare, risponde di solito a tre caratteristiche esigenze:
predisporre e supportare i contenuti del corso;
facilitare il processo di apprendimento;
gestire le interazioni tra gli studenti e gli altri soggetti coinvolti nel processo.
Questa articolazione corrisponde anche alla diversificazione delle metodologie e dell'approccio alle
problematiche didattiche nella formazione basata sulle tecnologie e si allinea ai vari modelli di corsi
online, classificabili in base al diverso peso dei contenuti rispetto alla tutorship, in base alla
tipologia degli obiettivi didattici e in base al livello di collaborazione che si instaura tra i discenti.
1
Calvani, A., Rotta, M., Fare formazione in Internet. Manuale di didattica online, Erickson, Trento, 2000, pp. 222-223
3
2 Identità, funzioni e competenze
Per definire in modo ottimale quali siano i ruoli e le funzioni del tutor nell’e-learnig, Rivoltella
propone la costruzione di un quadrante delle identità e della posizione, ai cui vertici si trovano
quattro descrittori che ne costituiscono le polarità: ruolo, attività, contenuti e relazioni.
Ruolo
Identità
Contenuti Relazioni
Posizione
Attività
Spostandosi lungo l’asse dell’identità: se il tutor si identifica con un ruolo l’identità sarà in questo
caso forte, se al contrario l’attività di tutoring è limitata ad una serie di attività, l’identità sarà in
questo caso debole.
L’asse della posizione consente di spostarsi dalla figura di tutor disciplinare (strettamente legato ai
contenuti) e di tutor di sistema (attento alle interazioni dei soggetti in formazione facilitandone gli
apprendimenti).
Utilizzando questo schema è possibile localizzare nella parte alta del quadrante una configurazione
che rimanda a due figure:
4
e-teacher: corrisponde al tutor disciplinare, persona esperta sui contenuti che si fa carico del
training del soggetto che apprende;
e-moderator: è il tutor di sistema, responsabile delle dinamiche internazionali, della
facilitazione, del monitoraggio delle attività in funzione della valutazione.
Nella parte bassa dello schema viene invece collocato il ruolo tradizionale del docente, una figura
che a seconda del suo stile, orientato più verso i contenuti o mirato alle relazioni, potrà assumere il
ruolo dell’e-teacher o e-moderator nel processo di formazione.
Ruolo
E-teacher E-moderator
(tutor disciplinare) (tutor di sistema)
Contenuti Relazioni
Docente
(insegnante-mentor, insegnante-
tutor)
Attività
La distinzione fatta tra queste tre figure non può essere assoluta, ma va di volta in volta
reinterpretata sulla base del sistema formativo di riferimento, tenendo presente la complessità del
fenomeno e l’impossibilità di stabilire a priori ruoli precisi e assoluti.
Dopo aver indagato sull’identità professionale dell’e-tutor, l’analisi può spostarsi su quali siano le
azioni svolte dall’e-tutor, arrivando ad identificare un sistema complesso di funzioni (si veda Figura
3).
5
Ruolo
animatore collettore
esercitatore
tecnico
moderatore
scaffolder
osservatore scaffolder
istruttore
Contenuti Relazioni
Scaffolding Scaffolding
Attività
Questo sistema di funzioni, che esplicita tutte le azioni che possono essere svolte dall’e-tutor in
relazione alle quattro aree di riferimento che compongono il diagramma (ruolo/relazioni,
relazioni/attività, attività/contenuti, contenuti/ruolo), può essere ricondotto ad un sistema di tre aree
di competenze:
tecnologiche, inerenti l’help desk tecnico, la capacità di gestire risorse ed ambienti di
apprendimento;
socio comunicative, tra cui si possono indicare la regolazione dei processi di
insegnamento/apprendimento, la gestione dei conflitti e della leadership, il lavoro
metacognitivo;
strategiche, che comprendono lo scaffolding emotivo, la moderazione, il coordinamento, il
monitoraggio e la valutazione.
6
Queste tre aree di competenza (ordinate dalle meno alle più complesse), riportate sullo schema delle
identità e delle competenze del tutor, consentono di verificare come a ciascuna accezione del tutor
corrisponda uno specifico asset di competenze.
Ruolo
Strategiche
Contenuti Relazioni
Sociocomunicative
Tecnologiche
Attività
Il tutor on line per riuscire a gestire i rapporti all’interno dei gruppi dovrà sviluppare buone
competenze di tipo relazionale, che gli consentano di:
creare un clima di interazione proficua tra i partecipanti: incoraggiando gli scambi,
stimolando una costruzione condivisa della conoscenza, cercando di capire ed interpretare le
complesse dinamiche di gruppo che possono crearsi;
porre particolare attenzione agli scambi comunicativi: realizzare una comunicazione
adeguata al contesto e agli utenti.
7
3 Il tutor moderatore
Questa breve analisi sulle identità, funzioni e competenze dell’e-tutor può mettere in luce come
all’interno delle comunità on line (in particolar modo legate ai processi di collaborazione e
apprendimento) sia proprio la figura dell’e-moderator a svolgere un ruolo fondamentale.
Questa articolazione del ruolo del tutor è la più complessa e la più ricca di implicazioni. Si può
affermare che in ogni attività in rete la necessità di intervenire in modo mirato nelle interazioni in
atto tra i soggetti coinvolti nel processo è di primaria importanza e si presenta ogni volta che i
soggetti stessi discutono, affrontano un problema comune o collaborano.
Questa articolazione della figura del tutor assume un particolare significato nei corsi on line che
applicano modelli ispirati alla didattica costruttivista: attivazione di comunità e classi virtuali,
approccio progettuale, cooperazione tra i partecipanti. Al moderatore/animatore sono richieste
molteplici competenze e abilità particolari in tutti gli ambiti che riguardano la gestione della
comunicazione mediata dal computer.
Figura 5 Azione del tutor moderatore nel contesto didattico (Calvani, Rotta 2000, p.237)
8
In questa figura, si evidenzia la presenza del tutor nel contesto del dialogo che si sviluppa tra gli
studenti, che secondo questo modello si configura ormai come una vera e propria comunità, talora
con una certa autonomia organizzativa e operativa. L'interazione è molti-molti: ne consegue che il
tutor non è più necessariamente elemento centrale o punto di riferimento dell'azione formativa, ma
tende a diventare uno tra i molti attori. Tanto più ampio sarà lo spazio concesso all'interazione tra
gli studenti in funzione dell'elaborazione di un prodotto comune, tanto minore sarà di conseguenza
il ruolo del tutor. Il suo compito consisterà piuttosto nel mantenere la discussione su un livello
accettabile, sia in termini di "ritmo" che in termini di sostenibilità complessiva. Il termine
moderatore/animatore viene utilizzato infatti perché al tutor così inteso spettano sia il compito di
smorzare i toni della discussione, se questa dovesse risultare eccessivamente animata, sia il compito
di stimolare il dibattito se questo dovesse dare segni di stanchezza o se si verificasse un evidente
calo di interesse da parte degli studenti. Complessivamente l’e-moderator ha una notevole
responsabilità: dovrà sempre cercare di rendere il più possibile umana l'atmosfera altrimenti
tendenzialmente impersonale e astratta che si instaura quando si opera a distanza, particolarmente
quando si utilizzano tecniche di comunicazione asincrone
2
Rivoltella, P.C., (a cura di) E-tutor. Profili,metodi, strumenti, Carocci, 2006, Roma, p.90
9
Ambito organizzativo, consiste in due attività:
o stabilire l’agenda, progettando le azioni di tutoraggio;
o esercitare la leadership al fine di aiutare i corsisti a sfruttare al meglio le potenzialità
del percorso formativo.
Ambito di azione sociale, consiste nel contribuire alla creazione di un ambiente socievole
utilizzando alcuni espedienti, tra cui:
o l’invio di un messaggio di benvenuto;
o l’incoraggiamento alla partecipazione;
o l’invio costante di feedback ai corsisti;
o l’utilizzo di un tono personale e amichevole nella comunicazione.
Ambito di azione intellettuale, che consiste nel:
o facilitare l’apprendimento;
o focalizzare la discussione;
o formulare domande;
o controllare le risposte;
o incoraggiare gli studenti a scrivere interventi pertinenti.
Mason attribuisce grande importanza a questo ultimo ambito, che è proprio lo spazio della
moderazione.
3
Berge, Z.D., The role of the online instructor/facilitator, in Id.,Facilitating computer conferencing: recomandations
from the field, in “Educational technology”,1995, vol. 1, pp.22-30
4
Rivoltella, P.C., (a cura di) E-tutor. Profili,metodi, strumenti, Carocci, 2006, Roma, p. 91
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discriminare tra contributi interessanti e contributi poco utili alla discussione e poco
costruttivi (moderatore = discriminator);
stimolare la partecipazione dei coinvolti e creare un clima di fiducia (moderatore = host);
affrontare e rimuovere gli ostacoli alla comunicazione e promuovere la cooperazione
secondo ritmi sostenibili (moderatore = pace setter);
arricchire il dibattito fornendo se necessario adeguati chiarimenti (moderatore = explainer);
mantenere alta la motivazione dei partecipanti e il clima complessivo il più possibile sereno
(moderatore = entertainer).
Accettando questa schematizzazione e riprendendo altri spunti (Mason e Kaye, 1992), Berge
suggerisce inoltre che il ruolo del moderatore (che tuttavia egli definisce instructor/facilitator)
abbia implicazioni dirette su almeno quattro piani distinti:
• manageriale: interviene sulle procedure, cura l'organizzazione, svolge funzioni
"amministrative" in senso lato (ovviamente in riferimento all'attività che si svolge in rete:
calendario, scadenze…);
• pedagogico: assume se necessario un ruolo di stimolo intellettuale, stabilisce gli argomenti che
saranno oggetto di discussione;
• sociale: si preoccupa del mantenimento di un clima di fiducia reciproca all'interno del gruppo di
discussione, analizza le relazioni interpersonali, cerca di risolvere eventuali conflitti;
• tecnico: si preoccupa del corretto funzionamento del sistema utilizzato e aiuta i partecipanti a
risolvere eventuali problemi di natura tecnica.
5
Palloff R.M., Pratt K., Building learning communities in cyberspace: effective strategies for online classroom, Jossey-
Bass, San Francisco, 1999
11
processi di collaborazione tra i membri del gruppo, sollecitando la loro iniziativa, la creatività, il
pensiero critico e il dialogo.
Gli autori sottolineano inoltre che l’elemento fondamentale per rendere efficace l’azione del tutor
moderatore consiste nello stabilire linee guida e procedure riconosciute e condivise dai corsisti
come spazio di discussione e negoziazione.6
6
Ivi, pp.91-92
7
Rowntree, D.,The tutor's role in teaching via computer conferencing. Versione aggiornata per Internet da un articolo
pubblicato sul "British Journal of Educational Technology", 26,3, settembre 1995, in:
http://www-iet.open.co.uk/pp/D.G.F.Rowntree/.
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Che cosa può fare il tutor Peso del tutor sul Peso del tutor sul Peso del
piano intellettuale piano organizzativo tutor sul
piano sociale
• Chiarire un contenuto
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• Risolvere un conflitto all'interno Basso Medio Alto
del gruppo
Figura 6 Peso del tutor sul piano organizzativo, sociale e intellettuale (Calvani, Rotta 2000, p. 240)
Si può affermare che un buon tutor dovrà cercare di distribuire equamente il peso che egli tende ad
assumere sia sul piano organizzativo che su quello sociale che su quello intellettuale. Non è
pensabile né auspicabile che un tutor concentri il suo intervento sulle azioni che si ripercuotono
positivamente solo su uno dei piani indicati: una buona capacità organizzativa, ad esempio, non può
compensare carenze sul piano sociale, così come un tutor con molta esperienza sui contenuti ma
scarsa capacità nella gestione delle interazioni in rete tra gli studenti di un gruppo che apprende non
può probabilmente garantire da solo la buona riuscita del corso.
15
5. Sviluppo
Nella quinta fase i corsisti che diventano consapevoli dell’apprendimento raggiunto attraverso le
tecnologie e l’interazione di gruppo, cercheranno quindi di utilizzare tutte le potenzialità della
CMC per rendere più efficace l'apprendimento e ciò si riflette sull'efficacia dell'intero processo. In
questa fase ogni singolo individuo può approfondire e analizzare il proprio percorso cognitivo non
solo riflettendo in modo critico sugli argomenti trattati, ma anche attraverso l’interazione con tutor e
colleghi.
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Il modello prevede quindi un accrescersi delle interazioni on line all'interno del gruppo e quindi un
diversificarsi delle funzioni e del ruolo dell'e-moderator nelle diverse fasi, in particolare:
Livello1 – interattività 1 a 1;
Livello da 2 a 4 – interattività molti a molti;
Livello 5 – ritorno all’interattività 1 a 1.
Quindi, per poter seguire ed applicare il modello della Salmon nel proprio contesto di formazione in
rete, un e-moderator deve possedere alcune particolari conoscenze e abilità, dev’essere un tutor
specializzato che assume un ruolo centrale nel processo di apprendimento e che usa le tecnologie
solo come mezzo per realizzare gli obiettivi che il percorso formativo si propone (in linea con lo
stadio che si sta attraversando).
La duplice sfaccettatura che la Salmon attribuisce al tutor, supporto tecnico e moderazione,
contribuisce a sottolineare la peculiarità del tutor moderatore.
Vediamo ora quali siano le corrispondenze dell’e-moderator, sia a livello tecnico che di
moderazione, in relazione alle differenti fasi identificate nel modello precedentemente illustrato:
1) Accesso e motivazione
Accogliere e incoraggiare
Supporto tecnico
Help in linea per risolvere problemi d’accesso;
chiarire la differenza nell’uso dei diversi strumenti comunicativi sincroni e asincroni;
predisporre manuale a stampa con tutte le istruzioni.
E-moderating
Rendere amichevole l’ambiente on line;
spiegare con precisione come la CMC verrà utilizzata nel corso;
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rassicurare i corsisti che per la prima volta affrontano un corso on line;
aggiornare il materiale di supporto.
Alla fine del livello 1 ogni partecipante avrà inviato il suo primo messaggio.
2) Socializzazione on line
Familiarizzare con
l’ambiente
Spedire e ricevere
messaggi
Supporto tecnico
Spiegare le caratteristiche del sistema software e i modi per ottimizzare il tempo di
connessione on line;
aiutare ad utilizzare la tecnologia a chi non sa farlo.
E-moderating
Fornire un esempio di presentazione personale e richiedere la presentazione da parte di ogni
partecipante;
aiutare i partecipanti a relazionarsi con gli altri attraverso l’utilizzo di presentazioni
personalizzate;
incoraggiare partecipanti a inviare il proprio contributo alla discussione e a leggere i
messaggi degli altri;
precisare le regole della buona comunicazione on line;
strutturare attività ed esercizi on line.
Il partecipante comincia, alla fine di questo livello, a condividere una parte di sé con la comunità
online. Il moderatore potrà decidere di attivare una conference bar/caffe’ per mantenere viva la
socializzazione tra i partecipanti.
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3) Scambio di informazioni
Supporto tecnico
Controllare che tutte le abilità di base siano state acquisite;
fornire informazioni sulle peculiarità più sofisticate dell’uso del software.
E-moderating
Agevolare la comunicazione fra i partecipanti;
offrire utili strategie per evitare il “sovraccarico” di informazioni;
richiamare i partecipanti all’osservanza dei protocolli di comunicazione;
fornire indicazioni per le risorse elettroniche da utilizzare come approfondimento per la
discussione on line.
Facilitare il processo
Conferencing
Supporto tecnico
Ordinare ad archiviare regolarmente i messaggi, sintetizzando e creando nuovi forum.
E-moderating
Analizzare i singoli contributi, impegnandosi in un continuo sforzo di sintesi dei messaggi;
collaborare con altri e-moderator nell’analisi e nella risoluzione dei problemi che nascono
all’interno dei gruppi;
porre questioni di rilievo, chiedendo ai partecipanti di riflettere e rispondere;
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chiudere discussioni ormai concluse e aprirne di nuove.
Gli studenti cominciano, a questo punto, a muoversi come autori e non solo come trasmettitori di
informazioni: la conoscenza si costruisce attraverso l’esplorazione del pensiero altrui, la presa di
posizione, la discussione ed eventualmente la rivalutazione della propria posizione.
5) Sviluppo
Supportare e rispondere
Supporto tecnico
Fare in modo che i singoli partecipanti sappiano gestire la propria bacheca di discussione;
mettere in grado i partecipanti di offrire aiuto agli altri e diventare a loro volta e-moderator.
E-moderating
Offrire l’opportunità di riflettere sulle modalità dell’apprendimento on line;
predisporre adeguati strumenti per il monitoraggio e la valutazione;
incoraggiare i partecipanti con la migliore abilità tecnica e lo stile comunicativo migliore.
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interagire che per i docenti e i tutor. Si identificano varie cause che direttamente o indirettamente
possono portare a situazioni di overload comunicativo:8
- la necessità di conoscersi meglio: in molte classi virtuali gli studenti cominciano a usare la
mailing-list o il forum che hanno a disposizione per presentarsi o mettersi in evidenza;
- la presenza di elementi di disturbo in un gruppo di discussione, ad esempio soggetti che non
hanno ancora assimilato le regole della netiquette o che si lasciano prendere dall'entusiasmo nei
confronti di un medium che non conoscono ancora;
- la tendenza a usare maggiormente gli strumenti più semplici e intuitivi tra quelli disponibili
anche per operazioni per le quali gli organizzatori del corso online hanno predisposto ambienti
appositi: la posta elettronica, ad esempio, tende spesso a prendere un netto sopravvento sugli
altri elementi dell'infrastruttura.
Si può intervenire per arginare queste situazioni puntando su un approccio "tattico" o su uno più
strategico. Un tipico approccio tattico consiste nel considerare le difficoltà e le distorsioni
comunicative come un dato di fatto e accettarne quindi l'inevitabile presenza, limitandone però il
più possibile gli effetti negativi: in molti modelli di classe virtuale tradotti in infrastruttura
tecnologica, ad esempio, si concedono precisi spazi di libertà agli studenti, aree libere per il chatting
o forum-caffè. Questi spazi, su cui tutor, docenti e moderatori non esercitano alcun controllo,
servono a incanalare il desiderio di comunicare o l'esibizionismo latente dei singoli soggetti. Un
approccio strategico si fonda invece su presupposti di sostenibilità dell'intero sistema: si punterà in
particolare alla messa a punto di una netiquette molto rigorosa, si farà in modo che tutor, docenti e
moderatori siano dotati degli strumenti necessari per farla rispettare, si cercherà di definire con
estrema attenzione le figure dei vari soggetti coinvolti nell'esperienza, in particolare la figura del
tutor, individuando con cura le persone che possono corrispondere al profilo tracciato e che
dovrebbero quindi essere in grado di gestire al meglio le situazioni a cui andranno incontro.
8
Rotta, M., Interazioni telematiche con i tutors. Prima relazione sull’esperienza Multilab, in monitoraggio multilab. la
formazione dei tutor, rapporto 1, a cura di Raimondo Bolletta, Ministero della Pubblica Istruzione, CEDE. 1997
21
5.1 Limiti e rischi del tutor on line
Il tutor online è sottoposto ad un continuo rischio di sovraccarico e di affaticamento: le dinamiche
dell'interazione in rete sono complesse e un tutor può trovarsi di fronte a situazioni molto difficili da
gestire, come l'eccessiva invadenza di alcuni studenti o la riluttanza di altri a partecipare alle attività
proposte. In generale, il tutor dovrebbe garantire la sostenibilità dell'interazione in rete, stimolando
la partecipazione degli studenti meno motivati e individuando strategie per evitare che all'interno
del gruppo che apprende si stabiliscano gerarchie, forme di leadership da parte di alcuni, equivoci
comunicativi, momenti di difficoltà di relazione. Un'azione positiva del tutor in tal senso sarà
orientata alla costruzione di un proficuo clima collaborativo all'interno della comunità e della classe
virtuale e alla messa a punto di strategie per agevolare la partnership e la tutorship tra pari e il
coinvolgimento degli studenti nel processo di apprendimento collaborativo. Sarà compito del tutor
anche saper riconoscere e pilotare le diverse tipologie di relazioni che si instaurano tra soggetti che
operano e comunicano in rete. In sintesi, si possono individuare almeno tre fattori cruciali che
possono contribuire positivamente alla sostenibilità di un'esperienza didattica in rete:
• il numero dei componenti che collaborano in vista di un fine comune e la possibilità da parte del
tutor o dei moderatori di gestire in modo ottimale il gruppo;
• i ruoli assunti dagli attori, siano essi ruoli di fatto o specificamente assegnati;
• le caratteristiche generali della comunità virtuale e le modalità attuate nel lavoro in rete. 9
9
Calvani, A., Rotta, M., Fare formazione in Internet. Manuale di didattica online, Erickson, Trento, 2000, pp. 242-245
22
rispetto degli altri, della loro libertà e delle loro esigenze, norme quindi di buona educazione
nell’interazione tra i soggetti che utilizzano la comunicazione tecnologica. Non esistono delle
regole fisse o imposte dall’esterno, ogni comunità nel momento della propria costituzione può
stabilire le proprie, creando una sorta di regolamento interno. Le versioni della netiquette elaborate
nel corso del tempo sono molteplici, ma Trentin ne esplicita alcune linee guida, che vengono di
seguito riassunte:10
ascoltare prima di parlare;
non eccedere nel quoting (citazione del messaggio a cui si tende replicare, opportunamente
evidenziato e riportato automaticamente nel messaggio di risposta);
non far circolare lunghi stralci di documenti;
scusarsi, ma con moderazione (evitare di scusarsi per piccole sviste);
evitare il flame (non portare mai in un’area pubblica un dibattito privato, specialmente se
polemico);
capire prima di reagire, per evitare malintesi;
evitare lo spamming;
non annoiare;
non essere grafomani (non ripetersi, non dilungarsi, non scrivere troppo spesso);
scegliere bene il titolo/oggetto (la scelta del titolo è importante perché esso dovrebbe
riflettere nel modo più chiaro possibile il contenuto del messaggio. Spesso si fanno ricerche
per titolo, sia manualmente che utilizzando il motore di ricerca, quindi la scelta del titolo
influirà anche su questa operazione.)
non chiedere aiuto inutilmente;
rispettare la privacy:
10
Trentin, G., Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze. Ruolo, dinamiche e tecnologie delle comunità
professionali online, Franco Angeli, Milano, 2004, pp.268-271.
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badare al tono (rileggere sempre ciò che si è scritto, chiedendosi se è chiaro il tono del
messaggio che si vuole inviare, per evitare che si creino dei malintesi dovuti alla mancanza
della presenza fisica);
uso delle emoticons;
non usare il “tutto maiuscolo”, perché è considerato l’equivalente di “urlare”;
non essere impazienti (non ci si può aspettare sempre di ricevere una risposta immediata).
La scelta di alcune di queste regole, che possono essere proposte e agite all’interno della comunità
avviene a discrezione di ciascun moderatore, che grazie a questo prezioso strumento potrà creare un
ambiente in cui si possa garantire la buona sopravvivenza, condizione necessaria per gestire i
rapporti personali a distanza.
Il secondo strumento di cui l’e-moderator può avvalersi è l’agenda di lavoro, utilizzata per
organizzare e pianificare tutte le sue attività con l’obiettivo che questo porti alla crescita e alla
gestione della conoscenza del gruppo di lavoro. Una delle attività, che può essere presa ad esempio,
in cui l’utilizzo dell’agenda risulta vantaggioso è gestione delle discussioni finalizzate alla
costruzione della conoscenza; sono tre le attività che il moderatore dovrà tenere in particolare
considerazione:
pianificazione della discussione
interventi all’interni di discussioni
chiusura delle discussioni
Una buona agenda potrà agevolare il tutor nello svolgimento del suo ruolo ed aiutarlo ad affrontare
meglio le situazioni critiche e a mantenere un ritmo di lavoro sostenibile.
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Bibliografia
25
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