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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE

Via Rosenberg73050 SALVE (LE) Tel./fax 0833 740047 E mail LEIC803002@istruzione.it Sito web www.comprensivosalvemorciano.gov.it

PROGETTO:

ALBERI E FRUTTI DELLA TRADIZIONE LOCALE

Scuola Primaria Salve classi 5^ A-B a.s. 2012/2013

Alunni: Alemanno Sara, Amico Mirko, Andrioli Salvatore, Camille Giacomo, Caroppo Francesco, Cassiano Jacopo, Cassiano Maria Teresa, DAmico Vanessa, dAnna Maria, De Giorgi Daniela, De Micheli Antonella, De Sangro Alessandro, Giaccari Chiara, Giudice Isabella, Giugno Alessandra, Grecuccio Lucia, Marzo Francesca, Mul Luca, Negro Laura, Ramagnano Gabriele, Ricciato Daisy, Rosafio Gioele, Sammali Sara, Savoca Martina, Scupola Jerri, Sergi Micaela, Simone Fatima, Stendardo Alex, Trane Francesco, Vantaggio Altea. Docenti: Dora Ruberti, Maria Consiglia Cazzato, Angela Cucinelli, Antonella Trane. Si ringraziano la maestra Ornella Prontera per le foto fornite e Legambiente per la collaborazione. Pagina 2

Il progetto ALBERI E FRUTTI DELLA TRADIZIONE LOCALE un naturale proseguimento del Progetto ERBE
SELVATICI, IL BELLO DI ESSERE DIVERSI E FRUTTI

presentato da

LEGAMBIENTE e vuole promuovere la conoscenza delle risorse naturali e culturali presenti nella propria realt territoriale, facendo riscoprire alle nuove generazioni sapori e profumi legati al territorio come: fichi, uva, fichi dIndia, prugne, melecotogne, melagrane, giuggiole, pirazzo, carrubo, quindi far conoscere i frutti locali, che rischiano lestinzione, e il loro utilizzo.
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Nome scientifico: Ceratonia Siliqua Famiglia: Liguminosa Nome in italiano: Carrubo Nome dialettale: Cornula Notizie storiche: Il Carrubo una pianta originaria del bacino meridionale del Mediterraneo. Diffuso nellItalia meridionale. Luogo di coltivazione: Il carrubo una pianta sostanzialmente rustica, che si adatta a condizioni difficili, infatti, questa specie cresce bene nei climi caldi e aridi e si adatta anche a terreni calcarei e pietrosi.

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Il carrubo un arbusto alto fino a 6-7metri con un tronco corto e tozzo con corteccia liscia, bruno-rossa. Le foglie sono alterne, persistenti, composte da 2-5 paia di segmenti ovali, rotonde, o smarginate all apice. I fiori, in prevalenza unisessuali, tendono a ripartirsi su piante separate in base al sesso, determinando nella specie un comportamento essenzialmente dioico. I fiori molto piccoli e di colore verde-rossastro (privi di corolla, calice con 5 sepali presto caduchi), sono riuniti in grappoli cilindrici eretti, quelli maschili con 5 stami,quelli femminili con uno stimma sessile. Il frutto (carruba) un legume allungato e appiattito, di circa 2x10-15 cm, nerastro a maturit, con epicarpo crostoso, mesocarpo carnoso dolce e una fila di piccoli semi lenticolari,bruni, di consistenza lapidea. La crescita del carrubo lenta, la sua longevit molto alta, fino a 500 anni . Caratterizza laspetto pi caldo della macchia mediterranea, dove si accompagna a olivastro, palma nana, filiera maggiore, lentisco, mirto e altre specie arbustive ed erbacee. La produzione di frutti per albero molto grande. La polpa dolce di questo frutto, noto sin dalla pi remota antichit, abbastanza nutriente per cui certi popoli ne fecero, un tempo, una parte. Importante del loro vitto. La polpa fresca assai gradevole e ha unazione leggermente lassativa ; secca, al contrario, astringente. Dalla fermentazione si pu ricavare alcol, mentre i semi forniscono appretti e gomme dimpiego industriale. Inoltre con le carrube si preparano mangimi per gli animali; dalla scorza e dalle foglie si possono estrarre tannini. Da ultimo non va trascurato il valore ornamentale della pianta, molto indicata nellabbellimento dei paesi costieri. Un tempo questo frutto veniva usato per produrre degli sciroppi efficaci contro tossi e raffreddori.

SCIRUPPU PE LA TOSSE Ingredienti: alcune carrube, buccia di unarancia, buccia di un limone, alcuni fichi secchi, finocchio e alcune foglie di malva. Preparazione: mettere tutti gli ingredienti in una pentola con abbondante acqua e far bollire a lungo. Quando le carrube risultano morbide, filtrare, aggiungere lo zucchero, rimettere sul fuoco e far restringere. Alla fine il liquido risulter denso come un vero sciroppo. Assumere a cucchiai.

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Nome scientifico: O-ficus-indica. Famiglia : Cactaceae. Nome in italiano: fico dindia. Nome dialettale: Ficarigna. Notizie storiche: Cera gi dai tempi degli Aztechi quando era considerata pianta sacra, con forti valori simbolici. La pianta arriv in Europa intorno al 1493 anno del ritorno a Lisbona dalla spedizione di Cristoforo Colombo. Luogo di coltivazione: E una tipica pianta arido resistente richiede temperature superiori a 0 c , terreni leggeri , senza ristagni idrici.

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Il fico dIndia una pianta succulenta arborescente che pu raggiungere i 35 m di altezza. Il fusto composto da cladodi, comunemente denominati pale: si tratta di fusti modificati di forma appiattita e ovaliforme lunghi da 30\40 cm che unendosi gli uni agli altri formano delle ramificazioni . I cladodi assicurano la fotosintesi clorofilliana. Sono ricoperti da una cuticola cerosa che limita la traspirazione e rappresenta una barriera contro i predatori. I cladodi basali, intorno al quarto anno di crescita, vanno incontro a lignificazione dando vita ad un vero e proprio tronco. Le vere foglie hanno una forma conica e sono lunghe appena qualche millimetro . Appaiono sui cladodi giovani e sono effimere. Le spine propriamente dette sono biancastre, sclerificate, solidamente impiantate, lunghe da 1 a 2 cm. I glochidi sono invece sottili spine lunghe alcuni mm, di colore brunastro, che si staccano facilmente dalla pianta al contatto, ma essendo muniti di minuscole scaglie a forma di uncino, si impiantano solidamente nella cute e sono molto difficili da estrarre, in quanto si rompono facilmente . Lapparato radicale superficiale, non supera in genere i 30 cm di profondit nel suolo, ma molto esteso. I fiori sono a ovario infero e uniloculare. Il pistillo sormontato da una stimma multiplo. Gli stami sono molto numerosi. I sepali sono poco vistosi mentre i petali sono ben visibili e di colore giallo arancio. Un cladode fertile pu portare sino a una trentina di fiori . Il frutto una bacca carnosa con numerosi semi il cui peso pu variare da 150 a 400 g . Il colore differente a seconda delle variet: giallo-arancione nella variet sulfarina, rosso porpora nella variet sanguigna e bianco nella muscaredda. Molto dolci i frutti sono commestibili e hanno un ottimo sapore. Una volta sbucciati e privati delle punte si possono tenere in frigorifero e mangiare freddi . MARMELLATA DI FICHI D`INDIA Ingredienti: per ogni kg di fichi dindia 600 g di zucchero Preparazione: Sbucciare i fichi dindia e metterli in un pentolone di rame dove verranno schiacciati uno per uno e inviati alla cottura . Cuocete fino a quando la polpa diventa quasi liquida. Lasciate raffreddare e passate al setaccio. Travasate la purea, che avrete ottenuto, nel pentolone di rame e proseguite con la cottura. Lasciate cuocere il composto, mescolando di continuo con un cucchiaio di legno, fino a che avr raggiunto la consistenza di una marmellata. Dovete cuocerla finch la marmellata non avr raggiunto la giusta consistenza . Ecco un aiuto per verificarla. Quando, versandone un cucchiaino su un piatto, il composto scorrer lentamente, la marmellata sar pronta . Invasatela ancora calda fino ad un cm dal bordo del vaso, e mettere il coperchio ermetico. A questo punto capovolgete il vasetto per 5 minuti in modo che la marmellata ancora bollente impregni l`interno del coperchio. Si effettua cos una specie di auto sterilizzazione

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Nome scientifico: Punica granatum Famiglia : Punicaceae Nome in italiano: Melograno. Nome dialettale: Sita. Notizie storiche: Il melograno si ritiene originario dellAsia sud-occidentale, presente da epoca preistorica nellarea costiera del Mediterraneo, risulta storicamente che vi sia stato diffuso dai Fenici, dai Greci e, in seguito, dagli Arabi. Luogo di coltivazione: E una pianta resistente allarido estivo ed alle temperature invernali tipiche del Mediterraneo; in tali condizioni straordinariamente resistente ad ogni tipo di malattia.

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Il melograno una pianta della famiglia delle punicaceae. Le foglie sono opposte o sub opposte, lucide, strette ed allungate. I fiori sono di un vivo colore rosso e hanno tre-quattro petali. Il frutto una bacca di consistenza molto robusta, con buccia molto dura e coriacea, ha forma rotonda o leggermente allungata, la dimensione fortemente condizionata dalla variet e, soprattutto, dalle condizioni di coltivazione. Il frutto ha diverse partizioni interne robuste che svolgono funzione di placentazione ai semi, detti arilli (fino a 600 ed oltre per frutto). In alcune variet i semi sono circondati da una polpa traslucida colorata dal bianco al rosso rubino, pi o meno acidula e, nelle variet a frutto commestibile dolce e profumata. Il frutto reca in posizione apicale (opposta al picciolo) una caratteristica robusta corona a quattro-cinque pezzi, che sono residui del calice fiorale. Il nome "melograno" deriva dal latino malum ("mela") e granatum ("con semi). La melagrana pu essere classificata in base al gusto dei frutti: acida, agrodolce e dolce. La melagrana usata sia per il consumo fresco che per la preparazione di alcuni prodotti. Lusanza di accostare la melagrane a piatti salati, tipica del medioevo, in Italia molto diffusa, per cui si utilizza soprattutto in ricette di ispirazione orientale. Col succo della melagrana si prepara la granita, una bevanda dissetante, ma anche gelatine, sorbetti, gelati e succhi. Inoltre, qualche chicco di melagrana sparsi in un piatto ha un effetto decorativo di grande impatto. I semi sono consumati direttamente, o seccati e macinati come componenti di alcune salse. Le bucce dei frutti, con le loro propriet aromatiche, vengono usate per dare gusto amarognolo a Vermouty e aperitivi, inoltre, nei tempi passati venivano usate per tingere le stoffe. Il succo del melograno detto granatina ed ottenuto dalla spremuta dei semi, spesso diluita e zuccherata, usata come bevanda. Il melograno per i suoi numerosi semi simbolo di produttivit, ricchezza e fertilit.

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Nome scientifico: Ficus carica Famiglia : Moracee Nome in italiano: Fico Nome dialettale: Fico/culummara Notizie storiche: Il fico un albero originario dellAsia occidentale, precisamente di una zona detta Caria,introdotto da tempo immemorabile nellarea mediterranea. In Italia presente soprattutto in Puglia, Campania e Calabria. Luogo di coltivazione: E una pianta molto resistente alla siccit e vegeta nelle regioni della vite, dellolivo e degli agrumi, non resiste a meno di 10 C; teme i ristagni idrici e ama i terreni freschi.

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La pianta del fico una specie arborea. Esiste sia la specie Ficus carica sativa, che Ficus carica capri ficus, rispettivamente fico domestico(fico vero opianta femmina) e fico selvatico (caprifico o, semplicemente, pianta maschio). Il fico si presenta come un albero piuttosto possente, dalle altezze generalmente variabili dai 6 ai 10metri, la corteccia che riveste il tronco tortuoso ruvida e grigia, e i rami terminano con gemme appuntite, ricoperte da squame verdastre. I rami sono mascherati da grandi foglie verdi, oblunghe, scabre, dai contorni ovali. Presentano tre lobi(trilobate) o cinque (penta lobate), ognuno dei quali delineato da un contorno piuttosto irregolare e dentato. Ci che la maggior parte delle persone chiama frutto , in realt, un falso frutto. Il fico, infatti, un siconio, uninfruttescenza carnosa e dolcissima, ricoperta da una buccia delicata dal colore variabile dal rosso al verde, e dal bluastro al grigio. Allinterno del fico, si trovano fiori, dalle dimensioni piccolissime, costituiti da unapertura (ostilo), che funge da ingresso per gli imenotteri. I verifrutti sono,invece, numerosissimi piccoli acheni, posizionati nella dellinfiorescenza: ogni achene (i cosiddetti semini) incastonato nella polpa dolcissima e deliziosa. La pianta femmina del fico si distingue per il fusto massiccio e possente, avvolto da una corteccia liscia color grigio; lapparato radicale piuttosto espanso, seppur superficiale. La pianta femmina pu raggiungere altezze considerevoli, superando talvolta gli 8-10 metri. Il fico femmina si distingue anche e soprattutto per tre fattori: presenza di fiori prettamente femminili, produzione di fichi primaticci (o fioroni) e di fichi veri. I fioroni maturano nella tarda primavera, i fichi veri si formano e maturano a fine estate. Nel caprifico, invece,sono presenti sia fiori maschili che femminili. Non esiste campagna nel Salento dove non ci sia un albero di fico, a testimonianza del fatto che un tempo, i fichi costituivano lalimentazione dei poveri. I nonni raccontano che ai loro tempi si infilavano sempre tre o quattro fichi secchi in tasca, prima di andare in campagna: tanti zuccheri racchiusi in quelle leccornie antiche, che davano un apporto energetico molto valido per affrontare le giornate di duro lavoro sotto il sole. FICHE CU LE MENNALE Ingredienti: 1 kg di fichi, 150 g di mandorle, foglie di alloro, buccia di due limoni, semi di finocchio, cannella, chiodi di garofano. Preparazione: Scegliete alcuni fichi maturi, ma solidi. Lavateli ed asciugateli accuratamente senza sbucciarli. Tagliateli a met nel senso della lunghezza e disponeteli su di un graticcio con linterno rivolto verso lalto, ad essiccare al sole, avendo cura di rigirarli su se stessi un paio di volte al giorno e ritirarli la sera, per ovviare allumidit. Quando li vedrete di un bel colore bruno,potete toglierli e farcirne ognuno con una mandorla (precedentemente tostata in forno per qualche minuto a 180), un pizzico di buccia di limone tritata, alcuni semi di finocchio ed un po di cannella. Richiudeteli e cuoceteli in forno a 180 per 15minuti. Una volta raffreddati, poneteli in un barattolo di vetro, alternandoli a delle foglie dalloro e chiodi

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Nome scientifico: Pyrus pyraster Famiglia : Rosaceae Nome in italiano: Pero selvatico Nome dialettale: Pirazzu Notizie storiche: La provenienza di questa pianta molto discussa, ma quasi certamente originaria dellAsia occidentale, comune in tutta lItalia. Luogo di coltivazione: Il pero selvatico diffuso in tutta la penisola. Vive in terreni incolti, garighe, macchia mediterranea, caspuglieti.

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Il pero selvatico un arbusto, o alberello, alto fino a 8 metri. Il fusto eretto e ha una chioma globosa, i rami sono spinescenti allapice. Le foglie caduche sono provviste di picciolo, hanno forma lanceolata, margine intero, colore verde scuro lucido nella pagina superiore e chiaro ricoperte di peluria in quella inferiore. I fiori hanno cinque petali bianchi ellittici. I frutti sono peduncolati, hanno forma globosa e colore bruno giallognolo. Hanno sapore asprigno e si possono mangiare dopo aver subito lammezzi mento, cio un processo di ulteriore maturazione della frutta dopo il raccolto, a seguito del quale la polpa diventa bruna, molle e zuccherina. I frutti vengono raccolti e lasciati maturare sulla paglia, hanno qualit astringenti. La pianta spesso usata come portainnesto del pero coltivato. Fiorisce in aprile-maggio, mentre i frutti maturano in settembre-ottobre. Il legno di pero a grana fine, compatto, rossastro e molto apprezzato in ebanisteria.

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Nome scientifico: prunus domestica. Famiglia : rosacee Nome in italiano: Pruno Nome dialettale: Brunu Notizie storiche: originario dell Asia Luogo di coltivazione: i Prunus sono in genere di facile coltivazione; necessitano di essere posti a dimora in luogo luminoso,dove possono godere dei raggi diretti del sole

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Il susino ( prunus domestica) appartiene alla famiglia delle Rosacee ed originario dell Asia . Eun albero da frutto con foglie ovali verde scuro e fiori bianchi che nascono prima delle foglie. I frutti sono anchessi ovali e secondo le specie sono di colore giallo, rosso e viola scuro. E adatto a ogni tipo di giardino poich necessita di uno spazio minimo. Il Susino e un albero abbastanza robusto che non ha bisogno di molti trattamenti ed bellissima la fioritura che si ha in primavera. Il clima ideale quello temperato, l esposizione giusta per il susino, per ottenere un frutto migliore in pieno sole e al riparo delle gelate invernali. Va bene qualsiasi tipo di terra e in estate deve essere irrigato regolarmente sempre per facilitare i frutti . I frutti del prugno sono utilizzati in alcuni paesi per produrre bevande alcoliche. Le prugne sono un frutto mediamente calorico hanno effetto lassativo soprattutto se consumate a digiuno o prima dei pasti. La corteccia della pianta era utilizzata in passato per colorare di rosso la lana. Come erba medica usata come purgante, diuretico e depurativo del sangue i principi attivi contenuti nei fiori sono cumarine, flavone e glucosidi dell acido cianidrico; i frutti contengono vitamina C, tannino e acidi organici. Il legno, come quello di molti alberi da frutto, un apprezzato combustibile. In passato il susino veniva considerato un albero magico in grado di riparare le abitazioni colpite dai fulmini e curare malattie. Oggi si conoscono solo le propriet lassative del suo frutto.

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Nome scientifico: Morus Famiglia : Mosaceae Nome in italiano: Gelso Nome dialettale: Chiosu Notizie storiche: Il nome del genere quello che utilizzavano i Romani. Dal latino morus celsa, moro alto in contrapposizione alla mora di rovo. Luogo di coltivazione: Il gelso prospera in qualunque ambiente, dalle rive del mare fino alla media collina, da Nord a Sud, su qualsiasi tipo di terreno.

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Il gelso un albero che pu raggiungere l altezza di 10-12 m con chioma larga; l et media si calcola a 100 anni ma esistono certamente individui plurisecolari .Il tronco eretto e irregolarmente ramificato, rivestito da una corteccia bruno-grigiastra, screpolata , reticolata a piccole scaglie. Le foglie sono caduche, alterne, ampie, di colore verde lucente non molto scure; irregolarmente seghettato .I fiori sono unisessuali raramente bisessuali , quelli maschili sono disposti in spighe cilindriche di 2-4 cm,peduncolate , quelli femminili in glomeruli ovoidali. Nascono presso l ascella della foglia in aprile. Il frutto carnoso color giallastro bianco o nero con sapore dolciastro, matura in giugno luglio . USI:la specie del genere morus vengono coltivate per diversi scopi :i frutti ( more nere e more bianche ) sono eduli . Le foglie sono utilizzate in bachicoltura come alimento base per l allevamento dei bachi da seta .Come piante ornamentali. Per ricavarne legname da lavoro , buona legna da ardere e per ricavarne pertiche flessibili e vimini per la fabbricazione di cesti. Con il gelso vengono prodotte marmellate, gelatine, confetture, sorbetti, dolci e grappe. . Aromatizzante, colorante per gelati, conferisce un colore blu- violetto.L infuso di foglie ha propriet antibiotiche .La polpa viene usata in cosmesi per maschere lenitive di pelli secche , il succo trova uso in lozioni idratanti .Propriet medicinali di frutti, foglie radici e corteccia : espettorante, depurativo, lassativo, rinfrescante e tonico; un tempo non molto lontano venivano indicate per lenire afta angina,astenia, stipsi e stomatite. MARMELLATA DI GELSI NERI Consiglio:raccogliere i gelsi pi maturi nel mese di Luglio o Agosto. Ingredienti: 1kg di gelsi, 750 g di zucchero. Preparazione: prendere i gelsi, lavarli sotto lacqua corrente, togliere i gambi e dividerli in due verticalmente. Mettere i gelsi nel tegame aggiungendo lo zucchero. Amalgamare il composto fin quando non si rapprende e diventi denso e compatto. Questo lavoro dura 2-3 ore stando ben attenti a rimescolare continuamente per evitare che la marmellata si attacchi al fondo della pentola . Una volta ottenuta la giusta cremosit abbassare la fiamma e iniziare a riempire i vasetti caldi .Riporre il vasetto capovolto e infine avvolgerli tutti in una coperta.

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Nome scentifico: ziziphus vulgaris Famiglia: Ramnaceae Nome in italiano: Giuggiolo Nome dialettale: Scisciale Notizie storiche: il giuggiulo originario dellAsia dove molto coltivato. In Italia presente fin dal tempo dei romani. Luogo di coltivazione:vive in zone con clima temperato e con estati lunghe e calde

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Il giuggiolo un albero alto 6-7 metri, dallaspetto piuttosto contorto. La pianta del giuggiolo presenta particolari ed inconfondibili rami spinosi e zigzaganti, dal colore rossiccio o brunastro. La corteccia si presenta molto corrugata. Le foglie, verdi, brillanti, sono coriacee, alterne ed ovatobislunghe,dal bordo impreciso, quasi seghettato; i fiori, di colore bianco candido, talvolta verdastro, sono riuniti in piccole infiorescenze. I frutti eduli e carnosi sono le giuggiole, questi frutti sono grandi quanto unoliva, presentano polpa giallognola,buccia marroncina-brunastra e sapore dolce. Quando i frutti del giuggiolo vengono raccolti immaturi risultano leggermente aciduli al gusto, sapore talvolta paragonabile a quello della mela. La pianta del giuggiolo produce frutti solamente al termine dei mesi estivi; ci nonostante la pianta resiste anche a temperature molto basse. Attualmente scarsamente diffuso in orti, case di campagne, quasi sempre allo stato sporadico, in rari casi si rinselvatichito. Predilige terreni sabbiosi o sassosi o calcarei a reazione neutra o basica, rifugge i terreni umidi e non soffre troppo le basse temperature invernali. I frutti vengono utilizzati per produrre: marmellate, sciroppi, confetture, gelatine, canditi, dolci, bevande alcoliche e liquorose. I frutti sono anche usati come mangime per gli animali.

Da dove deriva il modo di dire andare in brodo di giuggiole? Andare in brodo di giuggiole gongolare per la gioia, uscire di s dalla contentezza espressione attestata nellitaliano scritto a partire dal 1791. Il riferimento di base, che motiva il significato figurato della locuzione, lalto, piacevole, contenuto zuccherino delle drupe del giuggiolo (le giuggiole, per lappunto).

GIUGGIOLE SOTTO SPIRITO Mettere in un vasetto tipo Bormioli 500g di giuggiole mature, 200 g di zucchero, un bacello di vaniglia, la scorza di un limone . Lasciare al sole per almeno 20 gg sbattendo di tanto in tanto fino a che lo zucchero si sia sciolto, aggiungere a poco a poco 500cc di alcool 95. Consumare dopo 7/8 mesi.

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Nome scientifico: Cydonia oblunga Mill. Famiglia: Rosaceae. Nome in italiano: Cotogno. Nome dialettale:Cutugnuo. Notizie storiche: Di origini antichissime,ma tuttora presente, era gi conosciuta circa 4000 mila anni fa dai Babilonesi,nonch dai Greci e dai Romani che la consumavano fresca accompagnata dal miele. Luogo di coltivazione: il Cotogno diffuso principalmente nellarea occidentale del Mediterrane-

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Il melo cotogno si sviluppa in un piccolo albero, di dimensioni che non superano i 4-5 metri di altezza, con una bella chioma allargata e fogliame Caduco. Le nuove foglie primaverili sono cubescienti, ovvero sono ricoperte da una sottile peluria, sono grandi, ovali, di colore chiaro; a inizio primavera il cotogno produce fiori a cinque petali, di colore bianco, rosato o aranciato, simile a piccole rose semplici. In estate ai fiori seguono i frutti, dei pomi dalla forma tondeggiante o allungata, in genere abbastanza bitorzoluti e bisuniformi, che presentono una polpa dura e compatta immangiabile nei frutti anche se maturi. I frutti di cotogno sono di colore giallo oro, anche se appaiono quasi grigi a causa della peluria sottile che li ricopre, simile a quelle delle pesche, salvo per il fatto che appoggia soltanto sulla buccia lucida, e si stacca semplicemente sfregando i frutti con le dita. Il melo cotogno un albero antico, che ha subito poche modificazioni da parte delluomo; sembra che sia una dei primi frutti presenti nel frutteto, e quindi la gran parte delle mele di cui si parla in storie, tradizioni e leggende, dovevano essere una buona probabilit delle mele cotogne. Le mele cotogne necessario cuocerle per poterle mangiare, entrano perci nelle ricette di moltissimi piatti regionali soprattutto per la produzione di marmellata. Essendo inoltre la mela cotogno molto profumata e dallodore molto persistente viene sfruttata come profumo come armadi e biancheria.

CUTUGNATA Lavate le cotogne sfregandole per eliminare la peluria, eliminate i torsoli e le eventuali ammaccature, tagliatele a pezzi e ponetele in una pentola unendo mezzo litro dacqua ogni 800 grammi di prodotto. Lasciate cuocere lentamente il tutto rigirando spesso con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una poltiglia che passerete al setaccio, ottenendo cos una purea. In unaltra pentola ponete 500 grammi di zucchero per ogni chilogrammo di purea e fatelo sciogliere con un po dacqua; aggiungete la purea di mele cotogne e lasciate cuocere il tutto senza coperchio fino a quando la confettura avr assunto una buona consistenza e la tipica colorazione rosso-bruna. Versate la confettura in formine, oppure in teglie dai bordi bassi, una volta raffreddata tagliatela a pezzi avvolgeteli con carta oleata e conservateli in scatole . In questa ricetta non prevista leliminazione delle bucce, la cui presenza contribuisce ad addensare il prodotto e a caratterizzarlo con un maggiore aroma e una leggera, piacevole granulosit tipica delle produzioni familiari.

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COSA SERVE: Una tazza di farina Una tazza di sale fino (polverizzato) Una tazzina di acqua Un cucchiaino di colla vinilica (facoltativo) Vernice spray trasparente

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PROCEDIMENTO: Con il frullatore abbiamo polverizzato il sale il pi possibile. In una terrina abbiamo messo la farina e il sale e abbiamo mescolato aggiungendo piano piano lacqua fino ad ottenere un impasto morbido. Sulla spianatoia abbiamo impastato per qualche minuto fino a che la pasta risultata omogenea e liscia, senza grumi: n troppo molle n troppo dura. Durante lutilizzo abbiamo avvolto la pasta nella pellicola trasparente; per conservarla qualche giorno, in frigorifero. Una volta modellata labbiamo fatta asciugare nel forno ventilato a bassa temperatura (in media 50) per diverse ore. Dopo la coloritura dei frutti, per conservarli li abbiamo spruzzati con lo spray lucidante che serve a dare un effetto lucido, ma soprattutto a proteggere i frutti dallumidit.

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COSA SERVE: 1 kg di frutta 750 g di zucchero

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PROCEDIMENTO: Abbiamo lavato la frutta, tagliata a pezzettini e messa in una casseruola capiente. Abbiamo aggiunto lo zucchero, mescolato con un cucchiaio di legno, quindi abbiamo messo sul fuoco e portato ad ebollizione. Abbiamo proseguito la cottura mescolando con il cucchiaio di legno fino a quando la marmellata ha raggiunto la giusta densit. Abbiamo versato nei vasetti la marmellata ancora calda, abbiamo chiuso ermeticamente e vasetti e lasciati raffreddare. A questo punto: Buon Appetito!!

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COSA SERVE: Carta di quotidiani Colla vinilica Acqua Stampi di varie forme (ciotole, vasi, palloncini, calchi di vario materiale) Pennelli di varie misure Vernice trasparente (facoltativa)

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PROCEDIMENTO: In una bacinella ampia abbiamo diluito la colla polivinilica con lacqua (proporzione di 3 bicchieri di colla e 1 dacqua) e abbiamo rimestato con un cucchiaio. Abbiamo strappato i fogli di giornale in modo da ottenere tante strisce. Abbiamo creato lo stampo per dare la forma al nostro oggetto: i cladodi (comunemente detti pale) del ficodindia con cartoncino rigido, i ficodindia con i contenitori di plastica delle uova. A questo punto abbiamo immerso le strisce di carta, per qualche minuto, nella bacinella contenente acqua e colla. Dopo abbiamo rivestito gli stampi con diversi strati di carta (dai 4 ai 6). Abbiamo lasciato asciugare perfettamente, poi con la tempera bianca abbiamo dato il primo strato di pittura, per uniformare il colore. Successivamente abbiamo colorato con i colori indicati. Alla fine abbiamo rifinito con un paio di mani di vernice trasparente.

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Il progetto Alberi e frutti della tradizione locale prende spunto dal rapporto bambino-ambiente ed proteso all`educazione ambientale che vuole promuovere un corretto rapporto con la natura locale, nella consapevolezza che ognuno deve conoscere, rispettare e proteggere l`ambiente in cui vive e le sue risorse. Si punta a fare in modo che ogni allievo sviluppi rispetto, amore e cura verso il proprio territorio naturale; atteggiamenti che sono alla base della formazione di una COSCIENZA ECOLOGICA. I lavori su cartelloni sono stati organizzati usando diverse tecniche (colorare con tempere e spugnette, polverina, pastelli, pennarelli) e diversi tipi di materiale (carta-velluto, carta crespa, rete, argilla, legnetti), al fine di attivare una piu` accattivante produzione artistica. Durante lo svolgimento delle attivit di produzione grafico-pittorica il grado di partecipazione, coinvolgimento ed interesse degli alunni stato notevole.

Questanno abbiamo partecipato, con grande interesse ed impegno al progetto ALBERI EFRUTTI DELLA TRADIZIONE LOCALE. Abbiamo scoperto alberi e frutti, come il carrubo, il fico, il gelso e il fico dindia. Il risultato stato soddisfacente. Siamo rimasti molto soddisfatti, abbiamo scoperto come hanno vissuto i nostri nonni, la passione perla natura e i frutti che ci dona. Siamo anche un po dispiaciuti, perch oggi molti di essi non vengono raccolti e tanto meno gustati. Vogliamo ringraziare le insegnanti che, con pazienza ci hanno insegnato a realizzare alberi e frutti con diverse tecniche di lavorazione: pasta sale, cartapesta e cartelloni colorati e decorati in diversi modi.

Il progetto ci piaciuto perch abbiamo imparato molte cose sulle piante e sui frutti della tradizione e come si fa la pasta sale. Ringraziamo tutte le maestre.

Il progetto a cui abbiamo partecipato ci piaciuto tanto perch abbiamo imparato tutti i frutti principali del Salento, come: carrubo, melograno, giuggiole, fico dindia, melo cotogno, bruno, prugna Ci piaciuto anche ricostruire questi frutti con la pasta sale e decorare e colorare i cartelloni. La cosa che ci piaciuta di pi stato fare la marmellata di prugne.

Il progetto ci piaciuto perch abbiamo manipolato la cartapesta e abbiamo fatto la marmellata di prugne con gli amici.

Questanno, insieme alle maestre, abbiamo realizzato un progetto dal titolo: Alberi e frutti della tradizione locale. E stata unesperienza fantastica ed abbiamo imparato nuove e divertenti cose come manipolare la pasta sale e la cartapesta. Con la maestra Maria Consiglia abbiamo creato dei bellissimi cartelloni che rappresentano alberi, frutti e fiori della nostra tradizione locale. Con la maestra Antonella, invece, abbiamo lavorato al computer, abbiamo scaricato nomi scientifici e altre notizie sul frutto analizzato per realizzare poi un libricino che riassume tutto il lavoro fatto. Con la maestra Dora e la maestra Angela abbiamo creato i frutti con la pasta sale e la cartapesta. Infine abbiamo anche preparato una dolcissima marmellata di prugne.

Il progetto Alberi e frutti della t r a d i zi o ne l o c a l e s t a t a unesperienza fantastica: tutti insieme abbiamo lavorato la pasta sale, fatto ricerche, cartelloni...ma soprattutto abbiamo lavorato in

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