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di Paolo De Lorenzi
I n d i c e
Val Pentemina R iola Supe riore Te cosa - Torriglia Costapianella Carse gli Pezza - Tine llo Se rre di Pentema
Val Brevenna Senare ga - Val Bre ve nna Casare ggio Pian de i Curli Aia Ve cchia Lavazzuoli Piancassina Tonno
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1 Edizionegennaio 2012
Val Noci Asse re to Case Fontana Case Veixe Case Monte Bano Case Brugose cco Case Te itin Noci
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Riola una frazione del comune di Torriglia suddivisa in superiore, di mezzo e inferiore, ormai abbandonata ed in rovina, come molte altre piccole e minuscole frazioni del nostro Appennino. Si raggiunge dal passo lungo la strada che collega Donetta a Pentema con una mulattiera - sulle mappe catastali indicata come Strada C omunale Torriglia Riola, che la stessa che con una deviazione conduce anche a Tecosa, altra frazione del comune di Torriglia. Particolarit di Riola la piccola chiesetta che con molta probabilit veniva utilizzata sia dalle frazioni di Riola che di quella di Tecosa, per le funzioni religiose.
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Inte rno di una stalla al piano te rra con un ve cchio banco da falegname
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E' il pi elevato dei cinque agglomerati che compongono C arsegli insieme a Rione, Vallecalde, Case Vecchie e Cognole. Posto ad una quota di circa 870 mt. s.l.m. raggiungibile solo tramite una mulattiera che ha inizio in corrispondenza della piazza della frazione C ase Vecchie, dove termina la strada asfaltata. Per raggiungere Case Vecchie bisogna risalire da Bromia in comune di Montoggio la Val Pentemina fino alle case di Rione e poi prendere la deviazione sulla sinistra in salita, anzich proseguire per Pentema e Donetta.
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Pezza: antico casolare in pie tra affacciato sulla Val Pentem ina
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Lungo strada che raggiunge Tonno, si incontra l antichissimo borgo di Casareggio, uno dei meglio conservati dell intera vallata. Numerose ancora le case in muratura di pietrame ed alcune conservano la copertura con le cosiddette ciappe in pietra. Tra vicoli lastricati, piccole aie, fienili e trogoli sembra che il tempo si sia fermato, soprattutto nel periodo invernale quando il paese rimane praticamente disabitato. Di particolare interesse, la casa detta del fabbro con finestra zoppa, sulla cui facciata sono visibili due meridiane, una ricavata da una una lastra di pietra che conserva intatto lo gnomone e laltra dipinta a fresco.
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Dalla parte alta del paese di Casareggio, in corrispondenza del grande trogolo vicino alla piccola chiesa, seguendo con difficolt il segnavia cerchio giallo barrato, si sale tra le fasce abbandonate, fino a raggiungere il piccolo nucleo rurale di Pian dei C urli. Si tratta di una manciata di case in pietra, alcune ormai completamente diroccate, edificate attorno ad un antico lavatoio. Di particolare interesse ed ancora ben conservato un vecchio edificio con retrostante secchereccio: il gre, ovvero la struttura su cui venivano poste le castagne, ottimamente conservato, costituito da una fitta rete intrecciata di rami di castagno, che consentiva al fuoco sottostante di fare passare il calore che faceva seccare le castagne.
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All inizio della diramazione per C asareggio e Tonno, una breve deviazione sulla sinistra conduce alla piccola frazione di Aia Vecchia. Poche case in pietra addossate le une alla altre, con l immancabile trogolo, i fienili celtici, un tempo con la copertura ricoperta di paglia e le fasce in pietra tutt intorno. Da segnalare all inizio del paese, un ingresso contornato da grossi blocchi in calcare. Il nome deriva dall utilizzo per la battitura dei cereali, quali segale, grano e avena che venivano coltivati sui terrazzamenti circostanti.
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Borgo rurale raggiungibile dalla frazione di Piancassina, tramite il sentiero diretto al monte Antola, risulta costituito da un piccolo gruppo di vecchie case e cascinali e, poco pi a monte da una vecchia casa colonica con annessa stalla entrambi ristrutturati ed utilizzati dall Azienda Agrituristica La Casa del Sole. E la frazione pi alta della Val Brevenna con i suoi 1145 metri s.l.m.; anche qui sono riconoscibili i vecchi terrazzamenti utilizzati un tempo per l agricoltura e la fienagione ora in parte recuperati dall Azienda Agrituristica. Degno di nota, poco prima di raggiungere la Casa del Sole, l abbeveratoio con annessa fonte coperto ed incassato nel muro a secco. Poco sopra la Casa del Sole, lungo il sentiero mulattiera, si trova un vecchio cascinale con la facciata rastremata caratterizzata nella parte terminale da una scalinatura assai evidente, tipica delle case Celtiche.
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Casolari a Lavazzuoli
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La piccola frazione di Piancassina l ultimo paese raggiungibile tramite la strada che risale la Valbrevenna che termina su di uno spiazzo sul quale affaccia la piccola chiesetta dedicata alla Madonna della Guardia. Il borgo diviso in due distinti agglomerati: il primo costituito da una serie di case allineate lungo il sentiero che proviene da C hiappa, mentre il secondo, molto pi antico, posto immediatamente a valle della piccola chiesetta risalente all anno 1863. A monte della piccola frazione, lungo il sentiero che sale al monte Antola, sono ancora riconoscibili le antiche fasce utilizzate per l agricoltura. Qui un tempo gli abitanti erano dediti alla pastorizia e all agricoltura di montagna, portando a valle i prodotti della terra mediante teleferiche o a dorso di mulo.
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Ad una quota di circa 918 metri sopra il livello del mare, troviamo, risalendo la Val Brevenna la piccola frazione di Tonno, edificata ai piedi del Monte Buio. Il nucleo rurale ha origini antichissime ed tuttora ben conservato ed sviluppato intorno alla chiesa dedicata a Santa Margherita d' Antiochia, costruita intorno alla met del XVIII secolo.
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Piccolo borgo rurale abbandonato in comune di Favale di Malvaro, raggiungibile tramite una stretta sterrata che si diparte dalla comunale per la frazione di Alvari (via Priano). La strada, che si sconsiglia di percorrere comunque in auto vista la sua scarsa manutenzione e le numerose frane, conduce con una lunga serie di tornanti a questa piccola frazione caratterizzata da un minuscolo gruppo di case in pietra alcune delle quali ancora ben conservate. Al termine della sterrata si raggiunge un piccolo spiazzo a quota 671 mt. s.l.m., dove si affacciano alcune tra le case meglio conservate, con le murature in pietrame a vista e la copertura in lastre sempre di pietra. Tutte le vecchie abitazioni sono caratterizzate da un primo piano ad uso abitativo e da una sottostante stalla addossata ad un muro di fascia, tipico sistema di costruire per sfruttare al meglio il pendio naturale del terreno. Verso valle su di un piccolo pianoro vi era un tempo l arrivo di una teleferica, che nelle carte tecniche regionali ancora rappresentata, mentre in quelle catastali sullo stesso pianoro viene indicato un punto trigonometrico essendo perfettamente visibile da molti punti della vallata.
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Frazione del comune di Favale di Malvaro suddivisa in due aggregati di case; quello inferiore raggiungibile con una disagevole strada sterrata che termina in una spiazzo antistante ai ruderi della chiesa. Il piccolo paese frequentano ancora durante i periodi estivi e per tale ragione alcune case sono ancora discretamente conservate. Della cappella posta nel centro del paese rimangono ormai solo i muri perimetrali ed i resti dell altare. A lato della chiesa parte un sentiero, che superato il Fosso Arena, raggiunge con una breve salita il gruppo di case di Arena di sopra ormai ricoperte dalla vegetazione infestante.
Le frazione di Are na Infe riore vista dal sentie ro pe r la frazione Supe riore
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Me ridiana
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Il borgo di Canate, di origine medievale, risale al XII secolo ed situato ad una altitudine compresa tra i 537 ed i 555 metri sopra il livello del mare, sul versante meridionale del monte Lago. La prima edificazione del borgo probabilmente avvenuta in corrispondenza del trivio tra le principali vie di comunicazione che raggiungono il paese ad una quota di 545 metri s.l.m.; qui stata costruita una delle case pi belle dellintero paese, dotata di tetto a quattro falde, marcapiani e persiane. Quello che salta immediatamente agli occhi arrivando a Canate la tipologia delle sue case, che rispetto ad altri piccoli agglomerati simili, presentano delle caratteristiche non propriamente tipiche delle case contadine o comunque povere. Molti dei fabbricati dispongono infatti di piccoli terrazzini dotati di belle ringhiere in ferro lavorato, scale esterne con scalini rivestiti in ardesia, fasce marcapiano, cantonali ecc. Le coperture sono quasi tutte a due falde con alcune eccezioni di alcune case con tetto a quattro falde, tutte ultimate con tegole in laterizio tipo marsigliesi. Anche le stradine che attraversano il piccolo borgo erano dotate di pubblica illuminazione, come testimoniano ancora i resti di alcuni punti luce. A Canate viene portata la luce negli anni trenta, e la quasi totalit delle case che compongono la piccola frazione del Comune di Davagna, sono dotate di un proprio impianto elettrico. Lacqua era invece assicurata da un bel trogolo ancora ad oggi ben conservato, posto allinizio del borgo percorrendo il sentiero da San Martino di Struppa, dove si approvvigionavano gli abitanti di Canate e venivano portati ad abbeverarsi gli animali. La quasi totalit delle case di Canate disponeva di un piano terra, a volte addossato per un lato ad un muro di fascia e destinato a stalla o cantina e di uno o pi piani superiori destinati allabitazione; questi ultimi erano collegati tra loro mediante una scala interna. La cucina era posizionata al piano immediatamente sopra la stalla o cantina, mentre le camere da letto erano ubicate ai piani superiori della casa; da quello che si pu ancora notare oggi le cucine erano dotate di lavandino in marmo alla genovese, con runf a legna per la cottura dei cibi. Alla fine degli anni 40 Canate era abitato da una trentina di famiglie per circa 150 persone, mentre nel 1951, i residenti erano ancora 96. Sul finire degli anni 50 con la costruzione della strada carrabile che raggiunger la frazione di Marsiglia, il borgo di Canate si spopoler definitivamente e gli ultimi suoi abitanti si trasferiranno proprio in quel di Marsiglia.
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_____________________________________________Paesi dell Appennino Ligure Arvigo e Molinasso Due piccole frazioni del comune di Davagna in alta Val Bisagno immediatamente a valle della frazione di Marsiglia. E' possibile raggiungerle con una mulattiera che ha inizio proprio nel centro del paese di Marsiglia. Superata la chiesa e la piazza dove si posteggiano le auto, si prosegue tra le case e dopo poche decine di metri, sulla sinistra una rampa in cemento immette nella mulattiera che subito corre tra alcune case costeggiando orti e giardini e poi perde lentamente quota, fino a raggiungere la vasca di un acquedotto e poi un ponte in cemento che scavalca un rio. Da qui con un breve tratto in falsopiano, si raggiunge Molinasso, il cui toponimo deriva quasi sicuramente dalla presenza di mulini di cui per ad oggi non si rileva pi alcuna presenza. Alcune case sono ancora discretamente conservate e circondate da piccole fasce un tempo utilizzate per la coltivazione. All' interno di alcune cantine vi sono ancora vecchie botti, e attrezzi per la vinificazione, segno evidente che la sua coltivazione della vite era molto diffusa. Passando tra le case si segue un vecchio sentiero e salendo una vecchia mulattiera si arriva, superando diverse fasce ad Arvigo. Dalle ultime case si diparte verso nord un piccolo sentiero a mezza costa che riconduce a Marsiglia.
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_____________________________________________Paesi dell Appennino Ligure Scandolaro Piccolissima frazione nel comune di Davagna, costituita da una manciata di case a pochi metri dal rio omonimo, raggiungibile dalla mulattiera proveniente da Marsiglia. Il toponimo deriva dalla tecnica costruttiva quasi dimenticata, seppure di tradizione antichissima, che consisteva nel ricoprire di scandole di legno i tetti.
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E il primo aggregato di case che si incontra percorrendo il sentiero che parte dalla frazione di Vegni e conduce poi a Ferrazza ed infine a Renuzzi. Ormai completamente abbandonato le sue case sono in parte crollate. Di notevole interesse il fabbricato realizzato in fregio al sentiero su di un arco in pietra oltre ad un vecchio velabro in legno utilizzato per la lavorazione dei cereali.
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_____________________________________________Paesi dell Appennino Ligure Ferrazza Piccolo borgo edificato lungo il sentiero che da Vegni conduce a Renuzzi, ancora abitato durante il periodo estivo ed in parte ben conservato. Caratteristici alcuni poggioli con ringhiera in legno.
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Renuzzi una frazione ormai abbandonata del comune di Carrega Ligure, in provincia di Alessandria, nell alta val Borbera ad una quota di 1.075 mt. alle pendici del Monte Antola. Arrivando dal sentiero che parte da Vegni, si incontra subito l Oratorio dedicato a San Bernardo Abate ed il piccolo cimitero; nell oratorio un piccolo altare, una nicchia dove probabilmente era alloggiata la statua del Santo ed una rudimentale acquasantiera. Le case ormai sono in gran parte crollate. Di particolare interesse una casa con muro curvo, una cisterna per la raccolta dell acqua piovana ed una stalla ancora ben conservata con un pregevole pilastro a sezione circolare. Fino al 1960 il paese era ancora abitato sia pure da una sola famiglia.
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Val Noci
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Frazione del comune di Montoggio, raggiungibile da Sella mediante il sentiero FIE contrassegnato con tre bolli gialli. Dopo circa 45 minuti di sentiero ben segnato si raggiunge quello che rimane del piccolo borgo: una manciata di case in pietra di cui alcune ancora conservano il tetto in tegole. La struttura delle abitazioni e quella caratteristica di pendio con stalla seminterrata ed addossata ad un muro di fascia e uno o due piani soprastanti con cucina e camere. Da notare la presenza di alcuni seccherecci con la gre la grata dove venivano messe le castagne a seccare mediante un fuoco acceso al piano inferiore.
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Numerosi sono i borghi ancora esistenti nella valle del Noci. Si possono raggiungere tramite un sentiero che di fatto li collega tutti e che parte dalla frazione di Caiasca raggiungibile con strada asfaltata. Dalla piccola frazione si segue una sterrata che con ampi tornanti arriva fino a Case Veixe; poco prima sulla sinistra una breve deviazione porta invece a Case Fontana dove ancora ben visibile e funzionante un bel trogolo. Da Case Veixe un sentiero risale il versante sud del monte Bano. Dopo circa 20 minuti di ripida salita tra vecchie fasce, si arriva ad un bivio: seguendo il sentiero sulla sinistra si raggiungono Case Monte Bano con una bella vista sul sottostante lago artificiale Val Noci, mentre proseguendo sulla destra in salita si raggiungono le Case Brugosecco. Continuando a mezza costa tagliando le pendici meridionali del monte Bano si arriva sul crinale e si raggiungono le Case Teitin. Da questo punto un lungo sentiero nel bosco conduce a Noci paese raggiungibile anche tramite strada sterrata proveniente da Capenardo.
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Case Fontana
Case Monte Bano con sullo sfondo il lago artificiale Val Noci
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Piccolo aggregato di case posto nella parte bassa della valle del rio Feto, costituito da una manciata di case edificate con la tipica struttura a pendio. Dalla frazione di Morasco lungo la S.S. 226 di Laccio si scende verso una casa bianca (ex mulino Mangini) e si imbocca subito il sentiero in ripida salita che risale il crinale e conduce alla piccola frazione.
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_____________________________________________Paesi dell Appennino Ligure Lavagetti Minuscolo abitato posto nell' alta valle del rio Feto affluente di sinistra del torrente Laccio in comune di Montoggio, posto ad un altitudine di circa 654 mt. s.l.m.. Costituito da due case con la tipica struttura a pendio e da due fienili ormai diroccati, stato abitato fino al 1996 da un' anziana signora di Montoggio. Nel censimento ISTAT del 1951 vi risultavano 22 abitanti (cifr. Monte Bano, molte storie di Marco Fezzardi). Dalla frazione di Morasco lungo la S.S. 226 di Laccio si scende verso una casa bianca (ex mulino Mangini) e ci si inoltra a mezza costa lungo la sponda destra del rio Feto. Si oltrepassa un primo ponte sul rio per raggiungerne subito dopo un altro. Da questo punto si scende nel rio e si prosegue lungo il greto fino a trovare un rudere sulla sponda sinistra. Proprio sulla sponda opposta inizia il sentiero che con alcuni tornanti conduce a Lavagetti.
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Valle Laccio
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_____________________________________________Paesi dell Appennino Ligure Luvega o Luega Piccola frazione del comune di Montoggio ormai abbandonata il cui toponimo dovrebbe derivare dal Genovese luvega ovvero luogo umido, anche se la posizione a mezzogiorno, tutto fa pensare tranne che un luogo umido. Edificata sul lato destro del torrente Laccio, proprio davanti al monte Acuto, dal piccolo borgo possibile vedere quello che rimane di altre due piccole frazioni, sempre del comune di Montoggio: Salice e Bus. Il paese costituito da una decina di case delle quali la met ormai dirute, realizzate con solai in latero cemento e piccoli terrazzini con ringhiere in ferro battuto. Nella casa posta al centro del paese al piano terra ancora ben visibile una cucina con alcune suppellettili e quello che resta di un runf con adiacente lavello. A Luvega nel dopo guerra arrivo anche la corrente elettrica, come testimonia un palo in legno con relativo lampione e come dimostrano alcuni vecchi frigoriferi e televisori. Il paese fu completamente abbandonato nei primi anni 70 del secolo scorso. Arrivare a Luvega oggi non affatto semplice: due le possibilit. La prima dalla frazione di Montemoro raggiungibile dalla strada statale 226 di Laccio in circa un ora. La seconda salendo dalla localit Campelo per tracce di sentiero non facilmente rintracciabili.
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Inte rno di una cucina: si notino i resti del runf e del lavello
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