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Mario Agliati

Mario Agliati nato il 29 gennaio 1922 in via al Forte 2 a Lugano, sposato da 58 anni con Clara ha un fratello, 5 figli, 12 nipoti e un pronipote. Cosa si ricorda della sua infanzia? Si pu dire che ho avuto due domicili nella mia infanzia: l abitazione in via al Forte e le scuole comunali, situate nel centro di Lugano (attuale pensilina Botta). Mia nonna era portinaia dell entrata femminile del palazzo delle scuole; passavo quasi tutta la mia giornata con lei e gi allora ho conosciuto molti professori, anche se non frequentavo ancora la scuola. Mio padre era pittore di insegne, da lui ho acquitato una predisposizione per il disegno. Che formazione scolastica ha avuto? Dopo il ginnasio ho fatto la magistrale a Locarno, una scuola per diventare maestri. Ho potuto conoscere insegnanti importanti, come Piero Bianconi, che mi fu sempre molto vicino, o il pittore Ugo Zaccheo. Dopo questa scuola, dove mi sono diplomato nel 1941, ho supplito un po in tutto il Cantone. Per insegnare alle scuole maggiori per bisognava fare ulteriori esami che nel 1943 decisi di intraprendere. Ho frequentato poi l universit di Friborgo dove ho studiato per circa tre anni; non ho preso nessuna laurea, perch ho cominciato a fare il giornalista, ma solo il brevetto dell insegnamento medio. Dove ha lavorato? Dopo il brevetto cominciai a lavorare alla Gazzetta ticinese, dove scrivevo di tutto: dalla cronaca allo sport. Insieme a questo lavoro collaboravo con la radio, con il Corriere del Ticino e con alcune riviste. Cominciavo ad avere notariet. In parallelo alle attivit giornalistiche continuavo ad insegnare un po nelle scuole professionali, ma solo per sei

o sette ore. All inizio degli anni 50 si ammalarono delle maestre e allora divenni docente di ruolo d italiano. In questa scuola ho insegnato fino alla pensione nel 1981. Nel 1953 ho fondato la rivista Il Cantonetto, all inizio rivista luganese ma poi allargatasi per la variet delle tematiche a tutto il Cantone. Alla rivista hanno collaborato firme importanti: da Francesco Chiesa a Adriano Soldini; da Piero Chiara a Giuseppe Prezzolini, che ho molto frequentato. Nel 1956 entrai a far parte di una commissione cantonale: Commissione delle bellezze naturali. Come visse il periodo del la seconda guerra mondiale? Mi ricordo bene della mobilitazione, in piazza Dante era pieno di gente e militari che dovevano entrare in servizio; io avevo 17 anni e quindi ero troppo piccolo per fare servizio. Nel 1942 per sono entrato nella scuola dei telefonisti a Friborgo, ma stata durissima per me, non ero abbastanza forte, tanto che mi hanno dovuto rimandare a casa, ma io mi vergognavo perch ero lunico senza la divisa. Per questo motivo feci di tutto per farmi riammettere. Mi riammisero, ma non nelle truppe normali, nelle truppe complementari, i cosidetti Pistoleros. Eravamo vestiti da soldato ma con delle divise vecchie, risalenti alla prima guerra mondiale. Ci impiegavano soprattutto sul piano di Magadino e a Locarno perch figuravo cittadino locarnese, visto che avevo lavorato come sorvegliante alle scuole magistrali . Quali sono state le sue pubblicazioni pi importanti? Le mie pubblicazioni pi importanti sono L erba voglio, edito per la prima volta nel 1966, uscito in tre edizioni. Questo libro mi ha fatto vincere per nel 1961 il premio Libera stampa speciale, il premio di cui sono pi orgoglioso. il tentativo di ripescare la storia della mia infanzia. Ho scritto anche diversi libri di memorie come la Lugano del buon tempo, Teatro Apollo, uno sulla Collina d oro, uno su Capolago . Ho

pubblicato pure due libri di racconti: La profezia del dottor Pilati e Donzelli. Negli anni Sessanta il direttore del Credito svizzero Ugo Primavesi, mio compagno di scuola, e la fondazione Ticino Nostro, incaricarono me e il professor Calgari di scrivere la prima storia della Svizzera in italiano. Purtroppo il professor Calgari mor prima della pubblicazione. Il vecchio direttore del Corriere del Ticino, Segio Caratti, mi ingaggi per scrivere la storia della testata. Il lavoro dur una decina d anni. Quando ottenne la carica di formatore cantonale per i docenti di storia? Questo lavoro l ottenni nel 1973 in seguito alla stesura della storia della Svizzera. Il DECS mi chiam per andare all universit di Pisa a insegnare e sostenere dei giovani docenti di scuola elementare che volevano passare alle scuole maggiori. Feci amicizia con il direttore di questi corsi, di modo che ci continuai ad andare fino al 1981 quando la scuola maggiore e il ginnasio vennero soppressi e si pass all attuale sistema delle medie. Fu un periodo molto bello della mia vita lavorativa, sia per i contatti diretti con gli studenti sia per i rapporti che intrattenni con il mondo accademico pavese. Quando iniz la sua passione per la pittura? La passione per la pittura l ho sempre avuta, da piccolo scarabocchiavo sugli angoli dei giornali, sui tovaglioli: su tutto quello che trovavo. In disegno e a italiano avevo sempre il sei, tanto che il professore di visiva, voleva che io andassi a fare l accademia di Brera e quello di italiano (Piero Bianconi) all universit. Le mie famose cartoline, di cui ho fatto un esposizione qualche anno fa, le ho cominciate a fare solo a settant anni. Ero in Liguria, come tutti gli anni, con mia moglie Clara e li ho cominciato a dipingere le mie prime. Ho dipinto anche diversi quadri.

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