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LO STRADARIO DI ARANNO

QUALCHE SPIEGAZIONE
Per gli Arannesi nostalgici, ma forse anche un po’ scettici, per i giovani, i neoresidenti e i vacanzieri
che non conoscono il dialetto e i toponimi tradizionali di Aranno

Premessa
La commissione consultiva incaricata dal Municipio di proporre un progetto di stradario in collaborazione con
uno studio di ingegneria addetto alla preparazione ed alla messa in opera dello stesso,
ha ritenuto:
- di identificare solo un numero ridotto di percorsi e luoghi ai quali era possibile attribuire un nome tradizionale
(detto in seguito toponimo) specificamente arannese. Ciò per non moltiplicare e complicare l’elenco con nomi di
stradine e piazzette eccessivamente piccole per le quali bisognava inventare un nome. Sono stati così identificati
e scelti 14 percorsi e luoghi, come si vedrà in dettaglio; inoltre ha evitato di usare il nome “Via” poiché nei dialetti
rurali (compreso quello di Aranno) non esiste, come pure l’uso di nomi di persona o di famiglia.
- di sottoporre la scelta e la scrittura dei toponimi al Prof. Stefano Vassere, Presidente della Commissione
cantonale di toponomastica, già direttore del “Repertorio toponomastico ticinese”, e ora Direttore della Biblioteca
cantonale di Bellinzona.
Per il colore delle targhe con i nomi dei percorsi ed i numeri è stato scelto un rosso scuro caldo (non l’azzurro
freddo, come in città o in altre località), in consonanza con i toni pastello che caratterizzano il colore predominante
del nucleo del Villaggio.

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Una spiegazione necessaria riguardante una specificità del dialetto originario di Aranno:
- gli articoli determinativi italiani “il” e “la”, nel dialetto ticinese generico detto “ferroviario”, soprattutto
cittadino, sono “ul” e “la” o “ula”: ad Aranno diventano “ur” e “ra” o “ura”, pronunciati con la tipica r
“gutturale” : ur tavul, ura cadrega, o ra cadrega. (come in altre limitate zone ticinesi, ad es. l’Alto Malcantone
o la Capriasca).
- i toponimi sono preceduti da preposizioni semplici o articolate del tipo (come vedremo): “In”, “ar”, “ara”,
“ai” che significano “che conduce, che porta a …, verso … Per esempio, “Ara Gésa”: la preposizione articolata
“Ara” è composta dalla preposizione “A” e dall’articolo “ra” (“la”), quindi è traducibile in italiano esattamente
con “Alla” Chiesa, cioè che va verso la Chiesa.
“In” è un po’ diverso: è una preposizione semplice che può significare sia “che va verso”, oppure il luogo stesso
(“In Scima Fórcora”); stessa cosa per “Ai Piòd”: in questo caso però è stata usata la preposizione articolata
composta da “A” (verso) e “i” (articolo maschile plurale).

Le 14 voci dello stradario:

- Ur Stradón (lo Stradone) Così è sempre stata chiamata, dall’inizio del secolo
scorso, quando è stata completata, la strada carrozzabile cantonale che attraversa
il Villaggio (tratta Iseo – Cademario e Breno). È quindi stata evitata la banale e già
troppo diffusa, da Chiasso ad Airolo, “Via Cantonale”.

- In Scima Fórcora (In Cima Forcora)


È La strada a monte del Villaggio che porta al “passo” di Cima Forcora, antica via di transito pedestre tra Aranno
e Cademario. Vi si trova un’importante necropoli celtico–lepontica (VI–II sec A.C.) scoperta negli anni ’30
(prima testimonianza di insediamenti nella zona di Aranno).

- Ra Strada da Brén (La Strada di Breno)


È la strada carrozzabile cantonale che porta a Breno e ai villaggi della sponda destra
della Magliasina e dell’Alto Malcantone. Perciò era molto importante ed è stata
terminata prima di tracciare quella per Cademario.

- Ara Zòta (Alla Zòta)


Conduce pure verso Cima Forcora, e il toponimo significa “piccola radura nel bosco”, come lo si può trovare
anche in altri villaggi agresti.

- Ar Paiaröö (Al monte Paiarolo)


Porta al monte Paiaröö (Paiarolo) che sovrasta il villaggio insieme al “Montaccio”,
situato però più verso Cademario. Il suo nome potrebbe derivare, come in altri luoghi,
dal fatto che assomigli a un paiolo rovesciato.
Da ricordare che ad Aranno esisteva l’ ”Osteria Paiarolo”, importante luogo di
ritrovo e di continuazione delle animate discussioni in Assemblea comunale davanti
al “bianchino” che poteva anche neutralizzare le liti e i veleni di “biss” (la casa
comunale -detta appunto “ra Ca di Biss, come vedremo in seguito- si trovava poco
sopra). Era pure dotata di un campo da bocce situato nel giardino sopraelevato dal lato opposto dello Stradón.

- In Pasquée (Al Pascolo)


Il nome deriva dal latino “pascuum” e significa “pascolo”. Era il luogo, a monte del
Paese, dove si ritrovavano le mucche per partire tutte insieme, con il pastore, prima
di partire al pascolo nelle selve castanili.

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- Ai Pianèll (Alle Pianelle)
Si trova in zona “Prümé” e designa il luogo specifico sul quale sono state costruite le nuove case a partire dagli
anni ’70 del secolo scorso. È una zona abbastanza pianeggiante, come dice il nome, più o meno “terrazzata”. Il
toponimo “Prümé” designa un territorio molto più vasto, esteso anche verso Iseo.

- In Campàgna (In Campagna)


È sempre stato il toponimo che designa il territorio a nord–ovest del nucleo, tra
la chiesa e i boschi a valle e la strada cantonale a monte, di recente
abbondantemente urbanizzato dopo un’intelligente pianificazione che lo ha
distanziato e differenziato dal nucleo. La collaborazione tra Parrocchia e Comune
ha permesso la realizzazione di un parco giochi, che funge anche da ritrovo, in
assenza di un vera piazza che purtroppo non è mai stata pianificata insieme alla
nuova strada.

- Ra Stráda dra Ca di Biss (La Strada della Casa delle Bisce)


È il nome più buffo: Ra ca di biss era il nome satirico, popolare, dato alla Casa
comunale che veniva ritenuta una specie di “covo di vipere” dove, già
dall’Ottocento avvenivano spesso furiosi e velenosi litigi tra opposte fazioni
politiche o anche tra singole persone. È l’unico percorso per il quale è stato usato
anche “Ra Stráda” poiché altrimenti scrivendo solo “Ara Ca di Biss” si potrebbe
intendere che qualsiasi abitazione sul percorso sia “Ra Ca di Biss”.

- Ara Gésa (Alla Chiesa)


Alcuni percorsi che portano alla pregevole chiesa parrocchiale, un bel “balcone” sulla valle della
Magliasina e la catena del Monte Lema.

- Ai Pòrtegh (Ai Portici)


Una zona di antichi portici che contornano la già nobile Casa Pelli: probabilmente faceva parte di
uno dei nuclei medievali del villaggio, insieme a quello che sta tra la chiesa e la piazza principiale,
comprendente la “Córt Berna”.

- Ara Gesòra (Alla Gesòra, detta anche ra Capeléta)


Tre stradine che si incontrano davanti alla Gesòra, (cappelletta della Madonna del Buon
Consiglio), “porta di entrata” del villaggio, a sud–est, verso i Ronchi, Novaggio e il basso
Malcantone. Vi si svolgeva qualche funzione liturgica e fungeva anche da luogo, di sosta, e per
qualcuno anche di preghiera, per chi, stanco, tornava dai Ronchi.

- Ai Piòd (Ai Piòd)


È l’entrata est di Aranno (con lo “Stradón proveniente da Iseo). Fino all’allargamento
della strada negli anni 30 esisteva una cappelletta (Edicola) settecentesca. Non si
conosce l’origine del toponimo “Piòd”, ma potrebbe derivare dalla roccia affiorante
sul posto, a lastre (piode).

- Ra Piázza dra Libertà (La Piazza della Libertà), la Piazza principale nel nucleo

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Da ultimo ma non per ultimo: la scelta del nome da attribuire alla Piazza principale (chiamata da sempre “ra
Piazza”) non è stata facile e quindi richiede qualche spiegazione: dopo adeguate
discussioni e riflessioni la Commissione ha deciso per un nome che ricordi e
tramandi ai posteri un momento storico fondamentale per il Cantone Ticino, cioè
la sua annessione alla Repubblica Elvetica nel 1798, diventata definitiva come
membro della Confederazione Elvetica grazie all’Atto di Mediazione di
Napoleone del 1803. In quell’anno il Ticino da Baliaggio (“colonia”) dei Cantoni
Svizzeri è diventato a tutti gli effetti Cantone svizzero (unendo i “Cantoni” di
Bellinzona e di Lugano) dotandosi poi della propria Costituzione cantonale già
nello stesso anno. È da questo movimento che nasce il famoso motto “Liberi e
Svizzeri”.
Ma cosa c’entra Aranno e la sua Piazza con questi avvenimenti così importanti?
… Nel Fondo Famiglia Pelli (Pura-Lugano) esiste una bellissima tela raffigurante “LA PIAZZA DI ARANNO”,
databile intorno al 1798 (olio su tela, cm. 42 x 55), Di CIPRIANO PELLI, Aranno, 1750-1822. È lo stesso
autore dell’importante cupola illusionistica della navata della chiesa di Aranno del 1777.
La tela rappresenta la piazza di Aranno con l' “albero della libertà” sormontato dalla corona imperiale
napoleonica all'epoca dell'adesione del Ticino alla “Repubblica Elvetica”, come detto sopra. L’Albero della
Libertà figura in moltissime illustrazioni dell’epoca.
CIPRIANO PELLI era architetto, pittore, scenografo (a Venezia e a Copenhagen): il quadro ha quindi un aspetto
scenografico e vuole essere la rappresentazione di qualcosa che stava succedendo ad Aranno all'epoca, cioè la
partecipazione del nostro Villaggio al movimento di adesione alla Repubblica
Elvetica. Da notare, dal punto di vista scenografico, l’altezza “sproporzionata”
dell’Albero, che sta a indicarne l’importanza, e significativo anche il notevole
movimento di persone, sia nobili, che contadini. Infatti Cipriano Pelli era molto
attivo anche in politica: è stato membro dei primi tre governi provvisori di Lugano
(“Cantone di Lugano”) durante il movimento di adesione alla Repubblica Elvetica,
e pure presidente per un anno.
Qualche Arannese avrà acquistato la foto di questa bella tela messa in vendita dal Comune alcuni anni fa grazie
all’autorizzazione dei proprietari Pelli. Comunque la si può ammirare in Cancelleria comunale e Quindi un nome
così impegnativo è ampiamente giustificabile e storicamente realistico.

Infine: i nomi delle fontane – abbeveratoi - lavatoi principali risalenti a inizio ‘800, principali fonti d’acqua
del paese fino alla realizzazione dell’acquedotto comunale nel 1935

- Viòra: si trova a destra dello “stradón” uscendo dal nucleo a nord-ovest in direzione
Cademario–Breno. Era composta dal lavatoio coperto al posto del quale è stata messa
la fontana - abbeveratoio che si trovava all’esterno, spostata per l’allargamento della
strada cantonale.

- Vurí: pure a destra dello “stradón”, all’inizio del nucleo, provenendo dai “Piòd”
Ora si sono affermati questi due nomi, ma nel sommarione annesso alla mappa del 1835
(dell’arch. Luigi Pelli) erano chiamate rispettivamente “Al Violino” e “Ad Orì”. L’origine
di questi nomi per ora non è spiegabile.

La fontana - abbeveratoio in piazza, relativamente recente (probabilmente è


della fine degli anni ’20 del secolo scorso), è sempre stata chiamata semplicemente “ra
funtana dra piazza”.

Per altre notizie e foto di Aranno:


di G. Giacomo Carbonetti:
- Aranno, Parrocchia di S. Vittore Mauro, arte, storia e devozione popolare, 2005,
edito e distribuito dalla Parrocchia di Aranno.
- Aranno in immagini, memoria di un villaggio prealpino, 2014,
edito e distribuito dal Comune di Aranno.
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